AVVISO PER I LETTORI: QUANDO HO INCOMINCIATO A PUBBLICARE QUESTA
RACCOLTA DI ONESHOT, NON RIUSCIVO A RINTRACCIARE L’AUTRICE. FINALMENTE L’HO
TROVATA, E ADESSO HO IL SUO PERMESSO, QUINDI QUELLO CHE SEGUE NON E’ PIU’
VALIDO
Autrice: Rhysenn
Rating: vari
Pairing: HP/DM
Oneshot
by Rhysenn
Introduzione
Salve
a tutti!
Non
so quanti di voi conoscano questa autrice, perché magari leggete anche le fic
in lingua originale, o anche solo per aver letto la traduzione di “Pozione
Irresistibile” di Hepona. Che la conosciate o meno, a mio modesto parere è una
delle migliore autrici di fic di Harry Potter che ci siano in circolazione.
Scrive prevalentemente slash, e prevalentemente Harry/Draco… quindi, era ovvio
che mi imbattessi in lei!
Dal
momento che ho deciso di tradurre diverse sue oneshot, ho pensato che era più
facile gestirle tramite una sorta di raccolta, in cui i capitoli manterranno in
ogni caso valenza di storie singole e potranno quindi essere letti in ordine
casuale, essendo indipendenti l’uno dall’altro.
Il
motivo per cui ho scelto di fare quest’introduzione, comunque, non è questo. Il
punto è che ho tentato in ogni modo di rintracciare l’autrice per farmi dare il
permesso di pubblicare la traduzione, le ho mandato mail per diversi mesi, ma
non ho ricevuto alcuna risposta. Inizialmente sono stata tentata di rinunciare,
è la prima volta che traduco senza il permesso dell’autore, e in tutta onestà
sono un po’ a disagio nel farlo. Però i suoi lavori sono davvero bellissimi, e
mi dispiacerebbe molto dover rinunciare. Quello che mi ha definitivamente
convinto è un trafiletto che ho trovato sul suo sito, che per altro lei non
aggiorna da Settembre, che recita:
Please email me if you have translated IP or any of my other stories into another language, so that I can link you on my site. Thanks.
Ovvero:
Per favore scrivetemi se avete tradotto IP (Irresistible Potion) o un’altra delle mie storie in un’altra lingua, cosicchè io possa mettere il link sul mio sito. Grazie.
Leggere
questa cosa mi ha dato l’idea che non sia contraria alla traduzione, ma voglia
semplicemente esserne informata (infatti sul sito seguono diversi link di
traduzioni in varie lingue). Io le ho mandato tantissime mail, anche se come vi
dicevo non ho ricevuto alcuna risposta, e quindi ho deciso di prendermi la
responsabilità di pubblicare ugualmente, fermo restando che al minimo cenno di
dissenso dell’autrice toglierò all’istante le traduzioni dal web.
Per
completezza di informazione, questo è il link del sito di Rhysenn
http://rhysenn.morethanart.org/
se
leggete in inglese ve lo consiglio vivamente, è una miniera d’oro. Ve lo
consiglio comunque, perché anche per chi non capisce la lingua c’è una sezione
fan art con molti disegni ispirati alle sue fic… sono davvero carini.
mentre
questa è la sua mail
Scusatemi
se ho utilizzato un capitolo solo per questo, ma mi sembrava doveroso darvi
queste informazioni, e non volevo rovinare l’atmosfera di una oneshot
mettendole prima… così dal secondo capitolo inizio a pubblicare le shot, ognuna
col commento d’introduzione dell’autrice stessa. Grazie per la pazienza!
E
un grazie particolare ad Hepona, senza di lei forse non avrei mai conosciuto
quest’autrice strepitosa.
Una
dedica particolare a Rowan_MyFair (ma dove sei sparita?), che ci teneva a
leggerle.
Lori
Titolo: Raincoat! Draco (L’impermeabile di Draco)
Autrice: Rhysenn
Traduttrice:
Lori
Rating:
PG-13
Pairing: HP/DM
capitolo unico
Raincoat! Draco
[fic di una giornata
assolata ]
Harry
sedeva sul letto nella sua stanza, o meglio, nella seconda camera da letto di
Dudley, dove era costretto a soggiornare ogni volta che ritornava a Privet
Drive durante le vacanze. Il motivo per cui gli era stato concesso il “lusso”
di una camera da letto, al di là del fatto che probabilmente non sarebbe
entrato nel sottoscala ora che era quasi diciassettenne e molto più alto, era
che lo zio Vernon era ancora irritato riguardo al presunto padrino assassino di
Harry e ad i suoi amici maghi in generale. Il trauma di Dudley che si era
ritrovato con la lingua gonfiata al formato di un pitone tre anni prima era
ancora vivo nella mente dei Dursley.
Harry
stava provando a leggere i suoi libri per l'anno successivo - aveva il libro di
Trasfigurazione aperto davanti a sé, travestito con il rivestimento di uno dei
vecchi libri di Dudley sui dinosauri. Era un assolato, caldo mercoledì
pomeriggio all'inizio di giugno, e tutto ciò che Harry desiderava era essere
lasciato solo per leggere. Era completamente assorbito dal capitolo che
riguardava le trasformazioni in Animagus quando il campanello suonò al piano
inferiore, due volte di fila, seguito da un bussare urgente al portone. Harry lo ignorò. Il campanello squillò ancora, questa volta tre volte di seguito.
“Harry!”
Muggì lo zio Vernon giù nella sala, con voce assonnata ed irritata. “Va ad
aprire alla porta! Noi stiamo dormendo!” L'intera famiglia Dursley stava
schiacciando il quotidiano pisolino pomeridiano, e non gradiva affatto essere
disturbata.
C’era
un tamburellare impaziente sulla porta ora - chiunque fosse, lui o lei era
davvero insistente. Harry fece un sguardo torvo mentre posava il suo libro e
scendeva stentatamente le scale. Era probabilmente un commesso, o il postino –
i Dursley non avevano molti amici, ad ogni modo. Harry raggiunse il portone,
sganciò il passante ed aprì - i suoi occhi si sbarrarono, e la mascella si
spalancò dallo shock.
“Malfoy?”
Draco
Malfoy stava in piedi sul gradino della porta di ingresso del numero 4 di
Privet Drive, e sembrava molto mortificato - e indossava un impermeabile
rosso, avvolto strettamente intorno a sé come se fosse il cuore dell'inverno
anziché il cuore dell'estate. Ai piedi calzava degli stivali giallo cangiante,
visto nell’insieme somigliava all'orso Paddington. Con sorpresa di Harry,
Malfoy sembrò davvero sollevato di vederlo.
“Oh,
bene, avevo paura di ricordare l'indirizzo sbagliato,” disse Malfoy,
continuando a tenere l’impermeabile strettamente chiuso sul davanti, apparendo
leggermente ridicolo ad indossare vestiti invernali sotto il caldo sole
soffocante.
Harry
sembrava incredulo. “Direi che tu hai decisamente ricordato l’indirizzo
sbagliato!” Stava ancora guardando sbalordito Malfoy. “Che diavolo ci fai qui,
Malfoy? Questo è un quartiere babbano!”
Malfoy
gli lanciò un’occhiata piena di sofferenza . “Pensi che non lo sappia?
Ascoltami, Potter, sono un po' in difficoltà e ho bisogno che tu mi aiuti.”
“Perché
indossi un impermeabile?” domandò Harry incuriosito, lasciando che il suo
sguardo scorresse su e giù per il corpo di Draco. “E che mi dici degli stivali?
Fa un caldo infernale oggi, perché sei vestito in questo modo?”
Draco
sembrò offeso. “È esattamente questo il mio problema, d’accordo?” Lanciò uno
sguardo alle sue spalle, poi si voltò di nuovo verso Harry. “Senti, potresti
lasciarmi entrare? Ti spiegherò quando saremo dentro.”
