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Autore: ErZa_chan    25/09/2016    2 recensioni
Lancio un altro grido, mentre percepisco il dolore che attraversa il mio corpo, sempre più forte.
Tengo gli occhi chiusi, il buio mi sommerge completamente: tutto quello che sento è l'orribile squarciarsi della mia pelle e lo scricchiolio disumano delle mie ossa. [...] Il cuore mi batte all'impazzata e perdo totalmente la concezione della realtà: il mondo intorno a me diventa solo un ammasso indistinto di suoni e odori e sento di poter cedere da un momento all'altro.
No.
Devo resistere al dolore.
Non voglio morire.
Non posso morire.
Io voglio vivere.
________
Due ragazze francesi, prive di memoria, vengono ritrovate in un bunker sotterraneo durante una missione dello S.H.I.E.L.D. Non ci vuole molto perché scoprano di essere state vittime di orribili sperimenti e, affiancate dai migliori agenti del paese, cominceranno a scoprire che, nascosto nel loro passato, c'è qualcosa di molto più temibile di quanto pensino.
[Post-Avengers, Pre Capitan America TWS]
[OC(s)xAvenger(s)]
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo quattro
 

I'm gonna live like tomorrow doesn't exist
Like it doesn't exist
I'm gonna fly like a bird through the night, feel my tears as they dry
I'm gonna swing from the chandelier, from the chandelier

Chandelier-Sia

 

Sono passati cinque giorni da quando si sono conclusi i nostri test fisici e io e Anaëlle siamo state spostate in due differenti stanze, poco più che celle, ma col letto decisamente più morbido.
Hanno ritenuto prudente separarci, per evitare ulteriori episodi come quelli avvenuti in palestra e, sebbene la cosa mi secchi profondamente, comprendo che sia la scelta logica migliore.
Così, quando l'agente Hill ce l'ha comunicato, non ho battuto ciglio, a differenza di Anaëlle che ha emesso una specie di uggiolio intristito, decisamente inquietante.
E' strano come entrambe percepiamo che il nostro legame sia forte ma nessuna delle due sappia cosa realmente ci avvicina: siamo forse sorelle? Migliori amiche? So per certo che questa è una delle centinaia di domande che tormenta entrambe mentre cerchiamo di fare luce su un passato praticamente inesistente.

Lancio ancora una volta in aria la pallina antistress datami da Banner e la riprendo al volo, lasciando che i pensieri mi travolgano. E' un suono sordo che mi distrae, facendomi scivolare la pallina di mano e facendola rotolare in un angolo della piccola stanza: qualcuno sta bussando alla porta. Mi alzo lentamente e faccio scivolare la mano sulla serratura, aprendo.

"Strano, non pensavo che qui allo S.H.I.E.L.D. foste così educati." scherzo, mentre Barton sbuffa lievemente, nascondendo un accenno di sorriso che si forma sulle sue labbra.

"Sei fortunata che non abbiano mandato Natasha." scherza, inaspettatamente.
Oggi sembra essere particolarmente di buon umore.

"Già mi manca!" esclamo e una risata sommessa attira la mia attenzione: Anaëlle è a pochi passi da noi e osserva, sempre che così si possa dire, la scena con aria divertita.
Barton sembra ignorare la mia risposta mentre ci fa cenno di seguirlo con un movimento del capo.
Mi stupisco del fatto che non ci ammanettino o prendano misure di sicurezza di alcun tipo, ma faccio appena in tempo a formulare quel pensiero che sento il metallo freddo serrarsi intorno ai miei polsi così come intorno a quelli di Anaëlle.


"Lo immaginavo." commento, guardando Clint, che pare sorpreso da quell'affermazione.


"Ma non mi dire! Forse perché sfoderi denti e scaglie con cui sbrani la gente?" mi domanda sarcastico e Anaëlle ride mentre alzo gli occhi al cielo e Barton torna a camminare per i corridoi, chiaramente soddisfatto di se stesso.
La stanza in cui veniamo condotte non ha nulla a che fare con tutte quelle viste in precedenza: non ci sono ostacoli, spalliere né tanto mento strumenti da laboratorio o per prelievi. Sembra quasi un ufficio sulla cui parete sono proiettati grandi schermi blu e con una grossa scrivania in vetro al centro, ricoperta di fogli e appunti di vario genere.

"Non sapevo che voi spie super tecnologiche aveste anche dei super uffici moderni!" commenta Anaëlle e sorrido, felice di sentirla finalmente aprire bocca.

