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Autore: EllyBeth    28/09/2016    2 recensioni
Salve popolo di EFP! Qui Kiry-chan che ha deciso di pubblicare questa raccolta di OS puramente NaLu! Spero vi possano piacere!
Capitolo 1. Mai dire mai: "Datemi una L! Datemi una U! Datemi una C! Datemi una Y!"
Capitolo 2. Autobus: "-...Non preoccupatevi per me! Mi piace un altro!-
Capitolo 3. Amici: "-...Mi fa: “ormai è tempo che tu diventi donna”, poi mi dà in mano una busta e scappa via. Io rimango lì basita e quando la apro che ci trovo?"
Capitolo 4. Solo mia: "-Natsu! I tuoi capelli!-"
Capitolo 5. Fatti...: "-Bè, io sono fatta, anche se per colpa tua, ma per me lo sei anche tu, lo sembri sempre.-"
Capitolo 6. Biblioteca: "-Oh Luce, davvero non lo riesci a immaginare? Davvero non riesci a immaginare il motivo per cui io venivo ogni giorno in un posto che odiavo solo per fissarti? Non lo immagini, Luce?-"
Capitolo 7. Graffiti.
Capitolo 8. Bambola: "-Quindi hai sentito tutto...-;-Tutto. Tutto quanto...-"
Capitolo 9. Battiti.
Capitolo 10. Vischio.
Capitolo 11. Child: "Già, com'era piccola. Forse troppo."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6. Biblioteca


 

Passò il dito sulle rilegature dei libri, leggendone al contempo i titoli.
 Si fermò su un libro dal grosso spessore e dal titolo scritto in bianco, guardandolo con fare annoiato. Lo tirò fuori dalla mensola per osservarne la copertina dove, a caratteri cubitali, c’era scritto “Dieci modi provati, assicurati e certificati per conquistare una ragazza!!!”
 -Tsk.- rimise il libro al suo posto, continuando a cercare il tomo che gli serviva per quel maledetto esame all’Università. “Io ne conosco almeno cento di modi per conquistare le ragazze, e funzionano tutti, nonostante non siano certificati, provati e assicurati.” pensò con un ghigno in volto, adocchiandone una non molto distante da lui.
 Si dondolava sulla gambe, tenendo stretti al petto due libri con il braccio sinistro e cercandone altri con il destro, proprio come stava facendo lui fino a pochi istanti prima. Un piccolo e dolce sorriso le increspava il volto, quasi timoroso di farsi vedere.
 Sembrava incantata, assorta, in un mondo tutto suo e nel quale lui mai sarebbe riuscito ad entrare.
 Scacciò via la fastidiosa sensazione di tristezza che per quell’attimo l’aveva colto quando vide la ragazza allungare il braccio per raggiungere un libro posato sullo scaffale più alto. Si stupì di quanto fosse bassa rispetto a lui anche se in punta di piedi.
 Eppure non era poi così bassa, anzi. Era perfettamente nella media, seno prosperoso a parte. “Avrà almeno una terza e abbondante, se non una quarta.” pensò iniziando a squadrarle il corpo, dalle gambe toniche, su verso il sedere sodo e la pancia piatta, fino al suo volto, piegato in un’espressione sconfitta.
 Fece una smorfia lei, iniziando a saltellare pur di afferrare quel libro, nello scaffale più basso della biblioteca eppure così in alto per lei.
 Sorrise stupito –si era stupito già fin troppe volte con quella biondina con quel corpo da favola- e in parte divertito di fronte alla tenacia e perché no, dalla testardaggine con cui la ragazza cercava di afferrarlo.
 Senza che il suo cervello potesse essere in grado di registrare il battito mancato del suo cuore le sue gambe già si stavano muovendo, portandolo verso colei che negli ultimi cinque minuti aveva catturato la sua più completa attenzione.
 Si posizionò dietro di lei -la quale non sembrava essersi accorta della sua presenza, dati i continui e vani saltelli- e, facendo aderire il suo petto alla schiena di lei, allungò il braccio a prendere l’unico libro che solitario stava appoggiato alla mensola.
 Lo porse alla ragazza che lo guardava stupita –“è il suo turno adesso rimanere stupita”-, con i suoi grandi occhi da cerbiatta che, lo notava solo ora, sembravano due pozzi di caldo cioccolato fuso.
 “Fuso come me” scacciò via il pensiero dalla sua mente che stava iniziando a fare pensieri non proprio casti sulla bionda mentre questa lo afferrò quasi confusa dal suo comportamento. Fece un timido sorriso e le guance le si imporporarono di un tenero rossore, mentre con un flebile sussurro lo ringraziò, prima di dirigersi al bancone a registrare l’uscita di quei libri.
 Il ragazzo ignorò il gonfiore al cavallo dei suoi pantaloni, aspettando che la ragazza uscisse prima di tornare sui suoi passi.
 Non aveva trovato il libro che cercava, ma di certo aveva scoperto qualcosa di meglio.
 Sorrise beffardo in direzione di quel libro rosa, incurante di risultare un deficiente davanti alle altre persone impegnate nella ricerca di tomi o nella lettura degli stessi.
 “Ora ti faccio vedere io, maledettissimo libro, come si conquista una ragazza.”
 E con la certezza che quella ragazza presto o tardi sarebbe caduta ai suoi piedi uscì dalla biblioteca, ignorando quel senso di felicità e benessere che lo avvolgeva.



