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Autore: EllyBeth    27/09/2016    1 recensioni
Salve popolo di EFP! Qui Kiry-chan che ha deciso di pubblicare questa raccolta di OS puramente NaLu! Spero vi possano piacere!
Capitolo 1. Mai dire mai: "Datemi una L! Datemi una U! Datemi una C! Datemi una Y!"
Capitolo 2. Autobus: "-...Non preoccupatevi per me! Mi piace un altro!-
Capitolo 3. Amici: "-...Mi fa: “ormai è tempo che tu diventi donna”, poi mi dà in mano una busta e scappa via. Io rimango lì basita e quando la apro che ci trovo?"
Capitolo 4. Solo mia: "-Natsu! I tuoi capelli!-"
Capitolo 5. Fatti...: "-Bè, io sono fatta, anche se per colpa tua, ma per me lo sei anche tu, lo sembri sempre.-"
Capitolo 6. Biblioteca: "-Oh Luce, davvero non lo riesci a immaginare? Davvero non riesci a immaginare il motivo per cui io venivo ogni giorno in un posto che odiavo solo per fissarti? Non lo immagini, Luce?-"
Capitolo 7. Graffiti.
Capitolo 8. Bambola: "-Quindi hai sentito tutto...-;-Tutto. Tutto quanto...-"
Capitolo 9. Battiti.
Capitolo 10. Vischio.
Capitolo 11. Child: "Già, com'era piccola. Forse troppo."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5.Fatti?



 

