Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: nikita82roma    01/10/2016    2 recensioni
E’ passato poco più di un mese dalla nascita di Lily in quel giorno così importante per Kate. Cosa avranno fatto i nostri Caskett? Come si saranno adattati alla nuova vita con la piccola, ad essere genitori e coppia? E intanto si avvicina una data speciale che non vogliono trascurare...
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Sai qual è la tua fortuna Kate? - Le disse Castle molto serio tant’è che Kate sorpresa dal suo tono rispose con altrettanta serietà
- Sì, lo so… - Gli rispose accarezzandogli il volto con la mano libera che lui imprigionò sotto la sua per non farla muovere.
- No, non lo sai… - bisbigliò - … è che hai nostra figlia che si è appena addormentata sulla tua spalla… altrimenti ti avrei ricordato alcuni passaggi di quella sera… e sarei stato molto, molto attento ai particolari… - Lo sguardo di Castle si spostò da lei ed indugiò sulla porta del loft e quando la tornò a guardare vedeva come si stava mordendo il labbro inferiore, sicuro che i suoi pensieri era gli stessi che aveva avuto lui.
- Hai detto che si è appena addormentata? - Gli chiese sorridendo e ricevendo per risposta un cenno affermativo con la testa.
Andarono in camera e la misero nella culla, rimboccandole le coperte ed accendendo il baby monitor. Accostarono la porta e poi si andarono a sedere sul divano. Avevano preso l’abitudine quando erano soli, a parlare sempre a voce bassissima, sussurrandosi con la scusa così di essere più vicini, per non svegliare Lily quando dormiva, si dicevano, ma in realtà gli piaceva quel grado di intimità che trovavano nel parlarsi così, spesso tra un bacio e l’altro.
- Come mi devo vestire per questa sera Castle? - Gli chiese appoggiata sul suo petto, mentre lui percorreva con le dita il suo braccio, accarezzandola placidamente
- Come vuoi, conto che qualunque cosa indosserai non la terrai per molto tempo
- Rick! - Kate alzò il tono della voce sorpresa dalla risposta del marito che sghignazzava senza smettere di accarezzarla, per nulla stupito, invece, dalla sua reazione
- Beckett, non dirmi che non ci hai pensato… 
Il silenzio di lei era una risposta inequivocabile.
- Vorrei solo evitare di ritrovarmi in un ristorante di quelli frequentati dai tuoi amici vip con un paio di jeans ed una maglietta o di mettermi un vestito da sera per mangiare un hamburger in un fast food.
- Saresti perfetta ovunque, in qualunque caso. - Le disse avvicinandosi alla sua guancia per baciarla.
- Tu sei di parte Castle!
- Io sono si parte, ma questo è un fatto oggettivo. - La baciò ancora.
Kate prese le braccia di Rick e se strinse intorno alla vita, tenendo le sue mani su quelle del marito e lasciandosi rilassare dal suo respiro cadenzato e dal battito forte del suo cuore. Castle era sempre il suo miglior antistress personale, sotto ogni punto di vista. Adorava stare semplicemente così con lui, sdraiata su di lui che la cingeva, con le loro mani unite. Aveva cominciato a farlo sempre più spesso negli ultimi periodi della gravidanza, perché Lily quando era particolarmente agitata si calmava con le carezze di Rick e da allora aveva continuato ad amare quel contatto con lui, anche dopo che Lily era nata.
- Sai Rick, potrei anche abituarmi a tutto questo - gli confidò mentre tracciava linee curve sul dorso della sua mano
- Sì, anche io potrei abituarmi ad averti sempre qui con me… - notò una punta di tristezza nelle sua sua voce
- Ma? - Chiese Kate sapendo che aveva altro da dirle.
- Ma per quanto lo vorrei, poi finiresti per odiare me e la nostra vita.
