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Autore: arangirl    23/09/2016    4 recensioni
Clarke Griffin sta vivendo il giorno più bello della sua vita, il giorno in cui finalmente sposerà il suo migliore amico e fidanzato dai tempi del liceo, Finn. Clarke non ha mai avuto dubbi sul suo futuro, e sposare Finn, costruire una famiglia con lui, ha sempre fatto parte dei suoi piani. O almeno così credeva prima di incontrare per sbaglio, camminando verso l'altare, uno sguardo verde smeraldo destinato a cambiare la sua vita per sempre.
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Imagine Me and You AU
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Finn Collins, Lexa, Raven Reyes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Anya, sono un caso disperato.”
 
 
Anya annuì accarezzando distrattamente Gustus che faceva le fusa acciambellato su di lei “Ma questo lo sapevamo già, vero micione?” Il gatto rispose con un sonoro miagolio di conferma e Lexa lo guardò truce.
 
 
“Traditore.”
 
 
“Allora, hai rivisto la tua barbie eterosessuale?” Lexa girò un paio di volte il cucchiaino nella sua tazza di tè, più per nervosismo che per altro, visto che le piaceva senza zucchero.
 
 
“Non chiamarla così per favore. Il suo nome è Clarke.”
 
 
“Il suo nome è Clarke.” La imitò Anya con lo stesso tono canzonatorio che usava quando erano bambine, e Lexa alzò gli occhi al cielo, esasperata.
 
 
“Okay, va bene, scusami. Cos’è successo?” “E’ successo che ho completamente perso la testa Anya. Non mi riconosco più. Sono sempre distratta, confusa, non riesco a pensare razionalmente… e quando sono con lei è ancora peggio, sono…”
 
 
“Sei innamorata.” La frase di Anya la lasciò spiazzata per un secondo, incapace di negare una verità tanto semplice. “Temo di sì. Non mi sono mai sentita così, nemmeno con… Costia.”
 
 
Anya corrugò leggermente la fronte nel sentire quel nome che sua sorella non pronunciava mai. Lexa stessa tremò leggermente, sorpresa di essere riuscita a pensare a lei senza che le venisse voglia di piangere.
 
 
“Voglio dire… con lei era diverso. Eravamo amiche e la nostra storia… è cresciuta nel tempo. Ci sono voluti anni prima che mi accorgessi di provare qualcosa per lei.”
 
 
L’altra sorrise, ripensando al passato  “Mi ricordo, era ovvio per tutti tranne che per te.” Lexa la guardò stizzita “Grazie. Quello che voglio dire è che… non sono veloce con i sentimenti. Non lo sono mai stata. Ma questa… questa cosa tra me e Clarke, non sono riuscita a ignorarla. Mi ha colpito come un treno in corsa.”
 
 
Anya annuì pensierosa “Un treno con un due gran belle tette.”
 
 
“Anya… per favore.” Lexa si passò le mani tra i capelli, timorosa delle sue stesse ammissioni.
 
 
“Lex… lo so che non è una situazione facile, ma dovresti esserne contenta, almeno in parte.” Quando Lexa la guardò confusa, Anya si avvicinò a lei quel tanto che bastava per stringerle la mano “E’ passato così tanto tempo dall’ultima volta che ti ho vista così… viva. Quando parli di questa ragazza, sorridi come una bambina. Ero davvero preoccupata per te, tutti eravamo preoccupati, ti stavi spegnendo. Ma adesso, vederti così… anche se non è quello che volevi Lexa, ti sta facendo bene.”
 
 
Lexa sapeva che c’era una parte di lei che era d’accordo con Anya, eppure scosse la testa “Come può farmi bene un sentimento non ricambiato? Lei è sposata ed io… io non voglio fare nulla che possa farla soffrire.”
 
 
Anya rimase in silenzio a lungo, e l’unico rumore nel piccolo salotto erano le fusa sonore del gatto, ancora acciambellato tra le sue gambe “Ma tu mi hai detto… che anche lei prova qualcosa per te.”
 
 
Lexa scosse la testa, cercando di non pensare al modo in cui l’aveva guardata Clarke mentre erano al buio nella classe di suo fratello, quando tutto tranne loro due era scomparso dalla realtà.
 
