Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
Segui la storia  |       
Autore: Cioccolasha    27/09/2016    1 recensioni
"Zen non sei lucido! Dimmi che è successo."
"E' tutto finito Mitsuhide."
"Che cosa intendi?"
"Che non c'è più speranza. Lei ha deciso di andarsene."
-
Fanfiction a quattro mani scritta con Hope4thefuture
||Shirazen|| - ||Mitsukiki||
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo undici - parte 1
Ma io di te non ho dimenticato niente

 
Zen correva spedito lungo i corridoi trascinando con sé Shirayuki che  inciampava di continuo nel tentativo di stare dietro al passo frettoloso del principe. La sua mano era serrata in una presa decisa ma delicata e la pelle, al contatto con quella morbida e calda di Zen, bruciava come se stesse andando a fuoco, mandando mille brividi che le scendevano lungo la schiena; era incredibile l'elettricità che c'era tra loro al minimo contatto, aveva provato a fare finta di niente, ad allontanarsi da lui, ma l'attrazione tra loro era innegabile e finalmente riuscì ad ammetterlo a sé stessa, non potendo impedire a un lieve rossore di imporporarle le guance.  
                                                                                Ma dove stavano andando? Zen continuava a proseguire, svoltando angoli e percorrendo corridoi tutti uguali tra loro che le parevano infiniti. Finalmente, dopo quella che le parve un'eternità, salirono una ripida scalinata di pietra e giunsero in un meraviglioso giardino, decorato con aiuole ricche di fiori, un piccolo stagno e delle panchine ai lati: si accomodarono su una di queste mentre riprendevano fiato per la folle corsa compiuta attraverso il palazzo e i loro cuori tornavano a battere a un ritmo più tranquillo. La mano di Zen era ancora avvolta intorno a quella della ragazza ma nessuno dei due sembrò farci caso, o forse non volevano sciogliere quella rassicurante presa che dava a entrambi conforto e calore. Restarono in silenzio per un po' poi Zen, tenendo lo sguardo fisso di fronte a sé disse: “Mi dispiace” Shirayuki si voltò a guardarlo incuriosita, ma lui non si girò e proseguì imperterrito. “Mi dispiace per quello che è successo con mio fratello, non ho idea del perché lo abbia fatto, è sempre stato così... così... presuntuoso e pieno di sé e forse crede di avere il diritto di fare qualunque cosa, essendo il principe ereditario” disse tutto d'un fiato. “Ma anche io ti devo delle scuse” disse girandosi verso di lei e incrociando i suoi grandi occhi verdi che lo guardavano apprensivi.   
    “Quando ho visto che ti baciava sono esploso di rabbia, non puoi immaginare quanto, e il mio corpo si è mosso senza che me ne accorgessi” disse stringendo i denti “I tuoi occhi erano... impauriti, dopo che l'ho colpito. Voglio che tu sappia che non ti farei mai del male, non potrei mai perdonarmelo se ti dovesse accadere qualcosa” disse, mentre la mano che ancora stringeva quella della ragazza si intrecciò con le dita di lei ed entrambe si richiusero perfettamente, incrociandosi come i pezzi di un puzzle: sembrava che le loro mani fossero nate per sfiorarsi e congiungersi con la loro esatta metà e fossero destinate a restare insieme per l'eternità. Shirayuki rimase senza fiato, sia per le parole che lui le aveva rivolto, sia per quel piccolo gesto che aveva compiuto, senza avere il coraggio di sfilare quella mano che stringeva timidamente la sua quasi timorosamente e che le faceva aumentare i battiti del cuore. 
“Non... non preoccuparti, voglio dire... non ho mai pensato che volessi farmi del male. E per quanto riguarda quel... quel bacio io...” disse con voce tremante, riusciva ancora a sentire le labbra del principe Izana spingersi contro le sue senza che lei potesse fare nulla per impedirlo. “Mi dispiace... io non volevo farlo... io non...” calde lacrime salate cominciarono a bagnarle il viso e la poverina tentò di asciugarle con il dorso della mano ma queste scendevano sempre più copiose, mentre piccoli singhiozzi la scuotevano.
