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Autore: eli_s    03/10/2016    3 recensioni
Cosa succede quando un amore sopravvive silenzioso nel tempo? Possono vent'anni dividere per sempre due persone?
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alaric Saltzman, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nadia Petrova | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Punti di contatto

 

Elena è riuscita, in qualche modo, a sopravvivere senza troppi danni alla cena per Bonnie ed Enzo. Senza troppi danni almeno all’esterno, perché il tocco proibito di Damon rubato tra i fornelli e le risate collettive è ancora lì che le brucia la pelle e disturba il suo sonno. E infatti non ha chiuso occhio, girandosi mille volte nel letto fino a rischiare di svegliare Aaron, profondamente addormentato anche grazie alle massicce quantità di vino che ha ingurgitato a tavola. Alla fine, vinta dall’agitazione si è alzata intorno alle sei e si è messa in cucina a preparare il caffè portandosi dietro il suo telefono sul quale non vi è alcuna notifica; ed è stato allora, mentre si mordicchiava un’unghia perfettamente curata rovinandosi la costosa manicure, che in un lampo di pazzia ha aperto la conversazione su whatsapp con Damon provando a scrivere inutilmente qualcosa che andasse dal “sei un cretino, inopportuno” al “vediamoci ti prego”. Ed è rimasta lì nella sua indecisione fin quando, intorno alle sei e un quarto, non è apparso online e lei si è sentita scoperta, chiudendo di scatto il telefono nemmeno l’occhio di Sauron l’avesse vista viaggiare con l’Anello verso il monte Fato, pronto a scagliarle contro i Nazgul.

 

Ma la sua curiosità è stata più forte della sua buona coscienza ormai persa chissà dove sotto le lenzuola del letto di Damon. E sempre lì torna la sua mente. Sempre a lui.

Sospira a fondo e sblocca il telefono aprendo la app, ma nel momento esatto in cui lo fa le arriva una notifica e si affretta a mettere il silenzioso, ansiata al fatto che un misero trillo possa svegliare Aaron.

 

E’ Damon.

 

“Che fai sveglia a quest’ora?”

 

Dannazione. Anche lui la stava “spiando”.

Digita la sua risposta.

 

“Potrei farti la stessa domanda…e comunque sono una persona mattutina”

 

Lo vede esitare ed ogni istante di attesa che passa è un respiro perso per lui.

 

“…non mi sembravi mattutina, comunque non riesco a dormire..”

 

Elena bypassa l’evidente riferimento alle notti d’amore trascorse insieme e si getta da adulta sulla seconda parte del messaggio.

 

Brutta nottata?”

 

Continua a fissare imperterrita e angosciata lo schermo del telefono nell’attesa che lui digiti qualcosa, ma il bip della macchina del caffè la risveglia e prontamente la spegne timorosa –ancora una volta – di svegliare la sua famiglia. Prende una tazza e la riempie continuando con la coda dell’occhio a sperare di vedere il display illuminarsi. Ma niente.

Forse è stata una domanda stupida da fargli, visto che praticamente non dovrebbero parlarsi e la sua nottataccia potrebbe essere causata proprio da lei.

 

Finalmente il telefono si illumina ed Elena, come una qualunque ragazzina coetanea di suo figlio, si affretta a vedere la sua risposta.

 

“Sta improvvisamente migliorando….”

 

Elena non può sapere che Damon ha digitato circa cinque riposte differenti a quella sua domanda che può sembrare tanto casuale quanto carica di significato, vista l’attuale situazione tra loro due e dopo aver passato al vaglio le risposte istintive tipo: “Si e per colpa tua in aggiunta/si e tu sai perché” o “non lo so Elena, averti toccata ieri sera mi ha tenuto sveglio…non ho fatto altro che pensare a baciarti” che avrebbero solo aggravato la situazione si è limitato a cogliere la parte positiva del passo, quel punto di contatto, cercato in una solitaria mattina di fine Novembre.