- Non potrei mai odiare nè te nè la nostra vita, come puoi pensarlo? - Rispose seria smettendo di accarezzarlo e sollevandosi da lui per guardarlo negli occhi, in modo che quello che gli stava dicendo fosse ben chiaro
- Non consciamente, però Kate ti conosco, arriverai ad un punto che non ti basterà più, che non ti sentirai completa, che ti mancherà quella parte di te che deve sempre pensare agli altri ed al mondo. E ti sentirai in gabbia e la gabbia saremmo noi. - Lo ascoltò attentamente, sapeva che aveva ragione, ma lei non voleva certo dire che non avrebbe più ripreso la sua vita.
- Perché stiamo discutendo di questo Castle? Non è mia intenzione lasciare il resto della mia vita, volevo solo dire che sto bene così, con te, con nostra figlia… - Rick la avvicinò a se, lasciando che si appoggiasse di nuovo a lui. Kate lo lasciò fare e quando toccò la sua pelle chiuse gli occhi respirando il suo profumo direttamente dal posto che le piaceva di più, la curva del suo collo.
- Sono io ad aver paura questa volta Kate. Tanta paura, di tutto. Per la prima volta nella mia vita è tutto perfetto, tutto come ho sempre desiderato. Alcune volte la notte mi sveglio e ti vedo dormire vicino a me e Lily nella culla poco più in là e mi chiedo se sono realmente sveglio o sto sognando. Sono sempre ottimista lo sai, sono quello che crede alle favole, a Babbo Natale, al destino e ai sogni. Però questo sogno è troppo bello ed ho paura che possa accadere qualcosa che mi svegli all’improvviso. - Rick sembrava un fiume in piena mentre la stringeva sempre di più a se, come se avesse paura che le scappasse, anche il quel momento, ma lei non aveva nessuna intenzione di andare da nessuna parte, nè in quel momento nè mai - Ogni volta che tutto andava bene è sempre accaduto qualcosa che ci ha fatto male ed ora non lo sopporterei. Soprattutto non sopporterei che qualcosa ci allontanasse per colpa mia, per il mio egoismo di averti sempre con me, come adesso, che è la cosa che più vorrei al mondo. Ma non saresti tu ed io voglio te… ho sempre voluto solo te…
Kate si era alzata ed aveva raggiunto il suo volto. Gli prese le labbra tra le sue, interrompendo il suo monologo.
- Basta così Castle. Basta così… - disse sulla sua bocca riprendendo poi a baciarlo mentre sentiva le mani di lui percorrere la sua schiena sotto la maglietta provocandole brividi incontrollati.

- Darling, sono rientrata! - Esclamò Martha prima di vederli avviluppati sul divano. Erano così presi dai loro baci che non avevano sentito nemmeno la porta aprirsi e richiudersi. Kate scivolò dal corpo di Rick sedendosi vicino a lui e risistemandosi la maglia.
- Madre! Non urlare! Lily sta dormendo! - La rimproverò Rick
- Scusate, non volevo disturbare… Lily! - Disse l’attrice con un gran sorriso facendogli l’occhiolino e salendo le scale per andare in camera sua. - Tra non molto verrà anche Jim! - Ricordò ai due mentre era ormai sopra
- Sì, ma lui avrebbe suonato - disse sottovoce Rick grugnendo per il disappunto facendo sorridere anche Kate, ancora rossa per l’imbarazzo e non solo.
- Vado a prepararmi. - Gli disse alzandosi e baciandolo velocemente prima che la potesse bloccare di nuovo e lasciandolo solo sul divano con voglia di lei ed un sorriso incantato sulle labbra. Kate era una droga che scorreva nelle sue vene e non se ne sarebbe mai disintossicato. La seguì con lo sguardo fin quando chiuse la porta di camera dietro di se non potendo fare a meno di sorriderle ancora. Intrecciò le mani dietro la testa e si lasciò sprofondare ancora un po’ sul divano osservando oltre il soffitto un punto indefinito nell’universo dove si stavano perdendo i suoi pensieri. Era un uomo fortunato, se lo ripeteva ormai continuamente.

