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Autore: Mariak45    03/10/2016    0 recensioni
Un amore platonico, nato in brutte circostanze, li salverà entrambi.
Tratto dalla storia:
"Non ce la faccio Hermione, non riesco a vederti così." la voce di Draco s'incrinò e gli occhi diventarono lucidi. Stava cercando di parlarle il più piano possibile, in modo che nessuno potesse sentirli.
"E allora non farlo" copiose lacrime solcarono il viso della mezzosangue, così provato e stanco. Supplicante per qualcosa che il destino aveva inevitabilmente riservato a lei.
ATTENZIONE: La storia è presente anche su wattpad, l'autrice sono io ed il mio nickname è Mariak45. Questo non è un furto di storia.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt, Draco/Hermione, Harry/Ginny, Lucius/Narcissa
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo, Violenza | Contesto: Da VI libro alternativo, Più contesti
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 La scuola era ormai sotto assedio: i cancelli erano spalancati e, senza alcuna resistenza, introducevano una quantità di mangiamorte spaventosa. Essi, al loro passaggio, distruggevano qualsiasi cosa dai muri ai studenti dal terzo anno in su ed i professori erano impegnati a fermare l'avanzata dei mangiamorte che, sghignazzanti, combattevano per ordine di Voldemort. Gli studenti del primo ed il secondo anno erano i più spaventati; non conoscendo la maggior parte degli incantesimi di difesa tremavano e balbettavano. Essendo i soggetti più facili da uccidere e da catturare, la McGranitt aveva incaricato Ginny Weasley e Neville Paciock di proteggerli.

Avevano entrambi il viso coperto di polvere che si infrangeva sulle loro teste a causa delle crepe che infestavano il soffitto.

“Expelliarmus!” gridò Ginny, un mangiamorte che aveva puntato Neville venne disarmato. Il ragazzo, accorgendosi del gesto di Ginny, schiantò subito il mangiamorte rivolgendole poi uno sguardo di ringraziamento a cui lei rispose con un dolce sorriso.

