Libri > Shadowhunters
Segui la storia  |       
Autore: S h a d o w h u n t e r _    29/09/2016    8 recensioni
AU // Malec //
Pazzo, ecco come si definiva, un folle.
Si guardò la mano sporca di sangue secco, emettendo quello che alle sue orecchie giunse come uno strano verso strozzato.
Quel sangue non era affatto il suo, lo sapeva bene, ma era proprio quello il problema.
[...]
Alec non era mai stato il tipo di persona che si faceva coinvolgere, soprattutto in quel genere di situazioni, ma di fronte a quegli occhi verdi, non aveva avuto alternative.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Capitolo #7

Magnus era intento nel farsi una linea dritta di eye-liner - dopo giorni, aveva finalmente avuto l’occasione per metterlo -, quando esasperato gettò a terra il pennellino, fregandosene altamente di sporcare il pavimento di nero.
Era dal giorno prima che Alec continuava a stressarlo sul messaggio che gli era stato mandato da Headley, blaterando che non avrebbe dovuto rispondergli per nulla al mondo.
Ed era esattamente dal giorno prima che combatteva contro l’istinto di strozzarlo, mettendo finalmente a tacere tutte le sue proteste di cui aveva davvero piene le scatole.
Apprezzava il fatto che avesse preso a cuore la situazione, ma iniziava davvero ad esagerare, rischiando seriamente di portarlo sull'orlo di un esaurimento nervoso.
Sempre se non ci fosse già arrivato, s'intendeva.
Alec raccolse il pennellino “scivolato” dalle mani dell’altro, puntandoglielo contro quasi fosse stata un’arma letale.
« Devi andarci per forza? Non puoi fingere.. Che so, di essere morto? » continuava il suo sproloquio, agitando quel coso da una parte all’altra e brandendolo come una spada da scherma.
Se non fosse stato per il fatto che quella situazione andava avanti da fin troppo tempo per i suoi gusti, Magnus avrebbe potuto anche trovare ridicola quella scena.
« Sarà almeno la centesima volta che ti ripeto che non posso, Alexander. - scandì bene, laconico, in modo tale che l'altro recepisse il messaggio - Devo riferirgli tutto quel che è successo. » continuò, sfilandogli “l’arnese” dalle mani e richiudendolo nel suo apposito contenitore.
Alec non sembrò nemmeno notarlo, troppo intento nel cercare una soluzione che potesse mettere entrambi d'accordo.
D’altro canto, non riusciva proprio a capire perché Magnus si ostinasse a voler tornare per forza alla sua base, senza avere un più che valido motivo.
“Devo riferirgli il tutto”, continuava a dire, ma sebbene si sforzasse con tutto se stesso di credere che fosse realmente così, qualcosa gli diceva che c'era altro dietro tutta la sua determinazione.
E se c’entrasse Braxton?
Alec si rifiutò di contemplare quell’ipotesi, convinto che l'altro fosse più intelligente di così.
Tuttavia i suoi dubbi non accennavano a svanire - sebbene non riuscisse a spiegarsene la ragione -, e una morsa fastidiosa continuava a stringergli il petto.
Le parole di Magnus, poi, gli risuonarono nella testa come un mantra: « Sei geloso per caso, Alexander? »
Lui geloso? Figurarsi! Non ne aveva proprio motivo: Magnus non era di sua proprietà e mai lo sarebbe stato. E poi, non era per nulla interessato a lui, quindi quell’idea era assolutamente da escludere a priori.
« Non mi sembra una bella mossa per uscirne, questa. » ribatté, cercando di scacciare il più lontano possibile quelle sue considerazioni.
Magnus alzò gli occhi al cielo, dirigendosi verso il bagno per darsi una sistemata ai capelli.
Proprio come se fosse a casa sua, afferrò il gel da un mobiletto bianco affianco alla vasca, per poi prenderne una certa quantità con le dita e spalmarselo sulle punte.
Alec lo raggiunse qualche secondo dopo, appoggiandosi allo stipite della porta in una posizione rigida.
« Ti metti in tiro, eh? » sputò acido, non riuscendo proprio a trattenersi.
Subito dopo però si morse la lingua, sentendosi un perfetto idiota; doveva seriamente iniziare a tenere a bada le sue emozioni.
« Mi piace essere sempre perfetto. » rispose l’altro, lavandosi le mani per mandare via il gel.
Alec notò che l'altro non sembrava aver fatto caso al tono che aveva usato, e ringraziò tutti i santi possibili per averlo aiutato.
« Dovresti  aspettare che le acque si calmino, - riprese Alec, voltandolo in modo che lo guardasse dritto negli occhi - poi potremmo fare la nostra mossa. »
Magnus guardò il punto in cui il moro gli stava stringendo delicatamente il braccio, sentendo improvvisamente un’ondata di calore attraversarlo.