E come Elena non sa dei suoi tormenti, Damon non potrà scorgere quel minuscolo, ma significativo, abbozzo di sorriso che leggermente le solca le guance rubandole un battito di troppo per lui. Un battito che le ricorda che dovrà trovare il coraggio di andare fino infondo a questo strano bene che prova per lui, che dovrà prendere posizione con tutta la paura, i dubbi, il terrore che la paralizza ogni volta che si trova a pensarlo.

 

“Così…la festa di Nadia sarà a casa di Caroline”

“E’ stato facile, soprattutto quando le ho promesso di tenere i ragazzi per consentire a lei e Stefan di andare fuori per una serata romantica e festeggiare il loro anniversario di nozze”

 

Stefan e Caroline si sono sposati il 6 Dicembre, infatti Damon non poté essere presente al matrimonio di suo fratello perché due giorni prima, il 4 dicembre quando lui avrebbe dovuto prendere l’aereo per New York da solo perché Kathrine al nono mese non poteva volare, a lei si ruppero le acque e il 5 pomeriggio nacque Nadia. Ed Elena non aveva chiesto nulla, all’epoca, circa l’assenza di Damon, non aveva più fatto il suo nome e Care aveva sbraitato qualcosa del tipo “ha avuto un imprevisto” in preda al panico perché tutto non stava procedendo secondo i suoi piani e al suo futuro marito mancava il testimone, sostituito poi in corsa da Aaron.

Ironia del destino, l’uomo aveva preso il posto di Damon in molti aspetti delle loro vite.

 

“Giusto…quindi suppongo che andranno via due giorni”

“Si Stefan è riuscito a convincerla, anche se lei era tutta: sei pazzo a lasciare i ragazzi a Damon…”

“Mi sembri affidabile ormai…”

“Oh ti ringrazio…”

“Comunque sei stato astuto…insomma è strano che ti lasci a supervisionare 30 liceali e due bambini in casa sua, e pensare che a me non ha mai voluto nemmeno prestare il servito di porcellana di vostra madre per paura che lo rompessi”

“Quel servito è inguardabile”

“Ma che stai dicendo….”

“Quindi immagino che Caroline non te lo abbia detto….”

“Detto cosa…”

“Tu fai parte dell’accordo…”

 

Elena strabuzza gli occhi confusa e si affretta a digitare la sua domanda.

 

“??Quale accordo? Che vorrebbe dire?”

“Care mi consente di fare la festa a Nadia a casa sua solo con la tua presenza”

 

Silenzio. Ma sono impazziti tutti ultimamente?

 

“Damon….”

“Elena…”

“Stai scherzando spero!”

“Non scherzo mai sulle feste per mia figlia…”

“Ma”

“E poi ci sarà anche Alec…quindi sei parte in causa”

“Secondo questa tua logica stringente dovrebbero esserci circa 30 mamme!”

“Uh, interessante…”

 

La donna reprime l’impulso di uccidere sia lui che Caroline, la quale evidentemente ha battuto la testa, ma conoscendola sicuramente farà parte del suo macchinoso piano per obbligarla a fare i conti con la sua situazione con Damon. Grandioso. Ovviamente essendo la prima settimana di Dicembre Aaron sarà via all’università per gli esami di fine semestre e non lo vedrà per diversi giorni, il che significa mente sgombra per poter devolvere la sua attenzione su Damon – e che sia solo questo, Elena- si rimprovera. Ma già presènte il desiderio represso per lui bussare alla sua porta anche se la sua ultima affermazione l’ha infastidita alquanto.

 

“Beh allora dovesti sentire qualche altra mamma…”

“Non sei nella posizione di fare la gelosa”

“Io non sono gelosa…e tu sei fuori luogo!”

 

Sì adesso vorrebbe davvero ucciderlo.

Attende la sua risposta, ma dei rumori dal corridoio la mettono in allarme e blocca il telefono terrorizzata e si dirige ad aprire il frigo in cerca delle uova per fare i pancake.

 

-Mamma-

 

James fa capolino dalla porta della cucina in pigiama, intento a stropicciarsi un occhio e la osserva frastornato dal sonno. Elena lo raggiunge.

 

-Ehi amore, che succede?-

-Volevo dell’acqua-

 

James sbadiglia e si trascina fino alla credenza per prendere un bicchiere e versarsi dell’acqua.