 
“Non lo so. Forse sono io che m’immagino le cose. Non vedo perché mai dovrebbe interessarsi a una come me . Suo marito è… è davvero un bravo ragazzo. Bello, simpatico, gentile, con una carriera promettente e ha occhi solo per lei. Io… guardami.”
 
 
Lexa fece un gesto che sembrò indicare tutta la sua persona e l’ambiente circostante. Anya le sorrise dolcemente “Una gattara amante del tè con un negozio di fiori, senza vita sociale e una sorella simpatica da morire. Lexa, se non fossi la sorella in questione ti sposerei sicuramente io.”
 
 
Lexa rise e per la prima volta da quando aveva lasciato Clarke davanti alla scuola ore prima, si sentì incredibilmente leggera, anche se solo per qualche istante “Non sopravvivresti dieci minuti con me Anya, ti caccerei via al primo incendio casuale.”
 
 
La sorella finse di essersi offesa “Non è colpa mia se faccio scintille, sei solo gelosa!”
 
 
Le risate si spensero lentamente mentre entrambe sorseggiavano il tè ormai freddo; quando parlò di nuovo, il tono di Anya era completamente diverso “Ti rendi conto però che se non vuoi portare avanti questa storia dovresti smettere di vederla?”
 
 
Lexa annuì “Non so se posso farlo senza sembrare scortese. Ma cercherò di evitarla meglio che posso.”
 
 
Anya strinse ancora una volta la mano della sorella “Mi dispiace Lex. Andrà meglio.”
 
 
“Andrà meglio.” Ripeté lei, cercando di convincersi di aver fatto la scelta giusta.
 
 
 *
 
“Voi ci credete all’amore a prima vista?”
 
 
Raven per poco non si strozzò con i noodles che stava mangiando, e tossì più volte prima di riprendere fiato. Octavia si limitò a guardarla sorpresa.
 
 
Clarke arrossì immediatamente dopo aver posto la domanda, senza sapere bene cosa l’aveva spinta a chiederlo alle due amiche. Ma erano giorni che quel pensiero la tormentava. Erano nel suo studio, la pausa pranzo era appena iniziata, e si erano ritrovate come al solito a mangiare insieme.
 
 
Clarke aveva sorriso nel vedere le due amiche arrivare con il cibo cinese, ma era rimasta leggermente contrariata per l’improvvisa inclusione, che l’aveva strappata dai pensieri che le volavano in testa dal momento in cui si era svegliata.
 
 
“Bè suppongo che sia un buon modo per risparmiare tempo.” Raven sorrise riprendendo a mangiare, ma Clarke non era per niente soddisfatta della risposta.
 
 
“No, sul serio. Quando incontri qualcuno, entri in una stanza, e ti basta uno sguardo negli occhi per vedergli l’anima.”
 
 
Ripensò agli occhi verdi di Lexa, al modo in cui avevano incrociato i suoi il giorno del matrimonio, quando camminava nella navata verso Finn. Pensò a quanto poco fosse bastato per sconvolgerla in modo così profondo.
 
 
Quando notò che Octavia la guardava stranamente, fece un sorriso che sperò sembrasse innocente “Una cosa del genere, pensate che possa accadere?”
 
 
Raven e Octavia si scambiarono uno sguardo complice “No.” “Assolutamente no.” E scoppiarono a ridere.
 
 
“No, avete ragione.” Clarke si diede della stupida per averlo chiesto “Lo penso anch’io.”
 
 
“Anche se quello tra Octavia e il bel Lincoln sembra una cosa del genere.” Raven rise e il viso di Octavia si colorò di una calda sfumatura rosata “Per favore, la stiamo prendendo con calma.”
 
 
Raven roteò gli occhi “Calma certo. Eravate molto calmi ieri mattina quando sono venuta a riprendere gli attrezzi che ti ho prestato e tu non mi hai lasciato entrare in casa perché c’era qualcuno che con molta calma si faceva la doccia.”
 
 
Enfatizzò ogni “calma” all’estremo, e Octavia le lanciò un’occhiataccia “Solo perché qualcuno non ha una vita sentimentale non vuol dire che nessuno possa averla.”
 
 
“Io ho molte vite sentimentali, grazie per l’interessamento.”
 
