Wedding
 
La bianca navata della chiesa riluceva di una luce abbagliante, e il profumo di fiori inondava l'aria. I riflessi di luce e colore, creati dai caldi raggi del sole che attraversavano le vetrate colorate, rendevano l'atmosfera magica. Gli invitati, i parenti e gli amici, sedevano sulle panche in legno intarsiato, decorate da rose bianche. Il prete davanti a lui era composto e aspettava paziente l'inizio della cerimonia. E lui? Bhè, lui era lì, sull'altare. Giacca e cravatta neri e camicia bianca, con le mani congiunte in attesa del suo arrivo. Era nervoso, agitato. Sarebbe andato tutto bene? Si sarebbe veramente sposato con quella dolce fata dai capelli biondi? La sua fata.
Il suono dell'organo e l'apertura del pesante portone lo fecero sobbalzare per un attimo. Sulla soglia c'era lei, Mavis.
Era stupenda, avvolta in quel candido vestito dallo scollo a cuore e i merletti a coprirle il busto. La lunga gonna liscia le ricadeva morbida, lasciando alle sue spalle un lungo strascico bianco. Il velo a coprirle parzialmente il volto sorridente e felice.
Quando Mavis raggiunse finalmente l'altare e prese delicatamente la mano di Zeref, lui si rese conto di star trattenendo il fiato. Quando aveva smesso di respirare?
Scostò delicatamente il velo, e il suo cuore perse un battito a quella vista. Mavis era bellissima. L'espressione felice, le guance lievemente imporporate e quel lieve accenno di trucco che facevano risplendere i suoi occhi di smeraldo d'amore. La cosa più bella che avesse mai visto.
Durante tutta la cerimonia a Zeref parve di rispondere in automatico, tante le volte che si era ripetuto le stesse battute nelle ultime due settimane, per far sì che quel momento potesse essere perfetto. L'unica persona a cui pensava era Mavis al suo fianco, finalmente, per sempre.
La cerimonia stava per giungere al termine. Dopo lo scambio delle promesse, avrebbero coronato il loro sogno, dopo tante avversità.
Ma fu solo un attimo, un solo secondo, e il rumore di qualcosa che cadeva lo fece riscuotere da quel magico sogno. Una piccola scintilla e poi fiamme di colore rosso si iniziarono a mischiare con i colori candidi e puri dei fiori bianchi. Natsu, non si sa come, aveva fatto cadere delle candele, che sfortunatamente erano finite sui fiori, lasciando dietro di sè una scia di fuoco e fiamme.
Zeref lo guardò allucinato, restando immobile dallo shock. Le immagini sembravano passargli davanti agli occhi a rallentatore. Quel combina-guai di suo fratello ne aveva combinata un'altra delle sue. Vide tutti gli invitati fuggire terrorizzati dalla grande chiesa, seguiti a ruota dal prete, che gli intimava di fare altrettanto, mentre la chiesa bruciava.
Voltò ancora il capo alla sua sinistra, per vedere la reazione di Mavis, ma lei era rimasta immobile, testa abbassata e pugni chiusi. Tremava, tremava di rabbia.
-Non ce la faccio più. Non ho detto nulla fin ora...- pronunciò irritata, fissandolo con le sue iridi di smeraldo, che in quel momento sembravano aver preso fuoco e volessero incenerirlo con un solo sguardo. -... ma la verità è che odio te e la tua famiglia!- urlò, sbattendo violentemente il bouquet di rose per terra e allontanandosi indignata.
Aspetta, Mavis! Non è come pensi... Non mi lasciare!
Voleva urlare. Voleva urlarle quelle parole, ricordarle i momenti felici passati insieme, ma le parole non gli uscivano dalla bocca. Si portò le mani alla gola, quasi stesse soffocando, e...
Zeref si svegliò di soprassalto, mettendosi a sedere sul grande letto matrimoniale. Era sudato e respirava affannato. Si portò istintivamente una mano alla gola secca.
La piccola luce del lumetto alla sua sinistra si accese, facendolo voltare. Una figura dai lunghi capelli biondi si stava stropicciando gli occhi, confusa. Mavis...
-Zeref, che succede?- gli chiese con la voce ancora impastata dal sonno.
-Io... tu... il matrimonio...- iniziò a mormorare parole confuse, portandosi una mano al viso.
In un attimo la ragazza sembrò riacquistare tutta la sua lucidità, e con un dolce sorriso prese la mano dell'amato, tirandola via dal suo volto e stringendogliela delicatamente. A quel gesto Zeref osservò le loro mani intrecciate, per poi notare un particolare: le fedi d'oro bianco.