Per qualche secondo non riuscì a distogliere lo sguardo, sentendosi quasi soggiogato da quel semplice sfioramento, poi però si ridestò, schiarendosi la voce.
« Alec, devo andarci e basta. Smettila di fare la mammina preoccupata perché non ti si addice per nulla. » lo fulminò con lo sguardo, mentre notava - malvolentieri - il moro far ricadere il braccio lungo il fianco.
Un silenzio tombale cadde nella stanza e Magnus pensò per un attimo di averlo offeso, anche se era piuttosto strano visto che non era per niente il tipo.
E poi, gli aveva detto di molto peggio in quei giorni.
« Allora vengo con te. » proferì il moro all’improvviso, avanzando di un passo.
Magnus spalancò la bocca inorridito, per poi scansarlo poco delicatamente per dirigersi verso l'ingresso.
« Non se ne parla proprio, toglitelo dalla testa! » urlò, mentre apriva con foga la porta.
Alec lo raggiunse in poche falcate, piazzando una mano sul muro dietro di lui, in modo tale da impedirgli di uscire.
Magnus provò a scansarlo, ma il moro sembrava una lastra di marmo tanto era irremovibile.
« Dovrai uccidermi per impedirmelo. » si impuntò, piazzandosi di fronte a lui e fronteggiandolo con superiorità.
Magnus lo squadrò irritato.
Possibile che volesse sempre interferire in qualunque cosa? Se pensava di averla vinta anche questa volta però, si sbagliava di  grosso, a costo di doverlo davvero ammazzare.
« Perché dovrei sporcarmi le mani inutilmente? Mi basta tramortirti. » replicò, e senza dargli modo di protestare, gli sferrò un pugno in pieno viso, facendogli inclinare impercettibilmente la testa all'indietro.
Alec, superato lo smarrimento iniziale, si portò una mano alla bocca, sentendosi le dita leggermente umide: sangue.
Lo guardò esterrefatto, dandogli poi un violento spintone in un impeto di rabbia.
Lui cercava di proteggerlo e come ringraziamento lo prendeva a pugni?
Magnus barcollò all’indietro, preso alla sprovvista; poi si accanì nuovamente contro l’altro, sferrandogli un calcio all’altezza dell'addome che però venne prontamente bloccato da Alec; il ragazzo, sfruttando la presa sulla sua gamba, tirò bruscamente Magnus verso di sé, afferrandolo per il collo della maglia.
« Che cosa credevi di fare, esattamente? »
Erano così vicini che le punte dei loro nasi quasi si sfioravano, mentre il silenzio della stanza era scandito solo dai respiri leggermente accelerati di entrambi.
Per un attimo Magnus si perse in quell’oceano azzurro, riuscendo a scorgerci qualcosa che non seppe ben definire.
Alec dal canto suo fece altrettanto, perdendosi in quel prato verde che tanto gli sarebbe piaciuto esplorare, carpendone ogni segreto ed ogni paura, ma che in quel momento continuava a restare a tratti solo un grande mistero.
Improvvisamente, anche i pochi centimetri che li separavano l'uno dall'altro risultarono essere troppi, mentre entrambi lottavano contro l'impulso di azzerare quell'esigua distanza.
Fu Magnus a spezzare l'incantesimo, sottraendosi alla stretta ormai quasi inesistente di Alec, con il cuore a mille.
Decidendo di ignorare bellamente quanto era appena accaduto, e cercando di ritornare completamente padrone di sé, Magnus prese parola come se nulla fosse successo, con il suo solito tono ironico: « Io.. Devo andare. Ma non temere, sarò di ritorno prima che tu possa sentire la mia mancanza. »



Alec si acquattò contro il muro, strisciando come un serpente nell’ombra nel tentativo di seguire Magnus senza farsi vedere.
Quest’ultimo infatti, dopo essersi precipitato fuori casa, aveva fatto in modo di sparire il più velocemente possibile, nell'evidente tentativo di evitare di ritrovarsi il moro alle calcagna.
Peccato che non avesse messo in conto che Alec era un soldato, e che quindi era più che abituato a seguire le tracce, ragion per cui  aveva impiegato nemmeno cinque minuti per raggiungerlo.
Credevi davvero che me ne sarei stato buono a casa?, pensò, osservandolo mentre svoltava un angolo.
Con passi silenziosi ma veloci cercò di non perderlo di vista, fin quando non lo vide inoltrarsi in una stradina piuttosto stretta.
Alec lo seguì immediatamente, fermandosi solo quando gli si aprì davanti agli occhi uno spiazzale con al centro una grande struttura che sembrava quasi una vecchia fabbrica abbandonata da chissà quanto tempo.
