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Autore: bik90    27/09/2016    3 recensioni
Natsuki guardò attraverso le sbarre del cancello lo stuolo di bambini che uscivano da scuola. appoggiò la fronte contro la fredda superficie del ferro battuto e sorrise non appena vide una bambina dai lunghi capelli neri camminare insieme agli altri. La vide voltarsi verso di lei e fissarla con aria vagamente incerta. Non poteva sbagliarsi, era davvero lei. Sua figlia
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Faceva freddo per strada ma non se curò molto. Alzò il colletto del giubbotto di pelle che aveva e proseguì a camminare a piedi. Aveva lasciato la sua moto sotto casa di Mai e a lungo aveva fissato le finestre buie che erano quelle dell’appartamento dell’amica. Il pensiero di essere riuscita a far soffrire tutti in un unico battito di ciglia, la faceva sentire una nullità. Sarebbe dovuta rimanere a Kyoto, non sarebbe mai dovuta partire, non avrebbe mai dovuto pensare a Saori e Shizuru. Ma in quel modo avrebbe tolto la possibilità a suo figlio di salvarsi, di condurre una vita come tutti i bambini della sua età, di conoscere sua sorella. E alla piccola non avrebbe tolto forse un fratello, la possibilità nel futuro di avere qualcuno cui aggrapparsi, con cui condividere gioie e dolori? Oppure lo aveva fatto per se stessa, per appagare quella curiosità che ormai la stava divorando da anni? Sarebbe potuta morire felice ora che l’aveva rivista. Ma Shinobu aveva ancora bisogno di lei. Alzò gli occhi verso il cielo rendendosi conto che stesse sorgendo l’alba. Infilò le mani nelle tasche ritrovando leggermente accartocciato il biglietto di Nao. Quella era l’unica cosa che non vedeva davvero l’ora di raccontare a Mai. Guardò dritto avanti a sé la villa che un tempo aveva diviso con Shizuru e si voltò per tornare indietro. Shizuru non l’avrebbe mai perdonata.
 
Mai aveva dormito malissimo quella notte con entrambi i bambini nel lettone ma non solo per quello. Il non sapere dove fosse l’amica la rendeva agitata. Aveva provato a chiamarla diverse volte ma il cellulare era sempre risultato spento. Quando vide i primi raggi solari allungarsi attraverso le fessure della persiana si alzò per iniziare a preparare la colazione. Trovò suo marito già in piedi, seduto intorno al tavolo vuoto che non una mano giocherellava col tappo della bottiglia di plastica mentre fissa il vuoto avanti a sé.
<< Da quanto tempo sei sveglio? >>.
<< Abbanstanza da sapere che la tua amica non ha mai cercato suo figlio >>.
<< Tate per favore. Piantala >> rispose la moglie << Era sconvolta ieri sera, non sarebbe potuto succedere di peggio >>.
<< Perché, contava di tenere nascosta l’esistenza di Shinobu per sempre? E’ il fratello di Saori! Shizuru si è occupata della bambina per tutto questo tempo e lei, nel frattempo, si dava alla pazza gioia! >>.
Mai lo osservò carica d’odio per quello che aveva appena detto e a stento si controllò dal rivelargli la veirtà. Poi suonarono al citofono e lei andò a controllare chi fosse. Era domenica e i bambini stano ancora dormendo. Solo una persona poteva arrivare quando voleva e lei l’avrebbe accolta con lo stesso sorriso di sempre. Lasciò socchiusa la porta e ritornò in cucina. Dopo pochi minuti la porta si chiuse e la voce di Natsuki chiese il permesso di entrare.
<< Mamma! >> esclamò Shinobu apparendo dalla camera da letto e correndole incontro.
<< Ciao Shin-chan! >> rispose la madre abbracciandolo e sollevandolo da terra.
Il piccolo indossava solo una maglietta di Tate che gli stava enorme e i suoi slip.
<< Hai finito di lavorare? >>.
<< Sì, tra poco andiamo. Hai fatto il bravo? >>.
Shinobu annuì con convinzione mentre la donna si dirigeva in cucina. Si accorse subito che l’aria era tesa e carica di parole nn dette. Tate guardava dritto avanti a sé facendo finta di ascoltare il telegiornale della mattina mentre la sua amica finiva di preparare la colazione.
