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Autore: Dharkja    23/09/2016    0 recensioni
È una calda sera di Luglio del 2008, i Tokio Hotel arrivano a Modena il giorno prima della loro l'esibizione. Bill non aveva mai creduto nel colpo di fulmine, ma l'incontro del tutto casuale con Giulia sarà in seguito, una piacevole e lenta scoperta di sentimenti inaspettati. Gli impegni con la band lo porteranno in giro per il mondo, ma lui non scorderà quella ragazza che diventerà pian piano una dolce ossessione portandolo all'irrefrenabile desiderio di volerla incontrare nuovamente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Nonostante Agosto fosse alle porte, Amburgo offriva un clima piacevole e per niente afoso: si poteva godere appieno di quella mite temperatura pensò Bill, stando stravaccati e fumandosi una sigaretta, nella veranda ombreggiata da cespugli di rose rampicanti e gerani nella villetta che mamma Simone aveva acquistato di comune accordo con lui, suo fratello ed il compagno Gordon, appena un anno prima. Era stata a dir la verità, una decisione forzata dalla necessità di avere una maggiore tranquillità e spazio per il suo lavoro di sarta e pittrice freelance. La grande casa a due piani, nel quartiere di Blankenese, con poco più di tredici mila abitanti, che si estendeva lungo il tratto occidentale dell'Elbchussee, nel Bezirk di Altona, offriva un'ottima visuale del fiume Elba diventando così, una fonte inesauribile d'ispirazione per le sue tele e le sue creazioni d'arte

 

“tesoro, hai chiamato Tom? Il thé si raffredda” chiese al compagno mentre, seduto sulla sedia in ferro battuto sfogliava attentamente il Bild-Zeitung

 

“credo stia proprio arrivando” rispose senza alzare lo sguardo da quello che pareva l'ennesimo articolo di lotte politiche interne al governo

 

“Ci sono le ciambelline salate?” disse Tom sedendosi accanto a Gordom

 

“le ho prese sì, ma non esagerare” disse appoggiando il vassoio con le quattro tazze del thè bollente “ l’altro giorno te ne sei spazzolato almeno mezzo chilo”

 

“è un modo per godermi il meritato riposo, qualcosa in contrario?” rispose leggermente stizzito

 

Bill lo guardò divertito: ogni volta era più o meno un battibeccare su quello stesso argomento con Simone, perchè sapeva di esagerare quando si trattava di cibo salato e tutto ciò che era costituito da hot dogs, patatine, salse varie, bibite cariche di zucchero e salumi di ogni specie; d'altro canto lui invece sapeva di essere in grado di perdere ogni freno inibitorio innanzi a pacchi di caramelle gommose, lecca lecca, gelati, pasticcini, torte ed interi piatti di frutta di ogni specie e per buona pace di entrambi, era pienamente consapevole che almeno su questo aspetto non avrebbero mai litigato

Simone non poté non obiettare come fossero pochi quei giorni liberi che i suoi figli avevano a disposizione prima di partire per l’America, ma non poteva anche non essere tanto orgogliosa per quello che erano diventati.

 

“qualche volta tu e Gordon potreste pure venire con noi, cercate di farlo almeno per il prossimo tour” disse Bill

“magari dopo il matrimonio tesoro, vero Gordon?”

 

“ma certo! Sarebbe splendido, il nuovo tour è previsto per il prossimo anno, no? A noi andrebbe più che bene” disse deciso a lasciar perdere il quotidiano che quella mattina pareva contenesse solamente una sarabanda di notizie negative

 

“le date non sono ancora definitive” precisò Tom “ ma crediamo si parta più o meno dai primi mesi dell'anno nuovo. Volete aspettare così tanto, fino ad agosto e a tour inoltrato?”

 

“Non credo che ce la faremo prima. Simone ha molti impegni ed io ho parecchi viaggi all'estero per via della scuola. Ma vi promettiamo che se ci dovessimo ritagliare del tempo lo faremo con molto piacere Tom”

 

“sarebbe stupendo” disse Bill

 

“Sapete quanto ci teniamo vedervi e stare di più con voi, anche se questo dovesse accadere in tour Ed ora Billy, passami la teiera per favore. Ah” s'interruppe brevemente Simone “ è successo qualcosa di meraviglioso che dovrei sapere? I tuoi occhi hanno un non sò che in questi giorni”

 

A quella domanda, Tom, sgranò gli occhi verso Bill e si fece scappare un colpo di tosse mista ad una risata strozzata.

Bill si voltò verso il gemello e lo fulminò con lo sguardo mentre un calcio ben assestato da sotto il tavolo gli centrò lo stinco facendolo imprecare a voce bassa; con nonchalance, continuò poi a tenere volutamente la testa china sulla tazza, per evitare con lo sguardo di essere provocato ulteriormente dal fratello.

Non ci volle molto a capire che sì, qualcosa in lui era cambiato. Da quando con Tom, avevano trovato Elena sul social, trovare Giulia fu automatico. Avevano impiegato non pochi giorni, era arrivato anche al punto di veder sfumate le sue speranze di ritrovarla, in mezzo a quella sfilza interminabile di accounts, coi nomi più strani, astrusi ed inimmaginabili.

 

 

 

 

…............

