“Masaki, buttati!”
“Non posso, non ce la faccio!” rispose Kariya Masaki, ponendo lo sguardo sull’erba alta.
“Lascia che venga prima io” e così dicendo, Kirino Ranmaru si mise davanti al turchese e si mise a battere le mani.
L’altro, incuriosito dal comportamento strano del rosa, glielo stava per chiedere, ma prima che potesse iniziare la domanda venne interrotto da un soffio simile ad una minaccia di un gatto furioso.
“Fatto” concluse il rosa “Non ci sono più vipere” e Masaki si accorse che improvvisamente il sibilio dei serpenti era scomparso.
“Vieni con me” e Ranmaru prese subito la mano dell’altro e insieme corsero sul prato, poi si abbracciarono e sorrisero guardandosi a vicenda.
L’allenatore Endou Mamoru richiamò a sé i ragazzi della Raimon, che erano sparsi nel prato: “Ragazzi, è ora di andare!”; così Kirino Ranmaru e Kariya Masaki si alzarono dal prato e raggiunsero il resto della squadra.