Zen odiava, detestava con tutto sé stesso vedere la sua Shirayuki piangere in quel modo e sapere che la colpa era di suo fratello lo faceva sentire ancora più male, oltre a fargli ribollire il sangue nelle vene; dovette fare appello a tutte le sue forze per non alzarsi, andare dal suo 'Nobile Fratello' e terminare il lavoro che aveva iniziato con una sonora sfilza di schiaffoni sulla sua nobile faccia. E poi lo avrebbe obbligato a chiedere scusa a Shirayuki in ginocchio, avrebbe implorato il suo perdono con la faccia schiacciata a terra. Non poteva tollerare di vederla piangere in quel modo, quindi fece la prima cosa che gli passò per la testa: le appoggiò una mano sulla spalla, avvolgendola in un delicato abbraccio e la poggiò delicatamente sul suo petto, sfiorandole la fronte con un leggero bacio. Shirayuki, rimasta sorpresa da quel gesto, rimase immobile per qualche secondo ma poi si lasciò andare e nascose il viso contro di lui, lasciando che le lacrime sfuggissero ai suoi occhi andando a bagnare l'uniforme che il principe indossava ancora da quel pomeriggio quando aveva accolto la principessa. Già, la principessa, la futura sposa di Zen...          
                A quel pensiero si irrigidì e cercò di divincolarsi dalla presa del principe che, capite le sua intenzioni, la lasciò andare riluttante e la osservò mentre si strofinava gli occhi per rimuovere le ultime lacrime che si ostinavano a cadere senza accennare a fermarsi. Era sempre bellissima, non si sarebbe mai stancato di guardarla, aveva irrimediabilmente perso la testa per lei e niente avrebbe potuto cambiare questo fatto, nemmeno la sua memoria ancora zoppicante.       
                      Si riscosse dai suoi pensieri quando improvvisamente la voce di Shirayuki si levò fiocamente.          
                  "Mi dispiace, non avrei mai dovuto lasciarmi andare così con voi principe Zen, vi chiedo scusa” disse chinando il volto e lasciando che i suoi vivaci capelli rossi scendessero a celarle il volto, nascondendolo allo sguardo perplesso di Zen: che le prendeva ora? Perché era tornata a dargli del voi? Aveva forse detto qualcosa di sbagliato? Stavolta non se ne sarebbe stato zitto, voleva una spiegazione e l'avrebbe ottenuta, a qualsiasi costo. “Che cosa ti succede? Non ti avevo forse detto che odio le formalità e che devi chiamarmi semplicemente Zen?” disse scherzosamente cercando di alleggerire l'aria attorno a loro che avvertiva farsi ogni secondo sempre più pesante. Ma Shirayuki non rispose e mantenne lo sguardo basso, le mani raccolte in grembo.   
              “Parlami, Shirayuki, ti prego” il tono era implorante e disperato mentre dentro di se cominciava a perdere la speranza. La rossa si morse il labbro, indecisa, e sollevò lentamente lo sguardo verso di lui lasciando che i suoi occhi meravigliosamente blu le sondassero il viso e quando si concentrarono sulle sue labbra lo vide deglutire sonoramente e stringere i pugni , come se si stesse sforzando di non avventarsi su di lei e baciarla fino allo sfinimento, il che probabilmente era vero: “Ti ho bagnato tutta l'uniforme scusa” disse lei con un piccolo sorriso osservandolo di sottecchi, quasi timorosa della sua reazione. Zen sorrise dolcemente e lei sentì il cuore perdere un battito. “Non devi preoccuparti, è solo un'uniforme. C'è qualcos'altro, non è vero? Parlane con me, sai che puoi dirmi tutto, non mi permetterai mai di giudicarti o offenderti, preferirei morire piuttosto che farlo” il suo sguardo e le sue parole sembravano così dannatamente sinceri che per un attimo la ragazza vacillò. “Non... non è niente di importante, davvero. Non è necessario che vi preoccupiate così per me, principe. Vi ringrazio” disse con tono distaccato. Zen rimase ferito da quelle parole e dal tono freddo che aveva utilizzato ma si sforzò di non darlo a vedere, non voleva crearle altri problemi.   
