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Autore: SAKURACHAN_KumikoKurokawa    06/05/2009    9 recensioni
FanFic partecipante alla Spring NaruSaku Week... Decise di giocarsi il tutto per tutto, quell'azione avrebbe potuto avere due conseguenze...Ma in quel momento il suo cervello era totalmente disconnesso dalla realtà circostante... Sperando si aver mantenuto al meglio il carattere dei personaggi, la considero, come storia, la mia preferita, voi che ne pensate? xD ^__^
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jiraya, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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FanFic che ha partecipato alla Spring NaruSaku Week di Naruto e Sakura Italian Fan Forum spero piaccia ^__^

<< Sakura-chaaaaan!!! >>
Un bambino di circa dieci anni correva a perdi fiato verso una bimba, dai capelli di un insolito colore rosato, della stessa età. << Naruto sei il solito, fai troppo chiasso, come fai ad avere tutte queste energie di lunedì? >> disse lei, mettendo il broncio.
Il piccolo Naruto, si grattò goffamente la testa imbarazzato.
Si trovavano in una via del loro quartiere natale, nelle prossimità della Konoha Elementary School; Naruto Uzumaki e Sakura Haruno erano vicini di casa, e tutte le mattine facevano quella strada.
Naruto, capelli biondissimi rigorosamente spettinati e occhi color del cielo, viveva con il suo padrino Jiraya, in quanto il bambino aveva perso i genitori in tenera età.
Sakura, capelli rosa confetto e occhi verde giada, invece, viveva con i genitori. Questi, docenti della facoltà di medicina e chirurgia della città, erano degli scienziati molto richiesti all'estero.
<< E poi, quante volte ti ho detto di non chiamarmi con quel nomignolo antipatico? >> disse lei, riprendendo a camminare verso la scuola.
<< Ma... a me piace molto, e poi non è per niente antipatico! >> ribatté il biondino facendo la linguaccia.
Da quando avevano ricordi, erano sempre stati insieme; per le feste, per i compleanni... sempre, nulla aveva mai osato separarli fino a quel momento.
<< Ah, Sakura-chan, sai questo week-end il vecchio vuole portarmi a fare un pik-nick al parco... >> rallentò il passo per poi fermarsi. Lentamente la testa si chinava verso il basso.
Sakura, incuriosita dal comportamento dell'amichetto, tornò indietro cercando lo sguardo di Naruto piegandosi sulle ginocchia e fissandolo dal basso verso l'alto.
<< E quindi? Continua... >> lo incitò.
<< E allora, avevo pensato, ti andrebbe di... venire con noi? >> l'ultima frase la disse tutta d'un fiato e strizzando gli occhi.
Conosceva troppo bene le reazioni dell'amica, spesso e volentieri troppo violente.
Ma nessun pugno arrivò... nessuna tirata di orecchie... Notando il troppo silenzio, Naruto posò lo sguardo su Sakura che, nel frattempo, si era rialzata, osservandolo.
<< Mh... devo chiedere a mamma e papà... >> Un sorriso dolce si dipinse sulle piccole labbra del biondino, facendola arrossire, così aggiunse:
<< Baka, non cantare vittoria, non ho detto che vengo di sicuro... >> << Lo so, però il fatto che lo chiederai significa che l'idea ti piace! >> rispose ancora più contento di prima.
Detto ciò, sentirono la campanella della scuola suonare i primi rintocchi, così Naruto prese la manina di Sakura e, iniziando a corre, disse:
<< Andiamo, altrimenti faremo tardi anche oggi! >>
<< E indovina un po' di chi è la colpa!?! >> replicò la rosa arrossendo al contatto con quella mano così calda.

I giorni passarono e i due non trattarono più l'argomento “pick nick”.
Una cosa strana, però, accadde quel venerdì mattina... << Come? >> disse il biondo di fronte la porta aperta di una villetta.
<< Mi dispiace Naruto, ma Sakura oggi non verrà a scuola. >> disse il padre, un uomo sui 38 anni.
<< Ah, capisco... bhè le dica che dopo la scuola la verrò a trovare. >> replico allegramente. In un primo tempo non ricevette risposta, solamente uno sguardo gelido e una frase incomprensibile per l'età che aveva il piccolo Naruto.
<< Non credo sia possibile, a presto. >>
Porta in faccia.
Con viso cupo e occhi lucidi, si allontanò dall'abitazione, si fermò davanti al cancelletto che separava il giardino dalla strada, si voltò verso quella che doveva essere la finestra della stanzetta della bambina, ma come previsto non vi era nessuno affacciato; vide solo delle tende ben tirate. Si avviò verso la scuola a passo lento, non accorgendosi, che adesso due occhi verde speranza lo guardavano andar via.

La giornata a scuola fu noiosa come sempre per Naruto. Il maestro Iruka aveva trattato anche quel giorno argomenti soporiferi, ogni tanto Naruto, sostenendo di essere in dovere di far rilassare il maestro, si faceva venire la brillante idea di sparire per ore, costringendo l'insegnante a cercare la piccola peste.
Ma da quando c'era quella bambina era cambiato qualche cosa. Sakura, riusciva a tenere a freno l'indole del biondo e a farlo sorridere come mai nella sua vita.
<< Bene ragazzi per oggi la lezione è finita. >> disse con un sorriso il maestro Kakashi salutando i suoi allievi. Tutti si avviarono verso la porta, tranne uno.
Naruto era intento a guardare fuori dalla finestra, una presenza vicino a lui lo fece sussultare...
<< Non vai a casa, oggi? >> disse la voce rassicurante e calda del maestro. Era un personaggio abbastanza singolare, portava una mascherina contro lo smog, stranamente i suoi alunni non lo avevano mai visto senza di essa.
<< Mh, si dovrei... >> mugugnò in risposta.
L'uomo, notando che lo sguardo di Naruto adesso era rivolto al banco vuoto accanto al suo, chiese:
<< Oggi Haruno non è venuta a scuola... chissà se sta bene... >>
Naruto alzò lo sguardo perplesso verso il suo insegnate, in cerca di una delucidazione, poi proseguì dicendo:
<< Essendo io il docente coordinatore della classe credo sia opportuno farle una visita. >>
Naruto continuava a non capire...
<< Solo che non so dove abita... >> concluse incrociando le braccia e assumendo un'espressione pensierosa.
<< Io so dove abita! >> disse in un lampo Naruto, adesso forse riusciva a mettere insieme i pezzi del puzzle.
<< Bene! >> esclamò entusiasta il maestro << Allora tu mi accompagnerai. >> sentenziò avviandosi verso l'uscita dell'aula. Si fermò sul l'uscio e concluse:
<< Così potrai constatare tu stesso come sta la tua amica... >>
Un sorriso, il primo di quella lunga giornata, nacque sulle sue labbra di bambino, accompagnate da un dolce:
<< Certamente, maestro! >>

