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Autore: Sam__    03/10/2016    9 recensioni
[Swan Queen/ Long AU / OOC]
Innamorarsi e ritrovarsi con il cuore spezzato, imparare ad amare ancora, voler restare sul fondo ma contemporaneamente voler essere disperatamente salvati, scoprire la propria sessualità, stringere amicizie con persone che non ti aspettavi, sognare in grande, fare progetti, litigare, urlare, piangere …
Storia su come l’adolescenza può essere un gran casino!
I dolci sedici anni, vissuti da Emma e Regina.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Neal Cassidy, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9.
Guerra del silenzio.

 
 
 
Non sarete preparati!

 
 
L’indomani mattina, non fecero la strada per andare a scuola insieme e fecero di tutto per non incontrarsi, passando il loro intero tempo rispettivamente con Neal e Robin.
Al pomeriggio, quando si era fatta l’ora per studiare ma Regina non si presentò a casa Nolan, Emma pensò che dovesse mettere fine a quella guerra fredda.
Regina era sempre una sua responsabilità e non le andava di finire nei guai nel caso le fosse successo qualcosa.
Non c’entrava niente il fatto che cominciava a preoccuparsi. E men che meno che le mancava.
Così la chiamò.
E il telefono squillò per un bel pezzo, perché dall’altra parte, Regina lo fissava frenando se stessa dalla voglia di rispondere.
Naturalmente voleva sentire la sua voce, anche al costo di litigare ancora.
Ma era sempre stata così orgogliosa che pensava fosse giusto farla penare un po’ di tempo.
Tempo che durò un altro secondo al massimo, perché la curiosità di sentire cosa avesse da dire mandò al diavolo l’orgoglio.
Emma sentì che la chiamata era stata presa, ma non era stato detto nulla.
“Ehi.” Disse a quel punto, nel tono più neutrale possibile.
“Ehi.”
“Dove sei? Ti aspettavo per studiare …”
“Oh certo, ora t’importa di dove sono? Perché a scuola Marian e le sue amiche avevano campo libero di picchiarmi, invece.”
“Ma smettila! Sanno che le tue amiche sono tornate, nemmeno ti guardano da lontano. E comunque so che sei stata con Robin …” in realtà non lo sapeva, ma voleva verificare se davvero fosse così, buttando lì la frase.
“Eh già! Indovina dove sono adesso?”
La bionda assottigliò gli occhi a due fessure “devi studiare.”
“Se non mi vedi nemmeno a scuola, non vedo perché dovrei studiare per te.”
“Tu devi studiare per te stessa!”
“Ah-ah! Sono impegnata adesso.” Ovviamente sarebbe andata a studiare da lei, voleva solo stuzzicarla un altro po’.
Una piccola vendetta.
Ma con grande sorpresa, Emma non stette al quel gioco, ma incominciò a giocare al suo.
“Come vuoi.” Disse, con il tono più menefreghista possibile.
“Okay, ciao.”
“Ciao.”
 
L’indomani, Regina attuò un approccio diverso.
Decise di saltare la scuola, nella speranza che Emma si sarebbe preoccupata e l’avrebbe chiamata.
Ma non aveva ancora capito che quando Emma le diceva di conoscerla, intendeva davvero, e soprattutto comprese queste idee che le venivano.
Per questo la chiamata tanto desiderata non arrivò quella mattina.
Ma la speranza definitiva l’abbandonò quando al pomeriggio, passato il solito orario per vedersi e studiare, non arrivò né una chiamata né un messaggio né un bel niente.
Così, decide si essere lei quella a mettere la parola fine a quello stupido gioco.
La chiamò ed Emma rispose immediatamente alla chiamata.
“Si?”
“L’ora di studiare è passata da un po’…”
“Sei tu che hai deciso di non venire.”
“Tu non ti sei nemmeno disturbata a cercarmi.”
“Avrei dovuto?”
Regina zittì qualsiasi risposta pronta le era venuta in mente.
Perché no, Emma non avrebbe dovuto.
Però Regina lo desiderava così tanto.
“Si!” rispose quindi “non puoi trattarmi in un modo, farmi credere che ti importa di me e poi disinteressarti! Non ero una tua responsabilità?”
“Lo sei, ma non posso importi con chi stare, giusto? E se non sbaglio ieri pomeriggio hai scelto Robin.”
“Volevo stare con lui, d’accordo?” che grandissima bugia, voleva solo farle un dispetto “non significa che non voglio più venire a studiare da te.”
“Perché non sei venuta allora?”
“Credevo di disturbare …”
“Credevi bene! Sono con Neal.” Ed Emma non seppe davvero perché disse quel che disse ma lo sputò fuori con acidità.
“Oh, okay, scusami.”
“Fa niente, ma ora devo chiudere.”
“D’accordo … ciao.” Ci vediamo domani avrebbe voluto aggiungere.
Ma non disse nulla, restando con il telefono all’orecchio anche dopo che Emma aveva riattaccato.
 
