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Autore: cin75    24/09/2016    4 recensioni
Questa sarà una raccolta di storie, di pezzi di vita, di tanti "diversi" Jared e Jensen. A volte saranno storie tristi, a volte comiche, a volte romantiche. Saranno quello che mi ispirerà il mio animo nel momento in cui le scrivo. Quindi sperate sempre che io sia felice!!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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S O R P R E S E   E   U N   P O ’   D I   P I U ’ ! ! !


“Va bene così?” chiese Jensen mentre si muoveva esperto sul corpo del compagno.
“Oddio!! È meraviglioso. Non smettere…non smettere!!”  rispondeva sulla via dell’estasi, Jared. Le mani di Jensen su di lui, avevano, ogni volta, una sorta di magia che gli annullava ogni capacità di rimanere lucido.
“Vuoi che spinga ancora un po’?” fece Jensen, con la voce appena un po’ più bassa ed invitante.
“O Gesù!! Sì, per favore, sì!!” e poi, Jared, con un sospiro di puro piacere un po’ troppo accentuato e che di certo avrebbe negato fino alla morte di aver fatto: “Sì!! Lì, continua…Oh mio.....!! Sì, continua così!!”
“Ok! Ma devo ….”
“Fa’ quello che vuoi. Non sarò io a fermarti. Anzi…”,  lo anticipò il giovane fermando a metà la richiesta del biondo.“Ti uccido se ti fermi adesso!”
“WoW!!! Siamo arrivati alle minacce!” scherzò Jensen, passandogli le mani sempre più calde e pressanti lungo i fianchi per poi scendere sulle cosce che si tesero non appena il tocco del ragazzo le raggiunse, per poi rilassarsi immediatamente quando quello stesso tocco divenne quasi un movimento ipnotico. E poi ritornare lungo le braccia e sul collo e sulla schiena pronta a plasmarsi sotto la loro pressione così sensuale e calda.
“Scusa…scusa…ma il fatto è che tu….oddio!! tu mi fai impazzire quando mi tocchi così e io…io perdo ogni cognizione.” sembrò volersi giustificare Jared.
“Stai dicendo che la colpa è solo mia se tu stai gemendo come una verginella alla prima notte di nozze e io mi ritrovo a dover sudare per arrivare fino alla fine ?!” domandò anche se con tono scherzoso , Jensen.
“Tu continua a muoverti così, continua a toccarmi così e giuro….oh Sì!!! Sììì…lì…lì….” si ritrovò ad ansimare e supplicare prima di concludere la sua promessa.
“Dicevi?!” sogghignò Jensen.
“Io…sì..sì. Io dicevo…che giuro che se finirai quello che stai facendo così magnificamente, mi prenderò quella settimana di ferie che mi spetta e ce ne andremo finalmente lontano. Io e te.” disse tutto di un fiato prima che un altro sospiro di meraviglioso benessere glielo potesse spezzare quello stesso respiro.

A quella promessa, Jensen si fermò. Sospese ogni suo movimento, ogni cosa stesse facendo e che stava facendo letteralmente andare in estasi Jared.
 

“Jared Tristan Padalecki, stai davvero cedendo per un massaggio ben fatto!!??”
 

Jared a quel richiamo e non sentendo più su di lui le mani del compagno, si rigirò sulla schiena, si alzò appena dal letto issandosi sui gomiti così da poter guardare Jensen lontano da lui poco meno di un passo e gli sorrise sincero e speranzoso.
“Sono giorni che mi dici che hai voglia di andartene via per un po’. Che vuoi staccare dai turni assurdi dell’ospedale , ma purtroppo per colpa mia, non possiamo mai farlo. Il semestre che si chiude, i test di verifica dei miei alunni, il mio impegno nel comitato insegnanti…”
“Che bastardo!!” sibilò quasi divertito Jensen a quell’sorta di ammissione di colpa. “E cosa faresti?, o meglio: manterresti ancora questa tua promessa anche se io adesso mi girassi e me ne andassi lasciandoti così?!”

Jared lo guardò e si vergognò un attimo.

Aveva capito che Jensen aveva davvero bisogno di ferie. Lui, più di chiunque altro era stato testimone di quanto era faticoso sia fisicamente che psicologicamente il lavoro di Jensen.
Ma Jared, dopo l’incidente, la dura e difficile fisioterapia era riuscito a riprendere il suo posto di docente di storia e si sentiva a volte come se non avesse voluto perdere un altro giorno di quel lavoro che tanto amava. Ma allo stesso tempo, se pur innocentemente non aveva capito che Jensen aveva bisogno di lui. Solo di lui e di quello che c’era tra loro.
Un grande, grandissimo amore.
E quello doveva avere la priorità su tutto.
 
