Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: Bluereddino    02/10/2016    1 recensioni
"Non si era neppure accorto di ciò che stava dicendo. E pensare che quando sentiva Amy che diceva le stesse identiche frasi quasi rigettava il pranzo. Si era reso conto che nonostante il cuore fosse analfabeta ed ignorante, comandava la sua lingua e la sua bocca senza scrupoli."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Amy Rose, Knuckles the Echidna, Shadow the Hedgehog
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Finale 3

Erano ormai trascorsi quattro giorni da quando Knuckles aveva iniziato a cercare Shadow, quattro giorni nei quali il sonno continuava a venir meno.   Il ragazzo dal pelo rosso aveva deciso, dopo quasi un giorno di ricerca, di non trattenere Amy su Angel Island, in modo che si potesse unire a lui nelle indagini.  Aveva invece chiesto a Vector, Espio e Charmy Bee di sorvegliare a turno lo smeraldo in parte sua, senza però rivelare loro il motivo dell’assenza.
L’echidna ed il ricco rosa avevano cercato in lungo ed in largo: prima a Station Square, poi nel bosco; si erano addirittura intrufolati nel covo di Eggman, rischiando di venire soppressi durante l’azione.

Dopo tutti quei tentativi nei quali avevano miseramente fallito, Amy aveva deciso di chiedere aiuto, anche se andava contro i principi di Knuckles. Non poteva restare con le mani in mano, così era andata a trovare Rouge, senza dire nulla all’amico in difficoltà. Come sperava, l’attraente pipistrello era a conoscenza della posizione del porcospino, e lo aveva telefonato chiedendogli di recarsi alla spiaggia per un’emergenza. La giovane dagli occhi verdi, dal canto suo, era andata dal guardiano per avvisarlo dell’imminente arrivo di Shadow alla spiaggia. Senza farle domande era corso alla battigia, con sollievo di Amy che fortunatamente non aveva dovuto spiegare come aveva fatto a rintracciarlo.

I due si guardavano senza parlare. Entrambi aspettavano che fosse l’altro a fare il primo passo. Dopo qualche attimo di profondo silenzio, era stato Knuckles a decidere di comunicargli ciò che con cura aveva preparato.
“Volevo solo dirti che mi dispiace tanto.” Improvvisamente tutte le belle parole che aveva messo insieme erano svanite del tutto dalla sua mente. Con rassegnazione aveva deciso di seguire i consigli di Amy. Doveva solo ascoltare il suo cuore. Sperava solo che questo non fosse diventato timido tutto d’un tratto: dopotutto lo aveva importunato per troppo tempo per poterlo abbandonare al suo destino proprio in quel momento.
Shadow lo aveva scrutato senza dirgli nulla. Con leggero gesto del capo gli aveva chiesto di proseguire. L’echidna era arrossito di colpo e guardando il fresco terreno sotto i suoi piedi aveva tentato di formulare qualche frase confusa, che al porcospino era sembrata solo uno stupido modo di adulare per conquistarsi il suo perdono.
Non voleva farlo notare, ma lui era stato male tanto quanto il suo amico. Le sue previsioni erano sbagliate: confessarsi e ricevere un ‘no’ gli aveva scombussolato completamente la vita, al contrario di come auspicava. Invece di smettere di pensare al guardiano, il minestrone di sentimenti si era fatto più ambiguo di com’era già stato. Ancora allora provava rancore, dispiacere, inquietudine. Sapere che perlomeno anche il ragazzo dal pelo carminio non aveva passato un bel periodo sempre a causa delle sue risposte poco garbate, lo aveva appena appena confortato. Se lo meritava. E, ne era certo, non avrebbe lasciato correre i suoi modi offensivi di esprimere un parere, oltretutto sbrigativo e su cui avrebbe potuto riflettere almeno un po’ di più. Avrebbe rifiutato qualsiasi sua proposta, senza indugi. Voleva fargliela pagare, non gli importava della sua salute. La sua coscienza avrebbe potuto parlare quanto voleva, non avrebbe ascoltato. Non un’altra volta. Poteva tranquillamente soffrire in silenzio.
“Knuckles.” Aveva detto senza lasciar finire il discorso al ragazzo dagli occhi viola “Non m’interessa quello che hai da dirmi. Sei uno stronzo e basta, e non hai scusanti. Me ne vado.”
Così come aveva fatto il riccio il giorno in cui si era dichiarato, il guardiano gli aveva afferrato il polso e lo aveva tirato verso di se.
“La verità è che non ho smesso di pensare a te neanche per un istante. Shadow, ormai credo di non poter vivere se non mi sei vicino.” Senza riflettere aveva preso tra le mani il viso del cinico compagno e lo aveva baciato con passione. Il ragazzo dai capelli scuri aveva chiuso gli occhi, tentando di assaporare ogni singolo secondo di puro amore che il suo amante gli aveva concesso. Aveva sentito come un peso staccarsi completamente dal corpo e volare verso l’alto… a quanto pare l’amico ricambiava il suo caldo affetto. Improvvisamente era tornato alla realtà. E se quel bacio fosse stato solo un contentino che l’echidna gli aveva donato per svincolarsi dai soffocanti sensi di colpa? Sarebbe stata la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso.
Aveva spinto il suo beneamato lontano da se, notandone l’espressione confusa e anche un po’ dispiaciuta.
“Perché mi hai baciato?” gli aveva chiesto accigliato.
“N-non volevi?” si era scusato dispiaciuto il ragazzo. Non capiva: se Shadow si era preso una cotta per lui, perché interrompere l’unico momento in cui lui, anzi, loro si sentivano più leggeri, liberi dall’oppressione causata dai loro pensieri?
“Knux” non sapeva nemmeno perché lo aveva chiamato così “se non ti piaccio, non cercare di costringerti. Starò male ancora per qualche giorno, ma almeno tu non soffrirai a causa mia. Se sai che non è questo ciò che desideri, ti supplico, non baciarmi mai più. Non illudermi che possa durare, che possa continuare in eterno.”
“M-ma è ciò che desidero!” aveva risposto quasi offeso. “Ti amo e basta! Ti prego, non lasciarmi qua da solo! Ho bisogno di te.” Non si era neppure accorto di ciò che stava dicendo. E pensare che quando sentiva Amy che diceva le stesse identiche frasi quasi rigettava il pranzo. Si era reso conto che nonostante il cuore fosse analfabeta ed ignorante, comandava la sua lingua e la sua bocca senza scrupoli.
Shadow lo aveva osservato ed aveva ridacchiato leggermente abbracciandolo.
“Va bene.” Aveva sussurrato all’orecchio del più giovane “Se lo desideriamo entrambi, allora possiamo stare insieme.”
“Si. Lo desidero.”
 
