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Autore: BlackInkVelvet    22/09/2016    2 recensioni
Cento prompt. Dodici Gold Saints. Un gemello. Un bambino dai capelli rossi. E una pecora o due.
Perché la vita va presa alla leggera, anche quando si è appesantiti da un'armatura d'oro.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gold Saints
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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002. Middles 


Personaggi: Cancer DeathMask, Pisces Aphrodite, Aquarius Camus,
Special Guest: Helena
Rating: Verde
Parole: 1939

La ragazza di fronte a lui non era particolarmente bella. Non aveva forme da capogiro, nè era alta, il suo volto era abbastanza anonimo, e gli occhi verdi non particolarmente profondi. Eppure, per qualche motivo che esentava totalmente l'apparenza fisica, il Saint di Cancer si era preso una sbandata vertiginosa per la fioraia di Asgard. Che poi, come si facessero a vendere fiori ad Asgard manco Odino lo sapeva; ma ad Antonio non interessava. Helena era andata fino in Italia, a Messina, per guarire da una brutta malattia polmonare che la stava consumando. Si erano incontrati per caso, al solito bar dove lui andava a far colazione la mattina. Un locale piccolo, senza troppi fronzoli, a cento metri dal porto e dalla fermata del tram. Si era sorpreso immobile, con la sigaretta stretta fra le labbra e l'accendino mollemente tenuto fra le mani, incapace di staccarle gli occhi di dosso. Lei lo aveva notato, e gli aveva rivolto uno sguardo quasi spaventato. Lui era stato veloce a scusarsi, facendo cadere la cicca a terra, senza preoccuparsi di raccoglierla. M-mi scusi, ma è così incantevole signorina che mi sono imbambolato. Posso offrirle una brioche per scusarmi? e si erano ritrovati a passeggiare sul lungomare, e lui le indicava gli aliscafi e la statua della Madonna delle Lettere che proteggeva i marinai. Lei, sfoggiando un italiano un po' stentato, ascoltava ammirata tutto quello che l'affascinante giovane diceva, coprendosi occasionalmente la bocca per parare qualche colpo di tosse.
Tornerò il mese prossimo. Devo tornare dai miei fratelli e al mio negozio, ma ho ancora bisogno del sole di Messina.
Ah, allora se è così ti porterò a cena fuori in un posticino che conosco.
Oh, abbiamo un appuntamento?
NOOO. No. No, è solo... un.... un'uscita fra amici.


Seduto al tavolino, Camus osservava con uno sguardo indecifrabile i suoi compagni, le braccia incrociate e le gambe elegantemente accavallate.
- Spiegatemi bene perchè avete dovuto metter su questo scempio. - La sala da pranzo dell'Undicesima Casa era stata addobbata da una miriade di candelabri d'argento, vasi di vetro di Murano e stoffe pregiate. Sul tavolino era stato imbastito un vero e proprio banchetto, con taglieri di prosciutti e formaggi, delicate salsiere e pane croccante da usare come base. Aphrodite, avvolto in una svolazzante camicia bianca, si stava dando da fare per finire una meravigliosa composizione floreale al centro del tavolino. In piedi in un angolo Deathmask, un papillon stretto al collo, osservava il tutto decisamente innervosito.
- Antonio ha un appuntamento, e mi ha chiesto qualche consiglio. Ma sono sicuro che questo bruto riuscirebbe a travisare tutto quel che dico... Ecco perchè ti ho chiesto di aiutarmi.
- No, mi hai chiesto se potevi scendere un attimo qui.
- E l'ho fatto - replicò freddamente lo svedese, prima di osservare soddisfatto la composizione floreale appena finita. Gettò un occhio a Deathmask, prima di riportare lo sguardo sul francese. - Questo lo chiameremo "Simulazione simil-realistica ed inaspettata in previsione di un possibile appuntamento", ovvero, simuleremo l'appuntamento con la tua bella. Io sarò Helena. - Il silenzio scese nell'undicesima casa. Camus aveva alzato un sopracciglio, facendo oscillare lo sguardo di ghiaccio fra i due Saint, incapace di reagire. Di contro, il cavaliere del Cancro aveva spalancato la bocca, prima di esplodere in una risata sguaiata.
- Tu... Helena... - Si accasciò sul tavolino, battendo un pugno sulla superficie, mentre alcune lacrime si affacciavano ai bordi degli occhi. La boccuccia rosata di Aphrodite si socchiuse per lasciar passare uno sbuffo irritato, mentre tentava di ignorare signorilmente la sceneggiata del suo compare. Questo, con la voce strozzata e le spalle scosse dalle risate, puntò un dito contro lo svedese, gli occhi strabuzzati come se dovessero sgusciare fuori dalle orbite. - No perchè... ahahaha... tu dovresti tipo farti crescere un paio di tette e... e...  - Un quartetto di Pirahna Rose volarono verso il siciliano, che le schivò senza togliersi quel sorrisetto divertito dal volto.