                                                  Improvvisamente un'idea gli balenò in testa, forse in quel modo sarebbe riuscito a farle cambiare idea su di lui, su di loro: “Senti, che ne dici se domani ti porto a fare un giro per Clarines? Potrai conoscere meglio il regno e magari riuscirai a ricordare qualche dettaglio in più” Shirayuki sbarrò gli occhi sorpresa da quella proposta e tentò di ribattere. “Ma voi siete il principe, non potete allontanarvi da palazzo solo per accompagnare me. Come farete con i vostri doveri? E poi non potete lasciare soli i vostri ospiti, la principessa...” tacque non appena si rese conto di ciò che aveva appena detto e arrossì furiosamente, mortificata. Zen la fissò sorpreso per poi rivolgerle un sorriso furbo: quindi era quello il motivo? Possibile che Shirayuki fosse...gelosa della principessa Mayu? A quel pensiero il suo sorriso si allargò ancora di più anche se cercò di nasconderlo portandosi una mano davanti alla bocca, eppure dentro di sé gongolava allegramente, non l'aveva mai vista gelosa e la cosa da una parte gli faceva piacere, era davvero adorabile quando si impanicava e gli faceva molta tenerezza, c'era poco da fare. Cercando di non far trasparire i suoi pensieri, decise di non infierire e finse di non essersi accorto di quello che aveva detto la ragazza. “Non preoccuparti, essere il principe ha i suoi vantaggi, uno dei quali è quello di non dover dare spiegazioni a nessuno. E poi, sono forse così spaventoso? Hai paura di restare sola con me?” la stuzzicò divertito mentre lei assumeva tutte le tonalità possibili di rosso e abbassava la testa, imbarazzatissima. Cavolo, ora come avrebbe fatto? Avrebbe voluto sprofondare per la vergogna, non si era mai sentita così mortificata in tutta la sua vita e come se non bastasse non riusciva a trovare le parole per ribattere a ciò che aveva detto il principe Zen, una provocazione bella e buona alla quale però sapeva di dover ribattere e infatti, racimolando tutto il suo coraggio e la sua dignità sollevò i suoi grandi occhi verdi puntandoli in quelli di Zen e con voce decisa disse. “Non ho paura di voi, principe Zen. E accetto volentieri la vostra proposta” il sorriso di Zen si allargò ancora di più e mascherò una risata con un leggero colpo di tosse: “Molto bene. Allora ti aspetto domattina fuori dai cancelli del palazzo” disse il giovane afferrandole una mano e lasciandovi un leggero bacio, come un perfetto gentiluomo.
La accompagnò fino alla porta della sua stanza e si congedò con un breve inchino per poi accostarsi brevemente al suo orecchio e sussurrarle. “ Aspetterò con impazienza un nuovo giorno e conterò con ansia i minuti che ci separano, mia principessa” fece qualche passo indietro, godendo dello spettacolo della bella ragazza dai capelli rossi che lo osservava intimidita e, soddisfatto, si allontanò nel corridoio. Shirayuki lo osservò finché non lo vide svoltare l'angolo e rientrò nella sua stanza. Con un profondo sospiro si lasciò scivolare a terra con la schiena appoggiata alla porta e raccolse le ginocchia portandosele al petto, nascondendo il viso tra di esse

'Che cosa mi stai facendo, Zen Winsteria?'
 
*

"Zen?"
La familiare voce di Mitsuhide riscosse dai suoi pensieri il giovane principe, che alzò lo sguardo cercando di scorgere la figura dell'amico nella penombra.
"Che ci fai ancora sveglio?" domandò la giovane guardia chiudendosi la porta dello studio alle spalle, avvicinandosi alla scrivania illuminata solo dalla tremolante luce di una candela.
Zen abbassò di nuovo lo sguardo sul foglio che aveva dinnanzi, la penna d'oca  impugnata con indecisione nella mano destra.
"Scrivo."
"Che cosa?" chiese Mitsuhide, inginocchiandosi di fianco a lui e sbirciando oltre il suo avambraccio.