Non poté fare a meno di sentirsi uno sciocco per non aver mai preso in considerazione quel posto come la base “nemica”.
E così, ciò che stavamo cercando da così tanto tempo, si trovava solo ad un palmo dal nostro naso.
Non osava immaginare quale sarebbe stata la reazione di Jace, se solo lo avesse scoperto.
Appena assicuratosi che Magnus fosse entrato e, accertatosi che non ci fosse nessuno nei paraggi, si precipitò di corsa verso la grande struttura, cercando di passare inosservato.
Se solo l’avessero beccato sarebbe finito in guai seri.
Camminando molto silenziosamente si portò dietro all’entrata, cercando un’altra via per passare. Dubitava infatti che non l'avrebbero acciuffato immediatamente se fosse entrato con nonchalance dalla porta principale.
Il fatto che non ci fosse nessuno di guardia poi, lo aveva abbastanza allarmato.
Assottigliò lo sguardo, cercando di individuare la presenza di eventuali telecamere nella zona; tuttavia non scorse nulla di tutto ciò, e tirò un breve sospiro di sollievo.
Poi, curioso di sapere cosa stesse succedendo lì dentro, si guardò intorno, in cerca di qualcosa che potesse permettergli di entrare.
Uno scalino attirò la sua attenzione e vi si avvicinò velocemente, senza perdere un secondo di vista l’ambiente circostante.  
Quando vi si affacciò, una lunga scalinata si aprì di fronte a lui; inghiottendo pesantemente si armò di coraggio ed incominciò a salire.
In cima trovò una porta che aprì con estrema cautela, per poi sporgersi lievemente guardando da una parte all'altra per controllare se potesse esserci qualcuno.  
Quando si fu assicurato che non circolasse anima viva, percorse il lungo corridoio osservando con un cipiglio ironico quanto ricco fosse quell'arredamento. Cosa che non si poteva certo intuire da fuori, dove sembrava che quell'abitazione fosse stata abbandonata oramai da anni.
E forse era davvero così, prima che quelli ci mettessero piede.
Non poté fare a meno di notare la quantità di quadri posti su ogni singola parete: chiunque comandasse lì dentro, doveva essere assolutamente un appassionato di arte, non vi era dubbio.
Perso nei suoi pensieri, si ridestò solo quando sentì un rumore non troppo lontano da lui.
Cercò di restare tranquillo, portando alla memoria tutte le esercitazioni e le missioni svolte in circostanze simili.
Mantieni la calma, escogitare strategie a mente lucida è la cosa migliore da fare, gli aveva ribadito spesso il padre, quando invece il senso di panico lo assaliva.  
Ma solitamente non era mai da solo come in quel momento, e aveva sua sorella con lui, magnifica nel creare piani di ogni genere.
Voltò l’angolo alla fine del corridoio, aspettando che il tizio si avvicinasse per assestargli una bella botta sulla carotide, facendolo svenire.
Sentì dei passi avvicinarsi sempre di più ed era già pronto a colpire, quando il rumore di una pistola che veniva caricata dietro di lui, gli ghiacciò il sangue nelle vene.
« E tu chi cazzo sei? »



Magnus si lisciò il mento con fare saccente, ascoltando con poco interesse quella che poteva definirsi la ramanzina più lunga della sua vita.
Non solo non aveva fatto altro che sentirsele dire di tutti i colori per giorni da Alec, ora ci mancava solo Headley. E non osava nemmeno immaginare cosa avrebbe detto Braxton.. Strano che non lo avesse ancora visto, a pensarci.
« Non importa che fossi sul punto di morire. Il lavoro compiuto doveva essere riferito. » continuò freddo, puntandogli un dito contro con fare accusatorio.
Magnus alzò gli occhi al cielo. Sapeva quanto gli affari fossero importanti per quell'uomo, ma non poteva di certo nascondere il fastidio che si insinuava in lui ogni volta che si trovava a sentire frasi del genere.
Stava per rispondere con la sua solita calma pungente, quando la voce di Camden lo interruppe.
« Capo, abbiamo beccato questo tizio mentre cercava di intrufolarsi di soppiatto. Deve essere per forza una spia di Dixon. » li informò, mentre Magnus sentiva improvvisamente formarsi un nodo al petto.
Prendendo un respiro profondo si voltò lentamente, timoroso di trovare conferma ai suoi dubbi.
Quello che vide subito dopo lo destabilizzò come poche cose in vita sua.
Che accidenti ci fa occhi blu qui?
Magnus continuava a guardare la scena di fronte a sé ad occhi sgranati, completamente paralizzato.
