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Autore: Sayaka chan 94    26/09/2016    3 recensioni
Lucy, studentessa brillante ,ricca, ingenua e cocca di papà,un principe azzurro ed un matrimonio imminente.
Natsu,artigiano creativo,indipendente ,ingenuo,mani abili ed un enorme sorriso,una scelta cruciale da prendere.
Può l'inzio di una storia d'amore partire da un punto di arrivo?
Collaborazione con la bravissima e talentuosa NinaD.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Natsu, Natsu/Lucy, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'affusolata auto nera percorse le strade deserte con fin troppa calma, in quella giornata scura che dava l'aria di voler precipitare nella più violenta pioggia, Lucy guardò fuori dal finestrino con il viso segnato dall'ansia ,incapace di trovar pace, non ancora. Erano passate circa due settimane da quando Bickslow tirò fuori quella battutaccia sull'avere "una pagnotta nel forno" e la prima cosa che Lucy aveva fatto, dopo un esame di coscienza, fu prendere appuntamento per delle analisi il prima possibile. Le occhiaie sul suo volto erano ormai così scure e profonde che nemmeno il più professionale correttore o fondotinta le avrebbe coperte e, mentre con il padre adoperò la buona vecchia scusa "è un periodaccio all'Università", con Bickslow servì a ben poco
-Lucky non mi prendere per il culo, è da quando hai scoperto quel bavoso con la cameriera che sei strana...- aveva detto il ragazzo
-mi aspettavo che tu saresti stata depressa ma in realtà sei un po' lunatica, un'attimo sembri appena scesa da una nuvola di zucchero filato e subito dopo sembri appena risorta dall'inferno- continuava poi, ignaro che quei momenti di zucchero erano dati dai dolci ricordi con Natsu, che ancora custodiva gelosamente ma che si tramutavano in ansia e nervosismo subito dopo, ricordando la piccola grande mancanza avvenuta quella notte che portò Lucy a temere il peggio. Fu durante l'ennesima notte insonne che la ragazza chiamò Bickslow, incapace di tenersi dentro ancora un minuto di più quel martellante dubbio che le impediva di pensare lucidamente e, finalmente, lasciò che le parole uscissero da sole sentendo alla fine di ogni frase il petto farsi un po' più leggero e lo stomaco sgrovigliarsi pian piano. La sua idea era di confessarsi con Juvia, che essendo sua coetanea e amica intima avrebbe di sicuro compreso meglio la situazione, ma realizzò poco dopo che in realtà quello di cui sentiva più bisogno era essere rassicurata e protetta, quel tipo di appoggio e sicurezza che solo un fratellone poteva darle. 
 
-Posso abbassare il finestrino?- chiese Lucy all'improvviso sentendosi mancare l'aria, la sua voce riecheggiò nell'abitacolo in cui albergava un opprimente silenzio 
-certamente- rispose subito Bickslow  indicandole l'apposito pulsante accanto a lei, non era solita sedersi nei sedili anteriori, ma il ragazzo comprese fin troppo bene il grande bisogno di vicinanza e supporto che la sua Lucky non si azzardava a chiedere esplicitamente 
-Andrà tutto bene Lucky- disse spostando la mano dal cambio a quella pallida e fredda della ragazza, Lucy non rispose, non aveva idea di cosa dire quindi si limitò a stringere la mano di Bickslow, realizzando di colpo quanto conforto le avrebbe dato la presenza di un certo ragazzo dagli scompigliati capelli rosa.
 