Naruto fece strada al suo insegnate fino a casa di Sakura. Si fermarono davanti al cancelletto.
<< E' qui? >> chiese con voce affabile Kakashi, che ricevette come risposta un solo cenno di testa da parte del suo allievo.
<< Tutto bene? >> chiese premuroso l'insegnate.
<< Si... >> tagliò corto Naruto, che aveva suonato il citofono, rispose una donna che scoprirono, poco dopo, essere la madre di Sakura, caratteristica inconfondibile, capelli dello stesso colore. Li fece educatamente accomodare in salotto, per poi andare a chiamare la figlia e il marito.
<< Salve, io sono Kakashi Hatake, l'insegnate di algebra di vostra figlia. >> disse con un sorriso.
Naruto intanto era intento ad osservare l'amica che, stranamente, non ricambiava il suo sguardo. Questo lo fece insospettire, qualche cosa non andava...
<< Mi dica, maestro, c'è forse qualche problema? >> chiese il padre gelido spostando lo sguardo da Naruto a Kakashi , così quest'ultimo intervenne dicendo:
<< Naruto Uzumaki, penso lo conosciate già, è grande amico si Sakura ed era l'unico che conoscesse il vostro indirizzo. >>
La situazione non era delle più tranquille... Sakura continuava a rimanere nascosta dietro le gambe della madre; quest'ultima era come estranea alla situazione venutasi a creare; il marito non staccava gli occhi di dosso da Naruto che, conseguentemente, aveva cominciato a ricambiare un freddo ed ostile sguardo che non s'addiceva ad un bambino di dieci anni.
<< Se posso sapere quale sia il problema... maestro. >> disse il padre pronunciando le ultime parole in tono acido; era palese che quella visita non era stata gradita.
<< Nulla, volevo solo assicurarmi che fosse tutto apposto. >> rispose Kakashi, dal tono che usò sembrava stesse sorridendo.
<< Bene, se allora è tutto... >> intervenne la madre come risvegliatasi da un lungo torpore, tant'è che Naruto sobbalzò, riconcentrandosi su Sakura. Aveva gli occhi gonfi e arrossati, la conosceva da troppo tempo per non capire che aveva pianto per tutto il giorno, se non pure per tutta la notte. Voleva parlarle, stare un po' con lei, fare le solite cretinate per farla infuriare e poi ridere insieme a crepa pelle... Mosse un passo verso di lei, ma una mano di Kakashi lo blocco.
<< Naruto, è ora di andare. >> disse il maestro.
Con un sonoro sbuffo insoddisfatto, si avviarono verso l'ingresso, ma poi come illuminato da un lampo di genio Naruto, senza pensarci due volte, senza curarsi dello sguardo accusatore del padre dell'amica, sfuggì alla presa di Kakashi e tornò sui suoi passi raggiungendo Sakura.
<< Ci vediamo domani per il pick nick, allora? >> chiese sfoggiando un sorriso timido e speranzoso. Sakura fece capolino con gli occhi lucidi, il labbro tremulo, per poi guardare implorante il padre. Quest'ultimo si intromise e tuonò:
<< No! Lei domani non verrà... in questi giorni siamo molto impegnati. >>
Senza un minimo di cortesia, li sbatté fuori di casa. Naruto aveva i piccoli pugni contratti, lo sguardo corrucciato, gli occhi pieni di lacrime pronte ad iniziare la loro folle corsa.
<< Che carattere. >> commentò Kakashi << Bhè, ti accompagno a casa, non vorrei ti capitasse qualche cosa, vista l'ora tarda. >> concluse premuroso Kakashi avviandosi dall'altra parte della strada.
<< Si figuri maestro... >> iniziò Naruto <<... A chi interessa la sorte di un orfano allevato da un alcolizzato disoccupato? >>
Due lacrime, a quelle parole, non poterono fare a meno di scendere da quegli occhi blu... Il maestro Kakashi aveva già raggiunto l'altro marciapiede e, continuando a dargli le spalle, esordì dicendo:
<< Interessa ad una bimba di mia conoscenza che, in questo momento... ti sta guardando... >>
Naruto alzò di scatto la testa, e vide Sakura che lo salutava con un piccolo sorriso. Si strofinò gli occhi, e rispose al saluto con un ampio gesto del braccio, sorridendo come di suo solito. Il maestro aveva ragione... la sua sorte stava a cuore a qualcuno...
Il giorno dopo, Naruto decise di annullare la gita con Jiraya, non essendoci Sakura tutto perdeva di significato ed importanza, e poi non adorava stare tanto tempo con il suo padrino.
Era un uomo libertino, donnaiolo, a cui piaceva l'alcool e il gioco d'azzardo, insomma un tipo non troppo adatto a crescere ed educare un bambino, ma essendo grande amico del padre di Naruto e suo padrino, il giorno della tragedia, si sentì in dovere si prendersi cura di lui come meglio poteva.
La cosa che gli riusciva peggio.
<< Naruto, visto che il nostro programma è saltato, io esco per i fatti miei. >> disse Jiraya prendendo la giacca.
Naruto era in soggiorno, sdraiato sul divano intento a guardare la televisione, apatico.
<< ok... >> rispose senza voltarsi.
Notando ciò, l'uomo tornò indietro, si inginocchiò sul tappeto arrivando all'altezza del volto del bambino, che sgranò gli occhi preso alla sprovvista.
<< Se non ti va di stare a casa, puoi sempre venire con me al bar. >> disse con sguardo triste, sapeva perchè il pick nick era saltato, Naruto gli aveva raccontato tutto, ammettendo anche di non comprendere la motivazione per cui i genitori dell'amica si comportassero in modo così strano.
<< No, grazie. Preferisco rimanere a casa, anche perchè... >> lo sguardo di Naruto si assottigliò come quello di un gatto <<...Quello non è posto per bambini! >>
Spesso Naruto riusciva a mostrare più buon senso del suo tutore. Così Jiraya uscì, lasciandolo solo, con una cena precotta nel microonde e con un senso di vuoto ed insoddisfazione nelle viscere. Passarono delle ore, nelle quali Naruto, mangiò, sistemò la cucina e si rimise in salotto per guardare i cartoni. Il tempo fuori stava peggiorato; la pioggia era prossima. Ogni tanto il salottino veniva illuminato ulteriormente da un lampo, per poi lasciar spazio al fragore del tuono.
Il biondino si alzò dal divano, andò alla finestra, spostò la tenda e, guardando la casa di Sakura pensò con un sorriso apprensivo: “Per adesso Sakura sarà sotto le coperte morta di paura...” Improvvisamente sentì squillare il telefono di casa. Rispose sbadigliando:
<< Waaa, eh-m si pronto? >>
Silenzio.
<<... Pronto? >> ripeté cercando di captare ogni singolo rumore, poi sentì un sospiro, un singhiozzo...
<< Naruto... >> era lei, ma che aveva? Stava piangendo?
<< Sakura-chan... che è successo? Perchè piangi? >> disse preoccupato il bambino.
A quella frase, la bambina si lasciò sfuggire un altro singhiozzo più forte, mettendo in stato d'allerta i sensi di Naruto.
<< E' che... sono sola.... e ci sono i tuoni e... >>
Non le fece finire la frase...
<< Tranquilla... vengo subito... >> disse riagganciando. Prese la giacchetta, si mise le scarpe ed uscì, dimenticandosi l'ombrello. Attraversò la strada di corsa, colandosi tutto, ma a lui non importava, Sakura stava piangendo, e lui doveva stare con lei... Fin da piccoli erano andati avanti così. Lei chiedeva aiuto, lui accorreva; il mondo era contro di lui, lei lo difendeva; lei piangeva, lui la consolava.
Bussò alla porta, scrollandosi la pioggia di dosso... Aspettò con calma che la bambina chiedesse prudentemente chi fosse per poi aprire. Sentì il rumore delle chiavi girare, e poi uno spiraglio schiudersi lasciando intravedere due occhini verdi lucidi.
<< Ciao Sakura-chan... sempre la solita fifona, eh? >> disse ridendo. Lo lasciò entrare, rimasero per un po' all'ingresso, la casa silenziosa...
<< Sei fradicio... >> lo ammonì lei, andando a prendergli un asciugamano accompagnata dalla voce di Naruto.
<< Bhè, stavi piangendo e nella fretta ho dimenticato l'ombrello. >> Sakura poteva immaginare le movenze che avevano accompagnato quella frase... sguardo colpevole, sorriso dispiaciuto e grattatina alla nuca... perchè Naruto era questo, altruismo, impulsività e dolcezza allo stato puro.
<< Baka, così ti prenderai un raffreddore. >> disse Sakura, tirandogli l'asciugamano e spingendolo dalla schiena verso il bagno. << Adesso ti asciughi per bene. >>
Naruto fece ciò che gli aveva detto Sakura, non staccandole gli occhi di dosso... era strana...era...
<< Sei triste! >> esordì spegnendo il phon e poggiandolo sul mobiletto alla sua destra. A quelle parole seguì un fulmine e poi un tuono, che fece gridare e rannicchiare in un angolo la piccola Sakura.
<< Sakura-chan... >> disse Naruto. Le si avvicinò lentamente e si chinò accanto a lei, aveva iniziato a piangere. Le posò la mano sulla testa, constatando che tremava.
<< Ho paura... >> mugugnò lei. Una risatina sfuggì a Naruto che si accoccolò ancora più vicino all'amica, che non aveva ancora riaperto gli occhi.
<< Dai sono solo tuoni, è solo un forte rumore. >> spiegò lentamente l'amico, consolandola con piccole carezze sulla schiena. Sakura si voltò e disse:
<< Si... è solo forte rumore... >>
Un altro tuono questa volta più forte del precedente, fece letteralmente gettare la bambina tra le braccia di Naruto. Quel gesto inaspettato lo fece arrossire e poi lo intenerì... Sakura tremava come una foglia al vento.
<< Sei grande ormai, devi saper superare le tue paure. >> la incoraggiò lui abbracciandola.
Niente, non riusciva a calmarla, continuava a piangere sempre di più, stringendo convulsamente la maglia arancio del bambino, ancora un po' umida. Naruto capì che, forse, Sakura non piangeva in quel modo a causa del temporale. La scostò lentamente e disse: << Sakura-chan, che ne diresti di vedere i cartoni? >>
La bambina sorrise e asciugandosi le lacrime acconsentì alla richiesta. Così si spostarono in salotto, dove si sedettero ed, in silenzio iniziarono a guardare la televisione. Naruto faceva saettare il suo sguardo dalla tv a Sakura, notando che la rosa non guardava realmente il programma, aveva lo sguardo perso nel vuoto, così decise di darle a parlare per distrarla un po'...
<< Sai la festa della primavera si sta avvicinando, tu che maschera metterai, quest'anno? >>
Nel quartiere dove vivevano c'era una festa che la gente del luogo metteva su al cambio di stagione, per dare il benvenuto alla, tanto attesa primavera. Usanza voleva che i partecipanti indossassero, per tutta la sera, delle maschere raffiguranti degli animali, per poi rimuoverle alla mezzanotte del primo giorno di primavera.
Sakura e Naruto vi avevano sempre partecipato insieme, si divertivano un mondo a preparare le maschere, le facevano tutte da soli.
Ma, dopo le sue parole, Sakura riprese il suo pianto, il bambino non capiva, che stava succedendo? Decise che doveva sapere...
<< Sakura... >> disse con voce seria facendo voltare l'amica << Si può sapere che c'è? >> lo sguardo fisso su di lei, il respiro accennato; spesso Sakura si stupiva di come riuscisse ad essere serio in certe occasioni.
La bimba fece un grosso respiro e con foce bassa e un po' tirata, disse:
<< Ecco... >> iniziò, ma altre lacrime la colsero in fallo. Naruto allora si avvicinò un po' di più, poggiandole una mano sulla spalla scossa dai singhiozzi.
<< Io... non sarò qui... per la festa... >> disse faticosamente tra le lacrime. Naruto sorrise tristemente, per poi dire:
<< E su, dai non è mica una tragedia... la festeggeremo insieme l'anno prossimo. >>
Ma la situazione era un po' più complicata di come se l'immaginava. << No... nemmeno... >> lo contradisse Sakura portandosi le piccole e tremule mani al petto ansimante.
<< C-che significa...? >> chiese confuso Naruto poggiando anche l'altra mano sull'altra spalla. A quel tocco la rosa alzò la testa e disse con voce un po' troppo alta:
<< Non sarà possibile quest'anno, non sarà possibile in futuro... perchè... >> venne tradita da un singnozzo stridulo.
In quello stesso momento, il rumore di una macchina nel vialetto li fece tornare sull'attenti. I genitori di Sakura erano rientrati, chiamarono la figlia dall'ingresso, lei rispose cercando di ricomporsi come meglio poteva ma non fece in tempo, il padre era già in salotto.
<< E tu che ci fai qui? >> disse furibondo, per poi guardare la figlioletta in lacrime << Che cosa le hai fatto? >> urlò. Naruto trasalì, Sakura pianse più forte, la madre corse ad abbracciarla. << Io... non ho fatto niente, piangeva già quando sono arrivato... >> Si giustificò inutilmente, perchè l'uomo lo prese per un braccio e lo condusse alla porta continuando a sbraitare:
<< Devi stare lontano da lei, chiaro? Sei un pessimo esempio, meno male che da domani non sarà più così... >>
Naruto, che non aveva smesso un attimo di divincolarsi, disse: << Ma che vuol dire? >>
Sakura si liberò dall'abbraccio possessivo e soffocante della madre e li raggiunse; la porta era aperta, Naruto che la guardava in cerca di spiegazioni, lei che piangeva non sapendo che dire... ma la madre, apparsa alle spalle della figlia, si prodigò a chiarirgli le idee.
<< Domani ci trasferiremo in un altro stato per lavoro. >> il suo sguardo, era più freddo di quello del marito. Anche se madre e figlia avevano lo stesso colore di occhi, Naruto pregò che lo sguardo di Sakura non diventasse come quello della madre, non avrebbe sopportato di essere guardato in quel modo dalla sua Sakura. << La vostra amicizia finisce qui! >> sentenziò il padre, spingendolo e facendolo cadere in una pozzanghera. Era ricoperto di fango, e confuso... cosa voleva significare? Che non avrebbe più rivisto Sakura?
Non capiva più nulla... i suoi sensi erano come inibiti, non vedeva, non percepiva la fredda pioggia su di lui, aveva solo sentito il fragore della porta sbattuta e il pianto di Sakura che gli straziava il cuore.