 

 

 

 

 

 

Non aveva mai creduto alle coincidenze lui. Questo nella vita professionale, ma nell'amore si, ci credeva anche se non sapeva dare una spiegazione logica, perché forse di logica non ce n'era poi tanta.

Quel primo pomeriggio di fine luglio il tempo non era stato tanto clemente per chi aveva scelto di passarlo sulle rive dell'Elba e tantoméno per chi aveva pensato per mete più lontane da Amburgo, come il Mare del Nord: il vento era forte e all'orizzonte nubi minacciose preludevano l'arrivo di un temporale estivo.

Tom era riuscito a convincere il gemello a giocare a ping pong, mentre Simone ed il compagno si erano recati alla Rock Academy a Magdemburgo dove Gordon avrebbe dovuto tenere lezione di chitarra a due ragazzi fuori corso

 

no, guarda che il punto è mio”

 

te lo stai sognando per caso?” disse Tom mentre bloccava il gioco spazientito e si passava una mano sulla fronte

 

è a mio vantaggio perché hai toccato la superficie con la mano” rispose Bill energicamente

 

non l'ho toccata”

 

l'hai toccata invece!” rispose innervosendosi

 

ti dico di no, sei tu che hai visto male”

 

se non la smetti ti lancio la racchetta in testa”

 

come siamo nervosi” constatò Tom forzando un sorriso

 

smettila di provocarmi”

 

beh che fai?”

 

non lo vedi?” gli disse appoggiando la racchetta sul tavolo

 

va bene, va bene” disse Tom “e punto sia, te lo concedo, ma sappi che te lo sto regalando per farti passare questo malumore. Dovresti smetterla di fissarti così.” continuò nel tentativo vano di fargli cambiare idea e riprendere il gioco

 

sembra si stia preparando un temporale” disse Bill cambiando discorso mentre guardava fuori dalla finestra; i tuoni rimbombavano per la casa facendo vibrare i vetri. Voleva un po' di tregua dai quei pensieri negativi che si erano annidati nella sua testa in quelle ultime ore, doveva essere tutta colpa di quel cambio di tempo repentino pensò

 

Ma siamo a Dicembre o a Luglio?” chiese scherzosamente il gemello mentre tirava due birre dal piccolo frigobar collocato all'angolo della stanza

 

già, si direbbe Luglio” rispose mentre sorseggiava la birra e guardava le piccole gocce di acqua che iniziavano ad infrangersi sui vetri “mi piace la pioggia, ha qualcosa di misterioso e di magico” continuò mentre con le dite magre scriveva qualcosa di indecifrabile su quel vetro appena appannato

 

sei romanticone ecco perché l'adori” osservò Tom

 

Bill sorrise “oh sì, la pioggia m'ispira parecchie cose” disse con una inflessione maliziosa

 

Il fratello lo guardò stirando le labbra in un sorriso

 

perché mi guardi così?”

 

perché sò a cosa stai pensando” rispose Tom “ultimamente non ti ci vuole un indovino per conoscere i tuoi pensieri, men che meno a me

 

vediamo se indovini. Fare l'amore sotto la pioggia, bagnati fradici con la persona che più desidero? E' questo che sei riuscito a leggermi? Ma questo era facilmente intuibile ed è sempre stata una mia fantasia che tra l'altro mi hai sempre deriso!” disse Bill sorridendo ed abbassando lo sguardo rivelando ciglia lunghe e scurissime.“a volte penso che certe cose succedano perchè debbano succedere, anche se ti sembra di scappare dalla tua stessa vita perchè questo non accada, ed invece...il destino non ti guarda mai in faccia”

 

In quell'istante Tom vide tutta la dolcezza di quell'essere gracile ed etereo ma stupendamente forte e deciso, con quello sguardo trasognato e perso lontano mille miglia da lì, da loro, da quella pioggia, da quella città e chissà da cos' altro ancora.

 

forse, forse è come dici tu o forse il destino ce lo costruiamo noi”

 

ho sempre pensato che fosse implacabile ed inesorabile quasi come questa pioggia che bagna tutto, come una forza a cui si può solo soccombere.....e non faccio altro che pensare se un giorno io e Giulia....” senza finire la frase, alzò gli occhi ed incrociò quelli del fratello e ci fu silenzio, un silenzio immenso che parlava solo di quello strano ticchettio della pioggia, del suo pensiero che fluttuava come quel vento che la trasportava, di un silenzio che urlava quel suo battito al ricordo di lei e a quel desiderio diventato sembra più grande ed incontenibile di averla nuovamente davanti ai suoi occhi.

Smania di lei, sconvolgente desiderio di lei. Eppure l'aveva vista una sola volta, una sola volta per turbare il suo cuore.

Assurdo, stava diventando tutto troppo assurdo

 

non lo so Bill, nessuno ha la risposta a quello che ci potrà accadere, ma so solo che si può provare a combattere per questo, solo questo, solo per questo che tu stai provando”

 

combattere, si combatte sempre in questa vita, ogni secondo, ogni minuto, ogni ora. Già...combattere, è quello che ho sempre fatto Tom e che abbiamo sempre fatto. Stiamo sopravvivendo, come adesso” disse con un filo di voce.