Natsu alzò il naso tanto da poter odorare l'aria umida per poi stringersi in un brivido nella candida sciarpa, fino a poche settimane prima la primavera pareva aver ufficializzato la sua entrata in scena, con gli alberi in fiore e le giornate limpide e luminose. Natsu non potè che notare con delusione i bellissimi boccioli sugli alberi venir colpiti bruscamente dalle sporadiche gocce di pioggia, cominciando poi a correre per raggiungere bottega prima di zupparsi completamente. Accese le luci illuminando il piccolo negozio di una luce giallastra che si riflesse sulle innumerevoli superfici di legno laccato, il forte odore di cedro e cera si insinuò nelle sue narici agendo come da tranquillante sui nervi fin troppo sensibili da ormai settimane. Con passi lenti si introdusse sul retro levandosi giacca e sciarpa, adocchiando il cumulo di trucioli intorno a quell'armadio ancora da completare che senza troppi indugi tornò a scolpire con pialla e bulini, sperando che il lavoro potesse portare la sua mente altrove. Perché nonostante la sua parte razionale dicesse che molto probabilmente non avrebbe rincontrato Lucy mai più, gli occhi di Natsu non esitavano a ricercare ovunque la sua chioma di grano: per la strada, fuori dalla vetrina della bottega, al supermercato, alle poste e, più di tutti, al Fairy Glitter. Si perdeva intere conversazioni per scansionare ogni ragazza bionda a vista d'occhio, incapace di mettere una pietra sopra colei che in una notte era riuscita a cambiarlo in modo così indelebile.
Il campanello della porta tintinnò segnando l'entrata di qualche cliente 
-Arrivo subito- urlò Natsu pulendosi le mani su uno straccio a caso, quante volte aveva sognato di sentire quel tintinnio e di vedere l'eterea figura di Lucy varcare la soglia della piccola bottega, illuminando la sua giornata con un sorriso sereno, come se quei due mesi di lontananza non fossero mai passati, e nonostante sapesse benissimo fosse una scena impossibile, un sussulto d'aspettativa non fallì di farsi sentire ancora una volta. 
Fu decisamente difficile ritirare lo sguardo deluso quando davanti agli occhi gli si parò Lisanna, non che non fosse felice di vederla, la vedeva tutti i giorni, ma ovviamene non era Lucy 
-Perché non guardi il telefono?- chiese la ragazza scuotendo i capelli dalle punte bagnate come un uccellino infreddolito 
-Stavo lavorando- rispose Natsu avvicinandosi alla ragazza 
-ieri hai dimenticato l'ombrello da Levy, te l'ho preso io...- cominciò l'albina frugando nella borsa a tracolla
-ecco a te!- disse poi porgendo l'ombrellino dalla fantasia tartan al ragazzo 
-Oh grazie! Mi chiedevo dove l'avessi abbandonato sta volta, proprio oggi poi- disse Natsu volgendo lo sguardo sulla vetrina rigata di pioggia 
-Eh già, dai ammettilo, come faresti senza di me?- chiese beffardamente Liz, facendo increspare di divertimento le labbra di Natsu. Lisanna si trattenne in bottega per circa un'ora, cosa che capitava almeno una volta a settimana, aiutando Wendy con i compiti mentre Natsu si dava da fare fra pialle e smalti per legno 
-Cosa vuol dire "impinguare"?- chiese la bambina voltando il capo verso l'albina 
-impinguare? Dove lo hai trovato?- chiese di rimando la ragazza sporgendosi sul libro di antologia 
-qui, verso 30- rispose la bambina indicando con l'estremità posteriore della penna la stana parola. La ragazza lesse e rilesse il verso della poesia cercando di cogliere il significato di quella parola mai sentita "che figura" pensò incapace di trovare una definizione a quella parola presa dal libro di una scolaretta 
-ma che vi fanno studiare a scuola?- chiese retoricamente la ragazza sulla difensiva
-Natsu! Tu sai cosa significa impinguare?- urlò poi richiamando l'attenzione del giovane
-ti sembro uno che sa cosa significa "impinguare"?- rispose il ragazzo alzando lo sguardo
-Non sono nemmeno sicuro di saper leggere, forse ho solo memorizzato tante parole- continuò poi facendo spallucce e innescando una risata da parte di Liz e Wendy
-ovviamente!- commento l'albina con tono ilare. 
 
