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Autore: funkia    06/05/2009    8 recensioni
Se n’era andata in una tipica giornata di pioggia inglese, tra le sue valigie e vestita del suo cappotto preferito aveva mostrato un sorriso che avrebbe dovuto essere rassicurante per chi restava ma che faceva trasparire tutti i timori che si teneva dentro. Con un cenno forse un po’ troppo frettoloso era salita sull’aereo. Ciao. Arrivederci. Addio. Nessuno seppe mai cosa significava veramente quel gesto veloce, quel mezzo sorriso, quella stessa partenza. Si era solo chiuso un capitolo per aprirne un altro. … Però dite la verità, chi di voi non è mai tornato almeno su un capitolo una seconda volta?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Pioggia

                     HI MUM, THIS IS MY BOSS

 

                                11. Never So Simple

We live and we learn to take
One step at a time
There's no need to rush
It's like learning to fly
Or falling in love
It's gonna happen and it's
Supposed to happen and we
Find the reasons why
One step at a time                          One step a time- Jordin Sparks

 

 

Pioggia. Ancora pioggia. Eppure quella mattina non riusciva a sorridere.

 

Era entrato in ufficio alle sette e mezzo dopo una notte passata in bianco. Non aveva guardato in faccia nessuno. Erano le nove e ancora non aveva visto nessuno. Se ne stava lì, fermo, dietro alla sua scrivania a fissare la pioggia che sbatteva contro la finestra del suo ufficio. La finestra incantata del suo ufficio.

 

Sospirò e abbassò la testa. La sua vita faceva schifo. Lui si faceva schifo. Avrebbe solo voluto che il tempo potesse fermarsi e rimanere così per sempre. Ma nemmeno un mago può fermare il corso della storia.

 

Qualcuno bussò alla porta. Un tocco leggero. Lei. Entrò senza dire una parola, con il suo solito passo sostenuto, e posò un plico sulla scrivania del suo capo. Non accennò ad alzare lo sguardo, si voltò e si diresse di nuovo verso la porta.

 

“Hermione…” La sua voce era uscita come un sospiro ma lei l’aveva sentito benissimo. Si arrestò. “… chiuda… chiudi la porta per favore.”

 

Hermione fece come le era stato detto e senza un’altra parola si voltò verso di lui guardandolo per la prima volta dopo una settimana. I suoi occhi erano spaventati.

 

“Signor Weasley, io…”

 

Ron si mise più dritto dietro alla scrivania e sospirò solenne facendo cenno alla sedia vuota davanti a lui. “Siediti.”

 

E lei si sedette, in tutta la sua compostezza. Si mordeva un labbro, era nervosa.

 

“Lavanda non è incinta.” Buttò fuori. Non avrebbe saputo dirlo in altro modo, non voleva girarci troppo intorno. Non era mai stato bravo a fare discorsi. La vide alzare la testa di scatto, sconvolta. “Era un falso allarme.”

 

Hermione schiuse appena la bocca. “Non è… non è incinta?”

 

“No.”

 

Silenzio.

 

“Questo vuol dire...” Hermione sentì un nodo alla gola. “… che c’è ancora… speranza?”

 

Ron si passò una mano sulla faccia e la fissò. “Lo vorrei. Tanto.” Distolse lo sguardo. “Hermione, non so più che cosa fare. Tutto quello che voglio sei tu. Tutto quello a cui penso sei tu. Ed è sbagliato. Ma sono umano.”

 

Hermione lo guardò determinata. “Tu vuoi che ti dica di lasciare tua moglie, non è vero?” Ron ricambiò lo sguardo. “Vuoi sentirlo dire da me, così da non sentirti uno stronzo dopo.”

 

“Sono già uno stronzo, Hermione.”

 

“Lo sei.”

 

Ron si appoggiò su una mano. “Potremmo essere felici io e te.”

 

Hermione abbassò la testa. “Lo so.”

 

“Io, te e … il nostro bambino.”

 

“E’ davvero la cosa più giusta da fare, Ron?” Chiese lei scotendo la testa.

 

Ron si alzò in piedi lentamente e prese a camminare per la stanza. “Cosa credi che sia giusto, Hermione? Vivere un matrimonio senza amore? Lavanda sa tutto e nonostante sia disposta a perdonarmi, a stare al mio fianco, non posso farle di nuovo del male. Non potrei mai dimenticarti, neanche se tu non fossi incinta.”