 

Tutta la sua vita era stata una lotta fino a lì, una lotta per sopravvivere al dolore di vedere i suoi genitori separarsi ed il padre andare via, una lotta per farsi forza e sostenere la madre nei momenti più bui, una lotta per far capire di essere normale agli occhi di chi normale non ti vedeva e ti escludeva, ti insultava e ti pestava di botte perché per loro eri solamente un gay sfigato, una lotta per essere rispettato, per difendere la tua libertà di essere semplicemente te stesso, una lotta per far capire che valevi, che cantare era tutta la tua vita ed essere riusciti ad emergere fino ad avere riconoscimenti in tutto il mondo anche se nessuno avrebbe scommesso un solo centesimo, una lotta per emergere da quell'inferno che era chiamato semplicemente vita.

Che cos'era tutto questo se non una lotta?

 

Il fratello restò ad ascoltarlo in un silenzio assorto, sarebbe rimasto ore così, gli piaceva sentire i suoi discorsi, forse perchè Bill ci riusciva meglio di lui. Era sempre quello che per primo prendeva la parola. Aveva sempre qualcosa da dire e sapeva come farlo, in qualsiasi circostanza.

 

ehi” disse ad un certo punto Tom “sai che ti dico?”

 

cosa?” gli chiese

 

Tom afferrò il cellulare che teneva nei suoi jeans taglia extra large“quello che abbiamo fatto fino a qualche ora fà”

 

In quei giorni non facevano altro. Giornate intere a cercare tra i vari socials network, ma senza un risultato concreto tanto che Bill vedeva sempre più rimpicciolire la possibilità di trovarla in quel modo, anche se il desiderio di rincontrarla era al contrario, cresciuto proporzionalmente

allora hai deciso? Viene anche Ann al Roschinsky's?” chiese Bill

 

avevi dei dubbi a riguardo per caso?” gli chiese senza nemmeno guardarlo in faccia ma col sorriso stampato sul volto

 

oh certo, nessuno. Non sia mai che passi una notte senza i fuochi d'artificio. D'altronde, come darti torto 'orgasmodromo' ” gli disse, scandendo meglio l'ultima parola

 

orga che?”

 

hai sentito bene”

 

di chi stai parlando?”

 

cretino e di chi secondo te?”

 

Tom alzò il viso e lo guardò con fare malizioso.

 

ah, hai saputo dunque come mi hanno soprannominato. C'è voluto un po' per farmi questa fama”

 

ognuno ha la sua” osservò Bill mettendosi a ridere

 

e tu non fare l'angioletto, perché non lo sei e sai di non esserlo” sentenziò il gemello

 

ma io che c'entro?”

 

tu fai sempre finta di niente e poi sei quello a cui tutti vanno appresso. Ti piace provocare . Per questo molti si vorrebbero nel tuo letto.”

 

nel mio letto?” alzò gli occhi per piantarli deciso in quelli castani del gemello e si mise a ridere“ok, ok, ma tanto lo sai chi ci vorrei”

 

un'idea ce l'avrei, che dici?e comunque, avevo ragione a dirti che ti sta già creando strani effetti” osservò ridendo mentre continuava a manovrare sul cellulare

 

smettila” rispose un po' imbarazzato “e va bene, lo ammetto! credo di essere già in uno strano inizio di subbuglio ormonale e conseguente desiderio incontrollato” gli confidò mentre si legava i capelli in una coda bassa

 

e ritornando a noi” disse il fratello“mettiamo gli ormoni da parte e ritorniamo a cercare che qui c'è gente che sta lavorando per te nel caso non te ne fossi accorto perché mi staresti anche deconcentrando” gli disse strizzandogli un occhio

 

 

 

 

 

 

............................................

 

 

 

 

 

 

La scritta bianca a neon 'Roschinsky's' si riverberava sul marciapiede zuppo d'acqua.

Il cielo era completamente coperto e pareva fosse già notte fonda nonostante fossero solo le venti e trenta.

Bill non ricordava un acquazzone così forte nemmeno nell'inverno passato: l'Hamburger Berg col suo senso unico di marcia, era letteralmente diventata un rivolo d'acqua che scorreva trascinando con sé terriccio e foglie dalle aiuole che fiancheggiavano la strada. Il traffico era andato in tilt e molti autisti si erano fermati nel tentativo di far passare quella che sembrava essere una bomba d'acqua.

Toby protetto alla meno peggio da un ombrello poco rassicurante aprì la portiera del crossover da cui scese prima Tom, che velocemente corse in direzione di Dirk che l'attendeva nell'ingresso secondario del locale, mentre Bill nell'atto di calcarsi il berretto ed abbassare in avanti il capo per non mostrare il viso, appoggiò male il piede nel gradino del marciapiede ed inciampò in avanti, facendo cadere a terra il cellulare che teneva in mano. Imprecò fino all'inverosimile e raccogliendolo dalla pozza d'acqua, si accorse che il display era andato in frantumi.

