MY WAY HOME IS THROUGH YOU
Tutti
i personaggi presenti nella fan fiction non appartengono a me, ma
all’autrice Joanne Kathleen Rowling, autrice della saga di
Harry
Potter.
Questa
storia non è a scopo di lucro.
Nella
mia fan fiction è citata
una poesia che non è farina del mio sacco. Si intitola
Carezza d’odio ed
è
di Yoki,
che ringrazio
per la sua disponibilità. E’ fantastico che una
bravissima
poetessa come lei abbia messo a mia disposizione il suo talento.
E'
vietata la riproduzione di questa storia in altri siti web senza il mio
consenso, che
potete ottenere semplicemente contattandomi. Ovviamente il plagio
è vietato in modo
assoluto. Sforzarsi di essere creativi ed originali dà
molte più soddisfazioni dei complimenti ricevuti per un
lavor
rubato ad un' altra persona.
I
IT WAS LATE AFTERNOON
I'll always remember
it was late afternoon
it lasted forever
and ended so soon
Mandy Moore, Cry
“Harry!
Ron! Ma insomma! Come ve
lo devo dire che
entro i confini di Hogwarts tutti i mezzi elettronici e gli strumenti
tecnologici dei Babbani non funzionano? E’ già il
settimo
anno che frequentate questa scuola e non sapete nemmeno le cose
più
elementari! Dovreste vergognarvi!”
Hermione
Granger, con un diavolo per capello, stava percorrendo il corridoio a
passo di marcia con gli inseparabili appunti di Trasfigurazione sotto
il braccio, seguita da Harry Potter e Ronald Weasley, che faticavano
a starle dietro.
"Ma
Hermione, Fred mi ha giurato…”
"Detto
in tutta franchezza, Ronald, non mi interessa proprio niente
di quello che ha detto Fred. Io abito in mezzo ai Babbani da quando
sono nata, permetterai che sappia qualcosa in
più di te
sull'argomento” sbottò Hermione, esasperata.
“A
dir la verità non sa qualcosa in
più di noi solo
su Babbanologia, ma anche su tutto il resto”
sussurrò Harry
all’amico.
“A
proposito, avete fatto la ricerca sulle Mandragole che ci ha chiesto
la professoressa Sprite?” chiese Hermione, cambiando
argomento per
non rischiare di perdere definitivamente la pazienza.
“Ma…
Hermione! Non bisogna consegnarla la settimana prossima?”
balbettò
Ron, sbiancando.
Anche
Harry era sorpreso. “Non bisognava farla per oggi”
Hermione
si voltò verso i suoi due migliori amici, alzando gli occhi
al
cielo.
“Lo
so anch’io che non dovevamo prepararla
per oggi, che
discorsi. Mi sembrava semplicemente opportuno prendersi avanti. Spero
solo che la professoressa Sprite non si arrabbi, la mia è
lunga venti fogli di pergamena! Il limite era di
otto, è
che c’erano così tante cose da
scrivere… ho aggiunto anche
una sezione riguardante le testimonianze, ho riportato le mie
opinioni personali, e…”
La
ragazza si interruppe bruscamente, vedendo le espressioni scioccate
dei due amici.
“Intuisco
che è meglio lasciar stare l'argomento. Ma che stupida, le
lezioni stanno per cominciare e io me ne sto qui a discutere con voi
su una ricerca per la prossima settimana! Sbrighiamoci,
altrimenti arriveremo in ritardo sul serio! Non oso immaginare quanti
punti toglierà Piton a Grifondoro se non ci muoviamo a
raggiungere l’aula” esclamò, riprendendo
a camminare
spedita.
“Hai
ragione, è la seconda volta che arriviamo in ritardo a
Pozioni
nel giro di una settimana. Anche se ho paura che le critiche di Piton
non ce le toglierà nessuno” assentì
Harry, aumentando
il passo.
Per
qualche minuto i tre amici rimasero in silenzio, preoccupati
più
che mai di arrivare nell’aula di Pozioni prima del
professore.
“Senti,
Hermione, ieri Ginny mi ha detto che le hai confidato che ti sei presa
una cotta per Oliver Baston! Ho sentito che quest’anno
sostituirà
Madama Bumb a Lezione di Volo. Se è così, devo
concludere che in quanto a uomini hai dei gusti davvero pessimi.
Sempre se ci fosse davvero bisogno di averne la conferma, dopo Vichy”
Hermione
fulminò con un'occhiataccia raggelante il ragazzo dai
capelli
rossi.
Ron
smise improvvisamente di ridere e sbuffò piano, seccato.