“No,”
rispose automaticamente Harry, accigliandosi. “Non puoi semplicemente saltare
fuori e chiedere di entrare! Ti presenti alla mia porta vestito come un
eschimese nel deserto, e pensi che ti lasci entrare in casa senza prima sapere
che sta succedendo?”
Draco
emise un suono esasperato. “Va bene, va bene, le cose stanno così.” Si
avvicinò, ed abbassò la voce, “Ho studiato materializzazione per conto mio
durante le vacanze - ed ho provato a materializzarmi proprio ora, per scoprire
se posso farlo. Bene, qualcosa è andato leggermente storto, ed invece che a
Diagon Alley sono finito in una certa vecchia tettoia ripugnante a Dias Avenue,
che è giusto ad una strada di distanza da qui.” Draco sembrava molto stressato.
“E questa non è la parte peggiore.”
Harry
si domandò quanto peggiore, o forse più divertente, la situazione potesse
diventare. “Che altro è successo?”
Draco arrossì lievemente; Harry pensò tra sé e sé che Draco sembrava piuttosto carino con le guance tinte di un imbarazzante color rosa. “Beh, ho anche avuto una specie di smembramento.”
“Smembramento?”
Harry spalancò gli occhi e diede rapidamente un’altra occhiata a Draco,
terrorizzato di scoprire che a Malfoy mancassero un arto o due - ma Draco
sembrava completamente intatto, e fu contento di questo.
Draco
vide l'espressione allarmata di Harry e continuò frettolosamente, “Non
smembrato, come se avessi lasciato indietro pezzi di corpo! Smembrato, come se,
avessi lasciato indietro... pezzi di vestiti.” Draco assunse una tonalità ancor
più attraente di colore rosso, abbinato al suo impermeabile.
Harry
batté le palpebre, quindi esplose in una risata mentre la rivelazione lo
colpiva. “Oh mio Dio! Ti sei materializzato nudo?”
“Oh,
chiudi il becco, Potter.” Draco si passò una mano tra i capelli, sembrava
agitato. “Questo stupido impermeabile è l'unica cosa che ho trovato nella
maledetta tettoia in cui sono apparso. E anche gli stivali.”
Harry
sorrise maliziosamente, con aria ancora altamente divertita. “Quindi, Malfoy...
sotto quel tuo appariscente impermeabile rosso, veramente… non… indossi nulla?”
Draco
strascicò i piedi, spostando scomodamente il peso. “Smettila di farla lunga,
vuoi Potter? Solo lasciami maledettamente entrare.”
Harry
stava giusto per replicare stizzoso che l’unico posto dove avrebbe condotto
Draco sarebbe stato fuori dalla porta a calci, quando sentì lo zio Vernon
muggire da dietro. “Chi diavolo è, Harry? Con chi stai parlando?” Un Vernon
assonnato e brontolante apparve al suo fianco alcuni secondi dopo, e provò a
sporgere la testa verso l'esterno della porta per vedere chi c’era.
Harry
imprecò interiormente, e pensò rapidamente a cosa fare prima di girarsi verso
lo zio Vernon. “Oh, um, questo è Draco, uno dei miei compagni, della uh, scuola
elementare .” Harry immaginò che dire che Draco fosse un suo compagno di classe
in qualsiasi altro luogo diverso dalla scuola di magia avrebbe reso lo zio
Vernon più tranquillo. Harry deglutì, e continuò, “Vive a qualche isolato da
qui, ed ora suo padre lavora da, um, Armani- è un direttore. Molto ricco e
affermato,” aggiunse Harry per sicurezza.
Le
parole ‘ricco’ e ‘affermato’ ebbero un effetto magico sullo zio Vernon, che
improvvisamente guardò Draco con interesse rapito. “Davvero? Suo padre lavora
da Armani, dici?” Lo pronunciò ‘Armanny’, ed Harry roteò gli occhi - era ovvio,
che cosa poteva saperne zio Vernon di Armani, in ogni caso? Il massimo che
probabilmente aveva mai visto erano alcuni negozi di Armani in centro.
“Si,”
rispose Harry, ora più sicuro. “Suo padre possiede un terzo delle azioni di
Armani, a dire il vero - e visto che sono così ricchi e tutto il resto,
Draco sta facendo un giro per le sfilate di moda con suo padre.”
Lo
zio Vernon ora fissava Draco come se fosse vestito d’oro e non con uno sciocco
impermeabile rosso. “Bene, bene, è davvero molto piacevole da sapere! Sono
Vernon Dursley, lo zio di Harry,” e fece a Draco un vasto, falso sorriso, “è un
piacere conoscerti, Draco - e che affascinante, insolito nome hai, suona così
esotico - ma caro il mio ragazzo, perché sei vestito con un impermeabile con
questo caldo?”
“Uh,
lui è anche un modello per l’ultima collezione di Armani,” tagliò corto Harry
rapidamente, pensando velocemente, “e sta um, indossando la collezione
invernale di Armani adesso. Per questo l’impermeabile. Sta giusto tornando
dall'esposizione di moda a Londra, a dire il vero.”
Draco
stava sorridendo, e reggeva il gioco molto bene; era esattamente un affabile e
grazioso giovane modello mentre allungava la mano per prendere quella dello zio
Vernon, e scambiò convenevoli in modo perfetto. Harry pensò che Lucius Malfoy
(azionista inesistente della Armani Co.) doveva aver insegnato a suo figlio i
modi adeguati per le occasioni come questa.
Naturalmente,
Harry sapeva che la trama che aveva appena intessuto faceva acqua da tutte le
parti - per esempio, che cosa ci faceva Draco lì nel suo modello se
l'esposizione di moda era a Londra? Dove erano gli autisti – non avrebbero
dovuto guidare la macchina se il padre di Draco fosse stato realmente così
ricco e famoso? Ma fortunatamente, il mero pensiero di avere un ragazzo ricco
con un padre famoso alla sua porta era abbastanza per fornire allo zio Vernon
un ottimo motivo.
“Ad
ogni modo,” continuò Harry, prima che lo zio Vernon cominciasse ad interrogare
ulteriormente Draco, “Draco ha lasciato le sue valige a Londra per errore,
quindi si stava giusto domandando se sarebbe potuto entrare e fare una doccia,
forse prendere in prestito un cambio di vestiti prima di andare ad incontrarsi
con suo padre alla prossima esposizione di moda a Brighton.” Harry si esibì
nella sua migliore scrollata di spalle con noncuranza, “ma visto che state
facendo il vostro pisolino pomeridiano e tutto il resto, non mi sembrava
davvero il caso, e quindi stavo giusto dicendo a Draco di andare da qualche
altra parte...”
“NO!”
Lo zio Vernon si affrettò a rassicurarlo, scuotendo la testa vigorosamente,
“No, no, non c’è nessun problema, sentiti libero di entrare e rinfrescarti
quanto vuoi!” Tenne la porta spalancata affinché Draco potesse entrare. “Entra,
entra, fai come se fossi a casa tua…”
Draco
lanciò ad Harry una smorfia divertita mentre faceva un passo attraverso la
porta, ed Harry restituì un piccolo sorriso. Draco entrò in casa, incedendo in
un modo che somigliava davvero alla camminata di un modello - naturalmente,
salvo il ridicolo impermeabile.
Lo
zio Vernon non protestò nemmeno per il fatto che Draco stava camminando per
tutta la casa con ancora indosso i suoi stivali; girava intorno a Draco,
ansioso di compiacerlo. “Posso prendere il tuo cappotto, prego?”
“No!