- Bene, iniziamo. - Aphrodite si era legato i capelli in una elegante e voluminosa crocchia, intrecciandovi rose rosse e gigli bianchi, ed era in piedi, vicino al tavolo, una borsetta stretta fra le mani. Antonio, con la sua canotta macchiata di sugo e il papillon opaco per la polvere, lo osservava trattenendo le risate a fatica. Si beccò un'occhiataccia dal suo compare, uno sguardo in grado di far rabbrividire anche il più impavido fra i Saints. Ma beh, non sufficiente per spaventare un pendaglio da forca quale era Cancer Deathmask.
- Beh? - mugolò grattandosi la barbetta.
- Ma come sarebbe a dire "beh"? Ho detto che iniziamo, no? Quindi sbrigati. Cosa si dice per prima cosa ad una signora?
- Vattene di qui.
- Zitto Camus! - esclamò irritato Aphrodite, puntando un dito contro il francese, bellamente spalmato sul suo divano in stile Pompadour. Il rosso ruotò gli occhi, immergendosi nuovamente nell'impegnativa lettura del romanzo che stringeva fra le mani. - Tornando a noi. Antonio?
- Ah, emh... sei... particolarmente carina stasera. - Un sorrisetto si stampò sul volto niveo dello svedese, che iniziava a vedere un barlume di concentrazione nel siciliano, fin troppo gretto. - ... mhh.... pffffAHAHAHAHAHAHAHA! Cazzo! Io proprio non ce la faccio così! Camus, porca puttana, vieni qui e guardAHI! - la deliziosa borsetta color cipria che Dite stringeva fra le dita si era abbattuta con una violenza inaudita sulla faccia del povero malcapitato, stampandogli la trama di perline ricamate sulla fronte. - Ma tu vuoi ammazzarmi! Guarda che vado giù a chiamare Milo se non la smetti!
- Concentrati, sciatto bastardo! Allora, qual'è la prossima mossa?
- Umh... Ah sì! - Con un passo fin troppo sghembo, il saint del Cancro, in quelle stretti vesti da damerino improvvisato, si diresse dall'altro lato del tavolino, scostando l'enorme sedia imbottita per far sedere il compagno. Questo, rivolgendo uno sguardo vittorioso a Camus (che se ne fregava bellamente, totalmente preso dal libro), si sedette con fare regale, osservando compiaciuto Antonio sedersi a sua volta di fronte a lui.
- Ora, gli antipasti. Un vero gentiluomo deve mostrarsi preparato in campo culinario.
- Allora, emh... - l'italiano osservò le pietanze preparate da Dite, sbattendo le palpebre perplesso. Indicò un piatto, cercando di fingersi convinto. - Qui abbiamo del pane bruciato..
- Pane di segale.
- Ah, sì sì quello. Sto schifo di pane di segale con salmone affumicato, maionese...
- Panna acida.
- Ma mi vuoi avvelenare, con la panna andata a male? Eh vabbè, in caso di emergenza ci imboschiamo nel recinto delle capre di Mu.
- Continua. Puoi fare di meglio. - sibilò lo svedese, incrociando le braccia. Antonio sospirò.
- Ahhh, che palle. Allora, pane di segale con panna acida ed erba gatta...
- Erba cipollina. CIPOLLINA. Ma scusa, sei siciliano dovresti saper cucinare!
- Eh minchia! Tu sei svedese, ma non mi pare che stai montando sgabelli all'IKEA.
- Sta zitto e continua. - Il Saint di Cancer dovette prendere un profondissimo sospiro, racimolando la poca pazienza rimasta, e riprese la manfrina con lo stesso tono di un bimbo delle elementari che, costretto dalla madre, deve recitare la poesia del Natale di fronte a tutti i parenti.
- Tartine di salmone affumicato con panna acida ed erba cipollina...
- Accompagnate con che vino? - chiese lo svedese con un luccichio sinistro negli occhi. Tentando di non farsi prendere dal panico, Antonio si guardò intorno, alla ricerca di un indizio. Diamine, a parte il vino di 'Mbare Pino, che ancora pestava il mosto con i piedi nonostante avesse da dieci anni un'infezione da funghi, non ne aveva mai assaggiati altri. Con un dito allargò il vecchio papillon che Dite gli aveva legato al collo contro il suo volere, sudando freddo.
- Un.... mhhhh.... un Nero d'Avola. - L'espressione di Aphrodite, dopo qualche attimo di tesa immobilità, si rilassò in un sorriso soddisfatto.
- E bravo il nostro Antonio. Non ti sapevo esperto di vini. - Deathmask si grattò la nuca, sorridendo sollevato. E per oggi, di morire dissanguato non se ne parlava. L'atmosfera all'Undicesima casa si era fatta leggera. Questo, almeno, fino a quando un pesante tomo non atterrò sul piatto di tartine, facendole saltare ovunque. Gli occhi azzurri di Aphrodite osservarono inorriditi il salmone maciullato volare per aria, triturato dalla copertina ignobile di una raccolta di poemi di Wordswoth in edizione integrale, assolutamente paralizzato dallo schifo. Chi, chi aveva osato interrompere quel momento di assoluta bellezza...?
- Mon Dieu! Il Nero d'Avola con il pesce? Sacre Bleu! Devi essere pazzo! - Se fino a poco prima era impossibile distinguerlo dal divano, ora Camus era arrivato al tavolino, il volto stravolto come quella volta in cui aveva sorpreso Milo nudo nella sua vasca da bagno. Alle due e mezza di notte. In compagnia di due paperelle di gomma e una rivista pornografica.
- Certo che ci va il Nero d'Avola! Cosa vai mai dicendo? Non c'è modo più bello di iniziare un pasto che sorseggiando un ottimo vino di prima qualità! - Sbraitò Aphrodite, saltando in piedi come una molla. Il francese sbattè le mani sul tavolino, facendo traballare i calici.
- Tu non vieni in casa mia per dire queste corbellerie! Col salmone ci va un vino bianco! Un Cortona Sauvignon è la scelta migliore!
- Ma cosa ne sai tu di vini! Sei francese, e i vini sono tutti italiani! 
- E tu allora? Non sapete nemmeno come è fatta l'uva in Svezia!
- Perlomeno non ci mangiamo le lumache!
- Ah, perchè il pane di segale è buono? La cuisine française è la migliore del mondo!
- Ehi, scusate eh... - S'intromise con fare scocciato Deathmask, appoggiando un gomito sul tavolino e alzando un sopracciglio. Essere messo da parte, lui? Ma per favore. - Qui il protagonista della serata sono io. Io, non tu, non Dite, non quello schifo del pane di segale... Sentite, ma se compriamo del Tavernello? O sento 'Mbare Pino se serve.
- ZITTO! E TOGLI I GOMITI DAL TAVOLO! - esclamarono all'unisono i due, con gli occhi fuori dalle orbite, mentre sbattevano le mani sul tavolo, facendo fare un notevole salto a tutte le stoviglie presenti. Deathmask strinse la testa nelle spalle, zittendosi controvoglia.
- Fuori di qui! Non posso sopportare un simile affronto in casa mia! - Urlò Camus spostando nuovamente l'attenzione sul suo nemico svedese, indicandogli con fare imperioso la porta.
- Ah, me ne vado anche subito! Non ho tempo da perdere con un tråkmåns come te.
- Prego, come mi hai chiamato, bouffon?
- Ti farò assaggiare le mie Pirahna Rose, maledetto!
- Fatti sotto, ti rimanderò a casa con il deretano a stalattite!