 

“Ci vorrà del tempo, lo sai?” Fece lei piano. “Per essere di nuovo felici. Completamente felici. Per non avere rimorsi.”

 

Ron si voltò verso di lei e esitò qualche istante prima di parlare. “Ginny adesso vive da Harry. Lo sapevi?”

 

Hermione spalancò gli occhi per un secondo. Solo un secondo. Si ricompose in fretta.

 

“Vive… e i bambini?”

 

“Da Harry. Certo sia Libby che Damian non hanno ancora ben capito la situazione, ma non sembrano così dispiaciuti di passare del tempo extra con Harry.” Ron sospirò. “Non sono felici, né Harry né Ginny, si stanno solo… riaccomodando”

 

Hermione non disse nulla. Lo fissò cercando di capire dove voleva andare a parare.

 

“Nessuno ha detto che sarà facile.” Riprese Ron. “Ma perché non tentare?”

 

Hermione si alzò dalla sedia. Camminò lentamente verso di lui e in silenzio gli prese la mano. La strinse forte e lo guardò negli occhi.

 

Perché non tentare?

 

 

**

 

 

Era davanti al portone di casa da almeno dieci minuti. Rigirava le chiavi tra le dita in scatti nervosi. Come poteva entrare e dirle che se ne andava via? Come poteva ferirla di nuovo? Lo avrebbe fatto. Aveva deciso che lo avrebbe fatto. Gli serviva solo del tempo.

 

Sospirò abbassando la testa e tirò due calci sullo zerbino. “Benvenuto.”. Dubitò altamente che Lavanda gli avrebbe dato il benvenuto in quel momento. Si decise ad entrare ma appena aprì la porta si trovò del tutto impreparato.

 

Lavanda era nell’ingresso, seduta su una piccola sedia di legno presa dalla cucina. Davanti a lei un paio di valige. I loro sguardi si incrociarono.

 

“Volevo aspettare che tu tornassi a casa per…” La sua voce si spezzò.

 

Ron passò lo sguardo da lei alle valigie. Le valige. Lei. Lei. Le valige. “Che stai facendo?”

 

“Me ne vado, Ron. Torno a vivere dai miei.”

 

“Non puoi!” Urlò facendola sobbalzare. Entrò in casa e chiuse la porta alle sue spalle. “Lavanda, non sei tu che devi andartene, sono io! Io sono lo stronzo della situazione! Io devo fare le valige…”

 

Lavanda fece un sorriso amaro. “E dove pensi di andare, Ron, da tua madre? Pensi davvero che ti lascerà in pace dopo quello che è successo a cena l’ultima volta? E poi questa è casa tua, era tua prima che ci sposassimo, prima che venissi a vivere qui.”

 

Ron non seppe cosa dire. Sentiva la gola secca.

 

Lavanda si alzò voltando la testa da un lato. “E avrai bisogno di posto per il bambino.”

 

“Lavanda…”

 

“Per favore, Ron, non dire niente.”

 

Un silenzio imbarazzato. Gli venne quasi da ridere. Non capitava mai di stare in silenzio con Lavanda, non era nel suo DNA rimanersene zitta da una parte. Ma adesso non c’era più niente da dire.

 

Con passo pesante Lavanda afferrò il manico della sua valigia, poi l’altra e rialzò lo sguardo su Ron. Le mancavano le parole.

 

“Allora… ciao Ron.”

 

Lui la fissò. Scosse la testa. “E’ stato un errore.”

 

Lavanda fece di nuovo un sorriso amaro. “Se stai parlando del nostro matrimonio, sì lo è stato.” Ron la fissò sorpreso. “Se stai parlando di te e Hermione, no, non credo. Sapevo che sarebbe andata così, lo sapevo fin dal primo giorno.”

 

“Come hai potuto sopportarlo, Lavanda?” Chiese lui con rassegnazione.

 

“Ero la numero due.” Scrollò le spalle lei. “Non sarei mai stata la numero uno, ma ero comunque la numero due. Vedi, in fondo sono una donna che si accontenta di poco.”

 

“Non pensare che non ti ami, Lavanda.” Disse lui facendo un passo avanti. “Perché ti amo e ti ho sempre amato.”

 

Lei annuì. “Lo so. Ma non abbastanza.”

 

Di nuovo silenzio. Ron la fissò da capo a piedi e si chiese come potesse amare due donne tanto diverse. Il sole e la luna. I capelli biondi di Lavanda ricaddero sul suo petto mentre abbassava la testa.