“Te lo meriti Richard, ti meriti tutto questo” Era stata sua madre a dirglielo una volta, non molti giorni dopo che Kate era tornata dall’ospedale. Era sullo stesso divano dove in quel momento si stava riposando e Kate dormiva tra le sue braccia, stringendo a sua volta Lily. Era crollata, stanca per quei ritmi ai quali doveva ancora abituarsi e non ancora in perfetta forma dopo il parto. Rick mentre dormiva le accarezzava delicatamente il volto, scostandole i capelli e la osservava così serena e rilassata come difficilmente gli capitava di vederla anche quando dormiva. Era tutto merito di quella piccola creatura che dormiva sul suo petto, con la mano rivolta verso il viso della madre, quella piccola creatura che aveva stravolto le loro vite e le aveva completate, perché si era reso conto proprio quando Lily era nata che così felice e completo non lo era mai stato. Era il tassello che completava la sua vita, il simbolo tangibile del suo amore per Kate. La famiglia che aveva sempre sognato di creare era una realtà e la stringeva tutta tra le sue braccia.
Martha, dal canto suo, in piedi dietro il divano accarezzava i capelli di suo figlio che vedeva padre e bambino insieme. Passava le dita tra i folti capelli del suo ragazzo spostandogli quel ciuffo fin troppo perfetto, con gli stessi gesti amorevoli di quanto era un bambino. Pensava che forse lo aveva fatto troppe poche volte, che avrebbe potuto passare qualche istante più a donargli una carezza, lo capiva ora che era un uomo quanto ne avesse avuto bisogno, anche se lui non si era mai lamentato.
“Sono splendide, vero madre?” sussurrò Rick orgoglioso accarezzando con il dorso del viso prima la manina di Lily e poi il volto di Kate. “Lo siete tutti e tre” rispose l’attrice in vena di troppi complimenti per i suoi standard. Vedeva quel suo ragazzo profondamente cambiato. Era sempre il guascone scanzonato che tutti conoscevano, ma intimamente, in quei momenti di solitudine con le sue donne, era diverso. Era felice, profondamente e consapevolmente felice. Non era la felicità euforica di quando era nata Alexis, era qualcosa di diverso, ancora più profondo. Alexis, la sua bambina, era stata tutta la sua vita, l’unica ragione vera della sua esistenza, l’unica che le faceva fare l’impossibile. L’unica, fino a Kate. 
Nessuna delle sue donne era mai riuscita ad avere tutto da Rick, tutto insieme, senza riserve, come ci era riuscita inconsapevolmente Kate. Martha lo aveva capito subito, ancor prima di lui e per questo aveva lasciato, spesso a malincuore, che suo figlio prendesse parte ad operazioni complicate e mettesse più volte a repentaglio la sua vita con Kate e per Kate. Quando lo vide racchiudere tra le sue braccia sua moglie e sua figlia, Martha capì che non si era mai sbagliata. Kate era e sarebbe stata l’unica per lui e ringraziava il cielo che l’avesse messa sulla strada di suo figlio. 