Senza farsi troppi problemi, Antonio si slacciò il farfallino, abbandonandolo sul tavolo. Si alzò, e diede le spalle ai due, che sembravano pronti ad uccidersi. Forse avrebbe dovuto fermarli, dopotutto le lotte fra Saints erano proibite... Ohibò, proprio lui, la pecora nera dei dodici Gold, a fare da paciere? Ma scherziamo? Uscì dall'undicesima casa, sedendosi sulla scalinata. Si accese una sigaretta, osservando il cielo stellato e ignorando totalmente il rumore di cocci rotti provenienti dall'edificio dietro di lui.
Era un problema, il suo allenamento si era interrotto proprio a metà strada. Cosa avrebbe fatto con Helena? Non poteva mica ritrovarsi in mezzo all'appuntamento senza sapere che pesci prendere. Magari poteva lanciarle addosso un piatto al grido di "Cortona Sauvignon". E magari lei l'avrebbe ucciso, e a ragione.
Nah. Quando sarebbe tornata il mese prossimo, l'avrebbe portata alla rosticceria sopra casa sua. Sarebbero andati alla spiaggia mangiando pidoni e arancini, e si sarebbero seduti sulla sabbia fresca. Poi, quando ci si sarebbe ritrovato in mezzo, lì sul momento, avrebbe saputo da sè cosa fare.