“Questa qui non ha proprio il minimo senso
dell'umorismo!”
borbottò abbassando la testa, imbronciato.
Harry ridacchiò fra se e se,
ma ebbe
il buon senso di non esporre i propri pensieri ad alta voce.
Se
non conoscessi così bene Ron, e non fossi al corrente della
divergenza di opinioni che ha con Hermione, ogni tanto mi verrebbe da
pensare che abbia una cotta per lei.
“Senti
Harry, poi potresti mostrarmi i tuoi appunti di Difesa Contro Le Arti
Oscure? Sai, la volta scorsa sono rimasta assente, e non vorrei
prendermi indietro con il programma”
Alla
domanda di Hermione Harry sussultò, perso com'era nelle sue
riflessioni. Si limitò ad annuire, un po’
perché era
stato preso alla sprovvista, un po’ perché
Hermione era già
abbastanza infastidita per via di Ron, e non gli pareva proprio il
caso di informarla che la volta precedente al posto di prendere
appunti aveva giocato a Scacchi Magici con Neville per
l’intera
durata della lezione.
L’inverno
a Hogwarts era ormai alle porte, e questo non sollevava certo il
morale degli studenti, che dovevano sgobbare più del solito
a
causa delle verifiche di fine trimestre.
La
stagione invernale alla scuola di magia e stregoneria era sempre
lunga e freddissima, ed insegnanti e alunni si vedevano costretti ad
imbottirsi di sciarpe, guanti e mantelli pesanti già verso
la
fine di settembre. Come se non bastasse, correnti forti
d’aria
gelata facevano spesso capolino da spiragli e fessure, investendo
l’
ignaro studente di turno, che rabbrividiva, borbottando parolacce
incomprensibili.
Incurante
del freddo che la circondava e le rallentava i movimenti, Hermione
era più che mai decisa a rintracciare i due amici, senza
risparmiare loro una bella lavata di capo.
Terminata
la lezione di Pozioni, i due ragazzi si erano letteralmente
volatilizzati senza lasciare traccia. Sicuramente avevano tolto le
tende per ideare uno stratagemma che la facesse rappacificare con
Ron, visto che da tre giorni fra lei e il ragazzo era una guerra
continua. Beh, se credevano che sarebbe stato così facile
chiudere le ostilità, si sbagliavano di grosso.
Quando
è troppo è troppo, accidenti. E Ron questa volta
ha
davvero esagerato. Poteva anche evitare le sue stupide allusioni al
mio passato sentimentale.
Pochi
giorni prima Calì e Ginny le avevano chiesto che cosa ne
pensasse dell’ ex portiere dei Grifondoro, e lei aveva
risposto che
lo riteneva carino. Era davvero incredibile come le voci si
diffondessero così velocemente tra gli studenti.
Rallentò
il passo.
Si
sentiva un po’ in colpa.
Dopotutto
sapeva bene che l’amicizia fra lei e Ron era fatta quasi
esclusivamente di discussioni molto animate e battibecchi, anche se
in fondo erano molto legati. Ma non si poteva negare che quando Ron
quando ci si metteva era veramente insopportabile.
Nuovamente
innervosita, la ragazza stava ripetendo mentalmente gli insulti
più
appropriati che avrebbe rivolto al giovane Weasley, quando
incrociò
proprio l’ultima persona che avrebbe voluto incontrare in
quel
momento.
Draco
Malfoy, circondato dall’ inseparabile gang di Serpeverde, era
seduto contro il muro di pietra del corridoio a pochi metri da lei.
La
prova vivente che una giornata, per quanto pessima, può
sempre
peggiorare.
Lo
riconobbe all’ultimo momento, quindi non ebbe nemmeno la
possibilità di girare sui tacchi e filarsela. Sperando di
non
essere notata, Hermione attraversò spedita il corridoio.
Evidentemente
la fortuna non era dalla sua parte.
“Ehi,
Draco, tesoro! Guarda chi c’è laggiù,
la Granger!”
lo informò Pansy Parkinson ad alta voce, tutta uno zucchero.
Il gruppo di Serpeverde iniziò a rumoreggiare, ridacchiando.
Hermione
li ignorò completamente e proseguì imperterrita
verso
la sala comune di Grifondoro. Voleva raggiungere il quadro della
Signora Grassa il più in fretta possibile, onde evitare uno
scontro diretto con Malfoy. Non voleva assolutamente provocare una
lite, perché c’era il rischio che venissero tolti
dei punti
a Grifondoro.
Sfortunatamente,
prima che svoltasse l’angolo, Draco la precedette,
bloccandole il
passaggio.