Nel frattempo Harry era sceso dalla torre di Astronomia con il viso provato e shockato da ciò che aveva appena visto: Silente, l'amato preside di Hogwarts, era stato ucciso da Piton. Aveva sempre temuto che il professore fosse una spia del famigerato Voldemort, ma Hermione gli aveva sempre ripetuto di non avere prove per accusarlo di un crimine così grave. Harry però adesso la prova l'aveva ma era troppo tardi per agire. Un sentimento di rabbia invase il suo corpo facendolo iniziare a correre e urlare incantesimi a tutti i mangiamorte che, invano, cercavano di sbarrargli la strada. Voleva vendetta, voleva uccidere il professor Piton. Gli aveva portato via un amico, una persona di cui fidarsi, con cui sentirsi al sicuro e protetto. Svoltando l'angolo attraversò il portone della Sala Grande dove Hermione e Ron combattevano contro due mangiamorte coraggiosamente. Hermione stava avendo la meglio sulla mangiamorte dai capelli nero lucidi. Schivava gli incatesimi e si proteggeva brillantemente, la sentì nominare anche un incantesimo mai sentito prima d'ora che fece ruotare la donna su se stessa dando il tempo ad Hermine di schiantarla. Sicuramente aveva letto di quell'incantesimo su uno dei tomi polverosi che prendeva dalla biblioteca. Ron invece stava avendo la peggio, era scoordinato nei movimenti a causa del suo fisico alto e leggermente massiccio, che gli impediva di schivare gli incantesimi e le maledizioni del mangiamorte che, al contrario, era piccolo e molto agile. Harry non ci pensò due volte, puntando la bacchetta sul piccolo mago.
“Pietrificus totalus” urlò. Ron, sorpreso di vedere il mago pietrificato di fronte a se, si girò verso Harry facendogli un sorriso. Harry raggiunse i suoi amici, prese le mani nelle loro e li trascinò via dalla Sala Grande.
“Devo parlarvi” disse con l'affanno mentre correvano in cerca di un posto privo di mangiamorte con cui dover combattere. Sulla loro strada ne trovarono circa cinque che finirono schiantati oppure pietrificati. Harry spalancò la porta del bagno di Mirtilla Malcontenta e, con un incantesimo, bloccò la porta.
“Cosa devi dirci Harry? Perchè non siamo lì fuori a combattere?” domandò Hermione leggermente alterata e con l'affanno. “Ero nella torre di Astronomia e stavo parlando con Silente quando sono entrati.” cominciò a raccontare sospirando.
“Chi? Chi è entrato?” la voce di Ron si alzò di un'ottava.
“E' entrato Malfoy che puntava la bacchetta contro il professore. Silente un attimo prima mi aveva spinto in uno scomparto intimandomi di stare zitto. Da lì è iniziata una discussione: Malfoy era stato incaricato di uccidere Silente.” Hermione e Ron trattennero il respiro. La voce di Harry s'incrinò e copiose lacrime scesero dai suoi occhi verdi, così simili a quelli di sua madre Lily “Poi sono entrati Piton ed altri mangiamorte. Malfoy non è riuscito ad uccidere Silente perché Piton lo ha preceduto.” Hermione gemette ed iniziò a singhiozzare appoggiandosi a Ron.
“Ma come hanno fatto ad ucciderlo? Silente è il mago più forte del mondo, non può non aver reagito!” Ron urlò, strinse i pugni talmente tanto da far diventare le sue nocche bianche.
“Sta di fatto che non ha reagito! Ed io non ho potuto fare nulla per aiutarlo!” un grido isterico uscì dalle sue labbra. Rimasero in silenzio alcuni minuti, poi anche Harry strinse i pugni. “Lo vendicherò” affermò. Hermione si sollevò dalla spalla di Ron ormai bagnata dalle lacrime uscite dagli occhi color nocciola ormai arrossati dalle troppe lacrime versate.
“No Harry, non puoi vendicarti. E' sbagliato farlo, è sbagliato uccidere” disse. Harry, che fino a quel momento aveva tenuto lo sguardo basso lo ridestò furente di rabbia.
“Ma per loro non è sbagliato uccidere! Si sono presi i miei genitori, Silente, Sirius, i Paciock, Malocchio e tanti altri! Non ti sembra giusto vendicarsi? Fra provare loro ciò che si sente a non avere affianco una persona a te cara? Ma certo, tu non puoi saperlo. Hai entrambi i genitori in vita, lontani da ogni pericolo perché sono babbani!” Con quelle parole Harry ferì profondamente Hermione. Era vero, i suoi genitori erano vivi ma Harry non sapeva quanto avesse pianto per Sirius e per Malocchio, quante notte insonni solo a versare lacrime. Poteva però capire Harry, aveva perso tutti quelli che amava. Dopo quelle parole Harry rimosse l'incantesimo dalla porta ed uscì correndo. Hermione e Ron si guardarono negli occhi, come a domandarsi se lo dovessero seguire, poi gli corsero dietro. Harry era accecato dalla rabbia, corse senza mai fermarsi per tutta la scuola con Hermione e Ron alle calcagna che si occupavano a coprirgli le spalle. Harry era talmente concentrato nella sua vendetta che non si accorse di come un mangiamorte avesse schiantato Hermione, troppo occupata a schiantare quello dietro Harry per accorgersi dell'uomo. Hermione fu sbalzata in aria schiantandosi contro il muro. Ron urlò e pietrificò il mangiamorte correndo a soccorrere la povera Hermione. “Harry!” chiamò ma egli non lo sentì, era come se la sua testa fosse focalizzata solo ed unicamente su Piton e Malfoy. Ron, non potendo contare sull'amico, si avvicinò ad Hermione. Aveva il labbro spaccato e la testa sanguinante.
“Herm, tutto ok?” era l'unica cosa che riusciva a dire. Sapeva che Hermione aveva preso una bella botta e si stupì quando lei gli fece un segno di assenso con la testa. “Ce la fai ad alzarti?” domandò. Hermione provò a tirarsi su e, supportata da Ron, ci riuscì.
“Dobbiamo andare da Harry” disse “commetterà qualche pazzia” Ron sapeva che Hermione aveva ragione, ma non poteva lasciarla lì in balia dei mangiamorte e non conosceva nessun incantesimo in grado di darle più forza e di guarire le ferite che notò sulle braccia e sulle gambe.Improvvisamente ne vide una al centro della schiena che lo fece sobbalzare. La schiena di Hermione era piena di sangue denso che macchiava la felpa grigia.Se l'era procurata perché era finita esattamente sul corno affilato del gargoyle di pietra al lato del corridoio.
“Come faccio? Non posso lasciarti qui e corrergli dietro! Non conosco nessun incantesimo che ti faccia sentire meglio” in quei casi Ron odiava non essere Hermione, sempre colta e sempre con il naso tra i libri.
“Quindi è una fortuna che io abbia letto “Cure magiche” questo semestre vero?” sorrise Hermione. A Ron venne in mente di baciarla in quel momento; possibile che sapesse sempre tutto? Ritirò subito i suoi pensieri arrossendo visibilmente. “Questo incantesimo è semplice Ron, purtroppo non posso farlo io sul mio corpo, devi farlo per forza tu.” il viso di Hermione era serio.
“Perchè non puoi farlo tu?” Ron era visibilmente preoccupato, era palese che non fosse così bravo come Harry ed Hermione.
“Ron questo incantesimo non funziona se lo faccio io su me stessa. La ferita che ho sullla schiena è troppo grande per essere curata da dei banalissimi incantesimi.” Ron deglutì a disagio. “Dovrai sollevare la maglietta, puntare la bacchetta sulla mia schiena e dire reficendas foramine. Ok?” Ron iniziò a respirare velocemente mentre sollevava la felpa di Hermione scoprendo la schiena. Era alquanto imbarazzato nel farlo, era anche lui un uomo, ma si ricredette quando vide un buco sanguinolento nel centro della schiena e la pelle scorticata per la scivolata contro la pietra grezza. Si fece forza e concentrandosi mormorò la formula. “Reficendas Foramine!” in un primo momento non successe nulla, poi le ferite cominciarono a rimarginarsi. Ron fu sollevato dalla riuscita dell'incantesimo, e anche Hermione visto che gli lasciò un tenero bacio di ringraziamento sulla guancia. “Bene, ora troviamo Harry” rincominciarono a correre, combattendo nuovamente tutti i mangiamorte.

Spazio Autrice:
Hey, questa storia è presente anche su wattpad. Il mio nickname è Mariak45, se avete voglia andate a vedere il mio profilo :) 
Spero che la storia vi piaccia. Ad ogni aggiornamento di wattpad ne seguirà uno anche qui su EFP. Un bacio 

   
 
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