“Allora? che faresti?!” lo incalzò Jensen, incrociando le braccia al petto.
“Manterrei comunque la mia promessa!” disse senza nemmeno pensarci.
Jensen che non si aspettava quella risposta, era pronto a ribattere ma rimase con le parole in gola a ciò che Jared gli aveva, invece , risposto.
“Sul serio?!” disse sottovoce.
Jared si tirò su a sedere sul bordo del letto e con un gesto gentile e lento, alzò una mano come a richiamare il compagno vicino a lui.
Jensen gli andò vicino e guidato dalla presa della mano di Jared e dai suoi movimenti, si ritrovò in ginocchio davanti al giovane compagno.
“Sì, sul serio, amore mio. Sono stato assente in questi giorni, troppo preso dal mio lavoro di insegnante e non mi sono reso conto di quanto tu avessi bisogno di staccare la spina.”
“Oddio, sì…ne ho…ne ho davvero bisogno.” convenne con un tono esasperato Jensen, ringraziando Dio silenziosamente del fatto che Jared avesse capito.
“Allora senti che facciamo. Finisci questo turno, io consegno la mia domanda di ferie e tra due giorni ci rendiamo invisibili al mondo intero. Ci stai, dottore?!” domandò ironico Jared, mentre accarezzava il viso entusiasta del compagno.
“Cavolo, se ci sto!” esclamò Jensen issandosi sulle ginocchia così da arrivare con il suo viso davanti a quello del compagno.

Un attimo dopo, un bacio pieno d’amore , di riconoscenza, di serenità e complicità, legava i due ragazzi che si tenevano abbracciati stretti, l’uno all’altro.
Jensen si aggrappò al collo del giovane , incrociandogli le braccia appena dietro la nuca. Jared invece, di natura più possessiva, se lo strinse vicino, abbracciandolo con le braccia. Cingendogli l’intera schiena premuta contro il suo petto.

“Jared…” sibilò ad un certo punto Jensen, quasi ansimante.
“Mmhh!?” mugugno Jared , ancora tentato dalle belle labbra piene del compagno imprigionato tra le sue braccia.
“Mi stai…stritolando, piccolo!” gemette Jensen. “Dio!! quasi  non respiro.”
“Scusa….” fece Jared allentando la presa. “Il fatto è che a volte ho paura di fare qualcosa di sbagliato e rischiare di perderti!” confesso quasi in imbarazzo, Jared. “Così ti stringo forte per non farti andare via!”
“Io non andrò mai via da te. Mai!” gli giurò Jensen, baciandolo ancora.
“Wow!” sorrise poi Jared. Più sereno. “Questa sì che è una promessa.”
I due risero di quel loro momento così dolce. Non che non ci fosse dolcezza tra loro, anzi. Ma a volte, quella loro così intima complicità, riusciva comunque a colpirli fin dentro l’anima.
“Ok! Che ne dici di finire il massaggio. Hai ancora i muscoli della schiena un po’ tesi e io ti voglio in forma per la nostra vacanza!” fece, ad un certo punto Jensen, spingendo di nuovo il compagno sul letto.
“D’accordo. Ma io avrei un problema!” confessò Jared, mentre si sistemava sul materasso.
“Davvero? E quale?” chiese incuriosito Jensen, mentre si metteva tra le mani un altro po’ di crema da massaggio.
“Ricordi quando mi facevi la riabilitazione ?”
“Certo!” fece stranito Jensen, da quella domanda.
“Ricordi anche che ti dissi che alcune volte io…insomma …per me era difficile farmi toccare da te…”
“Certo!!” rispose ancora sicuro Jensen e poi, solo dopo un attimo, mise a fuoco il “ricordo” che voleva far venire alla luce Jared. “Ohw!! Ohw!! Quelle volte!!”  ripetè facendo mente locale.
“Esatto.  “Quelle volte”!” gli fece eco Jared, malizioso.

Jensen allora, per tutta risposta, si sfilò la maglietta che indossava, buttandola sulla prima sedia che trovò vicino e si avvicinò lentamente al letto, sotto lo sguardo attento e già acceso di desiderio del compagno.
“Beh!! diciamo che tra massaggio e crema per il massaggio , siamo già a buon punto!” fece sensuale mentre si puntellava con un ginocchio sul letto così da poter poi gattonare sul corpo di Jared.
“De…decisamente!”
“Io sono senza maglietta.” disse innocentemente , Jensen.
“Sì!” sibilò Jared mirando la forma bellissima e ben delineata del busto del compagno dottore.
“Tu sei senza maglietta!” continuò l’altro.
“Già!” e deglutì desiderio e impazienza.
“E levarti questi pantaloncini non credo sarebbe difficile!”
“No, assolutamente.” lo rassicurò Jared. “Ma tu hai…hai i jeans e quelli…quelli credo che…”
“Tranquillo.” gli rispose Jensen, issandosi su di lui.

