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Autore: bicorn    22/09/2016    6 recensioni
Raccolta di one shot senza pretese. Ambientate in universi alternativi dove Clarke e Lexa non hanno doveri verso nessun popolo, dove non ci sono regine del ghiaccio da uccidere e città artificiali da distruggere. Solo Clarke, Lexa e il loro amore che nasce e viene vissuto in maniera diversa a seconda dell'universo in cui la storia prende vita.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ripetizioni.
 

Clarke osservò lo sguardo concentrato di Aden, in attesa di una risposta.

Nonostante la trigonometria e la matematica in generale non fossero il suo forte, ce la stava mettendo davvero tutta per riuscire a capire l'argomento.

Quando Clarke aveva iniziato a dare ripetizioni al ragazzino, quasi tre mesi fa, aveva subito capito di avere a che fare con un ragazzo brillante e determinato. Nonostante fosse più piccolo di lei, era bello fronteggiarsi e scambiare opinioni con qualcuno così sveglio e intelligente. 

Per questo, quando andava a casa di Aden per dargli ripetizioni di matematica, ci andava sempre con piacere.

La madre era sempre stata molto gentile con lei, e la paga era buona.

Tutto molto perfetto, fin troppo.

Le cose erano andate bene fino a quando non aveva fatto la conoscenza della figlia più grande di casa, Lexa Woods.
Conoscenza, si fa per dire. In quei tre mesi non le aveva rivolto parola nemmeno una volta; l'unica cosa che Clarke era riuscita ad ottenere, erano sguardi criptici che non riusciva proprio ad interpretare.

Eppure Clarke era particolarmente apprezzata per il suo essere molto espansiva e per il suo riuscire a fare amicizia con chiunque.
E ci aveva davvero provato a fare amiciza, con Lexa, ma dopo aver ottenuto solo un assordante silenzio, aveva semplicemente gettato la spugna.

"Quindi devo semplicemente porre il lato de-" iniziò a ripetere Aden, illuminandosi per aver capito la spiegazione della sua insegnate, per poi venire interrotto dal rumore della porta di casa che sbatteva.

La figura di Lexa Woods apparve nel soggiorno di casa e gli occhi di Clarke corsero immediatamente a studiarla: era sicuramente una bella ragazza. Occhi verdi, capelli lunghi e castani, sorriso da mozzare il fiato e fisico allenato. Clarke probabilmente le avrebbe addirittura chiesto di uscire, se non fosse stata così dannatamente strana e silenziosa.

"Ehi, sorellina" l'accolse Aden con un sorriso; sorriso che venne ricambiato dalla sorella maggiore accompagnato da un bacio sulla fronte.

"Lexa" provò Clarke con voce atona, cercando di attirare la sua attenzione. Ma l'unica cosa che ottenne, come ogni maledetta volta, fu uno sguardo che la ragazza non riuscì proprio a decifrare: cos'era quello che vedeva nei suoi occhi? Rabbia? Astio? Curiosità? 

La più grande di casa Woods studiò per un po' l'insegnante, per poi darle le spalle e imboccare le scale.

Clarke sospirò, rassegnata "quale diavolo è il suo problema?" Domandò più a se stessa che al ragazzino. Non riusciva proprio a capire:
Clarke era capace di fare amicizia con tutti, perché con Lexa non ci riusciva? Stava sbagliando lei in qualcosa?
Aden scrollò le spalle mentre finiva i suoi compiti di matematica.

La lezione volse al termine nel giro di 10 minuti, dopodichè Clarke domandò di usare il bagno prima di andare via.

Salendo le scale, Clarke non riuscì a smettere di pensare a Lexa e all'intera situazione; continuava a tormentarsi sul perché di tutta questa immotivata freddezza nei suoi confronti e cercava disperatamente una soluzione per riuscire a legare con la donna. D'altronde, avrebbe dovuto spendere pomeriggi in quella casa ancora per molto tempo, quindi perché non tentare di creare un rapporto con la sorella del ragazzo a cui dava ripetizioni?

Immersa com'era nei suoi pensieri, non si accorse che era già arrivata di fronte al bagno e che la porta si era appena spalancata.

Gli occhioni blu di Clarke si scontrarono contro il corpo quasi nudo di Lexa, avvolto com'era da un asciugamano striminzito che lasciava scoperte le gambe chilometriche e le spalle ancora bagnate dai capelli gocciolanti.
Lo sguardo di Clarke finì involontariamente col seguire il percorso di una gocciolina bastarda che si infilò nell'asciugamano per poi proseguire dritta dritta nella valle dei seni.

La biondina deglutì rumorosamente e guardò la ragazza di fronte a se negli occhi; ancora quello sguardo. Perché la guardava così? Perché non proferiva parola?

"Lexa.." tentò per l'ennesima volta Clarke con la voce tremante e le guance rosse per l'imbarazzo.
Lexa sembrò studiarla ancora un po', lasciando scorrere il suo sguardo sul corpo di Clarke e facendola sentire nuda e spoglia, come se fosse lei quella con addosso un misero asciugamano.

Clarke sentì qualcosa accendersi dentro di lei a quello sguardo così insistente e si permise di fare lo stesso, ma non appena induguiò un po' troppo su quelle gambe infinite, Lexa avanzò per andare in camera sua.

Senza pensarci nemmeno, Clarke si spostò davanti l'ingresso della camera, impedendo a Lexa il passaggio.

