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Autore: blu992    01/10/2016    15 recensioni
Dalla storia:
Derek sta per scendere dall'auto per entrare nella sua casa di famiglia, ma prende un lungo respiro per distendere i nervi. Sua madre l'ha avvisato solo il giorno prima del fatto che non sarebbero stati da soli, ma che aveva invitato anche la famiglia Stilinski e Stiles l'aveva chiamato eccitato come non mai. Non si vedono da più di sei mesi: Derek è al secondo anno di college e sta tornando per le vacanze invernali, ma quell'estate l'ha passata in giro con amici, quindi manca da casa da Pasqua; Stiles è al quarto anno delle superiori e lo chiama almeno tre volte a settimana (media che si è abbassata nell'ultimo periodo).
[Sterek] [AU Umani]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buona lettura! 

 

 

Derek sta per scendere dall'auto per entrare nella sua casa di famiglia, ma prende un lungo respiro per distendere i nervi. Sua madre l'ha avvisato solo il giorno prima del fatto che non sarebbero stati da soli, ma che aveva invitato anche la famiglia Stilinski e Stiles l'aveva chiamato eccitato come non mai. Non si vedono da più di sei mesi: Derek è al secondo anno di college e sta tornando per le vacanze invernali, ma quell'estate l'ha passata in giro con amici, quindi manca da casa da Pasqua; Stiles è al quarto anno delle superiori e lo chiama almeno tre volte a settimana (media che si è abbassata nell'ultimo periodo).  

Derek sente una mano posarsi sul suo ginocchio e si gira per sorridere alla sua fidanzata, Paige. L'ha conosciuta proprio durante le vacanze, anche lei studia nel suo stesso college ed è semplicemente la ragazza migliore del mondo. Ha deciso di portarla con sé a Beacon Hills perché questa volta sa di fare sul serio, ma aveva intenzione di fare una sorpresa alla sua famiglia, quindi ora è costretto a presentarla a tutti gli invitati. Lei non ne sembra dispiaciuta, sono solo entrambi un po’ in ansia. 

“Dai, Hale, non dirmi che tua madre ti fa perdere tutta la spavalderia” 

Derek sorride e scende dall’auto, lei fa lo stesso e dopo pochi passi si ritrovano davanti ad una porta spalancata come la bocca di Talia Hale. 

“Ciao, mamma” 

La donna sembra ridestarsi scuotendo la testa. 

“Ciao, tesoro, entra, entrate!” 

“Mamma, lei è Paige, la mia ragazza” 

Derek lo dice passando un braccio intorno alla vita della ragazza che tende la mano verso sua madre e le sorride affabile. Talia sta per scortarli verso il salotto, ma qualcuno arriva correndo e urlando “LAURA, VUOI UNA MANO IN CUCIN-“ 

Stiles si blocca nel corridoio, gli occhi spalancati. Derek gli ha parlato di Paige, ma non ha avuto modo di dirgli che l'avrebbe portata lì 

“Paige, lui è Stiles” 

Anche la ragazza sa di Stiles, il suo amico di sempre, il ragazzo con cui passa ore al telefono ogni tanto, quello che gli ha spedito una scorta di patatine prima di un esame particolarmente stressante. 

“Ciao, Stiles, è un piacere conoscerti” 

Derek vede lo sguardo che gli rivolge il ragazzo, uno sguardo da “dopo mi spieghi”, ma sorride e risponde al saluto. 

“Piacere mio, Paige, Derek mi ha parlato spesso di te. Dai andate di là, io aiuto Laura”. 

Derek raggiunge il salotto e saluta suo padre e sua sorella Cora che gli salta praticamente in braccio, abbraccia Claudia, la mamma di Stiles e riceve una pacca sulla spalla dallo sceriffo Stilinski. Presenta Paige a tutti e lei sorride, sembra totalmente a suo agio, e si siedono vicini sul divano. Pochi minuti dopo Stiles ritorna con un vassoio con gli aperitivi, seguito da Laura. Paige si alza insieme a Derek che si avvicina a sua sorella.  

“Allora aveva ragione Stiles, hai davvero portato una ragazza. Io sono Laura, complimenti per esserti accaparrata il mio fratellino, ma fagli del male e ti uccido” 

Laura lo dice sorridendo, ma Derek sa che potrebbe davvero farlo, così le dà una spinta con una spalla e le dice di tacere.  

La cena prosegue tranquilla, Derek si delizia del cibo di sua madre e le chiacchiere non mancano. Ogni tanto si accorge di sguardi di Stiles verso lui e Paige e Derek sa il perché, ma fa finta di nulla e continua a raccontare come va al college. Chiede di sua cugina Malia e suo zio Peter, suo padre gli dice che sono in vacanza e che loro sono costretti ad annaffiare le piante nella loro casa.  

Dopo il dolce, Derek non sa come siano finiti a parlare di quando, a cinque anni, avesse girato per una settimana sempre con la stessa maglia di Batman e soprattutto non sa perché Cora ora sia andata a prendere un album di fotografie da mostrare a Paige. Derek cerca di farla desistere, ma la sua ragazza insiste e non riesce a dirle di no, solo che si rifiuta di partecipare ed esce fuori a prendere un po’ di aria.  

Si siede sull’ultimo gradino del portico e si toglie, come sempre, le scarpe e i calzini per avere i piedi al contatto con l'erba, pochi minuti dopo Stiles gli si siede di fianco.  

Stiles è cambiato anche se sono passati solo sei mesi, è cresciuto e si vede. Ha le spalle più larghe, una stupida barba da ragazzino e i capelli un po’ più lunghi, ma sempre sparati in ogni direzione. È anche più alto, ora sono pochi i centimetri a dividerli e sembra molto più maturo. Durante la cena, Derek ha potuto vedere come interagisce con gli altri, come cattura l'attenzione quando racconta un aneddoto e anche come riesce a parlare di cose serie come la politica locale con suo padre. Ha comunque dentro di sé il ragazzino iperattivo, ma sembra riesca a tirarlo fuori solo in momenti opportuni.  

A Derek starebbe bene starsene lì in silenzio a guardare il buio di fronte, ma sa che deve parlare.  

“Mi dispiace, non sapevo ci sarest-“ cerca di dire, ma Stiles lo interrompe. 

“Ti ricordi quando aspettavo che tu finissi i compiti per venire a casa tua e per farmi portare al parco?” gli chiede, e Derek annuisce, perdendosi nei ricordi, nelle chiacchiere di Stiles. Elencano insieme aneddoti, litigate, ma senza guardarsi. Continuano a guardare entrambi il vuoto e a raccontare la loro vita passata…  

 

 

 

Mammaaa!” 

Stiles urla dalla porta di ingresso di casa, ma sua mamma sembra non sentirlo. 

Claaaudiaaa!” 

“Stiles, ero al telefono. Cosa c'è?” dice la donna sbucando dalla cucina.  

“Mi accompagni?” 

Stiles afferra un braccio della madre strattonandola verso la porta continuando a saltellare irrequieto. 

“Ehi, ehi, non tirarmi. Dimmi dove vuoi andare prima” 

Stiles si ferma, lascia la presa, ma continua a parlare gesticolando, indicando la porta. 

“Voglio andare da Der Der! Dai, mamma!” 

Claudia si abbassa per parlargli, prendendo le sue manine tra le proprie. 

“Tesoro, Derek ha iniziato le scuole medie, deve studiare il pomeriggio, ne abbiamo parlato ieri” 

Stiles, però, gonfia le guance mettendo il broncio e sbattendo i piedi a terra. 

“Ma mamma, Der Der non può solo fare i compiti! Io li ho già finiti” 

Claudia si rialza, ma sembra irremovibile. 

“Tu sei in prima elementare, lui deve fare i compiti per i grandi” 

Il piccolo affloscia le spalle, arreso, ma poi ricomincia a saltellare all'improvviso, illuminato da un'idea. 

“Allora chiamiamo la sua mamma e tu le chiedi quando finisce! Dai, dai mamma! 

E Claudia non riesce proprio a dire di no al suo bambino, quindi prende il telefono e chiama Talia. Sente l'altra donna urlare per chiedere a suo figlio quanto ci vorrà per finire di studiare e sente Derek rispondere “Fallo venire, devo solo fare le ultime cose di matematica”. Stiles sta aspettando, le mani strette tra loro, ed esulta quando sua madre gli dice di prendere la giacca perché può accompagnarlo. 

Sono due anni che Stiles va a casa Hale quasi ogni pomeriggio per giocare con Derek. Si sono conosciuti un giorno fuori scuola, mentre uno usciva dal lato delle elementari e l'altro da quello dell'asilo. Stiles aveva visto Derek da solo, guardarsi intorno e aveva trascinato sua mamma verso quel bambino imbronciato. Claudia gli aveva chiesto se stesse aspettando i suoi genitori, ma Derek le aveva detto che non aveva il permesso di parlare con le persone grandi che non conosceva. Stiles si era sentito quindi di dover intervenire ed era uscito dal suo nascondiglio dietro le gambe di sua mamma e gli aveva detto “Io sono piccolo. Dillo a me”. Derek aveva sbuffato una risata, poi aveva indicato un punto alle loro spalle dicendo che sua madre stava arrivando. Talia aveva corso, poi si era scusata con suo figlio dandogli un bacio su una guancia, ma Derek si era scostato subito. Stiles si era sentito di nuovo in dovere di intervenire, questa volta con tanto di indice alzato davanti a sé per dire “I bacetti delle mamme sono cose belle! Non farlo più!”. Le due donne avevano riso e, dopo essersi presentata, Talia li aveva invitati quel pomeriggio a casa per ringraziarli di aver tenuto compagnia a suo figlio. Stiles era stato agitato tutto il tempo, non era ancora mai andato a casa di un altro bambino e non sapeva cosa si faceva in quei casi. Quando sua madre gli aveva detto di prepararsi, si era fatto trovare vicino le scale con un borsone pieno di “giocattoli, mamma. Non so cosa piace a quel bimbo!”. Claudia l'aveva aiutato a trasportarlo e si erano messi in macchina. Talia aveva preparato dei biscotti a cioccolato che Stiles aveva adorato dal primo momento, ma di Derek non c'era traccia. Il bambino ara arrivato dopo almeno mezz'ora, dicendo un veloce “Ciao” e tornando da dove era venuto, ma Stiles l'aveva ricorso trascinandosi dietro i giocattoli. Sua mamma gli aveva detto di presentarsi prima di tirare fuori i giochi, quindi si era messo di fronte al divano su cui si era seduto l'altro e aveva esclamato un “Io sono Stiles! Come ti chiami?” e aveva ricevuto un “Derek” che gli era bastato per aprire la cerniera della borsa e svuotarne il contenuto sul parquet.  