Zen posò la penna d'oca e chiuse gli occhi, massaggiandosi le tempie. "Una lettera la principe Raji di Tanbarun."
Il giovane uomo squadrò il suo principe con fare incredulo, nonostante fossero riusciti a chiarire le loro divergenze i due non erano diventati ciò che comunemente si definisce "amici", forse tutti gli avvenimenti recenti stavano iniziando a confonderlo.
"Zen, ti senti bene?" domandò allungando una mano verso la fronte del più piccolo per sentire se avesse la febbre.
Zen si scansò. "Sto una meraviglia, non lo vedi?" rispose acido. Ma quando i suoi occhi azzurri incontrarono lo sguardo mortificato di Mitsuhide, un forte senso di colpa lo invase.
Nonostante si sentisse disperato e privato ormai di tutte le speranza, non aveva alcun diritto di prendersela con il suo migliore amico.
"Scusa" mormorò.
Poi prese un bel respiro e continuò: "Il fatto è che ... Shirayuki ha ricordato qualcosa."
"Davvero!? Ma è fantastico!" esclamò la  guardia scattando in piedi con fare esultante.
"Shhhhh!" sibilò Zen portandosi un dito alle labbra. Non voleva rischiare che qualcuno si svegliasse per poi andare a ricercare la fonte di tutto quel chiasso.
"Oh ... scusa" rispose l'altro portando una mano davanti alla bocca e ricomponendosi in fretta.
Zen si abbandonò contro lo schienale della sedia. "Si è ricordata di Raji e per quanto la cosa mi ingelosisca non lo posso ignorare. Lo sto pregando di aiutarmi a farle ricordare qualcosa, qualsiasi cosa" disse riprendendo in mano la penna e scarabocchiando un altro paio di righe.
Mitsuhide si grattò il mento pensieroso. "E suo padre? Perchè non scrivi a lui? Le potrebbe avere una ehm ... illuminazione?"
Zen scosse il capo. "Ci ho pensato anch'io all'inizio. Ma ho pensato che non potendo allontanarsi dai Leoni di Montagna in quanto capo lo farei solo preoccupare e far sentire impotente e Shirayuki non mi sembra nelle condizioni di affrontare un viaggio così lungo. Senza contare che aveva già pochissimi ricordi legati a lui, nonostante sia suo padre.
Sarà la mia ultima spiaggia."
Mitsuhide guardò il principe e per la prima volta forse, si rese conto di quanto fosse diventato saggio e maturo negli ultimi tempi ed era fiero di lui.
Gli poggiò la mano sulla spalla con fare rassicurante."
"Andrà tutto bene Zen."
Zen la strinse, come per trarne coraggio.
"Lo spero Mitsuhide. " Ci voleva credere.
"Lo spero davvero."
 
 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
'Sera a tutti voi fedelissimi che continuate a seguirci nella nostra piccola avventura.
Uh-uh-uh sembra che i due piccioncini si stiano riavvicinando  *occhietti a cuore*
Come avrete già intuito dal titolo, per motivi di trama e lunghezza siamo state costrette a spezzare il capitolo in due parti. But no panic, non vi faremo aspettare un'altra settimana per la seconda parte, la pubblicheremo fra pochi giorni.
Beccati questo Izana! Alla facciaccia tua e di quella smorfiosa!
Nessuno può separare due anime gemelle come quelle dei nostri beneamini.
Fiorellino rosa malefico: "ehm! ehm! Forse vi state dimenticando di me."
"..."
Comunque! Dopo tutta la dolcezza di cui la prima parte è intrisa, una piccola scena fra Zen e Mitsuhide ci fa intendere che il principe non potrà farcela con le sue sole forze, ed è quindi costretto a chiede aiuto (seppur con riluttanza) al suo vecchio rivale Raji di Tanbarun.
Accetterà il primo principe del regno Natale di Shirayuki di aiutarlo? Oppure (conoscendolo) userà quella lettera per soffiarsi il naso?
Non perdetevi la seconda parte!
Cioccolasha e Hope.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime / Vai alla pagina dell'autore: Cioccolasha