"Non ne bastava una sarcastica...ce ne sono toccate due." borbotta sotto voce Clint e l'istinto mi suggerisce di battere il cinque ad Anaëlle, ma mi fermo, convinta che non sia il momento opportuno. Lei sembra fare lo stesso poiché si limita a lanciarmi un'occhiata che potrei benissimo interpretare come compiaciuta.

"Gi uffici super moderni sono solo per i super capi."

Una voce profonda ci fa sobbalzare all'improvviso e ci giriamo verso la porta d'ingresso, vedendo un uomo di colore stagliarsi sulla soglia: è vestito con un lungo impermeabile nero e ha una benda sull'occhio destro. Lo riconosco: è Fury, l'uomo che pochi giorni fa ci aveva mandate da Banner e che era rimasto particolarmente seccato dal fatto che avessimo provato a prenderci gioco dei suoi agenti...

"Questo è il momento in cui ci inchiniamo davanti al re?" bisbiglio a Barton e lui sorride misterioso.

"Chissà." mi risponde, vago e non posso fare a meno di apprezzare il fatto che stia al gioco.

"Immagino vi ricordiate di me: sono Nick Fury, il direttore dello S.H.I.E.L.D"-si presenta-"E avete già incontrato il dottor Banner." dichiara, mentre quest'ultimo entra nella stanza dietro di lui, facendoci un cenno di saluto con la mano.


Io e Anaëlle annuiamo, mentre scrutiamo il nuovo arrivato: il capo di quella gabbia di matti sembra un uomo incredibilmente freddo e razionale, cosa che non può che farmi piacere; forse sarà in grado di darci qualche delucidazione sulla nostra situazione, sul nostro passato.


"Sono qui per parlarvi della vostra permanenza nello S.H.I.E.L.D."- comincia Fury, fissandoci col suo unico occhio buono-"Sono stato informato della vostra amnesia il che, se devo essere sincero con voi, per noi è una grave perdita. Le poche informazioni di cui siamo al corrente per quanto vi riguarda non sono sufficienti per spingerci ad ulteriori indagini, per tanto speravamo che voi due foste in grado di dirci qualcosa di più sul vostro luogo di reclusione o sugli esperimenti praticati lì."

Io e Anaëlle scuotiamo la testa quasi in sincronia e sento un vago senso di disagio crescermi alla bocca dello stomaco, quasi mi sentissi in colpa.

"In realtà, siete state in grado di fornirci qualcosa." afferma Fury, appoggiando due cartelline bianche sul tavolo, davanti ai nostri occhi. Su una c'è scritto Anaëlle, sull'altra Soggetto Sconosciuto n4239, un nome che sembra calzarmi alla perfezione, penso ironicamente.

"Le nostre analisi." deduco, guardando Banner che annuisce.

"Io e un'équipe di medici siamo stati in grado di analizzare il vostro DNA con risultati sorprendenti."-afferma, proiettando con un gesto delle immagini sui grandi schermi blu-"Entrambe voi presentate dei tratti totalmente fuori dal comune, nonché una struttura genetica che si distacca da quella umana."spiega, indicando le immagini di un filamento di DNA.

"E' a tripla elica."-sento mormorare e mi giro verso Anaëlle, stupita-"Parte di un altro DNA è stato impiantato col nostro, non è vero?"

Tutti la fissiamo sgranando gli occhi e Clint la scruta, quasi divertito:
"Abbiamo un piccolo genio tra di noi."

"Penso di aver studiato qualcosa di inerente a questo tema."- si giustifica Anaëlle-"Ma non riesco a ricordare cosa."

Fury sospira ma non commenta ciò che la mia compagna ha appena detto, mentre Banner cerca di riprendere il filo del discorso:
"Come dicevo, ognuna di voi presenta dei tratti anomali. Siamo stati in grado di isolare i geni differenti e catalogarli..."-Banner sembra esitare, mentre ci scruta-"Catalogarli come animali." conclude poi. Lo guardo senza capire: animali? Siamo..ibridi?

"Il nostro DNA è stato integrato con quello animale.."-riflette ad alta voce Anaëlle-"Per questa ragione siamo in grado di correre più veloci, di saltare ostacoli e di percepire l'ambiente intorno a noi.."


"Esatto, i vostri sensi sono come acuiti, implementati da quelli degli animali di cui presentate caratteristiche parziali."-conferma il dottore-"Anaëlle, per quanto è stato possibile capire, il tuo DNA è stato fuso con quello di.."