Lucy si chiese se il grande edificio ospedaliero avesse sempre avuto quest'area spaventosa o era tutto frutto della sua mente impressionabile "avanti Lucy, devi solo ritirare il risultato delle analisi, andrà tutto bene, andrà tutto bene" si disse prendendo un profondo respiro 
-Pronta?- chiese Bickslow affiancandola
-No?- rispose insicura la bionda 
-Avanti non essere così pessimista, tra qualche ora ti ritroverai a ridere di questa stupida storia- la rassicurò il ragazzo cingendole le spalle con un braccio e trascinandola dentro l'edificio. Le luci bianche si riflettevano sul chiaro pavimento lucido dando a tutto un'aria così sterile e impersonale, le sedie erano quasi tutte occupate da persone diverse ma con la stessa espressione annoiata sul volto, Lucy e Bickslow si avvicinarono alla reception dove una bassa e paffuta donna dai lunghi capelli viola acconciati in una bassa crocchia stava leggendo il giornale
-Salve! Dovrei ritirare il risultato delle mie analisi... Mi chiamo Heartphilia- disse la ragazza mantenendo un tono di voce basso e, per quanto potesse, deciso. La donna alzò lo sguardo e, senza dire una parola, leccandosi indice e pollice partì alla ricerca di qualcosa nel cumulo di fogli e foglietti che aveva sulla scrivania, Lucy squadrò la donna leggendo il cognome sul cartellino bianco, "Spetto" era scritto in bella grafia con un orsetto stampato al lato, salendo poi a guardare il suo volto che, anche se piuttosto apatico, Lucy trovò comunque familiare, pareva quasi una nonna e forse era per questo che l'avevano messa alla reception, aveva come un'aura di tranquillità intorno a lei
-Ecco a lei, questo è il suo numeretto, salga al secondo piano, studio 13 della dottoressa Strauss, verrà chiamata a breve- spiegò la donna sorridendo dolcemente e tornando poi al suo giornale. Lucy si voltò fissando il foglietto con stampato sopra il suo numero 
-Allora?- chiese Bickslow accarezzandole un braccio 
-Secondo piano, dottoressa Strauss- disse solo Lucy, avviandosi all'ascensore. 
Come l'infermiera Spetto aveva detto, i due non dovettero aspettare troppo, a dire il vero sembrarono passare solo pochi secondi, nemmeno il tempo di darsi un'occhiata in giro che lo studio medico numero 13 chiamò al suo interno Lucy e Bickslow. La donna che li accolse all'entrata era alta e snella, di una lampante bellezza naturale: con i lunghissimi capelli nivei in morbide onde e i grandi occhi azzurri, Lucy fu quasi ammaliata dalla sua dolce espressione, sorridendole di rimando ma ghiacciandosi di colpo sul posto una volta posato lo sguardo all'interno della stanza. Le pareti erano tappezzate di foto artistiche di donne nude che sfoggiavano il loro pancione da gravidanza con fierezza, per non parlare delle foto con neonati dalla bocca spalancata e il visetto rosso peperone piegato dal pianto e i coniglietti disegnati sui muri, Lucy si voltò di scatto notando Bickslow inchiodato all'entrata con lo sguardo intriso di panico fisso sulla targhetta della porta 
 
"Studio ginecologico: Mirajane Strauss"
 
Per la bellissima albina fu impossibile non notare l'istantaneo turbamento nei volti dei due ragazzi 
-Qualche problema?- chiese posando una mano sulla spalla della bionda
-N-no... S-sì, me lo dica lei- sbottò Lucy dopo un breve balbettio 
-Prego sedetevi- rispose prontamente la giovane dottoressa, accomodandosi a sua volta dietro la scrivania 
-Non c'è alcun problema nelle sue analisi, anzi lei è sana come un pesce!- rassicurò poi, provocando ai due ragazzi un rumoroso sospiro di sollievo all'unisono 
-Non volevo spaventarla signorina, ho solo pensato che essendo al secondo mese di gravidanza avrebbe gradito qualche parola da parte mia- disse la Strauss portandosi una cioccia bianca dietro l'orecchio, con la nonchalance di chi ordina una pizza al ristorante. Fu in quel momento che gli occhi di Lucy si spalancarono il più umanamente possibile, sentendo il cuore battere all'impazzata così rapidamente da causarle un giramento di testa, la mano al petto come a voler rallentare personalmente quel battito cardiaco stordente e le lacrime incontrollate a rigarle le guance. 
 
