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Autore: frivolippa    26/09/2016    1 recensioni
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia sempre sulle nostre due amate Callie e Arizona..
Di solito le mie storie iniziano sempre con una tragedia perché penso che è proprio dopo la tempesta che ti accorgi che la vita forse ti sta dando una seconda possibilità e sta a noi saperla sfruttare al massimo. Spero vi piaccia 😊
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni
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Prendere la decisione di avere un figlio è importante. E’ decidere di avere per sempre il tuo cuore in giro al di fuori del corpo.

ARIZONA

Callie ci ha riportate a casa, mio padre è in commissariato, mi fido di lui, so che farebbe di tutto per Sofia. 
Mi appoggio alla finestra e guardo fuori in giardino, l’altalena di Sofia si muove come se ci fosse qualcuno li sopra. 
Mi sembra di sentire le loro risate, Callie che tenta di impara a Sofia a spingersi da sola sull’altalena, lei che si lamenta che è faticoso, che preferisce essere spinta, ma Callie non molla e continua a dirle che deve muovere le gambe su e giù. 
La vedo mentre la fa scendere dall’altalena e prende lei il suo posto per farle vedere come si fa, e poco dopo un crack riecheggia in tutto il giardino, Sofia che scoppia in una fragorosa risata seguita da quella di mia moglie con le gambe per aria e il seggiolino dell’altalena in terra.

-Arizona tieni – 
Vengo riportata alla realtà da mia madre che mi porge una tazza di tè:
-Grazie mamma – le dico sedendomi su uno sgabello e tornando a guardare fuori alla finestra, in quel giardino colmo di ricordi e speranze. 

-Andrà tutto bene Arizona – 
Mia madre è dietro di me, le sue mani mi accarezzano i capelli:
-Vedrai che tuo padre la ritroverà, sai quanto lui ami Sofia, sai benissimo che per lui è stato ossigeno puro in questi mesi, l’ha cambiato, ho rivisto in lui l’uomo di cui mi ero innamorata. Dopo la morte di tuo fratello tuo padre è cambiato molto, ogni giorno che passava aggiungeva un tassello in più alla sua corazza non permettendo a nessuno di scalfirla tranne a Sofia. 
Sofia riesce a tirare fuori il meglio dalle persone che la circondano, ho visto tuo padre fare cose che non faceva nè con te, nè con Tim, l’ho visto rotolarsi nell’erba, mangiare caramelle e l’ho visto perfino prenderla tra le sue braccia mentre era sul dondolo e stringerla al suo petto. Arizona tuo padre la riporterà a casa, su questo ne sono più che sicura. –

Le lacrime rigavano il mio viso ad ogni parola che mia madre aggiungeva, appoggiai sul palmo della sua mano la mia guancia e mi lascia cullare dalle sue carezze.
-Andiamo a letto Ari – 
-Si mamma andiamo – 

Andai in camera e presi il cellulare dalla mia borsa, nessun messaggio di Callie, odiavo quando si scordava di avvisarmi.
Le scrissi così un sms e andai a farmi una doccia, quando uscii dal bagno la prima cosa che feci fu prendere il cellulare e niente, nessuna risposta. 
Mi misi sul letto con il pensiero fisso oltre che su Sofia anche su Callie, non volevo opprimerla, sapevo che aveva bisogno del suo tempo e del suo spazio, ma poteva mandarmi un sms, glielo avevo anche chiesto.
Spensi la luce e provai a chiudere gli occhi ma non facevo altro che girarmi e rigirami nel letto, così accesi la bajour e presi il cellulare in mano, composi il suo numero e lo feci squillare fino a quando non si attivò la segreteria telefonica. 
Inspirai profondamente e cominciai a pensare a tutte le ipotesi del perchè Callie non rispondeva al telefono. 
Riprovai ancora e poi ancora, fin quando non presi la tuta, la misi e uscii di casa alla ricerca di un taxi.


CALLIE e SOFIA

Avevo tra le mie braccia la mia bambina, la sentivo mia, come sentivo parte di me anche Arizona, l’avevo sempre sentita mia fin da quando anche dopo l’incidente i nostri occhi si erano guardati, avevo sentito da subito un fremito dentro e non mi era stata mai indifferente anche se Dan continuava a dirmi che noi ci odiavamo e ora capisco anche il perchè.
La mia piccola era accollata tra le mie braccia, chissà cosa aveva provato da dopo l’incidente, si era sentita la causa del mio perdere la memoria, del mio non ricordarsi di lei, della separazione mia e di Arizona, dovevo recuperare il tempo perso, lo dovevo soprattutto a lei.

