Sei pentita, Sakura?
Le cicale cominciavano a cantare, i bambini tornavano a casa
mano nella mano con le loro madri dopo un pomeriggio al parco giochi e un sole
rosso pallido di un giorno estivo si nascondeva lentamente dietro il monte
Fujii.
Sakura rimaneva sempre affascinata da quella visione, tanto da
fermarsi accanto ai pilastri bassi di cemento che incorniciavano lati di quella
salita, per osservare la meraviglia del giorno che finiva, le case sembravano
cosi piccole da lassù, pensava la ragazza. Eppure la sua mente era affollata da
tanti pensieri il cui fulcro era Lui.
Sospirando riprese il suo cammino interrotto per pochi minuti.
Quella strada che cosi bene conosceva sembrava avvolgerla come in un abbraccio.
Ricordava ancora la prima volta che si erano conosciuti…
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Era una fredda mattina di novembre, la notte precedente aveva
diluviato, abbassando le temperature di due gradi pieni. Si era appena seduta
per far colazione e suo padre la fisso serio.
“Sakura, alla fine
dell’anno ti diplomerai e io e tua madre siamo preoccupati per questa tua
indecisione sull’università”
“Quindi?” chiese
cominciando ad innervosirsi “Non ho detto
che non voglio andarci, solo che ancora non so a quale”
Haruno-san prese lo zucchero per versarsi due cucchiaini abbondanti
sul caffé e continuò “Quindi
oggi pomeriggio verrai con me, ti voglio presentare una persona…”
Sakura acconsentì, tanto suo padre non l’ascoltava, non
ascoltava mai nessuno a parte se stesso ovviamente.
Poche ore dopo stava seduta a sorseggiare del tè di fronte a
quella persona. Il padre non faceva che parlare, senza darle alcuna possibilità
d’inserirsi. Dal canto suo l’uomo, la fissava come a
volerla trapassare, come se la stesse studiando e a lei non piacque molto. Da
quello che aveva capito era una specie di professore pre-universitario.
Di
quelli che ti fanno studiare per capire a quale università
iscriversi. Come se essere indecisi fosse un peccato capitale…
“Può aiutarmi?” chiese il
padre
Lui si schiarì la voce e pacatamente rispose “In teoria è Sakura che dovrei aiutare…in
ogni caso si, sono sicuro di potervi aiutare”
Da quel giorno Sakura puntualmente dopo la scuola andava da
lui. Inizialmente non le andava, ma quello sguardo magnetico da uomo maturo era
irresistibile.
Persino Sasuke era sparito dai suoi pensieri, completamente
rapiti da quell’uomo che non lasciava libera. Come una bimba scriveva il suo
nome e lo sognava ad occhi aperti. Sospirando tutte le volte che lo immaginava
accanto a lei.
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Il suo malessere era dovuto ad un’unica causa. Alla fine aveva
fatto l’unica cosa che lui le aveva chiesto di non fare. Si era innamorata, sì
di lui, l’ultima persona che avrebbe mai pensato potesse amare.
Nonostante tutto era successo.
Lei sapeva che non avevano futuro e nello stesso tempo non
voleva sapere, una contraddizione la sua trasparente come il vetro, ma quando
imboccava quel vialetto e metteva il piede sul primo gradino della rampa di scale
che aveva salito centinaia di volte che sembrava aver assunto l’impronta dei
suoi piccoli piedi, il cuore martellava come un tamburo durante il carnevale di
Rio.
‘ Ti pentirai di questo… ‘
Le aveva detto cosi la prima volta che si erano baciati e avevano
cominciato quella assurda, ma appagante relazione. Lei impudente aveva
risposto: ‘ Non sono affari tuoi, faccio da sola le mie scelte ‘
Lui per un secondo rimase accigliato da tanta sicurezza per poi
ridere suadente e infine rinchiuderla nel suo caldo e forte abbraccio,
legandola indissolubilmente a lui.
Arrivata in cima si diresse verso il suo appartamento e si
accorse di camminare più in fretta, non vedeva l’ora di vederlo e allo stesso
tempo temeva di non poter più nascondere il suo amore.
‘ Non innamorarti di me io
non posso più ricambiare ’
Quelle parole erano il risultato di un’esperienza che l’aveva
segnato e soprattutto il ricordo di un fantasma contro di cui lei doveva sempre
combattere.
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“Sakura a rischio di farti
incazzare ti devo chiedere una cosa” chiese senza preavviso durante uno
dei loro incontri pre-universitari.
“Cosa, sensei?” parlando
aveva alzato il viso con aria interrogativa e ritrovandosi a guardare i suoi
imperscrutabili occhi neri.
“Come mai sei cosi
indecisa? Sono due mesi che vieni e ancora non ho capito da dove nasce”
“Sensei, è solo che vorrei
fare tante cose, ma non c’è un’università universale”asserì con
deluso sarcasmo.
Lui scoppiò a ridere “Non
è necessario potresti sceglierne una e fare dei corsi privati per le altre cose
che t’interessano”
“Mio padre non mi darebbe
un centesimo”
“Sakura, ma tu non fai mai
nulla che ‘ tuo padre non approvi ’?”
