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Autore: not_clivford    27/09/2016    1 recensioni
STORIA INTERROTTA
Scende la pioggia su Miami, bagnando tutto ciò su cui si posa.
Scende la pioggia su Miami, creando pozzanghere nelle quali ci saltano i bambini e facendo diventare il terreno fangoso.
Scende la pioggia su Miami, bagnando le persone prese alla sprovvista che, senza ombrello, corrono alla ricerca di un rifugio.
Scende la pioggia su Miami, bagnando una giovane coppia che ha appena litigato, portando via, insieme al vento, le parole urlate e le lacrime versate.
Scende la pioggia su Miami e un'altra storia d'amore ha inizio, nata dal nulla, nata da un gesto casuale che ne farà parte fino alla fine di essa.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Il suono di una chitarra classica suonata dolcemente iniziò a spargersi per la stanza, creando un'atmosfera di pace e tranquillità. Le corde pizzicate leggermente vibravano, creando come uno scudo protettivo intorno al ragazzo. Il ticchettio regolare del metronomo veniva quasi sovrastato da quella dolce melodia, che sembrava complice di un incantesimo in grado di calmare anche lo spirito più turbato.
Il signor Jones se ne stava tranquillo sulla porta, osservando il ragazzo completamente rilassato ed a suo agio, facendosi trasportare dalla musica. Mr. Jones quasi non si accorse che il figlio aveva smesso di suonare, rimanendo ancora pochi secondi con gli occhi chiusi e le mani in tasca.
«Papà?» lo richiamò il ragazzo dagli occhi blu come il mare più profondo «Ti senti bene?»
«Sto bene, tranquillo» rispose sorridendo Mr. Jones «Sono arrivati, ti aspettano giù»
Thomas sorrise sistemando accuratamente la chitarra nella sua custodia, potendo osservare, dalla finestra in fronte a sé, la pioggia cadere tempestosa sulle strade di Miami, bagnando gli ombrelli dei passanti e i vestiti dei bambini che correvano sotto l'acqua incuranti dei genitori che, preoccupati, li inseguivano preoccupati con un ombrello più colorato di quelli monotoni dei pendolari che li circondavano.
Thomas si infilò un beanie scuro e una sciarpa anch'essa scura, prendendo al volo la giacca nera regalatogli per il natale precedente dal padre. Scese velocemente le scale per poi buttare momentaneamente la giacca sul divano, ricevendo un'occhiata ammonitrice da parte della madre.
«Chris, Jack!» esclamò dirigendosi verso i cugini di poco più grandi di lui «Quanto tempo!»
Salutò velocemente i gemelli per poi abbracciare la zia dietro di loro, prendendole il trolley di mano e trasportandoglielo all'interno della stanza.
«Thomas, accompagna i tuoi cugini nelle loro stanze» ordinò la signora Jones, iniziando una lunga conversazione con la cognata.
«Vengono qui da più di tre anni, sanno bene dove sono le camere degli ospiti» tentò di protestare il giovane «Potremmo fare un giro fuori...»
«Con quella pioggia?» intervenne il signor Jones con un sorriso di scherno a stirargli le labbra sottili «Non penso sia conveniente...»
«Ma papà-»
«È arrivata la chitarra vero?» lo interruppe l'uomo «Puoi tranquillamente andare a prenderla senza nascondercelo. Sapevamo già da tempo che ne avevi ordinata un'altra, vai tranquillo!»
Thomas non riuscì a trattenere un sorriso euforico (e forse anche un po' pazzo). Poteva venir considerato un ragazzo ossessionato dalle chitarre (circa ogni due mesi ne acquistava una) ma in realtà era solo appassionato e gli piaceva collezionare i modelli più famosi e più strampalati delle chitarre.
«Sei il migliore!» esclamò colpendo giocosamente il braccio del padre «Chris, Jack, andiamo, vi porto a fare un giro!»
E così dicendo prese al volo la giacca e uscì di volata di casa, rientrando pochi istanti dopi per prendere l'ombrello.
Jack e Chris non l'avevano seguito, ma lui se ne accorse solo quando, dopo qualche metro, sbattè contro qualcosa. O meglio, qualcuno.
«Guarda dove vai deficiente!» esclamò una ragazza infradiciata da capo a piedi lanciandogli un'occhiataccia.
«Scusami, non era mia intenzione...»
«E ci mancherebbe anche!» lo interruppe lei seccata.