Derek quel giorno si era limitato a guardare la tv e a guardarlo di tanto in tanto. Le volte successive, però, Stiles era riuscito a coinvolgerlo sempre di più, anche grazie all'aiuto di Laura, la sorella maggiore di Derek, che l'aveva praticamente costretto.  

Il giorno in cui, invece, Stiles aveva messo piede alle elementari e un bambino di un anno più grande l'aveva spinto per passare e Derek l'aveva difeso dicendo “Prenditela con me e non con i più piccoli” e il tipo era scappato, Stiles l'aveva praticamente eletto a suo eroe personale. Eroe che da un anno lo aiutava anche con i compiti difficili quando Claudia era impegnata in biblioteca e suo padre con il lavoro da sceriffo e eroe che ogni tanto lo portava anche al parco.  

Per questo quel giorno Stiles non vede l'ora di andare dal suo amico Der Der (soprannome nato dal momento in cui aveva detto Drek invece del suo nome), perché il giorno prima gli aveva promesso di portarlo al parco con i grandi.  

Claudia lo lascia nelle mani di Talia perché Stiles l'ha costretta a lasciare un pollo da preparare sul tavolo, e scappa via. Il bambino entra in quella casa che conosce bene e, ricevuto il permesso, corre verso le stanza al piano di sopra in cui sa di trovare Derek. Bussa alla porta chiusa e la apre quando sente un “Entra”. Derek è seduto alla scrivania, sta ancora studiando, quindi il più piccolo si siede sul letto in attesa, senza parlare, ma dondolando i piedi. Quando sente il libro chiudersi si alza di scatto e si avvicina alla scrivania, alzandosi sulle punte dei piedi. 

“Hai finito, DerDer?” 

Derek si da una spinta e allontana la sedia, guardando il più piccolo che si è girato verso di lui aspettando risposta. 

“Si, finalmente” 

“Sono difficili i compiti dei grandi? Io oggi ho imparato l'addizione!” 

Derek sorride mentre si alza e si inginocchia ai piedi del letto, cercandovi qualcosa sotto, per poi uscirne con le sue Converse. 

“Sono troppi, ma non difficilissimi. Dovevamo andare al parco, vero?” 

Stiles si illumina e comincia a saltellare per la stanza, mentre l'altro si allaccia le scarpe. 

“Si, si! Hai detto che ci sono anche i tuoi amici!” 

“Ok, allora andiamo gli dice Derek dirigendosi verso la porta, passandogli una mano tra i capelli disordinati.  

Talia li saluta sull'ingresso, dicendo a Derek di fare attenzione, e il ragazzo afferra la mano di Stiles, spostandolo nel lato interno della strada dato che è così eccitato da non camminare nemmeno diritto.  

Quando arrivano al parco, Stiles tira la mano del suo amico per andare alle giostre, ma Derek gli dice di seguirlo. 

“Dove andiamo? Perché non mi porti alle giostre?” gli chiede stranito 

“Oggi no. I miei amici delle medie si riuniscono lì, dietro quelle serre, e oggi mi hanno invitato” 

Stiles stringe più forte la mano nella sua. Sua mamma gli ha sempre detto di non andare da quella parte, perché non c'era niente, solo la serra abbandonata e brutta, ma non si spaventa, è con il suo eroe.  

Quando girano l'angolo, vengono accolti da un gruppo di ragazzi, qualcuno sembra più grande di Derek e c'è anche qualche ragazza. Stiles si nasconde dietro le gambe dell'amico e una voce squillante lo fa stringere ancora di più nelle spalle. 

“Ehi, Hale! Ti sei portato anche il fratellino?” 

Derek avanza trascinandolo fino a raggiungere gli altri, si siede su un gradino della serra e poi risponde.  

“Non è mio fratello, Argent 

La ragazza gli s avvicina, Stiles intanto si è seduto, senza lasciare la presa da mano e braccio di Derek. Non riesce mai a trovarsi a suo agio con le persone nuove, finisce sempre per balbettare o arrossire. Quindi abbassa la testa appena la ragazza si abbassa inginocchiandoglisi davanti. 

“Piccolino, chi sei quindi? Hai vergogna?” gli dice afferrandogli il mento, ma Derek sposta la sua mano dicendole “Lascialo in pace, fa come se non ci fosse”. 

E ciò che rattrista Stiles è il fatto che per tutto il tempo anche Derek fa finta che non sia lì. Parla con gli altri ragazzi, Stiles capisce solo che loro sono in seconda media e quella Argent in terza. Resta tutto il tempo appoggiato al braccio di Derek e ad un certo punto perde anche il filo dei discorsi dei grandi perché si annoia troppoForse si è anche appisolato, perché quasi sobbalza per lo spavento quando sente Derek chiamarlo. 

“Ehi, ti eri addormentato?” gli chiede piano. 

No, no” si affretta a rispondere, ma Derek sorride come se non gli credesse e poi gli dice che devono tornare a casa perché sta per fare buio. La ragazza bionda si avvicina di nuovo quando il più grande saluta tutti. 

“Già vai via, Hale?” 

“Si, Kate” 

“Torni domani? Mi piacerebbe rivederti” 

Stiles sente la presa della mano di Derek stringere sulla sua. Non capisce bene perché, ma Derek sembra agitato e anche arrossito. 

“Si, si, certo” risponde e la ragazza, Kate, sorride e poi si rivolge a lui, abbassandosi alla sua altezza. 

“Piccolino, tu domani stai a casa?” 

Stiles non sa cosa rispondere, quella ragazza sembra una brutta antipatica, quindi ci pensa un po’ e poi le dice che “No, il parco non è tuo, ci possono stare tutti i bambini e io ci vengo quando voglio”, sbattendo anche un piede a terra. Lei, però, non sembra per niente intimorita, gli scompiglia un po’ i capelli e poi si alza per dare un bacio sulla guancia di Derek che arrossisce ancora di più prima di andare davvero via.  

Quando sono sulla strada verso casa, Stiles è silenzioso, fa solo dondolare la sua mano unita a quella del suo amico, ma ha la testa bassa. Non gli è piaciuta quella giornata, preferisce quando Derek lo spinge sull'altalena fino a quando non si scoccia e gli dice di andare sullo scivolo mentre lui gioca con il cellulare nuovo. Oppure gli piace di più quando Derek va a casa sua perché sua mamma Claudia ha fatto una nuova torta.  

“Stiles, come mai non mi riempi di chiacchiere oggi?” gli chiede l'altro rompendo il silenzio. Stiles, con tutta la sua innocenza gli dice che non ha nulla da raccontare perché non ha fatto proprio nulla quel pomeriggio e si è anche annoiato un sacco. Derek si ferma senza però lasciargli la mano. 

“Forse ora avrò meno tempo per le giostre, i miei amici si riuniscono solo per parlare” gli dice guardandolo dall'alto. Stiles ci pensa un po’ prima di rispondere, ma poi gli dice “E con me non puoi parlare? Io so parlare. Dici sempre che parlo un sacco”. 

Derek ora si abbassa inginocchiandosi sul marciapiede e gli sorride teneramente. 

“Certo che posso parlare con te, ma a volte voglio farlo anche con loro. Dato che dici che ti annoi, che ne dici se sto a volte con te e altre con loro? Tu non hai nessun amico con cui vuoi giocare?” 

Stiles si imbroncia un po’, non gli piace quella soluzione. 

“Il mio amico sei tu” gli dice, ovviamente. 

“E un amico della tua età?  

“Va bene, cercherò un amichetto. Ora mi porti a casa? Si sta facendo notte” 

Derek si rialza e riprendono a camminare, ma poi gli rivolge una domanda. 

“Non hai mica ancora paura del buio? Cosa ti ho sempre detto?” 

Stiles si sente in imbarazzo, non vorrebbe ammetterlo, ma il buio a volte lo terrorizza, anche se sa che quello che dice Derek è vero. 

“Che le cose nel buio sono uguali uguali a come sono con il sole, solo che non le vediamo” 

“E allora non devi avere paura” 

“Non vado nel lettone con mamma e papà da un sacco, Der Der 

Derek gli scompiglia ancora una volta i capelli poi svoltano nel vialetto di casa Stilinski e trovano Claudia alla porta che li fa entrare sorridendo. Stiles sta per chiedere se Derek può cenare con loro, ma il più grande dice che deve andare a casa perché sua madre ha detto che aveva una cosa da dire insieme a suo padre quella sera a cena. Claudia gli dice di fare attenzione e riapre la porta mentre Stiles, invece, si attacca alla manica della sua felpa. 

“Der Der, poi mi dici cosa ti deve dire Talia? Sono curioso!” 

Derek gli dice che lo telefonerà appena lo saprà e poi va via.  

Un'ora dopo Stiles sta guardando un cartone animato con suo padre sul divano e sta per addormentarsi con la testa sulla sua gamba, ma lo squillo del telefono lo fa alzare e correre verso il tavolino. Risponde prima ancora che lo sceriffo riesca ad alzarsi. 

“Pronto?” 

“Stiles, sono Derek” 

“Ciao!” 

“Mamma e papà ci hanno appena detto quella cosa” 

“Che cosa era? È bella?” 

“Credo di siIl fratello di mamma verrà a stare da noi per un po’con sua figlia. Ha la tua età, ma non l'ho mai vista 

“DAVVERO?!” 

“Stiles, non urlare” 

“Scusa, scusa! È bello! Una cuginetta!” 

“Si, si, credo lo sia. Ora scusa, ma devo finire di cenare” 

“ Va bene, ciao ciao!” 

“Ciao”  

 

Stiles rivede Derek due giorni dopo mentre è al supermercato con suo padre. Il ragazzo più grande sta camminando tra gli scaffali con una lista tra le mani e non li vede. 

“DER DER!” 

Stiles urla dal carrello in cui è seduto. Ha insistito da quando era in macchina con suo padre per farsi mettere dentro il cestello, dato che non entra più nel sediolino per bambini. Derek alza la testa e si avvicina mentre il più piccolo saltella tenendosi ai bordi. 

“Ciao, Stiles. Ciao, John” 

“Ciao, ragazzo. Sei da solo?” 

Derek sventola il foglio che tiene tra le mani, “No, mamma mi ha chiesto di prenderle queste cosema c'è zio che ne sta prendendo altre” 

Lo sceriffo gli sorride, sta per dirgli qualcosa, ma Stiles lo interrompe riprendendo a saltellare. 

“Ci sta la tua cuginetta? Dove? Dove?” 

