Particolare, I
A te, Ostarrîchi,
lascio i miei occhi, affinché tu veda e preceda, nella misera, la virtù. Ti lascio le mie pupille che han visto nel buio, il loro pallore e la loro acutezza, il riverbero che per te sarà intuito, e non vi sarà nulla più ad ingombrare le tue terre di confine; nulla più impedirà il tuo sguardo sbeccato.
A voi, Suedan e Liech,
lascio il mio mantello, così che vi copra e lasci su di voi l'occhio di nessuno, perché avete cuore si buono che non dev'essere guastato. Vi lascio ciò che mi ha stretto le spalle nel freddo, che vi copra nel gelo e vi permetta di non chinar la schiena; che vi faccia vicini l'un l'altro. Proteggi Liech, Suedan, ch'è il mio cuore; Liech proteggi Suedan, che non v'è nulla di più terribile che un uomo solo.
A te, Houtland,
lascio il vento, che da parte a parte del mondo non si può comprare. Fallo tuo, e con esso dipingiti il volto, che nasconda le tue lacrime e secchi in bocca la bile, che sia potere fra le tue mani e gonfi le vele nei tuoi porti, Houtland; da lui lascia fiorire il tuo istinto, poiché non vè nulla di più poderoso di quel che nasce dal cielo.
A te, Svea Rike,
lascio la mia terra natale, così che tu possa governarla e farla tua come credi: essa ti cullerà portandoti il mio consiglio, e nessuno potrà giungervi per recarti male.
Ti lascio le selve e le felci, Sueonia, ti lascio il Regno del Re, ti lascio il mio trono affinché sia comodo per sedersi, sebbene sia solo un ceppo di quercia. Ti lascio fiumi perché ti dissetino, ti lascio monti sui quali potrai tendermi mano; ti lascio l'inverno, in modo che tu possa conquistarlo.
A te, Gilbert, che sei padre dei Watelabi, Sorabi, Obodriti, Boemani,
lascio la mia spada, e tu l'unico a poterne impugnare l'elsa. Che lei sia il tuo braccio, che tu possa usarla con ferocia: alle tua spalle v'è l'ombra della Sassonia e dell'Assia, sulle tue membra troverai sangue e alle streghe mostrerai le tue fauci aperte.
Ti lascio la mia forza e la mia potenza, l'inestinguibile ricerca del valore e del coraggio; ti lascio una lama che dovrai affilare, e al tuo nemico volgerai sempre la fronte.
A te, figlio di Ottone,
Sacro Romano Impero Germanico,
lascio la mia corona.
Con essa i suoi poteri e le sue voglie, con essa la mia influenza: impera, sui nuovi Ermioni, sugli Ingevoni e sugli Estevoni; poni palmo sulla tua terra, ed essa ti obbedirà. Ti lascio le spalle pesanti, ti lascio gli déi ed i loro capricci, ti lascio braccia abbastanza grandi per poter cingere con furbizia e cuore il tuo regno,
Ti lascio
la mie foreste, la radura silente, così che tu sia verde,
che le piaghe non ti facciano più male, che dalla tua bocca non esca più sangue, affinché tu dorma sotto radici gonfie, sul canto di scudi e lance.
Note: Uno speciale, per ricordarvi che ancora campo e ancora lavoricchio su questi mostriciattoli.
Nel caso vi siano dubbi, questo è l'ordine in cui si parla dei nipotini: Austria, Lily e Vash, Olanda, Svezia, Prussia, Sacro Romano Impero.
Tengo moltissimo a questo capitolo- lo trovo, innanzitutto, la prima vera partecipazione di Ariovisto alla raccolta. Spero vi abbia lasciato qualcosa- spero, anche, che abbiate qualche osservazione da farmi.
Sono in bilico fra diversi progetti, potrete forse vedermi prossimamente con nuovi lavori, oltre ai prossimi capitoli di questa fic!
Grazie infinite per il tempo, la pazienza. Penso sia stata la raccolta che mi ha più ispirato, emotivamente mosso e accompagnato: far si che vi piaccia è solo un piacere.