No, non è necessario, la ringrazio,” rispose Draco frettolosamente, una nota di
leggero allarme nella voce; Harry dovette chinarsi di lato per soffocare una
risata. Draco lanciò ad Harry uno sguardo di muta supplica, che diceva Portami nella tua stanza ora, in nome di
Dio!
“Chi
è, caro?” La zia Petunia comparve ai piedi delle scale, accorrendo alle voci
che aveva sentito dal piano superiore. Era seguita da presso da un Dudley con
lo sguardo assonnato, i capelli spettinati in un completo disastro.
“Oh!”
Vernon gesticolò entusiasta affinché Petunia lo raggiungesse rapidamente,
“Petunia tesoro, questo è Draco, suo padre è un direttore da Armanny e lui è un
modello per la loro collezione invernale... ci crederesti! E lui vorrebbe
giusto fare una doccia veloce e avere un cambio di vestiti…” Harry notò che
durante il suo discorso eccitato, zio Vernon aveva categoricamente rifiutato di
riconoscere che era stato Harry a presentargli Draco.
Petunia
si precipitò con pari entusiasmo del marito ed iniziò a fare eccessive
cerimonie per Draco, commentando quanto adorabile fosse il ‘modello
impermeabile’ visto su di lui e quanto lei amasse gli abiti di ‘Armanny’. Harry
la sentì aggiungere, “Oh mio marito Vernon qui ha una collezione intera di
abiti di Armanny...”, ed Harry sbuffò tra sé. Si, comprata con i saldi nel negozio sulla via principale, intendi.
Dudley
arrivò sculettante per entrare a far parte della brigata degli
adoratori-di-Draco. Vernon lo presentò e disse eccitato a Draco, “Oh, Harry è
andato alla stessa scuola elementare del nostro Dudley qui, quindi anche tu e
Dudley dovete essere stati compagni!”
Dudley
fissava sfrontatamente Draco con uno stupido sorriso; era palesemente
affascinato da Draco. “Non mi ricordo di averlo visto...”
Draco
gli rivolse un sorriso abbagliante. “Sai una cosa? Nemmeno io mi ricordo di
averti visto.”
Vernon
sollevò le mani per aria. “Oh! Ma era una scuola grande, dovete esservi mancati
appena... comunque, Draco, questo è il nostro unico figlio Dudley…”
“Vado
a Smeltings,” annunciò Dudley con fierezza. “Sono tra i sesti-migliori della
scuola!”
“Non
ci sono solo sei categorie, Dudders?” chiese Harry innocentemente, camminando
fino al trio che circondava Draco.
Lo
zio Vernon gli lanciò uno sguardo che gocciolava veleno, e sibilò, “Tieni la
bocca chiusa e va nella tua stanza, Harry.”
Draco
improvvisamente parlò. “Pensavo giusto di andare di sopra con Harry e cambiarmi,”
disse, elargendo un altro sorriso affascinante tutt’intorno. Dudley si sciolse
in una pozza disgustosa sul pavimento, i suoi occhietti che trafiggevano Draco;
Harry vomitò interiormente. Nel frattempo, Draco stava mantenendo proprio bene
il suo ruolo, e aveva continuato affabile, “devo tornare presto ai miei
impegni, in ogni caso, e davvero non voglio interrompere le attività che
avevate progettato per la giornata, Sig. Dursley...”
Malgrado i frenetici suggerimenti che Draco invece andasse a fare la doccia e cambiarsi nella stanza di Dudley, Draco declinò con decisione, e alla fine i Dursley si dichiararono d’accordo a lasciare che Draco andasse nella stanza di Harry. Era chiaro che erano immensamente delusi, ma non volevano fare una scenata davanti a Draco.
“Oh,
è così carino…” Harry sentì Dudley bisbigliare fortemente mentre
accompagnava Draco sulle scale, lontano dai Dursley; Harry tossì per mascherare
un conato. Lo zio Vernon guardò in cagnesco Harry, che restituì un sorriso
furiosamente compiaciuto.
“Mio
Dio, Potter, tuo cugino è rivoltante.” Sibilò Draco mentre entravano nella
stanza di Harry e chiudevano la porta.
“Per
la prima volta, Malfoy, non potrei essere più d’accordo con te.” Harry sospirò
e si sedette sul suo letto. “Immagina di dover vivere con lui per la metà di
ogni vacanza... almeno tu sarai fuori di qui tra poco.”
Draco
rabbrividì. “Ringrazio Dio che non mi abbiano costretto ad andare a cambiarmi
nella sua stanza. Lo giuro, avrei camminato fino a casa indossando questo
impermeabile piuttosto che entrare in una stanza da solo con quel –
quell’essere.”
Harry
non poté trattenere un sorriso. “Si, Malfoy, al momento i tuoi vestiti
rimangono intatti, ma la tua modestia non lo è.” Scoppio a ridere
all'espressione disgustata di Draco. “Oh andiamo, Dudley è completamente
infatuato di te ora. Sono sicuro che coglierà ogni occasione per molestarti.
Sii grato che io mi sia intromesso per salvarti, giusto in tempo.”
Draco
mormorò qualcosa che suonava come ‘la tua famiglia è completamente pazza e
delirante’ , poi cominciò ad osservare la stanza di Harry. “Quindi è qui che
vivi quando torni a casa nelle vacanze?” Draco occhieggiò la vernice sbucciata
sul soffitto e la carta da parati poco costosa con disgusto. “Che suite
piacevolmente ammobiliata hai.”
“Oh
chiudi il becco, Malfoy,” sbottò Harry, infastidendosi. Non aveva bisogno che
gli ricordasse di quanto misero fosse lì. “Limitati a cambiarti e uscire dalla
mia vita, vuoi?”
“Cambiarmi
qui?” Draco si voltò verso di lui con gli occhi spalancati, stringendo i lembi
del suo impermeabile stretti al busto. “Davanti a te?”
“Vuoi
che esca e chieda a Dudley di venire al mio posto?”
Draco
sembrava spaventato. “Va bene, ma non ho un cambio di vestiti. Devo prendere in
prestito un completo da mago.”
“Non
puoi avere un completo da mago.” Harry scosse energicamente la testa. “Primo,
perché ho soltanto un completo qui, e mi serve. Secondo, manderai all’aria
l’intera faccenda di Armani se sfili di sotto con abiti da mago, quindi non
puoi.”
“Cos’è
Armani, comunque?” chiese Draco curioso, sedendosi ai piedi del letto di Harry
e togliendosi gli stivali gialli.
“Un
elegante stilista Babbano di moda firmata.” Scrollò le spalle Harry. “Fa dei
begli abiti, comunque.” Si alzò, raggiunse il suo cassetto e cominciò a frugare
tra i pochi vestiti che possedeva, recuperando infine una t-shirt grigiastra e
un paio di blu jeans sbiaditi. Li gettò a Draco, che li prese. “Ecco. Mettiti
questi.”
Draco
abbassò lo sguardo sui vestiti tra le sue mani, poi lo risollevò su Harry. “Uh,
non ho nemmeno biancheria intima,” disse, apparendo leggermente imbarazzato.
“Frena,
adesso.” Rispose Harry risoluto. “Non ti presterò la mia biancheria.”
Draco
sospirò, e con sorpresa di Harry, non protestò ne replicò. Si alzò, andò in un
angolo lontano della stanza e si rigirò verso Harry. “Non guardare.”
Harry
roteò gli occhi. “Non me lo sogno nemmeno.”
Harry
andò a sedersi sul suo letto, prese il libro di Trasfigurazione che stava
leggendo prima, e ci seppellì il naso. Ma con la coda dell’occhio il suo
sguardo fuggì furtivamente a dove Draco si stava cambiando, in parte perché
l’impermeabile rosso di plastica frusciò molto rumorosamente mentre Draco se lo
levava. Quello che vide quasi gli fece cadere il libro dalle mani.