<< Buongiorno Mai-san e Tate-san >> disse il bambino.
<< Ciao piccolo >> disse l’uomo scostando una sedia affinché potesse sedersi.
Natsuki mise suo figlio a terra e andò ad abbracciare Mai.
<< Mi dispiace tanto >> le sussurrò riferendosi a ciò che stava passando col marito.
<< Passerà tutto, Natsuki >> le rispose rassicurante l’altra << La colazione è pronta >>.
Mise ciò che aveva preparato sul tavolo e andò a svegliare Miyuki.
<< Se hai dei problemi, dovresti prendertela con me e non con tua moglie >>.
Tate la guardò per un attimo prima di volgere gli occhi al bambino che stava mangiando e la ignorò.
<< Guarda che sto parlando con te! >> sbottò la donna spingendolo per una spalla.
Se c’era una cosa che aveva sempre odiato, era essere ignorata.
<< Non permetterti di dirmi cosa devo o non devo fare! >> tuonò l’uomo alzandosi in piedi e facendo in questo modo rovesciare la sedia << Questa è casa mia, non darmi ordini! >>.
Shinobu si era immobilizzato con la forchetta a mezz’aria e gli occhi gli si stavano riempiedo di lacrime per lo spavento. Natsuki strinse i denti e dovette reprimere una parolaccia. Si voltò verso il figlio.
<< Andiamo, Shin-chan. Oggi Tate-san è un po’ nervoso. Non ti spaventare >> gli accarezzò i capelli << Vai a metterti le scarpe >>.
Mai suo figlio fu così ubbidiente. Scese dalla sedia e corse via dalla stanza.
<< Non permetterti più di avere simili reazioni davanti al bambino >> affermò Natsuki a denti stretti << C’è anche tua figlia di là, che esempio le dai se urli come un dannato? >>.
<< Non sono affari tuoi come cresco mia figlia. Pensa piuttosto all’esempio che stai dando al tuo! Scappa, questo sai fare bene! E quando sarai stanca di farlo, dimmi Natsuki, chi ci sarà ancora al tuo fianco? >>.
<< Cosa hai da urlare in questo modo, Tate? Ti avrà sentito tutto il palazzo! >> disse Mai entrando in cucina.
<< Lascia stare Mai >> rispose l’altra donna << Non urlerà più adesso. Stiamo andando via >>.
<< Cosa? Aspetta un attimo Natsuki! >>.
<< Mamma, io ho fatto >> fece Shinobu sulla soglia della porta.
Natsuki si voltò per guardarlo e in quei grandi occhi azzurri vide per la prima volta tanta solitudine.
<< Bravissimo, saluta tutti >>.
 
Stava suonando incessantemente al citofono del cancello ben cosciente che Shizuru fosse in casa. E non solo lei. Attraverso le sbarre, si vedeva chiaramente un’altra macchina e non era difficile immaginare a chi appartenesse.
<< Shizuru, apri >> disse suonando per l’ennesima volta.
<< Forse non c’è nessuno, mamma >>.
<< E’ una cosa importante, Shin-chan. Stai vicino a me >> rispose rivolta al figlio << Avanti Shizuru so che sei in casa! >>.
Non le interessava che fosse in compagnia della segretaria, voleva parlare con lei e voleva farlo ora. Per un attimo si chiese dove fosse Saori, prima di riprendere a citofonare.
Da lontano notò la porta di casa aprirsi e avrebbe preferito prendere a pugni il muro piuttosto che vedere avvicinarsi quella spocchiosa di una ragazzina. Indossava solo una vestaglia, non aveva voluto cambiarsi appositamente come se volesse marcare ulteriormente il territorio.
<< Devo parlare con Shizuru, aprimi >>.
Izumi inclinò leggermente la testa prima di rispondere. Shizuru era sotto la doccia dopo la loro piccola attività sportiva e, nel vedere che la sua ex attaccata al cancello della villa, non aveva resistito alla voglia di prendersi una piccola rivincita nei suoi confronti.
<< Shizuru-san non vuole parlarti, cara Natsuki >>.
<< Balle >> fece l’altra << Vai immediatamente dentro e dille che sono qui. Non me ne andrò finchè non l’avrò vista >>.
Izumi poggiò entrambe le mani sulle sbarre di ferro che la dividevano dall’altra donna.