Come diavolo gli era venuto in mente di seguirlo?! Da Alec avrebbe dovuto certamente aspettarselo, ma come avrebbe fatto ora a spiegare la presenza del ragazzo? Come avrebbe potuto giustificare il fatto che si trovasse lì, in modo tale da evitare che li uccidessero entrambi?
Non poteva certo saltar su dicendo "Ehi, fermi tutti, questo è il bel soldato che mi ha salvato la vita!"; gli avrebbero sparato nel giro di cinque secondi.
Cercò disperatamente di farsi venire in mente qualcosa, implorando con lo sguardo Alec di smetterla di divincolarsi dalla presa di Braxton e Camden, tanto per evitare di peggiorare ulteriormente le cose.
Fu proprio vedere l'espressione stizzita del moro rivolta al suo ex amante, a fargli venire l'illuminazione.
« Per Lilith, ancora tu?! Come accidenti te lo devo dire che non mi interessi?! Devo mandarti un telegramma musicato, per caso? » si mise a gridare, facendo del suo meglio per risultare il più stizzito possibile.
Non che fosse poi così complicato: gli bastava pensare a cosa avrebbe combinato a quel maledetto incosciente se mai ne fossero usciti vivi, per trovare la giusta ispirazione.
Alec mise su l'espressione più confusa e sconvolta che gli avesse mai visto in volto, sforzandosi palesemente di capire dove l'altro volesse andare a parare.
Prima che gli altri potessero accorgersi di quel tentennamento, Magnus portò nuovamente l'attenzione su di sé.
« Ti pare possibile che nonostante io l'abbia respinto centinaia di volte, questo tizio continui ad assillarmi in tutti i modi possibili? » chiese rivolto ad Headley, stampandosi in viso la sua migliore smorfia disgustata.
L'uomo ghignò in modo tutt'altro che rassicurante, spostando lo sguardo dal suo intermediario all'intruso.
Magnus si trovò a sudare freddo, temendo di non essere stato abbastanza convincente da farlo abboccare. Sarebbero stati guai grossi, per entrambi.
« Quindi questo bel moretto è un tuo ammiratore? » domandò Headley, con una scintilla nello sguardo che l'altro non seppe ben identificare.
Probabilmente lo stava invitando a buttare immediatamente fuori da lì quel tizio piombato loro tra capo e collo, evitando scrupolosamente di fargli intendere dove si era davvero andato a cacciare.
O almeno sperava fosse così: l'ipotesi che avesse capito che gli nascondevano qualcosa era troppo agghiacciante per essere anche solo considerata.                      
« John, che diavolo stai aspettando a giustificarti? Dico io, come accidenti ti è venuto in mente di seguirmi fin dentro casa del mio amato zio? » sputò furibondo in direzione di Alec, non dovendo nemmeno impegnarsi per risultare adirato.

Maledetto occhi blu, se solo mi avessi ascoltato non saremmo in questa situazione.
Il moro, grazie al cielo, capì l'antifona e fece del suo meglio per stare al gioco.
« Wow, quindi questa bella catapecchia è di tuo zio? Non mi avevi detto di essere anche ricco, bellissimo. Sei appena diventato un bocconcino ancora più appetibile. » ribatté immediatamente in un tono strascicato che, in qualche modo, risultò essere maledettamente affascinante; sembrava davvero un dongiovanni alle prese con la sua preda del giorno.
Magnus cercò in tutti i modi di non spalancare la bocca per lo shock: e quello da dove era uscito fuori? Da quando in qua Alec era capace di flirtare spudoratamente in quel modo?
Avanti Magnus, tieni a bada gli ormoni e concentrati.
« Mi stai prendendo in giro? Ancora insisti? Senti zio, spiegaglielo tu, probabilmente non capisce la mia lingua! » sbottò falsamente esasperato, alzando le braccia al cielo per aggiungere ancora più enfasi al tutto.
Headley si alzò elegantemente dalla sedia, avvicinandosi lentamente al ragazzo.
« E così, John, hai preso di mira il mio caro nipote, eh? Come hai fatto ad entrare? » gli chiese utilizzando un tono basso, freddo, che avrebbe terrorizzato la maggior parte delle persone. Ma la maggior parte delle persone non cresce con un generale dell'esercito come padre.
« Dalla porta, da dove vuoi che sia entrato vecchio? Ho visto il mio bocconcino entrare qui e credevo fosse casa sua o che so io. Dopo appena due passi questi qua mi sono saltati addosso. Cosa accidenti sono, delle guardie del corpo? » esclamò con la massima tranquillità possibile, scoccando un'occhiata curiosa ai due che ancora lo stavano tenendo.
Di fronte a quella risposta così diretta e, soprattutto, priva di alcun tipo di esitazione o paura, Headley sembrò rilassarsi impercettibilmente; forse iniziava a credere a quella versione della storia.