*
tråkmåns: "stupido" in svedese.
** bouffon:
"buffone" in francese.

Angolo Autrice:
Eeeee niente. Non sono particolarmente soddisfatta del capitolo. Penso che, più che far ridere, strappi giusto un sorriso. Ma va bene anche così, dopotutto sono storie stupide, e il mio intento alla fine è di far passare un po' di tempo.
Eccoci quindi al secondo capitolo! Mi sono sempre chiesta come potrebbero essere i rapporti lì all'Undicesima e Dodicesima casa. E da quanto ho scritto, credo si sia intuito come siano tragici.
Ho visto Soul of Gold da pochissimo (mea culpa), e sono rimasta letteralmente affascinata. L'introspezione che ci regalano dei personaggi è da sbavo. Beh oddio, nemmeno profondissima eh, ma sono la generazione abituata ai lavori del Kurumada fatte di botte, lacrime e zero psicologia. Quindi Sì, ho amato alla follia quel capitolo. Anche perchè pure Aphrodite e Deathmask si dimostrano guerrieri cazzuti. E che cazzo, alla fine sono pur sempre Gold Saint, va bene che sono stati battuti da cinque stronzi, ma diamogliela un minimo di riconoscenza!
Ok, finito lo sclero. Giuro.
Helena, per chi non lo sapesse, è un personaggio di Soul of Gold. Una semplice fioraia dal sorriso delicato e un cuore come un bon bon alla panna. Del vero nome di Deathmask non si sa nulla, ma Kurumada specifica che il nome con cui conosciamo il Saint di Cancer è un soprannome. Essendo lui italiano, ho pensato a vari nomi. Ciro, Alessandro, Angelo, Carlo, perfino Gennaro. Ma alla fine, Antonio mi sembra il più papabile. Quindi, d'ora in avanti, quando ricomparirà, sarà chiamato Antonio. Che vi piaccia o meno *linguaccia*
Spero che questo capitolo sia riuscito perlomeno a farvi passare dieci minuti di noia, ci vediamo al prossimo capitolo! *se ne va strizzando le paperelle di Milo*
Black Ink Velvet


PS: ah, fra parentesi. Ha ragione Camus, col pesce ci va il vino bianco.
PPS: Scusate per la lunghezza infinita del capitolo, ma il classico mi ha formata grafomane T.T

   
 
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