...
 
Era passato un mese circa dalle promesse che i due si erano fatti. Per qualche tempo avevano tenuto segreta la loro relazione, ma dopo essersi baciati diverse volte in pubblico, erano stati costretti a dichiarare il loro reciproco amore a tutti i loro amici. Per la maggior parte di loro, in modo particolare per Sonic, questa rivelazione era stata qualcosa di scioccante. Il riccio blu, incredulo, non era riuscito ad accettare subito la questione, e anche se sapeva, o perlomeno aveva sentito dire dalla sua noiosa spasimante, che quando il vero amore parlava non vi era nulla che lo poteva ostacolare, si era sentito quasi disgustato nel vedere due dei suoi più cari compagni in veste di omosessuali. Non si sentiva omofobo, però pensava che tutte quelle sdolcinatezze potessero compromettere gli esiti delle loro battaglie. Certo non sapeva che uno dei passatempi preferiti dei novelli fidanzati era fare la lotta, e riusciva ad immaginarli solamente con delle corone di margherite sul capo, a passeggiare nei campi di tulipani.
Questo rifiuto quasi involontario del loro amore non aveva turbato minimamente l’animo dell’impassibile riccio nero, che mostrava la parte più remota del suo spirito solamente al guardiano. Quest’ultimo però a causa delle critiche si era demoralizzato e aveva cominciato a pensare che, nonostante il suo cuore gli dicesse che Shadow era l’uomo con cui voleva passare il resto della sua esistenza, forse non era poi una cosa tanto giusta.
Il riccio nero se ne era accorto, e nonostante tutte le belle parole che tentava di impiegare per sollevargli il morale, il ragazzo non faceva altro che deprimersi sempre di più. Sebbene tutti i battibecchi fossero cessati nel giro di quindici giorni, ancora sentiva un insopportabile senso di sconforto nel tenere la mano di Shadow in pubblico. Qualche volta aveva perfino preso in considerazione l’idea di andarsene, di lasciarlo solo, di rifiutare ancora una volta i suoi sentimenti. Poi guardava il porcospino, e capendo di essere l’unica persona in grado di farlo sorridere, si rendeva conto che avrebbe semplicemente ucciso entrambi, separandosi da lui.
 Ed eccolo, nel suo letto, abbracciato al suo ragazzo ormai addormentato da qualche ora, a riflettere. Un’altra notte insonne. Un’altra notte per pensare. Sarebbe mai finito quello strazio?
 
End: Notti insonni.
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Bluereddino