Era infatti abbastanza consapevole della sua fama e del timore che poteva incutere, motivo per cui vedere il ragazzo così rilassato doveva avergli fatto credere che fosse realmente all'oscuro di tutto.
Magnus prese nota di congratularsi con Alec per le sue straordinarie doti da attore: difficilmente avrebbe creduto il moro capace di una performance così convincente.
« Una mezza specie. » replicò l'uomo, abbozzando un ghigno divertito in direzione dell'ospite.
Braxton scostò bruscamente una ciocca di capelli biondi dal viso, puntando i suoi occhi grigi carichi di disappunto su Headley. Magnus sperò che quel gesto fosse dovuto al fatto che non avesse apprezzato la definizione che gli era stata appioppata.
« Dici davvero? Dovete assolutamente insegnarmi un paio di mosse. Sapete, fa incredibilmente figo. » esclamò Alec, guardando i due con ammirazione e mettendosi a ridacchiare scioccamente.
Magnus dovette trattenere anche lui una risata di fronte all'espressione sul viso di Camden che, in quel momento, stava guardando il moro quasi fosse un insetto spiaccicato sul parabrezza.
Chissà che faccia avrebbe fatto vedendo cosa davvero era capace di fare quel ragazzo, che era stato appena classificato come un idiota da tutti i presenti.

« Smettila di infastidirli, non hanno certo tempo da perdere con te. E nemmeno io, se è per questo. » replicò invece seccamente, lanciandogli un'occhiata di puro disgusto e risentimento.
Alec, in tutta risposta, lo studiò da capo a piedi in modo a dir poco malizioso.
« Ne sei sicuro? Perché scommetto che ti farei divertire. » ribatté con un tono di voce leggermente più roco del normale, fissandolo con palese desiderio.
Magnus imprecò mentalmente, sempre più scioccato di fronte a quell'audacia; occhi blu era fortunato a non avergli mai parlato in quel modo prima di allora, o gli sarebbe senz'altro saltato addosso giorni fa, che lui fosse d'accordo o meno.
Se non altro, però, era riuscito a convincere pienamente Headley, che adesso assisteva a quella scenetta con un sorrisetto ironico sulle labbra.
Andiamo, un ultimo sforzo e riusciremo ad uscire vivi da qui.
« E io sono sicuro che il tuo ego sia direttamente proporzionale alla tua stupidità. » esclamò sarcasticamente, accarezzandosi il mento con una mano, come a voler riflettere sulla sua stessa affermazione.
Alec ghignò, stringendosi nelle spalle.
« Ehi, che vuoi che ti dica? Sono bello, non posso essere anche intelligente. »
Magnus si voltò verso Headley con un'espressione demoralizzata stampata in viso.
« Ora capisci con chi mi tocca avere a che fare? » gli chiese poi, concludendo il tutto con un rumoroso sospiro.
L'uomo studiò Alec con estrema attenzione, quasi lo stesse sottoponendo ad una qualche specie di lastra mentale.
« Tutto sommato non è poi così male. Conosco gente che sborserebbe una bella cifra per divertircisi un po'. » commentò poi, con una luce negli occhi che per un attimo fece venire i brividi al moro.
Magnus raggelò sul posto, facendo del suo meglio per mascherare la cosa.
Sapeva bene che tipo di gente frequentava Headley, e il solo pensiero che qualcuno di loro mettesse le mani addosso ad Alec..
Non lo avrebbe permesso per nessun motivo.
« Poveracci, gli vuoi davvero così male? Tempo un paio di giorni e ti chiederebbero il rimborso. E' una tale piattola. » affermò in modo studiatamente annoiato, a far intendere che non gliene fregava un accidenti del destino di quello lì.

« Guarda che ti sento, non c'è bisogno di diventare sgarbato. E poi vecchio, potresti dire a questi qui di lasciarmi? Mi stanno rovinando tutta la pelle. » intervenne Alec in quel momento, usando il miglior tono lamentoso a sua disposizione.
Braxton gli lanciò un'occhiata disgustata, probabilmente inorridito dall'essere così rammollito dell'altro.
Ah Braxton, se solo sapessi.
« Stai zitto, e ringrazia la tua buona stella che siano stati così carini con te. Non ti hanno insegnato che non si entra nelle case altrui senza invito? Questa volta ti dice bene, la prossima ti denuncerò io stesso. » ribatté Magnus impietoso, facendo però al contempo segno a Camden e all'altro di lasciarlo.
Era arrivato il momento di una strategica e studiata uscita di scena, prima che la fortuna sfacciata che avevano avuto fino a quel momento, decidesse all'improvviso di abbandonarli.