-Mammina – 

Sofia interruppe i miei pensieri, la guardai e le sorrisi:
-Dimmi amore –
-Mi racconti la storia di te e la mamma Arizona? –
Il mio cuore perse un battito, un nodo si formò al mio stomaco e mi venne quasi da vomitare:
-Amore, mi dispiace ma io non la ricordo – le risposi trattenendo le lacrime;
La vidi sorridere e tirarsi su abbandonando il mio abbraccio:
-Te la racconto io allora – disse con così tanto entusiasmo da non poter far a meno di sorridere.
-Affare fatto piccola, sono tutta orecchie –

-Tu e la mamma Arizona vi siete incontrate la prima volta nel bar dello zio Jo, tu eri molto triste e la mamma mi ha detto che era per colpa di una ragazza che ti aveva lasciata, così lei ti ha visto che andavi in bagno e ti è venuta dietro. 
Piangevi e la mamma Arizona voleva farti sorridere, perchè lei dice che tu hai il più bel sorriso del mondo e così si è presentata e avete scoperto che lavoravate entrambe in ospedale e dopo un pò di tempo che parlavate la mamma ti ha baciata –

“ Sofia aveva incominciato il suo racconto, il mio cuore aveva preso a battere, mi sudavano le mani, ad ogni parola ero sempre più emozionata . La mia mente era concentrata, la mia testa sapeva che quella era un qualcosa di già vissuto quando di colpo la mia testa si catapultò in una situazione simile a quella che stava descrivendo Sofia.

-Sono Arizona Robbins, chirurgia pediatrica, tu devi essere Callie Torres, ti ho vista in ospedale. Tutto bene? Sai le persone parlano sul lavoro, parlano tanto così per amor di onestà devo confessarti che so delle cose su di te, appunto perchè le persone parlano, ma sono chiacchiere belle, alla gente piaci molto, piaci a tutti, a qualcuno piaci di piu ad altri di meno. Ti ho vista triste stasera e volevo solo dirti che quando la tristezza sarà passata avrai una fila di persone pronte a corteggiarti.-
Risi fragorosamente alle sue parole:
-Vuoi farmi qualche nome? – 
Si avvicinò e mi baciò, il bacio più bello della mia vita, le sue labbra si poggiarono delicatamente sulle mie:
-Ora lo sai – 
E se ne andò via lasciandomi in quel bagno con il più bel sorriso stampato sul viso. “

-E da li avete cominciato ad uscire insieme facendo coppia fissa. La mamma ha raccontato che spesso avete litigato anche per colpa di papà Mark, alla mamma non piaceva che stava sempre tra i piedi, era gelosa, però tu eri tanto affezionata a lui. –
Scoppiai a ridere ripensando a ciò che la mia mente aveva ricordato prima, la guerra del peluche.
-Amore, ricordo che la mamma e papà non andavano tanto d’accordo –
-Aspetta mamma, non andare subito alle conclusioni, tu non te lo ricordi, fammi raccontare e poi vedrai se mamma e papà non si sopportavano –
La risposta di Sofia mi zittì e mi divertì allo stesso tempo.
-Ok signor capitano, prosegua con la storia –
Mi guardò con sguardo furbetto e poi riprese:

-Tu volevi bimbi, tanti bimbi e mamma Ari no, non era ancora pronta, e così incominciarono i vostri primi problemi. La mamma è andata via di casa, non vi parlavate più nemmeno a lavoro fino a quando un pazzo non è entrato in ospedale e ha cominciato a sparare a tutti perchè voleva vendicarsi di sua moglie che era morta. 
La mamma dice che tu sei stata una grande eroina, che lei era spaventatissima, il signor Clark è venuto nel reparto dei bimbi e anche tu eri li, e che hai convinto l’uomo cattivo ad andarsene senza fare nulla ai piccoli umani e hai rassicurato la mamma che era molto spaventata.
Quando la polizia ha liberato l’ospedale e vi ha portato fuori la mamma ha detto che tu le hai dimostrato per l’ennesima volta quanto l’amavi, dicendo che non faceva nulla, che non volevi avere bambini se non potevi avere lei. 
Ma la mamma aveva capito grazie a te, ai tuoi modi di essere, che era pronta, che voleva dei bambini, forse non subito subito, ma io ero in programma nelle vostre teste. –

La vidi sorridere orgogliosa e io risi e la strinsi a me baciando la sua testolina.