Arrivò la mattina... Il piccolo Naruto si sveglio molto presto, le scene e le frasi del giorno prima gli rimbombavano nelle orecchie. Era domenica mattina e doveva prendersi la ramanzina da parte del suo vecchio. Si perchè la sera prima i genitori di Sakura chiamarono Jiraya chiedendogli di venirsi a riprendere il bambino, accusandolo di effrazione.
Scese le scale, si recò in cucina dove trovò l'uomo intento a leggersi il giornale.
<< Buon giorno, piccolo scassinatore! >> la sua voce non era poi tanto seria e arrabbiata.
<< Ti ho già spiegato come sono andate realmente le cose... >> sbuffò Naruto, aprendo il frigo per prendere il latte, realizzando solo in seguito che non aveva per niente fame.
<< Lo so, e so anche... >> disse alzandosi e dirigendosi verso il ragazzo, si abbassò per scompigliargli i capelli e dire:
<< ... Che non sei un teppista... >>
Naruto sorrise tristemente a quelle parole, almeno una persona dalla sua parte ci voleva. Poi sentendo dei rumori provenire dalla strada, l'uomo si affacciò alla finestra della cucina. Vide un furgone dei traslochi parcheggiato davanti l'abitazione degli Haruno. Uno sguardo indecifrabile si impossessò del suo volto; sapeva cosa pensasse tutto il quartiere di lui e del piccolo Naruto, sapeva anche che a causa del suo comportamento ci andava di mezzo il ragazzino. Così prese una decisione!
<< Naruto, esco un attimo, torno presto!>> Uscì di casa lasciando il biondino in cucina nel silenzio più assoluto, non dandogli il tempo di fare domande.
<< Ma che gli è preso adesso? >>

