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Autore: serClizia    25/09/2016    5 recensioni
Mental institution!AU in cui l'ospedale è un po' un purgatorio, un po' l'inferno.
Entrambi saranno costretti a fare i conti con i demoni nella propria testa.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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12.

In your house I long to be
Room by room, patiently
I’ll wait for you there
Like a stone
I’ll wait for you there
Alone




Sam Winchester parcheggiò l’Impala e scese posando pesantemente gli stivali sul ghiaino.
Chiuse la portiera con un sorriso, era tanto che non guidava quella macchina ed era un bel ritorno al passato. Si era promesso che non l’avrebbe mai più aperta, non finché Dean era ricoverato.
Si incamminò verso l’entrata ma ebbe un ripensamento, e si fermò ad osservare il Glenwood Springs Psychiatric Hospital, contemplando il colore delle mura esterne, le finestre, le scale dell’entrata. Quella, finalmente, sarebbe stata l’ultima volta. Non avrebbe mai più messo piede lì dentro, non sarebbe mai più stato costretto a guardare quelle mura e pensare a cosa contenevano e quanto ciò significasse per lui.
Dean era libero, erano entrambi liberi.
Giocherellò con le chiavi, prima di ficcarsele in tasca e infilare finalmente la porta. Per l’ultimissima volta.
L’interno era sempre uguale, erano passati mesi dall’ultima visita e niente era cambiato. Forse c’era un tasto pausa per questo genere di posti. Gli inservienti erano gli stessi, persino l’infermiera rossiccia della reception, che lo salutò con un sorriso smagliante.
“Sam Winchester! Pensavo non ti avrei più rivisto, da queste parti.”
“Sì, beh, non è certo una visita di cortesia.”
Il sorriso le si spense sulle labbra. Sam decise di soprassedere. “Sto cercando il Dottor Milton.”
“Certo, glielo chiamo subito. Aspetti qui.”
Sam decise di soprassedere anche sull’improvviso ritorno al ‘lei’. Non sarebbe mai uscito con una ragazza che lavorava nell’ospedale psichiatrico che aveva rinchiuso suo fratello – no, nemmeno se era stato lui a mettercelo dentro. Voleva mettersi l’intera faccenda alle spalle. Si guardò intorno nell’attesa, tanto per fare qualcosa, mentre stava appollaiato col gomito sul bancone della reception in attesa di finire di pagare l’ultima rata doveva all’ospedale.
Non aveva neanche chiesto a Dean se volesse farlo lui stesso, anche se in passato si era sempre occupato dei suoi debiti. In questo caso, c’era stato un tacito accordo perché Dean non mettesse mai più nemmeno il naso in quell’edificio. Sam gli aveva detto dove fosse diretto prima di uscire, e Dean aveva semplicemente borbottato un “Oh, okay” a testa bassa prima di lasciare la stanza. E Sam sospettava che ci fosse più di un motivo per quella reazione.
E non riuscì a resistere.
Si avvicinò alla porta della sala comune, esitando un secondo prima di affacciarsi. Aveva il terrore di quello che poteva trovare, o meglio, non trovare. Un pensiero lo aveva tormentato per un sacco di tempo ‘E se Cas avesse deciso di fare qualcosa di stupido…?’. Aveva provato a parlargliene, ma quel testardo di suo fratello maggiore non aveva voluto saperne. La loro casa, di nuovo in Kansas, lontano da questa merda dell’Oklahoma, era una zona ‘Cas free’.
Per fortuna una testa di capelli arruffati vicino alla finestra fugò tutti i suoi timori. Cas era lì, seduto al tavolo, che guardava fuori e sembrava… beh, sembrava miserabile.
Non era solo l’espressione, più spenta di quella che gli avesse mai visto fare, l’occhio vacuo, o le spalle afflosciate su se stesse, no, fu la barba incolta a colpirlo. Cas, almeno a quanto Sam aveva potuto vedere nelle sue visite, era sempre rasato di fresco. E quel piccolo, stupido, enorme dettaglio lo spinse ad agire, ad avvicinarsi mentre trovava un vecchio foglio di carta strappato e una penna nelle sue tasche. Si piantò di fronte a lui, un gigante e un barbone, con la luce che entrava dalla finestra che li avvolgeva come una coperta calda.
“Ehi, Cas,” lo salutò.
Castiel, prevedibilmente, non rispose.
  
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