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Autore: RedStar12    07/05/2009    4 recensioni
Salve a tutti! Tra una stesura e l'altra di "The owl. The lily. The vellum." la mia mente contorta ha partorita questa pseudo-fanfic. A voi giudicare, spero che vi piaccia.
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Valentina (Tina per gli amici), in seguito all'incidente in cui hanno perso la vita i genitori e il fratello, è paralizzata dalla vita in giù e costretta sulla sedia a rotelle. Non può muoversi senza aiuto e, a parte le quotidiane visite al caffè sottocasa e le rare gite in centro, è praticamente segregata nel suo piccolo appartamento nella periferia di Trieste, sua città natale.
Cosa potrebbero mai volere da lei quei loschi figuri appostati davanti alla sua porta in attesa che lei esca?
Chi sono quei misteriosi ragazzi che da mesi la vegliano e la proteggono, come degli angeli custodi?
Qual'è il segreto che la sua famiglia, in apparenza così normale, le ha tenuto nascosto per quasi diciotto anni?
Genere: Romantico, Azione, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Scorpion Milo
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 8 - The temple I wanna heal
I wanna feel what I thought was never real
I wanna let go the pain I've held so long
(Erase all the pain till it's gone)
I wanna heal
I wanna feel like I'm close to something real
I wanna find something I've wanted all along
Somewhere I belong

And I've got nothing to say
I can't believe I didn't fall right down on my face
(I was confused)
Looking everywhere only to find
That's it's not the way I had imagined it all in my mind
(So what I am)
What do I have but negativy
'Cause I can't justify the way
Everyone is looking at me
(Nothing to lose)
Nothing to gain / hollow and alone
And the fault is my own
(Linkin Park, Somewhere I belong)


Capitolo 8: Moments of sadness                          
                                                                     
-Una vacanza in Grecia?- Barbara fissò sospettosa Tina, intenta a sfogliare distrattamente una rivista di VIP, seduta all'ombra dell'ombrellone di uno dei tavolini del "Giglio". Era rimasta estrerrefatta quando Tina le aveva esposto la sua intenzione di andare a passare qualche mese in Grecia. Era già un miracolo che la sua pupilla andasse oltre i confini di Trieste, a Muggia, per andare a trovare i nonni paterni, figurarsi andare al di fuori dell'Italia. Con il suo handicap, poi.
Tina sollevò gli occhi dall'articolo sui Linkin Park e fissò le proprie iridi, che brillavano da dietro gli occhiali da vista, in quelle di Barbara. Annuì -Ho semplicemente voglia di... cambiare aria, tutto qui- spiegò, sorseggiando il suo bicchiere di Coca-cola arricchito con ghiaccio. Barbara restrinse gli occhi in due fessure, e sulle sue labbra si dipinse un sorrisino complice -Centra qualcosa quel bel ragazzo che ti fa da tutor?- chiese, curiosa, osservando di sottecchi il suddetto ragazzo, Milo, seduto a qualche tavolino di distanza, i limpidi occhi azzurri che non perdevano un secondo di vista Tina. La ragazza arrossì violentemente, cosa che fece ridacchiare Barbara, poi scosse con forza la testa, incapace di dire alcunchè. In fondo, Barbara aveva toccato un punto cruciale: Tina ormai sapeva di essere innamorata di Milo, ma la sua indole timida e timorosa la portava a nasconderlo, per paura di perdere l'amicizia e l'attenzione che il cavaliere le riservava. Magari era solo senso del dovere o di protezione, ma, come si suol dire, "La speranza è l'ultima a morire".
Barbara smise di ridere e la fissò con serietà -Hai già trovato un mezzo per andare in Grecia e un albergo dove alloggiare?- le chiese. Tina ingoiò l'ultimo pezzo del suo panino caprese, il suo pranzo, bevve un sorso di Coca, meditando che balla inventarsi, poi tornò a fissarla -Ho contattato una mia amica che abita in Grecia, ha detto che mi ospiterà per tutto il tempo che vorrò. Ha detto che manderà un aereo privato a prendermi domani, all'aereoporto di Venezia. Milo mi darà un passaggio fino a lì...- rispose, a bassa voce, indicando con un breve cenno degli occhi il ragazzo dagli occhi azzurri. Barbara spalancò gli occhi -Hai un'amica straricca e non mi racconti niente?-
Tina si morse un labbro, come faceva quando non sapeva cosa dire e si sentiva presa in castagna. Barbara conosceva fin troppo bene quel gesto, e dato che non era una pettegola come Samy, si limitò a prendere il bicchiere vuoto e a dire -Te e i tuoi segreti, piccola. Cerca di non farti male e chiamaci ogni tanto- prima di rientrare nel bar.