"Un lupo." -mi intrometto-"L'ho vista sul pavimento di quella cella, quando la credevo morta e, adesso, capisco di cosa si trattasse."

"Queste ragazzine sono più sveglie di quanto pensassi." commenta Banner, beccandosi un'occhiataccia del direttore che lo costringe ad ammutolire.

"Un lupo di cui ancora non siamo stati in grado di identificare la specie di appartenenza..può essere che siano state impiantate una serie di caratteristiche provenienti da più razze, per avere un risultato migliore. Lo stesso discorso vale per te..con i serpenti."

Sgrano gli occhi a quell'affermazione e arriccio le labbra in una smorfia di disgusto e sconcerto. Serpenti? Perché proprio a me i serpenti?

"Ugh."- E' tutto quello che riesco a dire in risposta a Banner, che mi scruta come dispiaciuto-"La prego, almeno mi dica che sono in grado di avvelenare le persone." commento, sarcastica e certo non mi aspetto che Banner annuisca, lasciandomi basita.

"Puoi creare una paralisi e, forse, persino la morte, ancora non siamo in grado di stabilirlo per certo."

Il silenzio cade nella stanza, mentre sento la mia mascella scivolare a terra lentamente, mentre cerco di dare un senso a tutto quello che ho appena sentito Esperimenti, impianti animali, veleno. Il mio passato deve essere senza dubbio poco noioso e, all'improvviso, non sono più così sicura di volerlo ricordare.


"La prossima volta porta anche la museruola." commento alla fine, girandomi verso Clint che sbuffa divertito.

"La prossima volta, signorina, spero che sarete in grado di controllare voi stesse." -mi redarguisce Fury-"Sarete entrambe trattenute nello S.H.I.E.L.D. fino a quando non rappresenterete più un pericolo per la comunità."

"Suona molto come sequestro di persona." fa presente Anaëlle, ma viene prontamente ignorata.

"Alla fine del vostro addestramento di base, avrete la possibilità di scegliere se rimanere o meno, non saremo noi a costringervi a farlo." spiega Fury.

"Sento come se stesse per arrivare un "ma"." commento e, infatti, arriva dopo pochi secondi.

"Ma sarete sempre schedate nei nostri archivi e tenute d'occhio, come tutti i soggetti dotati di abilità fuori dalle norma." aggiunge il direttore e io sbuffò sonoramente, reclinando la testa sullo schienale della sedia.

"Quando arriverà il momento e farete la vostra scelta vi sarà spiegato ogni punto dell'accordo." aggiunge finalmente Fury. Vorrei dire di sentirmi rassicurata ma, ora come ora, mi sento solamente in gabbia, imprigionata in quel posto per l'eternità.

"Altro?" domando ironica e Fury non risponde, ma estrae due buste sigillate dal cassetto della scrivania.


Devo decisamente smettere di fare domande in questo posto.


"Le vostre nuove identità, dato che siete prive di memoria."-afferma-"Adesso ho concluso." dice poi, scrutandomi con lo sguardo.

"Fantastico.." borbotto, afferrando la mia cartella e la mia busta e stringendole per quanto posso con le mani ancora ammanettate.
E' ora di scoprire qual è il mio nuovo nome.


**

"Camille e Anaëlle De La Croix?"- domando-"Nomi più banali non potevano trovarne." sbuffo.
Anaëlle mi sorride mentre mi allunga il budino confezionato della mensa dello SHIELD.

"Forse mi prenderai per pazza, ma non riuscirò mai a chiamarti Camille." afferma, sedendosi e appoggiando il vassoio sul tavolo di metallo.

Capisco cosa intenda: sento perfettamente che quello non è il mio nome. E' vuoto, privo di significato e probabilmente lontano anni luce da come mi chiamavo realmente.

"Lo so."-rispondo alla fine-"Sei fortunata a ricordarti chi sei, lo sai vero?"

Anaëlle si stringe nelle spalle:"Non ricordo chi sono, solo come mi chiamo."

Sbuffo, scuotendo la testa:
"E' già una parte di te, della tua identità che non ti è stata strappata via."-rispondo, abbassando lo sguardo-"E poi, non sei costretta a chiamarti Camille!"

"Non è terribile come nome."-la voce fredda della Romanoff ci interrompe bruscamente-"Impara a conviverci."

Natasha si siede al nostro stesso tavolo e non posso fare a meno di notare che il suo vassoio è pressoché vuoto. Ignoro il suo commento riguardo alla mia nuova identità e le indico il budino.

