Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: BlackVanilla    29/09/2016    2 recensioni
...l'abilità speciale del Chirurgo della Morte riuscirà a salvare una giovane e bella ragazza da una misteriosa e sconosciuta malattia? A volte le emozioni non possono essere descritte con le parole, per quanto ci impegniamo per farlo, il risultato sarà sempre deludente.
Ma succede che in certi casi, diventi complicato anche solo capire cosa si stia provando esattamente, l’emozione stessa diventa fonte di confusione e sgomento...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sulla scrivania nella cabina del dottore non c’era davvero più spazio libero: Law aveva occupato tutta la superficie dell’ampio tavolo con gli incartamenti che Gwennie era riuscita a trafugare al Gemini.
I due giovani avevano letto e riletto i documenti più volte fino a farsi venire il mal di testa, la ragazza infatti aveva deciso di concedersi una pausa sdraiandosi qualche minuto sul morbido letto del suo medico finendo poi per addormentarsi.
Law però non demordeva e continuava a studiare le formule chimiche impresse in quei fogli di carta, certo di avere davanti il fattore che gli mancava per riuscire a creare un vaccino allo scopo di debellare per sempre il VDM-03.
La maggior parte dell’incartamento era scritto in codice, il nome del possibile compratore del virus era contrassegnato con una sigla alfanumerica, SS428, ma i calcoli effettuati da un certo dottor Bianchi erano chiarissimi e abbastanza utili.
Quello che al ricercatore mancava per riuscire a replicare il virus non era che una manciata di dati, Law lo capiva perfettamente dopo aver analizzato il VDM-03 così tante volte al fine di sconfiggere il terribile morbo, ma il povero Bianchi sembrava non esserci proprio arrivato finendo per arenarsi sempre sullo stesso punto.
Il chirurgo si strofinò gli occhi…sentiva che pizzicavano, distolse lo sguardo dai fogli e iniziò ad osservare Gwennie che giaceva inerme sul suo letto: era in posizione fetale e stringeva in mano un lembo del lenzuolo come se quel pezzo di stoffa potesse proteggerla da chissà quale minaccia.
“Uva sultanina!”, mugugnò nel sonno.
Law sorrise tra sé, aveva imparato a non sorprendersi più quando la giovane parlottava nel sonno, era un’abitudine ormai e a volte era pure divertente ascoltare ciò che riusciva a dire.
Un flash attraversò la mente del medico.
Riprese rapidamente alcuni fogli dal suo tavolo e li lesse avidamente.
Afferrò un quaderno e una penna ed iniziò a scrivere complicate formule chimiche.
Forse la soluzione era davvero molto vicina, Bianchi non aveva fatto proprio un totale buco nell’acqua.
 
Il momento della colazione nel Polar Tang era sacro.
Il tavolo da pranzo fungeva da enorme cuscino per tutte le teste dei pirati Heart che, come dei bambini capricciosi, alla sera non volevano mai andare a letto e quindi al mattino potevano vantare un’energia pari a quella degli zombie di Thriller Bark.
Jasper era l’unico che aveva degli orari molto precisi: ogni mattina si svegliava alle sei per iniziare a preparare la colazione, amava il suo compito e adorava cucinare quando nel sottomarino c’era ancora un silenzio quasi totale, riusciva a sentire il rumore prodotto dalla lama del suo coltello affilato mentre tagliava la frutta, oppure il leggero croccare del pane mentre si stava allegramente tostando.
Ogni giorno, a turno, ognuno dei suoi compagni doveva dargli una mano per servire le portate durante la colazione, il pranzo e la cena: quella mattina toccava ad Orca, ma Jasper aveva notato che il suo amico era particolarmente distratto.
“Orca coraggio, quel pane sta raffreddandosi. Tieni, porta questo vassoio e fai attenzione alla brocca del caffè, mi raccomando”, il cuoco lo guardò allontanarsi.
Trattenne il fiato finché non lo vide tornare con in mano il vassoio vuoto, segno che le pietanze erano arrivate a destinazione.
“Stai bene? Mi sembri stanco…se vuoi ti faccio sostituire”, gli chiese Jasper, genuinamente preoccupato per il compagno ma anche leggermente spaventato nell’immaginare i suoi muffin alla frutta con ripieno di delicata crema pasticcera finire spappolati sul pavimento.