Draco
gli dava le spalle, e l’impermeabile rosso giaceva ai suoi piedi, ciò
significava che Draco era... Bene. Bene.
Harry deglutì pesantemente e fissò con apprezzamento quello che non avrebbe mai
pensato di trovare così intrigante. Dannazione, Malfoy sembrava... dannazione.
Sembrava così dannatamente bello.
Naturalmente, Harry non si era aspettato che il corpo di Malfoy fosse coperto
di verruche, ma una qualità di questo tipo era peccaminosamente al di
sopra dell'obbligo di un corpo decente.
Draco
aveva delle gambe davvero apprezzabili, meditò distrattamente Harry tra sé,
mentre guardava Draco che si vestiva con tutta calma, anche se non aveva molto
di cui lamentarsi. Draco sembrava avere l’abitudine di indossare per prima cosa
la camicia, senza preoccuparsi del fatto che era completamente nudo dalla vita
in giù – cosa che convenientemente concesse ad Harry più tempo per ammirare le
gambe di Draco, che erano snelle e modellate e lisce e perfette. Maledizione. Harry non riusciva a
credere di starsene lì, guardando il suo acerrimo-rivale che si cambiava in un
angolo della sua camera da letto, ma provava una certa eccitazione proibita a
contemplare il sedere di Malfoy mentre lui non-
“Stai
guardando, Potter.”
Harry
indietreggiò, e colpevole riportò lo sguardo fisso al suo libro. “Non lo sto
facendo.”
“Sì
invece.” Draco fece una pausa a metà del movimento, anche se non poteva
voltarsi. “Posso vedere il tuo riflesso nello specchio qui dietro, e tu stavi
guardando.”
“Stai
semplicemente zitto e vestiti, d’accordo?” disse Harry a denti stretti,
arrabbiato con sé stesso per essersi fatto scoprire.
Draco
sorrise deliberatamente, ma non replicò; continuò a vestirsi tranquillamente,
poi, chiudendo la cerniera dei suoi jeans, si voltò a guardare Harry, che
fissava ancora il suo libro di Trasfigurazione e si rifiutava di sollevare lo
sguardo.
“Bene,
ho finito,” disse Draco, lisciando la manica sgualcita della sua t-shirt.
“Bene.”
Rispose Harry, sempre senza guardare, continuando a nascondere il viso dietro
al suo libro. Poteva ancora sentire il rossore sulle sue guance, e non voleva
che Malfoy lo vedesse.
Draco
attese alcuni istanti, ma Harry sembrava determinato a mantenere il naso
sepolto nel suo libro. Alla fine, Draco si schiarì la gola, e parlò. “Potrei avere
un bicchiere d’acqua?”
“C’è
un rubinetto nel bagno al piano di sotto,” rispose Harry conciso.
Draco
fece un’espressione infelice. “Potresti prenderla per me? Non vorrei imbattermi
in tuo cugino per la strada.”
Harry
sbatté il libro sul letto e fulminò Draco. Per un momento Draco pensò che Harry
stesse per urlargli contro; ma invece, tutto ciò che Harry fece fu lasciare la
stanza senza dire una parola, chiudendo rumorosamente la porta dietro di se con
un calcio. Mezzo minuto più tardi, riapparve con un bicchiere d’acqua pieno a
tre quarti, e lo diede a Draco, che lo prese. Harry tornò a sedersi sul suo
letto, ma questa volta non riprese il libro. Draco sorseggiò l'acqua, senza
distogliere gli occhi da Harry.
“Come
hai saputo dove vivo, comunque?” chiese infine Harry, involontariamente
curioso. Si sentiva più che innervosito dalla calma di Draco, dallo sguardo
fisso e risoluto posato su di lui, e si chiese se stesse nuovamente arrossendo.
Si augurò vivamente che non fosse così. Sarebbe stato imbarazzante.
Draco
ghignò, poggiando il bicchiere sul tavolo. “Quando mio padre era un consigliere
ad Hogwarts andavo spesso nel suo ufficio. Le annotazioni degli studenti erano
conservate in un cassetto là dentro, così ho rubato una copia della tua
scheda.”
“Hai
rubato una copia della mia scheda?” ripeté Harry, con aria indignata. “Ma sono
informazioni rigorosamente confidenziali! Ci sono i miei dati personali e i
voti dei miei esami e tutto il resto!”
“Lo
so,” Draco scrollò le spalle con noncuranza. “È così che ho saputo che vivevi
qui a Privet Drive. Credo che sia solo fortuna che io sia finito soltanto a
qualche strada da qui, o non avrei saputo che cosa fare. Quindi è stato un
brandello di fortuna in una giornata completamente sfortunata.”
Harry
stava osservando Draco con sospetto. “Per cosa volevi la mia scheda? E quali
altre cose sai su di me?”
Draco
vide lo sguardo diffidente di Harry, e ghignò sviandolo. “Oh, un sacco di
cose,” disse allegramente, dribblando opportunamente la prima domanda di Harry.
“So i tuoi dati anagrafici e fisici e tutto il resto.”
Harry
arrossì. “Loro non conservano un promemoria dei nostri dati fisici!”
“Ah
si? Perché pensi che Madama Malkin segni le tue misure?” lo sfidò Draco.
“Per
fare gli abiti?!”
Draco
rise. “Oh, capisco perché tu sia così imbarazzato a questo proposito, Potter.
Eri poco più di un nano quando ti sei iscritto ad Hogwarts, ricordo di averti
visto da Madama Malkin. Ma posso affermare che è tutta un’altra storia adesso.”
Fece una pausa, quindi deliberatamente lasciò scorrere i suoi occhi per tutta
la lunghezza del corpo di Harry. “Hai un corpo molto più piacevole adesso.”
Harry
stava per sbottare una rispostaccia all'osservazione di Draco sul fatto che lui
fosse stato un nano, quando sentì l'ultimo commento di Draco e continuò a
farfugliare incredulo. “Che cosa mi
hai appena detto?”
Draco
gli scoccò un sorriso infuocato, e si spostò sinuosamente per sedersi vicino ad
Harry sul suo letto. “Ho detto,” continuò, la sua voce fluida e setosa, “che
penso che tu abbia un corpo molto più piacevole adesso.” Per confermare questo
punto Draco lasciò scorrere le proprie dita sulla coscia di Harry e le posò sul
suo fianco. “Sei più alto e anche più attraente.”
Harry
gorgogliò incoerente. “Malfoy, che cosa stai f--?”
Le
parole di Harry furono interrotte quando Draco gli rispose con un inatteso
movimento sul suo grembo. Le gambe di Draco avvolsero la vita di Harry mentre
spingeva la schiena dell’altro ragazzo giù sul letto. Harry era troppo stordito
per reagire, e sbatté le palpebre mentre Draco si appoggiava in avanti,
premendo l'intera lunghezza del suo corpo contro di lui, ed Harry divenne molto
più consapevole del fatto che aveva rifiutato di prestare a Draco la biancheria
intima. Si contorse con difficoltà, ma riusciva a sentire solo un lieve disagio
che fu dimenticato quando il corpo di Draco aderì così perfettamente contro il
suo, il busto di Draco adagiato contro il petto di Harry, e il viso di Draco a
pochi centimetri dal suo. Harry trattenne il fiato, dimenticandosi di
respirare, e alzò lo sguardo su Draco con gli occhi spalancati.
Draco
sorrise timidamente, dirigendo la sua mano destra a trattenere la mascella di
Harry in modo che non potesse voltarsi. “Lo sai, Harry, mi sono sempre
interrogato riguardo due cose.” Fece una pausa per lasciare che la sua mano
sinistra accarezzasse la guancia di Harry, ed Harry emise un suono morbido e
incomprensibile, che suonava vagamente come ‘oh mio Dio’. Draco si strinse
ancora di più a lui, fino a quando le sue labbra non arrivarono a sfiorare
quelle di Harry. “Una è qualcosa a cui probabilmente tutti i ragazzi della
nostra età pensano, quindi non è niente di speciale. L'altra è come ci si sente
a baciarti.”