-Su mamma, lasciami finire che ci manca ancora tanto e non mi piace che mi interrompi sempre –
-Oh, mi scusi sua maestà – la strinsi di nuovo e la baciai forte forte.
-Posso continuare ora? –
-Puoi puoi – dissi ridendo.

-Allora, dove mi trovavo? Ah si, la mamma Ari si era convinta ad avere me, solo che in quegli stessi giorni le arrivò una comunicazione davvero importante, aveva vinto il Tarter Madizon –
-Sofi, cosa ha vinto la mamma? – le chiesi divertita;
-Il Tarter Madison –
Risi di cuore, non ricordavo quando era buffo il suo parlare in alcuni casi:
-Il Carter Madison amore ha vinto la mamma –
Mi guardò torvo e mi cacciò la lingua per poi continuare:
-Doveva trasferirsi in Africa, per quattro anni e tu subito le dicesti che saresti andata con lei, avevate pochi giorni di tempo per preparare tutto, salutare i vostri amici e partire. La mamma era contentissima, ma tu più passavano i giorni più ti incupivi e l’idea di partire non ti piaceva più. La mamma se ne era accorta, portandoti con lei significava costringerti a fare qualcosa che tu non volevi realmente fare e cosi, il giorno della partenza ti ha mollato in aereoporto, lei è partita e tu sei rimasta qui. –

“ -Sai di sicuro non ci sarà molto da fare laggiù, ma non c’e problema, avremmo più tempo da dedicare alla medicina

L’immagine degli occhi di Arizona mi attraversò la testa, eravamo in aereoporto, io parlavo e parlavo, quando Arizona mi blocco:

-Oddio hai dimenticato il passaporto – le dissi appena la guardai.
-Ho vinto il premio Carter Madison, io ho vinto il premio Carter Madison, sai quanto sia difficile? Sai quanto sia speciale? E’ la più grande opportunità per me e per la mia carriera, posso andare in Malawi con fondi quasi illimitati e aiutare dei bambini che non vedrebbero mai un chirurgo pediatrico, posso cambiare delle vite, sto vivendo il mio sogno e sono pazzamente felice, anzi mi correggo potrei esserlo, ma tu vuoi rovinarmelo. Prima con le tue lamentele e poi con il tuo falso entusiasmo, stai rovinando il mio sogno cioè l’Africa –
-Non è vero – furono le uniche parole che uscirono dalla mia bocca, come poteva pensare questo.
-Si invece Callie –
Respirai e la guardai, era inutile mentirle:
-E’ vero, non ci voglio andare in Africa va bene? Ma voglio stare con te e sto facendo del mio meglio per abituarmi a questo.  Ora forza andiamo che perdiamo l’aereo.  –
Mi voltai e la vidi ferma, con il suo sguardo da: Ora litighiamo:
-Vuoi litigare Arizona? Perfetto, il volo dura 18 ore, litigheremo sull’aereo –
-Mi stai rovinando il mio sogno e io non voglio che sia così –
Non la stavo capendo più, o meglio avevo intuito ma non volevo crederci che lo stava facendo:
-Non vuoi partire più? –
-Io non voglio andare in Africa con te –
Mi si fermò il cuore, non volevo e potevo crederci, Arizona era impazzita tutta di colpo:
-No Arizona no.. sono tre anni – 
-Mi dispiace.. non voglio perdere il volo – la vidi passarmi avanti e allontanarsi per poi girarsi poco prima dell’imbarco: -abbi cura di te Callie – 

Wow, la mia mente stava ricordando uno dei peggiori momenti della mia vita pensai, cavolo “