Lei s’indigno parecchio, per quella persona era solo una
mocciosa che non sapeva cavarsela, certo che avrebbe voluto fare quello che
voleva, ma non era facile esprimersi con i suoi che controllavano con tanto
fervore gli studi della loro preziosa figlia.
Sakura che quasi si sentiva soffocare per tanto orgoglio, come
prigioniera.
“Mi piacerebbe essere un
menefreghista come lei, ma ho dei doveri nei confronti dei miei genitori”
“E dei doveri per te
stessa?” le chiese accarezzandole il viso, lei arrossì, e il cuore si
fermò quando senti quelle dita affusolate seguire il contorno delle sue labbra.
Non aveva mai sentito una tale sensazione, nemmeno nelle sue
fantasie più ardite aveva sentito una tale scossa su per il corpo. I loro visi
erano cosi vicini da poter sentire i rispettivi respiri…
Presa dalla stessa follia che quella mano le stava creando
poggiò la propria su quella del suo insegnate. Lo sguardo di fuoco che
ricevette sembrava aver innescato una reazione a catena dentro il suo corpo e
mente.
Tuttavia lui come se si fosse bruciato da quell’incendio ritrasse
subito la mano, si schiarì la voce e si alzo per girarsi verso la finestra.
“Per oggi abbiamo finito,
ci vediamo domani”
Lei non credeva a quelle parole, sembrava quasi che volesse
baciarla e invece la stava buttando fuori. Nel suo cuore di diciottenne
inesperta non riuscì a captare la vera essenza di tutta quella storia, senza
una parola raccolse i libri e uscì di corsa.
Il giorno dopo a scuola ne parlò con Ino, la quale rimase un
po’ basita di quella tresca segreta.
“Non è una tresca, mi ha
solo toccato il viso”
“Sakura, sono la prima a
dirti buttati…se non avesse più di dieci anni rispetto a te”
“Ino! Voglio un consiglio
non una lezione di moralismo, che in bocca a te stona parecchio”
“Mmm…come siamo
suscettibili…” esclamò ridendo, ma vedendo che l’amica assunse
l’aspetto di un piccolo demonietto inferocito si riprese dicendo “Secondo me è terrorizzato da te…”
“In che senso?”
“Nel senso che ti vuole, ma
visto che è tuo insegnante privato ed è più grande, non sa come venirne a
capo…”
La ragazza dai capelli rosa parve pensierosa sulla risposta “Dovresti aiutarlo a decidere mia cara…io
li preferisco più giovani, ma se a te piace non sono contraria solo vedi di
stare attenta”
Per tutto il tragitto non fece che pensare alla discussione con
Ino.
Come tutti i pomeriggi, puntuale si presento da lui, stavolta
non andò ad aprire, trovò però la porta aperta. Aveva deciso di parlare con lui
e l’avrebbe ascoltata. Entrando lo trovò davanti la porta che la fissava. Il
suo sguardo era strano dal solito, sembrava sofferente. A lei dispiacque tanto.
“Io…”
Lui velocemente s’avvicinò imprigionandola tra la porta e il
suo caldo corpo.
Una reazione del genere non era da lui, pensò lei, che nel
frattempo si stava sciogliendo come neve al sole. Le loro labbra erano ad un
soffio.
“Zitta…non sarò il tuo
svago per ribellarti al tuo papino che ti tiene in una gabbia dorata”
“Se pensi questo non hai
capito niente di me…” sussurro lei amareggiata.
“…Sakura…” mormorò
con voce più bassa del normale. Un attimo dopo si stavano baciando come se non
avessero desiderato altro. Quelle forti braccia la sorreggevano, come se
fossero nate solo per quello scopo. Le labbra di Kakashi chiedevano passione e
altrettanto desiderio, che lei non gli negò, rispondendo con altrettanta
enfasi.
Scivolando sul pavimento senza smettere di divorarsi, Sakura
non credeva fosse possibile sentirsi la persona più libera del mondo solo con
un bacio.
“Sakura…” mormorava il suo nome con dolcezza e sensualità, il respiro caldo le solleticava la spalla
“Sakura” ripeté come se non
potesse più fermarsi, catturando nuovamente le labbra della ragazza.
Da quel momento fu solo sua e lui paradossalmente fu solo di
lei, almeno il corpo. Però spesso si chiedeva di chi fosse il cuore.
Perché lui aveva amato da giovane una ragazza, che aveva
trattato male, tradendola e poi lasciandola. Lui conviveva con il suo ricordo e
costringeva involontariamente anche lei a farlo, quando capitava quelle volte
che le accennava a qualcosa o quando lei stessa pensava che lui la stesse
ricordando.
**_____**
“Sei in ritardo, ti sei messa di nuovo a fissare il tramonto
vero?”
Conosceva tutto di lei, dal suo corpo alla sua anima e nessuno
sapeva capirla meglio di lui.
Nonostante lui a volte facesse il misterioso lei aveva imparato
a conoscerlo ed ad accettarlo cosi com’era.
Perché alla fine non poteva fare a meno di
lui, perché lo amava.