«...Lascia che ti aiuti»
«No, grazie» rispose con uno sbuffo la ragazza dai capelli castani, rialzandosi poi da sola «Ora se non ti dispiace sono in ritardo di mezz'ora, quindi fatti da parte» continuò incamminandosi.
«Aspetta» la chiamò Thomas «Non so nemmeno il tuo nome!»
La ragazza si fermò, pensandoci qualche secondo, per poi rispondere: «Alexis»
«Io sono Thomas» rispose a voce alta. Le sue parole però non arrivarono al destinatario, portate via dal vento leggero, complice di molte parole non capite e litigi dimenticati, e dallo scroscio violento della pioggia che sembrava non voler smettere di cadere, rendendo quel pomeriggio autunnale una sceneggiatura perfetta per una scena strappalacrime di un classico film d'amore.
Thomas si riscosse pensando alla scena appena vissuta, sorridendo per quanto gli era sembrata assurda.
Mezz'ora e molteplici scartoffie dopo, Thomas stringeva tra le mani una Fender Stratocaster nuova di zecca, ovviamente il modello di Jimi Hendrix, tirata a lucido e pronta all'uso. Quel gioiellino gli era costato non poco, ma mentre la riponeva nell'apposita custodia rigida dall'interno di velluto rosso (pagata più di quel che si aspettava), pensò che erano 986$ spesi bene.
Dopo aver trovato un modo di portare tutta la roba acquistata ed aver scelto un plettro decorativo - 0.7, come piaceva a lui - regalatogli dal venditore si apprestò a tornare a casa.
La pioggia stava terminando lentamente di scendere, lasciando un'impronta momentanea del suo passaggio, lasciando che l'odore di umido potesse sopraffare definitivamente quello del mare salmastro.
Quando rientrò, goffamente, in casa cercò di salire il più velocemente possibile in camera sua per evitare la solita domanda: "Quanto hai speso?". Il Fato quel giorno non sembrava essere dalla sua parte perché, quando iniziò a montare gli accessori acquistati a parte - un gancio da muro (che non avrebbe mai utilizzato per una Fender ma solo per una Gibson), un supporto per chitarra e, perché no?, un altro pedale da aggiungere alla sua pedaliera - i suoi cugini fecero il loro ingresso in camera sua.
«Fender Stratocaster di Jimi Hendrix, ottima scelta, suona molto bene» commentò Jack, il gemello che si intendeva di musica e sound, in quanto possedesse uno studio di registrazione privato.
«Non ho intenzione di suonarla» affermò sicuro di sé Thomas.
«Hai speso 2.000$ per una chitarra da esposizione?!» chiese incredulo Chris.
«Tecnicamente ne ho spesi solo 986. Più 225$ per gli accessori. Mi trovo meglio a suonare le Gibson. Ah, e non si dice da esposizione, ma da collezione»
La famiglia Jones era molto ricca, ma nonostante ciò il ragazzo si ostinava a lavorare in un bar molto popolare della zona come barman, strabiliando gli altri ragazzi con trucchi scenografici fantastici.
I gemelli si guardarono negli occhi per poi spostare lo sguardo da Thomas alle chitarre esposte nella stanza.
«Cugino, tu hai bisogno di aiuto» commentò Chris
«E anche tanto» concluse Jack scoppiando in una risata che coinvolse anche gli altri due, mettendo un pizzico di vivacità in quella triste e piovosa giornata d'autunno che, di persone tristi e scontrose, ne aveva viste fin troppe.
 

~~~

HEY EVERYBODY!

Sono abituata a scrivere capitoli chilometrici ma questo è venuto cortissimo, scusate! Può sembrare inconcludente e fatto male ma, come ha già detto, sto provando.

Dunque, Thomas è pieno di soldi ed ha una famigliola felice, è pieno di chitarre (ma perchè invidio sempre i miei personaggi?!!) e sembra un po' pazzo, ma state tranquilli che già dal prossimo capitolo sarà diverso.

Il prezzo medio di una Fender Stratocaster fatta come quella di Jimi è quello, mi sono informata, ma la versione più figa di tutte con chissà che roba costa 2.000$, ma ce ne sono forse tre in tutto mondo. E poi spendere 2.000$ per una chitarra elettrica mi sembra esagerato.

Sto scrivendo troppo, è meglio se la finisco altrimenti vado avanti a parlarvi di tutta la mia vita.

Adìos (no non studio spagnolo)

   
 
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