La sala era colma di gente seduta ai tavoli e la musica riecheggiava alta tra le pareti; Tom, pareva sparito nel nulla appena entrati e quelle luci soffuse del locale, non avevano aiutato di certo Bill a individuarlo; Dirk lo scortò fino ad una sala a loro riservata, raggiungendo così Georg, Andreas e Gustav che erano intenti a bere birra seduti attorno ad un piccolo tavolino laccato di nero

.

anzi, mi meraviglio come abbia impiegato così tanto tempo ad attraversare la sala” osservò Bill con una punta di fastidio

 

Parli di Tom? Ann lo aspettava all'ingresso con Toby, Credo siano andati infondo, nell'altra saletta. Ma che c'è Bill?” chiese Georg notando il suo nervosismo

 

Guarda” gli disse mostrandogli il cellulare col vetro rotto “dannazione, non poteva capitarmi in periodo peggiore”

 

dov'è il problema? domani potrai prendertene uno nuovo”

 

domani per me è già troppo tardi. Inoltre qui avevo tutti i dati che mi servivano, molte cose saranno rimaste nella memoria del telefono e non nella sim”

 

Gus prese in mano ciò che rimaneva di quello che un tempo poteva esser definito cellulare

ma che c'è passato un tir sopra?”

 

no peggio, la tua lingua biforcuta”

 

Georg fece un segno a Gustav di lasciar perdere, era evidente che Bill non era nella sua migliore predisposizione d'animo

 

credo che rientrerò, se vedete Tom diteglielo voi cosa mi è successo”

 

dai Bill, non sei nemmeno arrivato che te ne vuoi già andare” osservò rabbuiandosi Gustav

 

lo so Gus, ma non sarei dovuto nemmeno venire, avrei un mucchio di roba da fare”

 

Andreas comprese al volo che quel “mucchio di roba da fare” era riferito a qualcosa di ben preciso

 

potresti farlo domani, dai resta e goditi un po' la serata”

 

davvero ragazzi, scappo” bevve al volo un birra e fece un cenno a Toby che lo scortò fino alla macchina dove in un battibaleno, si trovò già in viaggio verso casa

 

 

 

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Quel paesaggio dalla finestra della sua camera aveva qualcosa di melanconico e dolce, proprio come il suo umore: da quel cielo così scuro che pareva avesse fagocitato l'intera città , la pioggia continuava a scendere senza dare un attimo di tregua

La mezzanotte era passata da un bel po', quando ,con gli occhi stanchi ed ancora puntati sullo schermo, sentì bussare delicatamente alla porta.

 

che ci fai qui?” chiese meravigliato vedendo Tom avanzare nella penombra della stanza

 

come potevo continuare a restare lì sapendo quello che ti era successo? Sapevo di trovarti qui”

 

ed Ann?”

 

Ann può aspettare, la notte è ancora lunga”

 

mi riesce difficile che tu faccia aspettare una ragazza, sicuramente c'è dell'altro. Scommetto che hai scordato i preservativi” disse continuando a maneggiare sul computer

 

Tom gli si accostò in silenzio, gli prese dalle mani il mouse e con movimenti decisi battè sui tasti della tastiera attendendo che si aprisse la pagina a cui aveva appena dato l'invio. Ruotò su e giù la rotellina del mouse e fece scorrere la pagina trovata

 

Cosa diavolo era?

Stava accadendo tutto in pochissimi minuti. Immagini colorate ed in bianco e nero scorrevano veloci come frame di un video davanti ai suoi occhi per poi essere immagazzinate frettolosamente nel suo cervello e forse qualcosa era riuscito ad imprimersi indelebilmente nella sua retina come un informazione decisamente conosciuta: un viso di ragazza, dei capelli lunghi e poi ancora mare, montagne, cagnolini, ragazzi, ragazze, case, neve, tramonti, albe.

Le mani avevano iniziato a torcersi nervosamente, inspiegabilmente aveva iniziato a mancargli l'aria e quella stanza era diventata come priva di ossigeno, il suo cuore aveva incominciato la sua folle corsa senza ritorno e le sue gambe, nonostante fosse seduto, iniziarono a tremare.

 

il tuo raggio di luna Bill ”

 

Che aveva detto? Raggio di luna? Ma cosa diavolo stava farneticando?Cosa significava?Aveva sentito bene? Si, aveva sentito bene in mezzo a quella confusione mentale che lo aveva improvvisamente assalito, quello lo aveva afferrato chiaramente.

Aveva detto proprio così Raggio di Luna

MoonBeam

Giulia era Moonbeam

Giulia era lì ora, di nuovo davanti ai suoi occhi trasognati

L'avevano trovata finalmente

 

 

Quando si voltò verso la finestra, la pioggia aveva inspiegabilmente smesso di scendere e quelle nubi scure si erano quasi disciolte, permettendo alla pallida luce della luna di farsi spazio tra loro illuminando così l'acqua del naviglio e rischiarando i tetti delle case

 

 

 

 

 

 

….................................................................

 

 

 

 

 

 

 

Alle sei di pomeriggio il sole era ancora alto nel cielo

L’acqua placida del canale, brillava sotto tutta quella luce mentre piccole imbarcazioni, pareva facessero a gara per attraversarlo.

Bill si avvicinò al fratello che appoggiato alla ringhiera della veranda, si stava fumando una sigaretta: dal piccolo giardino si sprigionavano profumi intensi di rose e piante aromatiche.

 

“ti voglio bene” disse al gemello stampandogli un bacio sulla guancia. Era molto dolce ed espansivo con Tom, perché lui era tutto il suo mondo, era un altro lui, in tutti i sensi e non c’era altra persona al mondo, insieme a Simone con cui avrebbe voluto condividere ogni dettaglio della sua vita. Quando soffriva, quando era felice, quando si arrabbiava, quando piangeva, quando urlava, quando litigava…lui c’era sempre e Bill c’era sempre per lui. Il loro era un legame forse difficilmente comprensibile agli altri ma profondamente indissolubile, speciale, unico.