Jiraya attraversò la strada, arrivò a destinazione e bussò alla porta già aperta. Vide arrivare il padre di Sakura, che cambiò immediatamente espressione; da rilassata e cordiale si trasformò in contratta e ostile.
<< Dovrei parlarle, signor Haruno. >> disse sorridente Jiraya notando, dietro il suo interlocutore, la presenza di Sakura che osservava la scena, preoccupata. L'accaduto del giorno prima doveva averla spaventata.
<< Mi dica pure... >> replicò gelido il padre. << Buon giorno signorinella! >> esclamò Jiraya salutando la bambina che rispose con un piccolo inchino; solo in quel momento il padre capì, non dovevano parlare li. Si allontanarono, così Jiraya poté iniziare il suo discorso:
<< Comprendo perfettamente di non essere un buon tutore, ma non penso che ci debbano andare di mezzo i bambini. >> adesso era imperturbabile, freddo, distaccato... uno che la sapeva lunga. << Non credo siano affari miei come lei educa quel ragazzo. >> disse il signor Haruno mentre stava per andarsene, ma Jiraya lo fermò dicendo:
<< Quel ragazzo ...mio figlio... è un bambino splendido considerando il fatto che ha perso i genitori tragicamente, e non le permetto di discriminarlo a causa mia! >> stava iniziando ad alterarsi, e il padre di Sakura non fu da meno.
<< E lei non può biasimarmi per questo... >>
Si lanciavano sguardi eloquenti... se questi potessero uccidere sarebbe stato difficile decretare un vincitore e un vinto, poi Jiraya disse:
<< Allora le chiedo solo una cortesia, non per me, ma per i ragazzi... >> il signor Haruno lo fece proseguire <<... Visto che state andando via, non crede sia più opportuno lasciarli salutare come si deve? Almeno così vivranno senza rimpianti. >>
Jiraya, in tutto il discorso non aveva abbassato neanche una volta la testa. Aspettò placido la risposta del suo interlocutore... non tardò ad arrivare...
<< Noi partiamo da qui alle diciassette... >> e detto questo si allontanò, lasciando un sorridente Jiraya.
Rientrato a casa, informò Naruto della situazione... << Eh? >> disse il biondo confuso, non riuscendo a capacitarsi di quello che aveva appena sentito. Allora era tutto vero... Sakura se ne sarebbe andata. Adesso capiva molte cose sopratutto le sue lacrime, i lunghi silenzi, i gelidi sguardi...
<< Mi dispiace, figliolo. >> disse Jiraya aspettandosi una qualche reazione violenta e senza senso, invece...
<< Devo farla sorridere... >> disse Naruto cogliendo in contro piede l'uomo, adesso era lui quello confuso.
<< Che vuoi dire? >> chiese.
Naruto, con occhi lucidi e voce tremante, rispose: << V-visto che non la vedrò mai più... voglio che abbia di noi solo ricordi felici... >> un sorriso accompagnato da una lacrima... Il cuore di Jiraya si strinse in una morsa dolorosa. Quel bambino riusciva a pensare prima alla felicità degli altri che a quella propria, anzi spesso la sua stessa felicità non contava granché. << Hai ragione... >> disse abbracciandolo affettuosamente.