"Non è male, sai? Dovresti provarlo." le consiglio, non senza una punta di scherno nella voce.

Natasha alza il suo sguardo su di me e sento un brivido percorrermi la schiena
"Passo volentieri." si limita a dire, lasciandomi perplessa. Mi aspettavo una frecciatina, un insulto, forse persino un pugnale conficcato nella fronte, ma non un'oculata e normale risposta come quella che ho appena ricevuto.

"Okay.." le concedo, tornando a guardare il mio pranzo.

"L'unica parola di inglese che hai imparato fin'ora, immagino."

Ecco, questa suona già più come la Natasha che conosco.

"Ci stiamo lavorando"-interviene Anaëlle-"Essere autodidatta non è uno dei nostri punti forti, sopratutto se si è ciechi!"

Natasha sospira, tra il seccato e il divertito, poi ci lancia una lunga occhiata penetrante:
"Ne parlerò con Fury." ci concede poi e non posso fare a meno di sorridere vedendola cedere così e lei pare notarlo, perché mi fulmina nuovamente con lo sguardo.


Penso che dovrò farci l'abitudine.
 

Anaëlle ci osserva come se fosse divertita, ma non riesco veramente a capire cosa trovi così comico di quella situazione; forse la vecchia me avrebbe potuto capirlo al volo ma Camille non è così sveglia.
Le porte della mensa si aprono nuovamente, lasciando entrare un gruppo di agenti affamati tra cui intravedo Barton, che viene nella nostra direzione.
Istintivamente gli sorrido, indicando Natasha con un cenno della testa e alzando gli occhi al cielo. Lui sorride e appoggia una mano sulla spalla di quella che suppongo essere la sua migliore amica, se non addirittura qualcosa di più, visto il modo in cui si guardano. Posso percepire chiaramente che c'è un'intesa molto forte tra i due, probabilmente sono compagni di squadra da molti anni.

"Anaëlle, quando avete smesso di farvi fare prendere in giro da Nat, seguimi. Camille, tu resti con lei." dichiara poi.

Lo guardo sbigottita e lui rimane impassibile, ma so per certo che se la sta ridendo molto in quella sua testolina da arciere che si ritrova.
Anaëlle mette da parte il suo vassoio e fa quanto le è stato detto e io sbuffò mentre seguo Natasha fuori dalla mensa.
Vado dietro alla Romanoff titubante, girandomi un paio di volte indietro per guardare Anaëlle che segue Barton.
Sono piuttosto confusa: cosa vogliono fare? Perché separarci?
La donna continua ad avanzare per il dedalo di corridoi, senza darmi una spiegazione, così sbuffo spazientita.

"Dove stiamo andando?"le domando, seccata.

Non mi risponde e io le sibilo contro infastidita. Odio essere ignorata così.

Finalmente si ferma di botto e spalanca una grande porta a due ante.
Riconosco questo posto: è la palestra dove qualche giorno prima Banner ci aveva portate per testare le nostre capacità, o per capire quanto fossimo pericolose, a seconda delle interpretazioni.
Adesso la stanza sembra diversa: senza tutti quei sacchi al centro appare molto più grande.
Di lato noto un ring che precedentemente non avevo visto... Forse ero troppo stordita per ricordarlo.
Natasha mi fa segno di seguirla e mentre cammina verso una rastrelliera, a cui sono appoggiati diversi tipi di armi. Vedo pugnali, archi e perfino dei bastoni di legno, piuttosto lunghi.
Con mio grande sconcerto, vedo la Romanoff afferrarne uno e lanciarmelo. Lo prendo al volo, mentre lei inizia a parlare:

"Prima maneggiare le armi da fuoco, bisogna saper usare il nostro corpo: è l'arma più importante. Adesso metti il piede destro in avanti e distendi il braccio, così." mi spiega, mostrandomi come fare.

E' piuttosto rapida e ma schivo istintivamente il suo colpo. Si dice che la mente dimentichi ma il corpo no e forse è per questa ragione che dei movimenti fluidi mi vengono spontanei e mi sposto con un'agilità che mi sorprende.
Il suo colpo fende l'aria accanto a me e quasi non lo vedo.
Vuole andarci subito giù pesante? Ma che stronza.
Non mi tiro indietro. Dovrei colpirle il costato scoperto, magari appiattendomi a terra, mi suggerisce una vocina nella mia testa, ma l'istinto sembra prendere il sopravvento mentre mi avvento su di lei, usando il pezzo di legno più come una mazza che come un bastone da combattimento, colpendo un po' alla cieca, giusto per il desiderio di vederla sbagliare.