L’indomani, a mensa, Regina ebbe una compagnia inaspettata.
“Robin è preoccupato per te.” Affermò Malefica sedendosi al suo tavolo “dice che non stai bene da quando non vedi più Emma Swan.”
“E non vedo come questo possa essere di tuo interesse.”
“Suvvia, sua maestà, pensi davvero che non mi importi di te?”
“Penso che nelle ultime settimane non ti sei fatta minimamente vedere o sentire.”
“Non ne avevi bisogno, avevi Swan.”
“Avere un’altra amica non vuol dire non avere più bisogno delle mie amiche! In specie di te, Mal!”
“Okay, mi dispiace, ero abbastanza gelosa e incazzata va bene?”
“No! Non va bene per niente! Vi siete giocate un bel colpo basso da Granny’s … è stato meschino.”
“E’ stata Ursula a dire quella cosa, non prendertela con me.” Fece un gesto con la mano.
“Non hai replicato però, mh? O minimamente difeso.”
Malefica rise “oh no, dopo le ho dato una bella sfuriata! Sapeva che non avrebbe nemmeno dovuto nominarlo.”
Regina deglutì “e dov’è adesso? Non le dispiace neanche un po’? E a Crudelia?”
“Saranno a pomiciare da qualche parte.” Scrollò le spalle.
La mora sgranò gli occhi “lo sai?”
“Perché tu lo sai?”
“Non con certezza, l’ho sempre sospettato.”
“Credevi di essere l’unica ad avere dei sospetti? Perfino un cretino come Robin c’è arrivato.”
“A proposito di Robin …”
“State insieme, lo so, ma non smetterò di considerarlo stupido per questo.” Le sorrise.
Regina ricambiò il sorriso.
Le era mancata, inutile negarlo.
Ed aveva proprio bisogno di sfogarsi con un’amica.
“Emma non vuole che io stia con lui.”
“In che senso?”
“Pensa che io meriti di più.”
“Oh, questo sicuramente … ma non ti ci devi mica sposare, voglio dire, va bene farsi delle storie! Che male potrà mai farti? E’ un bravo ragazzo, dopotutto.”
“Lei non la pensa così …”
“Ed è davvero così importante quello che lei pensa?”
A quanto pare sì. Pensò Regina.
Sennò non le sarebbe importato così tanto.
Ma perché era importante?
Forse perché da quando Emma le stava accanto, Regina temeva che qualsiasi cosa non le fosse piaciuta sarebbe stato pretesto per abbandonarla.
E lei non voleva farsi abbandonare da qualcuno un’altra volta.
Specie se quel qualcuno era ormai diventato parte della sua vita e le piaceva averlo accanto.
“Okay, non stare ad arrovellarti il cervello!” la richiamò Malefica “anzi, meglio trovare qualcosa da fare per distrarti!”
 