Derek si guarda intorno, poi indica un punto infondo alla corsia, “è quello lì che tiene la bimba per la mano” 

Stiles si volta e vede un uomo alto, più giovane del suo papà, e una bambina con i capelli castani legati in due codini. 

“Der Der, chiamali!” 

Derek sbuffa, ma agita una mano per attirare l'attenzione dell'uomo che gli si avvicina sorridendo. 

“Zio, loro sono lo sceriffo e Stiles. Lui è zio Peter e lei è Malia” 

John allunga una mano per presentarsi, poi rivolge un sorriso alla bambina. Stiles agita entrambe le mani per salutare, entusiasta. 

“Papà papà, fammi scendere! 

Quando John lo mette con i piedi per terra, Stiles allunga una manina per afferrare quella di Peter, come ha fatto suo padre, poi rivolge un sorriso alla bambina. 

“Ciao!” 

Lei lo guarda per un po’, poi si rivolge a suo padre. 

“Papà, a questo qui manca un dente” 

Stiles spalanca gli occhi, sta per ribattere che lui non ha un dente perché è grande, ma Peter lo anticipa dicendo pressappoco la stessa cosa. Il bambino sorride, ma poi si rende conto di uno sbuffo alle sue spalle e, girandosi, vede Derek con una mano sulla bocca mentre cerca di non ridere. 

“Non ridere! Sono grande!” 

Derek cerca di parlare, le lacrime agli occhi. 

“Non…non sto ridendo” 

“Papà, fallo smettere!” 

“Dai, ragazzi. Stiles che ne dici se continuiamo la spesa? O mamma ci picchia” 

John saluta Peter, dà una pacca sulla spalla di Derek e sorride alla bambina che sta ancora guardando la bocca di Stiles.  

I tre fanno per andarsene, ma il più piccolo, nonostante sia arrabbiato con il suo amico, si sporge dal carrello in cui è stato rimesso per farsi sentire meglio. 

“Aspetta! Quando vieni a giocare a casa? Papà mi ha comprato un gioco nuovo!” 

Derek gli si avvicina, però gli dice che non lo sa quando potrà, saluta e va via correndo dietro suo zio. 

“Stiles, Derek sta diventando grande, è normale che abbia meno tempo per te, ma ti vuole sempre bene, ok? Non essere triste” 

“Non sono triste, volevo solo stare con lui” 

Lo sceriffo sorride teneramente mettendo una barretta di cioccolato nel carrello prima di dire “Con questa ti consolerai un po’, ma non diciamolo alla mamma!”. Stiles scoppia a ridere e afferra il dolce, tenendolo tra le manine fino alla cassa.  

 

Tre giorni dopo, a scuola, Stiles durante l'intervallo si alza e si avvicina al banchetto di un suo compagno di classe che vede sempre solo, come lui. Prende una sedia e gli si siede di fronte, la merenda tra le mani. 

“Ciao! Vogliamo essere amici?” 

L'altro bambino, Scott, lo guarda con occhi grandi e spalancati, poi sorride e annuisce, prendendo anche la sua merenda dallo zaino. Stiles gli dice che odia studiare inglese, Scott invece non sopporta la matematica; Stiles gli racconta di casa sua, che è figlio unico, Scott gli dice che per lui è lo stesso. Dopo dieci minuti la maestra ritorna in classe, ma Stiles non sposta la sedia, anzi, prende il suo banco e lo attacca a quello dell'altro bambino, sorridendo. Quello stesso pomeriggio prendono appuntamento per giocare insieme, a casa Stilinski, e decidono di dirlo alle loro mamme all'uscita. La mamma di Scott, Melissa, dice subito si e suo figlio si allunga per darle un bacio sulla guancia. Stiles non lo sapeva, ma le loro mamme già si conoscono e quindi pensa sia più facile essere amico di quel bambino con un sacco di capelli.  

Alle diciassette, dopo i compiti, Stiles va ad aprire la porta e trascina Scott per il braccio fino alla sua camera; giocano per almeno un'ora prima che il campanello suoni di nuovo e sua mamma li chiami al piano di sotto. 

“Stiles! Venite giù, hai visite!” 

I bambini corrono per le scale e, quando arrivano all'ingresso, Stiles si lancia letteralmente addosso al nuovo arrivato. 

“Der Der!” 

Derek lo afferra, cercando di non cadere all'indietro e gli sorride salutandolo. 

“Der Der, sei venuto a giocare? Ci sta pure lui, lui è Scott, un mio amico nuovo!” 

Derek lo lascia andare e poi saluta Scott con la mano, “Ciao, Scott”. Il bambino arrossisce, poi ricambia timidamente, ma ci pensa Stiles ad interrompere il momento. 

“Allora? Resti a giocare?” richiede Stiles afferrandogli una mano come per trascinarlo dentro, ma Derek non si lascia tirare. 

“Passo un altro giorno, stai con il tuo amico 

Stiles gli lascia andare la mano, abbassando la testa.  

“Ma puoi giocare con noi 

Vieni tu domani a casa mia, ok?” 

Il più piccolo sorride e annuisce con vigore, Derek saluta lui, Scott e Claudia e va via. 

 

 

*** 

 

Derek quel giorno a scuola si è stancato troppo. Gli avevano detto che il terzo anno delle superiori sarebbe stato pesante, ma non immaginava in quel modo. Aveva dovuto fare un compito di chimica così difficile che aveva quasi odiato la sua materia preferita e ora voleva solo rinchiudersi nella sua stanza. Arrivato nel vialetto di casa, nota che le auto dei suoi genitori non ci sono e manca anche il motorino di Laura. Calcolando che Cora e Malia avevano detto che avrebbero tardato un po’, è sicuro di essere da solo a casa. Messo piede nel salotto, pero, vede due figure sedute sul divano. Fa per salire di sopra, perché non ha proprio voglia di sentire le chiacchiere di Stiles o i grugniti di sua cugina, ma qualcosa lo blocca. Nessuno dei due sembra essersi accorto della sua presenza e Derek realizza anche che Cora sembra non essere in casa, ma quello che fa scattare Derek è vedere le loro teste avvicinarsi lentamente. Non ci pensa nemmeno un secondo prima di entrare nella stanza e dire “Ehi, ehi! Cosa diavolo state per fare?”. I due ragazzini scattano e saltano letteralmente dal divano e si girano verso di lui. Malia  con uno sguardo indifferente, Stiles con le guance e le orecchie tendenti al viola.  

“Der Der, noi…io”, ma Malia lo interrompe con  un “Derek! Ci stavamo per baciare!”. Derek prende un respiro profondo prima di parlare.  

“Avete undici anni, non vi potete baciare. E Cora dove diavolo è?” 

Malia borbotta qualcosa andando di sopra, sicuramente nella camera che divide con sua cugina, ma Stiles resta lì con la testa abbassata, ma quando Derek gli chiede “Allora?”, alza la testa di scatto, guardandolo negli occhi. 

“Ma sei stupido? Stavo per dare il mio primo bacio!” 

Stiles avanza e gesticola e urla e Derek sa che il suo pomeriggio di relax è andato a farsi fottere. 

“Da i tuoi primi baci fuori da questa casa e non a mie parenti, grazie!” 

“Ma se nemmeno la sopporti. Ora non difenderla! E poi sarebbe stato un bacetto, non volevo mica fare chissà cosa! Tu alla mia età ti baciavi con Kate!” 

Derek si passa una mano sul viso, non sa cosa rispondere. 

“Mi dici dov'è mia sorella?” 

Stiles quasi sbuffa dal naso, ma gli risponde.  

È andata con Scott a comprare i gelati, abbiamo mangiato a scuola, ma ne avevamo voglia. Ha detto che li avrebbe presi anche per te e Laura” 

Derek non gli risponde, sale qualche gradino, diretto finalmente nella propria camera, ma poi si ferma. 

Sta fermo su quel divano e non ti muovere. Potrai baciare Malia quando vuoi, ma non qui dentro. Zio Peter potrebbe tornare a momenti”. Sale altri due gradini, ma Stiles raggiunge la fine della scala chiamandolo. 

“Der Der?” 

“Che c'è?”  

Dopo ti va di giocare con me e Scott con l’xbox?” 

“Voglio solo diventare una sola cosa con il mio letto oggi, Stiles” 

Il più piccolo sale un gradino, mentre lui procede verso la sua camera. 

“È stata una brutta giornata?” 

“No, sono solo stanco. Tutto normale” 

Stiles mormora un “Okay”, poi va di nuovo in salotto. Derek si butta letteralmente sul letto e chiude gli occhi appena sente Cora tornare. Il gelato lo mangerà più tardi.  

*** 

 

 

Derek sta studiando matematica da almeno tre ore e da due sta cercando di resistere dall'andare in camera di Malia e Cora per uccidere loro due e Stiles. Rimpiange sempre più il periodo in cui quel bambino lo seguiva ovunque, facendo tutto quello chr gli diceva di fare. Ora, invece, passa giornate intere con sua sorella e sua cugina a ridere nella camera affianco e ad ascoltare improbabili canzoni a volume altissimo. Decide di alzarsi, perché quel problema sta cercando di risolverlo da almeno mezz'ora e non può andare a scuola con i compiti non fatti, è in terza media, cavolo! Spalanca la porta della camera di fronte la sua. 

“La smettete di urlare?! Cora! Ti ho detto che quando hai ospiti, devi fare silenzio!” 

Il silenzio improvviso è musica per le sue orecchie, ma dura poco.  

“Scusa, Der Der, ma non ci siamo resi conto” 

Stiles parla alzandosi dal pavimento, inciampando. 

“Sto studiando e devo finire prima di uscire, vi chiedo solo un'altra mezz'ora, poi potete buttare pure la casa giù” e richiude la porta 

 

Giusto mezz'ora dopo la sua sfuriata è con la testa nell'armadio per scegliere cosa indossare e sente bussare alla porta di camera. 

“Avanti!” 

“Hai finito di studiare?” 

Derek si gira e vede Stiles entrare e richiudersi la porta alle spalle.  

“Mh” 

“Con chi esci?” 

“Con Kate” 

Derek sta con lei dalla seconda media, mentre lei era in terza, e ora che sono in due scuole differenti possono vedersi meno. Sa che Stiles praticamente la odia, è andato solo tre volte con lui al parco, due anni prima, ma alla terza le ha calpestato un piede e Derek è stato costretto a correre per riacciuffarlo; da allora non ci è andato piùSa che la sua ragazza è…particolare, ma a lui piace. Lo fa sentire più grande, i suoi compagni di classe lo invidiano e lui si diverte a passare serate con lei e gli altri dietro le serre. Sua sorella Laura si diverte un po’ meno, non vuole che Derek stia con loro, lo chiama secchione ribelle, ma non capisce. Non fanno nulla di male, chiacchierano solo. Una sola volta uno di loro ha portato delle birre che aveva rubato a casa, ma l'unica ad ubriacarsi era stata proprio Kate.  