Con questo, Draco si sporse e premette le sue labbra su quelle di Harry, soffocando qualsiasi cosa Harry avesse desiderato dire, fosse di protesta o approvazione. Le mani di Draco si mossero per tenere entrambi i lati della testa di Harry mentre lo baciava saldamente ma con tenerezza; Harry rimase docile ma inerte per i primi momenti, come se fosse troppo scioccato per reagire. Draco prese il controllo della situazione, invitando delicatamente Harry a rispondergli, e sentì Harry rabbrividire sotto di lui quando lasciò scorrere lentamente la sua lingua sul labbro inferiore di Harry.
La
mente di Harry stava nuotando in un mulinello di confusa eccitazione, e non
riusciva a formulare un singolo pensiero coerente – quello che vedeva
attraverso gli occhiali era un insieme sfuocato di pelle pallida e capelli
biondi, sfuocato perché Draco era così vicino - e tutto ciò che sapeva era che
Draco lo stava baciando, e che la lingua di Draco stava facendo qualcosa di
squisitamente paradisiaco al suo labbro inferiore. Ma - quello era Malfoy! Harry chiuse gli occhi, e le
parole gli sfuggirono dalle labbra prima che potesse trattenerle -
“…non…”
Draco
sentì le labbra di Harry muoversi più che sentire le parole, e si fermò un
istante, la sua bocca che sfiorava ancora quella di Harry come il delicato
tocco di una piuma, sotto forma di un bacio delicato.
“…fermati…”
Questa
parola era più chiara, e dunque inconfondibile; Draco si tirò indietro mentre
la logica riprendeva a scorrere di nuovo veloce nella sua mente, sostituendo il
piacere fatuo di baciare Harry Potter, che era stato la realizzazione ebbra di
un desiderio tante volte presente tra i suoi pensieri. Draco puntò le mani sul
materasso e si sollevò da Harry, con un’orribile sensazione che scivolava in
fondo allo stomaco.
Gli
occhi di Harry si aprirono di scatto quando sentì Draco ritirarsi, e le ciglia
scure si separarono rivelando gli occhi verdi appannati di confusione e...
desiderio.
“Non
fermarti,” bisbigliò Harry, la sua voce era ansimante.
Il
cuore di Draco saltò alcuni battiti, e lui esitò nell’incredulità. Poi si piegò
ancora in avanti e baciò Harry un’altra volta, assaggiando il desiderio
reciproco che fluiva fra loro, puro ed intenso e più grande di quanto avrebbe
mai immaginato potesse essere. La bocca di Harry era calda contro le sue
labbra, che erano state raffreddate dall'acqua che aveva bevuto, ed il bacio
riassumeva l'essenza di questo momento che stavano dividendo - il calore che
sbolliva contro il freddo che si scioglieva, perfettamente sbagliato ma allo
stesso modo, stranamente giusto.
Harry
chiuse gli occhi quando sentì le labbra di Draco scendere ancora una volta
sulle sue, e questa volta l’indifferenza lo abbandonò e rispose immediatamente,
ricambiando il bacio di Draco. Ed Harry scoprì che non era soltanto passione
quella che sentiva, che bruciava come un fuoco oscuro dentro di lui - era consapevolezza. Sentì le mani di Draco
scivolare lungo i lati del suo corpo, e sollevò le braccia per stringere le
spalle di Draco, attirando l'altro ragazzo più vicino su di sé.
Quando
Draco alla fine si separò, Harry pensò di essere troppo stordito persino per
alzarsi. Si tirò su a sedere mentre lentamente i pensieri coerenti filtravano
di nuovo dentro la sua mente. E quando infine riuscì ad afferrare mentalmente
quello che avrebbe voluto dire a Draco, Harry semplicemente non poté trovare le
parole per dire ciò che avrebbe voluto. E così, non disse nulla.
Draco
si spostò lentamente da sopra Harry per lasciarlo sedere e trattenne il
respiro, osservando per tutto il tempo con attenzione la reazione di Harry con
uno sguardo cauto nei suoi occhi grigi. Draco si morse il labbro inferiore, che
formicolava ancora per il bacio intenso, e attese; il silenzio li avvolse quasi
doloroso, prima che Draco infine si alzasse in piedi e si voltasse, lisciando
la t-shirt e i jeans spiegazzati.
“È
meglio che vada via presto, devo essere a casa prima che mio padre rientri.” Il
tono di Draco era incolore, anche se l'emozione trattenuta si annidava nello
strascico della sua voce.
Harry
annuì, quasi intontito. “Sì, dovresti andare.”
“Dovrei?”
Draco si voltò bruscamente, il suo sguardo interrogativo fisso su Harry, i suoi
occhi che perquisivano la confusione evidente sul volto di Harry. “Quindi tu – vuoi che me ne vada?”
Il
labbro di Harry tremò, e la sua voce si fece spezzata. “Devi andare adesso,
Draco.”
Draco
non sapeva come prendere le parole di Harry, che potevano realmente essere
prese in un senso o nell’altro. Draco sapeva quale senso desiderava credere che fosse - che Harry sapesse che doveva tornare
a casa, ma non volesse realmente che lo facesse - ma allo stesso tempo, temeva
che fosse davvero l'altro senso quello vero, che Harry semplicemente non
volesse che lui restasse lì ancora. Che Harry non volesse affrontare quello che
era appena accaduto fra loro, che davvero non poteva essere ignorato. Non per
sempre.
“Me
ne vado, adesso.” Draco si sforzò di parlare con un tono duro e privo di
emozioni; si voltò, camminando verso la porta chiusa e raggiungendo la
maniglia. “Ti rimando i tuoi vestiti via gufo appena arrivo a casa.”
“Non
farlo, Draco.” si lasciò sfuggire Harry, la voce che supplicava
silenziosamente.
Draco
si voltò di scatto, accigliato. “Non dovrei ridarti i tuoi vestiti?
Sinceramente non ne ho bisogno.”
“Non
è di quello che stavo parlando,” rispose Harry, che sembrava esasperato e
sofferente. “Sai che voglio dire.”
“No,
veramente non lo so.” Gli occhi di Draco brillavano di scura frustrazione.
“Perché non me lo dici, Harry? Perché io non
so che cosa intendi. Sembri determinato a non dirmi più di cinque parole alla
volta, quindi hai ragione, non so di cosa stai parlando.”
“Cosa
ti aspetti che dica?” rispose Harry, rabbia e impotenza che crescevano nella
sua voce. “Prima mi baci, poi l’attimo dopo ti alzi e dici che te ne stai
andando.” Trasse un respiro profondo. “Un minuto penso che forse sei diverso
dalla persona che ho sempre creduto che tu fossi, ed il minuto successivo torni
ad essere ciò che sei sempre stato. Come se nulla fosse cambiato.”
Dopo
aver condiviso un bacio come quello,
pensò Draco con tristezza amara, è impossibile che niente sia cambiato. Vide
dolore velato mescolato al fastidio negli occhi di Harry, ma Draco non poté
costringere se stesso a dire quello che provava, non più di quanto sembrasse in
grado di farlo Harry.
Così
Draco si limitò a sottrarre lo sguardo e dire, “Ad ogni modo, sto andando
adesso.”
“Come?”
chiese Harry inaspettatamente, la voce bassa e sorprendentemente calma. Draco
portò nuovamente lo sguardo su di lui, ed Harry continuò, “Come te ne stai
andando? Non hai nemmeno la tua bacchetta con te, quindi non hai modo di
chiamare il Nottetempo – e non puoi fare nessuna magia fuori da Hogwarts. Così
come hai pensato di tornare a casa?”