Nessuno sapeva della loro relazione, che andava avanti da
cinque mesi e a lei stava bene cosi. Kakashi era solo suo…almeno cosi voleva
lei. Ma vivere con la costante incertezza non le piaceva.
Se prima le andava bene ora non era più disposta a dividerlo.
Timidamente si avvicinò a pochi centimetri da lui.
“Già…”
Lui si voltò baciandola e stringendola a se come faceva sempre,
rispose all’impeto con altrettanta passione. Come sempre era
riuscito a cancellare con niente tutto quello che voleva dire.
“Sakura, sei qui con me?” chiese passando a torturarle la pelle
del collo dov’era particolarmente sensibile.
“Sono sempre con te…Kakashi…” gemette gettando la testa di lato
per riservare lo stesso trattamento al suo compagno.
I vestiti scivolavano come nuvole birichine spinte dal vento,
davanti a lui si sentiva sempre nuda e vulnerabile. Ma non provava vergogna,
lasciando le sue braccia s’avvicino come una pantera al letto, ancheggiando sensualmente
verso le fresche lenzuola. Sapeva che lui osservava sempre quella scena,
ammirandola e divorandola con gli occhi.
La raggiunse osservando tutta la bellezza del suo corpo
candido. Candido non perché fosse immacolato, l’aveva posseduto cosi tante
volte che conosceva bene ogni centimetro, ogni segreto e tutte le volte per lui
era la prima volta, ma perché rappresentava qualcosa che lui non era.
Sakura era come un angelo che poteva purificarlo dai suoi
peccati. La pelle morbida di pesca, le labbra sospiranti che anelavano di
essere baciate. Il corpo che nascondeva gioie celate…
Si chiedeva molte volte perché il suo desiderio per lei
continuasse imperterrito a dannargli l’anima.
“Kakashi…” un invito, una supplica…desiderio allo stato puro.
L’estasi di carezze accennate che si sviluppavano in tocchi
profondi e mirati per dare piacere. Labbra che si toccavano come ali di
farfalle e dispettose sfuggivano ai baci dell’altro.
Bollenti come lava. Dolci come miele…
Sakura sentiva di fluttuare. I sospiri trasformarsi in urli di
puro godimento. Infine la resa della battaglia, quando lui decise di fondersi
dentro di lei.
Due esseri…un unico corpo…
Movimenti convulsi e ritmici, parole senza senso…respiri e
ancora respiri…
Riposava beata tra le sue braccia, ma non dormiva…aveva ancora
una cosa che doveva dire, anche a costo di perderlo. Alzando il viso per
parlargli lui le fece una domanda.
“Sei pentita Sakura?”
“No…”
“Bene, perché io ti amo…”
Lei spalancò gli occhi un paio di volte prima di capire.
“Mi ami davvero?” chiese incredula.
Lui le accarezzò il viso come la prima volta “Sai bene che io
non dico mai cose importanti se non le penso e stavolta so che ti amo”
Piccole lacrime inumidirono il viso della ragazza, si strinsero
forte come a non volersi più lasciare “Kakashi…ti amo tanto…”
“Ehi mi ami e piangi cosi?!” esclamò lui ridendo e baciandola
tra i capelli di caramella.
“Scusa e che tu avevi detto…e io pensavo che amassi ancora
lei…”
“Lo credevo, ma lei fa parte del mio passato, tu sei il mio
presente, ti amo Sakura…”
Lei rise di gioia “Io voglio che mio padre lo sappia e non
m’importa se non sarà d’accordo”
“Ohhh quanti cambiamenti positivi…”
“Grazie a te…mi hai ridato la vita…e ho deciso a quale facoltà
iscrivermi” gli confidò molto fiera di se stessa.
“Davvero? Hai scelto!”
Lei sorrise più felice di prima, sprofondando tra i cuscini,
schiacciata sotto il forte abbraccio di colui che amava “Si!” esclamò
baciandolo.
‘ Forse l’amore non è cosi facile da trovare, ma se si
guarda attentamente potrebbe già essere accanto a noi. Puoi trovarlo nei posti
più strani del mondo e a volte è solo un gesto che ci aiuta a dare un valore a
quello che si fa. Io l’ho trovato e si chiama Kakashi, che mi ha dato una
splendida famiglia e mi ha fatto diventare una madre… ’
Finalmente aveva finito il libro che stava scrivendo da troppo
tempo, tanto che il suo editore si era accampato nel suo salotto.
Uscendo dal suo studio, la sua bimba di cinque anni le balzò in
braccio “Voleva vederti” le disse una voce profonda alle spalle. Lei chiuse gli
occhi e girandosi sorrise dolcemente al marito che adesso le accarezzava i
capelli.
Le loro fronti si poggiavano una sull’altro e i loro sguardi
dicevano molto di più di poche parole scritte su un foglio bianco.
Lady_KuroiNeko:
Ok, ok, non amo molto le KakashixSakura, non so nemmeno io da
dove è uscita fuori ^^. Dedico comunque questo piccolo sclero alla mia cara
sorellina Deliaiason88. Sapevo che ne volevi leggere una e spero che la mia ti
piaccia baci, baci ^^