Derek viene distratto dai suoi pensieri dalla testa di Stiles che entra nel suo campo visivo, nell'armadio. 

"E non sai cosa mettere? Perché fissi l'armadio? Sembri Laura" 

Derek lo spinge via dicendogli che stava solo pensando, non ci mette un'ora per prendere maglia e jeans. Stiles si siede sul letto, ora tocca con i piedi per terra, ma Derek sa che è lì per qualcosa, lo sta guardando con il suo sguardo da "sto per dire qualcosa di imbarazzante". 

"Ma tu e Kate vi date i baci sulla bocca?" 

Appunto. Derek non risponde, non parlerà di quello con un bambino di otto anni. 

"Der Der!" 

Sa che Stiles odia essere ignorato, ma non può farne a meno. Si toglie la felpa per indossare la maglia che ha scelto, ma Stiles torna all'attacco. 

"Il fatto è che prima io Cora e Malia abbiamo visto un film e due si sono dati il bacio sulla bocca e lui andava alle superiori e anche Kate ci va, no? E anche se tu non ci vai, magari voi due ve li date lo stess-" 

"Si, Stiles, ci diamo i baci sulle labbra, va bene?!" 

È sempre così, quel bambino comincia a parlare senza sosta e lui perde la pazienza. Non avrebbe smesso fino a quando non avrebbe ottenuto risposta. Infatti ora Stiles è muto, gli occhi sgranati e la bocca socchiusa. Derek sa che ricomincerà tra tre, due un- 

"Davvero?! E com'è? Non ti fa schifo? E come fai a non battere con il naso sul suo? Ma la bocca deve stare aperta o chiusa?" 

Derek nel frattempo si è anche allacciato le scarpe, deve solo aggiustarsi i capelli e può uscire. Stiles lo segue fino allo specchio nel bagno, lo osserva mettersi il gel, poi, mentre Derek prende dei soldi da un barattolo in camera sua, gli chiede "Si toccano pure le lingue se la bocca è aperta?". 

Derek si ferma, mentre mette il denaro in tasca, e butta fuori l'aria esasperato. 

"Stiles, quando bacerai una ragazza, saprai cosa fare, ora sei ancora piccolo, ok?" 

Il più piccolo annuisce, comunque poco sicuro si quelle parole, ma Derek gli passa una mano tra i capelli e esce dalla stanza. Laura è sulle scale e lo blocca chiedendogli dove sta andando. 

"Esco" 

"Biblioteca o gang della serra?" 

"Lasciami in pace, Laura" 

"Derek, una sola cazzata e ti faccio sparare da papà con il vecchio fucile che abbiamo in salotto" 

Ma lui esce senza girarsi e manda un messaggio alla sua ragazza per dirle che sta arrivando. 

 

Tre settimane dopo, Derek è all'ingresso di casa Stilinski insieme alle sue sorelle e sua cugina. È il compleanno di Stiles e il festeggiato li raggiunge con un sorriso smagliante. 

Ciao! Venite, di là c'è già Scott!” 

Derek ha sempre saputo di quanti pochi amici avesse Stiles. Il bambino ha sempre detto che molti a scuola si stufano quando lui parla, ma Scott lo ascolta sempre e a volte gli dice pure quando sta cominciando a parlare senza respirare. Infatti lui è l'unico bambino che trovano in salotto. Derek l'ha visto spesso con Stiles fuori scuola dato che passa a prendere Cora ogni giorno ed è felice che si siano trovati, Stiles non poteva scorrazzargli dietro in eterno. Qualcuno sella sua età gli fa bene, così come gli fanno bene Cora e Malia. Anche se quest'ultima gli ha regalato una specie di casa delle bambole perché “mi piaceva, Stiles. Quindi te l'ho presa”, Derek sorride quando il festeggiato le risponde dicendole che sarebbe stata perfetta per le action figures di Star Wars che hanno bisogno di una casa, perché sa che Stiles non toglierebbe mai i suoi giocattolini dalle scatole.  

Quando Cora gli dà il suo regalo, un videogames, Derek gli allunga il suo. È andato a comprarlo quel pomeriggio, l'aveva visto il giorno prima ma non aveva abbastanza soldi dietro e fino a quel momento non aveva idea di cosa regalargli. Quando Stiles apre il pacchetto i suoi occhi si illuminano e tira fuori il regalo dalla scatolina. 

È bello Der Der! Superman è il mio preferito!” 

E Derek annuisce, perché come può non saperlo? Stiles ha anche le lenzuola e le mutande con quella S stampata. 

Vieni, ti aiuto a metterlo” 

“Non ho mai avuto bracciali! Lo posso tenere sempre sempre?” 

“Si, anche quando fai la doccia 

Chiuso il gancetto, Derek glielo raddrizza in modo che la S sia ben visibile e Stiles scatta e corre vicino alla poltrona su cui è seduta sua mamma, con suo padre appoggiato al bracciolo. 

“Guardate!” dice allungando il braccio. 

“È davvero bellissimo, tesoro” gli dice la donna accarezzandogli il polso, poi si alza, va in cucina e torna con un enorme piatto pieno di pizza. 

Due ore e mezza dopo, Derek è nel suo letto mentre risponde ad un messaggio di Kate che si è arrabbiata perché le ha dato buca per andare ad una festa di compleanno di un marmocchio dicendole che possono vedersi il giorno dopo, quando avrà finito i compiti.  

 

*** 

 

Derek è chiuso in camera da almeno un'ora mentre suo padre gli chiede di entrare. Non ce la fa a guardarlo in faccia, si sente una nullità, sente di aver deluso lui e sua madre e non ha la forza di guardarli negli occhi. Ha saputo di dover ripetere il quarto anno quella mattina, ma è tornato solo alle otto di sera a casa, correndo direttamente in camera e sbattendo la porta. I suoi genitori sono appostati lì fuori da due ore e non fanno altro che chiedergli di uscire per parlarne, non sembrano nemmeno arrabbiati e Derek è ancora più furioso.  

“Derek, ti prego, esci. Non è la fine del mondo, ma parliamone, sono mesi che non parliamo” sussurra quasi sua madre appoggiata sicuramente contro la porta. Suo padre sarà sicuramente appoggiato contro il muro di fronte con le braccia incrociate.  

Sa che non sarebbe stato promosso da almeno un mese, ma un po’ ci sperava ancora. Non apre un libro da quattro mesi, da quando ha visto Kate appoggiata contro gli armadietti degli spogliatoi con un ragazzo spalmato addosso. Non sa nemmeno chi fosse, ha riconosciuto solo lei, ma da quel giorno si è sentito fatto letteralmente a pezzi. Ha saltati troppe lezioni, ha risposto male così tante volte ai professori, che nemmeno lo ricorda di preciso. Una volta ha anche spinto Cora facendola quasi cadere dalle scale solo perché lei gli aveva chiesto di chiamare Stiles, perché quel ragazzino aveva la febbre alta. Non lo vede da almeno due settimane, ora che ci pensa. L'ultima volta l'ha visto mano nella mano con Malia vicink al parco, mentre lui invece se ne stava seduto con una sigaretta tra le mani insieme ai suoi amici. Sente la mancanza di quando era spensierato e al parco ci andava con lui per spingerlo sull'altalena, ma il ricordo viene interrotto da un paio di colpi contro la porta.  

“Derek, va bene se non vuoi far entrare noi, ma c'è qualcuno che vuole vederti” 

Derek non risponde, non vuole nemmeno sapere di chi si tratta. Forse sua sorella Laura ha chiamato qualcuno dei suoi compagni di classe, forse Boyd, l'unico che non lo odia a morte. 

“Der Der?” 

No, non è Boyd.  

“Va via, Stiles” 

“No” 

Ovviamente. Non si aspettava risposta diversa.  

“Stiles…” 

“I tuoi genitori sono scesi di sotto, dai 

E Derek cede, apre la serratura, ma resta seduto per terra di fianco alla porta. Stiles la apre piano guardando nella stanza e poi trovandolo ai suoi piedi. Richiude a chiave e gli si siede a fianco.  

Hai un aspetto che fa schifo” 

“Sei venuto a farmi i complimenti?” 

“No, sono venuto perché sei un deficiente 

Derek sa che ha ragione, ma si gira lo stesso a fulminarlo con lo sguardo. 

“Non funziona. Ok, sei stato bocciato, ma hai un'opportunità per rifarti l'anno prossimo senza fare cavolate” 

Semplicemente sbuffa, non ha voglia di fare quella conversazione piena di frasi fatte, ma Stiles non demorde. 

“E poi l'anno prossimo potremmo stare nella stessa scuola! Sarò amico del ripetente, sarò uno figo!” 

Derek alza un sopracciglio, scettico, ma Stiles lo sta guardando sorridendo, quasi ghignando. Lo sta prendendo in giro. Da quando ci riesce? 

“Avanti! Lo sappiamo che sarò sempre sfigato, tranquillo. Ma tu devi alzare il tuo sedere da qui e scendere a mangiare. Talia ha fatto la cerne arrosto e Malia ha già detto che mangerà le nostre porzioni se non ci muoviamo” 

Stiles si fa forza su un braccio e si alza, offrendogli una mano per aiutarlo a fare altrettanto. Lui la afferra, anche se non ne ha bisogno. 

“Tutto bene con mia cugina? State insieme da un po’ ormai” 

Stiles sorride ancora, prima di rispondere. 

“Alla grande, come l'ultima volta che me l'hai chiesto. Peter ha anche smesso di farmi paura” 

Derek sogghigna e gli passa una mano tra i capelli, poi scendono insieme dagli altri.  

 

***  

 

“Stiles! C'è Scott!” 

Il bambino sente sua mamma chiamarlo dal piano di sotto, ma sta finendo quel livello e non riesce nemmeno a parlare per quanto è concentrato. Derek gliel'ha regalato per i suoi nove anni, probabilmente perché erano mesi che ne parlava, e non riesce a smettere. Sente la porta aprirsi e con la coda dell'occhio riconosce Scott. 

“Immaginavo che fossi ancora a giocarci. A che livello sei?” 

Stiles muove solo veloce una mano, facendo il numero tre con le dita, poi ritorna a concentrarsi. Scott ai siede sul letto incrociando i piedi, senza parlare per un po’, ma poi Stiles lo sente sospirare e la cosa lo stranisce. 

“Cosa succede, Scottie?” 