Tina tirò un sospiro di sollievo, spuntando dalla sua lista mentale delle persone da avvertire della sua partenza il nome "Barbara". Ora era fatta.

Il giorno dopo
-Dove cavolo avrò messo la mia maglietta preferita? Acciderba!- imprecò Tina, sfrugando nell'armadio a muro della sua camera, alla ricerca della sua maglietta preferita, quella nera con la stampa di un lupo al chiaro di una luna piena, un caro ricordo di sua madre. Altri capi d'abbigliamento, come jeans, canottiere, magliette, biancheria intima et similia, erano impilati ordinatamente dentro un trolley blu scuro, aperto sul letto, dove stazionava anche un annoiato Milo, seduto a gambe incrociate e appoggiato alla parete dietro di lui, foderata di pannelli di legno.
-Non capisco perchè fai tante storie per una maglietta. Sono sicuro che Milady potrà prestarti qualche suo vestito, avete più o meno la stessa taglia- sbuffò Milo, soffermandosi un secondo in più ad osservare il profilo della ragazza -Anche se credo che tu abbia una taglia di seno in più- affermò poi, malizioso. Tina sussultò ed arrossì lievemente, poi voltò la carrozzella verso Milo per poterlo guardare negli occhi. Prese un lungo respiro per non perdere la calma -In primis, non si tratta di una maglietta qualsiasi, ma della mia maglietta preferita. In secondis, visto l'abito che Saori indossava ieri, ed essendo io un'acerrima nemica delle gonne, preferisco non correre rischi.- scandì, prima di incrociare le braccia e fissare Milo in modo severo, in stile maestrina -E terzis, guardami ancora una volta le tette e ti faccio nero, chiaro?- concluse, puntando l'indice con fare accusatorio contro di lui, che alzò le mani, rivolgendo i palmi verso Tina, in segno di resa -Ho solo fatto una considerazione, non arrabbiarti- le disse candidamente, contornado tutto con un sorriso e uno sguardo innocente.
Tina scosse la testa, sapendo che le era impossibile rimproverarlo quando usava quel tono di voce e quello sguardo con lei, e questa era una cosa che in parte la faceva imbestialire. Fino a quel momento, l'unico maschio ad avere quell'ascendente su di lei era stato il suo fratellone, a cui bastava un'ammiccamento degli occhi azzurri per avere la sua completa attenzione. Sbuffò sommessamente, tirando finalmente fuori dall'armadio la sua tanto sospirata maglietta "Night Watch" e sistemandola ordinatamente nella sua valigia, chiudendone poi il coperchio con uno scatto.
-Milo...- lo chiamò improvvisamente, alzando verso di lui il viso, fissandolo da dietro le lenti degli occhiali, le iridi azzurre ben incorniciate dalla montatura rosso bordeaux -...perchè avevi chiesto a Saori di evitare di portarmi al Santuario?- gli chiese, ricordandosi l'espressione accorata e triste nei suoi occhi color mare quando Saori gli aveva annunciato (dopo aver chiesto il parere di Tina, che aveva risposto con un balbettante "...sì...") che il giorno dopo, tempo che preparasse le valigie con lo stretto necessario e avvisasse i parenti (che non erano mica pochi, SOLO due nonni, due nonne, tre zii, tre zie e tre cugine),  sarebbero partiti alla volta della Grecia, destinazione il Grande Tempio di Atene, descritto nel racconto di Elisabetta e Stefano Fiorini come il fulcro dove si concentravano tutti i cavalieri e gli apprendisti devoti alla dea Athena.