 
“Andiamo ragazze, non litigate. Sono molto contenta per te O. Te lo meriti.” Raven la guardò fingendosi offesa “Anche tu ti meriti… qualsiasi cosa tu stia facendo adesso.” Risero tutte e tre, e Clarke riuscì a sentirsi più serena. Eppure c’era ancora qualcosa che le ronzava in testa.
 
 
“Adesso ho deciso comunque.” Raven parlò a bocca piena, ignorando le occhiatacce di Octavia “Basta uomini, perdo solo tempo. E’ ora di esplorare altre sponde.”
 
 
Octavia sbuffò, fingendosi offesa “Ti ricordi che sei bisessuale solo quando io sono impegnata, vero?”
 
 
“Scusa tesoro, mi ricordi troppo tuo fratello.”
 
 
Clarke rise all’espressione disgustata di Octavia, ma un’idea stava lentamente prendendo vita nella sua mente.
 
 
 *
 
Fu così che mezz’ora dopo la fine dei corsi, Clarke si ritrovò a fare una cosa che mai avrebbe pensato di fare. Erano parecchi minuti che gironzolava per la videoteca senza veramente interessarsi ai titoli, cercando il coraggio di fare quello che era venuta a fare.
 
 
“Serve aiuto?”
 
 
Clarke per poco non fece un salto da quanto era tesa. La ragazza bionda che gestiva il negozio la stava guardando con un sorriso simpatico da dietro il bancone. “Ehm… ciao…” Clarke guardò distrattamente la targhetta con il nome che la ragazza portava sul petto “Niylah. No grazie stavo solo guardando.” 
 
 
Peccato che si trovasse casualmente davanti allo scaffale dei film porno gay, attorno a cui aveva girovagato tutto quel tempo.
 
 
Niylah la guardò con un lampo d’interesse negli occhi “Capisco. Hai trovato nulla d’interessante?”
 
 
Clarke scosse la testa imbarazzatissima, e si sbrigò a consegnarle due film che aveva preso a caso sperando di mascherare il suo acquisto proibito e di cui nemmeno si ricordava il titolo “Prendo questi.”
 
 
Mentre la ragazza trafficava con i dvd, Clarke si diede mille volte della stupida per non aver agito prima. Non sarebbe mai riuscita a ritrovare il coraggio per provarci. Mentre i secondi passavano inesorabili, capì che era il momento, ora o mai più.
 
 
Si girò verso lo scaffale, e con un respiro profondo prese in mano uno dei dvd che avevano attirato la sua attenzione prima, consegnandolo alla ragazza evitando il suo sguardo “Prendo anche questo.”
 
 
Niylah guardò la copertina con un sorriso sornione, come se avesse capito le intenzioni di Clarke nel momento in cui era entrata nel suo negozio.
 
 
“E’ per… una ricerca.” Clarke era terribilmente consapevole che il colorito del suo viso doveva essere acceso come non mai in quel momento.
 
 
“Chiamalo come vuoi tesoro.” E le fece l’occhiolino prima di riprendere a scrivere sul computer. Clarke sarebbe voluta  sprofondare nel pavimento in quel momento; perché ci stava mettendo così tanto?
 
 
“E’ fuori adesso. Faccio una telefonata…” Clarke si affrettò a recuperare la custodia dalle mani della ragazza con uno scatto “Oh non importa, davvero lo metto giù…” “Ma devono riportarlo, tranquilla.”
 
 
“No davvero, posso fare a meno…” La bionda prese in mano il telefono “No credimi” il suo sorriso si allargò leggermente “Vale la pena di vederlo.”
 
 
Passò solo qualche secondo prima che Clarke sentisse alle sue spalle un suono che la fece rabbrividire: la voce di sua madre “Clarke, lo dicevo che eri tu!”
 
 
Abby entrò sorridendo nel negozio e Clarke sentì il rossore nel suo viso lasciare il posto a un pallore cadaverico. Come poteva essere lì sua madre?
 
 
“Stavo andando a casa tua e ti ho vista!” Clarke si spostò con uno scatto a coprire la copertina del dvd, ancora posata sul bancone davanti a lei “Volevo portarti le foto del matrimonio. Quel fotografo è davvero un disastro, io sembro un’ergastolana.” Clarke, che stava ascoltando solo con metà del suo cervello i discorsi della madre, la guardò senza capire “Un’ergastolana in lillà.”
 