Questa prima sgranò gli occhi per la sorpresa e poi tornò alla sua classica espressione stoica.

"Puoi farmi passare?" Era più un ordine che una domanda.
Clarke spalancò la bocca per la sorpresa (era la prima volta che aveva il piacere di sentire il suono della sua voce) "ah, allora sai parlarare?!"

Lexa alzò un sopracciglio di fronte a tutta quell'ironia e arroganza.

"Mi spieghi qual'è il tuo problema? Anzi, qual'è il MIO problema, visto che prima di oggi non mi hai mai rivolto parola?"

Lexa mantenne la sua espressione glaciale, ma spostò le mani sui fianchi dell'insegnante per spostarla non tanto gentilmente e per far aderire il suo corpo contro il muro.

Le si avvicinò minacciosamente e Clarke si sentì pervadere da un brivido. Non era sicura se quello fosse o meno un brivido di paura.

Quella cosa che si era accesa prima davanti lo sguardo di Lexa, ora si muoveva disperatamente nel suo basso ventre; si sentiva come se l'interno del suo corpo stesse per prendere fuoco.

"Non mi sembra molto saggio uscire con la ragazza che da ripetizioni al mio fratellino" rispose Lexa, quasi come se fosse una cosa ovvia.

Uscire? E chi aveva mai parlato di uscire?

"C-cosa?" Fantastico, Clarke, ci mancava solo che iniziassi a balbettare come una dodicenne.

"Uscire, un appuntamento, hai presente?" Disse Lexa con una nota divertita nella voce, ghignando.

"Sei attratta da me, lo vedo come mi guardi, Clarke" continuò, calcando di proposito sulla K finale del suo nome e accendendo Clarke ancora di più "e sei indubbiamente una bella donna. Probabilmente ti avrei già sbattuta sul tavolo del soggiorno, se tu non lo avessi tenuto impegnato con tutti quei libri di scuola."

Qualcosa esplose nel corpo di Clarke, e questa si trovò ad arrossire e a boccheggiare alla ricerca d'aria, incredula.
Osservò quegli occhi verdi per capire se la stesse prendendo per il culo e poi lo vide: quella strana luce che scorgeva nei suoi occhi era bramosia, desiderio

Lexa la desiderava. E il lago bollente che si era appena creato nelle mutandine di Clarke, suggeriva che per lei era lo stesso.
Ecco perché era sempre così inspiegabilmente frustrata  in sua presenza. Ecco perché non le andava giù che non le avesse mai rivolto parola. 
Almeno fino a quel momento.


Gli occhi di Clarke andarono a cercare le labbra piene di Lexa, ora con una nuova consapevolezza e una luce diversa, e Lexa si leccò labbra sapendo di essere guardata. La biondina si sporse per catturare quella bocca rovente in un bacio, ma Lexa si allontanò bruscamente ed entrò in camera, quasi come se niente fosse accaduto.

Le gambe di Clarke tremarono e questa si trovò costretta ad appoggiarsi disperatamente alla parete per non cadere. La bocca cercava disperatamente aria da cedere ai polmoni (da quanto tratteneva il respiro?) e sentì le gambe farsi ancora più molli quando realizzò che avevano davvero avuto quella conversazione mentre Lexa era praticamente nuda.

La testa di Clarke si girò verso la cameretta di Lexa, e solo allora si rese conto che la porta era stata lasciata aperta in un muto invito.

Come se il suo corpo fosse dotato di vita propria, si staccò dal muro e si affacciò nella stanza.

Il lago nelle sue mutandine (avrebbe dovuto buttarle, come minimo) crebbe ancora di più quando i suoi occhi vennero invasi dalla visione del corpo nudo di Lexa, girato di spalle.

La ragazza aveva il capo girato verso di lei, e la guardava con quel classico scintillio che ormai la bionda aveva imparato a riconoscere.

Poi, qualcosa si ruppe definitvamente nel petto di Clarke quando Lexa le sorrise maliziosamente.

Non ci vide più.

"Oh, sai cosa? Fanculo tutto" Esclamò decisa, entrando in camera e chiudendo la porta a chiave.

Era arrivato il momento di dare un po' di ripetizioni a quell'impertinente di Lexa Woods.


*Angolino di Bicorn*
Ho pensato (giustamente) che la one shot precedente fosse parecchio corta, e così è stato anche con questa, quindi perché non farmi perdonare con un aggiornamente velocissimo?
So bene che le one shot brevi non sono il massimo, ma ho così tante idee da sviluppare, che non appena inizio a scrivere di una mi stanco subito e inizio già a pensare alla successiva..è una mia pecca, lo so bene. Ma ci sto lavorando.
A parte questo, spero che questa piccola pazzia vi sia piaciuta (ebbene si, finalmente una modern!AU.)
Questa volta abbiamo una Clarke (un pochino ingenua) nelle vesti di insegnante che da ripetizioni, e una Lexa apparentemente antipatica che in realtà vuole solo portarsi a letto la biondina.
Mi sono divertita a scriverla, e spero che sia stato lo stesso per voi a leggerla.
Come sempre faccio un ringraziamento grande a chi recensisce, legge e aggiunge la ff tra le seguite, ricordate e preferite; sappiate che apprezzo ognuno di voi (che gran lecchina.)

Vi consolo così: sto già lavorando alla prossima one shot, e se tutto va bene conto di postarla entro la fine di questa settimana (aggiornamenti brevi ma rapidi, mi sono fatta perdonare?)
  
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