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Autore: Katy123    02/10/2016    1 recensioni
"Tu vai a Chicago? Me se è già un miracolo che arrivi sana e salva al lavoro, come farai a vivere da sola e per giunta sotto copertura? E no, non sei James Bond, quindi non farti strani film mentali dove sei un'agente supersexy con tre pistole, due fucili e un cannone nella borsa."
"Nei miei film mentali ho anche una granata come fermaglio per i capelli" risposi.
"Ah ecco, così anche se dovesse esplodere per sbaglio non perderesti il cervello, visto che non ce lo hai più da molto tempo. Ammesso che tu ce lo abbia mai avuto..."
Sono Claire Morgan, ho 22 anni e un fratello con poca stima verso la sottoscritta... Diciamo pure inesistente.
Genere: Comico, Generale, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stavo ancora dormendo tranquillamente nel mio lettone con il piumone che mi teneva stretta a sè quando il vincitore del premio "rompiscatole della giornata" cominciò a bussare sempre più forte alla porta.... E io mi girai dall'altra parte sperando che fosse solo un brutto sogno. Se speravano di tirarmi giù dal letto di sabato mattina prima delle 10, si sbagliavano di grosso.
E invece dopo circa cinque minuti, quando la porta stava tremando sui cardini, mi resi conto che non era un sogno. E mi alzai, purtroppo.
"Ti conviene avere la colazione, altrimenti puoi anche tornartene a casa" dissi prima di aprire la porta a... 
"Cameron! Ti sembra questa l'ora di..." Rompere le scatole? Tirarmi giù dal letto? Separarmi dal mio piumone contro la mia volontà?
"...Bussare?"
"Lo so, sono un vero rompiscatole a tirarti giù dal letto alle nove e cinquantacinque. Comunque spero che tu possa perdonarmi visto che ti ho portato la colazione."
"Beh... Per questa volta ti perdono. Tu hai già mangiato?" Non dirmi che devo dividere la mia colazione con te!
"Sì sì, e poi sai che non ho mai tanta fame al mattino."
"Giusto. Allora, a cosa devo questa visita?" chiesi mentre addentavo il primo doughnut ricoperto di cioccolato.
"Sono venuto a chiederti come stavi. Sai, per ieri sera... Non ti ho più vista da quando sei andata dentro la fazione con Eric."
"Ah giusto! Scusami per essere scappata via così velocemente, ma già vederlo con una ragazza non è stata la cosa migliore che potesse capitarmi, per di più zoppicava...."
"E perchè? Cosa gli era successo?"
"A quanto pare era stato aggredito da alcuni esclusi. E Cassandra è stata così gentile da fargli compagnia mentre una macchina lo portava alla fazione."
"Visto che non c'era niente di cui preoccuparsi?"
"Oh no, non sai cos'è successo dopo. Quando siamo arrivati in infermeria, la ragazza non smetteva di tenergli la mano e lo ha chiamato addirittura AMORE!!! Ma ti rendi conto?"
"Mi rendo conto che Eric è fortunato ad essere ancora vivo, conoscendoti."
"Beh... Sì, credo sia sopravvissuto alla notte."
"Perchè non avrebbe dovuto?" chiese leggermente agitato mentre tentavo di evitare il suo sguardo.
"Claire, dov'è Eric?"
"Sta bene, rilassati. Forse avrà passato la notte in bianco, ma è normale, visto quello che gli è successo. Voglio dire, se fosse successo a me non avrei dormito per intere settimane!"
"Sì sì, non pensare di fregarmi. Te lo chiedo di nuovo, dov'è Eric?"
Cercai di evitare il più possibile il suo sguardo, ma nè il soffitto nè il pavimento erano poi così interessanti così alla fine indicai il pavimento.
"Lo hai nascosto sotto le assi del tuo pavimento?" 
"Ma no! Secondo te farei una cosa del genere?" 
Cam alzò un sopracciglio e prima che facesse commenti gli dissi che era in ospedale.
"Oddio, lo hai addirittura picchiato? Non ti sembra una reazione un po'... Esagerata?"
"Non lo ho picchiato! L'ho medicato e ho pensato che fosse meglio che passasse la notte in ospedale... Sai, per sicurezza."
"Già... Non so quanto possa essere al sicuro vicino a te, sinceramente."
"Ma perchè hai così poca fiducia in me?"
"Mmm non lo so... Forse perchè ti conosco da abbastanza tempo per permettermi di avere alcuni dubbi sulla tua sanità mentale?"
"Ok ok, lascia che mi cambi e poi ti accompagnerò a controllare il capofazione di persona."