 
Fu allora che la madre sembrò accorgersi dei dvd accanto a lei “Qualcosa d’interessante?” Clarke riuscì a balbettare un timido “No”
 
 
Niylah tornò con un sorriso “Sta arrivando. Ma se sei interessata a una dimostrazione pratica...” le passò un biglietto con un numero di telefono prima di farle di nuovo l’occhiolino “Chiamami.”
 
 
Sua madre rimase un momento interdetta “Dimostrazione pratica?” “E’ per una ricerca” Si limitò a dire Niylah sorridendo e Clarke annuì velocemente, sperando con tutto il suo cuore che quell’incubo finisse presto.
 
 
 
Clarke stava proprio chiedendosi confusa come mai le ragazze nello schermo stessero urlando tanto e se veramente quella posizione fosse fattibile quanto la facevano sembrare loro quando la voce di Finn la richiamò alla realtà.
 
 
“Tesoro, sei a casa?”
 
 
Il cuore cominciò a batterle a mille mentre con mani tremanti cercava di bloccare il dvd, toglierlo dal lettore e metterlo nuovamente nella sua custodia, il tutto prima che Finn entrasse nella stanza.
 
 
Non credeva fosse già così tardi, pensò guardando distrattamente l’orologio appeso alla parete, ma aveva perso più tempo del previsto a liberarsi di sua madre, e infine a decidersi di guardare il dvd.
 
 
Quando Finn entrò sorridendo, lei aveva appena chiuso la custodia, e con un sospiro di sollievo la nascose tra le altre che aveva portato a casa, cercando di sorridere al marito in modo non troppo sospetto.
 
 
“Ciao!” Lui la guardò con un sorriso che fece crescere i suoi sensi di colpa in modo esponenziale. Una volta, pensò con una punta di tristezza, quel sorriso era stato capace di illuminare le sue giornate. Perché non era più così? Che cosa era cambiato in lei?
 
 
“Non sai come sono contento di vederti. E’ stata una giornata orrenda, non vedevo l’ora di tornare a casa.” Si avvicinò e le diede un leggero bacio sulla guancia prima che qualcosa attirasse la sua attenzione
 
 
“Oh, hai preso dei dvd!”
 
 
Merdamerdamerdamerdamerda “Oh non perdere tempo con quelli sono film vecchi…”
 
 
“Questo mi piace! Questo è spazzatura. E questo… questo non l’ho mai visto.” Il sorriso di Finn si aprì pieno di stupore.
 
 
Fu allora che a Clarke venne l’idea di sfruttare tutte le sue doti da attrice che aveva dovuto adoperare da adolescente per convincere la madre che era veramente malata e non poteva andare a scuola.
 
 
“Di quale stai parlando?” Prese la custodia del dvd in modo più innocente possibile, inscenando un finto stupore “Oddio! Mi hanno dato quello sbagliato!”
 
 
Altro che pittura, avrebbe potuto fare carriera nel mondo dello spettacolo, magari l’avrebbero presa come personaggio principale di una famosa serie tv.
 
 
“Deve essere stata la ragazza della videoteca sai, quella un po’ strana. Glielo riporto.”
 
 
Finn sembrava stranamente deluso “Sì certo. Insomma è un porno, è degradante, offensivo.”
 
 
Clarke lo guardò confusa, senza capire a cosa stesse mirando “Sì, esatto.” Fece per andare a prendere la borsa, ma lui la trattenne stringendole leggermente il polso “Però guardiamolo lo stesso.”
 
 
Il sorriso era tornato a illuminargli il volto, e Clarke per un secondo fu tentata di dirgli di sì. Eppure non riusciva a pensare di guardare un video del genere con lui, mentre in mente aveva tutt’altro.
 
 
Vedendo la sua espressione contrariata, Finn la strinse più vicina a lui “Andiamo Clarke… Ultimamente non siamo andati molto bene in quella specialità… Ed è colpa mia lo so, il lavoro…”
 
 
Clarke sarebbe voluta sparire; non era per niente colpa sua, e lei lo sapeva.
 