Secondo mese di gravidanza 
 
Secondo mese di gravidanza 
 
Le parole le rimbombarono in testa fino a farle tremare le mani, che sudavano da quando aveva messo piede in quell'edificio infernale. Una parte di lei lo sapeva fin dall'inizio, andiamo, certe cose si sentono, ma la concretizzazione di quella sensazione fu più spaventosa di qualsiasi presentimento dettato dall'istinto femminile. Alla velocità della luce la sua mente fu tappezzata da immagini di bambini al parco, di mamme con il passeggino e di fiocchi rosa e blu affissi alle porte di casa, una miriade di domande e incertezze fioccarono nella sua testa: 
"Cosa faccio?" 
"Ne sarò capace?" 
"Come lo dirò a tutti?" 
Lei che dentro si sentiva ancora una bambina, come avrebbe fatto a gestire questa assurda situazione? 
Prima che se ne potesse accorgere stava singhiozzando sulla spalla di Bickslow che la strinse a sè sussurrandole 
-Calmati- e 
-Andrà tutto bene- all'orecchio.
-Ehi, cosa sono queste lacrime?- si intromise la dottoressa Strauss, oltrepassando la scrivania e accucciandosi di fronte alla bionda ragazza
-Non lo sapevi...- constatò in un sussurro, quasi fra sè e sè
-Sta tranquilla, è un colpo anche per le coppie più navigate, ma sono sicura che ce la farete- continuò l'albina portando via una lacrima dal volto di Lucy e guardando Bickslow con incoraggiamento 
-No non ha capito, noi non... Non è lui il padre- disse Lucy con mento tremante e da lì seguì una sorta di "riassunto delle puntate precedenti" intervallato da piccoli singhiozzi e sospiri ansanti. Lucy non seppe perché stesse dicendo tutto quanto a quella dottoressa, forse il fatto che si fosse tenuta così tanti segreti e preoccupazioni dentro la portò a sapersi confidarsi con chiunque, Mirajane dal canto suo ascoltò ogni parola tenendole la mano e accarezzandole i lucidi biondi capelli di tanto in tanto, era una ragazzina di non più di 20 anni, una ragazza come sarebbe potuta essere sua sorella minore, pensò l'albina, che catturata dalla storia di Lucy e dal suo fragile stato lasciò agire il suo istinto da "sorellona" 
-okay sta tranquilla, lo so che adesso ti sembra la fine del mondo ma prendi un bel respiro e fidati di me: andrà tutto bene- disse accarezzandole una guancia con il dorso delle dita 
-puoi stare da me per un po' se vuoi, il tempo di calmarti e capire come vuoi dire tutto a tuo padre, non sarai sola- continuò poi facendo alzare di scatto gli occhi nocciola di Lucy, adesso accesi da puro stupore e gratitudine. 
 