 

“Non è un addio, vero?”

 

Lavanda alzò la testa di scatto. Lo fissò presa alla sprovvista. Un sospiro e voltò la testa. “Dammi del tempo, Ron… stavolta sono io a dover guarire.”

 

Ron annuì. “Ti darò tutto il tempo del mondo. Ma non voglio che sia un addio.”

 

Lavanda non disse niente. Lo guardò un’ultima volta, aprì la porta ed uscì. Ron si ritrovò solo in quella casa, per la prima volta dopo anni. Si guardò attorno. Si sentiva impotente.

 

*

 

Mezz’ora dopo si trovava davanti alla casa di Hermione. Fissava la porta, la mano a mezz’aria e il dito indice teso verso il campanello. Era lì da almeno dieci minuti e non aveva ancora avuto il coraggio di suonare. Spostò lo sguardo sul campanello. Il suo dito era a pochi millimetri dal pulsante. Lo tirò un po’ indietro.

 

“Ma che diavolo sto facendo…” Si disse tra sé e sé.

 

Riportò il dito più vicino al pulsante. Non aveva paura di confrontarsi con Hermione. Aveva paura dei suoi genitori. Cosa avrebbe dovuto dire? Sapevano che Hermione era incinta?

 

Suonò.

 

Prese un lungo respiro e trattenne il fiato quando la signora Granger venne ad aprire. Lei lo guardò piacevolmente sorpresa.

 

“Ron, che bella sorpresa!”

 

Ron sorrise brevemente. La sorpresa doveva ancora venire. “Signora Granger.”

 

La signora lo fece accomodare in casa e richiuse la porta. Ron si sentiva a disagio. Era ovvio che non sapevano niente. La signora Granger continuava a sorridergli.

 

“Diventi più bello ogni giorno che passa.” Commentò. “Non ci siamo visti molto durante questi anni, ma ricordo quando eri ancora un ragazzino tutto pelle e ossa…”

 

“Già.” Tagliò corto Ron con un sorriso nervoso. “Hermione?”

 

La signora Granger si avvicinò alle scale e gridò verso il piano di sopra. “Hermione, hai visite!”

 

Hermione apparve in cima alle scale qualche secondo dopo. Guardò Ron sorpresa e scese le scale andandogli incontro, senza smettere un attimo di guardarlo. Si voltò verso sua madre e si morse un labbro. Si schiarì la gola.

 

“Che mi sono persa?”

 

La signora Granger scosse la testa. “Niente, stai tranquilla. Non ho spettegolato su di te.” Si voltò verso Ron e ridacchiò. “Ultimamente è un po’ irrequieta.”

 

Ron rimase serio. “Temo sia per colpa mia.”

 

La signora Granger aggrottò la fronte e passò lo sguardo da Ron a sua figlia. “Ci sono problemi a lavoro?”

 

Ron scosse la testa. “Non si tratta di lavoro.”

 

Hermione sospirò passandosi una mano sugli occhi. La sua voce uscì quasi come un sussurro. “Dov’è papà?”

 

La signora Granger ebbe il buon senso di non chiedere niente. Si mosse allarmata e sparì dietro alla soglia del salone, verso la cucina. Ne riemerse qualche minuto dopo, accompagnata dal marito. Il signor Granger sembrava preoccupato, si avvicinò e posò una mano sulla testa di Hermione.

 

“Cosa succede, tesoro?”

 

Hermione si morse un labbro e gesticolò verso Ron. “Papà, ti ricordi di Ron, il mio… capo?”

 

Ron allungò la mano verso al signor Granger che gliela strinse con un sorriso. “Sì, certo che mi ricordo. Come va, Ronald?”

 

“Ho vissuto momenti migliori.” Disse sinceramente.

 

La signora Granger aggrottò la fronte verso Hermione che se ne stava tesa da una parte. “Tesoro?”

 

Hermione alzò la testa e guardò i suoi genitori. Era indecisa. Spaventata. Poi dal nulla buttò fuori. “Sono incinta.”

 

“Sei…” In un momento iniziale di confusione i due coniugi fissarono Hermione. Poi l’epifania. Si voltarono di scatto verso Ron, che si irrigidì notevolmente.

 

“Pensavo che fosse il tuo capo.” Disse sconvolta la signora Granger. “Pensavo fossi sposato.” Disse a Ron.