Jiraya lo informò dell'ora della partenza, così da dare il tempo a Naruto e Sakura di salutarsi.
Verso le quattro, Naruto si recò a casa dell'amica, bussò e le venne ad aprire una stanca e triste Sakura che appena lo vide, sgranò gli occhi...
<< Che ci fai qui? Se mio padre... >> ma non finì la frase che quest'ultimo spuntò alle spalle di lei.
<< Sakura, va a fare una passeggiata con Naruto, qui finiamo io e la mamma. >>
I due bambini rimasero sorpresi, ma contenti, alla fine potevano passare un po' di tempo insieme. Così fecero, si diressero verso il parco dei Ciliegi...
<< Quindi te ne vai? >> disse Naruto incrociando le braccia dietro la testa.
Sakura abbassò lo sguardo, sentiva gli occhi del biondo puntati addosso...
<< E' per questo che venerdì non sei venuta a scuola? >> proseguì. << Si... >> rispose lei imbarazzata << Però te lo avrei detto! >> si giustificò voltandosi verso di lui, che sorridendo disse: << Lo so... perchè noi ci diciamo tutto. >>
Sakura annuì cercando di sorridere, ma era difficile, le veniva da piangere e parlare era ancora più complicato.
<< Adesso che succederà? >> chiese Naruto sottovoce. Sakura si strinse nella spalle, si era ripromessa di non piangere.
<< Io devo andare lontano... non so se potremo sentirci... >> disse piano, come se stessero confessandosi un segreto di stato. Ad ogni frase si facevano sempre più vicini, la testa bassa... sapevano che se si fossero guardati negli occhi le lacrime che stavano trattenendo sarebbero, inesorabilmente sfuggite al loro controllo. << Non voglio andarmene. >> aggiunse la rosa, che adesso toccava con la fronte la spalla di Naruto. Lo sentì tremare, capì che, come lei, voleva lasciarsi andare in un pianto di triste impotenza.
<< Tornerai? >> chiese, con voce sempre più malferma. A Sakura scappò un singhiozzo, seguito da lacrime, non c'è l'aveva fatta. Bagnò la manica del ragazzino, che l'abbracciò, cominciando a piangere di conseguenza... silenziosamente.
<< N-non lo... non lo so.... >> ansimò Sakura, rifugiandosi in quell' abbraccio... forse l'ultimo che si scambiavano nella loro vita.
<< Non piangere... >> la consolò Naruto con la voce del pianto. Un risolino sfuggì alla bambina che, alzando la testa e guardando l'amico disse:
<< Tu dici a me di non piangere, baka? Ma se il primo a piangere sei tu... >>
La risata di Sakura contagiò Naruto, e iniziarono a ridere tra le lacrime. Dopo il piccolo sfogo, la riaccompagnò a casa, notando che oramai era tutto pronto per la partenza. Entrambi i genitori di lei erano fuori casa e anche Jiraya.
<< E' ora! >> disse Naruto fissando tristemente il furgone dei traslochi chiuso. Poi sentì una piccola mano calda prendere la sua. Si girò e vide il sorriso più bello che quella bambina potesse donargli; in quel momento Naruto si rese conto quanto la sua amica era importante... una questione che andava aldilà dell'amicizia... Camminarono mano nella mano fino alla macchina. Sakura salì e abbassò immediatamente il finestrino, lo sguardo adesso meno determinato e sereno di qualche attimo prima...
<< Sakura-chan... questo non è un addio, è un arrivederci... >> disse sorridendole e porgendole il mignolo della mano destra. Sakura lo guardò, sorrise a sua volta, mentre prendeva il mignolo dell'amico con il suo, e dissero all'unisono:
<< E' una promessa! >>

Il giorno dopo, in classe, si sparse la notizia dell'immediata partenza degli Haruno. Kakashi, informò tutti che Sakura non sarebbe stata più loro compagna, notando che Naruto non ascoltava minimamente ciò che aveva da dire, comprese che già lui sapeva. Quel giorno sembrò tornare tutto come un tempo...
<< Uzumaki!!! >> gridava il maestro Iruka per i corridoi. << Se non torni immediatamente in classe ti sospendo per un mese! >> lo minacciò l'insegnante.
Il bimbo in tutta risposta urlò:
<< Sai quanto me ne frega, tanto a nessuno importa... >>
Naruto era salito sul terrazzo dell'edificio, precisamente sedeva sopra l'orologio, che segnava quasi le cinque passate del pomeriggio. Il maestro Iruka, capendo da dove provenisse la voce, si affacciò da una finestra dicendo:
<< INCOSCENTE! Se cadi da li ti ammazzerai! >>
Effettivamente Naruto era messo in un punto abbastanza alto e pericoloso,ma a lui non importava, le sue gambe erano penzoloni sul quadro dell'orologio; il suo sguardo era rivolto all'orizzonte, come se stesse fissando qualcosa... qualcuno...
<< Naruto... per l'amor del cielo, scendi da li! >> lo implorava Iruka, ma sembrava parlasse al vento.
Quest'ultimo, iniziò a soffiare un po' più forte, portando con se dei petali rosei, che Naruto prese nella sua piccola mano abbronzata, li fissò e disse:
<< La mia dolce Primavera se ne andata... per sempre... >>
Lacrime iniziarono a solcare le sue guance graffiate... consapevole del fatto di essere di nuovo solo.

8 anni dopo


<< Si li va bene! >> disse un ragazzo sui diciotto anni ad un gruppo di individui che stavano sistemando uno striscione riportante la scritta: “Festa di Primavera”.
<< Naruto! >>
Il ragazzo si voltò verso la voce. Il suo padrino gli faceva cenno con la mano, voleva che lo raggiungesse. Il ragazzo obbedì, un po' perplesso.
<< Che vuoi? >> chiese infastidito, il suo comportamento lo metteva in ansia, quando si comportava in quel modo, dopo succedeva sempre qualche cosa di sgradevole, e poi toccava a Naruto sistemare le cose. << Senti... io non ci sarò domani sera alla festa... >> disse sotto voce l'uomo.
<< COSA? >> urlo il biondo in risposta << Ma non puoi farmi questo... la festa di primavera è un classico, è una tradizione... >> disse abbassando la testa. Jiraya capì a cosa, o meglio, a chi stava pensando...
<< Ragazzo... Guarda la. >> gli disse indicando un punto ben preciso. Naruto si voltò e vide una donna, bionda, abbastanza prosperosa e giovane, si voltò nuovamente verso Jiraya e chiese: << No, dai vuoi essere arrestato per molestie? >> ridacchiò. L'uomo invece si indignò e poi disse:
<< Ma se ha la mia stessa età! >>
Shock. Naruto sgranò gli occhi fece più volte saettare lo sguardo dal suo padrino alla donna. Non poteva essere, era troppo giovane e bella per avere la sua stessa età, anche perchè Jiraya se li portava malissimo.
<< Non ci credo, quella avrebbe la tua età? Non ci credo nemmeno se me lo dice lei stessa. >> esclamò il biondo iniziando a ridere. Ma Jiraya riprese a parlare:
<< Ecco, appunto, non chiederle l'età perchè è un tipo suscettibile a riguardo, comunque io oggi parto con lei per il fine settimana, perciò domani non ci sarò! >> disse assumendo una posa da esperto don Giovanni.
<< Si, vabbè ho capito... allora buon viaggio e... >> ma non riuscì a finire la frase, che Jiraya era già a fare da lacchè alla donna avida di acquistare. A quella scena Naruto sorrise, il suo vecchio non era cambiato negli anni. Lo vide implorare perdono per qualche cosa che fece infuriare la donna... chissà magari anche i suoi genitori si comportavano come quei due, o come facevano lui e la sua amica d'infanzia...
“Sakura-chan...”
Naruto chiuse gli occhi facendosi accarezzare dalla brezza quasi primaverile... immaginandosi quanto bella potesse essere diventata il fiore di ciliegio a lui più caro.
<< Ehi, baka! >> lo chiamò un ragazzo con una strana capigliatura e occhi poco svegli.
<< Shikamaru, ciao! >> lo salutò allegramente, nascondendo in un cassettino dell'anima l'immagine sorridente di Sakura.