Natsu restò a guardare i cubetti di ghiaccio galleggiare nell'ambrato e frizzantino liquido scrutando come le bollicine di sodio si attaccavano freneticamente alle solide presenze fluttuanti, parevano pesciolini affamati all'ora del pasto
-Okay ho deciso!- sbottò Cana battendo le mani sul tavolo
-Imparerò a suonare il flauto traverso!- disse alzando un indice e squadrando tutti con entusiasmo 
-ci risiamo- tossì Laxus sistemandosi poi sullo sgabello 
-oh Cana- commentò Levy scuotendo il capo con un sorrisetto sulle labbra 
-Che c'è?- chiese la ragazza 
-Finirà esattamente come per quel corso di portoghese- rispose Gajeel roteando gli occhi 
-E le lezioni di danza del ventre- si aggiunse Grey con tono cantilenante 
-E non dimentichiamoci la classe di ceramica!- si aggiunse Natsu sghignazzando 
-Okay, siete degli amici pessimi... o come dicono in Portogallo: "maus amigos"- rispose la mora indignata, voltandosi poi di scatto e tornando al suo lavoro fra i tavoli. La serata stava procedendo come al solito, qualche chiacchiera idiota e tante risate
-Alla buon ora!- salutò all'improvviso Grey notando l'arrivo della piccola Lisanna 
-Scusate, ho avuto qualche imprevisto a casa- si giustificò lei prendendo posto al tondo tavolo
-A casa? Cosa è successo a casa? Come mai Mira non è con te?- chiese subito Laxus, fidanzato non che convivente, della Strauss maggiore, i tre dividevano una graziosa villetta di periferia da anni ormai 
-ha raccolto un randagio- rispose criptica Liz facendosi però capire dal biondo che, dall'espressione che assunse, non sembrò nemmeno troppo stupito.
-un randagio?- chiese spaesata Levy 
-già, una ragazza tanto carina, della nostra età più o meno, è rimasta incinta ed è sotto shock, non se la sentiva di andare a casa così credo che resterà da noi per qualche giorno- spiegò Lisanna 
-qualche giorno?!?- si intromise Laxus a denti stretti, diciamo che la sua contrarietà nell'accogliere questi "randagi" fu di colpo molto chiaro a tutti, tanto quanto la sua impotenza di opporsi al volere di Mira che pur di perseguire il suo obbiettivo, sempre di natura benevola ad esser sinceri, faceva il diavolo a quattro con chiunque. 
-Accidenti, incinta a 21 anni... anche per me sarebbe un colpo- commentò Levy alzando lo sguardo verso Gajeel che, contrariamente alle parole appena pronunciate dalla sua ragazza, fece spallucce con espressione incurante 
-come si chiama?- chiese Grey ormai mosso dalla curiosità 
-Non ricordo... Ma è una ragazza veramente bella: lunghi capelli biondi, seno prosperoso e viso da bambolina, sinceramente non mi sorprende sia rimasta incinta- rispose Lisanna, nella voce una punta di criticità 
-Lucy! Ecco come si chiama, Lucy!- sbottò poi, facendo scattare come una molla il giovane rosato seduto di fronte a lei. 
Gli occhi spalancati e i palmi stretti, le gambe si erano drizzate come un riflesso involontario 
-Cosa hai detto?- chiese alzando forse un po' la voce 
-L-Lucy, ho detto che si chiama Lucy- ripeté Lisanna con sguardo perplesso, ovviamente gli unici a capire quella impetuosa reazione furono Grey e Cana, ma mai si sarebbero immaginati di veder partire immediatamente il ragazzo, accecato da chissà quali pensieri
-Natsu aspetta! Hai idea di quante Lucy vivano in questa città?- lo bloccò Cana, incurante degli sguardi confusi degli altri 
-Già! Datti una calmata, hai più o meno una probabilità su 300.000, è impossibile sia lei- si aggiunse Grey, cercando di far tornare in sè l'amico 
-non mi interessa, fosse anche una probabilità su un milione, devo sapere- rispose di getto il rosato, arraffando la giaccia e correndo fuori dal locale lasciando il tavolo di amici nel silenzio più totale, spezzato poi dalla domanda di Gajeel 
 
-Okay... Cosa è appena successo?- 
 
 
 
Angolo autrici : Buongiorno bella gente e grazie mille per il feedback siamo davvero super entusiaste! Ed eccoci finalmente arrivati all’ufficiali disvelarsi della verità! Adesso non ci resta che attendere la reazione di Natsu…come prenderà la notizia? Non vi resta che continuare a leggere per scoprirlo ;3  e fateci saper al solito se avete critiche o suggerimenti ;3 ci aiutano continuamente per migliorarci e permettervi di  fruire una storia il più godibile possibile…
A presto e un abbraccio enorme ;)
  
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