Draco
esitò, e valutò per un momento. A dire il vero, non ci aveva nemmeno pensato - e
aveva completamente dimenticato che non dovevano usare la magia durante le
vacanze, perché gli incantesimi di difesa e protezione su Malfoy Manor gli
permettevano di praticare tutte le magie che voleva senza che fossero rilevate
dalle autorità. Quindi, era effettivamente una domanda molto buona - come
diavolo pensava di tornare a casa?
Infine
Draco scrollò le spalle. “Penso che farò un giro alla stazione di King's Cross,
e andrò al binario sei e mezzo - quel treno va all’incirca dove vivo.” Ghignò
improvvisamente con aria disonesta. “Dal momento che tuo zio sembra essere così
affascinato da me, forse potrei persino chiedergli di darmi un passaggio a
King's Cross. Fantastica idea.” Draco aprì la porta e stava giusto per fare un
passo fuori, quando –
“Aspetta.”
Draco
si voltò a metà, incurvando un sopracciglio interrogativo.
“Prendi
la mia Firebolt, “ disse Harry inaspettatamente. “Puoi rimandarmela indietro
dopo che sarai tornato a casa.”
Draco
batte le palpebre una volta, non riuscendo a credere a ciò che Harry aveva
appena detto. “Vuoi che prenda la tua Firebolt?”
Harry
sospirò, ed annuì col capo. “Semplicemente prendila e vai. Rimandamela indietro
via gufo non appena arrivi a casa, e se sfrondi la mia scopa io ti ucciderò il
primo giorno di scuola. Ad ogni modo, i ramoscelli sono tutti attaccati
magicamente al manico quindi non cercare di staccarli.”
“E
perché faresti questo?” chiese Draco, con tono morbido e... sincero. Si era
completamente voltato per guardare Harry adesso, la mano stretta sulla
maniglia.
Harry
scrollò le spalle, e non rispose. Guardò altrove, e raggiunse il suo armadio e
cominciò a tirare fuori i mucchi di panni e di vecchi vestiti che aveva usato
per camuffare la sua Firebolt (non avrebbe potuto tollerare che la zia Petunia
la chiudesse nello stanzino insieme alle altre scope). Infine estrasse la scopa
da corsa snella, con attenzione spolverò il manico e lo controllò per
assicurarsi che fosse ancora in buone condizioni, prima di tornare indietro a
dove Draco stava in piedi. Harry sollevò gli occhi per incontrare quelli di
Draco, e sollevò la Firebolt affinché Draco la prendesse.
Draco
non si mosse per un momento - poi, stese il braccio e prese la Firebolt dalla
mano di Harry. Non disse una parola, guardò solo la scopa privo di espressioni,
poi riportò lo sguardo su Harry. “Mi accompagni fuori?”
Harry
sospirò. Andò di nuovo all'armadio aperto, facendosi strada fra la confusione
dei vestiti e dei panni sparsi sul pavimento, e rovistò in cerca del suo
mantello dell’invisibilità, che era nascosto sotto un mucchio di vecchi jeans
di Dudley (Harry si chiese vagamente se fossero della misura di Hagrid - forse
appena una taglia troppo piccoli). Estrasse il mantello argenteo e
scintillante, e fece un cenno a Draco affinché lo seguisse.
Draco
lasciò la porta socchiusa e si incamminò dietro ad Harry, ed Harry drappeggiò
il mantello sopra entrambi con un movimento ampio, facendo in modo che entrambi
scomparissero dalla vista. Harry poteva sentire il manico della sua Firebolt
colpire la sua spalla sinistra. Sarebbe stato molto più comodo per entrambi se
Harry avesse messo il proprio braccio sinistro giusto intorno a Draco per
attirarlo più vicino, così avrebbero potuto rannicchiarsi insieme sotto il
mantello - ma per qualche motivo, Harry semplicemente non poteva farlo.
Harry
controllò che la via fosse libera prima che uscissero dalla sua stanza –
fortunatamente, i Dursley non erano in vista. Probabilmente stavano riordinando
il salotto, aspettando che Draco il modello di Armanny scendesse. Muovendosi
piuttosto maldestramente, Harry e Draco riuscirono a scendere giù per le scale
senza mancare un gradino o urtare nelle colonne, ed Harry guidò Draco in
direzione della porta posteriore. Uscirono entrambi in giardino, attraversarono
il cancello e raggiunsero il marciapiede senza incidenti. Harry portò Draco in
un punto deserto giù nel vicolo che era protetto da grandi, frondose querce
prima di rimuovere finalmente il mantello dell’invisibilità.
Harry
esalò un profondo respiro e si voltò verso Draco. “Bene. Puoi togliere qui.”
Draco
alzò un sopracciglio divertito. “I miei vestiti, intendi?”
“No!”
Harry arrossì lievemente, “la tua scopa. La mia
scopa, “ si corresse. “Ci sono molti alberi qui, dovresti essere in grado di
volare senza che nessun babbano ti veda finché ti terrai basso sopra le cime
degli alberi. E volare non dovrebbe infrangere nessuna delle regole per la
restrizione magica, dal momento che il Ministero può rilevare soltanto se
usiamo bacchette magiche.”
Ci
fu un breve silenzio, ed entrambi rimasero là per un momento, abbastanza
maldestramente, con niente da dire. O meglio, con troppe cose da dire ma senza
sapere come tramutarle in parole. Non osando
tramutarle in parole.
Harry infine parlò. “Bene, ci vediamo il 1
settembre, allora.” Fece una pausa, e scoccò a Draco uno sguardo severo. “Non
scordarti di rimandarmi indietro la scopa, e non provare a farle qualcosa di
divertente perché c’è un incantesimo di protezione sopra, in ogni caso.”
Draco
annuì. Poi improvvisamente sorrise, un sorriso molto grazioso e genuino che
fece saltare un battito al cuore di Harry, e poi altri ancora. Draco si
avvicinò di un passo e baciò di nuovo Harry sulle labbra, una mano che reggeva
la Firebolt e l'altra a voltare il viso di Harry verso il proprio.
Draco
sentì Harry irrigidirsi impercettibilmente prima di rilassarsi contro la sua
bocca, e fu un bacio condiviso, reciproco, per il più dolce e vertiginoso
momento prima che Draco in qualche modo si sforzasse di tirarsi indietro, non
perché non volesse baciare Harry più a lungo, ma perché aveva paura di quello
che sarebbe potuto succedere se lo avesse fatto.
Gli
occhi di Harry erano velati di tristezza e comprensione quando si aprirono, e
le labbra di Harry erano inumidite dal bacio, che era stato intenso anche se
così breve; guardò Draco, e Draco si obbligò a distogliere lo sguardo.
“Avrai
indietro la tua scopa entro stasera, abbi fiducia.” Disse Draco, fingendo di
sistemare la Firebolt in modo da poter evitare di guardare Harry. “E ti manderò
indietro anche i tuoi vestiti. Lavati, naturalmente.”
Harry
guardò Draco mentre l'altro ragazzo saliva sulla Firebolt, rifiutando per tutto
il tempo di incrociare il suo sguardo. Sentì una sensazione orribile
addentrarsi nel suo intestino, come lame che nuotavano nel suo stomaco. Non
aveva bisogno di sapere quando gli avrebbe restituito i suoi vestiti, e non
aveva neppure bisogno riavere la Firebolt quella sera – non è che potesse
volare, ad ogni modo. Quello che voleva
era che Draco sollevasse lo sguardo su di lui, che Draco dicesse qualcosa.
Qualunque cosa. Ma Draco non disse nulla.
“Ciao,
allora.” Disse Harry tranquillamente.