***

 

Entrò dal grande portone di vetro di quella che ormai considerava la sua seconda casa.
 Decine e decine di scaffali decoravano la grande sala, un numero talmente elevato da dover forzatamente riempire tre piano, senza ovviamente considerare quelli non esposti.
 Quasi toccavano il bellissimo lampadario di cristallo, data la loro enorme mole. Forse troppo alti, considerando che neanche le scale arrivavano all’ultimo ripiano. Ma in fondo era indispensabile per una simile quantità di libri.
 -Ciao Lucy!- la salutò sussurrando una ragazza bassina dai corti capelli azzurri, che altri non era che la proprietaria della biblioteca, nonché migliore amica della giovane.
 Ricambiò il saluto con un cenno della mano, prima di accorgersi che i suoi piedi l’avevano condotta al più basso scaffale della biblioteca.
 Arrossì al ricordo del giorno precedente quando, intenta a cercare di afferrare quel libro sulle stelle, il ragazzo dal particolare colore di capelli l’aveva aiutata.
 Il suo petto sulla schiena, il suo respiro caldo sui capelli, quelle braccia così muscolose che per pochi secondi l’avevano circondata…
 Prese un profondo respiro, inspirando l’inebriante odore di libri fin dentro l’anima. Chiuse gli occhi per un secondo, scacciando via dalla sua mente il pensiero del ragazzo. Quando li riaprì un sorriso determinato le contornava il viso.
 Avrebbe portato quel lavoro a termine ad ogni costo!
 Si incamminò in quel labirinto di scaffali, cercando la sezione storica.
 Con la piantina della biblioteca “Fairy Tail” dipinta a colori indelebili nella sua mente vi arrivò in poco tempo.
 Il nome del luogo era tutt’ora un mistero impossibile da svelare per Lucy, ma ciò non toglieva il fascino che ogni volta influenzava su di lei.
 Quasi come quel ragazzo dai capelli color fiori di ciliegio…
 No, non doveva pensare a quel ragazzo, le avrebbe portato solo rabbia e dolore, come Loki.
 Loki, che per sei mesi era stato fidanzato con lei, e che poi l’aveva tradita con un’altra, una certa Aries.
 Da allora i ragazzi per lei erano diventati un argomento tabù, ma Levy se ne infischiava.
 Lucy e Loki infatti si erano conosciuti al matrimonio di Levy con un loro coetaneo, Gajeel, e la ragazza cercava in tutti i modi di convincere la bionda a trovarsi un fidanzato, consapevole della gioia e della completezza che l’amore portava.
 E quindi lei insisteva, cercando di dissuaderla dallo studiare assiduamente ogni giorno.
 Ma in fondo non poteva farci niente.
 Quando Levy si era sposata loro due erano solo al terzo anno di Università, e l’azzurra, nonostante la sua smisurata intelligenza, aveva preferito mollare gli studi, convinta che Lucy ce l’avrebbe fatta anche senza il suo aiuto. Così, dopo il viaggio di nozze, invece di tornare sui libri, aveva richiesto di essere assunta come bibliotecaria, mentre Gajeel lavorava come meccanico con l’aiuto di altri “baldi giovani”, come li definiva Levy, che alla disperata ricerca di un lavoro venivano assunti a tempo determinato da Gajeel.
 Lucy era felice per Levy, lei aveva trovato l’amore, quello vero.
 Ma Lucy ci aveva rinunciato in seguito a tutte le delusioni ricevute, che l’avevano portata ad odiare tutti gli esseri di sesso maschile, a parte poche eccezioni, quali per esempio il meccanico e suo padre.
 L’altro giorno si era lasciata sopraffare dalla gentilezza e dalla bellezza del rosato, ma non si sarebbe lasciata prendere alla provvista un’altra volta.
 Levy registrò i libri in uscita, mentre Lucy cercava di autoconvincersi che sì, non l’avrebbe più rivisto.
 Dopotutto poteva incontrarlo solo in biblioteca, e un babbuino senza cervello come lui non ci sarebbe di certo tornato. E poi, in ogni caso, quella che provava lei era solo attrazione. Solo pura e semplice attrazione fisica.
 O almeno così credette fino a quando, non appena si fu girata, non incrociò due paia di occhi verdi e un sorriso a trentadue denti mozzafiato.
 Stava seduto appollaiato su una comoda poltrona rossa, il capo sorretto dal braccio destro e la corrispondente mano dispersa nei capelli rosa che, nonostante la loro forma appuntita, a Lucy in quel momento sembrarono estremamente morbidi, tanto da voler desiderare con tutta se stessa di tuffarci dentro una mano e passarcela dentro fino a quando, esausta, non gli sarebbe crollata in braccio, addormentata.
 E improvvisamente la convinzione che la sua fosse solo attrazione fisica scemò, facendo perdere un battito al suo cuore.