 

Ron e Hermione si guardarono in difficoltà. Molta difficoltà. Sembrava che attorno a loro l’ambiente si fosse ghiacciato.

 

“Sono sposato.” Disse Ron. “Ero.” Si corresse. “Cioè, io…”

 

I signori Granger spostarono lo sguardo da uno all’altro senza riuscire a dire una sola parola. C’era sconcertamento nei loro occhi. Confusione. Sbigottimento. Hermione incinta. La loro bambina era incinta. Incinta di un uomo sposato con un’altra donna. Il signor Granger scosse la testa e sospirò tra sé.

 

“Hermione…”

 

“Papà, prima che tu dica qualunque cosa.” Hermione si spostò al fianco di Ron e gli prese la mano. “Io amo Ron.”

 

La signora Granger scoppiò in un singhiozzo. “Come hai potuto, Hermione, come hai potuto andare con un uomo sposato? Non ti ho insegnato niente?”

 

“Non sapevo che fosse sposato… la prima volta.” Disse con la voce spezzata.

 

Ron si schiarì la gola e si rivolse soprattutto al signor Granger. “Io non sto chiedendo di capirmi, non sto neanche chiedendo di essere clementi o di appoggiarci. Tutto questo è sbagliato, tremendamente sbagliato. La mia vita è stato un intero sbaglio.” Sospirò. “Ma l’unica cosa giusta è proprio qui al mio fianco. Lei sa cosa vuol dire essere sicuro di aver trovato la donna giusta?”

 

Il signor Granger si voltò appena verso la sua consorte e annuì. “Sì, Ronald, lo so bene.”

 

“Che cosa avrebbe fatto lei se l’avesse persa e l’avesse ritrovata al momento sbagliato?”

 

L’uomo tacque e Ron capì che era d’accordo. Hermione si strinse di più a Ron.

 

“Ci vorrà del tempo ma noi… noi siamo pronti a ricominciare una nuova vita… insieme.”

 

La signora Granger guardò Ron. “Non lo fai per il bambino, vero? Non lo fai perché hai paura che…”

 

“Io amo Hermione, l’ho sempre amata, e mi dispiace dirlo ma avrei lasciato mia moglie anche se Hermione non fosse stata incinta.”

 

Hermione rialzò gli occhi sui genitori quasi con vergogna. “Mi dispiace se vi ho deluso, ma io…”

 

Il signor Granger, all’improvviso e sorprendendo tutti, si slanciò verso Hermione e la accolse in un abbraccio. Hermione spalancò gli occhi ma poi si rilassò e si strinse a suo padre. Il signor Granger le accarezzò i capelli. “Non ci hai deluso, tesoro, mai. L’importante è che tu sia felice, per un padre è l’unica cosa che conta.”

 

Hermione annuì contro la spalla di suo padre. Un sorriso debole. Una lacrima fuggitiva. “Io sono felice con Ron.”

 

“Per noi è questo l’importante.”

 

Il signor Granger si tirò indietro e fissò la figlia con sguardo dolce. Spostò lo sguardo su Ron e si scurì un attimo. Non aveva gli occhi cattivi. Solo seri, di chi sta per dire una cosa importante.

 

“Ron.” Sospirò. “Se fossi un altro non so quanto sarei stato clemente. Non so se avrei reagito come sto reagendo adesso. Ma ti conosco, ho sentito tanto parlare di te e so che in fondo sei un bravo ragazzo.”

 

Ron si schiarì la gola quasi con vergogna delle sue azioni. “Grazie signore.”

 

“Ho però una richiesta.” Ron lo guardò sorpreso e il signor Granger inspirò appena. “Prenditi cura di Hermione. Trattala come se fosse fatta di cristallo e non farmi pentire di averti dato fiducia.”

 

Ron sorrise appena e guardò Hermione.

 

“Lo farò.”

 

La signora Granger scosse la testa ancora scossa. “Oh cielo… ma come farete adesso, come pensate di andare avanti?”

 

Hermione scrollò le spalle echeggiando le parole di Ron. “Nessuno ha detto che sarà facile.”

 

 

**

 

Chiedo umilmente perdono per il super ritardo… me ne vergogno per davvero…

Sto passando un periodo non molto felice nella mia vita e ho poco tempo per scrivere, purtroppo, contando anche che la mia ispirazione sembra essere svanita nel nulla ci metto il doppio del tempo a scrivere… e si vede!

 

Chiedo ancora scusa, cercherò di essere più veloce!

 

Vostra, zia fufù

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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