Era il loro legame di gemelli

 

Tom gli dette un pizzicotto sulla guancia, ricambiando così il gesto affettuoso del fratello.

 

“cos’è quello sguardo?” chiese Bill sorridente

 

“novità? Ti sei deciso a mandarle il messaggio?” gli chiese, buttando fuori il fumo aspirato dalla sigaretta

 

“non ancora” rispose Bill prendendogli la sigaretta dalle mani e portandosela alle labbra

 

“scusa cos'hai detto? 'non ancora?'“ chiese meravigliato “che diavolo stai aspettando? Tu stai impazzendo, anzi no, sei già diventato matto!”

 

“ho paura, sì, ho una fottuta paura, hai sentito bene” fece una breve pausa mentre faceva uscire lentamente il fumo dalla bocca “paura di sbagliare e di farmi del male. Non so se sto prendendo la decisione giusta. Odio mentire non è da me e odio doverlo fare a lei. Ma non mi pare di avere altre scelte”

 

“perché non le vuoi dire la verità? Ho paura che tu stia iniziando a non ragionare più”

 

“Siamo dappertutto ormai, internet, riviste, tv, radio e ti aspetti che qualche occhiata non l'abbiano data da qualche parte tutt'e due e che qualche dubbio non se lo siano messe ricordandosi di quei due idioti che hanno incontrato quella sera? Dopo la nostra serata ho visto su internet la nostra intervista ed i giornali locali e nazionali hanno parlato del nostro concerto. Ecco supponi che abbiano visto una di queste cose.” disse guardando la distesa di acqua innanzi a lui.

 

“beh, oddio, idioti, io ci andrei piano con certi appellativi. Comunque potrebbe essere come dici tu”

 

Bill lo guardò sorridendo. A Tom piaceva sdrammatizzare.

 

“voglio che mi conosca per quello che sono. La verità verrà fuori quando sarà il momento per farlo” Era consapevole della scelta che stava per fare, stava prendendo la strada più tortuosa e dolorosa, ma la più giusta e la più logica

 

“e se anche fosse? Cioè se nel frattempo avessero avuto modo di riconoscerci, cazzo, credo che sia onorata di avere un amico così conosciuto e che, aggiungerei io, a sua insaputa sbava pure per lei!”

 

“pensi davvero che crederebbe ciecamente ad uno squinternato che le chiede l'amicizia e che dice di essere il cantante di quel gruppo? E poi, che ne posso sapere di come reagirebbe?”

 

“ehi, ma solo voi però due sapete chi era Brand veramente e giusto Elena; nessun 'altro sà di quell'incontro!”

 

Poi si fermò e riflettè un istante ed i suoi occhi incrociarono quelli di suo fratello: erano così belli in quella loro tonalità oro virante al rame che difficilmente si sarebbe riusciti a distogliere lo sguardo ed era ancora più bello poter leggere quello che stavano comunicando: dolcezza e smarrimento.

Bill aveva paura, si stava addentrando in una strada sconosciuta ed affascinante che solo il suo cuore era pronto a percorrere.

Forse aveva ragione, in fondo a Giulia non la conoscevano, non potevano immaginare come avrebbe reagito: avrebbe potuto riconoscerlo in qualsiasi momento o forse era già accaduto e per quanto avessero cercato di coprirsi quella sera, il tono della voce, le loro movenze e comunque anche alcune parti del volto, per non parlare dei dreadlocks di Tom rimanevano in bella evidenza. Non sarebbe stato difficile con un po' d'impegno arrivare a loro. Con quali conseguenze? Avrebbe potuto mantenere quel segreto o decidere al contrario di dirlo a chichessìa? e cosa sarebbe successo in questo caso?

 

“capisci come mi trovo adesso?”

 

“Se penso a quella sera Bill, dannazione! Se deciderai in questo senso, dovrai portare il peso delle conseguenze, perché ce ne saranno, anche la peggiore che sarebbe quella di perderla, come amica o come qualcos'altro se lei nel frattempo” fece una pausa e lo guardò dritto negli occhi sorridendo leggermente “dovesse provare qualcosa per te.”

 

“credo di aver deciso ormai” disse con un filo di voce.

 

Mentire.

Sapeva che quella scelta avrebbe condizionato tutta la storia, qualunque essa fosse. Brand non faceva parte del suo essere e Bill era un personaggio troppo ingombrante per ora. Voleva essere semplicemente lui, un ragazzo come tanti altri, come lo era per Simone, come lo era per suo fratello, per Georg, Gustav e Andreas. L'avrebbe portata a scoprire il suo cuore, i suoi sentimenti e di cosa era capace quando amava veramente. L'avrebbe condotta semplicemente a lui, passo dopo passo fino a farle scoprire cosa era nel frattempo diventato e a quella verità che per ora poteva stare solo chiusa a chiave nel suo cuore.

Quella sera, appoggiato al davanzale della finestra con la vista sul naviglio, Bill provò un senso di pace come non lo provava da tempo.

Aveva preso la sua decisione.

 

“è bellissimo quì. Mamma ha fatto bene a trasferirsi da Magdeburgo. Che fai?” chiese notando che armeggiava sul cellulare

 

“Rispondo a Benjamin ed Ann” disse Tom sdraiato sul suo letto che mandava messaggi

 

“Viene anche lei?”