Quel pomeriggio, mentre Emma aspettava invano che Regina arrivasse, al suo posto arrivò la chiamata di Neal.
La bionda fu stranita "come mai chiami a quest'ora?" Rispose.
"È la solita ora, amore."
Emma guardò l'orologio notando che effettivamente era davvero l'ora in cui Neal la chiamava ogni giorno.
Era rimasta lì, sdraiata sul divano, ad aspettare Regina dall'ora in cui sarebbe dovuta arrivare. Non accorgendosi nemmeno del tempo che passava, tanto era immersa a pensare a cosa cavolo Regina stesse facendo invece di essere lì.
"Hai ragione, non me ne ero accorta."
"Quindi Regina non c'è nemmeno oggi..."
"Già."
Ed era giusto che non ci fosse.
Non si erano sentite, ed anche se ormai era un tacito accordo quello di vedersi lì ogni giorno alla stessa ora per studiare, le cose erano cambiate da quell'ultima volta.
"Perché non la chiami?" Le chiese.
Perché non voglio sapere dov'è, con chi e cosa sta facendo.
"Per litigare ancora? Non ne vale la pena."
"Pensi di risolvere questa specie di guerra del silenzio, prima o poi?"
"Non dipende solo da me."
"Lo so, ma puoi provare a fare il primo passo."
"Primo passo? Ne ho fatti almeno dieci di passi!"
"Ma se ieri ti ha chiamato lei! Sei stata tu a risponderle in quel modo."
"Dimmi che non se lo meritava." Lo sfidò.
"Ti dico che so per certo che entrambe meritate la pace."
"Beh è stata lei a cominciare."
"Sei stata tu a farle la sfuriata per essersi messa con Robin."
"Ma tu da che parte stai?"
"Emma, ti prego, sei più matura di così."
"Quindi dovrei fare la persona superiore?"
"Dovresti!"
“Mh … non ci riesco!”
Neal sbuffò “oh, andiamo! Dille che ti dispiace e fatela finita!”
“Mi dispiace per cosa? Robin? Non mi dispiace affatto!” mise in chiaro.
“Ma che problema hai con lui? Ci siamo anche usciti insieme, è okay, per Regina va bene.”
“Oh credimi Regina può avere chi cavolo le pare in questo mondo e accontentarsi di una persona okay non è corretto! Che farà la persona straordinaria come lei che la sta aspettando lì fuori? Dovrà accontentarsi di una persona mediocre, giusto? Non è per niente giusto!” parlò così velocemente che a malapena capì lei stessa quello che aveva detto.
“Da quando Regina sarebbe straordinaria?” chiese confuso il ragazzo.
“Scherzi? Da sempre! Sennò perché avrei fatto così tanto per starle accanto? Doveva solo avere qualcuno che le facesse capire quanto valesse, mettendola sulla buona strada!”
“Quindi adesso l’ha capito e non ne ha più bisogno? L’hai abbandonata?”
“E’ lei che ha scelto l’influenza negativa.” Si giustificò.
“Emma, Robin non sarà un’influenza negativa, se tu continui a starle accanto.”
La ragazza ebbe una sorta di illuminazione in quel momento “hai perfettamente ragione!”
“Lo so, sto cercando di fartelo capire da tipo dieci minuti.”
“E sai anche che ti amo tanto?” sorrise la ragazza.
“Sai, credo che tu mi ami a convenienza.”
“Ah, smettila! E’ solo che ti fai amare di più quando mi fai ragionare!”
“E’ un piacere.” rise Neal “ti amo anch’io.”
“Devo chiamare Regina adesso.”
“Ovviamente! A stasera.”
“Un bacio.”
E quando Emma guardò il cellulare dopo aver riattaccato, con sua grande sorpresa ci trovò un sms da parte di Regina:
-Avrai notato che non sono venuta da te … ero occupata, posso venire adesso?
Ed Emma mandò al diavolo tutti i suoi buoni propositi.
Che le sembrava? Che poteva saltare il loro appuntamento di studio per fare i propri porci comodi con Robin e spostare all’ora che desiderava?
Neanche per sogno!
-No.
Rispose semplicemente la bionda.
Diretto, coinciso, essenziale e distaccato.
-Okay.
Fu la risposta di Regina.
Emma non rispose, ma dopo pochi secondi ecco un altro messaggio:
-Perché?
-Non puoi fare come ti pare! Ci sono delle regole da rispettare! Domani ci penserai due volte.
Dopo pochi secondi dall’invio di quel messaggio, ricevette direttamente una chiamata da Regina.
“Cosa vuol dire che domani ci penserò due volte?” sentì non appena rispose.
“Pensi di poter rimandare a quando vuoi il nostro studio? Non funziona così! Ho anch’io una vita con altre cose da fare, non sto di certo in tua attesa.”
E’ per questo che era rimasta sdraiata sul divano dall’ora in cui sarebbe dovuta arrivare ad aspettarla.
“D’accordo, mi dispiace okay? Non è mai successo! Non ti scaldare così.”
“Oh, mi scaldo eccome!” rispose a tono “perché per te vengo sempre dopo tutti e tutto, e sempre se ti resta tempo.”
“Non osare dirmi una cosa del genere!”
“Vorresti affermare il contrario?” la provocò.
“Io lo affermo eccome! Ho passato le ultime settimane della mia vita con te, senza dedicarmi ad altro che non fossi tu, come puoi dirmi che per me vieni dopo tutti e tutto?”
“Quindi me ne stai facendo una colpa? Sei tu che hai deciso di dedicarti solo a me!” ribatté.
“Mio Dio ma che cazzo di problema hai!?” sbottò “perché prendi tutto come un’accusa?”
Emma respirò affondo.
Non lo sapeva ma le veniva naturale reagire in quel modo.
Regina non le aveva fatto niente, ma da quando si era messa con Robin era come se le avesse fatto davvero qualcosa di brutto.
“Preferivo quando ti dedicavi solo a me.” Mormorò, per poi riattaccare.
 