 
“No, è colpa mia. Solo che… non ho voglia di vederlo.”
 
 
Era una bugia, ma ancora una volta Finn sembrò non accorgersene. Clarke si domandò se questo fosse davvero dovuto alle sue abilità di attrice o alla cieca fiducia che Finn aveva in lei.
 
 
“Perché no?” Il marito la guardò con la sua migliore espressione da cucciolo triste, quella che al liceo faceva impazzire tutte le ragazze, ma che lui riservava sempre e soltanto a Clarke.
 
 
“Perché non mi eccita.” Altra bugia, ma Finn sembrò arrendersi “Bè parla per te.”
 
 
Clarke tirò un sospiro di sollievo quando lui lasciò cadere l’argomento, anche se mentalmente si stava già preparando a riportare indietro quel dannato dvd.
 
 
*
 

Lexa si guardò in giro sorridendo mentre davanti a lei i fuochi d’artificio continuavano a scoppiare, provocando un vociare emozionato dalla folla intorno a lei.
 
 
Decise che farsi convincere da Anya e Indra ad andare fuori quella sera non era poi stata una cattiva idea; aveva bisogno di distrarsi, e quella era esattamente il tipo di serata che le serviva.
 
Stavano camminando lentamente nel viale alberato del parco, parlando del più e del meno, sorseggiando la cioccolata calda che Indra aveva comprato come faceva quando Lexa e Anya erano ancora bambine, quando Lexa notò qualcosa che attirò la sua attenzione.
 
 
Aden, il fratello di Clarke, era leggermente davanti a loro, e stava camminando e parlando allegramente con una ragazza che Lexa aveva già visto, probabilmente una delle damigelle di Clarke; avvicinandosi, riuscì a sentire quello che la ragazza stava dicendo al bambino.
 
 
“Allora Aden ricorda, cerca di non sembrare mio figlio, perché questo allontana le prede. Ma tieni gli occhi spalancati, e se vedi qualcuno che potrebbe interessare alla zia Raven fammi un cenno, d’accordo?”
 
 
Ma Aden aveva già individuato Lexa tra la folla, e si staccò da Raven per andarle incontro e abbracciarla “Lexa! Sono contento di vederti! Grazie a te la mia ricerca è stata un successo!”
 
 
Anya e Indra la guardarono leggermente sorprese mentre lei sorrideva al bambino “Indra, Anya, questo è Aden il… il fratello di Clarke.” Nel sentire nominare la ragazza, le due donne si lanciarono uno sguardo che Lexa non riuscì a non notare.
 
 
“Aden aspettami! Non puoi scappare così!” “Ma volevo salutare Lexa!” Raven guardò il gruppo delle tre donne davanti a lei, sorridendo leggermente “Oh così tu sei Lexa! Clarke mi ha parlato di te.”
 
 
Lexa sentì il cuore perdere un battito a quelle parole “Lei… lei ti ha parlato di me?” Anya dietro di lei sbuffò leggermente e si fece avanti, interrompendo il discorso “Andiamo Lexa, dove sono finite le buone maniere? Non mi presenti l’affascinante amica di Clarke?”
 
Raven, che fino a quel momento si era concentrata su Lexa, guardò Anya con un sorriso malizioso, porgendole la mano “Non penso che lei si ricordi il mio nome, io sono Raven.”
 
 
Anya ricambiò il sorriso e la stretta di mano “Ed io sono libera stasera.”
 
 
“Anya…” Lexa cercò di suonare più minacciosa possibile mentre Indra dietro di lei alzava gli occhi al cielo.
 
 
Raven però sembrava voler stare al gioco “Io purtroppo no invece… devo fare da babysitter ad Aden, Clarke mi ha chiesto di tenerlo finché lei e Finn sono a farsi un giro qui intorno.”
 
 
“Non ho bisogno di una babysitter!” Il bambino s’imbronciò leggermente, ma la testa di Lexa era da tutt’altra parte “Clarke è qui?” Questo voleva dire che lei doveva andarsene il più lontano possibile. Peccato che Anya sembrasse essersi dimenticata del loro precedente discorso, o meglio, sembrava averlo interpretato come voleva lei.
 