 

“Si domani viene alla festa, beh è sempre carina e gentile con me, e poi devo farmi perdonare per non essere ritornato da lei l'altra notte” disse sorridente con sguardo sornione

 

“certo, come sei generoso!! La generosità è il tuo segno distintivo” rise Bill

 

“fai male invece, dovresti prendermi di esempio. Prova ad esserlo anche tu”

 

“io sono già generoso, ma non nel senso che intendi tu” precisò divertito

“ma dovresti esserlo più spesso” iniziò a provocarlo Tom

 

“lo sono più di quanto immagini.”

 

“ad esempio, potresti iniziare ad esserlo con Giulia..che aspetti allora?”

 

“fammi capire” disse allora incuriosito e divertito Bill ma sapendo già cosa aspettarsi

 

“non so, potresti dare il tuo numero di cellulare, organizzare un incontro molto veloce in qualche albergo, prima che parta per l’America..questo sarebbe un gesto molto generoso da parte tua fratello”

 

“certo, e quando? Stanotte stesso o domani? ahahah, no, tu sei pazzo!!” sospirò

 

“guarda che tanto si finisce sempre lì…sai che intendo….perchè perdersi nei preamboli ma sopratutto perdere tanto, tanto tempo?”

 

“come se fossero dettagli trascurabili i preamboli”

 

“per me lo sono”

 

“quando la smetterai di perdere il tuo tempo inutilmente?”

 

“non è perdere tempo, è godersi la vita, cosa che tu non stai facendo”

 

“forse non hai capito che questa volta è diverso e se me la volessi godere, me la voglio godere con lei, in tutti i sensi” rispose leggermente irritato

 

“possibile che non capisci Bill? Ti sto dicendo di muoverti, prima che lo faccia o non l’abbia già fatto qualcun altro dannazione. Ma capisci quando io ti voglia bene?” lo guardò in modo penetrante “e poi chi cazzo erano quel Massimiliano e Mirko?”

 

Già, chi erano?

 

Nei commenti alle sue foto non risultava scritto altro se non i due nomi che ipoteticamente dovevano essere riferiti a quei due ragazzi.

 

 

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Incontrarono direttamente Andreas e David nell’attico Vip del China Lounge nella Reeperbahn, alle ventidue e trenta in punto, come da invito.

Il locale a quell’ora era ormai già pieno, la gran parte degli invitati, faceva parte dell’entourage del gruppo, una festa privata voluta dai loro amici, in vista della partenza per il tour americano previsto per agosto e l'impegno imminente per la partecipazione al programma MTV's RTL live a New York.

La sala era calda ed accogliente: le pareti in vetro riflettevano le luci poste ad intervalli regolari sui muri arancioni; grandi tende damascate coprivano gli enormi finestroni mentre, divani rossi e tavolini neri con al centro una candela accesa, erano posti un po’ ovunque nel locale

 

“Andreas, David” disse Tom sollevando il calice di vino in segno di saluto

 

“Bill?” chiese David

 

“l’ho visto andare là in fondo” rispose indicando un punto sperduto della sala

 

La musica accompagnava gruppi di persone che già avevano preso possesso del centro del locale, mentre altre, in accese discussioni, sorseggiavano i loro drinks variopinti.

Seduto comodamente in un piccolo divano vicino alla parete, Bill parve estraniarsi totalmente da quella confusione. Sentiva solo le guance roventi per il troppo caldo. Non si era reso nemmeno conto di quante ragazze si erano sedute accanto cercando di catturare la sua attenzione in quell'ora che era lì.

Le sue dita curate con le unghie smaltate di nero si muovevano velocemente sul suo cellulare. Credette di essere già sbronzo quando finalmente si decise ad inviare un commento piuttosto patetico secondo lui, ma l'unico che fosse riuscito a formulare decentemente per quella foto, mentre d’un fiato mandava giù l’ultimo sorso del suo secondo prosecco. Quell'immagine stava iniziando a creargli uno strano effetto o forse era colpa del vino che aveva bevuto o del caldo della sala o di tutte quelle cose messe insieme pensò, sì, alla fine si convinse che doveva essere così per non farlo ragionare più tanto lucidamente.

L'unico pensiero razionale che rimbalzava continuamente nel suo cervello da quando era entrato in quel locale, era che per la prima volta in vita sua, stava perdendo davvero la testa per qualcuna e perdere la testa significava che non doveva esserci niente di razionale in tutto ciò che lui faceva, pensava o riguardava Giulia.

Sfilò dal vassoio del cameriere un altro calice di vino e lo portò alle labbra.