“Stamattina papà non c’era, mamma ha detto che crede non tornerà” 

Stiles preme un bottone del joystick, si alza e spegne la consolle, sedendosi poi sul letto. 

“Ti mancava poco per finire il livello” doce Scott con gli occhi sbarrati. 

“Non fa niente, mi piace rifarlo, così ci metro di più per finirlo. Che significa che il tuo papà non torna? Deve lavorare tanto?” 

Scott si passa una mano sugli occhi rossi. 

“Mamma dice che non poteva più stare con noi e che non torna e basta. Lei piangeva” dice tirando su con il naso.  

Stiles non sa cosa fare, gli dispiace vedere il suo amico piangere, non è mai successo, tranne per quella volta in cui era caduto dallo scivolo. 

“Scottie, secondo me si sta benissimo anche solo con la mamma se il tuo papà non ci può essere. Se poi qualche volta vuoi tanto un papà, ti presto il mio!” 

Scott sorride un po’ e Stiles pensa di aver fatto la cosa giusta, poi sente dei colpi alla porta e vede sua madre entrare. 

“Tesoro, c'è Derek di sotto 

Stiles dice a Scott di aspettare un po’ lì, ci avrebbe messo poco, e raggiunge l'altro suo amico all'ingresso. 

“Moccioso” si sente salutare. 

“Der Der, ciao” 

“Sto andando alle giostre con Cora e Malia, vuoi venire?” 

Stiles si sente tentato, si è sempre divertito alle giostre con loro, ma non può. 

“Scottie non sta bene bene. È di sopra, dice che il suo papà non torna più” 

Derek alza lo sguardo interrogativo verso Claudia e la donna li interrompe. 

“Stiles, a Scott farebbe piacere giocare con tutti voi, prova a chiederglielo. Per Derek non sarebbe un problema, no?” 

Derek scuote la testa e Stiles corre al piano di sopra. Dopo mezzo minuto i due bambini scendono dalle scale correndo e seguono Derek fino alle giostre dove Laura li sta aspettando con le altre due bambine. Stiles ricorderà per sempre quel giorno, il giorno in cui Scott ha abbracciato Derek per la prima volta.  

 

*** 

 

 

Dopo due mesi di primo anno di superiori Stiles può affermare che nella sua vita non è cambiato nulla. A parte il fatto che quell'estate ha rotto con Malia guadagnandosi gli sguardi psicopatici di suo padre, ma non potevano continuare a stare insieme, non erano più tanto bambini e nessuno dei due voleva continuare quella storia. Era stata una rottura rapida e indolore che Derek aveva definito “Strana”, ma vabbè.  

Va a scuola con lo stesso spirito di sempre, cioè ignorando tutti tranne Scott, Cora e sua cugina. Sente ridacchiare le persone quando inciampa sui propri piedi e viene preso a spallate da quelli più grossi come l'anno prima.  

Quel giorno sta correndo per raggiungere l'aula di chimica perché è in ritardo r il professore già lo odia, ma non vede che qualcuno sta svoltando l'angolo e gli finisce addosso ancora prima di riuscire a frenarsi. Cade rovinosamente su quel qualcuno e lo riconosce dalla voce. È uno dell'ultimo anno, un idiota che si chiama Vincent. 

“Stilinski! Non ti basta più fartela col tuo amichetto? Ora salti anche addosso agli altri? Spostati!” e se lo toglie di dosso. Stiles sbatte la faccia contro il pavimento e, mentre fa per alzarsi, vede altre due paia di gambe. Alza lo sguardo e vede un altro tipo di cui non conosce il nome e soprattutto vede Derek che si appoggia contro il muro con la braccia incrociate. Vincent gli si avvicina, impedendogli di alzarsi mettendo un piede sulla sua mano, schiacciandola. Stiles cerca di non genere per il dolore, ma guarda solo il suo amico che non lo sta guardando a sua volta. Derek ha solo la testa alta e lo sguardo fisso sul corridoio, quasi scocciato.  

Stiles vorrebbe urlargli contro che solo un mese prima gli ha insegnato a nuotare nella piscina montata a casa Hale e ora non può far finta di non conoscerlo, ma non ce la fa. Strizza gli occhi, poi sente dei passi avvicinarsi di corsa. 

“Cosa gli state facendo?! Lascialo stare, idiota!” 

Scott li raggiunge e Stiles non lo ringrazierà mai abbastanza. Avrebbe sopportato di essere calpestato, ma non di essere ignorato ancora.  

“Oh, ecco il fidanzatino” 

“Vieni, Stiles, lasciamo i deficienti tra la loro gente” 

Stiles vede come Scott dice quella frase guardando solo Derek, che si scosta dal muro quando il terzo ragazzo si intromette. 

“Hale, questo moccioso sta parlando con te? Vuoi che lo pesti?” 

Derek gira solo le spalle e si avvia verso un’aula, gli altri due lo seguono poco dopo, non prima di aver dato una spallata a Scott. 

“Stai bene, fratello?” 

Stiles annuisce, ancora lo sguardo fisso sulla schiena di Derek in lontananza. 

“Andiamo, oggi ci tocca una punizione per ritardo” 

 

 

Stiles non risponde alle chiamate di Derek per due settimane, non lo guarda nei corridoi e non lo fa salire in camera sua le due volte che è andarti fino a casa. Oggi è il suo compleanno e sta tornando a casa da scuola a piedi e da solo perché Scott si è beccato l'influenza, mentre Cora e Malia fanno un'altra strada. Sente un clacson, ma non si gira, sua mamma è sicuramente a casa e suo padre di servizio, non vogliono lui. Si ferma solo quando il clacson è seguito da una voce. 

“Ehi! Mi ignori ancora per molto o ti fermi?” 

L'auto che gli si avvicina è nera e lucente. La Camaro di Derek. Proprio per questo guarda avanti e continua a camminare. 

“Ti seguo fino a casa andando così piano se non ti giri a guardarmi” 

Quelle parole lo fanno fermare, magari Derek si sarebbe arreso. Si gira verso l'auto e porta le braccia fino a prendere le bretelle dello zaino tra le mani, ma non parla. 

“Stiles Stilinski zitto? Dai,  salta su” 

“Manco morto” e riprende a camminare. Derek sbuffa e rimette in moto, proseguendo alla velocità del suo passo.  

“Volevo darti il mio regalo per il tuo compleanno. Sono quindici, no?” 

“E dai, Stiles. Non voglio parlare qui in mezzo alla strada. Se non ti piace il regalo, ti poeto diritto a casa” 

Stiles gonfia le guance, si ferma e lo guarda. Derek ha lo sguardo da cane bastonato chr non ha mai avuto e non riesce a non cedere. Senza parlare fa il giro dell’auto, si siede al lato passeggero lanciando lo zaino sui sedili posteriori e si allaccia la cintura. Derek preme sull’acceleratore e sorpassa casa Stilinski in un minuto netto, poi parla. 

So che sei arrabbiato” 

“Uh, il regalo è il fatto che sei diventato un genio? Grazie!” 

Derek sbuffa di nuovo. “Da quando sei diventato così sarcastico?” 

“Da quando ho capito che è l'unica arma per difendermi da quelli come te. Non ho muscoli, ma so parlare” 

“Quelli come me, come?” 

Odiosi, bulli, che si credono i re del cazzo!” 

Stiles sa che non si è mai rivolto in quel modo con Derek e capisce il suo sussultare quando alza il tono di voce, ma non resiste. Vorrebbe dirgli che il suo Derek non è quello che gira con due deficienti per la scuola, ma quello che gli preparava il pane con la marmellata o che lo aiutava per esercitarsi con la lettura. Vorrebbe dirgli che è un idiota e non il Derek che gli è sempre piaciuto. E vorrebbe pure digli che ha capito di avere una colossale cotta per lui proprio quel giorno in cui non l'ha aiutato a scuola. Tempismo del cazzo.  

“Non hai mai parlato così. Sei cambiato” 

E Stiles scoppia. 

“Oh, Guarda un po’, Derek, la gente cambia. Non puoi farlo solo tu” 

Derek accosta in un parcheggio vuoto e si gira a fissarlo. 

“Non mi hai mai chiamato Derek” 

Stiles sa anche quello, l'ha fatto a posta. 

“Mi risulta che sia quello il tuo nome” 

Derek affloscia le spalle e poggia la testa sul volante. 

“Mi dispiace, ok? Mi sono ritrovato immischiato in quel gruppo dalla prima media e non ne sono più uscito. Mentre stavo con Kate li avevo allontanati, stavo solo con lei, ma ora sono in classe con me e ho solo loro” 

“Solo loro? Hai Boyd anche se siete in classi diverse, hai i tuoi ex compagni di basket e hai me. Io non sono nulla? Solo perché abbiamo cinque anni di differenza?” 

“Non ti toccheranno più. Solo un altro anno e non li rivedrò, manca poco 

Stiles sa che è una lotta persa, quindi fa solo un cenno di assenso, poi si guarda intorno. 

“Mi hai portato qui per uccidermi?” 

Derek sembra ricordarsi qualcosa solo in quel momento. 

“È il tuo regalo” 

“Un parcheggio?” dice Stiles stranito. 

Derek sorride, poi apre la portiera e lo raggiunge dal suo lato aprendo quella del passeggero. 

“Scendi e mettiti al volante, ti faccio guidare” 

Stiles quasi scatta dal sedile guardandolo sbalordito. 

“Guidare? Questa? Mi fai guidare la tua Camaro?” 

“Anche se me ne pentirò, ma si. Muoviti” 

Quando si siede e si regola sedile e specchietti, Stiles si gira verso Derek quasi ghignando e lo vede guardarlo oltraggiato. 

“Tu…Ragazzino impertinente! Hai già guidato!” 

Stiles mette in moto e parte, un gesto fluido, senza staccare gli occhi dalla strada. 

“Mi ha portato papà in questo stesso posto tre giorni fa. Dice che potrò guidare la macchina di mamma l'anno prossimo, la Jeep” 

“Mi hai mentito!” 

“No, non ti ho mica detto che non ho mai guidato, l'ho solo omesso. Non potevo perdere l'occasione di guidare il tuo prezioso amore, Der Der”  

Derek allunga un braccio per dargli uno scappellotto, poi si ferma per toccargli i capelli. 

“Sembri una palla da bowling” 

Stiles frena all'improvviso, girandosi a guardarlo offeso. 

“I complimenti sono compresi nel regalo?” 

Mi ripagherai il meccanico se freni di nuovo così!” 

Stiles scoppia a ridere e fa altri due giro nello spiazzale. Quando Derek lo riporta a casa si sente solo un po’ più leggero. Il peso degli occhi verdi dell'altro che lo incantano è ancora presente alla bocca dello stomaco. 