Ma lei non sbaglia.

Para ogni colpo, da qualsiasi parte arrivi:

"Non si brandisce così, ti ho detto." ripete, cercando di colpirmi nuovamente, mostrandomi il movimento corretto.

Il suo colpo va a segno: il legno sbatte sul mio fianco destro, facendomi sibilare dal dolore.

Sul viso di Natasha si disegna un piccolo sorrisetto compiaciuto, che mi fa imbestialire: attacco con più foga, sta volta seguendo i suoi consigli e quel che resta della mia razionalità e noto che il bastone sfiora diverse volta il suo corpo, senza però mai toccarlo.

Sibilo frustrata, sfoderando i denti: li sento pungermi nuovamente le labbra, ma non mi fanno male.
Lei li nota, ma non sembra farci troppo caso, mentre io sono sorpresa e amareggiata da come non riesca a tenerli sotto controllo.

E pensare che potrei saltarle alla gola e avvelenarla in un secondo..
Una bastonata passa a un millimetro dalla mia testa e mi abbasso appena in tempo per schivarla.

Okay forse non sarebbe così facile colpirla.

Mi rialzo velocemente e istintivamente salto, usando tutta la forza che ho nelle gambe.
Quando sono in aria faccio roteare i bastone e sferro il colpo, ma lei para la stoccata con disinvoltura e mi fa ruzzolare a terra.
Non demordo. Se solo la mia pelle fosse un pochino più resistente potrei subire colpi senza battere ciglio e atterrarla mentre è impegnata a cercare di colpirmi.

Mi metto un attimo in ginocchio, il bastone appoggiato sulle gambe e, non curandomi della Romanoff, cerco di concentrarmi. Durante il test di Banner mi ricordo che il mio corpo si era ricoperto come di scaglie..Se solo adesso potessi fare lo stesso...

Stringo ancora di più le palpebre, sforzandomi e all'improvviso sento come se una patina gelata ricoprisse la mia pelle.
Esulto interiormente: posso tenerlo sotto controllo, se voglio.
Cerco di trasformare solo le braccia e mentre le sento mutare, percepisco un attacco provenire alle mie spalle.
In una frazione di secondo scivolo lateralmente, schivandolo e poi apro gli occhi: Natasha ha provato a colpirmi alle spalle.

"Sei sleale." commento, rialzandomi in piedi e attaccandola.

Il mio tentativo di trasformazione è parzialmente riuscito: soltanto le mani e le braccia fino al gomito sono ricoperte di scaglie, ma è sufficiente.
Non schivo l'attacco successivo della Romanoff ma lo blocco usando l'avambraccio, dopodiché scivolo lateralmente e cerco di colpire il fianco scoperto.

Vorrei poter dire di averla colpita, ma è lei a colpire me. Senza nemmeno capire come, mi ritrovo a terra, il bastone che rotola lontano e probabilmente un paio di brutti lividi sul fondo schiena.
Impreco piano, rialzandomi dolorante.

Natasha mi osserva con uno sguardo indecifrabile.

"Non era una cattiva idea"- mi concede alla fine-"Forse Fury non si sbagliava sulle vostre potenzialità. Adesso in posizione, forza. Non andrai mai da nessuna parte in questa maniera."

 

Mentre attacco nuovamente, riprendendo quella danza infernale, mi chiedo se Anaëlle se la stia cavando meglio.



chiacchiere inutili dell'autrice:
Il capitolo è in ritardo, lo so, perdonatemi! Purtroppo, è sempre più difficile conciliare studio e scrittura e trovare il tempo per pubblicare, ma vi prometto che farò del mio meglio! Che dire, finalmente habemus nomen! Camille è la protagonista di questa storia, affiancata da Anaëlle e il loro rapporto è ciò a cui tengo di più in assoluto, ma non voglio spoilerarvi nulla in merito!
In ogni caso, spero che il capitolo vi sia piaciuto: finalmente cominciamo a vedere che lo Shield ha deciso cosa fare di Cam e An e, presto, vedremo come si evolveranno le cose! Che ne pensate per ora dei rapporti tra i vari personaggi? Vi avverto subito che ci saranno delle evoluzioni..impreviste!
Ma ho già detto fin troppo! Fatemi sapere cosa ne pensate, se avete un minuto di tempo.
Alla prossima, spero

Erza

 

  
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