Rick non sapeva se realmente si meritava tutto quello che aveva, molto più di quanto avesse sempre immaginato, in realtà. O meglio lui avrebbe sempre voluto proprio questo una moglie e una figlia che insieme a lui completassero la sua idea di famiglia, un sentirsi una cosa sola con loro, ma non pensava che tutto questo lo rendesse così immensamente felice. Sapeva che non era bello fare paragoni ma nella sua mente era impossibile non farne. In quel mese aveva pensato spesso ai primi giorni di vita di Alexis e a come tutto era assolutamente diverso. Ricordava le notti passate da solo in quella che allora era la piccola cucina del suo primo appartamento a calmare il pianto di Alexis e a prepararle il latte mentre Meredith dormiva, ricordava le discussioni e la sua rabbia perché sentiva di essere l’unico a remare per far andare avanti quella famiglia ed il senso di fallimento perchè tutto quello non era quello che voleva, non era come lo voleva. Ingenuamente aveva pensato che con la nascita della loro figlia il suo matrimonio si sarebbe rafforzato, che quella famiglia avrebbe avuto un futuro partendo dalla base di quella piccola dai capelli rossi già appena nata e gli occhi azzurri come i suoi. Invece più passavano i giorni più era proprio Alexis ad evidenziare le loro differenze, a fargli capire quanto erano diversi lui e Meredith, non nel carattere ma nelle prospettive, nella visione del loro futuro. Aveva insistito, però, facendo finta di non sentire quanto tutto quello che avevano creato fosse finto, creando in quei primi anni di vita della sua bambina l’illusione della vita perfetta che lui non aveva mai avuto, facendo di tutto per sopperire alle mancanze di sua madre. Aveva inventato per lei uno dei suoi tanto mondi fantastici così reale che Alexis sembrava realmente felice nonostante tutto e per lui contava solo questo. Poi avvenne qualcosa che non potè cancellare ed il suo orgoglio di uomo ferito troppe volte messo da parte tornò prepotentemente in superficie e l’incanto creato per Alexis finì: Meredith lo aveva tradito fisicamente e moralmente, aveva tradito la loro bambina e la loro famiglia. Si scoperchiò il cesto dove aveva riposto tutte le sue illusioni e la realtà gli fece capire che quella non era una vita vera, che non era quello che voleva per sua figlia. Così Meredith se ne andò a seguire i suoi sogni a Los Angeles e lui rimase a New York con una carriera agli inizi che non sapeva dove lo avrebbe portato ed una bimba di pochi anni che lo guardava con i suoi stessi occhi azzurri chiedendogli dove era finito il suo mondo e lui prese pian piano a ricostruirlo, solo per lei.
Aveva fatto un buon lavoro con Alexis aiutato anche dal fatto che sua figlia fosse estremamente responsabile, anche più di lui. Aveva provato ancora una volta a darle una famiglia, ma anche con Gina era stato un buco nell’acqua. Poi aveva deciso di vivere il presente, senza più pensare al futuro divertendosi più che poteva recuperando per quanto poteva quei vent’anni mai vissuti occupato a fare il papà e lo scrittore a tempo pieno. Era arrivato il successo, erano arrivati i soldi e con loro le donne, le feste e la fama e si era lasciato inebriare da tutto questo, dal lusso e dal potersi permettere tutti i piaceri della vita che spesso aveva solo sognato, come se questi potessero compensare il vuoto di quello che non aveva mai avuto e pensava non avrebbe mai avuto. Poi è arrivata Kate ed il mondo si è capovolto intorno a lui, anche se per un po’ aveva provato a rimanerci aggrappato, alla fine si è lasciato cadere, scivolando verso l’inevitabile, verso di lei. 
Ed ora era lei che gli aveva dato quello che aveva sempre sognato ed era più di quello che poteva immaginare. Se pensava alla sua vita la vedeva tutta in bianco e nero, con le uniche chiazze di colore i capelli rossi e gli occhi azzurri di Alexis che cresceva al suo fianco. Poi è arrivata Kate ed il suo mondo è diventato a colori. Lei così diversa da lui e da tutto quello che era sempre stato il suo mondo, così diversa da tutte le donne che aveva avuto e frequentato. Lei così vera, difficile, estenuante. Lei che sapeva essere la ragione perché con nessuna aveva mai funzionato. Perché nessuna era lei. E più stava con lei più capiva perché l’aveva aspetta non quattro anni, da quando l’aveva conosciuta, ma tutta la vita, perché Castle ne era sicuro, lui l’aveva aspettata da sempre, era lei quella che cercava in