Aprii gli occhi infastidito dall’improvvisa luce che era andata a parare proprio sul mio viso, con tutti i punti della stanza in cui poteva cadere. Brontolai notando che era mattina, e guardando l’orologio vidi che erano le undici e mezza. Ah bè, ho ancora mezz’ora per dormire prima di pranzo.
 Chiusi gli occhi portandovi sopra la mano sinistra, così da coprirli dal sole, anche perché mi stava venendo mal di testa.
 Certo che ieri sera avevo preso una bella sbronza!
 Ora che ci pensavo, com’era andata ieri sera? Cercai di riportare alla mente i ricordi del giorno prima, mettendomi a sedere; tanto ormai ero sveglio, inutile cercare di dormire ancora. Vediamo… ero arrivato in discoteca con Gray e gli altri e poi avevo iniziato a bere, spinto da Gajeel. Improvvisamente mi ero trovato davanti una ragazza bella che formosa e, inutile negarlo, il mio amichetto laggiù aveva fatto i balzi di gioia. E alla fine ci eravamo trovati a letto a godere.
 Il problema era che non mi ricordavo niente di questa ragazza. Né il viso, né il nome, né la voce. Solo che era bellissima e che a letto ci sapeva fare niente male.
 In pochi secondi connessi il tutto.
 Se io avevo portato a letto questa ragazza, lei ora dov’era?
 Nel mio letto non c’era, quindi dove? Non è che mi ero sognato tutto vero?
 Mi tolsi la coperta e constatai di essere nudo: ok, non era stato un sogno. Ma ora lei dove si trovava?
 Mi alzai dal letto in tutta fretta ignorando l’improvviso brivido di freddo e raccolsi da terra i miei vestiti, dove notai un reggiseno, per poi dirigermi in bagno. A giudicare dall’intimo della ragazza doveva essere sì bella formosa.
 Scelgo meglio da ubriaco che non da sobrio, e la cosa mi da’ parecchio fastidio, dato che quando sono brillo non ricordo mai esattamente cosa faccio con le donne.
 E a me non piace non sapere le cose, per niente.
 Il fatto che la tipa non fosse nel mio letto mi aveva infastidito, perché non sapevo niente di lei. Per quanto mi riguardava poteva essersene andata via, anche se i suoi vestiti sul mio pavimento dimostravano il contrario. Ma se non ci fossero stati allora poteva voler dire che non l’avrei più ritrovata. E perché? Perché ero ubriaco, e da ubriaco non so mai quello che faccio, più o meno.
 E, come ho già detto, non sapere le cose mi dava sui nervi.
 Stavo giusto per aprire la porta del bagno quando sentii uno sciabordio.
 Sbiancai.
 Era in bagno. E si stava lavando. E dato che i suoi vestiti erano ancora sul pavimento in camera sua lei non aveva che mettersi…
 Sghignazzai malefico e spalancai la porta trovandomi davanti due occhi color nocciola fissarmi sorpresi. Ispezionai il corpo della ragazza, trovandole indosso la mia maglietta polo rossa. Feci una smorfia infastidita, non tanto perché avesse una mia maglia, ma perché era vestita. Almeno le lasciava scoperte le gambe.
 Gliele fissai per parecchi minuti, credo, e poi portai il mio sguardo sul suo viso.
 Sacrosantissimo cazzo in disfunzione prematura!!!
 -Che vuoi?- mi chiese dura, in viso un’espressione impassibile. Mi riscossi cercando di non dare a vedere il mio stupore: certo che le ragazze me le sceglievo davvero bene. Da ubriaco, si intende.
 -Non voglio niente.- le risposi sottintendendo quello che realmente volevo dirle. Ma lei sembrò non capire, perché alzò scettica un sopracciglio.
 -E dato che non vuoi niente vieni qui mentre mi lavo la faccia e mi squadri le gambe neanche volessi prendermi su questo lavandino?- chiese ancora, annoiata, asciugandosi come se niente fosse le mani sulla mia maglietta. No, non aveva capito.
 -Passi che hai indossato la mia maglia preferita.- iniziai chiudendo gli occhi e massaggiandomi le tempie. –Passi anche solo che l’hai indossata, quando potresti benissimo girare nuda per casa.- sta per ribattere, ma la blocco. –Ma non che ti pulisci le mani sulla MIA maglietta.- ringhio alla fine avvicinandomi a lei.
 Si appoggia al lavandino incrociando le braccia al petto, risaltando così il seno. Uh cazzo, i Paesi Bassi protestano.
 -Non hai risposto.- mi dice impassibile, ma io mi sto solo incazzando. Sbatto le mani sul lavandino, avvicinando i nostri visi fino ad un palmo dal naso.
 -Questo non vuol dire che io non abbia sentito. E tu, lo senti questo?- mi premetti su di lei e, contando il fatto che io ero completamente nudo e lei non indossava niente se non la mia maglietta, le nostre intimità furono a stretto contatto. Eppure lei non reagì come avevo immaginato, sorrise.
 -Lo sapevo, sei solo un bamboccio che crede che le donne gli si prestino ai piedi solo con un Junior più grande della norma. Chi vi credete di essere, Dei del sesso?- mi chiese per nulla intimorita dalle mie avance poco caste. Ma in fondo ci avrei dovuto pensare. Certo, mi aveva appena fatto un complimento, ma non aveva reagito al soggetto di quel complimento.
 -Però, se non sbaglio, sei tu che hai cercato me, e non il contrario.- risposi staccandomi leggermente, dato che non avevo ottenuto l’effetto desiderato.
 -Infatti ero ubriaca.- fece lei sistemandosi maglia e capelli e uscendo dal bagno. La seguii fino in camera mia, dove si mise a raccattare i suoi vestiti piegandosi a novanta.
 Ghignai tra me e me notando che messa così avevo una perfetta visuale del suo fondoschiena.
 -E poi non sono io a fissarti il sedere, o sbaglio?- si tolse la mia polo e iniziò a vestirsi. Contemplai il suo corpo nudo davanti ai miei occhi, osservando i suoi movimenti, quando non mi venne in mente un minuscolo particolare.
 -Come ti chiami?- le chiesi raccattando la mia maglietta da terra e piegandola per metterla nell’armadio.
 -Lucy.- vidi spuntare un sorriso sul suo volto mentre, ormai vestita, si faceva un codino laterale con i suoi capelli biondo grano.
 Certo che era proprio bella, quando sorrideva. Probabilmente la più bella di quelle con cui ero stato.
 Ed erano tante.
 -E tu?- mi chiese torturandosi le mani. Non poteva essere agitata, perché non era il tipo. Più probabilmente non sapeva cosa fare, dato che fino a quel momento aveva sempre avuto le mani impegnate. E Dio, era meravigliosa.
 -Natsu.-

