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Autore: ballerinaclassica    06/05/2009    8 recensioni
Solo un’inutile seccatura.
E, cosa più insopportabile, cosa fosse accaduto dopo il settimo bicchiere di alcolico, non riusciva ancora a ricordarselo. Come se mancasse il frammento centrale della fotografia.
Si sciacquò il viso. E stranamente non si stupì di specchiarsi e notare le guance solcate da profonde occhiaie. Fosse stato solo quello il problema… Non capiva nemmeno cosa fosse a farlo stare così male. Non era mal di testa in sé, nemmeno debolezza.
Solo una strana sensazione di catastrofe incombente che gli attanagliava lo stomaco, come se una cucciolata di lepri stesse adorabilmente saltellando lungo il suo esofago.
Quando finalmente trovò la forza e il coraggio di privarsi dell’appoggio del lavandino, optò diplomaticamente per la deliziosa scelta di tornarsene a poltrire in tutta tranquillità. In fondo, Ino non si sarebbe arrabbiata per un suo ritardo, no?
{ Shikamaru ~ Ino }
Genere: Romantico, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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ShikaIno

Il suono della sveglia sembrò penetrargli nei timpani più acuto e pungente del solito. Non ricordava nemmeno di essersi addormentato, eppure già quel frastuono assordante lo costringeva ad aprire le palpebre tentennante, con gli occhi ancora troppo disturbati dai raggi del sole che fastidiosamente invadevano il cuscino.

Con grande sforzo lasciò il tepore accogliente delle lenzuola, per poi poggiare i piedi sul freddo pavimento della sua stanza, rabbrividendo.

Non aveva mai amato il mattino, sia perché si ritrovava sbattuta in faccia la reale prospettiva di una giornata di estenuanti lezioni, sia perché avrebbe rivisto lei e non ne aveva voglia, per niente.

Lei, a suo parere, non era che una seccatura.

Superò il comodino, accuratamente disordinato, e saltò abilmente i libri sparsi sul pavimento. Nessun romanzo, solo manuali di scacchi, guide a nuove strategie di scacchi e affini… Tutti accuratamente incellofanati.

Si diresse in bagno massaggiandosi le tempie. Nella testa aveva ancora quei ricordi che affioravano prepotentemente. La musica incalzante e i bicchieri di troppo sembravano ora frammenti di una fotografia strappata e divisa in tanti minuscoli pezzi.

E tra le orribili memorie, ecco che spuntava quella che, a suo parere, era assolutamente la più disgustosa: l’aveva per caso chiamata con qualche smielato nomignolo somigliante a stella?

-Mendokouze… -

Imprecò a voce bassa, mentre l’ennesimo sbadiglio lo coglieva di sorpresa, costringendolo a storcere il viso in un’espressione alquanto buffa.

Certo, ora che ci pensava, scegliere una compagnia come quella di Kiba, Naruto e Chouji non era stata proprio un’idea brillante. Per lo meno per lui, che di divertirsi e scatenarsi non ne aveva mai avuto voglia.

Solo un’inutile seccatura.

E, cosa più insopportabile, cosa fosse accaduto dopo il settimo bicchiere di alcolico, non riusciva ancora a ricordarselo. Come se mancasse il frammento centrale della fotografia.

Si sciacquò il viso. E stranamente non si stupì di specchiarsi e notare le guance solcate da profonde occhiaie. Fosse stato solo quello il problema… Non capiva nemmeno cosa fosse a farlo stare così male. Non era mal di testa in sé, nemmeno debolezza.

Solo una strana sensazione di catastrofe incombente che gli attanagliava lo stomaco, come se una cucciolata di lepri stesse adorabilmente saltellando lungo il suo esofago.

Quando finalmente trovò la forza e il coraggio di privarsi dell’appoggio del lavandino, optò diplomaticamente per la deliziosa scelta di tornarsene a poltrire in tutta tranquillità. In fondo, Ino non si sarebbe arrabbiata per un suo ritardo, no? Né Chouji… Né il suo sensei, Asuma.

In fondo, era solo Ino quella da temere. E, se ben ricordava riguardo quei frammenti di foto della notte appena trascorsa, Ino a quest’ora doveva trovarsi esattamente nelle sue stesse condizioni. E la cosa sembrò divertirlo, davvero tanto. O almeno abbastanza da potergli strappare da quel ceruleo viso (causa anche l’alcool) un stanco quanto divertito ghigno.

E quindi tornò allegro, o meglio, arrancò, ma sicuramente in maniera più gioiosa di quando si era alzato, di nuovo verso la sua stanza. Un passo dopo l’altro, in tutta calma. Voleva un mattino privo di stelle o seccature.

Ma mai cantar vittoria.

La mandibola sfiorava quasi il pavimento, gli occhi erano diventati grandi quanto palloni da basket. Tutto per ciò che gli era appena apparso davanti…

Cosa ci faceva Ino nuda nel suo letto?!

   
 
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