Dieci minuti dopo eravamo davanti alla camera di Eric.
"Vogliamo entrare?" mi chiese Cam vedendo che mi ero bloccata davanti alla porta. 
Non ero sicura che Eric fosse contento di vedermi dopo che ieri sera che lo avevo abbandonato lì da solo, ma non potevo restare lì impalata ancora per molto. 
Abbassai la maniglia ed entrai piano. 
Eric era disteso con la testa sotto  il cuscino mentre cercava di coprire i rumori dei suoi compagni di stanza. Dubito che avesse dormito quella notte.
"Sta cercando di soffocarsi?"
"No, non è mica disperato." Oddio, forse sì.
"Sta cercando di coprire i rumori."
"Senza successo, purtroppo" disse Eric mentre si metteva seduto.
"Buon giorno, caro. Hai dormito bene?" chiesi mentre mi avvicinavo al suo letto.
"E me lo chiedi anche?" 
"Devo prenderlo per un sì?"
"No. Per niente."
"Dai, non arrabbiarti. L'ho fatto per il tuo bene."
"Davvero? Hai fatto bene a dirmelo perchè non lo sapevo. E la fasciatura che mi hai messo mi fa male."
"Forse l'ho stretta troppo."
"Forse?"
"Sì, forse. Perchè forse nel momento in cui ti stavo medicando qualcuno mi ha fatto innervosire."
"Ti ho già spiegato come stanno le cose."
"Sì sì, va bene" dissi mentre gli toglievo le bende. 
"Il braccio va già meglio comunque. La gamba ti fa ancora male?"
"Un po'..."
"Prova a camminare."
"Non ce la faccio."
"Tranquillo, se cadi ti prende Cameron." 
Eric si voltò per la prima volta verso il mio amico, lo squadrò dall'alto al basso e poi disse:
"Adesso che ci penso sono sicuro di riuscirci da solo." 
Una persona normale avrebbe appoggiato una gamba alla volta il più delicatamente possibile. Ma non sia mai che Eric venga definita una persona normale... 
Saltò giù dal letto come se stesse atterrando su un tappeto elastico e si aggrappò subito al comodino prima che cadesse per terra. Allora sì che sarebbe stato necessario ricoverarlo per una settimana intera!
"Mmmm... Era necessario saltare?"
"Stai minando la mia autostima già più bassa del solito" mi avvisò.
"Che ne dici di camminare un po'? Ti aiuto io" dissi lasciando che si appoggiasse a me.
Ok, premettiamo che io per "aiuto" non intendevo "stringimi tra le tue braccia in modo possessivo", ma evidentemente Eric era di tutt'altro avviso.
"Vedo che non c'è più bisogno del mio aiuto qui. Ci vediamo al lavoro, Claire!" mi salutò Cam mentre usciva imbarazzato dalla stanza.
"E' stato un piacere conoscerti, Eric." E si chiuse la porta alle spalle.
"Peccato che io non possa dire lo stesso..."
"Eric! E' stato gentile a venire a trovarti."
"Sì sì, come se lo avesse fatto per me."
"In ogni caso potevi evitare di metterlo in imbarazzo."
"Perchè? Cosa ho fatto?"
"Cosa hai fatto?! Hai presente quando mi hai abbracciato in quel modo strano come per dirgli non guardare la mia ragazza?"
"Uuu, allora ha capito il messaggio."
"Tutti hanno capito il messaggio, anche i tuoi compagni di stanza" dissi mentre indicavo con lo sguardo i quattro signori che mi fissavano da quando ero entrata.
"Ok, allora se ti senti così a disagio che ne dici se facciamo un giro nel cortile? Sono passati un paio di anni dall'ultima volta in cui ci sono andato..."
"Ma se sei venuto qui solo due settimane fa..."
"Sì, beh... Non ho avuto tempo per andare a fare un giro lì."
"Sì invece. Ci eravamo nascosti insieme dietro un cespuglio."
"Ah, forse adesso mi ricordo... Comunque andiamo in cortile."
"Va bene..." dissi mentre lo accompagnavo all'ascensore.
Non so perchè, ma avevo la sensazione che non volesse andare in cortile solo per fare un giro...


Ciao a tutti! Scusate se ho aggiornato tardi, ma ho passato la domenica a letto con l'influenza e non avevo neanche la forza di prendere in mano il computer. Spero che il capitolo vi piaccia!
Baci,
Katy


   
 
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