 

*** 

 

Derek sta ascoltando la musica a tutto volume nella sua stanza quando la porta si apre e vede entrare Stiles di corsa. 

Devo mettere un catenaccio prima che qualcuno impari a bussare?!” 

“Scusa Der Der, ma volevo farti un gioco 

Derek si gira sul letto sull'altro fianco, dando le spalle a Stiles, dicendogli “Mi scoccio di fare i tuoi giochi da bambino di dieci anni” 

Stiles però, come sempre, non sembra intimorito, così lo sente avvicinarsi e poi sente un tocco su una spalla. 

“Toc toc?” 

Derek risponde solo perché altrimenti non si arrenderebbe mai. 

“Chi è?” 

“Sposa!” 

Non può far a meno di girarsi a guardare il bambino, quella versione del gioco non l'ha mai sentita. Stiles gli sorride, le guance piene e rosse per la corsa. 

“Sposa, chi?” 

“Sposa me!” 

“Eh?” 

Derek alza la testa poggiandola su una mano, il gomito che regge sul letto. 

“Sposa me, Der Der!” 

“Lo sai che non possiamo sposarci, vero?” 

Stiles si imbroncia un po’, Derek sempre più confuso. 

E perché no?” 

“Perché siamo amici e siamo troppo piccoli” 

Stiles prende a saltellare sul posto, lo fa quasi sempre quando è eccitato per qualcosa. 

“E allora, ti giuro, che quando siamo grandi ci sposiamo!” e si avvicina alla porta per uscire dalla camera. 

Derek sussurra solo un confuso “Si, certo, ci conto, eh” 

 

*** 

 

Quando Stiles il giorno dopo i suoi sedici anni arriva fuori casa Hale suonando il clacson come un pazzo, Derek non può dire che non se lo sarebbe aspettato. Sente Cora e Malia scendere di corsa urlando frasi sconnesse e dalla finestra vede che c'è anche Scott insieme ad una ragazza dai capelli rossi che ultimamente siede al loro tavolo. Forse si chiama Lisa, Stiles la nomina spesso. Scendono tutti e tre dalla Jeep color puffo e Stiles sventola fiero le chiavi dell’auto facendole ruotare su un dito. Perfino dal primo piano Derek lo sente urlare “Chi vuole venire a fare un giro sulla mia bambina?!” e non può non scuotere la testa. Si allontana dalla finestra e continua a buttare roba a caso in un borsone: Il giorno dopo deve andare in gita con la scuola. Sta piegando una maglia quando Laura entra, ovviamente senza bussare, in camera. 

“Fratellino, non scendi a festeggiare?” 

Derek la ignora, a Laura piace solo prenderlo in giro.  

“Gli farebbe piacere se andassi con loro, sai quanto ti adora quel ragazzo” 

Certo che lo sa, Stiles ha una cotta per lui praticamente da sempre e Laura si diverte e punzecchiarlo su quella storia.  

“Pronto per la gita?” 

“Odio tutti nella mia classe, non mi va di andarci, mamma mi ha costretto” 

“Mamma l'ha fatto solo perché vuole che tu ti faccia degli amici” 

Derek lo sa, ma non avrebbe voluto andarci lo stesso.  

“Tanto a Settembre comincio il college, non li vedrò più” 

Laura si siede sul letto e gli pone la domanda che Derek sa si stanno ponendo tutti. 

“Quando cominciano ad arrivare le risposte?” 

“Tra un mese 

Derek lo dice in un sospiro. Non vede l'ora di allontanarsi da quella cittadina e farsi una nuova vita. Il discorso viene interrotto da Stiles che entra, ancora le chiavi in mano. 

“Vieni, Der Der?” 

Derek vede sua sorella mimare con le labbra un “Cotto”, poi butta l'ultima maglia nel borsone e, mentre esce dalla camera sorpassando Stiles gli dice “Mi siedo io davanti”.  

Stiles guida bene, è l'auto che sobbalza troppo spesso e Derek sente i quattro ragazzini ammassati sui sedili posteriori urlare ad ogni buca. Parcheggiano di fronte al parco e si siedono su una panchina. Derek se ne sta in disparte, non è mai uscito con loro, li vede solo spesso a casa con Cora e Malia. Stiles gli si avvicina dopo aver notato la sua distanza. 

“Der Der, vieni, ti presento Lydia” 

“Non preoccuparti” 

“Ma io voglio presentartela” insiste il ragazzo. E Derek alza lo sguardo nel suo e capisce.  

“Ti sei preso una cotta per lei”, lo dice come un'affermazione e Stiles non risponde, semplicemente sorride e lo tira per la manica della giacca. 

Lyds, voi non vi siete mai presentati. Lui è Derek Hale” 

Derek allunga la mano e stringe quella della ragazza. Sembra troppo snob per Stiles, troppo perfetta per uni che inciampa ogni tre passi, ma non glielo dirà. Quel ragazzino sembra fin troppo preso, la fissa con le labbra spalancate.  

Quando tornano a casa, Derek dice agli altri che andrà prima a salutare i suoi amici dietro la serra, Stiles annuisce senza nemmeno salutarlo, ma poi Lydia gli afferra un braccia e sembra dimenticarsene.  

La sera Derek è sdraiato nel suo letto e non riesce a dormire. Il giorno dopo ha quella cavolo di gita e ancora non vuole andarci. A cena l'ha anche ribadito ai suoi genitori, ma entrambi sembrano pensare che basti stare insieme a quei deficienti per diventare una brava persona. Sta rimuginando su come fare, senza trovare soluzione, quando sente il cellulare suonare.  

(Ore 23:17) Lo so che non vuoi partire perché per quattro giorni ti mancherò! SS 

(Ore 23:18) Grazie, ho appena trovato un motivo per partire. DH 

(Ore 23:19) Ah ah ah! Che ridere! Cosa ne pensi di Lydia? SS 

(Ore 23:21) Potrebbe essere una bella scopata, ma nulla di più. Non fa per te. DH 

(Ore 23:22) Come smontare ogni mio sogno, solo tu lo sai fare. La prima opzione sarebbe impossibile per uno come me. SS 

(Ore 23:23) Impossibile solo perché tu cerchi già il grande amore. Hai visto troppo Disney con mia sorella. DH 

(Ore 23:25) Cosa c'è di male nel volerlo fare con la persona giusta? Tu hai voluto sprecarla con Kate e quattordici anni? Cazzi tuoi. SS  

(Ore 23:27) Certo che sono cazzi miei. DH 

(Ore 23:29) Bene. Divertiti in gita. Buonanotte. SS 

(Ore 23:31) E ora perché sei incazzato? DH 

(Ore 23:32) Non sono incazzato. Notte. SS 

(Ore 23:33) Bah. Notte. DH 

 

*** 

 

Stiles non avrebbe mai pensato di passare il suo undicesimo compleanno in ospedale. Stava scendendo le scale di corsa perché avevano suonato la porta, doveva essere Derek, ma era inciampato nei suoi stessi piedi ed era ruzzolato giù sbattendo troppo forte un braccio, rompendoselo. Per fortuna a bussare era stata Melissa che, insieme ai suoi genitori, l'aveva portato in ospedale.  

Ora è in un letto, il braccio ingessato che fa malissimo e sua madre che gli tiene l'altra mano, mentre suo padre è seduto su una sedia all'altro lato.  

“Vuoi qualcosa da mangiare, tesoro?” 

“No, mamma 

Ma Claudia gli prende il viso con una mano, costringendolo a guardarla. 

“E cos'hai? Ti fa ancora tanto male? Avevi detto che stava passando” 

Stiles cerca di girare la testa di nuovo, ma suo padre lo guarda come Claudia. Una battaglia persa.  

“Sono venuti tutti perché erano già alla mia festa, ma Der Der no. Se è venuto quando eravamo qui e poi è andato via? E poi Cora non gliel'ha detto?” 

Claudia sembra star per dire qualcosa, ma suo marito la interrompe.  

“Diglielo” 

Lei guarda Stiles che ora è completamente rivolto verso di lei.  

“Io ho chiamato anche Talia per dirle che ti eri fatto male, lei ha detto che sarebbe venuta domani mattina perché Derek era fuori casa e voleva aspettarlo, dato che suo padre è fuori per lavoro” 

Stiles non risponde, si stende solo sul fianco, con le ginocchia verso il petto cercando di non muovere il braccio, mentre sente sua madre accarezzargli i capelli. Dopo qualche minuto sente la porta aprirsi e suo padre parlare. Non si è nemmeno accorto di quando è uscito.  

“Stiles, sei sveglio?” 

Il bambino apre solo gli occhi, per far capire al padre che può continuare. 

“Qui fuori c'è Derek, dice che l'ha appena saputo. Lo faccio entrare?” 

Stiles annuisce, poi gli dice di aspettare e si rivolge verso sua madre. 

“Ho i capelli tutti scompigliati?” 

Claudia sorride e gli dice che no, sta bene, così Stiles fa cenno al padre di farlo entrare, mentre si mette seduto sul letto.  

Derek entra guardandosi intorno, Stiles sta per parlare, ma si blocca: Sta tenendo per mano una ragazza, Kate. Il bambino si irrigidisce, quella ragazza è antipatica, e loro avanzano.  

“Ciao Stiles, come stai?” chiede il ragazzo.  

“Bene, grazie. Mamma, papà, sono stanco, voglio dormire” 

Stiles si rimette su un fianco mentre vede Claudia rivolgere uno strano sguardo a Derek. Sente Kate con la sua voce stridula dire qualcosa tipo “Fa presto, è solo un moccioso”, poi la porta si chiude. Stiles ha gli occhi chiusi, quindi un po’ si spaventa quando sente la voce di Derek. 

“Lo so che sei arrabbiato con me” 

Non apre gli occhi e non dà segno di aver sentito, ma l'altro continua. 

“Kate dice che la trascuro, le ragazze sono così complicate. Non potevo non uscire con lei, mi avrebbe lasciato” 

Risponde senza aprire gli occhi, quasi con un mormorio. 

“Va bene, Der Der 

Derek gli scompiglia un po’ i capelli, Stiles pensa che gli piace quando lo fa, si sente bene. 

“Passo domani e ti porto anche il tuo regalo, ok?” 

“Okay” 

“Buonanotte, Stiles” 

“Buonanotte” 

Stiles chiude gli occhi e probabilmente crolla, non sente nemmeno i suoi genitori tornare in camera.  

 

*** 

 

Quando Derek si diploma, Stiles si sente elettrizzato come se fosse il suo giorno. Va alla cerimonia con i suoi genitori, si siede dove ha la visuale migliore verso il palco e batte le mani fino ad arrossarsi i palmi quando Derek va a prendere la sua pergamena. Non riesce a raggiungere il ragazzo per fargli gli auguri, ma non se ne dispiace, tra poco saranno tutti a casa Hale per il pranzo.  