“Com’è andata?” le chiese Malefica.
Regina sbuffò, lasciandosi cadere sul letto accanto alla sua amica “di merda.”
“E’ ancora arrabbiata?”
“Si, non so per cosa, ma sì.”
“Sempre per Robin?”
“E’ semplicemente da pazzi!”
“Non ti meriti di starci così.”
“Non ci sto in nessun modo, solo … mi fa stancare. Sono esausta e le ho solo parlato due minuti da un telefono.”
“Hai proprio bisogno di distrarti! Che ne dici di una bevutina al Rabbit Hole?”
“Non se ne parla. Non affogherò i miei pensieri nell’alcool.” Rispose risoluta.
“Ma l’alcool è la soluzione a tutti i problemi, lo sai!” piagnucolò la sua amica.
“Forse si. Ma non lo voglio. Preferisco distrarmi in altro modo.”
Malefica sospirò, abbattuta da quella risposta.
Lei voleva terribilmente andare a bere, ma non voleva lasciare Regina da sola.
Rifletté solo dopo a quel comportamento da parte della sua amica.
Non la vedeva rifiutare l’alcool da un bel po’ di tempo, precisamente da …
“Mi sembra di rivedere la Regina di Daniel.”
Regina deglutì a quella affermazione “mi sento la vecchia me stessa.”
“E tutto grazie ad Emma?” le chiese.
“Lei tira fuori il meglio di me, mi sprona a dare il massimo perché crede fermamente che io possa arrivarci, mi spinge a non rinunciare a quello che faccio. Esattamente come faceva lui.”
“E’ una gran bella cosa, ma ricorda Regina: non affidare mai chi sei a qualcun altro. Se desideri essere in un modo, dipende solo da te.”
La mora sospirò “lo so, Mal. Ma non sono forte come credevo di essere, mi faccio influenzare e trascinare … lei mi ricorda di rimanere fedele a me stessa.”
La sua amica annuì  “vorrei tanto sapere perché Robin è un così grosso problema per lei!”
“Crede che lui sarà una brutta influenza, che mi farà tornare indietro dopo tutta la strada che ho fatto per arrivare avanti.” Spiegò.
“Quindi non si fida di te. E del progresso che hai fatto.”
Regina scrollò le spalle “a quanto pare.” Rispose demoralizzata.
Non le piaceva per niente pensare quelle cose, e Malefica le aveva proprio messo un bel tarlo in testa adesso.
 