L’odiosa
risatina di Pansy Parkinson echeggiò per tutto il corridoio.
“Ciao,
Granger. Che ci fai lontana dalla sala comune di Grifondoro, e per di
più tutta sola? Non lo sai che per una ragazza debole e
indifesa è facile incontrare tipi poco raccomandabili?
Evidentemente no, visto che delle tue inseparabili guardie del corpo
San Potter e Weasley Lenticchia non c’è neanche
l’ombra”
Draco
Malfoy. Lo conosceva da sei anni, suo malgrado, e da quando
era
appena un ragazzino non era cambiato di una virgola. Sempre i soliti
capelli biondi impomatati di gel, sempre i soliti occhi sprezzanti e
crudeli, sempre il solito atteggiamento superbo e fastidioso.
“Togliti
di mezzo, Malfoy. Questo non è il momento più
adatto
per rompermi le scatole. Se avessi la cortesia di
spostarti…”
sibilò, arrabbiata.
“Ma
sentitela. Io, Draco Malfoy, unico erede di una delle casate
più
nobili e antiche di maghi Purosangue, dovrei spostarmi per lasciar
passare una Sanguesporco della peggior specie? Voglio sperare che sia
uno scherzo, Granger. Devo informarti che purtroppo siamo sotto
Natale, quindi dovrai aspettare che sia Carnevale per pavoneggiarti
con buffonate di questo tipo” la derise lui, con una
sgradevole
nota sarcastica nella voce.
E’
superfluo aggiungere che la battuta di Malfoy provocò un
fiume
di risate sguaiate, non solo da parte dei Serpeverde.
Classico.
Hermione
si sentiva esplodere. Evidentemente non bastava Ron per quel giorno.
Adesso anche Malfoy si era messo a canzonarla.
Di
bene in meglio.
Sperò
ardentemente di riuscire a convincere quell’ arrogante di
Draco a
lasciarla passare, o sarebbe esplosa. “Te lo ripeto ancora
una
volta. Lasciami passare e sparisci dalla mia vista, oppure dovrai
subirne le conseguenze”
Naturalmente
le parole della ragazza, per quanto minacciose, non fecero
né
caldo né freddo a Malfoy, che la ignorò
palesemente,
avvicinandosi ancora di più a lei, così tanto che
quasi
i nasi si sfioravano. Erano vicini, troppo vicini, e lui lo faceva
apposta.
Hermione
si sentiva le guance bollenti, ma l’orgoglio le
impedì di
abbassare lo sguardo.
“Sai,
Granger, ultimamente girano certe voci tra gli studenti. E' vero che
hai una cotta per Oliver Baston? Non ti preoccupare, a me lo puoi
dire… se è la verità, sta’
sicura che non farò
trapelare niente in giro. Se invece è una cazzata, allora ci
penserò io a farla smettere” le
sussurrò Malfoy
sarcastico, in modo nessuno tranne Hermione potesse sentire.
E
dagliela. Ancora con questa storia di Baston?!
“Dove
diavolo è finito quel poco di materia cerebrale che hai? Mi
sembra di averti già detto di toglierti dalle…
“ cominciò
Hermione, furibonda.
“Da
dov’è che dovrebbe togliersi
il signor Malfoy,
signorina Granger?”
Non
fu necessario voltarsi per sapere a chi apparteneva l’odiata
voce.
“Professor
Piton… Malfoy occupa il passaggio! Non mi permette di
raggiungere
la sala comune di Grifondoro, in più continua a darmi
fastidio” gridò la ragazza, puntando il dito conto
Draco,
che dal canto suo non era per niente preoccupato.
L’insegnante di
Pozioni era noto per la sua parzialità. Essendo il
responsabile della Casa di Serpeverde faceva sempre preferenze per i
suoi studenti, che ovviamente non puniva quasi mai. Figuriamoci
Malfoy, che veniva continuamente adulato da Piton.
Il
professore rimase in silenzio per qualche secondo.
“Signorina
Granger, mi sembri piuttosto alterata. È meglio se sparisci
prima che tolga cinquanta punti a Grifondoro per il chiasso che hai
provocato in corridoio e per aver alzato la voce con uno
studente”
“Voglio
sperare che anche Draco Malfoy venga punito, professor Piton”
mormorò Hermione a denti stretti, mentre si dirigeva verso
la
sala comune di Grifondoro.
“Potter!
Weasley! Cos’è tutto questo
brusio?”
Severus
Piton si avvicinò lentamente ai due studenti, con un ghigno
malefico dipinto sul volto.