Tina non ricordava una volta in cui avesse visto tanta tristezza e rassegnazione negli occhi di una persona, neanche quando il veterinario aveva annunciato, due anni prima, che per Sissi, la loro cagnolina (anche se sarebbe più giusto definirla "cagnolona" o "barilotto dotato di zampe"), da tempo malata di diabete, non c'erano più speranze di guarigione. Tina ricordava fin troppo bene la tristezza che aveva letto negli occhi della fratello e del padre quando la madre aveva annunciato che non c'era altra soluzione che addormentarla definitivamente, per risparmierle altre sofferenze.
Gli occhi di Milo, prima vivi e brillanti, s'incupirono improvvisamente, diventando quasi spenti e opachi, come se fossero offuscati da una nebbiolina grigiognola, come quella che spesso e volentieri appesantiva il cielo di Trieste durante la stagione autunnale. Non accennò a rispondere, rimase così, a capo chino, a fissare le proprie mani strette convulsamente in grembo, gli occhi tristi e le labbra piegate in una smorfia di tristezza. Perchè sapeva che il Santuario sarebbe diventato per Tina quello che adesso lo era il suo appartamento: una prigione.
..................
Quando giunse al Grande Tempio, Tina capì improvvisamente il motivo per cui Milo, forse, aveva pregato la reincarnazione di Athena di non portarla là. Osservava con gli occhi sgranati la lunga distesa di scale, gradoni e scalini che formavano il percorso che avrebbe dovuto superare per giungere alla Tredicesima Casa, la dimora di Saori. Milo, alla sua sinistra, le rivolse uno sguardo colpevole, stringendole la mano, come per chiedere un tacito perdono per non essere riuscito a risparmiarle quella nuova sfida. La ragazza emise un breve singhiozzo, intrecciando le sue dita con quelle di Milo, come se fosse sull'orlo di un precipizio, alla ricerca di un appiglio sicuro.
I suoi occhi si scolorirono quasi verso il grigiastro, assumendo un'espressione triste -Per me tutte queste scale sono come il monte Everest. Anzi, come centinaia di monti Everest messi uno sopra l'altro- mormorò, scuotendo tristemente la testa, facendo ondeggiare la sua lunga coda di capelli castani sulle spalle. Ci avrebbe messo secoli solo a superare solo la scalinata che conduceva alla Prima Casa.
Le labbra di Milo si incurvarono in un piccolo sorriso -Anche l'Everest pare una bazzeccola se lo affronti insieme alle persone giuste- le disse, prima di sollevarla delicatamente tra le braccia, iniziando a salire la prima scalinata, stampandole un piccolo bacio d'incoraggiamento sulla fronte. Tina gli si aggrappò addosso, gettandogli le braccia al collo, come se avesse paura di cadere. Tutto ciò che desiderava era rimanersene lì, protetta e al sicuro tra le braccia del ragazzo che amava.
Qualcosa, in tutto quello che aveva visto, le diceva che quello era l'inizio di un brutto periodo. Molto brutto.

Una settimana dopo
Lady Saori sospirò, portandosi una mano a scostarsi qualche ciocca violetta dalla fronte, e si voltò nuovamente a guardare i suoi tre Cavalieri d'Oro che avevano chiesto udienza.
-La situazione non è migliorata?- chiese, con la voce fioca. In fondo al petto sentiva una strana pesantezza, per niente conosciuta. Solo dopo qualche tempo si sarebbe resa conto che era senso di colpa. Mu, il Cavaliere dell'Ariete, annuì -Tina non è affatto migliorata. Poco fa ho parlato con il servitore che va a portarle i pasti: dice che non ha affatto cambiato posizione dall'altra volta, l'ha vista appoggiata alla finestra a guardare fuori con aria mesta. Dice di aver provato a parlarle, ma di non aver ricevuto risposta- spiegò il pacato Cavaliere, con un sospiro di tristezza.
-Avete tentato di cambiare approccio?- domandò la reincarnazione di Athena, iniziando a camminare nervosamente avanti e indietro. Shaka, il Cavaliere della Vergine, annuì -Poco fa abbiamo mandato Marin e Shaina. Stefano ha detto che Tina è una ragazza molto timida, ma forse con delle ragazze come lei riuscirà ad aprirsi un pò- disse il Cavaliere. Sul volto della reincarnazione di Athena comparve un barlume di speranza. Speranza che, però, svanì all'istante quando vide le due Sacerdotesse avanzare nella sala, a capo chino e con l'aria mesta. -Allora?- chiese, la voce ridotta ad un sussurro.