<< Cosa c’è, Natsuki >> iniziò con un sorriso beffardo sulle labbra << Avverto una nota di disperazione nella voce o sbaglio? È forse la consapevolezza di averla persa per sempre? Perché lei, stupida fedifraga, non ti perdonerà mai, sai? E’ mia >>.
A quelle parole Natsuki tirò dietro di sé il bambino e afferrò le aste con così tanta forza da farsi venire le nocche bianche.
<< Sei solo lo stupido passatempo di Shizuru, cosa credi? >> le rispose schiumando di rabbia << Credi che ti ami? Davvero? Una persona come te? O che voglia averti accanto a Saori? Tu non hai idea di cosa sia l’amore >>.
Izumi questa volta scoppiò a ridere.
<< Lo stai dicendo davvero, Natsuki? Amore? Tu sai cosa significhi questa parola? >> abbassò leggermente il tono della voce << Per quanto riguarda tua figlia…chi ti dice ch’io non stia pensando a qualcosa per spedirla lontano e avere Shizuru-san solo per me? >>.
Nel sentirla parlare in quel modo, la più grande perse la ragione. Prima che Izumi potesse sottrarsi, le afferrò una mano stritolandogliela. Lesse il dolore che stava provando nei suoi occhi e ne fu compiaciuta.
<< Stammi bene a sentire, stupida oca >> le disse << Prova a toccare mia figlia e io ti ammazzo, chiaro? Mi hai sentita bene? Toccala con un solo dito e verrò a cercarti per ucciderti >>.
Mollò la presa solo quando sentì alle spalle della venticinquenne avvicinarsi un’altra persona.
<< Izumi per favore rientra in casa >>.
La segretaria si voltò verso di lei arretrando di qualche passo mentre si massaggiava la mano. Annuì ma prima di allontanarsi la baciò ben sapendo che Natsuki le stesse osservando.
<< Ti chiedo scusa per averti fatto aspettare >> riprese la maggiore con garbo << Non era nelle mie intenzioni >>.
La trentunenne rimase sorpresa dal tono calmo e dai modi educati con i quali si stava esprimendo.
<< Devo parlare con te, adesso >>.
Shizuru incrociò le braccia e la fissò in silenzio.
<< Non abbiamo niente da dirci >>.
<< Shizuru smettila! Ti devo parlare! >>.
<< Mi scusi signora >> disse improvvisamente Shonobu apparendo da dietro la gamba della madre << Lei è davvero bella >>.
Per un attimo nessuna delle due parlò di fronte all’ingenuità del bambino; poi Shizuru si abbassò sulle gambe e accarezzò il volto del bambino attraverso le sbarre.
Quanto somigliava a Natsuki!
<< Grazie piccolo, anche tu sei molto carino. Come ti chiami? >>.
<< Shinobu >> rispose il bambino arrossendo per il complimento. Subito dopo la sua attenzione fu attratta da un cane che abbaiava << Mamma, guarda che bello! >> esclamò indicando col piccolo dito Duran che si stava avvicinando.
Anche Natsuki vide Duran e il volto le si illuminò.
<< Ciao Duran! >> disse aspettando che si avvicinasse per poterlo accarezzare.
Shizuru guardò la scena pensando a quel bambino. Non l’avrebbe mai perdonata per quello che avea fatto ma lui era innocente. Aprì il cancello per permettere a entrambi di entrare nella sua proprietà. Natsuki esitò ricordando che erano trascorsi cinque anni dall’ultima volta che aveva varcato quella soglia.
<< Ohhhh >> fece Shinobu guardandosi intorno con gli occhi che brillavano.
La madre non potè dargli torto. Il giardino della villa di Shizuru era curato nei dettagli. C’erano i giochi di Saori, un prato sempre verde e mordido, il vialetto che conduceva all’ingresso della casa, due posti auto che in quel momento erano occupati.
<< Hai fatto migliorare l’impianto di irrigamento >> constatò Natsuki guardandosi intorno.
Il pesco che aveva piantato era sempre lì, più grande e pronto alla fioritura.
Shizuru non poté fare a meno di increspare le labbra in un leggero sorriso. Alcune cose non sarebbero mai sfuggite all’occhio della sua ex compagna che aveva seguito i lavori passo dopo passo mentre portava avanti la gravidanza.