I
due amici, che pochi secondi prima stavano chiacchierando
animatamente, adesso erano intenti ad affettare innocentemente alcune
radici nei propri calderoni.
“Signore,
guardi che si sta sbagliando! Io e Harry non stavamo…
“ cercò
di spiegare timidamente Ron.
“Chiudi
il becco, Weasley! Dieci punti in meno per Grifondoro! Così
la
prossima volta impari a contestare le opinioni di un
insegnante!”
lo interruppe Piton irritato.
Malfoy,
da lontano, sorrise compiaciuto all’infuriato Ron, ricevendo
di
rimando un gestaccio.
“Professor
Piton, Weasley mi ha fatto vaff… cioè, mi ha
fatto un
segnaccio!” scattò Malfoy, balzando in piedi con
tanta foga
da far barcollare la sedia.
Il
professor Piton fece molta fatica a reprimere la gioia di poter
togliere ulteriori punti alla Casa di Grifondoro.
“Weasley!
Credi forse che dieci punti siano troppo pochi? Vorresti che te ne
togliessi di più? Se era questo il tuo obiettivo, sono lieto
di informarti che l’ hai pienamente raggiunto. Insegnare
certe cose
volgari a un ragazzo di nobile famiglia! Dovresti vergognarti. Altri
dieci punti in meno per Grifondoro. Sono convinto che il famoso
Harry Potter sarà orgoglioso dei tuoi successi”
Ron
era infuriato. Il giorno prima Hermione non gli aveva quasi rivolto
la parola a causa di quella faccenda di Baston, e adesso che era
riuscito a fare una pseudo-pace con la ragazza ci si metteva quel
rompiscatole di Piton a rovinargli la giornata.
Purtroppo
per lui, il peggio doveva ancora venire.
“Bene,
tralasciamo questi tristi argomenti e torniamo a noi. Prima di
iniziare seriamente il programma di quest’anno, vorrei
proseguire
con il ripasso delle nozioni fondamentali della materia. Qualcuno sa
che cosa si ottiene mescolando succo di Mandragola con pus di
Butotubero? Anche un ragazzino del quarto anno saprebbe rispondere
alla perfezione”
Come
consuetudine, nessuno alzò la mano tranne Hermione.
“Nessuno
lo sa? Che delusione… bene, allora passiamo a
un’altra domanda…
” giubilò l’insegnante di Pozioni,
vedendo la delusione
sul viso della ragazza.
Dalla
bancata di Serpeverde giunsero delle risatine sommesse, ma il
professore fece finta di niente. Prima che potesse formulare il
quesito successivo, però, Hermione prese coraggio e
interruppe
Piton.“Mi scusi professore, mescolando succo di Mandragola
con pus
di Butotubero si ottiene una pozione dalle molteplici virtù
e
dalle numerose proprietà, tra cui le più
importanti
sono…”
Piton
non la lasciò terminare. “Granger, ti ho forse
dato il
permesso di rispondere? Cuciti la bocca, una buona volta! Nessuno ti
ha interpellato” ghignò il professore “e
ora continuiamo
la lezione… “
Hermione
abbassò la testa, le guance rosse come il fuoco. Sebbene si
ammazzasse sui libri cercando di prendere il massimo dei voti anche
in Pozioni, ogni anno la sua valutazione finale era inferiore a
quella di Malfoy, che nonostante non dimostrasse nemmeno un minimo di
impegno veniva sempre premiato con un Oltre Ogni Previsione.
Ron,
che era seduto vicino a lei, aspettò che Piton non lo
guardasse, poi estrasse dalla ribalta dello scrittoio di legno un
quotidiano e attirò l’attenzione
dell’amica depressa.
“Non
prendertela, Herm. Sai, prima io e Harry abbiamo letto
l’oroscopo
nel Settimanale Delle Streghe, e sotto il tuo segno c’era
scritto
così” cominciò il ragazzo, cercando con
gli occhi ciò
che gli interessava sulla pagina dell’ Astrologia “
…anche
se ti sembra impossibile, lui è proprio il tuo tipo!
Attenta:
sotto un atteggiamento freddo può nascondersi qualcosa di
ben
più profondo. Ancora meglio se il tuo
lui è uno
Scorpione… Baston sai di che segno è,
Hermione?
Scorpione!”
Hermione
alzò gli occhi al cielo e distolse lo sguardo da Ron,
sbuffando. Spostò il libro di Pozioni con un movimento
brusco
e fece inavvertitamente cadere a terra tutto ciò che aveva
sul
banco.
L’urlo
di Piton la fece sobbalzare.
“Voi
due! Weasley, continui imperterrito a fare confusione, vedo. Bene!