-Mamma ci sei? –
La manina di Sofia era in movimento davanti al mio viso, la guardai:
-Si Si amore, vai avanti ti prego –
-Allora, la mamma ha detto che tu non l’hai presa bene, che ti sei chiusa in un hotel e hai pianto per giorni, poi sei andata dalla zia Cristina e ti sei fatta tagliare i capelli perchè volevi dare un taglio al passato – Sofia rideva mentre raccontava ciò.
-Perchè ridi? – le chiesi;
-Mamma, la zia Cristina che ti taglia i capelli – e incominicò a ridere e dopo averci pensato anche io un attimo su cominciai a ridere. 
-E la mamma nel frattempo Sofi dove era? Si faceva sentire? –
-No mamma, ovvio che non ti chiamava, era in Africa.. ma dopo quattro mesi però tornò da te, solo che trovò una piccola sorpresa –
La guardai con fare interrogativo:
-Mamma tu eri incinta di me! – 
-Io incinta di te? – le chiesi;
-Si si, la mamma dice che dopo che tu e papà Mark una sera avete mangiato un sorbetto sono venuta fuori io –
La guardai sbigottita, un sorbetto? Mi domandai fra me e me.  Sofia ricomincio il suo racconto, ma io ero ferma al sorbetto, che sorbetto avevamo bevuto io e Mark?!

“ Ero a casa di Mark, in cucina, lui con addosso solo i pantaloni del pigiama, eravamo rientrati da una serata da Jo, dove l’alcool aveva fatto da padrone, io dovevo dimenticare Arizona, io volevo dimenticare Arizona, e Mark era il mio unico diversivo. 
Lo guardai mentre si versava l’acqua, esplorai con gli occhi ogni centimetro del suo corpo da sballo:
-Vuoi dell’acqua – mi chiese
Ci pensai su un attimo, lo guardai di nuovo e senza vergogna ma con un pizzico di malizia gli dissi:
-In realta vorrei un sorbetto – 
-Hai voglia di dolce? Dovrei avere dei biscotti da qualche parte –
Dio come era ingenuo in alcuni casi, così lo guardai di nuovo:
-Mark – 
-Oh, Ah.. davvero? –
Annuii:
-Sii, davvero –
Si avvicinò prendendomi il viso tra le mani e incominciammo a baciarci e spogliarci fino a trovarci nel letto a fare l’amore – “

-E poi la mamma è tornata – esclamò Sofia-
-E’ tornata? Da dove? – chiesi ancora un pò frastornata da ciò che la mia mente aveva ricordato;
-Come da dove mamma, dall’Africa, era tornata per te, perchè si era accorta che ti amava tantissimo e che non le importava del premio, non riusciva a fare nulla perchè le mancavi troppo e così è tornata da te. Certo tu sei stata un pò cattiva perchè non l’hai rivoluta subito, ma la mamma dice che se lo meritava, che era giusto che tu non la perdonassi subito. –
-Sofia, ma la mamma come l’ha presa quando le ho detto che ero incinta? – 
-Aspetta che ci arrivo.. La mamma, mi ha raccontato che tu glielo hai detto in ascensore, dopo che tu l’avevi ignorata per tutto il giorno, lei ti ha seguito dentro l’ascensore e tu glielo hai detto, gli hai detto: Sono incinta di Mark.
Ma lei non si è buttata giù che tu avevi mangiato il sorbetto con papà invece che non lei, tanto un figlio era in programma e di papà c’era bisogno. 
Così si è trasferita di nuovo a casa con te e lei e papà hanno cominciato a prendersi cura di te. 
Litigavano tanto, alla mamma non gli piaceva che papà stava sempre fra i piedi, però non poteva farci nulla, lui era sempre il mio papà. 
Siamo vive per miracolo mamma –
La guardai:
-Scusa? – 
-Si si, la mamma mi ha detto che io e te siamo vive per miracolo, che siamo state salvate da tutti gli zii in ospedale che hanno lavorato in sintonia per farci vivere, pensa è venuta anche la zia Addiosn per farmi nascere. E quando sono nata, è stata proprio la mamma a farmi respirare, perchè io non ci riuscivo e anche se lei non poteva essere in sale operatoria è venuta lo stesso e mi ha aiutato a respirare, perchè come dice lei, Lucy non era capace a fare nulla – rise.