Lentamente mise le mani sulla cinta e la levò con pochi abili gesti, senza mai distogliere lo sguardo da quello del compagno che già iniziava a respirare più velocemente. Poi , il maggiore, con due dita, si sbottonò anche il bottone dei pantaloni e lentamente fece scivolare verso il basso la zip cromata. “Ora…che ne dici? Da qui..puoi continuare tu?” chiese decisamente malizioso.
“Non chiedo di meglio. Anzi, se continui a toccarti così, giuro che divento geloso delle tue stesse mani!” sibilò ormai saturo di desiderio. In astinenza da Jensen.
Il giovane con un poderoso scatto di reni, si issò seduto sul letto. Fermò le mani del compagno che lascive e provocanti si stavano insinuando nel suo stesso jeans e afferrandole per i polsi, le tirò fuori dai boxer che avevano appena oltrepassato.
“Non ti azzardare ad andare oltre, dottore!”
“Che prepotenza, professore!” si imbronciò sensuale , Jensen, mentre lasciava che le mani di Jared, avessero la meglio.
Un attimo dopo, il fisioterapista , si ritrovò imprigionato sotto il meraviglioso corpo del suo giovane compagno.
“Il massaggio può aspettare. Ora ho altro per la testa!” quasi ringhiò Jared, conquistando quella parte di collo che sapeva far impazzire Jensen.
“Da..davvero?!”
“Sì, davvero!” convenne mentre piano scivolava con le labbra affamate lungo la spalla di Jensen per poi conquistare ogni porzione di pelle che in quel momento riteneva appetibile.
“E cosa…cosa ti passa…per la testa!?” azzardò sorridente Jensen.
“Far gemere come una verginella alla prima notte di nozze un medico di mio conoscenza!” lo parafrasò Jared, che soddisfatto del fremito che aveva sentito lungo tutto il corpo del compagno, iniziava a scendere sul torace e poi gli addominali e sempre sempre più giù.
“Non vale. Ora mi rubi anche le battute?!” sembrò replicare Jensen che già iniziava a strattonare le lenzuola tra le sue mani.
“.. “anche..”? Perché , che altro ti avrei rubato?!” disse sottovoce Jared mentre continuava a saggiare il corpo, i brividi e i tremiti di Jensen.

A quella domanda , Jensen, lasciò andare le lenzuola e incorniciò con le mani il volto del compagno. Dolcemente lo costrinse a guardarlo beandosi dello sguardo che gli vedeva in volto. Desiderio, passione, amore, dolcezza.
Dio!! cos’era quel ragazzo. Quegli occhi, quel viso, quelle labbra. Quello sguardo.
“Il cuore, piccolo. Mi hai rubato il cuore!” confessò senza smettere di guardarlo e sorridendogli amorevolmente quando vide un infinita dolcezza prendere sopravvento sul volto del compagno. “Mi hai rubato il cuore.”

Jared, lentamente ritornò verso il viso di Jensen e gli posò un bacio leggero sulle labbra piegate in un sorriso appena accennato. Jensen gli aveva salvato la vita in un certo senso. Era stato paziente e comprensivo durante la sua riabilitazione. Era stato soprattutto tollerante con quello che era successo con quel casino di Misha. E poi si era lasciato amare e lo aveva amato senza più limiti o incertezze.
Era lui. Jensen era la sua metà, quella a cui non avrebbe più saputo rinunciare. Di cui non avrebbe più potuto fare a meno. Jensen era l’amore della sua vita.
“Dio!, quanto ti amo!” disse ad un soffio dalle belle labbra del medico, che piano , con le mani , lo aveva abbracciato, circondandogli la schiena e tenendolo contro il suo corpo.
“Ti amo anche io, Jared.” E poi ancora un bacio a suggello di quella dolcissima dichiarazione fatta quasi a fil di voce.

 Per un po’ i due rimasero così, stretti l’uno all’altro, godendosi i loro respiri regolari e sereni, beandosi del battito dei loro cuori unisoni.
“Jared?!”
“Che c’è?”
“Che fine ha fatto la verginella della prima notte?!” domandò Jensen non riuscendo però a non ridere di quella richiesta.
“Oddio!! Che ingiustificabile mancanza da parte mia!” si scusò teatralmente Jared mentre dopo averlo baciato con passione, riprendeva la sua tortura appassionata.
E poi come una vecchia celebre canzone “…furono baci e furono sospiri!

 
 




N.d.A.: questa cosina è collegata ad una mia storia di qualche tempo fa intitolata “Sorprese” che trovate  qui. Se volete leggetela e fatemi sapere . Mi farà un immenso piacere.  Baci baci!
Cin.
   
 
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