Benissimo! Visto che non ti interessa la mia lezione, prendi la tua
roba e spostati vicino a Tiger. Vediamo se avrai ancora il fegato di
leggere riviste stupide durante le mie ore. E in quanto a te, Granger,
visto che ti ho impedito di blaterare, hai ben pensato di tenere in
allenamento la tua parlantina infinita e fastidiosa chiacchierando
con gli altri studenti, a quanto pare… raccogli subito la
tua roba
e vai fuori dalla porta, e parla con il muro, se ci riesci!”
Hermione,
mordicchiandosi il labbro inferiore, si accucciò a terra e
raccolse le sue cose. Poi, con un’espressione delusa,
aprì
la porta del sotterraneo e uscì.
“Le
sta bene! Una volta tanto la pianta di fare la smorfiosa”
sussurrò
Pansy Parkinson a Malfoy.
Draco
non la stava nemmeno ascoltando, troppo occupato a fissare Piton.
Il
comportamento del professore lo lasciava un po’ perplesso.
Era
risaputo che il professore di Pozioni ce l’aveva con Potter e
il
suo trio, ma quel giorno sembrava più nervoso del solito. Forse era
per l'imminente partita di Quidditch, che vedeva come avversari
Grifondoro e Corvonero. Se Grifondoro avesse vinto avrebbe dovuto
giocare contro Serpeverde, che aveva battuto Tassorosso due giorni
prima. In ogni caso non c’era da preoccuparsi, con lui come
Cercatore avevano la vittoria in pugno.
Chi
se ne frega di quello che fa Piton... se infierisce su Sua
Maestà
Potter e il suo trio dell' Ave Maria, meglio così.
“Draco!
Ma mi stai ascoltando?” lo
richiamò Pansy,
impaziente, scuotendolo per un braccio.
Probabilmente
era davvero una giornata no per il professore di Pozioni,
perchè
richiamò addirittura Malfoy tre volte, evento più
unico
che raro. Tanto per spiegarci, se Draco si fosse messo a ballare il
tip tap nel bel mezzo di una lezione di Pozioni, il peggio che gli
potesse capitare era di essere ignorato.
Ad
un certo punto, vedendo che il biondino faceva orecchie da mercante
continuando a disegnare su un foglio di pergamena con aria annoiata,
Piton perse definitivamente la pazienza.
“Malfoy!
Anche tu ti ci metti, adesso? Vai fuori a fare compagnia alla
Granger, visto che ti annoi! Ah…”
proseguì Piton,
addolcendo il tono di voce “…visto che dovrai
prepararti
psicologicamente alla prossima partita di Quidditch, è
meglio
se ti rilassi per tutto il resto della mattinata. Dirò al
professor Vitious di esonerarti da Incantesimi”
Malfoy
non se lo fece ripetere due volte e tolse il disturbo, senza
risparmiare il classico sorrisetto di superiorità a Harry e
Ron prima di lasciare la classe.
Il
ragazzo dai capelli rossi raggiunse il banco di Harry, con la scusa
di dovergli prestare una boccetta d’inchiostro.
“Prepararsi
psicologicamente… questa non l’avevo
ancora sentita… Piton
le escogiterebbe tutte pur di non togliere punti al caro
Draco…
ehi! Siamo sicuri che Hermione sia al sicuro, là fuori con
Malfoy? Ho un orribile presentimento!”
Harry
aprì bocca per fare presente all’amico che doveva
smetterla
di avere brutti presentimenti su Hermione cinque o
sei volte
al giorno, ma fu battuto sul tempo dal professore di Pozioni, che al
colmo dell’esasperazione tolse altri dieci punti al
Grifondoro,
minacciando di espellere l’intera Casa da Hogwarts.
Hermione
chiuse la porta dell’aula di Pozioni e appoggiò il
calderone
sul pavimento. Si sedette per terra, nascondendo la testa tra le
braccia.
Ma
perché sempre a me?! Mi devono capitare proprio le disgrazie
peggiori?
Evidentemente
sì. Non c’era niente che andava per il verso
giusto
quell’anno.
Studiava
tutte le materie fino all’esaurimento per fare bella figura
con i
professori, ma sebbene sapesse recitare l’intero volume di
Pozioni
a memoria Piton la trattava come se fosse una mosca fastidiosa. Era
l’ultimo anno e doveva mettercela tutta per ottenere il
massimo
punteggio al M.A.G.O, ma sembrava che tutto girasse per il verso
sbagliato.
E
poi Malfoy. Quell’anno era estremamente insopportabile.