Non appena i due lasciarono la presa, Alec barcollò leggermente, rischiando per alcuni istanti di finire veramente a terra.
Magnus ridacchiò sotto i baffi: quella del fingersi debole era stata davvero una mossa magistrale da parte del suo occhi blu.
« Tranquillo, non ci metterò più piede qui dentro. Questi tizi sono così antipatici! » rincarò la dose Alec, sfregandosi i polsi e usando un tono che avrebbe fatto invidia ad una prima donna.
« Perfetto, ora chiedi immediatamente scusa a mio zio per esserti infilato a casa sua, o parola mia ti stacco la testa. » gli ordinò Magnus imperiosamente, puntando l'indice nella sua direzione e sbattendo un piede a terra a mo' di maestrina che sgrida un alunno insolente.
« Mi dispiace zio. Giuro sul mio onore che non mi avvicinerò più a casa tua nemmeno sotto minaccia di morte. » eseguì pedissequamente il moro, con tanto di mano sinistra premuta sul cuore per sottolineare la veridicità di quel giuramento.
Magnus, nell'esatto momento in cui Camden si voltò a guardarlo, storse le labbra in una smorfia, sforzandosi di guardare il ragazzo con disgusto per quella che, agli occhi degli altri, appariva chiaramente come una scena pietosa.
Subito dopo scosse la testa spazientito, mormorando una preghiera a Dio per ricevere un po' di pazienza extra, che risultò volutamente udibile a tutti.
« Bene. Camden, Braxton, vi dispiace accompagnare questo benemerito beota fuori da qui? Giuro che tra pochi istanti lo porterò lontano dalla vostra vista. » chiese freddamente, guardando il biondo negli occhi e rifiutandosi di rivolgere la minima attenzione all'oggetto di quella richiesta.
Il ragazzo annuì brevemente tornando ad afferrare Alec ben poco delicatamente, per richiudere, pochi attimi dopo, la porta alle loro spalle.
Magnus sospirò stancamente, passandosi una mano sugli occhi.
« Che sia maledetto il giorno in cui mi è venuta voglia di andare in quel locale a bere ed ho incontrato quella piaga umana. » borbottò tra sé e sé, sapendo che Headley lo avrebbe sentito.
Ogni dettaglio era fondamentale, e non poteva certo permettersi di abbassare la guardia quando ormai mancavano solo alcuni centimetri per tagliare il traguardo; metaforicamente parlando, ovvio.
L'uomo ridacchiò, assestandogli una pacca sulla spalla.
« La maledizione dell'essere così affascinante. E quindi io sarei il tuo zio adorato, eh? » gli chiese poi con un ghigno, facendo riferimento a quanto l'altro aveva detto poc'anzi.  
Magnus arricciò le labbra carnose in una smorfia, guardando il suo interlocutore con un espressione che diceva più che chiaramente "ti prego, almeno tu dammi tregua".
« E' stata la prima scusa che mi è venuta in mente, non che ci sarebbero stati problemi anche se avessi detto che eri la mia nonnina. Quel pezzo di cretino si berrebbe qualsiasi cosa. Sono stato un imbecille a non accorgermi di averlo dietro, mi dispiace. Gli darò il benservito per l'ultima volta e se ancora insiste lo farò tacere in eterno. » esclamò poi sprezzante e sicuro di sé, proprio come il suo capo si aspettava di sentirlo.
Headley annuì soddisfatto, guardando il ragazzo con orgoglio.
« Così ti voglio, spietato e privo di scrupoli. Stai solo attento a nascondere il corpo nel caso, l'ultima cosa che ci serve è attirare l'attenzione. » lo ammonì poi, scrutandolo attentamente.
Magnus gli rispose con un sorrisetto sardonico e un gesto stizzito della mano.
« Tranquillo, sai che sono fin troppo bravo nel mio lavoro. Non appena riesco a scoprire qualcosa di concreto sullo scambio con Dixon mi faccio vivo. » aggiunse poi semplicemente, congedandosi dopo un accenno di assenso da parte del suo capo.
Una volta fuori dalla porta, si trovò di fronte ad una delle scene più esilaranti che avesse mai visto: Alec continuava a recitare il ruolo dell'imbecille chiedendo a Braxton e Camden se sapevano fare "tutte quelle cose fighe da spie", mentre gli altri due sembravano lottare contro l'istinto di sparargli.
« Io e lo zio abbiamo finito. Sarà meglio che ti riporti a casa, prima che ti venga in mente di rompere l'anima a qualche altro povero Cristo. » esclamò sarcasticamente, facendo del suo meglio per non scoppiare a ridere e rivolgendo, allo stesso tempo, uno sguardo di scusa ai suoi compari.