Il giorno della festa arrivò. L'aria che si respirava era intrisa delle risate dei bambini, delle mamme che sistemavano i dolci da vendere, i proprietari delle bancarelle che sistemavano la merce e i giochi, insomma tutto era pronto per cominciare.
Alle otto in punto, dei piccoli fuochi decretarono l'inizio della festa, la piazza era stracolma di gente che indossava ogni tipo di maschera variopinta in svariati modi: da quello più classico a quello più eccentrico.
Dei fili ricchi di lucine sovrastavano le teste della gente del quartiere che, impaziente, iniziava il giro delle bancarelle. Naruto era appena arrivato con i suoi compagni di classe.
Sostanzialmente erano gli stessi delle elementari, anche se c'era qualche nuovo arrivato.
<< Si cominciaaaa!!! >> disse il suo volto nascosto da una maschera raffigurante una volpe. I suoi amici lo derisero; la sua iperattività era troppa e troppo chiassosa, anche se terribilmente contagiosa. Si incamminarono verso le bancarelle, mentre Naruto si soffermò a guardare il cielo della sera...
“Ovunque tu sia... Io non ti ho dimenticata...”

Passarono un paio d'ore e della musica avvolse la piazza. Un piccolo palco era posto al centro di essa, molta gente indossava dei vestiti tipici del luogo, degli yukata con motivi allegri e scherzosi degni di una festa.
Il gruppo di Naruto si era appena fermato su delle panchine, non avevano fatto una sosta da quando avevano raggiunto la piazza, ma Naruto, preso ancora dalla voglia di gironzolare in torno, disse: << Io faccio un altro giro. >>
La sua frase suscitò una domanda di un ragazzo riportante una maschera di aquila, che replicò:
<< Non capisco dove prendi tutte queste energie, e comunque questa festa non è poi così bella, non ha niente di interessante. >>
Naruto sorrise e voltandosi disse:
<< Non mi annoierà mai questa festa. >> e si allontanò a passo svelto.
<< Sai! sei uno stupido! >> disse una ragazza con una maschera da gatto << Per Naruto questa festa è importantissima... >>
<< Non capisco, Ino! >> replicò il ragazzo.
Il gruppo si fece silenzioso. Molti essendo amici di vecchia data del ragazzo conoscevano la verità, ma Sai era un nuovo arrivato, non sapeva tutta la storia. Così Ino gli raccontò per sommi capi ciò che era successo otto anni prima.

Intanto Naruto, dopo aver consumato una cena veloce, si diresse verso il parco adiacente.
Si sedette su una panchina ed esclamò:
<< Quale posto migliore per festeggiare l'arrivo della primavera, se non il parco dei Ciliegi... >>
<< Hai ragione... >> disse una voce alle sue spalle.
Il ragazzo si voltò preso alla sprovvista. Non si aspettava di trovare qualcuno nel parco, insomma c'era la festa, eppure...
Il suo interlocutore era seduto dietro di lui, nella panchina alle sue spalle. Indossava una maschera, quindi era impossibile capire chi fosse, se lo conosceva o meno, se fosse uomo o donna.
<< Scusami, non dovevo disturbarti... >> disse girandosi dal suo lato.
Naruto era incuriosito, sopratutto dal motivo della maschera dello sconosciuto...
<< Indossi anche tu la volpe! >> disse saltando nella panchina dove vi era l'individuo.
<< Già... >> disse << Anche tu vedo! >> concluse facendogli spazio << e come mai ti sei allontanato dalla festa? >> chiese.
Naruto ci pensò poi disse:
<< Questo è un luogo importante per me, ci vengo tutti gli anni durante la festa, i miei amici non ne sono al corrente... quindi... >> chinò il capo. Poi proseguì dicendo:
<< E tu? Come mai qui? >>
<< Io... era da un bel po' che non venivo in questo luogo... e volevo stare in tranquillità prima di fare visita a un po' di gente. >> disse pacatamente. Naruto era estasiato dal suono della voce di quella persona sconosciuta, poi una domanda, puerile, gli fuoriuscì senza preavviso:
<< Sei una ragazza! >> più che una domanda era un'affermazione, che suscitò una risata cristallina.
<< Si, esatto Sherlok! >> altre risate soffocate dalla maschera che portava. Naruto era convinto che chiunque possedesse una risata simile, doveva essere un angelo.
<< E sei sola? >> chiese sempre più curioso ed attratto da quella sconosciuta. Lei ci mise un po' a rispondere poi si lasciò andare pensando che era più facile parlare, dei propri problemi, con perfetti sconosciuti almeno loro non giudicano.
<< Si, sono sola. Diciamo che mi sono presa una vacanza dalla mia famiglia... >> la sua voce si rattristò e con essa anche il cuore di Naruto, che si scusò per averle fatto ricordare qualche cosa di spiacevole. Ma lei lo rassicurò dicendo che non era poi la fine del mondo.
<< E poi sai, per me questo posto ha tanti ricordi... è inevitabile che ripensi al passato. >>
<< Da quanto manchi da Konoha? >> chiese il biondo.
<< Mh, sarebbe più opportuno chiedermi “da quanto manco da questo stato” >> lo corresse lei incrociando sensualmente le gambe e li Naruto ringraziò i kami di possedere quella maschera, le sue guance si erano infiammate alla vista di due gambe esili e perfette muoversi in quel modo ipnotico.
Con lo sguardo risalì per tutto il suo corpo, indossava una gonna un po' sopra il ginocchio, una camicetta rossa con sopra una giacca a jeans. Semplice, ma perfetta.
<< Ho vissuto all'estero per parecchio tempo... >> lo riportò alla realtà << ... E dopo aver raggiunto una certa maturità e indipendenza ho deciso di tornare nel mio paese d'origine. >>
Naruto ascoltava la storia in silenzio senza interromperla, la sua voce era una musica celestiale. Cercava di ricordare se ne avesse mai sentita una simile... forse, ma non ne era certo.
<< Capisco, ti mancava casa? >> disse, la voce ridotta ad un sussurro. La ragazza annuì, intrecciando le mani al ventre. Poi disse:
<< Qui, ho lasciato un pezzo del mio cuore e della mia vita... >> Naruto rimase pietrificato, quelle parole erano intrise di tristezza palpabile, riuscì ad immedesimarsi perfettamente in ciò che potesse provare la ragazza. Sapeva cosa si provava a vivere senza il pezzo che ti completa il cuore e l'anima...
<< Si posso comprendere... >> sospirò e si mise a guardare il cielo. Le stelle erano spettatrici silenziose di quello strano incontro. Delle voci concitate catturarono la loro attenzione, la ragazza accanto a lui controllò l'ora e disse:
<< Oh, è quasi la mezzanotte meglio se ti sbrighi a tornare... >> disse con tono dolce, sicuramente stava sorridendo.
<< Si, è meglio se no i miei amici non me la perdoneranno. >> affermò grattandosi la testa. La ragazza stranamente si irrigidì, e Naruto se ne accorse:
<< Qualche cosa non va? >> chiese premuroso. Lei rispose di no esortandolo a tornare dai suoi amici, ma lui desiderava che lei lo seguisse, trovava rilassante e terribilmente meraviglioso stare in sua compagnia, non si sentiva così bene da tempo, forse non si ci era mai sentito.
<< No, dai non mi conosci nemmeno, e poi mi troverei a disagio. >> spiegò lei, facendo un piccolo inchino << Magari ci rivedremo in giro. >>
Detto questo lo superò e se ne andò, perdendosi tra la folla, lasciando Naruto con l'amaro in bocca, e con un terribile problema... << Non so nemmeno come si chiama... >>