Appena il
giorno precedente l’aveva adescata in un corridoio al terzo
piano,
minacciandola di sottoporla alla Maledizione Cruciatus se non avesse
ammesso davanti a tutti i Serpeverde di essere una sporca Mezzosangue
inferiore. E l’aveva scampata per un pelo.
In
più, catastrofe delle catastrofi, era così
assorbita
dalla scuola da non potersi divertire come facevano i suoi amici.
Anche lei voleva svagarsi, ma molti studenti giravano alla larga da
una paranoica come lei, da una che trascorreva tutte le ore della sua
giornata in biblioteca.
Si
sentiva veramente giù di corda. In un momento del genere
aveva
bisogno di Harry e Ron, ma mancavano ancora due ore prima che il
professor Piton se ne andasse, quindi volente o nolente doveva
aspettare che iniziasse l’ora di Incantesimi per parlare con
i due
amici.
Non
le restava che approfittare delle due ore buche per prendersi avanti
con la relazione che avrebbe dovuto consegnare il giorno dopo alla
professoressa McGranitt. Se si dava una mossa avrebbe anche fatto in
tempo a ripassare Difesa Contro Le Arti Oscure, in maniera da avere
l’intero pomeriggio libero per gli approfondimenti in
biblioteca.
Sì,
era un ottimo programma. Oltre a consentirle di prendersi avanti con
gli studi, concentrarsi sulla scuola avrebbe impedito ai rimproveri
ingiustificati di Piton di rovinarle la giornata.
Riconfortata,
estrasse dalla cartella il Manuale Di Trasfigurazione Avanzata ed
iniziò a consultarlo.
Era
arrivata a pagina venti quando sentì le urla di Piton
provenire dall’aula.
La
ragazza chiuse il volume e si mise in ascolto, ma la
curiosità
ebbe la meglio, e cercò di sbirciare nel sotterraneo
attraverso la porta socchiusa. Improvvisamente, e prima che Hermione
potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, la porta
sbatté con forza contro la parete, e lei si trovò
faccia a faccia nientemeno che con Mister Simpatia.
“Malfoy!?
Ma cosa diavolo… ” cominciò la ragazza,
sbalordita.
Draco
Malfoy che veniva sbattuto fuori dalla porta durante una lezione di
Severus Piton? Era un evento più unico che raro. Non
riusciva
a crederci, eppure poteva giurare sulla testa del professor Silente
di aver sentito Piton urlare.
Da
quando in qua Piton sbatte fuori Malfoy?! Ma allora che ci fa qui, se
non l’ha spedito in corridoio il professore?
Malfoy
fissò Hermione e ridacchiò divertito.
“Il
professor Piton ha detto che è meglio se salto Incantesimi,
Mezzosangue. Non so se il tuo fidanzatino Baston te l’ ha
già
detto la scorsa Lezione di Volo, ma domani Potter gioca contro
Corvonero. Se vincono dovranno scontrarsi con noi, e io devo
prepararmi psicologicamente. Trascorrerò
la mattinata
bevendo succo di zucca e mangiando Cioccorane, comodamente
stravaccato su una morbidissima poltrona nella Sala Comune. Ti auguro
una buona giornata,
Granger”
sogghignò il biondino, esibendo la caratteristica
espressione
da
‘non-hai-ancora-capito-che-nessuno-è-meglio-di-me-in-questa-scuola?’
Detto
questo, Draco salì i primi gradini che dal sotterraneo di
Piton conducevano al corridoio superiore. Hermione cercò di
afferrarlo per il mantello per dirgliene quattro, ma qualcuno la
precedette.
“Voi
due! Venite subito qui!”
Malfoy
e Hermione rivolsero contemporaneamente lo sguardo verso la scala a
chiocciola.
Argus
Gazza, il custode, stava scendendo rapidamente le scale assieme alla
fedele gatta Mrs. Purr, e il ghigno malizioso che gli deformava il
viso non prometteva niente di buono.
“A
quanto pare non avete niente da fare, ragazzi. Vi
hanno
mandato fuori, eh? Male, molto male! Mi aiuterete a pulire il
corridoio e i quadri del quarto piano. Quale modo migliore per
passare il tempo?” sogghignò il vecchio, maligno.
Malfoy
non poteva crederci. Fissò il custode inorridito, sperando
di
aver sentito male. Lui doveva pulire un corridoio,
come un
volgare cameriere, come un insignificante elfo domestico? Lui,
che
non aveva mai toccato una scopa in diciassette anni di vita? Mai e
poi mai.