“ Wow, accidenti pensai ancora una volta, certo che la mia vita era stata abbastanza movimentata, ma una cosa però l’avevo notata, io e Arizona anche se ci eravamo lasciate e riprese mille volte, il nostro amore era qualcosa di così stramaledettamente forte e indissolubile. “

-E quando ti sei svegliata dall’incidente le hai detto che la sposavi, perchè la mamma ti aveva chiesto di sposarla prima dell’incidente e così dopo quattro mesi vi siete sposate. –

“ Ci siamo sposate, io e Arizona ci siamo sposate e abbiamo una bambina, io e Arizona siamo sposate. Dovrò abituarmi a questa idea, anche se fare la fidanzata mi piaceva di più . “

-Il matrimonio è stato celebrato dalla zia Miranda e -  
-E cosa? –
-E avete ballato tantissimo e papà era felicisssimo e tutti erano emozionati – 

Sofia aveva preferito non ricordare a Callie che sua madre non era voluta esserci il giorno più importante della sua vita.

-Il nonno Carlos ti ha fatto ballare fino allo sfinimento e tu e la mamma eravate felici, tanto felici, ma poi purtroppo –


ARIZONA-CALLIE E SOFIA

Presi un taxi al volo e mi feci lasciare sotto casa di Callie, entrai e mi precipitai all’ascensore, arrivata sul pianerottolo a passo svelto mi avviai verso il suo appartamento quando venni fermata da due voci che conoscevo benissimo. 
Quelle due voci che dio solo sa quanto facevano bene alla mia anima, mi voltai e vidi la porta dell’appartamento di Mark semi aperto, così mi avvicinai e le vidi.
Mia moglie e mia figlia sul divano, accoccolate, Callie persa nei racconti di Sofia e Sofia intenta a raccontare tutto alla sua mamma.
Mi fecero una tenerezza disumana, dovetti trattenere diverse volte le lacrime, soprattuto quando Sofia tralasciò il pezzo della madre di Callie. 

-E poi purtroppo la mamma Arizona combina sempre i guai –

Le vidi voltarsi insieme verso di me, io le guardai e sorrisi a entrambe:

-Mammaaaaaaaaa – 
Sofia scese dal divano e si precipitò verso di me, l’abbracciai sollevandola da terra:
-Amore, mi hai fatto spaventare da morire, non farlo mai più –
-Lo so, scusa, ma io volevo venire qui, nella casa dei ricordi e guarda poi mamma, come avevamo detto sempre, questa casa è magica, la mamma Callie è tornata e ha detto che non andrà più via e io la sto aiutando, le sto raccontando la vostra, la nostra storia –
Vidi Callie asciugarsi le lacrime e io strinsi Sofia ancora di più a me, mi guardò:
-Dai mamma, vieni, finiamo di raccontare la storia a mamma Callie –
Mi prese la mano e mi trascinò sul divano facendomi sedere vicino a Callie. 
La guardai:
-Se preferisci mi siedo sullo sgabello –
Fece segno di no con la testa e mi prese la mano nella sua. Sofia si sedette di nuovo sopra Callie e continuò il suo racconto.

-La mamma e papà hanno avuto un brutto incidente con l’aereo, papà purtroppo è morto e la mamma invece si è guadagnata una bella gamba di legno – disse sorridendo.
Io risi e vidi Callie quasi in imbarazzo ma le dissi:
-Puoi ridere benissimo, Sofia mi chiama gamba di legno – 

“ Sofia che chiamava Arizona gamba di legno mi faceva letteralmente impazzire dal ridere.. 
Noi tre qui, sedute sul divano di casa di Mark o meglio nella casa dei ricordi a ricordare tutto ciò che eravamo e che potevamo essere ancora. 
Ricordavo dell’incidente aereo, mi avevano raccontato in tanti, mi ricordavo della morte di Mark e per fortuna non ricordavo il dolore che avevo provato nel vederlo morire e non volevo ricordarlo “

-Ora basta ridere, devo continuare –
Io e Callie ci guardammo e ridemmo:
-Dai Sofi continua pure –
-La mamma non l’ha presa bene che tu gli hai tagliato la gamba – Sofia guardò Callie e la vidi sussultare e poi mi guardò, io non dissi nulla e le strinsi la mano.

“La signora Barbara mi aveva detto che ogni volta che Arizona mi malediva per avergli tagliato la gamba, lei mi benediva per aver preso questa decisione, ma io facevo ancora fatica ad accettare questa cosa, io era la responsabile dell’infelicità di mia moglie e con molta probabilità ero stata io a mandare a rotoli il nostro matrimonio “

-Alla fine mamma ha accettato di essere gamba di legno, però dice che non si sentiva accettata da te, che si vergognava e un giorno ha fatto una cosa molto grave, non mi vuole dire mai cosa, ma dice che è grave tanto e che non si dovrebbe mai fare alla persona che si ama –
Alzai le spalle e guardai Callie che mi guardava in cagnesco, le avevo raccontato di Lauren quando le avevo detto tutto nel giardino dei mie genitori.