 
“Lexa, perché non porti Aden a fare un giro, così se vedi Clarke le dici quella cosa che dovevi dirle? Raven sembra aver bisogno di una pausa.” Anya le strizzò l’occhio incoraggiante, e Lexa rimase interdetta mentre la sorella e Raven scivolavano velocemente fuori dalla sua vista, e lei rimaneva sola con Aden e sua madre.
 
 
Indra scosse la testa “Cos’è appena successo?” Lexa sospirò “E’ Anya, se non combina guai non è contenta.” Aden le sorrise “Anche Raven fa sempre così. Le piace far esplodere le cose.” “Allora sono perfette l’una per l’altra.”
 
 
“Vado a prendere una cioccolata calda anche per te Aden.” Indra sorrise e tornò verso il bar, mentre il bambino si sedeva su una delle panchine vicino a loro “Lexa tu lo sai perché i pinguini non possono volare?”
 
 
Lexa sospirò; sarebbe stata una lunga serata.
 
 
 *
 
 
Clarke stava guardando i fuochi d’artificio seduta sull’erba accanto a Finn quando sentì il suo cellulare squillare nella tasca.
 
 
Quando vide il nome di Raven sul display, si affrettò a rispondere “Pronto?”
 
 
“Ciao Clarke. Volevo solo dirti che non sono più con tuo fratello.” Clarke sentì una risata che non apparteneva a Raven dall’altra parte della linea, e la sua preoccupazione crebbe esponenzialmente.
 
 
“Che cosa vuol dire che non sei più con lui Raven? Dov’è?”
 
 
“L’ho venduto a un tipo losco all’uscita del parco per venti grammi di coca… Andiamo Clarke, un po’ di fiducia!” Raven rise, ma Clarke non si unì a lei “Allora?”
 
 
“Come sei pesante…” Raven e l’altra persona risero ancora, e a Clarke sembrò di sentire l’altra voce dire qualcosa come Barbie, ma non ne era sicura.
 
 
“E’ al sicuro, l’ho lasciato con Lexa.” Nel sentire quel nome, Clarke impallidì. “Lexa? Come… come conosci Lexa? E’ qui? Dove?”
 
 
“Ehi calmati principessa! Mi hai parlato tu di lei no? Ti sta così simpatica e tutto il resto… Anche Aden sembra adorarla, si divertirà molto di più con lei. E poi… ho trovato qualcuno.”
 
 
Clarke alzò gli occhi al cielo e si diede della stupida per essersi fidata di quell’ormone ambulante che era Raven “Raven, se succede qualcosa ad Aden io giuro che ti uccido.”
 
 
“Sono vicini al bar! Vai a prenderlo se non ti fidi. Così saluti anche Lexa, sembrava contenta di sapere che eri qui.” Raven chiuse la comunicazione prima che Clarke potesse rispondere, e il pensiero di Lexa che aspettava di vederla le scaldò il cuore.
 
 
“Amore, tutto bene?” Finn la guardava preoccupato. “Sì, devo solo andare un attimo a recuperare Aden.” Finn fece per alzarsi, ma Clarke scosse la testa “Resta pure qui. Così non perdiamo il posto; ci metterò un attimo.”
 
 
La verità era che erano giorni che pensava a Lexa, e in quel momento voleva solo poter passare qualche secondo con lei, da sola.
 
 
S’incamminò verso l’entrata del parco, dove si trovava il bar, mentre dietro di lei i fuochi continuavano a scoppiare, riempiendo il cielo di luci. Prima di accorgersene, cominciò a camminare veloce, sempre di più, impaziente di trovare Lexa.
 
 
Alla fine riuscì a vederla. Era in piedi accanto ad una panchina, e parlava sorridendo con una donna che Clarke non aveva mai visto. Si fermò, incapace di continuare prima di aver lasciato scivolare il suo sguardo su Lexa, il volto illuminato dalla luce dei fuochi e da quella dei lampioni, che lanciavano sfumature di colore sul suo bel viso.
 
 
Clarke realizzò in quell'istante quanto le fosse mancata. In quel momento, per caso, Lexa alzò lo sguardo nella sua direzione, e si bloccò. Clarke le sorrise, cercando di trattenersi dal correre verso di lei, emozionata come una bambina nel sapere che l’aveva vista.
 
