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Autore: _Crystal_Heart_    06/05/2009    5 recensioni
Liberamente ispirata alla mia poesia preferita del poeta maledetto per eccellenza,Baudelaire. La poesia si chiama "lo straniero" ed è contenuta nei poemetti in prosa. Una raccolta che consiglio di leggere xD Le persone mi guardano dall'alto in basso,mi guardano e poi sorridono girandosi verso i loro amici e cominciando a fare battute. Io li guardo indifferente anche se dentro provo una sorta di rabbia o rancore,vorrei essere come loro,ma non potrò mai esserlo,perchè io sono diverso,sono uno straniero e non sarò mai considerato come loro. Neanche se qualcuna di queste famiglie mi adottasse sarei come loro,sarei sempre lo straccione che viene da lontano che non può permettersi neanche le merendine della macchinetta perchè costano troppo. Per sempre lo straniero con gli occhi bassi e lo sguardo perso a fissare le nuvole... Nessuno riuscirà a conoscere realmente Haner,nessuno vorrà mai conoscerlo per quello che realmente è.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Synyster Gates
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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"Brian! Come è andata oggi a scuola?" zia mi accoglie in casa con il solito sorriso e la solita vestaglia viola.
"Benissimo zia,mi sono divertito tantissimo! Cosa c'è per pranzo?" le bacio la guancia con slancio e sentimento,lo so che le parole che escono dalla mia bocca sono solo bugie,ma non posso pesare su di lei ancora di più.
Non posso farle pesare il fatto che io sia un reietto,lei si ammazza per mantenermi,per comprarmi questi vestiti e per non farmi mancare nulla di vitale,non posso inondarla con i miei problemi.
"Sono contenta, pasta al pomodoro" sorride posando in tavola due piatti fumanti di pasta.
Le sue origini sono italiane e la sua pasta è deliziosa,buonissima...al dente credo si dica dalle sue parti. "Lavori anche oggi?"
"Si,ma il turno non finisce troppo tardi,torno a casa verso le otto,così non hai paura" le dico
"Io non ho paura! Ricordati che sono vecchia,ma non stupida! So difendermi" cerca di gonfiare il muscolo del braccio,ma il risultato non è il massimo,scoppio a ridere.
"Zia,devi piegare il braccio così!" Le faccio vedere.
"Ed io cosa ho fatto?" mi guarda con una faccia sorpresa e piccata,non posso fare altro che ridere di nuovo.
Finiamo il resto del pranzo in silenzio,interrotto solo dalle notizie che la vecchia tv ci propina.
Qualche rapina in centro,qualche incidente e qualche vincinta alla lotteria.
"Zia,vado a rifare la stanza e poi vado a lavoro,sicura che non devo chiamare la signora a fianco? Magari ti fa un pò di compagnia..."
"Sicurissima,anche perchè viene a farmi visita un mio vecchio alunno,quindi non passo il pomeriggio da sola,ti preoccupi troppo per me"
"Ok,allora ci vediamo questa sera"
Salgo le scale che portano alla mia camera,
Rifaccio il letto e cerco di sistemarla al meglio,tutti i miei vestiti sono sparsi per  terra,sulla scrivania e addirittura una maglietta è finita sul vecchio lampadario.
La mattina sono troppo assonnato per capire quello che realmente sto facendo,sono più normale di quanto la gente pensi.


Finalmente sono arrivato al negozio,in ritardo di solo 10 minuti,un record.
Il Proprietario mi saluta con un gesto della mano,io lo saluto di rimando.
Mi metto al mio posto,alla cassa numero nove come al solito,mi infilo il camice e aspetto che qualche cliente venga a pagare il conto.
Lavoro in uno squallido supermarket poco distante da casa mia,niente di che,guadagno quel tanto che mi basta per andare avanti insieme alla pensione di zia.
La pensione di insegnante non è molto,ma per due persone è abbastanza per comprarsi qualcosa ed arrivare a fine mese.
I soldi che guadagno io sono per andare all'università,magari lontano da qui e portarmi dietro zia.
Uno strano tipo si avvicina alla cassa,avrà più o meno ventiquattro anni.
Passa sul nastro un pacchetto di cioccolatini ed uno di biscotti.
"Li incarti?" mi chiede.
Ha scambiato questo posto per una cartoleria.
"Non abbiamo la carta per regali,è un supermarket" rispondo facendo lo scontrino.
"Lo sapevo che era un posto per straccioni" commenta
"Ecco perchè sei qui" commento piccato,fissandolo truce diritto negli occhi. Di  solito non sono così cattivo o così prepotente,ma questo ragazzo mi tira fuori il peggio.
"Forse...allora quant'è?"
"10 Dollari,sicuro di averli tutti?" chiedo
"Certo,per la mia maestra comprerei qualsiasi cosa...."
Rimango a fissarlo male mentre mi porge un biglietto da venti dollari,come a volermi dimostrare che ha i soldi.
Gli do il resto.
"Buonagiornata" mi dice sorridendomi,un sorriso di sfida.
"Anche a lei..."
Il direttore mi guarda arcigno,mi fa segno di avvicinarsi a me.
"Brian,non credi che oggi sia il caso che torni a casa? La paga la prendi lo stesso,ma non vorrei avere spargimenti di sangue nel mio negozio"
"Mi scusi,non succederà più,non voglio rubare i soldi li voglio guadagnare,quindi resto qui." commento.
"Non li stai rubando,ultimamente però mi sembri troppo stanco,vai a casa"
Accenno un leggero si.
Mi porge la paga di oggi e mi saluta cordialmente.
Torno a casa,quasi contento di non dover passare troppo tempo in quel negozio...
Camminando per strada vedo un pittore,uno di quei pittori che stanno seduti per strada e dipingono di loro quadri sotto gli sguardi attenti dei passanti.
Le pennellate di colore sono decise,forti e corpose.
I suoi quadri sono bellissimi e colorati,emanano libertà.
Mi soffermo su un quadro,raffigura qualche nuvola in movimento.
Un ragazzo che cammina solitario con lo sguardo rivolto verso l'alto.
Un quadro stupendo.
"Scusi...è in vendita?" chiedo
"Si" si gira,è una donna che sta dipingendo,sul volto ha i segni degli anni passati,gli occhi sono dolci e azzurri,ispirano pace. "Dieci dollari"
Li tolgo dalla bustina che mi ha consegnato il capo e torno a casa con quel quadro sotto al braccio.


Ringrazio le 5 persone che hanno commentato
Scusate ma devo scappare.
I love u
Un beso
  
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