<< Non ho mai visto un giardino così bello >> disse Shinobu << Mamma, possiamo averlo anche noi? >>.
<< Perché non vai a vedere il laghetto con i pesci, Shin-chan? >> gli domandò Shizuru indicandogli il punto.
Il bambino non se lo fece ripetere due volte.
<< Grazie per averci fatto entrare >>.
Le due donne entrarono in casa trovando Izumi sulla soglia del salone.
<< Izumi per cortesia, puoi controllare che il bambino non si faccia male? >> chiese Shizuru senza guardarla.
Natsuki sarebbe volentieri scoppiata a ridere al suono di quella richiesta ma si trattenne dal gongolare troppo. L’espressione della ragazza era già abbastanza appagante.
<< Ma… Shizuru-san… >>.
<< Grazie, è sul retro della villa >> tagliò corto l’altra.
<< Grazie mille, Izumi-san >> disse Natsuki con aria innocente.
Quando Izumi si fu allontanata, Shizuru si concesse di tornare a guardare la sua ex compagna. Aveva le occhiaie, segno che nemmeno lei aveva dormito quella notte, e gli occhi erano velati di tristezza. Si sedette intorno al tavolo del salone e le domandò se desiderasse una tazza di tè mentre ne versava una per sé. Natsuki rimase leggermente sorpresa dalla richiesta ma accettò ricodandosi che non mangiava decentemente dal pranzo del giorno prima. Dopo aver preso il bambino da Mai era tornata in albergo dove si erano cambiati e poi erano usciti. Le parole di Tate bruciavano troppo per fare finta di niente.
<< Saori non è in casa, la madre di una sua amica è passata a prenderla per andare al parco >> disse Shizuru mentre sorseggiava il suo tè << Magari domani puoi andare a prenderla tu >>.
Natsuki sgranò gli occhi a quelle parole. Dopo quello che era accaduto ieri sera, come riusciva a mantenere quella calma e a parlarle così normalmente?
<< Non guardarmi in quel modo >> riprese la maggiore anche se quell’espressione le aveva ricordato i giorni in cui erano una coppia << Dopotutto sei sua madre e sei a Tokyo, è giusto che Saori ti conosca e passi del tempo con te. Almeno finché sarai qui >>.
Disse l’ultima frase col chiaro intento di vedere la sua reazione che non tardò ad arrivare. Natsuki sbiancò per diversi secondi senza aprire bocca e senza sapere cosa rispondere. Non sapeva nemmeno lei cosa ne sarebbe stato della sua vita dopo aver trovato una soluzione al problema di salute di Shinobu, non si era mai chiesta cosa ci sarebbe stato dopo. Dove sarebbe andata? Cosa avrebbe fatto? Sarebbe rimasta?
<< Io…non ho fatto programi… >> riuscì solo a farfugliare e quelle parole la fecero sentire una vera stupida.
Shizuru posò la tazza sul tavolo con un po’ troppa forza. Si stava imponendo tutta la calma che possedeva, ma non era facile rimanere impassibile dopo quello che aveva scoperto ieri sera. Un altro figlio, questo significava un’altra famiglia. Un'altra donna o, non sapeva se fosse peggio, un uomo. Chissà se aveva mai parlato di lei a questa fantomatica entità, cosa aveva raccontato di lei o della bambina…
Dovette fermare i suoi pensieri, altrimenti tutta la compostezza sarebbe andata a farsi benedire.
<< Possiamo stabilire dei turni >> disse alzandosi in piedi e avvicinandosi all’ampia vetrata dalla quale poteva vedere il bambino della sua ex. I capelli erano neri come i suoi, ma gli occhi era di un azzurro incredibile << Così non incomberemo in spiacevoli disguidi >>.
<< Perché mi stai proponendo questo…accordo? >>.
Shizuru si voltò e le sorrise appena. Dietro quella maschera di rilassatezza si celava in realtà un groviglio di sentimenti e emozioni che stava tenendo a bada.
<< Non lo sto facendo per te, Natsuki, o per me. Tra noi ormai non… >> esitò ma doveva dirlo ad alta voce << …non c’è più nulla. Ma abbiamo Saori ed è una bambina straordinaria. Conoscila e permettile di conoscerti anche se non saprà mai che le hai dato la vita. Di questo, però, ti sarò sempre grata. E permettile di conoscere…suo fratello >>.
 
 
  
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