Raggiunse gli altri che lo rimproverarono a dovere. << Si può sapere dove eri finito? >> chiese Shikamaru annoiato come non mai, indossava la maschera di un kohala.
<< Già, sei sparito per ore!!! >> disse una più infuriata Ino.
<< Ore? >> ripeté come un pappagallo il biondino. Assurdo come fosse volato il tempo in sua compagnia.
<< Stanno per iniziare! >> disse Sai che non vedeva l'ora di levarsi la maschera.
Le luci della piazza si spensero, gli addetti ai giochi pirotecnici si prepararono ad accendere i fuochi, aspettarono che la lancetta dei minuti si contrapponesse a quella delle ore per poi...
Un frastuono enorme investì tutti, una miriade di colori illuminava l'oscurità dando un che di magico a tutto ciò che ne faceva parte. Come fossero radiocomandati, tutti i presenti si levarono al maschera per salutare la nuova primavera, tirando un sospiro di sollievo.
<< WAAA, stavo soffocando! >> disse Naruto. << KIYAAA, mi si sta sciogliendo il trucco >> disse Ino piagnucolando, provocando ilarità tra i suoi amici, avendo constatato il suo viso imbrattato di trucco.
La gente rideva e si preparava per la seconda parte di festeggiamento, Naruto si guardava intorno, salutando a modo suo la primavera, anche se da quel giorno non era più la stessa cosa. Poi un particolare catturò la sua attenzione “... Una maschera di volpe...???” Seguì la mano del suo proprietario non riuscendo a vederlo in volto, troppa gente. Si spostò di qualche passo, poi riuscì finalmente a scorgerlo...
Una ragazza, sua coetanea senza ombra di dubbio, con pelle candida, un sorriso a fior di labbra, queste morbide e rosee, occhi di un verde scintillante ed illuminati dai giochi di fuoco e...
<< Capelli rosa?!? >> disse Naruto concentrandosi meglio, anche se non c'era poi molto da concentrarsi. Guardò nuovamente la sua mano, la stessa maschera di volpe... era la stessa ragazza con cui aveva parlato qualche momento prima?
Il cuore di Naruto iniziò ad accelerare i suoi battiti, fino a fargli male, talmente tanto, da costringerlo a portarsi una mano al petto. Con il fiato corto e lo sguardo perso sul volto di quella ragazza, troppo somigliante a lei, sussurrò:
<< No... non può essere... >>

“Naruto... dobbiamo preparare le maschere per la festa di Primavera, ricordi?” “Si Sakura-chan, quest'anno voglio essere un leoneeee!” “Sei il solito!” “Non piangere...” “Tu dici a me di non piangere, baka? Ma se il primo a piangere sei tu...” “...Sarebbe più opportuno chiedermi “da quanto manco da questo stato” “Qui, ho lasciato un pezzo del mio cuore e della mia vita... “

