Amore
Amore. Solo una
parola.
Nessuna magia. Nessun mondo
rosa. Niente.
Se lo ripetevi all'infinito
e abbastanza velocemente, perdeva significato. Come ogni altra
parola.
Se vivevi la realtà ogni
giorno, perdeva consistenza.
Amore.
Rein guardò il sole
tramontare all'orizzonte, pensando che, insieme a lui, svaniva tutto. Tutto il
mondo apparentemente perfetto che si presentava alla luce; quell'artificiosa e
finta realtà moriva con il giorno.
A
breve sarebbero state le tenebre a farla da padrone, svelando verità
inconfessabili che emergevano nel buio, che si celavano tra le ombre e sbucavano
al sopraggiungere della notte.
Con la tristezza nel cuore percorse il corridoio della reggia, fermandosi a pochi passi dalla porta della camera da letto: i gemiti della nuova concubina di suo marito la raggiunsero, senza causarle alcuna emozione. Non le importava come trascorreva il suo tempo: per entrambi era stato un matrimonio obbligato e l'unico contatto fisico che avevano avuto in quattro anni era stato il bacio sull'altare.
Eppure, agli occhi di
Wonder, erano una coppia felice. Perché il mondo non vedeva l'altra faccia della
medaglia, quella che restava in ombra.
Amore. Un sogno di
bambina.
Una chimera. Una meta
irraggiungibile. Una beffa.
Qualcuno che ti strappava il
cuore e lo gettava lontano; era questo l'amore.
Qualcuno che non tornava in
tempo per impedirti di commettere l'errore più grosso della tua vita; era questo
l'amore.
Amore.
Si diresse nella sua vecchia stanza, quella che un tempo aveva diviso con la sorella. Fine era scappata, era sfuggita alle responsabilità del suo titolo e a delle nozze combinate. L'aveva abbandonata.
Per
cosa?
Perché era quella ribelle,
istintiva, immatura…vigliacca. Innamorata.
Sì,
per Fine esisteva ancora la parola amore: si era rifugiata da Shade, l'aveva
sposato di nascosto a tutti ed era stata diseredata…era stata cancellata dalla
famiglia. Era diventata l'incubo e l'ossessione di Rein.
Se
la sua gemella aveva deluso il regno e i genitori, Rein non doveva farlo, doveva
dimostrarsi una principessa responsabile e matura, che metteva il bene del suo
popolo davanti al proprio. Che chinava il capo e ubbidiva.
Che
accettava le decisioni di un padre che aveva riposto su di lei le sue speranze
di risollevare un regno al declino.
Che
all'amore aveva sostituito l'indifferenza.
Amore. Qualcosa che le era
stato negato.
Un battito. Un istante. Ieri
e non oggi. Non domani.
Continuare a vivere in un
ricordo che dava solo dolore; questo era diventato l'amore di
Rein.
Desiderare l'odio, eppure
non riuscire a provarne; questo era il tormento di
Rein.
Amore.
Lei non aveva avuto nessuno da raggiungere, nessuna via di fuga. L'unica speranza di salvezza era svanita il giorno del matrimonio, quando lui non era intervenuto.
Anche lui aveva preferito
scappare invece che affrontare il giudizio del giorno. Dopo la sconfitta del
Cristallo Oscuro, gli sguardi, i sussurri, le dita che lo indicavano…tutto,
insomma, gli era stato insopportabile. Wonder e le sue diurne apparenze non
poteva permettere che una creatura dell'ombra camminasse impunemente sotto il
sole.
Se
ne era andato, lasciandola per sempre.
Rein, che aveva costruito su
di lui la sua vita e il suo futuro.
Rein, che aveva sperato fino
all'ultimo secondo di vederlo irrompere nella chiesa.
Rein, che aveva capito cosa
fosse davvero l'amore.
Amore. Cinque
lettere.
Il dolore. La delusione. I
sogni infranti.
Malgrado tutto, immaginare
ancora una vita diversa. Per non esplodere.
Non essere in grado di
accettare il ruolo che tutti si aspettavano da te. Perché eri stanca di
recitare.
Amore.
Aprì la porta e venne accolta da una voce che aveva lo stesso suono delle pagine di un vecchio album di fotografie: suono di passato, della polvere degli anni, dell'amarezza del ricordo.
-Rein, sei ancora
bellissima.
Una
sagoma scura che si stagliava contro il telaio della finestra, invariata
nonostante il trascorrere del tempo. Il principe che l'aveva abbandonata e
costretta a quell'esistenza di falsità e maschere.
-Bright.
Ma
il dolore aveva soffocato il sentimento del passato. Il dolore…o
l'egoismo.
-È
tardi per tornare.
-Davvero?
-Sì-
-Sei sposata ad un uomo che
non ami e che non ti ama, non hai nemmeno consumato il matrimonio. È tutto come
un tempo. Non è cambiato niente.
-Siamo cambiati noi- disse
decisa, fissandolo negli occhi. Bastò quel gesto perché Rein capisse tutto in
una manciata di secondi.
La
verità sulla sua partenza le fu chiara: aveva scelto le tenebre. Stavolta per
sempre.
Aveva scelto la realtà, il
buio, il lato vero del mondo. Aveva deciso di prendersi gioco del
sole.
In
un mondo finto, aveva scelto d'essere vero.
Bastò un semplice gesto per
comprenderlo…e pochi istanti per ritrovarsi a gridare di piacere sotto di lui, a
perdere quella verginità con il principe per cui l'aveva
mantenuta.
Labbra contro labbra,
respiri roventi che si fondevano come i loro corpi, gemiti che si inseguivano,
mani che febbrilmente si cercavano. Era quanto di più lontano ci fosse dai sogni
romantici di Rein, eppure non si opponeva.
Amore.
Un incontro di corpi. Una
cosa carnale. Nessuna poesia.
Cogliere l'attimo senza
porsi domande. Questo era ciò che le veniva concesso.
Amare la notte invece che il
giorno. Questa era la sua sola fuga.
Amore.
Il
fuoco si estinse con le prime luci dell'alba, quasi che il sole lo considerasse
impuro e lo costringesse a rifugiarsi nelle ultime ombre.
-Chi sei ora, Bright?-
domandò Rein.
-La
vergogna del mondo, perché ho scelto l'oscurità invece che le apparenze. La rosa
nera che nasce e vive sotto il sole, obbligandolo ad ammettere l'oscura bellezza
dei suoi petali. La goccia che farà crollare la diga- rispose. –Sono questa
notte…e tutte le notti che vorrai.
-E
ci sarai sempre?
-Cercami nella notte, nel
buio, nel mondo reale che entrambi abbiamo sempre voluto. Io sarò lì, tutte le
volte che vorrai, per darti ciò che il giorno ti nega.
Amore.
Non era che un altro modo di
guardare le cose.
Una falla in mezzo ai
compromessi.
Amore.
Qualsiasi cosa fosse, se esistesse o meno…a Rein non importava più ora che Bright era tornato.
Ora
che aveva un motivo per aspettare la notte.
FINE
Allora…quando una si mette a
scrivere all'una di notte è certo che non ne verrà fuori niente di sensato. In
questo caso si sfiora addirittura l'assurdo e non so chi di voi avrà il coraggio
di commentare questa cosa che non sapevo nemmeno in che categoria
mettere.
Non so: io
sono abbastanza perplessa e non so ancora darle un giudizio. Lascio a voi questo
compito.