***

 

-Nee Luce, sei ancora su quel libro?- chiese l’uomo appoggiandosi con le braccia al capo biondo della moglie che, concentrata, scriveva su un foglio la storia di come l’amore l’avesse presa alla sprovvista in una biblioteca.
 -Mh. Sono bloccata qui, non so come andare avanti.- confessò la giovane donna, puntando i suo occhi marroni in quelli verdi di lui.
 -Vedere.- gli porse il manoscritto, che lui concentrato lesse, lasciandosi sfuggire di tanto in tanto un sorrisetto furbo e felice. –Perché non scrivi semplicemente la verità, e cioè che poi la mano tra i miei meravigliosi capelli ce li hai messi davvero?- mormorò malizioso lui, facendola arrossire fino alla punta dei capelli.
 -Ma… ma… m-m-m-m-ma…- rise intenerito lui vedendo la moglie balbettare a quel modo. -E’ imbarazzante…- mormorò incassando la testa nelle spalle in un gesto involontario e insicuro rendendola, davanti agli occhi di Natsu, la persona più bella del mondo.
 La persona che lui doveva proteggere.
 E soprattutto, era sua.
 Questo gli diede la precedentemente mancata forza di incoraggiarla a scriverlo, perché in una storia vera un finale falso avrebbe stonato, anche se questo fosse stato il più bello di tutti.
 -E poi,- continuò. –quello è stato il secondo, se non il terzo, momento della mia vita.- mormorò felice lui, fissandola.
 -E quali sono i primi due?- chiese una curiosa Lucy, ricambiando lo sguardo.
 -Il secondo è il giorno in cui ci siamo sposati…-
 -E il primo?- domandò impaziente.
 -Il giorno in cui ti ho vista per la prima volta in biblioteca.- e detto questo Natsu si abbassò all’altezza di Lucy appoggiandosi con le mani sulle cosce dell’amata, lasciando un tenero e casto bacio sulle sue labbra.
 Lucy sorrise felice con un tenero rossore sulle gote, gioiosa da ciò che aveva sentito ma con ancora una domanda che da molto tempo ormai la assillava.
 -Ne Natsu, ma quel giorno che ci facevi in biblioteca?- chiese finalmente, liberandosi un peso dal cuore.
 -Secondo te?- chiese invece lui, sarcastico, facendo gonfiare le guance ad una Lucy indispettita, in quel momento simile in tutto e per tutto ad una tenera bambina capricciosa.
 -Intendo dire, che ci facevi lì se tu odiavi leggere? E perché continuavi a venire? Insomma… se era solo per una ricerca all’Università, come mi avevi detto tu, allora avresti potuto usare internet, considerando ciò che dovevi cercare.-
 -Be… Diciamo che avevo finito i giga e nessuno era intenzionato a darmi hot-spot, così sono stato crudelmente costretto da Gajeel ad andare in biblioteca, dicendomi che non ne sarei uscito deluso. E in effetti…- mormorò infine malizioso.
 -Ok ma… perché continuavi a venire? Insomma, se dovevi studiare non potevi perdere tempo tutti i giorni in biblioteca, considerando che non facevi altro che fissarmi.- e questa volta Natsu non poté fare a meno di scoppiare in una grossa risata.
 -Oh Luce, davvero non lo riesci a immaginare? Davvero non riesci a immaginare il motivo per cui io venivo ogni giorno in un posto che odiavo solo per fissarti? Non lo immagini, Luce?-