Anche
Hermione era seccata. Lei doveva studiare, prendersi avanti, non
poteva sprecare tempo prezioso, ma non fece in tempo ad aprire bocca
per protestare che un incavolatissimo Draco Malfoy la battè
sul tempo.
“Spiacente,
ma io devo prepararmi psicologicamente alla partita di Quidditch, il
Professor Piton ha detto…” cominciò il
ragazzo, guardando
il custode con una smorfia di disgusto, il tono di voce che tradiva
la sua irritazione.
“Ma
che baggianate sono queste? Questa è bella! Chi credete di
prendere in giro?! Siete stati mandati fuori dalla porta, e adesso mi
aiutate!” lo interruppe Gazza, rabbioso.
Malfoy
aveva gli occhi fuori dalle orbite, e anche Hermione era piuttosto
scocciata, anche se ebbe il buonsenso di non opporsi alla decisione
del custode, sapendo che sarebbe stato perfettamente inutile.
Irritata, diede una spinta a Malfoy da dietro per esortarlo a seguire
Gazza.
“Aspetta
solo che lo venga a sapere mio padre, e quel buono a nulla
verrà
scacciato da Hogwarts senza che abbia il tempo di dire Mrs.
Purr!”
borbottò Malfoy arrabbiatissimo, spolverando un dipinto con
tanta furia da farlo penzolare pericolosamente.
“Per
una volta ti farà bene imparare a pulire un pavimento. Io
durante l’estate aiuto sempre i miei genitori nelle faccende
domestiche. Dovresti saperle fare certe cose” rispose
Hermione
irritata, inumidendo uno strofinaccio nel secchio di metallo alla sua
destra e guardando di sottecchi il ragazzo.
Inizialmente
la situazione le era sembrata divertente. Malfoy infuriato che
spolverava mobili e suppellettili… una scena da immortalare!
Il
problema era che Draco scagliava insulti, minacce e maledizioni
contro Argus Gazza da quasi un’ora ormai, e Hermione
cominciava a
perdere la pazienza.
Malfoy
la guardò come se fosse stata una lebbrosa.
“Non
so se ti rendi conto, Granger. A casa mia abbiamo
parecchie
decine di domestici che lavano, stirano e preparano da mangiare, e
nessun membro della mia famiglia ha mai preso in
mano uno
strofinaccio, te lo posso assicurare. Ma da te naturalmente
è
diverso… i Babbani sfruttano i propri figli come degli schiavi”
sorrise Malfoy sprezzante.
“Sei
solo uno stupido presuntuoso e viziato. Tu e la tua odiosa famiglia
siete gli anormali. Sia nella famiglie di Babbani che in quelle di
Maghi i figli aiutano i genitori nelle faccende domestiche, non tutti
vivono nel lusso sfrenato come te”
Malfoy
scoppiò in una risatina crudele. “La mia
famiglia
sarebbe odiosa? Fa’ quasi ridere detto da una sudicia
Sanguesporco
come te, Granger. Smettila di parlare di cose che nemmeno conosci e
aiutami ad aggiustare questa cornice. In fondo a qualcosa puoi anche
servire, tutto sommato” le sussurrò, ghignando.
Hermione,
easperata, prese il suo secchio e si allontanò da Malfoy,
infuriata. “Hai voglia di scherzare? Te la vedrai tu con
Gazza
quando si accorgerà del disastro che stai combinando! A
causa
delle mie origini non hai fatto altro che prendermi in giro dal primo
giorno in cui ho messo piede a Hogwarts, hai davvero una bella faccia
tosta a provare a chiedermi di darti una mano! Sai cosa ti dico? Te
lo puoi scordare. Io aiuto gli amici, di solito, quelli che
dimostrano affetto e amicizia nei miei confronti, e mi dispiace
informarti che non rientri in questa categoria. Arrangiati”
Malfoy
si passò una mano tra i capelli biondi e
sogghignò.
“Granger,
mi stupisco di te. Allora non sei così intelligente come
sembra. La mia non era una richiesta d'aiuto, ma un ordine.
Pensavi
davvero che ti avrei
chiesto di aiutarmi, che mi sarei abbassato a chiedere una mano a una
ragazza con dei capelli così orrendi, per lo più
Mezzosangue, fastidiosa, insignificante, sfigata, sotuttoio e amica
di certe nullità come Potter e Weasley? Starai scherzando,
spero. Non sei altro che una Sanguesporco indegna e spregevole, sei
pregata di moderare i termini quando ti rivolgi a me… sono
stato
chiaro?”
Fu
come se un lampo squarciasse una nube già troppo carica di
pioggia.