-Niente- si limitò a dire Shaina, scuotendo i lunghi capelli verdi. Sul suo volto non v'era più alcuna maschera, perchè la legge era stata abolita da Athena stessa dopo la Guerra Sacra contro Hades. Marin alzò il viso, fissandola negli occhi -Non reagisce. Risponde a monosillabi. Ad un certo punto si è messa le cuffie e non ha più voluto ascoltarci- disse la sacerdotessa dai capelli rossi -Sembrava molto triste e abbattuta- aggiunse poi.
-Ora basta!- esclamò improvvisamente Milo, il terzo cavaliere, facendo sobbalzare tutte le persone presenti in quella stanza, prima di girare i tacchi e camminare a grandi falcate verso la porta della sala del trono. Uscì sbattendo con forza i pesanti battenti dorati, provocando un fracasso simile ad un gong percosso, e camminò con passo da gendarme, senza curarsi di scansare le altre persone presenti in corridoio, fino alla stanza di Tina. -TINA!- la chiamò con tutto il fiato che aveva in gola, battendo il pugno sulla porta. Dall'interno, nessuna risposta. Milo battè un secondo colpo -Valentina Fiorini, ari immediatamente questa porta! Io e te dobbiamo parlare!-. Di nuovo, silenzio assoluto. Milo emise una sottospecie di ringhio, imprecando sottovoce, poi indietreggiò di un passo, rimanendo comunque a contatto con la porta -Tina, non sto scherzando, se non mi apri immediatamente sfondo la porta!- la minacciò il ragazzo, iniziando già a prendere lo slancio.
-E' aperto- disse una voce femminile all'interno della stanza. Una voce piatta, monocorde, triste. Milo sentì una stretta al cuore quandò afferrò e abbassò la maniglia, facendo un passo nella stanza. Non era cambiata da otto giorni prima a quando Tina vi era entrata per la prima volta, e questo era già un brutto segno. Le uniche cose che mostravano la presenza di un'altra persona erano la valigia e il borsone appoggiati ai piedi del letto da una piazza e mezza, attaccato alla parete, dove svettava una finestra aperta per far entrare l'aria profumata di sale e mare della Grecia. Tina era seduta sul letto, le gambe immobili come quelle di una bambola allungate sul materasso. Posava la testa sulle braccia, a loro volta posate sul davanzale della finestra, gli occhi fissi fuori, le cuffie dell'mp3 nelle orecchie. Furono proprio gli occhi la cosa che sorprese di più il Cavaliere dello Scorpione. Sembravano vuoti, vacui, l'iride prima azzurra e brillante ora scurita come da una pesante cappa che conferiva loro una sfumatura grigiastra, spenta e opaca. Quegli occhi gli fecero provare una stretta al cuore terribile. -Tina?- la chiamò, assumendo un tono più basso e morbido, avvicinandosi al letto. Tina compì un impercettibile movimento del pollice, muovendo la rotellina dell'mp3 che permetteva di cambiare canzone. Una canzone molto più adatta a come si sentiva adesso, non tanto per il ritmo incalzante, quanto per le parole toccanti di Avril Lavigne, la cantante.
Vedendo che non riceveva risposta, Milo si inginocchiò vicino al letto, allungando un po' il busto per sentire quello che Tina stava ascoltando. Un brano di musica rock, si intuiva dalle note martellanti che fuoriuscivano dalle cuffie. Ma aveva un non so che di... tristezza, abbandono, confusione. Tina spostò un braccio dal davanzale, si tolse con lentezza una cuffia e, senza nessun preavviso, la mise nell'orecchio di Milo, in modo da fargli ascoltare la canzone. Nobody's home.
Well I couldn't tell you, why she felt that way, she felt it everyday, and I coudn't help her, I just watched her make, the same mistakes again. What's wrong what's wrong now?, too many too many problems, don't know where she belongs, wher she belongs., cantava con foga la cantante. Milo sentì l'ennesima stretta al cuore e voltò il viso verso Tina, che si era sciolta dalla sua posizione e ora aveva il viso chino ad osservare le sue mani, strette in grembo.
