HAWKE / FENRIS
Fenris portava il nome di un lupo... ma era molto più simile
ad un gatto.
Aveva lo stesso bisogno arrogante di spazio che dimostrano i
felini. Si poteva discutere del suo passato davanti ad una bottiglia di vino,
ma non troppo. Era possibile fare un commento sul suo bell’aspetto… ma uno
soltanto. Nel modo affine a chi ha sofferto era solito chiudersi in sé stesso
non appena qualcuno tentava di scalfire con un unghia la sua corazza, e non
quella di cuoio e ferro che gli chiudeva il petto in due blasoni. Perciò era difficile decifrare il suo sguardo
e scindere l’odio vero da quello dato via per abitudine.
La sua lingua era ruvida come quella di un gatto.
Metaforicamente parlando, s’intende. Aveva l’incredibile capacità di saper
scegliere sempre le parole più cattive, quelle che avrebbero fatto più male ai
timpani dell’avversario. Era anche poco
diplomatico, proprio come un gatto che snobba lo stesso cibo rimanendo senza mangiare
pur di provate al mondo che quello che gli è stato servito non è di suo
gradimento.
Anche per questo si impegnava per negare qualsiasi
somiglianza tra se stesso e un qualsiasi tipo di felino, quando Varric ci
scherzava sopra. Ad Anders piacciono i gatti. Anders è un mago. Nessuna pietà
per i gatti.
Hawke era quell’umano speciale che scopre il segreto dei
filaccetti al tonno, invece che le solite pappe. Era colui che porta i migliori
regali, quasi come se stesse raccogliendo dei pezzi che Fenris non si era
accorto di aver perso da qualche parte. Hawke era quell’umano paziente che ride
dei graffi sulle mani e continua ad accarezzare il gatto, apprezzando per
quello che è.
Poiché ultimo, ma non meno importante, ad ogni sua carezza Fenris rispondeva inevitabilmente con un graffio.
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