Il giorno dopo, sotto consiglio di Malefica, Regina pensò che la soluzione migliore fosse non presentarsi ancora una volta a scuola. Magari Emma, sentendosi in colpa per la chiamata del giorno prima, si sarebbe preoccupata e l’avrebbe cercata.
Dal canto suo, Emma, era si preoccupata ma non intendeva fare il primo passo.
Malgrado Ruby la stesse spronando a farlo.
Si limitò a chiedere a Zelena perché mai sua sorella non fosse andata a scuola.
“Non ne ho idea.” Rispose la ragazza, mentendo. Era amica di Emma, ma Regina era sua sorella e le aveva chiesto un favore: non dire ad Emma che sapesse dove e con chi era in modo da farla preoccupare, in modo da essere costretta a cercarla.
Da lì Regina avrebbe messo un punto a quella situazione, ma prima voleva almeno sentirsi ancora voluta.
Così Zelena accettò, dal momento che non riteneva nemmeno giusto il comportamento di Emma nei confronti delle scelte di sua sorella.
“Ma era a casa quando sei uscita?” le chiese la bionda.
“No, era già uscita.”
“Così presto?” s’insospettì.
La rossa scrollò le spalle “o che non sia proprio tornata a casa ieri notte?”
La mascella di Emma quasi cadde per terra, e Zelena pensò che forse aveva un po’ esagerato ma se quello non avrebbe scosso Emma, nulla l’avrebbe fatto.
“Ma non vi accertate nemmeno del fatto che torni a casa?” ribatté irritata. D’accordo che di questi ultimi tempi la famiglia Mills era tranquilla perché sapeva che Regina passava il tempo con lei quando era fuori casa. Ma adesso che stava con Robin e si erano allontanate, non erano preoccupati?
E se sarebbe tornata quella di una volta?
“Non posso mica stare sveglia ad aspettarla.” Rispose Zelena.
“Okay ma tua madre? Tuo padre?”
“… non sanno che vi siete allontanate.”
“Che cosa?”
“Regina ha paura che senza di te la manderebbero in un istituto.”
“No! Lei non è più la stessa persona! Ha tirato fuori da sé il meglio, non le farebbero mai una cosa del genere! Non ha nemmeno più bisogno di me! Deve solo provarglielo.”
“Difficile a farsi se da un momento all’altro sei stata proprio tu a rinunciare.”
“E’ al contrario semmai! Lei ha rinunciato a me perché adesso ha Robin!” ribatté scocciata. 
“Sei convinta di questa cosa ma non è vero! Tu hai creato problemi da quando si sono messi insieme!”
“Perché lui non va bene per lei!”
“Non sei tu a deciderlo!”
“Okay calma!” le interrupe Ruby, dal momento che stavano praticamente dando spettacolo davanti a tutta la scuola “andiamo per punti … Emma, perché secondo te Robin non va bene per Regina?”
“Perché è una cattiva influenza nella sua vita.” Rispose decisa.
“E tu, Zelena, pensi che sia vero?”
“Penso che sia vero come il fatto che lo siano anche Malefica, Crudelia e Ursula … ma non mi sembra che farebbe tanti drammi se ricominciasse a uscire con loro.”
“Ha ragione?” si rivolse ad Emma.
“Si! Perché loro sono sue amiche ma lo sono anch’io, posso riuscire a controllarle.”
“Quindi è questo? E’ perché non puoi controllare Robin?”
La bionda annuì “non posso competere con un tipo di rapporto che va oltre quello che abbiamo io e lei.”
“Non credi che le dovresti dare un po’ di fiducia, dal momento che sostieni che ha fatto grandi progressi?”
“E poi Emma, non credi che la tua presenza possa impedire che lei torni al punto di partenza? Anche se non potrai competere contro Robin, sei importante per lei, hai fatto tanto, si fida di te … accetterebbe sempre un tuo consiglio e ascolterebbe il tuo punto di vista.” Le disse Zelena.
“La verità è che hai rinunciato ancora prima di provare” affermò Ruby “e non è da te. L’Emma Swan che conosco non si fa fermare dalla paura di fallire.”
“okay, d’accordo” si arrese la bionda “ho sbagliato. Ma giuro che se la chiamo ed è con Robin … io ho chiuso.”
“Emma! Ma allora che cavolo abbiamo detto?” piagnucolò Zelena.
“No! Se ha saltato la scuola per stare con lui, si prenderà le conseguenze della sua pessima idea.”
 