She wants to go home, but nobody's home, that's where she lies, broken inside, without place to go, no place to go, to dry her eyes, broken inside. "Lei vuole andare a casa, ma nessuno è casa, è dove lei giace, spezzata dentro, senza un posto dove andare, nessun posto dove andare, per asciugarsi gli occhi, spezzata dentro"... era così che Tina si sentiva, per lei quel posto era diventato una prigione, una gabbia dorata dove non poteva muoversi, e quella canzone lo stava trasmettendo benissimo. Milo strinse leggermente un pugno e allungò una mano per poterla posare su quelle di Tina, stringendole leggermente. La ragazza non ricambiò la stretta, ma non le allontanò. Questo era già un passo avanti.
Open your eyes, and look outside, find the reason why, you've been rejected, and now you can't find, what you left behind. Be strong be strong now, too many too many problems, don't know where she belongs, where she belongs. She wants to go home, but nobody's home, that's where she lies, borken inside, without place to go, no place to go, to dry her eyes, broken inside.
Tina... pensò Milo, accarezzando leggermente col pollice il dorso della mano di Tina, è così che ti senti... sola, abbandonata... intrappolata...
Her feeling she hides, her dreams she can't find, she's losing her mind, she's fallen behind, she can't find her place, she's losing her faith, she's fallen from grace, she's all over the place. She wants to go home, but nobody's home, that's where she lies, broken inside, without place to go, no place to go, to dry her eyes, broken inside. She's lost inside...
Milo si tolse con lentezza la cuffia dall'orecchio e osservò Tina, che non aveva minimamente cambiato posizione, per un lunghissimo istante. Era così che si sentiva...
-Che cosa c'è che non va?- le chiese, stringendole una mano. Fu improvviso. Tina sollevò di scatto la testa e fissò il Cavaliere negli occhi -Mi chiedi che cosa c'è che non va?- ripetè la sua domanda con foga, quasi arrabbiata, portandosi la mano libera trai capelli -C'è che mi sento in gabbia! Questo posto mi sta stretto! Ho chiesto anche a Saori di poter uscire un pò, ma lei ha detto che per la mia incolumità è meglio se rimanga nascosta!- si lamentò, mordendosi un labbro roseo. Milo la fissò con gli occhi spalancati -Ma anche a Trieste eri in gabbia, non potevi muoverti da sola...- azzardò, ma Tina lo bloccò con una stretta della mano -Ero anche là in gabbia, è vero, ma almeno c'erano delle persone che erano sempre pronte a farmi vivere qualche attimo di libertà. Qui invece non c'è nessuno! Nessuno, capisci?- la sua voce era ormai ridotta al pianto. Si portò la mano libera agli occhi, singhiozzando -Voglio tornare a casa...- singhiozzò, la voce strozzata.
Milo rimase in silenzio ancora per qualche secondo, poi le sollevò il viso bagnato di lacrime, costringendola a fissarlo negli occhi -Lo so che qui ti senti in gabbia, Tina. Quando ho scoperto che eri paralizzata ho capito che per te vivere qui sarebbe stato come stare dietro le sbarre, ed ho pregato Milady di non farlo, ma lei era troppo preoccupata per la tua incolumità e non ha voluto sentire ragioni. Crede che qui tu sia al sicuro- si fermò per prendere un lungo respiro -Proverò a parlarle di nuovo per convincerla a farti tornare in Italia, ma non ti prometto niente. Fino a quel momento, però, cerca almeno di non chiuderti in te stessa e nella tua solitudine. Non sentirti triste o abbandonata, perchè qui, anche se non sembra, ci sono delle persone che ti vogliono bene e vogliono proteggerti a tutti i costi-. Quando finì di parlare le rivolse un sorriso, sperando di averla tranquillizzata.
Tina si lasciò sfuggire un lieve sorriso -Farò quello che mi hai detto solo se mi prometti che verrai a trovarmi ogni giorno, almeno per qualche minuto- mormorò a bassa voce, imbarazzata, temendo un risposta negativa. Il Cavaliere le rivolse un sorriso ancora più radioso -Tutto qui? Se proprio lo desideri, vedrò quel che posso fare...- le rispose, lasciando la presa sul suo viso. Il sorriso di Tina si allargò: eccome, se lo desiderava. Fosse stato per lei avrebbe trascorso ogni ora, ogni minuto del giorno in compagnia del suo bel Cavaliere dagli occhi azzurri.