“Tutto bene, non ho dormito un granché ma posso farcela”, non aveva sorriso minimamente parlando.
Il cuoco annuì e si dedicò alle uova che stavano friggendo, le fece agitare leggermente nella padella affinché non si bruciassero, mentre stava pensando ad un piatto speciale da preparare per Orca.
 
Penguin afferrò una fetta di pane tostato e la imburrò abbondantemente, scelse la sua marmellata preferita, quella di arance amare, e ne spalmò una porzione gigantesca sul toast che stava reggendo con la mano libera.
Stava per mordere il suo capolavoro quando nella sala da pranzo entrarono il capitano seguito da Gwennie: la ragazza era davvero diventata ancora più carina da quando stava meglio, i capelli erano più lucidi e forti, la carnagione era rosea, la pelle liscia e luminosa.
Quel mattino indossava un paio di shorts neri con i bordi sfilacciati, una maglietta bianca tutta stropicciata con disegnini colorati e i capelli erano raccolti in due treccine morbide, sorrise ai presenti prima di prendere posto.
Law afferrò un onigiri e si allontanò senza nemmeno sedersi un minuto, parlò piano a Jasper il quale annuì più volte prima di scomparire di nuovo in cucina, successivamente il medico scomparve nuovamente in corridoio.
“Che succede, Gwennie?”, Penguin non stava più nella pelle dalla curiosità.
“Il capitano dice di aver scoperto una cosa importante, ma non mi ha detto di che si tratta. Posso solo anticiparvi che purtroppo non ci sono nomi sul fascicolo che ho preso al Gemini e quindi non sappiamo ancora chi sia il possibile compratore”, sospirò posando sul tavolo la tazza di caffè.
Non riuscì a nascondere la sua delusione.
Era davvero convita di trovare qualche riferimento sull’identità del figuro, certo non pensava di poter leggere il nome nero su bianco, ma aveva sperato di carpire un indizio che l’avrebbe condotta sulla buona strada.
Invece niente.
Solo una sigla alfanumerica.
“Coraggio, vedrai che lo scopriremo chi è!”, era stato Orca a parlare e facendolo si era seduto accanto a lei.
Il capitano non era lì quindi tanto valeva approfittarne.
Ignorò l’occhiataccia che Penguin gli aveva appena scoccato.
Gwennie gli rivolse uno dei suoi più dolci sorrisi provocandogli un tuffo al cuore: avrebbe pagato oro per poter vedere quel sorriso ogni mattina per il resto della sua vita, magari in circostanze un pochino diverse, ecco.
“Grazie, siete davvero impagabili!”, lo abbracciò fraternamente, ancora ignara dei sentimenti che lui provava per lei.
Penguin sospirò osservando l’espressione imbambolata dell’amico, immaginò che sarebbe stato inutile rivolgergli la parola per il resto della mattinata, o forse addirittura per tutto il giorno.
 
Law finì di mangiare il suo onigiri e tornò al lavoro, era nel laboratorio e aveva chiuso a chiave la porta per non essere disturbato.
Negli incartamenti del Gemini aveva letto una cosa che gli aveva fatto saltare la mosca al naso: Bianchi, il ricercatore incaricato di replicare il virus, aveva cercato in tutti i modi di ottenere il VDM-03 fallendo miseramente ogni volta.
Gli mancava un pezzo importante della formula chimica che caratterizzava il morbo, e non era riuscito assolutamente a trovarla in laboratorio, così aveva pensato di cercarla in natura.
Poiché la malattia agiva con un lento ed inesorabile avvelenamento, Bianchi aveva cercato quella caratteristica tra i frutti velenosi che esistevano, trovando diverse possibili opzioni utili per il suo lavoro.
Era stato quel ragionamento che aveva fatto accendere la lampadina nella mente laboriosa del chirurgo: perché non cercare invece un frutto che abbia ampie proprietà curative anti-avvelenamento?
Magari mangiandolo Gwennie avrebbe potuto guarire definitivamente abbandonando anche la terapia farmacologica che, purtroppo, stava perdendo la sua efficacia.