Quindi così fece, subito dopo scuola, arrivata a casa.
Prese un respiro profondo, mantenendo tutta la calma possibile, guardò il telefono che aveva tra le mani e il nome sullo schermo.
Per poi pigiare il tasto verde.
“Dimmi che sei con Robin e ho chiuso.” Disse, non appena Regina rispose.
“Come sarebbe a dire ‘hai chiuso’?”
“Quindi sei con lui.” Diede per scontato.
“Non trarre conclusioni! Voglio sapere perché chiudi se sono con Robin.”
“Perché ti ha fatto saltare la scuola, Regina. Avevo ragione: ti sta allontanando dalla strada giusta.”
“Non sembrava t’interessasse fino a ieri, uh?”
“M’interessa, d’accordo? Solo che dover competere con il tuo bad boyfriend è difficile. Con lui è tutto spasso e divertimento, nettamente preferisci passare il tuo tempo con lui.”
“Che diavolo stai dicendo?”
“Maledetto il giorno che ti ho detto di portarlo a quella dannata cena!” stava più tenendo un monologo con se stessa che un dialogo con Regina.
“Esatto, cazzo!” s’infuriò la mora “se io non fossi stata gelosa di te e Neal tutto questo non sarebbe successo.”
“E’ ufficialmente colpa nostra se tu ti metti letteralmente con il primo che passa?”
“E’ tutta colpa tua!” quasi urlò.
Realizzando che lo era in un altro senso:
non perché Emma aveva Neal.
Ma perché Neal aveva Emma.
Non gli ricordavano Daniel, voleva semplicemente essere al posto di Neal.
Perché lei la “sua Daniel” l’aveva già ritrovata.
Realizzarlo le fece girare la testa.
Non lo capiva nemmeno lei come era potuta arrivare a pensarla in quel modo, figurarsi spiegarlo ad Emma.
“Sei ancora lì?” la voce di quest’ultima la destò dai suoi pensieri.
“S-si.” Balbettò, più per abitudine che per coscienza.
“Allora mi rispondi?”
A cosa? Perché le aveva fatto una domanda? Aveva anche solo parlato?
Regina riusciva solo a sentire il rumore dei suoi pensieri.
“Non ho capito.”
“Ho ammesso che è colpa mia, hai ragione.” Ripeté Emma “ma devi dirmi dove sei, fai la tua parte e assumiti la responsabilità delle tue scelte.”
Praticamente l’aveva solo sentita farfugliare parole “non … Emma devo andare, davvero …”
“No! Dimmi se sei con Robin.”
“Emma-“
“Guarda che lo prendo come un sì!”
Regina scosse il capo, lasciando cadere il telefono come ne fosse rimasta scottata.
Malefica le andò in aiuto, notando che stava per precipitare per terra, l’appoggiò sulla panchina, per poi prendere il telefono da terra.
Ma la chiamata era già stata interrotta.
 
“Che cosa ti prende?” le chiese Malefica.
Regina si distese sulla panchina, appoggiando il capo sopra le gambe della sua amica che le era seduta accanto.
“Mi ricorda così tanto Daniel da innamorarmene.” Affermò.
L’altra strabuzzò gli occhi a quell’affermazione “ma chi?”
La mora la guardò come fosse stupida a porre quella domanda, talmente ovvia fosse la risposta “Emma.”
“O-okay calma! Innamorata di Emma, addirittura?”
“Di Daniel ero innamorata.”
“Ma Daniel era un ragazzo …”
“Oh no, Mal, ti prego, siamo oltre questo problema.” Sbuffò.
“Beh magari ci sarai tu oltre!”
“Scusa ma dopo Crudelia e Ursula non credevo ci fossero più problemi!”
“Non ce ne sono infatti! Almeno credo … voglio dire: d’accordo non sarà poi così anormale ma se ti piacciono i ragazzi come puoi passare alle ragazze? Stai con Robin adesso, perché proprio Emma?”
“Come se Cru e Ursula non si scopavano fiumi di ragazzi ogni giorno, prima di scoprirsi.”
Malefica si alzò bruscamente, facendo quasi sbattere la testa di Regina sulla panchina.
“Okay va bene e mi spieghi perché?”
“Oddio, Mal, non c’è un perché! Ci si ritrova tra anime affine, a prescindere che siano donne o uomini!”
“Ma come fai a capirlo se non hai mai nemmeno pensato che ti potessero piacere le ragazze?”
“Lo capisci. Non so nemmeno spiegarti come, ma quando ti capiterà, giuro, lo saprai perfettamente.” Sorrise.
“E quindi è quello che ti è successo con Emma? L’hai semplicemente capito?”
“Si, esattamente cinque minuti fa! Ha nominato la mia gelosia per lei e Neal alla cena a quattro di un paio di sere fa e ed ho capito: non sono gelosa di quello che hanno loro, sono gelosa di quello che ha lui.
“E lui ha Emma.”
Regina annuì.
“Ecco perché stavi quasi per cadere a terra, prima.”
“Mi ha confuso realizzarlo. Sono rimasta paralizzata, sentivo a malapena quello che diceva Emma e il mio cervello mi faceva spiccicare solo qualche sillaba.”
“Beh, doveva essere molto arrabbiata perché ha riattaccato immediatamente.”
“Si, era arrabbiata. Le sembrava che fossi con Robin … mi ha detto che avrebbe chiuso nel caso avessi saltato la scuola per stare con lui … e … è quello che mi ha chiesto dopo! Oddio no!”
“Che cosa hai ricordato?”
“Le ho detto che dovevo chiudere ed ha risposto dicendo che se l’avrei fatto l’avrebbe preso come un si alla domanda se Robin fosse o meno con me.”
“Quindi crede che tu sia con Robin.”
“E ha rinunciato definitivamente.”
“No, forse non definitivamente! Ma devi correre da lei immediatamente, e spiegarle tutto.”
Regina si mise sulla difensiva “oh no no! Non potrei mai!”
“Si che puoi!”
“Sta con una persona, Mal.”
“Beh, non hai chance se non le dici la verità. Spiegale i tuoi sentimenti, anche se non ricambia, capirà.”
“Posso tranquillamente omettere la parte dove credo di essermi innamorata di lei, complicherò soltanto il nostro rapporto. O peggio, se mi allontana per questo? No no! Non voglio rischiare per un presentimento.”
“Credimi, Regina, non serve a niente mentire, tenersi tutto dentro e sperare che le cose vadano per il meglio con il tempo. Perderai la tua occasione se non glielo dici.”
“Ho già perso la mia occasione, sta con Neal!” esclamò.
“Esatto, hai già perso: che altro ti rimane da perdere? Nulla! Diglielo! Tanto peggio di così non può andare.”
Ma vide che Regina non era ancora convinta.
“Non importa cosa succederà dopo” continuò “perché sarà comunque un cambiamento, ed è questo che ti serve … che la situazione si muova. Poco importa se in positivo o in negativo” scrollò le spalle “l’importante è che non ti farà restare ancora bloccata.” Sorrise alla sua amica.
Quel sorriso ne provocò un altro sulle labbra di Regina “ti odio, strega. E ancor di più quando hai ragione.”
Si alzò, andando ad abbracciarla.
Malefica la strinse nell’abbraccio “lo so bene, sua maestà, è per questo che siamo amiche.”
Districato quel contatto che le diede un’incredibile carica, salutò la sua amica e iniziò a correre in direzione dell’appartamento della famiglia Nolan.
 