 
La donna che era con lei, una bella signora dalla carnagione scura e i capelli corti, si girò quando Lexa smise improvvisamente di parlare, e rimase a guardarla per qualche secondo; cosa che Clarke notò appena, impegnata com’era a osservare ogni leggero movimento che Lexa faceva, cercando una reazione alla sua presenza.
 
 
Alla fine riuscì ad alzare la mano e scuoterla in segno di saluto, sperando di suscitare in lei una qualche risposta. Lexa rimase immobile, come pietrificata sotto il suo sguardo, gli occhi confusi di chi non sa cosa fare.
 
 
“Clarke! Ehi Clarke!” La ragazza si girò, interrompendo il contatto visivo con Lexa, trovandosi faccia a faccia con sua madre, Aden e Marcus che le sorridevano contenti.
 
 
“Finalmente, sembravi in catalessi!” La madre le strinse il braccio in modo affettuoso, e Clarke cercò di sorriderle “Ciao mamma… Aden, Raven mi ha detto che ti aveva lasciato con…” Clarke si girò verso la panchina, ma Lexa e la donna erano sparite. Provò un tuffo al cuore.
 
 
“Lexa sì. Che cara ragazza! L’ho vista con Aden quando siamo entrati e le ho detto che poteva andare, lui può venire con noi adesso.” “Ma io volevo restare con Lexa mamma!” protestò Aden, e Clarke pensò con tristezza che era esattamente quello che voleva anche lei.
 
 
* 
 
Clarke si lasciò cadere sul divano con poca grazia, sfinita dalla giornata “Metto a scaldare il bollitore!” le disse Finn dalla cucina, e lei si voltò a guardarlo con espressione confusa “Io prendo una birra se c’è.”
 
 
A quelle parole Finn sembrò leggermente interdetto, con il bollitore in mano a mezz’aria “Oh… Volevo offrirtela ma pensavo che…”
 
 
“Pensavi cosa?”
 
 
Finn prese un respiro profondo prima di parlare “Sei incinta Clarke?”
 
 
Clarke si mise a ridere prima di notare che Finn c’era rimasto male “Io… no, perché?”
 
 
“Forse poteva spiegare il recente…” Finn agitò la mano in aria, e Clarke pensò che non lo aveva mai visto così imbarazzato.
 
 
“Il recente?”
 
 
“No niente, lascia stare, scusami….” Fece per prendere una birra dal frigo, ma si bloccò “A meno che…”
 
 
“A meno che?” A Clarke non piaceva per niente la piega che stava prendendo quella conversazione.
 
 
“Tu vorresti restare incinta?”
 
 
Clarke sospirò “Ne hai parlato con mia madre?”
 
 
Finn sorrise scuotendo la testa “Lo so che abbiamo detto di aspettare ma… aspettare cosa?” Si guardò intorno “Non potremmo essere più sistemati di così.”
 
 
Quando Clarke rimase in silenzio, lui le strinse dolcemente la mano “Allora, cosa ne pensi?”
 
 
Clarke non riusciva a pensare a una buona scusa per dire di no. Non potevano avere un bambino, non in quel momento, quando la sua mente era confusa come non mai, quando nemmeno lei riusciva a capire cosa voleva.
 
 
Finn la guardò con occhi luminosi e felici, e lei si sentì in colpa come non mai per non riuscire a condividere la sua gioia; quello doveva essere uno dei momenti più felici della sua vita, eppure lei non riusciva a volerlo, non riusciva nemmeno a pensarci.
 
 
Fu il telefono di Finn a salvarla, mettendosi a squillare improvvisamente, e Clarke tirò un sospiro di sollievo, avvicinandosi al frigo per prendere una birra mentre sentiva Finn parlare nell’altra stanza con il suo solito tono pacato.
 
 
Pensava a Lexa, al modo in cui si erano guardate, al fatto che non l’avesse nemmeno salutata. Aveva forse fatto qualcosa di sbagliato? Lexa la stava evitando?
 
 
Il telefono di casa era accanto e lei, e lo fissò per un attimo prima di prendere una decisione impulsiva di cui si sarebbe sicuramente pentita.
 