<< Non è possibile.... >> si ripeté Naruto. Doveva verificare di persona, la somiglianza era troppa, e molte cose coincidevano.
Facendosi largo tra la folla, si diresse verso la ragazza.
Ma questa, dopo aver dato un ultimo sguardo ai fuochi, ormai morenti, si voltò allontanandosi sempre più...
<< No... >> disse nel panico il ragazzo, che cercava disperatamente di ridurre la distanza tra loro, ma non vi riusciva, c'era troppa gente che li separava. Allora decise di giocarsi il tutto per tutto, quell'azione avrebbe potuto avere due conseguenze: poteva renderlo ridicolo davanti a tutto il quartiere di Konoha constatando che la misteriosa ragazza non fosse chi pensasse; o c'aveva visto giusto e finalmente l'avrebbe riabbracciata.
Ma in quel momento il suo cervello era totalmente disconnesso dalla realtà circostante, e non gli permetteva di pensare a qualche cosa di sensato, così riempì i polmoni di quanta aria erano capaci di contenere e...
<< SAKURA-CHAAAAN!!! >> Urlò a squarciagola il suo nome, attirando l'attenzione delle persone che li separavano, ma era realmente lei?
Ciò che successe dopo non fu molto chiaro... vide soltanto una capigliatura rosa arrestarsi in mezzo alla folla.
La misteriosa ragazza si era fermata.
Aveva sentito chiamare il suo nome... con uno strano suffisso che, usava solo una persona. L'incredulità negli occhi verde smeraldo... Si voltò verso la fonte, verso il proprietario di quell'urlo quasi disumano e fu li che lo vide...
Un imbranato ragazzo con i capelli biondi che si faceva spazio a fatica tra la folla scusandosi in continuazione.
Finalmente furono l'uno davanti all'altra, lui con il fiatone per la corsa, un sorriso prendeva piano piano forma, lei era con la bocca semi chiusa e gli occhi ancora sgranati, poi come a cercare conferma, Naruto disse:
<< S-Sakura-chan...? >> attese attimi che gli sembrarono interminabili, non distogliendo lo sguardo da quelle pozze verdi. Notò che si stavano inumidendo sempre più.
Lei non riusciva a dire una parola, non riusciva nemmeno a muoversi, ma si impose di parlare...
<< N-a...N-aruto...? >> balbettò confusa. Insomma come poteva non ricordarsi di quegli occhi blu, di quei capelli perennemente scombinati e di quelle guance insolitamente graffiate... Era lui... si erano ritrovati... dopo lunghi anni... come si erano promessi... << SEI TU!!! >> un urlò stridulo le uscì dalla bocca, mentre si gettava tra le sue braccia.
Naruto scoppiò in una risata fragorosa, l'abbracciò forte, respirò il suo profumo, le carezzò i capelli mentre la sentiva ripetere il suo nome tra le risate isteriche.
Si staccarono, si osservarono per qualche istante e si dissero, quasi all'unisono:
<< Sei cresciuto, baka! >>
<< Non sei cambiata, Sakura-chan! >>
Notando che aveva detto una cretinata come di suo solito, si allontanò per paura di essere picchiato, in effetti c'era andato vicino ma...
<< Non ti picchio perchè ci siamo rivisti da poco, ma domani certi pugni non te li leva nessuno. >> disse mettendo il broncio.
Aveva detto una bugia, Naruto, perchè la ragazza che aveva incontrato al parco era lei, e quello che aveva provato non erano certo gli stessi sentimenti di quando erano bambini... assolutamente no. Era cambiata, si ed in meglio anche.
<< Quindi eri tu con la maschera della volpe. >> disse il ragazzo oramai con un sorriso perenne in viso.
Sakura annuì contenta, gli mostrò la maschera:
<< Si, l'ho fatta io, come facevamo da bambini, sono diventata molto più brava, vedi qui... >> si interruppe notando che Naruto non guardava la maschera, ma lei...
Aveva uno sguardo indecifrabile: felice, commosso? Non si capiva... << Che c'è? >> chiese Sakura arrossendo vistosamente.
Lui non rispose, ampliò il suo sorriso, le si avvicinò e l'abbraccio. Un abbraccio più dolce del precedente.
A Sakura cadde la maschera a terra, riusciva a sentire il cuore di Naruto battere sempre più in fretta... In un altro momento lo avrebbe fatto volare con un pugno degno di un pugile professionista, ma decise che gliele avrebbe messe tutte in conto. Il profumo di quella pelle scura la fece andare in paradiso, da quando non stava così bene? Non lo ricordava...
Chiuse gli occhi coccolata da quel calore che non sentiva da anni, sorrise e stette ad ascoltare le parole che aveva da dirle:
<< Sei tornata... Sakura aspettavo questo giorno da otto interminabili anni... >> disse stringendola convulsamente come se potesse scappare da un momento all'altro.
<< Sono tornata per un solo motivo... >> proseguì lei sciogliendo l'abbraccio. Lui la guardò, sogghignò e ripeté:
<< “Qui... ho lasciato un pezzo del mio cuore e della mia vita...” >>
Detto in un modo così esplicito aveva reso tutto troppo imbarazzante, così la rosa gli diede un piccolo buffetto sulla nuca e replicò:
<< Baka, non cantare vittoria troppo presto, chi ti dice che mi riferivo esplicitamente a te? >> disse mettendo lo stesso broncio di quando erano bambini, lui lo amava, lui l'amava...
Sembravano tornati indietro nel tempo, con la differenza che da piccoli potevano permettersi più gesti affettuosi, adesso erano cresciuti era tutto più difficile ed imbarazzante... Ma non per Naruto, e questo Sakura doveva aspettarselo.
Improvvisamente le prese il volto tra le mani, si chinò di poco e le baciò dolcemente la fronte, per poi guardare quegli occhi che amava fino allo sfinimento.
<< Esplicito o meno, tu da questo momento in poi non ti muovi più da qui! >> sentenziò Naruto con sguardo terribilmente attraente e possessivo. Sakura pensò che doveva infuriarsi si stava prendendo troppe libertà in una volta sola, ma non poté fare a meno di sorridere ed acconsentire. Alla fine era quello che voleva anche lei, rimanere al fianco di Naruto, il suo migliore amico, il pezzo mancante del suo cuore e della sua vita.
<< Sakura??? >> disse una voce facendo girare i due.
<< Ino!!! >> esclamò Sakura correndo ad abbracciare l'amica e il resto dei vecchi compagni di classe.
Naruto rimase ad osservare sorridente la scena che gli si presentava... Sakura che rideva gioiosa era più bella di come se la ricordasse.
Mentre palava con gli altri, la ragazza sentiva lo sguardo di lui, questo la faceva sentire terribilmente a suo agio, si voltò a guardarlo... gli sorrise contenta arrossendo lievemente, Naruto ricambiò, estasiato da quello spettacolo... Tante cose avevano da raccontarsi, ma potevano aspettare, avevano aspettato quel momento per anni, potevano aspettare qualche ora in più.
Non poteva fare a meno di guardarla ridere, volteggiare mentre parlava ai suoi vecchi amici di ciò che aveva vissuto, di come si sistemava i capelli dietro l'orecchio... Era cresciuta la sua Sakura-chan era diventata una meravigliosa e splendida ragazza.
Spinto da un impulso irrefrenabile, raggiunse il gruppo, si accosto a lei e disse:
<< Scusate, ma ve la rubo... il tempo di un ballo! >> un ghigno divertito si impossessò delle labbra del ragazzo, non rideva in quel modo da una vita.
<< Naruto, che vuoi fare? Io non so ballare! >> disse terrorizzata Sakura.
<< Dai che sarà mai, non è una gara, nessuno ti giudicherà! >> replicò ridacchiando. Una musica dolce partì dal palchetto...
Non riusciva a trattenersi, la strinse a se. Un rosso accesso si impossessò delle guance della ragazza, ma non aveva opposto resistenza, perchè in fondo anche lei aveva bisogno di quel contatto. Gli passò la mani intorno alla vita e come attratta da una calamita alzò il volto.
Incontrò due occhi blu che la fissavano, dolci come non mai, si misero fronte a fronte, dopo un po' la ragazza si alzò sulle punte, abbracciandolo.
<< Voglio stare con te... >> disse lei in un sussurro. Sentì le braccia di lui stringerla un po' di più, prima di sentire le sue labbra poggiarsi sul suo orecchio sinistro...
<< Non desidero altro... Sakura! >> sussurrò lievemente.
Un brivido percorse la schiena della rosa... quelle parole, la sua voce... quante volte se le era immaginate? Tante e tante volte, ma mai avrebbe pensato di poter provare tutte quelle sensazioni insieme. Sentiva le mani di lui accarezzarle la schiena, i capelli, il viso, mentre sorrideva contento come faceva anche da bambino, si perchè... quella sera, per Naruto, fu la sera del ritorno della sua amata e dolce Primavera, e non l'avrebbe mai più lasciata andar via.

Fiiiineeeeeee (e finalmente ndTutti) mi scuso per la storia troppo lunga, eheh ve le siete fracassate non poco vero? Comunque speo di aver seso giustizia alla week con questa e il disegno, bene con questo alla prossima week ^__^
   
 
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