-Vuoi raccontarmi cosa hai sognato?- gli chiese con voce gentile, incatenando le loro iridi.
Il moro annuì, leggermente più tranquillo. -Stavamo per sposarci- iniziò lui, mentre lei gli prestava la massima attenzione. -Era tutto perfetto - continuò, mentre i battiti del suo cuore si regolarizzavano del tutto. -Ma poi all'improvviso Natsu ha fatto cadere delle candele ed è scoppiato un incendio- proseguì, quasi incredulo delle proprie parole. Come poteva essere scoppiato un incendio in una chiesa? Era assurdo. -Il matrimonio era rovinato e tu mi dicevi di odiarmi e... e...- sentì una forte stretta al cuore al pronunciare quelle parole... odiare...
-Zeref -lo richiamò lei, vedendo il panico assalirlo -Era solo un sogno- lo rassicurò, stringendo leggermente più forte la sua mano, per infondergli sicurezza.
Il moro la guardò nuovamente, annuendo ancora. Era solo un sogno. Un brutto sogno.
-O almeno in parte, eheh- aggiunse lei, ridacchiando.
Il ragazzo aggrottò leggermente le sopracciglia. -Cosa vuoi dire?- le chiese confuso.
-Bhè, noi ci siamo veramente sposati in quella chiesa...- gli spiegò sorridente -...e Natsu ha veramente mandato a fuoco parte di essa- continuò, gustandosi l'espressione prima scioccata, poi arrabbiata e infine confusa del suo dolce maritino.
-Cos... come?- chiese ancora lui, incredulo.
-Ma è mai possibile che non ti ricordi del tuo matrimonio? -lo rimproverò lei, fintamente offesa. -Ci siamo sposati a stento tre giorni fa!- aggiunse. Ma il fatto era che, non è che lui non se lo ricordasse, anzi, piuttosto era che ancora non poteva crederci!
-Alla fine, nonostante le fiamme, io ho preso in mano la situazione- riprese a parlare lei. -Ho detto al prete di sbrigarsi e in meno di un minuto eravamo sposati- gli disse -Se non fosse stato per me, tu saresti rimasto in quello stato di shock per una buona decina di minuti- aggiunse poi, lanciandogli un'occhiata tra il rimprovero e il divertito.
-Siamo poi usciti di corsa insieme agli altri- proseguì la sua spiegazione. -Yuri ha chiamato i pompieri, mentre Warrod si disperava per i suoi poveri fiori- continuò, divertita al ricordo. -L'unico a restare calmo è stato Purehito, ahah- si lasciò scappare una risata, al pensiero del volto impassibile del biondo -E infine ci hanno pensato Lucy e Zera a dare una bella strigliata a Natsu- concluse, ancora divertita.
Il moro annuì, sorridendo appena a quei ricordi, che erano passati anche nella sua mente alle parole della ragazza. Poi un pensiero gli passò per la mente.
-Quindi...- iniziò lui, fermandosi per qualche secondo -...noi siamo in luna di miele- continuò malizioso. La bionda annuì a quelle parole, mentre un brivido le percorreva la schiena e un leggero sorriso si faceva strada sul suo volto lievemente imporporato.
-E visto che si può dire che siamo in vacanza...- proseguì lui, avvicinandosi. -... io non ho alcuna voglia di dormire- concluse, congiungendo le proprie labbra calde con quelle morbide e dolci di Mavis. Pochi secondi dopo Zeref si avventò sul suo collo, lasciandole una scia di leggeri baci, che le provocarono brividi di piacere e di solletico. L'avvolse teneramente tra le sue braccia, stringendola a sè.
E finalmente si rese conto di una cosa. Sposati o no, Mavis l'avrebbe amato per sempre, così come anche lui l'amava. E niente, e dico niente, che fosse una chiesa in fiamme, o un cataclisma, li avrebbe mai separati. Perchè, quello era il loro amore.





Nda:
e anche questa raccolta è conclusa. Mi dispiace un po', perchè è già finita, e mi sarebbe piaciuto scrivere ancora su di loro :(
Ad ogni modo spero che vi sia piaciuto anche quest'ultimo prompt, e come si dice... vissero per sempre felici e contenti (finalmente).
Ringrazio coloro che hanno messo questa raccolta tra le seguite, chi mi ha supportato con le recensioni, ma anche i lettori silenziosi ^.^ 
Per fortuna l'ispirazione non manca mai, quindi scriverò di sicuro altre Zervis, anche se non so ancora quando.
Un bacione e alla prossima, 
Roby-chan