Draco
infine si voltò a guardarlo “Arrivederci, Harry.”
La
voce di Draco era dolce, ed i suoi occhi velati da un'emozione scintillante.
Harry si morse il labbro inferiore, che bruciava ancora dell'ultimo bacio di
Draco, e si costrinse ad annuire appena. Draco gli sorrise un’ultima volta, poi
puntò i piedi e prese il volo, manovrando la Firebolt con grazia e precisione
eccellenti mentre si addentrava fra i rami spessi e si apriva la via verso il
cielo aperto là sopra. Era andato.
Harry
attese ancora qualche istante, fissando quel pezzo vuoto di cielo, visibile
attraverso i rami tra cui Draco aveva volato. Si sentiva stranamente triste,
non soltanto perché Draco era andato via ma anche perché non aveva trovato il
coraggio per dire quello che avrebbe voluto dire, così disperatamente. E sapeva
che quelle parole sarebbero rimaste non pronunciate per sempre, perché quando
avrebbe rivisto Draco sull’Espresso per Hogwarts, le cose sarebbero tornate
allo status quo fra loro, e la tenerezza di questo pomeriggio d’estate, che
sentiva ancora così reale, sarebbe stata completamente abbandonata, anche se
mai dimenticata.
Harry
si drappeggiò il mantello dell’invisibilità sopra il capo e lentamente si
incamminò di nuovo verso la casa su Privet Drive. La strada sembrò molto più
lunga di quanto era stata all’andata, con Draco, nonostante fossero stati
pigiati insieme, come una coppia che divide un ombrello troppo piccolo. Ma era
stato piacevole, sentire il calore del corpo di Draco attraverso la t-shirt
sottile che indossava; era stato piacevole, sentire Draco così vicino a lui, il
suo profumo debolmente muschiato che solleticava il suo naso, i ciuffi serici
dei capelli di Draco che sfioravano la sua guancia.
Era
stato così piacevole.
Ed
era finito.
*******
Era quasi mezzanotte, ed il cielo era eccezionalmente scuro con la promessa di un temporale che si avvicinava dal nord. Harry giaceva sdraiato sul suo letto, con il sonno che lo eludeva nonostante fosse molto stanco. Aveva passato la serata a spiegare esattamente ai distrutti Dursley come “l’angelico ragazzo Draco” fosse sgattaiolato fuori della casa senza che loro se ne accorgessero. Lo zio Vernon era sconvolto per non aver ottenuto il numero del padre di Draco; la zia Petunia aveva protestato per non aver avuto la possibilità di chiedere a Draco i campioni gratuiti del profumo di Armanny; e Dudley si era lamentato perché adesso aveva un enorme cotta per Draco - “Non posso vivere senza vederlo ancora!” Adesso la famiglia Dursley stava progettando un viaggio a Brighton per la sfilata (inesistente) di moda.
Harry, naturalmente, aveva ricevuto delle belle urla per non aver impedito la silenziosa partenza di Draco, o come lo aveva accusato lo zio Vernon, persino incoraggiata. Non era andato lontano dalla verità questa volta, ed Harry non si preoccupò nemmeno di difendersi. Era rimasto semplicemente seduto là, pensando al ricordo del calore delle labbra di Draco sulle sue, mentre lo zio Vernon declamava su quanto paradossale fosse che qualcuno affascinante come Draco potesse mai preoccuparsi di stare con gentaglia come Harry, e quanto migliore sarebbe stato un amico come Dudley.
I pensieri di Harry vennero interrotti da un bussare tagliente alla sua finestra; si tirò su, prendendo i suoi occhiali dal comodino. Vide immediatamente cosa fluttuava fuori della sua finestra, proiettati dalla luna là sopra, c’erano due gufi dal piumaggio scuro, che picchiettavano impazientemente il vetro con i loro becchi. Il loro carico comune era un pacco impacchettato attentamente, dell’inequivocabile forma di un manico da scopa.
Harry si trascinò alla finestra e la aprì, abbastanza affinché i gufi volassero all’interno. I due gufi controllarono ammirevolmente il loro pacchetto ingombrante, e nemmeno urtarono il pacco contro il telaio della finestra mentre scivolavano nella stanza silenziosamente e lasciavano cadere la scopa sul letto di Harry, quindi uscirono dalla finestra nuovamente senza nemmeno fermarsi a riposare. Sicuramente tutti nella famiglia Malfoy erano conformi ad un rigoroso codice di comportamento, gufi inclusi.
Draco certamente si era curato di assicurarsi che la Firebolt fosse restituita ad Harry in condizione perfetta – era stata meticolosamente avvolta in un'intelaiatura di cuoio sottile, di modo che gli artigli dei gufi che l’avrebbero consegnata non danneggiassero il manico di scopa. E soltanto quando Harry andò a sedersi sul suo letto notò che quello legato alla maniglia della scopa era un altro piccolo pacco - presumibilmente i suoi vestiti. Harry svolse il piccolo pacco – per l’appunto, la sua t-shirt grigia e i jeans sbiaditi piegati ordinatamente, e con più profumo di pulito di quanto avessero mai avuto. Ma qualcos'altro catturò lo sguardo di Harry.
Nascosta nel tessuto dei vestiti puliti c’era una parte piegata di pergamena, infilata in una busta crema non indirizzata. Harry prese la pergamena piegata e la lisciò verso l'esterno - il respirò gli si bloccò in gola per un momento quando realizzò che era una lettera da parte di Draco. Era scritta a mano – fece anche venire in mente ad Harry che non aveva mai visto la scrittura di Draco prima. Era abbastanza piacevole da leggere, con un'inclinazione e un'arricciatura leggera sui bordi della y e della g. Harry si sedette sul bordo del suo letto e cominciò a leggere:
Harry,
Spero che la Firebolt sia arrivata tutta in un pezzo – ti ho anche restituito i tuoi vestiti. Forse potresti dare l’impermeabile rosso che ho lasciato nella tua stanza al tuo affascinante cugino come ricordo.
Harry sollevò lo sguardo sull’angolo buio della stanza, in cui Draco era stato nudo meno di dieci ore prima, dove l’impermeabile rosso giaceva ora abbandonato in un mucchio. Ghignò a dispetto di sé stesso, quindi tornò alla lettura.
Insieme a questa
lettera troverai una busta. All'interno, c’è un pezzo d’argento, intagliato
nella figura di una candela. È una Passaporta. Ti condurrà dritto nella mia
stanza a Malfoy Manor.
Harry batté le palpebre, credendo a mala pena ai suoi occhi. Una Passaporta? Era più che giustificato ad essere prudente con le Passaporte. E perché - perché mai al mondo Draco avrebbe dovuto dare una Passaporta a lui, in ogni modo? E nella sua camera da letto? Harry prese un altro profondo respiro e continuò a leggere.
Sono sicuro che ti
stai chiedendo perché te l’ho data, o perché dovresti anche solo credere che
questa Passaporta ti condurrà nella mia stanza, e non in qualche altro luogo in
cui non desidereresti essere. Sinceramente, non hai nessun motivo per farlo. Ma
ti sei fidato di me abbastanza da darmi la tua Firebolt. Così forse potresti
fidarti ancora di me, solo un’altra volta.
Harry smise di leggere, e si sentì un po’ intontito alle parole di Draco. In qualche modo, erano così struggentemente sincere che gli fece quasi male leggerle, ed Harry sapeva che parzialmente era perché rispecchiavano una parte della sua anima. Erano le sue parole, anche.
La Passaporta
rimarrà incantata per ventiquattrore, dopodiché perderà la sua magia. A quel
punto suppongo che potresti conservarla come ricordo di qualcosa che non
accadrà mai più, come una candela fatta d’argento, che non brucerà mai.
Ti aspetterò, ma non per sempre. D.