 

***



Digitai velocemente quel numero che ormai conoscevo a memoria e mi portai il cellulare all’orecchio, aspettando impaziente che lei rispondesse.
 Ora che avevo scoperto quella cosa non vedevo l’ora di dirglielo.
 Non capivo le altre persone che come me si trovavano in questa situazione, sempre insicuri a rivelare il tutto.
 Eppure io non vedevo l’ora di farlo.
 Forse perché faceva parte del mio carattere testardo ed impulsivo, o forse ciò che sentivo dentro era talmente forte e talmente vero e sconvolgente che dicendole tutto non solo mi sarei levato un peso dal cuore, ma avrei anche potuto dire in futuro che il Kairos* io l’avevo colto, avevo avuto l’opportunità e non me l’ero fatta sfuggire.
 Così avrei detto, e così oggi sarà.
 E se lei rifiuterà… No, non ci voglio nemmeno pensare.
 -Scemo?-
 -Ehi piccola!- finalmente aveva risposto, l’attesa mi stava rosicando lo stomaco.
 -Che cosa c’è?- non era normale che mi venisse da dire, cantando, “c’è che mi sono innamorato di te”, vero?
 -C’è che non ho niente.- risposi nascondendo ciò che volevo realmente dire, come quel primo giorno quando iniziò tutto.
 -Scemo, piantala. Credi che non l’abbia capito?-
 -Cosa?- chiedi confuso, grattandomi il capo.
 -Cosa sottintendi in queste tue frasi. Non ho niente, togli “nien-” e viene fuori “non ho te”. Anche l’altra volta. Tu mi hai detto: “non voglio niente”. Stesso ragionamento, solo che devi togliere anche il “non”.- ora però questa mi fa paura.
 -Sì, sì, hai ragione tu. Senti ho bisogno che mi vieni qui ora, è urgente.- dissi velocemente, giusto per non darle la soddisfazione di aver detto giusto. Questo mai. Ma mai mai mai.
Mise giù e poco dopo senti il tipico “tu-tu” che segnava la fine della chiamata. Lanciai il telefono sul cuscino e mi buttai di peso sul letto, fissando il soffitto.
 Sarebbe venuta: quando mette giù così, senza neanche salutare, è perché sa che la questione è urgente, e che ribattere non serve a nulla. In pratica ha risparmiato aria e tempo, non che mi dispiaccia. Mi fa quasi onore questo, considerando il fatto che ci conosciamo sì e no da tre mesi, da quando quella mattina me la sono trovata nel letto. O per meglio dire, nel bagno.
 Si era presentata come una dura, scontrosa, capace, ma in poco tempo ero riuscito a scavare in quella maschera e avevo trovato un aspetto dolce, comprensivo, simpatico e incredibilmente attraente che mi aveva stupito.
 Ma quel suo aspetto non era ciò che rendeva Lucy la mia Lucy.
 -Che vuoi scemo?- balzai in piedi trovandomi davanti il centro dei miei pensieri, altro che centro dell’universo.
 -Piccola, come cavolo sei entrata?-
 -Ho le tue chiavi dalla tua ultima chiamata a scopo… com’è che avevi detto? Ah già, di lussuria.- mi ero dimenticato di quel fatto. Avevo litigato con Gray, come sempre, ma lui si era arrabbiato più del previsto, contagiando anche a me. Avevo bisogno di uno sfogo e ho pensato subito a Lucy. Lei era arrivata sì e no in cinque minuti, ancora mi chiedo come abbia fatto, e le avevo urlato contro perché aveva suonato il campanello invece di bussare. Ero leggermente suscettibile quel giorno. E poi… Oh bè, il letto ha reclamato i suoi padroni.
 -Ok ora però devo parlarti.- mi concentrai e respirai profondamente, pronto a dire quella frase senza però alcuna copertura. –Lucy… io… Ti voglio.-
 -Ma va’.- era scettica, ma dentro io lo sapevo che era in confusione.
 -E tu invece, cosa vuoi?- il mio tono dolce doveva averla destabilizzata, perché si mise a guardare testardamente il pavimento. –Lu…-
 -Voglio gli occhi tetri.- alzò la testa all’improvviso guardandomi con una scintilla nuova e strana negli occhi. Ma che cazzo voleva dire occhi tetri? Alzai un sopracciglio e lei dovette intuire la mia suscettibilità, perché riprese a parlare. –E poi ti odio a morte, quindi…- quello fu un duro colpo. Mi lasciai mollemente andare sul mio morbido letto, sotto lo sguardo indecifrabile di Lucy.
 Mi odiava…
 -Scemo?- già, scemo. Avrei dovuto capirlo anche solo da quel nomignolo dei miei stivali che per lei non ero nessuno.