Poi, afferrando bruscamente Alec per un orecchio - tanto per rendere il tutto più credibile, non perché avesse davvero voglia di fargli del male fisico dopo il guaio in cui li aveva infilati, no - lo trascinò senza tante cerimonie verso l'uscita.
Nel tragitto vide diverse facce note voltarsi a guardarli, richiamati dalle grida di Magnus che continuava a imprecare contro l'altro per aver invaso la sua privacy, e minacciandolo di ripercussioni legali e quant'altro.
Per un attimo si fermò a pensare che forse si stava facendo un po' prendere la mano.
Poi, però, si ricordò di trovarsi ancora nella base di uno dei trafficanti più temuti della zona e, di conseguenza, un simile teatrino poteva rivelarsi un alibi maledettamente utile; e poi, dopotutto, doveva allenarsi per la strigliata epocale che il moro si sarebbe beccato una volta in salvo.
 
***

« Si può sapere cosa ti è saltato in mente? »
Alec si obbligò a contare fino a dieci, sopprimendo l'impulso di prendere a testate il muro più vicino, se non altro per evitare che i passanti lo guardassero scioccati; ci mancavano soltanto loro.
Da quando erano usciti dalla base del capo di Magnus, quest'ultimo non aveva fatto altro che gridargli contro inviperito, traumatizzando poveri cittadini innocenti e facendo scoppiare in lacrime un paio di bambini.
Non che dentro la villa gli fosse poi andata tanto meglio: aveva seriamente rischiato di staccargli un orecchio mentre lo trascinava come una mucca al mercato, insultandolo in tutti i modi possibili.
Stare con Magnus si stava rivelando un vero e proprio corso di autostima: se riuscivi a non raggomitolarti in lacrime dopo tutti gli improperi che riusciva a tirarti contro nel giro di pochi istanti, potevi star certo che saresti sopravissuto a qualsiasi esperienza potessi fare nella tua vita.
« Vuoi seriamente fare questo discorso un'altra volta? Se continui così qualcuno ti farà arrestare e, ti posso assicurare, io non farò nulla per impedirglielo! » gli rispose stizzito, incrociando le braccia al petto e continuando ostinatamente a guardare dritto davanti a sé.
Magnus emise un verso che suonava a metà tra uno sbuffo e un ringhio, aumentando il passo per stare dietro alle lunghe falcate del moro.
« Sì, dobbiamo. Mi sembra proprio il caso di farti notare, ancora una volta, che razza di incosciente tu sia stato ad introdurti in quel modo in casa di Headley. Avrebbe potuto ammazzarti. » ribatté, senza preoccuparsi minimamente di mascherare l'astio nella sua voce.
Alec prese un respiro profondo, cercando di calmarsi.
« Volevo solo controllare che fosse tutto ok. E comunque non è successo niente, quindi possiamo darci un taglio? » replicò poi, rallentando di poco la sua marcia per scoccare all'altro un'occhiata da sopra la sua spalla.
Magnus fece schioccare la lingua indispettito, fissando con ostilità la nuca del moro, quasi volesse obbligarlo a voltarsi con il pensiero.
« Se tu non ti fossi intromesso per l'ennesima volta, lasciando fare a me una volta tanto, questa conversazione non avrebbe avuto luogo. » affermò seccamente.
Alec inchiodò così bruscamente che Magnus rischiò seriamente di piombargli addosso facendo rovinare a terra entrambi.
« Scusami se, per l'ennesima volta, ero preoccupato per te e volevo assicurarmi che non ti succedesse niente. » gli sibilò contro, chiaramente offeso dalla precedente uscita dell'altro.
Subito dopo si voltò, riprendendo a camminare tanto velocemente che Magnus dovette correre per stargli dietro e non perderlo tra la gente.
Improvvisamente, osservando l'andatura rigida e stizzita del moro, si sentì terribilmente in colpa.
Era infuriato con lui per non averlo ascoltato e per aver messo in tal modo a repentaglio la sua vita, era vero, ma quando era stata l'ultima volta in cui qualcuno si era preso la briga di preoccuparsi per lui?
Chi, prima di quel ragazzo, aveva rischiato tanto per assicurarsi che stesse bene? Nessuno.
« Alec.. » lo richiamò cercando di attirare la sua attenzione, ma fu tutto inutile; occhi blu continuava a guardare dritto davanti a sé, con uno sguardo tanto minaccioso da far scansare i passanti.
Forse, col senno di poi, non era stata un'idea geniale scegliere di usare una strada così trafficata per tornare a casa del moro.
Certo, si erano evitati un agguato potenzialmente mortale dai loro nuovi amichetti in un qualche vicolo, ma d'altro canto avevano attirato su di loro l'attenzione di mezza Londra.