-Posso chiederti una cosa?- domandò Tina, leggermente imbarazzata, attorcigliandosi attorno al dito una ciocca di capelli. Milo piegò la testa sulla spalla, un gesto che significava una risposta affermativa. La ragazza arrossì leggermente -Che devo fare per potermi fare un bagno caldo?-

Scrittoio dell'autrice

Salve a todos, come state? Vi sono mancata? (NOOOOOOOOOO! ndTutti)
What about this chap? ... Boh, solo che è venuto una schifezza totale, ma mi serviva per amplificare, diciamo così, il rapporto tra Tina e Milo. Per maggiori sviluppi vi rimando ai prossimi chap, nella speranza che Milo riesca a convincere la meringa a far tornare Tina a casa... jeje.
Tengo a fare una precisazione sulla canzone che Tina ascolta sull'mp3: il titolo originale, Nobody's home, nelle molte traduzioni che ho letto su Internet viene tradotto come "La casa di nessuno", ma sinceramente non trovo che sia molto chiaro, quindi ho tradotto il titolo con l'altra traduzione possibile (dato che "Nobody's home" può significare anche "Nobody is home"), ovvero "Nessuno è casa" (traducibile anche come "Nessuno è a casa")...
Bene, dato che non ho messo spiegazioni numerate e non ho nient'altro in mente per rompervi le scatole, passo direttamente alle recensioni:
kikka_hiwatari: Mh, brava tesora, tutti i Cavalieri che hai detto sono giusti, ma l'ultimo... kikka, pensavo fosse il più evidente: DeathMask, ovvero il mio granchietto preferito! (Chiamami ancora una volta granchietto e sei una ragazza morta! ndDeathMask _ Ben venga, ho sempre desiderato visitare l'Ade! ndRedStar12 saltellante _ - -" ndDeathMask). Jeje.
Lo so, le creature come Nosferatu sono delle vere spine nel fianco, ma mica possono farsela scappare quando sono stati così vicini dall'acchiapparla? No, eh? Vabbè, vorrà dire che i Cavalieri lo ridurranno a pezzetti... A proposito, qual'è il tuo Gold preferito? Ah, e ti sconsiglio di andare a cercare Nosferatu&company, se hai capito cosa sono farai meglio a premunirti contro di loro...
In sostanza, sono felicissima che il chap ti sia piaciuto, mi hai fatto arrossire quando hai detto che ero bravissima! Che ne pensi di questo chap? Fammi sapere, alla prossima!
miloxcamus: cara la mia socia, che bello sentirti! Eheheh, se rivelavo subito il motivo della tristezza di Milo il chap primo sarebbe stato troppo lungo, secondo: io adoroa quando le mie lettrici si fanno filmini mentali sulle mille e una possibilità, mi significa che le ho incuriosite. Sai com'è, business is business. Jeje. Scusa anche se non ho fatto presentare i Gold, ma altrimenti il chap diveniva troppo lungo...
Grazie tante dei complimentissimi che mi fai. Fammi sapere cosa pensi di questo chap, alla prossima e un mega bacio anche a te!
Gufo_Tave: Imparentata con uno dei Gold? Mh, in un certo senso ci hai azzeccato, ma non nel modo cha forse pensi tu. Aspetta e leggi. Mh, in verità quello che è successo a Tina lo definirei più che altro come una piccola esplosione generata dallo scontro di tre cosmi differenti in un corpo solo: in pratica i cosmi dei genitori e del fratello sono entrati in collisione e hanno fatto BUM! Ok?
Fammi sapere cosa pensi di questo chap, a presto!
Mymoon96: Oh tesora, non è vero che sono the best... beh, forse un pochino... ma lasciamo stare! Dunque, hai azzeccato i Gold che hai detto, l'ultimo rimasto era Ioria. Beh, se scrivi questi scleri di recensioni quando sei addormentata, dormi di meno, allora! No, dai, scherzo... Sono felice che ti piaccia questa fic, fammi sapere cosa ne pensi di questo chap! Mi raccomando anch'io, aggiorna "Gli Angeli del Destino" e "Miracles"!!!!!!!!!

  
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