“ Lauren Boswel il nome della troia che si è scopata mia moglie, ricordavo il suo nome, ricordavo tutto, ci avevo messo un pò, ma ricordai perfettamente ciò che era successo quella notte e come erano andate le cose. Però avevo deciso di passarci sopra e così sarà ancora oggi, anche se il nome di quella stronza mi fa salire il nervoso dall’alluce del piede fino ad arrivare al cervello. “

Vidi mia moglie digrignare i denti e se la conoscevo un pò sapevo che stava pensando a lei, la guardai e dissi:
-Ora la storia però Sofi la continuo io –
Lei mi fece l’occhiolino e annuii, avevamo una complicità rara, quella complicità che solo tra madre e figlia può instaurarsi:

-Non mi sono comportata bene affatto, dopo che mi hai amputato la gamba i è crollato il mondo addosso, non ho mai accettato il fatto che potessi essere tu l’autore di quel gesto e quando alla fine ho scoperto che non eri nemmeno stata tu ma Alex, bhe ormai era troppo tardi. Avevo già rovinato tutto. Quando quel giorno dalla pscioterapeuta hai deciso che non mi volevi più mi sono resa conto che il dolore per la perdita della gamba non era nulla in confronto al dolore che provo per non parlare di quando sono tornata a casa e non vi ho più trovate, le tue cose e quelle di Sofia non c’erano più e io mi sono sentita realmente morire. 
Ci ho provato a tornare da te, ma tu giustamente eri troppo ferita e avevi bisogno del tuo tempo e dei tuoi spazi. 
Poi è arrivato Dan, il grande, il grandissimo Dan, colui che ti ha reso la sua dea per avergli ridato la sua fottuta gamba. Quel maledetto bastardo –
-Arizona la bambina – 
-Ok, scusatemi, quell’uomo molto molto bravo – dissi ironicamente: - ti ho visto praticamente innamorarti di lui, ti ho visto che andavi via da me giorno dopo giorno e non facevo nulla, rimanevo li a spiarti, a guardare mia moglie da lontano che si innamorava di un altro che non ero io e non facevo nulla. 
Poi è successo l’incidente, sei arrivata in fin di vita, Sofia era ferita, ricordo ancora le sue urla quando ha visto Dan arrivare in ospedale, mi ha raccontato ciò che ti aveva fatto e perchè te l’aveva fatto e quando ho saputo che avevi perso la memoria bhe, ho creduto che la vita ci stesse dando una seconda opportunità, che la stesse dando in teoria più a me che a te e così ho fatto quello che ho fatto. 
L’ho fatto per amore Calliope, l’ho fatto per Sofia, merita una famiglia, merita il nostro amore, merita che io e te ci amiamo come un tempo e lo meritiamo noi, ci siamo fatte tanto male ed ora è giusto che ci godiamo l’amore, quello vero, quello che provo io per e che spero tu provi per me ancora –

“ Ero in lacrime, Arizona aveva aperto il suo cuore, mi aveva raccontato tutto, lei mi ama a tal punto di rinunciare anche a me. Ha sopportato vedermi tra le braccia di un altro ed è stata zitta, anche la signora Barbara mi ha detto che Arizona mi avrebbe lasciata tra le sue braccia se solo io fossi stata realmente felice. Ma non c’era nessun altro posto dove io potessi essere felice, se non qui, con mia moglie e mia figlia. “ 

-Ari – 
Mi girai:
-Ero venuta dai tuoi genitori per dirti una cosa, una cosa molto importante: TI AMO –
Non servirono altre parole, mi avvicinai, le presi il viso tra le mani e la bacii.

-Ehiii vi ricordo che ci sono io qui e che non posso stare a guardare queste cose –

A malincuore mi staccai dalle labbra di mia moglie e insieme prendemmo Sofia tra le braccia e la stritolammo:

-Aiutooo aiutooo, è meglio che vi baciate, così mi soffocate – 


Prendere la decisione di avere un figlio è importante. E’ decidere di avere per sempre il tuo cuore in giro al di fuori del corpo e il nostro cuore viaggiava in Sofia che era stata la nostra salvezza.











   
 
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