Riesce ad avere un secondo con Derek proprio quando arrivano alla villa, dopo che Melissa l'ha fatto arrossire abbracciandolo mentre Scott guardava sua madre sconcertato.  

“Hai fatto colpo sulla signora McCall, Der Der?” 

Sono entrambi sul portico, il più grande sembra già non poterne più e semplicemente sbuffa senza guardare Stiles. 

“E dai, non fare il solito scontroso. Anzi, auguri!” 

Stiles si sporge e, per la prima volta da quando aveva…otto anni forse, stampa un bacio su una guancia di Derek. Lo vede irrigidirsi e scoppia a ridere tenendosi quasi la pancia. 

“Ehi, non ti ho mica dato un pugno. Riprenditi!” 

Derek però ci mette poco a riprendersi e a dargli uno schiaffo dietro la testa, chiamandolo idiota.  

Questo è per te, te lo do ora prima che tu sia sommerso da altra gente in quella casa e me ne scordo. Tieni” 

Stiles gli allunga un pacchetto piccolo, quadrato, che Derek afferra guardandolo circospetto. 

“Giuro che non esplode” afferma Stiles sorridendo ancora.  

Tolta la carta rossa, il sorriso di Stiles si allarga ancora di più. Derek stringe tra le mani una cornice che racchiude una loro foto.  

“Ti ricordi quando Talia ce l'ha scattata?” 

Derek annuisce, continuando a guardarla. Erano un po’ di anni prima, Stiles ne aveva otto e Derek tredici ed erano entrambi seduti sulle scale di quello stesso portico di casa Hale. Erano fuori perché Laura li aveva cacciati dopo che le avevano quasi rotto un progetto di scienze e Talia stava facendo foro in giro, alla natura. Nessuno dei due sembrava essersi accorto dello scatto, stavano litigando perché ognuno dava la colpa all'altro. A Stiles piaceva guardare quella foto perché nonostante Derek avesse le sopracciglia aggrottate e lui avesse le guance rosse di rabbia, erano vicini. Stiles era seduto di lato, con entrambe le gambe su quelle di Derek che teneva le sue mani sulle sue caviglie, come a reggerlo. Gli era sempre sembrata una cosa spontanea.  

I pensieri del più piccolo vengono interrotti quando Derek gli dice “Comunque lo buttasti tu il pallone sul vulcano di Laura”, sta per rispondergli, ma proprio la ragazza li chiama dentro per il pranzo.  

Quando sono al dolce e Stiles vorrebbe solo slacciarsi il bottone del jeans e Scott gli si sta appisolando su una spalla, Talia si alza e chiede a Derek di dire qualcosa. Il ragazzo sembra non averne la minima voglia, così suo padre gli va in contro dicendogli “Almeno di a tutti dove andrai a settembre. 

Stiles si raddrizza così velocemente sulla sedia che Scott non se ne accorge e sbatte lo zigomo sul tavolo, ma non se ne interessa, Derek sta per parlare.  

“Beh.. Io.. Andrò al college” 

La domanda che Stiles vorrebbe porgere, la pone Melissa, sorridendo.  

“Quale ti ha accettato? Non farai penare tua mamma per la distanza, vero?” dice sorridendo verso la signora Hale che ha gli occhi lucidi. 

“Beh, in realtà è jn po’ lontano. New York” 

Stiles sente ogni muscolo contrarsi, sente a stento la mano di Scott che gli stringe un ginocchio sotto al tavolo prima di alzarsi e uscire fuori di corsa. Due giorni prima aveva chiesto a Derek dove avesse fatto domanda, lui aveva risposto solo con “Credo mi accetterà solo il college della contea, quello più scadente”, ma Stiles sapeva che non sarebbe stato così. Nell'ultimo anno, senza i suoi amici deficienti, Derek aveva ripreso a studiare come faceva prima, era sempre stato intelligente, e aveva ottimi voti. Ma New York era…praticamente dall'altro lato del paese.  

Stiles è seduto sull'ultimo gradino del portico, sta giocando con dei fili di erba, quando qualcuno gli si siede di fianco. Non ha nemmeno bisogno di girarsi per capire di chi si tratta, ha addosso il profumo che lui stesso gli ha regalato l'anno prima per il compleanno.  

Te l'avrei detto dopo. Non sapevo che mamma e papà avrebbero parlato” 

“Non dare la colpa a Talia e Robert, Der” 

Stiles vede Derek allungare le gambe e togliersi le scarpe eleganti con le punte dei piedi, si toglie anche i calzini e poggia i piedi sull'erba.  

Mi dispiace vederti stare male, forse per questo ho rimandato” 

Stiles sbuffa una risata, passandosi le mani sul viso fino ai capelli poggiando poi una mano su una guancia girandosi verso l'altro.  

“Sono felice per te, te lo meriti” 

Derek si gira a guardarlo, come se lo stesse analizzando, poi da quello che dice, Stiles capisco lo sguardo. 

“Sei davvero cresciuto, ragazzino” 

“Ti sono praticamente cresciuto davanti e te ne accorgi solo ora?” 

“Solo due anni fa avresti sbraitato. Probabilmente ti avrei trovato nella valigia” 

Stiles ride davvero questa volta, prima di rispondere “Magari non sbraito, ma tu controlla lo stesso la valigia prima di prendere l'aereo”. 

Derek gli passa una mano tra i capelli, poi la sposta più in basso avvolgendogli le spalle, lasciandola lì. Stiles si rilassa impercettibilmente e vorrebbe farlo, vorrebbe continuare a guardarlo così, poggiato con la guancia sulla mano, e dirgli semplicemente che lo ama. Che lo ama forse da quando aveva dieci anni e gli ha fatto fare il suo primo campeggio nel giardino di casa Hale, che lo ha amato anche quando ha preferito Kate, perché sembrava essere quello che voleva. Lo ha amato e lo ama ora a sedici anni e un po’, e vorrebbe solo dirglielo 

Invece chiede solo “Ci sentiremo lo stesso?” e sospira quando Derek gli risponde scherzoso “Certo, prima o poi risponderò ad uno dei tuoi diecimila messaggi al giorno” 

 

 

 

“Beh, devo dire che non ti ho mai mandato diecimila messaggi e a volte eri tu a mandarne un sacco a me” afferma Stiles sorridendo. Derek lo spinge un po’ con la spalla, ma sa che ha ragione. Ci sono stati momenti in cui aveva bisogno solo di sentire uno dei suoi sproloqui o di leggere uno dei suoi messaggi in cui gli chiedeva pareri strani. Una volta avevano avuto una discussione sui lupi mannari e cosa poteva succedere nel caso fossero morsi da un coniglio mannaro.  

Dopo un attimo di silenzio confortevole come poco altro, Derek vorrebbe riprendere il discorso interrotto, ma Stiles lo anticipa. 

“Der Der?” 

“Mh?” 

Derek sente nettamente il lungo respiro che Stiles prende e lo conosce così bene da sapere cosa sta per dirgli. Sicuramente quello che credeva gli avrebbe detto due anni prima su quegli stessi gradini. 

“Siamo entrambi follemente innamorati. Io di te, tu di lei. E va bene così, davvero” 

Derek sa che quella che sta per dire è la frase meno adatta, ma è quello che sente. 

“Mi dispiace, Stiles” 

E Stiles sa sempre cosa dire, perché Derek al suo posto si sarebbe mandato a quel paese, ma lui dice solamente “Lo so”sorride, si alza e rientra in casa.  

 

 

Derek torna a casa dopo due settimane, ma non vede Stiles da quella sera. Sa che il ragazzo lo sta evitando, quindi decide di non infierire, ma chiede a Scott se sta bene il giorno prima della partenza. Tutto quello che il ragazzo dice è “Starà bene, è solo stata una botta più pesante delle altre”. 

Il primo “segno di vita” di Stiles lo riceve dopo un'altra settimana con un SMS. 

(Ore 22:09) Mi dispiace, ma ora non riesco ad essere tuo amico. Non voglio abbandonarti, mi fa male davvero, ma al momento non riesco ad essere quello di prima. SS 

Derek non risponde, un po’ se lo aspettava. Resta solo chiuso in camera tutto il giorno fino a quando Paige non lo trascina fuori a cena.  

I mesi passano, la mancanza del suo amico c'è, ma la vita travolge Derek così veloce che non si accorge del tempo. Il secondo anno è quasi finito, praticamente vive a casa della sua ragazza in un grattacielo al centro della città e alla fine decide di trasferirsi definitivamente. Chiacchiera spesso con le sue sorelle, Cora a volte nomina Stiles raccontando della scuola, ma nulla di che.  

Il giorno in cui capisce che sente così tanto la mancanza di quel ragazzino è di nuovo dicembre, è passato un anno e decide di accendere il computer e dare un'occhiata al profilo Facebook di Stiles creandosene uno. Per fortuna molte informazioni del ragazzo sono pubbliche, così come le foto. È al quinto anno del liceo, ha ancora la sua jeep e in molti scatti è in compagnia di Scott, Lydia e Cora. Scorrendo la bacheca, Derek nota le foto in cui è taggato da altri e gli si gela il sangue nelle vene. In una Stiles è al bancone di un bar, gli occhi rossi per l’alcool, mentre una ragazza gli è seduta sulle gambe. In un'altra invece sembra essere in un privè seduto scompostamente su un divanetto mentre un ragazzo biondo gli legga una guancia. Un'altra ancora lo immortala al centro di una pista, occhi chiusi e un bicchiere pieno tra le mani.  

Derek chiude il portatile di scatto e afferra il cellulare, le dita gli tremano mentre scorre la rubrica, fa partire la chiamata e dopo tre squilli una voce risponde. 

“Si, pronto?” 

“Claudia 

Derek sa che a Beacon Hills è mattino presto, ma non gli importa. Non ha nemmeno mai chiamato la mamma di Stiles. 

“Derek? Cosa c'è? Stai bene?” 

“Si, io sto bene. Stiles?” 

Il sospiro della donna Derek lo sente come un trapano nella testa. 

“Sta bene anche lui, è solo diverso. Non fa nulla di male, ma esce spesso. È vero che non vi sentite da molto?” 

Derek ricorda che Stiles ha sempre parlato con sua madre, a volte lui stesso ha parlato con Claudia quando qualcosa non andava, gli sembra strano che lei gli chieda conferma. 