ogni donna che conosceva, anche se non lo sapeva ancora. Gli ritornava spesso in mente, quando si fermava a pensare come quel pomeriggio, la frase che gli disse alla fine di quel primo caso al quale avevano lavorato insieme “Non ne hai idea”. E no, non ce l’aveva allora, ma gli sembrava di non avercela ancora, perché ogni giorno gli riservava qualcosa in più, qualcosa per cui pensava potesse innamorarsi ancora più di lei. Era possibile dopo tutti quegli anni che stavano insieme? Sì, dannazione, era possibile. Non avrebbe mai finito di innamorarsi di lei, ogni giorno. La amava sotto ogni punto di vista, anche quando diceva che avrebbe voluto sparargli, perché amava anche quando era arrabbiata, ma non glielo poteva dire, se no si sarebbe arrabbiata ancora di più. Sorrise pensando a tutte le volte che le aveva fatto perdere la pazienza, a come quando le si faceva sotto puntandogli il dito contro lui arretrava per i corridoi del distretto, quando avrebbe voluto solo andarle più incontro, imprigionarla nel suo abbraccio e baciarla lì, davanti a tutti. Sarebbe stata probabilmente l’ultima cosa della sua esistenza, ma sarebbe stata una grande mossa, molto teatrale. Il suo spirito di conservazione ebbe la meglio ed anche, a dirla tutta, la sua volontà di non metterla a disagio. Si era chiesto più di una volta cosa ne sarebbe stato di loro se si fossero lasciati andare alla passione che c’era tra loro molto prima, se realmente avrebbero evitato di buttare anni preziosi passati a logorarsi in storie sbagliate e nella sofferenza del non cedere ai sentimenti, oppure se si sarebbero bruciati rapidamente, perché non ancora pronti per fare il grande salto insieme. Lui ne era certo, non si sarebbe mai stancato di lei ed era pronto da molto a farla entrare nella sua vita nella sola ed unica veste nella quale la voleva, la sua compagna per sempre. Ripensava a quella ragazza dai capelli corti ed i lineamenti tirati che voleva nascondere la sua bellezza per non sembrare debole e la sua immagine si fondeva nella donna che ora era al suo fianco, al suo viso rilassato quando dormiva sul suo petto ed ai suoi lunghi capelli che passava le ore ad accarezzare, al suo corpo mozzafiato anche adesso, con le curve ancora arrotondate dalla gravidanza e per questo per lui ancora più bella. La vedeva con la loro bambina tra le braccia protettiva e amorevole ed era una di quelle cose che aveva cercato di immaginare per tutta la vita e che ora che l’aveva vista e la vedeva ogni giorno, riusciva ancora a coglierne la stupefacente normalità e rimanerne estasiato. Sapeva che era quello il suo tutto e non aveva le parole per descriverlo. Ripensava a quando avevano discusso perché lei pensava che lui non fosse in grado di condividere l’essere genitore, abituato ad avere Alexis tutta per se. Sapeva che non lo pensava realmente, ma ne rimase comunque più ferito di quanto le aveva dato a vedere e non era riuscito a trovare le parole per spiegargli quanto era lontana dalla realtà. Era buffo, in fondo, come gli capitasse di rimanere sempre senza parole quando parlava di loro.

Rick sentì una mano che passava tra i suoi capelli. Si destò dai suoi pensieri girandosi di scatto.
- Tutto bene Richard? - Martha era scesa ed era in piedi dietro di lui e lo accarezzava proprio come quel giorno che stava ricordando prima.
- Tutto bene mamma. - Le prese la mano e la invitò a sedersi vicino a lui. Aggirò il divano e si sedette vicino al suo ragazzo. - Tutto veramente bene… - Gli disse sospirando
- E questo ti preoccupa Richard? 
Lui alzò le spalle senza rispondere, abbozzando un sorriso tirato. Era stupido preoccuparsi di essere felici?
- Ragazzo mio, tu sei l’unica persona che riesce a vedere qualcosa di positivo nelle situazioni più disperate ed aver paura della tua felicità!
- È stupido vero? 
- No, è umano Richard… - Gli disse appoggiando una mano sulla sua. Voleva rispondere, ma il suono del campanello interruppe la loro conversazione. Guardò l’orologio, era più tardi di quanto pensasse, forse immerso nei suoi pensieri si era addormentato o era rimasto così tanto in preda dei ricordi del passato da non essersi accorto del tempo che passava?
Aprì la porta ed entrò un imbarazzato Jim. Era stato lui a chiedergli se quella sera poteva rimanere a casa loro con Martha e Lily, nonostante Kate gli avesse detto più volte che non era necessario e che si fidava ciecamente di Martha, evidentemente più di lui.