 -È solo che…- un rumore distolse l’attenzione dei due adulti l’uno dallo sguardo dell’altro, portandosi invece su una tenera bambina dai capelli rosa che, con un pigiama di una taglia più grande della sua, i corti capelli rosa spettinati, una mano stretta a tenere un gatto blu di peluche e l’altra a sfregarsi un occhio color cioccolato fuso li fissava, cercando nei visi rassicuranti dei genitori una conferma.
 Lucy sorrise dolcemente, girando la sedia in direzione della piccola e spalancando le braccia in un invito che la bimba mai avrebbe potuto rifiutare.
 Ci si tuffò dentro, lasciandosi cullare dal caldo tepore materno, chiudendo gli occhi e provando a rilassarsi.
 -Eh piccola, hai fatto un altro brutto sogno?- Nashi aprì un occhio per guardare il suo papà che preoccupato si era abbassato alla sua altezza.
 -Mh!- annuì lei stringendosi forte al petto della mamma, che in risposta iniziò ad accarezzarle i capelli.
 -Vuoi che ti racconti la storia del primo appuntamento di babbo e mamma?- la bambina a quella domanda rispose con un “sì” felice, scendendo dalle gambe della mamma e prendendole la mano per portarla nella sua cameretta.
 E così la piccola famigliola si riunì sul piccola di Nashi, tutti pronti a sentire una storia ripetuta mille e mille volte, eppure non li avrebbe annoiati, perché ogni volta che Lucy raccontava era come entrare in un libro.
 E Natsu era rimasto intrappolato in questo libro, imparando ad amare non solo quello, ma anche tutti gli altri libri.
 Anche perché senza quelli non avrebbe incontrato la sua Lu.
 La sua Lu che stava raccontando alla figlia l’imbarazzante situazione che lo aveva “costretto” ad invitarla ad uscire, gli occhi brillanti e un sorriso sulle labbra che subito contagiò anche lui.
 E prendendo in braccio una delle due donne della sua vita e prendendo per mano l’altra ascoltò ancora quella storia, non potendo far altro che rimanerne affascinato, ancora.
 “Ti amo, Lu.”

 

***

 

Angolo autrice
Ed ecco a voi come rovinare un bel momento romantico!!! (tutto)
 Anzi.
 Ecco a voi cento modi per rovinare momenti romantici!!!
 Tutti offerti da: ME!!!
 Rieccomi con la shot del settembre (credo) !!!
 E tanti auguri a meeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 Sono ‘na quattordicenne, cosa credete gnari?
 No ok basta sto morendo!!! (solo per il “gnari” ja)
 Ditemi ditemi ditemi, vi è piaciuta la storia?
 E ancora ditemi ditemi ditemi… La prossima volta che andrete in biblioteca ci penserete, veeeero?
 E magari penserete anche qualcosa, dico bene, gente sporcacciona?
 Ma siii! Come avete fatto a capirlo!
 Oggi sono allegra!!!
 Sembro fatta ma no, tranquilli, non è così.
 Sto benissimo, penso, ma tranquilli che non mi drogo.
 Sempre che il Bitter si possa considerare analcolico.
Uhmmmmmmmm…
Massì tranquilli che lo è!
 Forse…
 Ok la smetto e vi lascio!
 Devo fare mate -.-”
 …
 Quindi ciao…

Ciao…

The new, the best, and the fantastic KIRY-CHAN!!!
(English correggiuto ;) )

Byeeee <3

   
 
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