I suoi occhi instancabili ed insaziabili divorarono quella consistente galleria fotografica: le note riportavano molte immagini caricate dal cellulare ed altre fatte da una macchina fotografica digitale. Lo sguardo correva veloce su e giù per quelle immagini come a voler immagazzinare nella sua testa tutto ciò che fosse possibile memorizzare, fino a quando il dito fermò l'immagine su quella foto alla sua vista sgradevole, di lei in compagnia di quei due tizi: dovette ammettere con una punta di fastidio, che erano pure dei bei ragazzi, uno dei quali era evidentemente molto più grande di lei, ben piazzato fisicamente mentre l'altro, aveva dei lineamenti che ricordavano vagamente quelli di Giulia; da questa osservazione ne dedusse che probabilmente si trattasse di un fratello o un parente; questa riflessione gli risollevò l'umore, ma restò la piena consapevolezza che avesse parecchio lavoro da fare per avvicinarsi a lei. Continuò a scorrere nuovamente nella galleria e la bloccò su quel primo piano e quel sorriso, che tanto ancora ricordava così chiaramente: lo ingrandì e questo gli permise di notare un particolare delizioso di quell'incisivo laterale sinistro leggermente un po' più sporgente rispetto agli altri denti e che trovò decisamente sexy.

C'era solo da morire nel guardare così tanta dolcezza mista a provocazione pensò; ritornò su quella foto, ma quelle cosce scoperte abbronzate e snelle, seppur seduta sull'asciugamano fotografata di fianco, con indosso un caftano bianco che le copriva appena i fianchi non era foto da mostrare, pensò Bill. Ok forse stava esagerando, ma quell'immagine seppur non volgare, aveva qualcosa che lo stava provocando ed eccitando, anche perché immediatamente la sua testa iniziò a dare avvio ad una serie di fantasie erotiche.

Non aveva impiegato molto a rendersi conto che la stava desiderando, desiderando irragionevolmente, nonostante l'assurdità di quella circostanza, di quella musica che lo stava stordendo e di tutto quell'alcool che aveva ingurgitato ed impiegò altrettanto meno tempo ad accorgersi che il cavallo dei suoi jeans era improvvisamente diventato troppo teso e stretto e che qualcosa sotto premeva con forza sulla lampo.

“merda!” pensò “e meno male che è vestita, ci manca solo che diventi un depravato che si eccita guardando delle foto così innocenti. Perché si tratta di una foto casta vero Bill?” Nessuna risposta arrivò dal suo cervello ormai evidentemente scollegato. Si sentì avvampare in viso e la situazione peggiorò quando gli vennero in mente le parole scherzose del fratello, sugli effetti collaterali che portavano il nome Giulia.

“Bill, che fai qui tutto solo?” Disse Georg improvvisamente da dietro le sue spalle, interrompendo bruscamente quello stato di trance in cui era entrato.

“Tu sei Bill Kaulitz?” chiese estasiata una delle due ragazze che accompagnavano l’amico.

'Che tempismo Georg, tu e le tue amichette!', pensò lui. Riuscì solo ad emettere un sì appena percettibile che la tipa con vigore l’afferrò saldamente per un polso e lo tirò su. Bill inorridì all'istante una volta costretto in piedi perché si rese effettivamente conto di quanto quella foto lo avesse eccitato; cercò di riprendere velocemente il controllo della situazione agevolato da quell'ambiente caotico e da quelle luci soffuse e farfugliando una scusa a Georg, si ritirò con gambe mal ferme, nella toilette.

 

-grazie per i tuoi mi piace a tutte le foto e grazie anche per il tuo commento. La spiaggia è Maiori ed io non faccio la modella. Quando posterai qualche tua foto, prometto di ricambiare. Posso sapere almeno di dove sei Devilish?-

 

Si appoggiò al muro e sospirò chiudendo gli occhi cercando di calmare quell'eccitazione. Il cuore batteva ancora impazzito.

Riattivò il display del telefonino.

 

-Vivo ad Amburgo, ma l’Italia è bellissima, mi piacerebbe ritornare. Maiori dove si trova?-.

 

Ripose il telefonino in tasca e uscendo dal bagno si scontrò con Tom che stava entrando

 

“Ehi, ma che fine hai fatto? Ti stavo cercando, Georg mi ha detto che eri qui e ti ha visto strano, pensavamo stessi male”

 

“..sono…..sono dovuto entrare un attimo in bagno…cos’è questa preoccupazione che avete tutti quanti stasera per me? Sto bene tranquilli, forse ho bevuto troppo….. vado a mangiare qualcosa’” sorrise Bill

 

“dai vieni, c’ è Ann” disse trascinando in pista il gemello per un braccio

 

“Bill!!” esclamò felice la ragazza “che bello vederti! Come stai? “gli chiese avvicinandosi per baciarlo sulla guancia in una nuvola di profumo

 

“Ciao Ann! Sto bene grazie” rispose Bill ad alta voce per farsi sentire ma con l’aria di uno che non era molto interessato ad intraprendere alcun tipo di dialogo.

 

La guardò dimenarsi in quello che per lei doveva essere un ballo, mentre strusciava continuamente la sua schiena contro corpo di Tom. Bill fece loro un cenno di saluto e riprendendo un altro bicchiere di vino dal vassoio del cameriere si allontanò non appena il fratello la strinse a sé ed iniziò a baciarla.

Si accostò ad una finestra spostando leggermente la tenda: la visuale da quell’attico era mozzafiato con quelle nubi scure macchiate dei colori di Amburgo.

Riprese in mano il suo telefonino per guardare se qualche altra notifica fosse arrivata. Il dialogo nel frattempo si spostò nella chat

 

-Maiori è un comune della costa amalfitana, è molto famosa, forse l'avrai sentita nominare. Comunque siamo in Campania. Sei di Amburgo? Che coincidenza! Sai che meno di un mese fa ho conosciuto due ragazzi che erano proprio della tua stessa città? E dove sei stato in Italia?-

 

Altro che calmare il battito del cuore, per un po' non gli venne un infarto come lesse quelle righe. Dunque si ricordava di quei due..... non sapeva come definirli ormai.