Hermione
si voltò verso Malfoy e rimase lì, imbambolata,
in
mezzo al corridoio, a fissare il vuoto. Cercò di ribattere,
di
fargli una sfuriata, magari di mollargli uno schiaffo, ma non ci
riuscì. Si sentì la mente completamente svuotata.
Non
le venivano le parole, non le veniva niente. Non riusciva a esprimere
i sentimenti impetuosi che provava in quel momento.
Il
secchio che aveva in mano cadde a terra con un tonfo.
Mezzosangue
signorina sotuttoio sfigata chiudi il becco nullità
Sanguesporco insignificante fastidiosa indegna spregevole.
Si
sentì le guance bollenti, e gli occhi iniziarono a
pizzicarle.
No.
Non piangere, non piangere. Hermione. Non devi assolutamente
piangere. Almeno non davanti a lui. Non dargli questa soddisfazione.
Sentì
gli occhi gonfiarsi di lacrime.
Cosa
le prendeva? Per quanto cercasse di nasconderlo le battute di Malfoy
le facevano sempre male, ma non gli aveva mai dato la soddisfazione
di vederla piangere. Perché, perché tutto
d’un tratto
era così debole? Non era giusto, non era assolutamente
giusto.
Si
voltò di scatto e iniziò a correre, a correre
come non
aveva mai corso in vita sua.
Doveva
andarsene da lui, e subito! Doveva andare via!
Un
rumore di passi.
Draco
la stava rincorrendo! La inseguiva! Lui era più veloce.
Si
sentì afferrare per un braccio.
Hermione
fu obbligata a fermarsi. Si sforzò di ricacciare indietro le
lacrime, mordicchiandosi il labbro inferiore, aspettando la risata di
scherno del ragazzo.
Ma
la battuta non veniva.
Stupita,
Hermione alzò gli occhi e cercò lo sguardo di
Malfoy.
Draco
la stava fissando. Ma nel suo sguardo fredda e scostante
c’era
qualcosa di diverso. Qualcosa che sembrava fuori posto, sbagliato,
in quegli occhi gelidi e arroganti.
Forse
sbigottimento, o imbarazzo. Hermione non avrebbe saputo dirlo con
certezza.
“Granger,
si può sapere cosa diavolo ti prende?”
Sebbene
avesse gli occhi velati di lacrime, ad Hermione sembrò di
scorgere per un attimo un lampo di sgomento nel viso di Malfoy.
Possibile?
No,
se lo era immaginato.
Non poteva essere altrimenti.
La
ragazza fece per dire qualcosa, ma Draco sembrò leggerle nel
pensiero, perché riprese improvvisamente la sua aria
spavalda
e distaccata. Poi si girò e se ne andò,
lasciandola
sconvolta in mezzo al corridoio.
It was then that I realized
that forever was in your eyes
the moment I saw you cry
Mandy Moore, Cry
*
Il mio nickname, quando anni fa mi sono registrata su EFP e ho iniziato a postare la fan fiction, era Hermy. Ora su EFP sono Elizabeth Elinor Earnshaw. Potete trovare un avviso riguardo il cambio di nick anche sul profilo del mio vecchio account, in modo che non sorgano fraintendimenti e che qualcuno possa pensare che si tratti di plagio.
Mi sento in dovere di dare una spiegazione a tutte quelle persone che avevano già recensito la mia fan fiction, pubblicata anni fa su EFP. Ebbene sì, l'intera storia è stata scritta e in parte pubblicata quando avevo solo quattordici anni, nel lontano 2004. Il fatto è che per vari motivi ho dovuto sospendere la pubblicazione della storia, che ho ripreso in mano solo ultimamente. Una volta rivista completamente la storia e assegnatole un titolo diverso, ho deciso di creare un nuovo account e ripostare la fan fiction periodicamente per tutti i lettori che mi hanno sempre seguita e, naturalmente, anche per tutte quelle persone che adorano la ship D/Hr ma che non hanno ancora letto la mia fan fiction. Se sono riuscita a terminare di scrivere questa storia è soprattutto grazie a voi e all’enorme sostegno che mi avete sempre dimostrato.
Ricordo che la storia è stata scritta da una ragazza di quattordici anni; mi scuso perciò con i lettori se il linguaggio non è particolarmente forbito, o se alcune parti della storia risulteranno un po' inverosimili o paradossali. Infatti, nonostante diverse parti siano state riviste e modificate prima della pubblicazione la struttura della narrazione è rimasta pressoché inalterata, sia perché sarebbe stato praticamente impossibile stravolgere la fan fiction, sia perché mi è sembrato giusto così.
Grazie per l'attenzione, spero che la mia storia vi piaccia!