 -Ehi, scemo?- già, perché non ero scemo solo nel soprannome, ma anche in realtà. Come potevo sperare che Lucy mi ricambiasse. Cazzo.
 -Scemo più scemo, piantala di rosicare e ascoltami!- alzai il mio sguardo ferito su di lei, che mi guardava quasi incazzata. –Madoi quanto siete scemi e sensibili voi maschi! E poi dite di noi, bah. Ah, sentimi bene, perché non lo ripeterò ancora, chiaro?- la guardai con sguardo vacuo, senza risponderle, mentre lei stava per perdere la pazienza di fronte al mio silenzio. Ma tanto, che senso aveva parlare?
 -Ok, non parli tu non parlo io.- si buttò a sedere a terra prendendo il cellulare e iniziando a chattare con non so chi, ferendomi più di quanto non avesse fatto prima.
 Stupido Natsu, se lei ti odia come puoi pensare che le importi il fatto che tu sia ferito!
 E questo che cazzo è?
 Davanti agli occhi mi trovai il telefono di Lucy, che mi guardava a dir poco incazzata. Mi fece segno con la testa di leggere, e io annuii accondiscendente, troppo curioso di sapete cosa aveva scritto.
 VOGLIO gli occhi TEtri. … TI odio A MOrte.
-Ah.-
 -Già, “ah”. Coglione.- si riprese il cellulare e le lasciai il tempo di appoggiarlo da qualche parte per poi afferrarla per le braccia, portandola sopra di me sdraiati sul letto. –Natsu ma che…-
 -Mi ami, giusto?- arrossì, facendomi sorridere intenerito.
 -Bè, tanto lo sai già.- borbottò distogliendo lo sguardo dal mio. Aggrottai la fronte contrariato, ma poco dopo i suoi occhi si rispecchiarono di nuovo nei miei, mentre un sorriso le nasceva in volto. –E poi sono fatta!- ma che cazz…
 -Quindi stai solo scherzando, vero?- la lasciai andare allontanandola da me, ma quella si riavvicinò.
 -No.- mormorò vicino al suo viso, e nel suo sguardo lessi tanta di quella sincerità che decisi di crederle. –Non mi sono fatta niente, ma tu mi fai quest’effetto. Come se fossi fatta, ma fatta di te. Quindi, sono fatta.- il mio sorriso si allargò, diventando simile a quello dello stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie. Altro che Paese delle Meraviglie, io qua ero in Paradiso.
 Iniziai a baciarle il viso: le guance, gli occhi, il naso, la fronte; mi avvicinavo man mano alle sue labbra leggermente socchiuse, senza lucidalabbra o stupidate simili. A me Lucy piaceva così.
 La fissai negli occhi in attesa di un suo consenso, consapevole che dopo quel bacio non mi sarei fermato. Lei sorrise, annullando la distanza che separava da troppo tempo le nostre labbra.
 Inizialmente cercai di contenermi, ma il suo dolce profumo mi diede alla testa e non resistetti. Aprii le labbra e con la lingua mi feci spazio nella sua bocca, dove iniziai a giocare con la sua lingua.
 Ci spogliammo a vicenda, con calma, accarezzandoci a vicenda e guardandoci curiosi, senza imbarazzo. Già una volta ci eravamo visti nudi, ma questa era diversa. La vedevo veramente, felice, sorridermi.
 Mi amava.
 E questo cambiava tutto.
 Ci ritrovammo nudi e con calma entra dentro di lei, non dopo aver preso le precauzioni necessarie.
 Inizia a dare spinte sempre più forti e regolari, finché non venimmo entrambi, io poco dopo di lei.
 Uscii da dentro di lei e mi sdrai al suo fianco, esausto.
 -Quindi ora… Noi… Siamo fidanzati, giusto?-
 -Sì.- risposi stringendola a me e dandole un morsetto sul naso.
 -Ma siamo fidanzati perché stiamo insieme o stiamo insieme perché siamo fatti?- mi chiese, riportandomi alla mente la nostra prima volta. Niente in confronto a questo.
 -Che vuoi dire?-
 -Bè, io sono fatta, anche se per colpa tua, ma per me lo sei anche tu, lo sembri sempre. Quindi siamo fatti o siamo fatti?-
 -Ah sì, io sembrerei sempre fatto?- lei non reagì come speravo, e cioè ribattendo a tono, ma abbassò lo sguardo.
 -Tu mi vuoi veramente, o mi usi e basta?- Dio, ma quanto poteva essere bella la mia Lu. La mia Lu.
 Mia…
 Ah no, non avrei perso quest’occasione.
 -Ah no Lu, io ti amo, ok? Che io sia fatto o meno, noi siamo fatti. In entrambi i casi se vuoi, ma anche se così non fosse io ti amo comunque, e vedo di non scordartelo mai.-
 -Scemo più scemo.- la guardai negli occhi e poi entrambi scoppiammo a ridere.
 Altro che essere fatto, ora sì, che ero felice.