Quando arrivo davanti quella casa, il primo istinto fu quello di tornare indietro.
Che cavolo le era saltato in mente?
Dire quello che provava avrebbe solo portato un mucchio di casini.
E poi non era brava a parlare a cuore aperto, malgrado fosse una cosa che aveva già fatto con Emma.
Beh comunque, ormai che era lì, tanto valeva mettere almeno fine a quell'assurda situazione.
Bussò e attese nervosa fino a quando Emma non aprì la porta.
Poi il nervosismo aumentò a dismisura.
La prima reazione di Emma, fu quella di chiuderle la porta in faccia.
La riaprì dopo mezzo secondo "okay solo perché non è educato farlo. Ma meritavi che rimanesse chiusa." Le disse.
Regina sorrise "grazie."
"Guarda che qualsiasi cosa dirai, non ti perdonerò."
"Magari non sono qui per farmi perdonare."
"Allora illuminami, perché mai sei qui?"
"Per dirti che non puoi farmi questo! Tu ti sei presa carico di me e non puoi lasciarmi in mezzo a una strada perché non ti aggrada che io sia felice!"
Emma rise sarcastica "ah quindi adesso Robin è addirittura la felicità!"
“Non ti va proprio di vedermi star bene, eh?”
“Stavi bene anche prima di lui!”
“E quindi cos’è? Solo perché non puoi fare la tua parte da Eroe? Perché questa cosa non ha a che fare con te?” la provocò “se solo fosse vero! E invece no! Tutto gira intorno a te! E odio che sia così! Perché tu dovevi vedere del buono in me, vero? Sai chi è stata l’ultima persona a vederci qualcosa di buono in me? Daniel! E sappiamo entrambe com’è andata!” parlava a voce alta, ma non sapeva se per rabbia o per affermare maggiormente il concetto.
Emma rimase in silenzio, non capendo ancora dove Regina volesse arrivare.
“Mi ricordi tanto lui” continuò  “Quindi credo che il mio cervello abbia creato una sorta di giustizia per il quale io e te dovremmo stare insieme per questo motivo.”
E paragonarla a Daniel era praticamente dirle che l’amava, nella lingua di Regina.
“Tu non puoi andartene come ha fatto lui, okay? Non osare farmi questo!”
Emma la prese per il colletto della giacca, attirandola a sé.
I visi a un bacio di distanza.
Il cuore in gola.
 
  
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