 
Compose il numero a memoria, senza curarsi del fatto che c’era voluto così poco per impararlo, ripetendolo nelle ore di pittura mentre era combattuta se chiamarla o no, solo per sentire come stava.
 
 
Il telefono cominciò a squillare mentre il suo cuore batteva sempre più forte.
 
 
“Pronto?”
 
 
La voce di Lexa era limpida e dolce dall’altra parte della linea, e colpì Clarke come una freccia al cuore; rimase in silenzio, completamente incapace di dire una parola.
 
 
“Pronto? Chi è?”
 
 
Clarke chiuse la telefonata con uno scatto, allontanandosi dal telefono più che poteva. Perché aveva fatto una cosa così stupida? Sperò con tutto il cuore che Lexa non richiamasse.
 
 
“Amore, ho una brutta notizia.” Finn arrivò con sguardo addolorato “Ho una cena di lavoro martedì prossimo.” Clarke ci mise qualche secondo per collegare la cosa “Oh, la partita.”
 
 
Finn scosse la testa “E’ che non posso davvero dire di no, lo sai com’è Cage…”
 
 
Quando il telefono squillò, Clarke pensò di avere un infarto; forse fu proprio quello a impedirle di prendere il telefono e chiudere la conversazione prima che lo facesse Finn.
 
 
“Pronto?”
 
 
“Pronto? Finn? Sono Lexa.”
 
 
“Oh ciao Lexa! Tutto bene?”
 
 
“Sì… senti il mio telefono ha squillato, per caso…”
 
 
“Ottimo! Sei libera martedì sera?”
 
 
Clarke ci aveva ripensato, ora stava certamente avendo un infarto. Cosa diavolo stava facendo suo marito?
 
 
“Ti va di accompagnare mia moglie in un posto?”
 
 
“No, Finn, no no no.” Clarke non riusciva a crederci, avrebbe voluto strappare il telefono dalle mani del marito e gettarlo dalla finestra.
 
 
“Sai ho un appuntamento di lavoro che non posso evitare, e sarebbe bello se tu ti occupassi di Clarke. Avanti dì di sì!”
 
 
Clarke realizzò in quel momento che era impossibile che Lexa dicesse di sì. Non aveva nemmeno voluto salutarla prima; l’idea di passare un’intera serata con lei doveva atterrirla. Il pensiero riuscì a calmarla leggermente, e smise di inseguire Finn cercando di rubargli il telefono di mano.
 
 
Poi vide il sorriso di Finn “Magnifico, magnifico. Clarke ti chiamerà per i dettagli! Stammi bene.”
 
 
Chiuse la conversazione e guardò Clarke con un sorriso “Ottimo, ti ho sistemata!”
 
 
Clarke avrebbe voluto urlare. Non poteva sopravvivere a un’intera serata insieme a Lexa. Ma c’era una parte di lei, una parte che cercava con forza di ignorare, che non vedeva l’ora di farlo.
 
 
“Non avresti dovuto, la conosco appena.” Finn sembrava non capire “Ma come? E’ tipo la tua… anima gemella incontrata in un’altra vita, no? Ve la spasserete!” Le diede un bacio leggero sulle labbra e andò in camera, senza accorgersi dell’espressione sconvolta che Clarke aveva in viso.
 
 
 *
 

Dall’altra parte della città intanto, Lexa fissava allibita il telefono, incapace di credere a quello che aveva appena fatto. Guardò sconvolta il gatto seduto davanti alla ciotola, l’unico essere vivente presente in casa a parte lei “Perché ho detto sì?”
 
 
Gustus miagolò. Aveva fame.
 




 Note: Ciao a tutti! Sono una bruttissima persona, lo so, ma ormai non mi invento più scuse per il ritardo, sono lenta come una tartaruga zoppa, ma giuro che scrivo appena posso! Spero che il capitolo vi piaccia anche se Clarke e Lexa praticamente non interagiscono... Ma nella prossima puntata ci aspetta uno dei miei momenti preferiti, l'uscita *__* Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, anche con i cambiamenti fatti rispetto alla storia! Alla prossima!

(ps: un grazie speciale ai messaggi vocali di C. senza i quali non sarei riuscita a finire il capitolo)
  
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