***

 

*Kairos: immaginatevi un tipo con un solo capello in testa che passa sotto la finestra di casa vostra. Il Kairos è strappargli quell’unico capello. In pratica quindi un’occasione che capita una volta nella vita. O almeno, questo è quello che mi ha spiegato my amata sister.

WOW!!! Dopo ben due mesi di mare e un mese di scuola eccomi finalmente pronta a pubblicare 'sto capitolo!!!
 Esultate gente!!!
 No aspe... ricominciamo.





ANGOLO DI ME
Non fate caso al mio correggiuto itagliano.
 Allora, le solite robe. Scusate il ritardo bla bla bla e tante belle cose.
No cazzo scusate davvero il ritardo!!!!!!!! E' colpa del computer che per un qualche misterioso problema non mi apriva più Word e non mi faceva più copiare il testo!!
Ero disperata, seriamente, e mi dispiace un casino. Giuro che è stata la prima cosa che ho provato a fare non appena siamo tornati dalla Sardegna, ma non ce l'ho fatta... SCUSATEEE!!!!
E' la prima volta che ritardo però, condonatemela, anche perché altrimenti i sensi di colpa mi logoreranno per sempre.
E non siate cattivi dicendo "ahahah non ti perdono ahahah" perché non mi va a genio!!
Come poi avete potuto vedere ho cancellato la mia NaLu Week. Semplicemente perché mi faceva schifo dato che non ho nemmeno avuto il tempo di prepararla.
Cooooomunqueeee...
 Volevo solo dirvi che il fatto che le recensioni siano progressivamente calate un po' mi ha fatto dispiacere, ma che in fondo avete ragione.
 La prima os è la più bella storia che abbia scritto, secondo me. Poi però sono andata progressivamente calando. Questo vuol dire che d'ora in poi cercherò in tutti i modi di scrivere meglio.
Però, ehi!, ci sono scrittrici bravissime che magari scrivono "Lucy è bella e gli regalo..." NO CAZZO NO! Scrivetelo giusto per favore! "Lucy è bella è LE regalo". Eh, un minimo.
 Uh ma chi sono io per criticare?
 Scusatemi, ne avevo bisogno.
 Ok, vi lascio che devo andare, bacioni!
 Kiry-chan ^.^

P.s. Tomorrow is my birthday, I will do a special story, maybe.
P.p.s MUORI SQUOLA.

The End.

Byeeeee <3

   
 
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