Salutato suo suocero bussò alla porta della loro camera, ricevendo l’invito di Kate ad entrare. La vide di spalle con una gonna nera poco sopra il ginocchio, calze appena velate dello stesso colore ed una maglia dolcevita bianca sopra, la giacca nera era appoggiata sulla sedia sotto alla quale vedeva le scarpe che sicuramente avrebbe indossato, con il tacco molto, molto alto. Sorrise e le si avvicinò
- C’è tuo padre di là… - le disse baciandole il collo
- Ho sentito la sua voce. - Inclinò leggermente la testa in un gesto involontario solo per facilitargli il compito.
- Vado a farmi una doccia, così mi cambio anche io.
- Non fare come il tuo solito che ci metti delle ore per prepararti - gli disse dandogli una pacca sul sedere mentre si andava in bagno.
Sentiva l’acqua della doccia scrosciare e approfittò per mettere nella borsa quel piccolo pacchetto che teneva nel suo cassetto da tempo sempre con la paura che lui lo trovasse. Dalla porta lasciata socchiusa poteva sentire le chiacchiere amichevoli di Martha e Jim: era ancora sorpresa di come i due mondi dei loro genitori dopo il Big Bang del primo incontro/scontro, che aveva rischiato di far saltare in aria tutto il loft, si fossero trovati in modo così conciliante: alcune volte pensava che era il legame tra lei e Castle ad essere così forte da aver legato anche loro, arresi alle loro differenze dalla forza dell’amore dei loro figli. Non potè fare a meno di ascoltare la loro conversazione.

- Una serata insolita, non trovi Jim?
- Ehm sì… direi di sì…
- Spero comunque che non sia l’unica, per Richard e Katherine, intendo…
- Non lo sarà Martha! - Rise Jim - Avevi altri programmi per la serata?
- Oh no… i ragazzi a teatro se la caveranno bene anche senza di me per questa sera, tanto chiunque andrà a vederli sarà troppo impegnato in altro per accorgersi della loro recitazione!
- Tu credi?
- Mio caro, ho lavorato per anni in questo giorno e credimi, nessuno ha mai prestato attenzione ad una battuta sbagliata… Questa è la serata dove noi attori non siamo i protagonisti, siamo solo di contorno a tutto il resto… San Valentino è così… il protagonista è l’amore e noi possiamo solo accompagnarlo… - Disse l’attrice con il suo solito tono enfatico strappando una risata a Kate che l’ascoltava mentre si sistemava le scarpe - E tu? Altri programmi?
Ma Martha si rese conto troppo tardi che quella era una domanda che non doveva fare, non l’aveva fatta con cattive intenzioni, ma si era accorta che poteva essere decisamente interpretata male, e quello era ancora un percorso pieno di vetri rotti che lei aveva appena intrapreso scalza.
- No… una serata come tante, da… tempo… tanto tempo… - rispose Jim in un sospiro evitando di far scivolare la donna, sorridendole per toglierla da quel disagio nel quale si era messa da sola. 
Ma Kate non potè vedere la faccia benevola del padre ed una fitta al petto la attanagliò, passandola da parte a parte.
Ricordava bene ogni San Valentino e suo padre che tutte le volte, non importava a che ora, tornava a casa con una rosa rossa per sua madre che preparava sempre i suoi piatti preferiti. Li aveva sempre trovati molto dolci, fin quando adolescente non aveva anche cominciato a prenderli in giro trovandoli, invece, fin troppo sdolcinati non capendo la profondità di quel sentimento che solo negli ultimi anni, quando le prime cotte le facevano battere il cuore da ragazza, cosa li legava. Ora invece lo sapeva bene, perché lo viveva ogni istante. Sospirò imponendosi di non piangere. 
Sapeva che suo padre quella rosa rossa a sua madre non aveva mai smesso di portargliela e lo faceva tutti i San Valentino da diciotto anni.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: nikita82roma