Prima che Harry avesse la possibilità di rileggere la lettera, essa immediatamente si incendiò in fiamme fredde e non dolorose, che bruciarono la pergamena increspandola in cenere tra le sue mani, su cui il fuoco si estinse con un sibilo finale.
Harry
spolverò la cenere fuori dai sui palmi e lentamente prese la busta. La girò;
c’era il sigillo di un fantastico drago dorato sulla parte posteriore. Harry
sollevò con attenzione il sigillo e scrutò all'interno della busta – un’asta
snella di argento brillava invitante verso di lui, e sembrava liquida e pura e
di fine fattura. Harry chiuse gli occhi, a mala pena in grado di pensare
chiaramente, per nulla sicuro di quello che desiderava. Deglutì con forza
mentre le parole di Draco echeggiavano nella sua mente: Ti aspetterò, ma non per sempre.
Poi
capovolse la busta e lasciò che la candela d'argento cadesse sul palmo della
sua mano.
Il
suo mondo divenne improvvisamente vago e annebbiato come un vortice di spazio e
di tempo, ed Harry sentì il familiare scatto sotto l’ombelico mentre gli
sembrava di cadere indietro, all’infinito, in un canale di oscurità liscio e
senza ostacoli fino a che il nero turbine vuoto non slittò bruscamente ad una
fermata – fu gettato avanti adesso, e -
Harry
si trovò ad atterrare su qualcosa di caldo e morbido, che emanava un tale
calore che immediatamente seppe che era qualcuno
su cui era atterrato. Aprì gli occhi, stordito, e le immagini mutevoli
tornarono chiaramente a fuoco, ed Harry si trovò a fissare Draco Malfoy. Più
precisamente, ora giaceva sopra Draco Malfoy, nella stanza di Draco, sul
letto di Draco. Certamente un miglioramento rispetto ad essere solo in una
camera da letto fatiscente a Privet Drive. C’era una pesante tempesta fuori -
Malfoy Manor apparentemente si trovava a nord rispetto a Privet Drive.
Draco sembrava leggermente allarmato, ma la sua espressione cambiò rapidamente in una di riconoscimento e... felicità? Sollievo? Harry non seppe dirlo, e non ebbe il tempo di pensarci perché la cosa seguente e naturale che la sua mente gli disse di fare fu baciare Draco, e per la prima volta questo desiderio si unì con quello che il suo cuore aveva desiderato fin dal loro primo incontro. Harry si sporse in avanti e baciò Draco intensamente, gettando al vento la cautela e il controllo e tutto il resto, tutto tranne la perfezione del momento che ora stavano condividendo, mentre le mani di Draco si mossero per aggrovigliarsi nei suoi capelli, stringendoli ancora più vicini.
Harry
poté sentire le labbra di Draco sorridere sotto alle sue, e sentì Draco
mormorare, “Pensavo che non saresti venuto.”
Harry
si sentiva senza fiato per il bacio, e si separò il tanto sufficiente per poter
chiedere, “Perché lo pensavi?”
Draco
sorrise ancora, questa volta quasi tristemente. “Perché io non ti piaccio.”
“Perché
sarei qui se tu non mi piacessi?” replicò Harry, spostando il suo corpo per
coprire quello di Draco, sentendosi incredibilmente comodo.
Draco
scrollò le spalle, anche se c’era uno scintillio d'argento nei suoi occhi
grigi. “Pensavo che ti piacesse soltanto l’indossatore dell’impermeabile
rosso.”
Harry
rise e le sue dita cominciarono a giocare con i bottoni della veste da notte di
Draco. “Oh, quella è la ragione per cui ti ho fatto entrare. Tutto quello che è
successo dopo è stato solo merito tuo, e questo dice tutto.” Harry si tirò
improvvisamente indietro, uno sguardo ansioso che gli corrugava la fronte
mentre occhieggiava tutta la stanza. “Ma - ma che succede se qualcuno entra -
tuo padre -”
“Non
preoccuparti.” Draco scosse la testa, e inconsciamente chiuse le mani intorno
ai polsi di Harry rassicurandolo. “Mio padre è fuori città per certi affari.
Mia madre è già addormentata, e nessun altro oserebbe entrare nella mia stanza
a quest’ora della notte.”
Harry
si rilassò, ma un'espressione pensierosa si adagiò sul suo viso. “Questa è una
follia, Draco, lo sai questo.”
“Lo
so,” arrivò la risposta dolce di Draco. Divenne silenzioso.
“E?”
lo richiamo Harry infine impazientemente.
Draco
alzò gli occhi in quelli di Harry. “So che questa è una follia, “ disse
semplicemente.
“E
non ti importa?” Harry alzò la voce con un po’ di agitazione; le brevi risposte
di Draco non contribuivano a fare un’accettabile conversazione da camera da
letto, e non aiutava che Draco riconoscesse esattamente quanto pazzesco fosse
il fatto che si trovava lì. “Perché mi hai dato la Passaporta per arrivare qui
in primo luogo?”
“Per la stessa ragione per cui tu sei venuto.” Rispose Draco, un genuino fuoco argenteo ardeva nei suoi occhi, puro e feroce e sincero. Inclinò lievemente il capo. “Pensi che questo sia folle, Harry? Ti dico ciò che io penso che sia folle. Penso che venire a Privet Drive a casa tua indossando nient’altro che un impermeabile e degli stivali di gomma sia stato folle. Penso che chiederti di aiutarmi sia stato folle, e che misericordiosamente, tu non mi abbia rotto il naso sbattendomi la porta in faccia. Ma non lo hai fatto.” Draco si interruppe, e trasse un respiro profondo. “Quindi - perché hai usato la Passaporta, comunque?”
“Non
lo so.” Rispose Harry con franchezza, con un piccolo sospiro; sentì
improvvisamente tutte le parole che avrebbe voluto dire straripare dalle sue
labbra come pioggia che spezza una carestia, riempiendo l'imprecisione di un
significativo silenzio con tutto quello che andava detto in quel momento.
“Perché non hai voluto dire nulla, dopo quello che è successo nella mia camera
da letto. Perché sembrava che tu volessi dirmi qualcosa tutto il tempo, ma sin
da quando mi hai baciato al momento prima di andare via, hai continuato a non
dire una parola e -”
Un
guizzo di crude emozioni attraversò il viso di Draco, e le sue mani scivolarono
fino a stringere la mascella di Harry, interrompendo le parole di Harry a metà
della frase. Draco inclinò il viso di Harry verso il suo, in modo da poter
guardare negli occhi di Harry mentre parlava.
“Grazie,
“ disse Draco teneramente, mordendosi il labbro inferiore in modo totalmente
seducente “ È questo che cercavo di dire. Volevo ringraziarti, per... “
Lo
scroscio di un tuono molto forte coprì il resto della frase di Draco, ed il
picchiettare della pioggia frustò contro le finestre della camera da letto di
Draco. I lampi guizzarono attraverso il cielo, riflettendosi in striature
argentee sopra il viso di Draco, illuminando i suoi tratti delicati quando
Harry abbassò lo sguardo su di lui.
Harry
si appoggiò di più a lui. “No, Draco, “ bisbigliò, lasciando che le sue labbra
accarezzassero quelle di Draco. “Grazie a te.
Per avermi chiesto di fidarmi di te. Per avermi dato la possibilità di credere.”
Ed
Harry chiuse gli occhi e baciò Draco ancora, sentendo il corpo di Draco
inarcarsi per schiacciarsi contro il suo, la bocca di Draco umida e desiderosa
sotto la sua - e perfino nel bel mezzo della pioggia scrosciante Harry si sentì
caldo, e al sicuro, mentre le mani di Draco si avvolgevano attorno alla sua
vita e lo attiravano più vicino, il suo vero impermeabile nella tempesta.