Prese in mano i fogli relativi alle ultime analisi del sangue che aveva fatto fare alla ragazza: i valori erano leggermente regrediti rispetto al prelievo precedente e il medico sapeva benissimo che le prossime sarebbero state ancora peggio.
Nonostante tutti i tentativi per debellarlo, la piccola percentuale di virus ancora presente nel corpo di Gwennie stava mutando per reagire ai farmaci: tra non molto anche questo mix di medicinali sarebbe diventato inutile.
Ripose le analisi in un cassetto e tornò al suo lavoro, non aveva tempo da perdere.
 
Zoro stava sollevando il divanetto del salotto usando una delle sue katane, lui lo faceva solo per allenarsi ma inconsapevolmente aveva creato uno spettacolino a cui i pirati Heart facevano a gara per assistere.
Kin’emon si avvicinò a Gwennie per chiedergli se lo spadaccino era solito allenarsi sempre in quel modo e lei rispose che, pur di fare esercizio, avrebbe sollevato anche tutti loro messi insieme.
“Ha davvero lo spirito di un autentico samurai. Il regno di Wa sarà una piacevole sorpresa per lui”, disse incrociando le braccia al petto.
Questa affermazione fece sognare Gwennie, immaginava come potesse essere quel magico regno e sperava di non essere troppo distante dalla realtà, in un sprizzo di curiosità chiese al samurai di descriverle il paesaggio della sua terra natia.
“Oh, ben volentieri, O-Gwennie”, sedette a terra e prese fiato, “gli alberi sono alti e robusti, il loro colore è di un verde brillante. Al mattino, appena sorto il sole, una leggera nebbiolina di innalza dalle fitte foreste e non abbandona la cima degli arbusti fino a quando gli uccelli non decidono di alzarsi in volo. L’aria profuma di muschio e di natura, è possibile sentire il rumore dell’acqua limpida che scorre nei numerosi ruscelli. A metà giornata le risate dei bambini che giocano per le strade si mescola ai versi degli animali delle fattorie, i loro padri sono già al lavoro da diverse ore ma non manca molto al momento in cui potranno riabbracciarsi. Nelle case le mogli stanno preparando il riso per la cena e in un angolino della cucina stanno sicuramente bollendo degli ottimi oden fumanti. Quando la luna prende il posto del sole nel cielo il solo suono che si ode è il canto dei grilli che si nascondono tra le foglie dei cespugli”.
Gwennie aprì gli occhi, in realtà non si era resa conto di averli chiusi.
 “E’ bellissimo Kin’emon, grazie per avermelo raccontato! Io non vedo l’ora di vederlo di persona, sembra un regno di favola!”, sorrise entusiasta.
Il samurai la imitò per poi rabbuiarsi di colpo.
La giovane lo notò e prese posto accanto a lui, sul pavimento, posandogli una mano sul braccio.
“Non dovete preoccuparvi, Rufy ha promesso di aiutarvi a sconfiggere Kaido e lo farà. Lui mantiene sempre la parola…per non parlare di Law, e dei visoni che conoscete certo meglio di noi! Ce la faremo!”, strinse le dita attorno alla morbida stoffa del kimono del guerriero.
“Hai ragione O-Gwennie, non posso abbattermi prima della battaglia. Noi insieme libereremo il regno di Wa dalla tirannia di Kaido e apriremo i confini come desiderio di Lord Oden”, il suo sguardo era risoluto ma anche più sereno.
La giovane gli rivolse un altro sorriso prima di rimettersi in piedi, guardò Zoro mentre sollevava il divanetto per la milionesima volta: teneva l’occhio chiuso per concentrarsi meglio ma gli strilli dei pirati Heart non lo stavano per niente aiutando.
Alla fine sbottò chiedendo di fare silenzio.
“Nooooo!!!”, gridò Mario mettendosi le mani nei capelli, “ti sei fermato! Io aveva scommesso che ne avresti fatti altri cento senza pausa, mi hai fatto perdere!!!”.
“Sgancia amico!”, Penguin si era avvicinato all’aiuto navigatore con fare canzonatorio.
Tutti si misero a ridacchiare per poi tornare ai rispettivi compiti.
Ancora una volta Gwennie non poté fare a meno di sentirsi come a casa sua.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: BlackVanilla