 

-Davvero hai conosciuto due miei concittadini? Spero siano stati simpatici almeno- si azzardò a scrivere scherzosamente senza andare oltre - Comunque sono stato a Roma, Bologna e Milano, bellissime città anche se ho visto molto poco, per non dire quasi nulla. Conto di ritornarci un giorno, chissà- Tralasciando volutamente che era stato anche a Modena ed un altro dettaglio: il resto del mondo.

 

-Se non fosse che portavano degli abiti non proprio estivi, per il resto mi sono sembrati davvero simpatici e anche molto alti! Siete tutti così lì? Deduco per il resto che tu viaggi molto-

 

'bene' penso con un sorriso da ebete stampato fisso sulle labbra 'le stiamo almeno simpatici, buon punto di partenza'

 

-non so dirti l'altezza media di noi tedeschi, azzardo un po' forse sul metro e ottanta o novanta. Comunque sì, io viaggio abbastanza spesso, questo sì- scrisse sorridendo tra sé

 

-tra un po' comunque avrei la selezione per hostess e spero di poter viaggiare tanto anche io, dovrei accantonare l'università in questo caso ma questo sarebbe il mio sogno, anche se credo che i posti più cospicui di questa selezione siano per hostess di terra. Desidero davvero fare questo lavoro-

 

-credo che se si voglia fermamente qualcosa dalla vita, prima o poi con la tenacia la si ottenga-

 

-forse si….. Come sei lungimirante Devilish-

 

Bill sorrise.

 

-perché scrivi ‘forse'?-

 

-perché non è sempre così, come hai scritto tu. Non sempre si riesce ad ottenere quello che si desidera-

 

-spesso ragioniamo in modo sbagliato. Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto devi essere anche pronto a fare qualcosa che non hai mai fatto- Parve soddisfatto di questa riflessione profonda che miracolosamente il suo cervello aveva or in mezzo ai fumi dell'alcol

 

“Bill!” Andreas lo chiamò avvicinandosi con Benjamin e David Jost. Lui ripose velocemente il telefonino nella tasca dei pantaloni

 

“Lauren Christy e Scott Spock, ci vogliono incontrare a Los Angeles non appena abbiamo spazio tra tra i concerti. Vogliono discutere sui nuovi testi, stai ancora scrivendo vero? Li ho rassicurati su questo aspetto”

Era l’unica costante ultimamente per lui: nonostante fossero in giro con la tourné ed il tempo libero fosse risicato, per Bill era un periodo particolarmente creativo

 

“Si, ne ho già scritte un paio, ma è tutto da vedere per gli accordi ed i ritornelli. Ci stiamo lavorando su appena possiamo”

 

“da quanto ho capito vorrebbero occuparsi di parte della registrazione del nuovo album a Los Angeles e dei testi stessi, vogliono collaborare”

 

“davvero?”esclamò incredulo Bill al settimo cielo

 

“e ti confesso un segreto che tanto David e Benjamin mi hanno pregato di non dirti” disse guardando divertito i due compagni che scuotevano la testa con fare rassegnato “Spock ha detto che non ha conosciuto nessuno con un talento da rock star come te, Bill, devi essere orgoglioso!”

 

Bill arrossì imbarazzato, non che di complimenti non ne ricevesse mai, anzi tutt'altro, ma per lui era sempre come se fosse la prima volta. Vide Tom raggiungerli insieme a Gustav e Georg e poco dopo si riunirono per un brindisi di buon augurio.

 

 

 

 

….............................................

 

 

 

 

 

 

 

https://youtu.be/4IcX3e-cziM

 

 

“io sto con Ann, non preoccuparti, ci vediamo a casa. La macchina è giu che ti aspetta” Disse Tom cingendo col braccio la vita della sua compagna

 

Bill sedette nella limousine; stava iniziando a piovigginare, strano tempo quello di fine luglio pensò. L’indomani sarebbero partiti per l’America e sarebbe stato lontano dalla Germania, dall’Italia e da Modena. Mise Try Again dei Keane sul suo mp3 mentre i suoi occhi accarezzavano quel sorriso accecante sul display de suo cellulare; l’orologio segnava le 4:46 del mattino, ma Giulia non aveva più risposto.

Rivolse lo sguardo a quelle gocce di pioggia che pigre scendevano sui vetri; era quasi un mese che pensava ormai a lei e mai come in quel momento desiderò di averla lì accanto a sé.

Sorrise consapevole che Giulia nulla sapesse di quello che aveva fatto.

Si perché una cosa l’aveva fatta.

 

'Dio vorrei che tu potessi vedermi ora, mi sceglieresti e mi comprenderesti….piccola, io muoio ogni notte, ogni volta' ripeteva la canzone.

 

Ora pioveva più forte, le luci della città sui vetri parevano tante piccole pennellate di mille colori mischiati e non si era nemmeno chiesto perché sembrassero così sfocate e indistinte, ma le lacrime stavano inumidendo i suoi occhi e per quanto assurdo fosse, capì che si stava innamorando.

 

 

 

 

 

Note:

 

* KAREN BLIXEN

 

Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo

   
 
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