“Si, me l'ha chiesto lui, ma ora sono preoccupato” 

“Lo sono anch'io, per questo ho chiesto a Scott di stargli vicino e di non farlo uscire da solo. Ma sono entrambi ragazzi. Anche John ha provato a parlarci, ma lui dice che non ha nulla” 

“Cercherò di parlarci io, allora” 

“Grazie, Derek” 

Derek chiude la telefonata nello stesso momento in cui chiude la cerniera del borsone che ha preparato in fretta e in furia. Alza lo sguardo per cercare i suoi occhiali, ma vede Paige sulla porta della stanza, non si è nemmeno accorto che è tornata. 

“Stai partendo?” 

“Vado a Beacon Hills, Stiles non sta bene” 

“Non ti aveva chiesto di lasciarlo stare?” 

Derek afferra gli occhiali finiti sotto una maglia, mentre risponde.  

È ancora mio amico, se sta male, me ne fotto di quello che vuole” 

Paige gli afferra un braccio, Derek si ferma girandosi a guardarla. 

“Cos'ha?” 

“Si ubriaca, va in giro per locali e si fa leccare la faccia da sconosciuti”, le dice strattonando il braccio. 

Ed è così strano per un liceale?  

Per Stiles si” 

 “Derek, si sta solo divertendo, magari lo fa anche per dimenticarti, lascia stare” 

 Derek razionalmente sa che forse Paige ha ragione, ma gli occhi rossi e lo sguardo perso di Stiles gli scorrono davanti e non riesce a lasciar perdere. Non ha tempo per litigare con lei, prende il borsone e si avvicina alla porta di ingresso, ma Paige lo blocca ancora. 

“Esci da quella porta e non ci entrerai più” 

Derek dà un pugno al muro, facendosi anche male, poi urla. 

“Che cazzo significa?! Mi ricatti perché mi preoccupo per un amico?!” 

Lui ti ama e tu stai per attraversare il paese senza nemmeno essere sicuro che ci sia un problema. Esci e io non vorrò più vederti” 

Tutto quello che riesce a fare è uscire e sbattere la porta alle sue spalle.  

 

Quando mette piede aa Beacon Hills, Derek non ha ancora smaltito la rabbia. Noleggia un'auto e guida fino a casa Stilinski anche se è ora di cena. Quando arriva vede la Jeep e l'auto dello sceriffo parcheggiate e ferma la sua di fianco al marciapiede. Bussa la porta e realizza di essere arrivato solo quando Claudia gli apre e lo abbraccia dicendogli “Io intendevo che dovevi telefonargli, ma grazie”. John lo guarda stranito, ma sua moglie gli dice che gli spiegherà mentre mangiano e si rivolge a Derek per dirgli che Stiles è in camera che si prepara per uscire.  

Derek sale le scale e arriva di fronte alla porta chiusa di camera di Stiles e decide di vendicarsi di tutte le volte in cui l'ha fatto lui e apre senza bussare. Stiles è di spalle, sembra si stia abbottonando una camicia. 

, ho detto che mangio fuori con Scott e poi andiamo non so dove” 

“E da quando ti rivolgi così a tua madre?” 

Derek ci tiene alla salute di Stiles, ma non è riuscito a trattenersi dal vendicarsi con quel colpo mancino. Il ragazzo blocca ogni suo movimento e irrigidisce le spalle, ma non si gira. Derek fa qualche passo e si chiude la porta alle spalle, poi guarda verso la scrivania e vede che il computer è acceso su una pagina di internet, il profilo facabook di Stiles, e tutta la rabbia gli risale come un’onda. 

“Ti stai preparando per andare ad ubriacarti o per andare a scopare?!” 

Sa di avere urlato, una parte del sup cervello si sente anche dispiaciuta per Claudia e John, ma non riesce a trattenersi. Stiles stende le braccia lungo il busto, stringe i pugni, ma non si volta. 

Derek, cosa vuoi?” dice calmo, nonostante il suo corpo dimostri altro. 

“Voglio sapere cosa stai combinando, i tuoi genitori sono preoccupati!” 

“Ah, ecco, ti hanno chiamato loro” 

“Io sono preoccupato, Stiles!” Derek alza ancora di più il tono di voce e finalmente Stiles si gira, fa due passi e gli si piazza davanti. 

“Ho deciso di mia volontà di non sentirti più così come decido cosa fare la sera. Mi dispiace, te l'ho detto un anno f-“ 

Derek lo interrompe spingendolo senza sapere dove e Stiles sbatte le gambe contro il letto sedendovisi sopra, preso in contropiede. Il più grande però mantiene la mano sul collo della sua camicia piegando il busto in avanti per parlargli in faccia. 

“Mi manchi!” Derek lo ringhia quasi tra i denti stringendo la presa. Stiles gli afferra il polso, ma non per staccarselo di dosso, stringe solo e ringhia quattro parole allo stesso modo: “E a me dispiace!” 

Restano a guardarsi per qualche secondo, respirando affannosamente entrambi, furiosi, quasi fronte contro fronte, poi Stiles prende un respiro più profondo e Derek sente che lascia la presa sul suo polso portandola fino alla mano ferita ore prima, accarezzandola poi scorre lungo l'avanbraccio lasciandolo andare. 

Non stavo andando ad ubriacarmi né a scopare, stavo andando a mangiare con Scottie davvero” 

Derek non sa perché lo fa, forse si, ma non se ne rende nemmeno conto. Si piega ancora un po’ e poggia rudemente le labbra su quelle di Stiles che apre le sue per la sorpresa. Derek ne approfitta per approfondire subito il bacio mentre Stiles apre le gambe per permettergli di stare alzato tra di esse e avvicinarsi di più. Mentre Derek gli prende il viso con entrambe le mani, sente Stiles che alza le sue fino a toccargli i bicipiti e a trascinarselo addosso mentre arretra e cerca di stendersi sul letto. Derek però si ferma e punta un ginocchio sul letto, rialzandosi. Stiles è disteso, sconvolto e con le labbra rosse e Derek non può non pensare a cosa si è perso in quegli anni. Il più piccolo però probabilmente ha frainteso, perché si agita parlandogli. 

“Non…non sono stato con nessuno. Uscivo solo, bevo qualche volta, ma…io…” 

Derek si riabbassa incorniciandogli il viso con le mani. 

“”Ti conosco, lo so” 

“Ma tu hai detto che-“ 

“Lo so cosa ho detto, ma ti conosco. Ero solo arrabbiato e non capivo perché lo fossi. Paige mi ha lasciato. Ha praticamente detto di scegliere tra te e lei e io non capivo cosa le stesse prendendo” 

“E ora hai capito qualcosa?” 

“Si, credo di aver capito tutto ora” 

Questa volta è Stiles che si sporge per baciarlo, ma è tutto più lento, è come un conoscersi piano. Porta anche lui le mani al viso di Derek che lo sente sorridere nel bacio. Cerca di nuovo di trascinarlo sul letto, ma Derek si ferma ancora. 

“Ragazzino, ci sono i tuoi genitori qui sotto” 

Stiles sembra ricordarsi di quel dettaglio solo in quel momento e scatta a sedere dandogli una testata sotto al mento. Derek si lamenta per il dolore, ma lui gli afferra una mano dicendogli “Muoviti, Der Der, non posso stare chiuso qua dentro senza saltarti addosso” e Derek si lascia trascinare giù per le scale sorridendo.  

 

…. 

 

Stiles, dopo due settimane, è seduto ai piedi di un enorme albero di natale in casa Hale perso nei suoi pensieri. Il giorno dopo l'arrivo di Derek si sono entrambi costretti a sedersi in un luogo pubblico per parlare.  

Gli ha spiegato che l'ha  amato per anni, conscio del fatto che anche Derek ne era consapevole. Derek a sua volta ha spiegato di non averlo mai visto con quegli occhi fino al quando la sua mancanza non era stata così soffocante da costringerlo a trovare una scusa fin troppo banale per prendere un aereo e sorvolare gli Stati uniti. Hanno anche parlato del futuro, del ritorno di uno a New York e della voglia di entrare in accademia dell'altro, ma si sono dati il tempo per pensare prima all'inizio di quella strana relazione, poi riprenderanno il discorso.  

Stiles sa solo che ora è felice, seduto tra le gambe del suo fidanzato che lo stringe da dietro, mentre scarta i regali di Natale.  

 

 

 

Sette anni dopo… 

 

Stiles è a casa Hale con Derek per le vacanze estive ed è in camera per indossare il costume da bagno. Hanno montato una piscina con la scusa di dover insegnare a nuotare a Rachel, la figlia di Laura di tre anni, ma poi hanno invitato tutti gli amici.  

Stiles sta prendendo il telo da spiaggia quando proprio la bimba entra correndo in camera saltandogli in braccio e urlando. 

“Zio Stiles! Zio Stiles!” 

“Ehi, tesoro, calma. Cosa c'è?” 

“Ti posso fare il gioco del Toc Toc?” 

Stiles annuisce e sorride, vedendo Derek appoggiarsi alla porta incrociando le braccia e sorridendogli complice.  

“Li conosco tutti, ma okstupiscimi! 

“Toc Toc!” urla la bambina. 

“Chi è?” urla Stiles a sua volta. 

Lei sorride ancora di più e gli risponde “Sposa!” 

Stiles sbarra per un secondo gli occhi, guardando ancora Derek che ora sta ridendo proprio.  

“Sposa, Chi?” 

La piccola si dimena scendendogli dalle braccia e corre verso la porta urlando “Sposa zio Der Der!” e va via. 

Stiles si siede sul letto, lo sguardo fisso sul suo ragazzo che ancora ride e gli si avvicina. Fa per inginocchiarsi, ma Stiles lo ferma. 

“Io non mi sono inginocchiato quando te l'ho chiesto anni fa” 

Derek ride e lo fa lo stesso. 

“Ma io ero su un letto come te, va bene uguale” 

Tira fuori dalla tasca un anello, semplice e argentato e lo guarda dal basso mentre Stiles tira su col naso. 

“Mi vuoi sposare, moccioso?” 

“Der…De…cazzo, si!” 

Lo slancio di Stiles fa cadere entrambi sul pavimento, ma non importa a nessuno. Sono felici, sono insieme. Da sempre e per sempre.  

 

 

 

 

Trenta pagine Word, quasi tredicimila parole, solo per ringraziarvi e per dirvi un arrivederci che durerà un po’. Volevo interrompere con il finale della mia ultima Long, ma non mi piaceva e ho scritto ciò. Alla prossima.  

 

P.s. Ringrazio Pampu per i suggerimenti. ScoSt1124 per la lettura. Questa storia è per le ragazze del gruppo WhatsApp e in particolare per Dori che l'ha richiesta. ❤  

   
 
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