Deciso a mettere fine all'inseguimento, che ormai iniziava a diventare estenuante, afferrò bruscamente Alec per un braccio, usando tutta la forza a sua disposizione per farlo voltare.
Il ragazzo gli scoccò un'occhiata adirata, ma prima che potesse aprire bocca per rivolgergli degli epiteti tutt'altro che lusinghieri, Magnus lo precedette.
« Alexander, ascoltami. Io apprezzo il fatto che tu stia cercando di proteggermi, te lo giuro, ma in questo caso davvero non ce n'era bisogno. Non volevo essere così odioso ma cerca di capire, mi è venuto un accidente quando ti ho visto lì; non sapevo cosa dire o fare per salvarti. So che visto i precedenti può risultarti difficile crederlo, ma ti giuro che so badare a me stesso. Quindi magari la prossima volta dammi ascolto, ok? » gli disse tutto di un fiato, per timore di essere interrotto.
Aveva usato un tono decisamente più calmo di prima, quasi dispiaciuto.
Se qualcuno gli avesse detto che lui, Magnus Bane, sarebbe finito a chiedere scusa - per di più per ben due volte alla stessa persona - probabilmente lo avrebbe preso per pazzo.
E invece eccolo lì.
Alec dovette essere ugualmente sorpreso da quel gesto, considerando la rapidità con cui il cipiglio offeso abbandonò il suo bel viso.
« Ti prometto che farò del mio meglio, principessa. » ribatté poi, ridacchiando sommessamente.
Per alcuni minuti continuarono a camminare tranquilli, fianco a fianco, poi Alec decise di rompere quel silenzio.
« Quindi.. Quel biondino era Braxton, eh? Non ti facevo molto tipo da biondi. »
Magnus lo guardò maliziosamente, inarcando leggermente un sopracciglio.
« Infatti non sono mai stato molto un fan del genere, e comunque ci siamo solo divertiti un po', niente di che. Ad essere sincero, ho sempre avuto un debole per i bei mori con gli occhi azzurri. » gli rispose seraficamente, godendosi la reazione dell'altro a quelle parole.
Alec difatti stava diventando di un impensabile tonalità di rosso, mentre borbottava frasi incomprensibili a chiunque tranne che forse a lui stesso.
Magnus non riuscì a trattenersi dallo scoppiare in una fragorosa risata, alla vista di quella scena.
« Sei arrossito? Seriamente? Che fine ha fatto l'uomo navigato, tutto flirt e battutine maliziose? » gli chiese sarcasticamente, facendo riferimento alle uscite che l'altro aveva tirato fuori poco prima, lasciandolo a dir poco basito.
Alec sospirò pesantemente, riuscendo nel mentre a tornare del suo colorito naturale.
« Sono stato costretto, dovevo assecondarti. » gli disse, pochi istanti prima di svoltare nella strada di casa sua.
Magnus lo seguì, senza smettere un attimo di ghignare.
« Beh, mi devo congratulare. Non credevo fossi un attore così bravo. » lo stuzzicò, fermandosi dietro di lui davanti alla porta della sua abitazione.
« Ci sono tante cose che non sai di me, principessa. » ribatté l'altro, con un sorrisino sardonico stampato in volto.
Alec fece per infilare le chiavi nella serratura ma, in quell'esatto momento, dall'altra parte della strada vide qualcosa che lo fece congelare sul posto: una bellissima ragazza dai lunghi riccioli corvini, avanzava a passi spediti accompagnata da un ragazzo dai capelli biondi e altrettanto attraente.
Jace ed Izzy stavano andando dritti verso di loro.
Merda.



Oddio scusateci per il ritardo ma finalmente ce l'abbiamo fatta!
Che dire, pensiamo che sia più che evidente che prima o poi cederanno l'uno di fronte all'altro, insomma, sono anime gemelle! Bwahaha xD
E boom, ecco anche che Headley e Braxton fanno il loro ingresso.. non sottovalutateli mai, mi raccomando! :D
Ma a parte ciò, infine Izzy e Jace sono entrati in scena e.. solo l'Angelo sa cosa combineranno! xD
Come al solito vi ringraziamo dal più profondo del nostro cuore, sia per seguire la storia, sia per recensirla, mettendoci sempre di buon umore con il vostro parere! Grazie davvero! <3
Se vi va, saremmo ben liete di sapere cosa pensate anche di questo capitolo! <3
Vi invitiamo come al solito ad iscrivervi ad il gruppo facebook, se ancora non l'avete fatto, basta cliccare qui ----> https://www.facebook.com/groups/1695283824068412/
Alla prossima settimana!
Bye! <3
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Shadowhunters / Vai alla pagina dell'autore: S h a d o w h u n t e r _