 

-La cena di zia Care mi ha messo un sacco di sete!-

 

La donna sorride mentre lo guarda aggirarsi tipo fantasmino e quando ha bevuto ben due bicchieri fa un cenno a sua madre e torna in camera. E’ domenica mattina e lei spera che nessun altro abbia intenzione di alzarsi così presto in quella casa.

Il vibrare del cellulare cattura nuovamente la sua attenzione.

 

“Visto che sei sveglia, potresti venire a fare colazione con me….”

 

Quando Elena legge quelle parole vorrebbe urlare, prima di tutto perché lui sa benissimo di avanzare richieste inopportune, non sono liberi di fare come vogliono, specialmente quando le famiglie sono a casa.

Seconda cosa perché lo detesta quando la tenta a questi livelli. Si morde un labbro pensierosa.

 

“Nadia dormirà minimo fino alle 11 considerando che ieri sera lei ed Alec si sono attardati in chiacchiere a telefono….”

 

Che vuole fare, estorcerle un sì che lei sa benissimo di NON dover dire????

Deve dirgli di no.

 

“Dimmi il posto”

 

Bene, come non detto, ottima coordinazione mano-cervello Elena. Si ammonisce mentalmente e poi rimette le uova in frigo. Comprerà delle paste dolci per tutti, così quando rientrerà per farsi perdonare e saziare i propri sensi di colpa, coccolerà la sua famiglia.

 

 

****

 

Se c’è una cosa di cui Damon ha sempre sentito la mancanza in quei lunghi anni di assenza dalla sua amata New York è il cielo autunnale di un azzurro intenso e limpido tipico delle prime ore del mattino, quando il sole è già sorto, ma l’aria si porta ancora dietro il gelo della notte. Tutto questo non lo ha più potuto avere nella calda ed assolata Los Angeles, come quel pungente freddo di un inverno alle porte intenzionato a farsi sentire un po’ prima del tempo.

Respira l’aria che ghiaccia i polmoni e sveglia i sensi intorpiditi dal calduccio del suo appartamento, mentre si stringe un po’ nel suo cappotto scuro e si bea dell’effetto anestetizzante del gelo sul volto ancora dolorante e pesto. Per un attimo è tentato di toccarselo e cerca il proprio riflesso in una vetrina, giusto per accertarsi che la sua faccia sia ancora tumefatta e gli scappa una piccola smorfia di dolore nel momento in cui involontariamente contrae la mascella.

 

Non può fingere di non essere agitato, ha buttato lì un po’ a caso quell’invito solo per poterla vedere, per cercare un contatto, un laccio invisibile che gli confermi che lei è ancora lì, legata indissolubilmente a lui. Perché Damon ha sempre covato inconsciamente questa flebile speranza di tornare da lei e quei mesi hanno riacceso una fiamma faticosamente affievolita dal tempo e la distanza.

Si trova a sobbalzare leggermente sorpreso quando se la vede di spalle, nel riflesso della vetrina, stretta nel suo piumino blu con sopra una mantellina di cachemire color tortora che le mette in risalto i capelli scuri.

 

-Controlli lo stato della tua ferita di guerra?-

 

Si volta cautamente trattenendo un sorriso che gli costerebbe l’ennesima fitta.

 

-Ne vado fiero-

 

Adesso che l’ha di fronte, gli occhi scuri agitati sfuggono al suo contatto e vagano distratti sul suo mento leso.

 

-Ti ha conciato per le feste-

-Tra un po’ è Natale…no?-

 

Elena fa una smorfia piegando leggermente la testa di lato e si avvicina senza pensarci per guardare meglio la ferita, e già la sua indole vendicativa sta lasciando campo alla preoccupazione naturale per lui e la sua salute. Non ha per niente un bell’aspetto.

 

-Te la stai disinfettando? Perché non hai una benda?-

-Ehi, ehi calma dottoressa….è Stefan che mi ha detto di tenerla così e sì, la disinfetto….ho già Nadia che mi assilla per curarmi-

-Pensi che ti rimarrà il segno?-

-No…non è profonda….-

-E…ti fa male?-

 

Adesso si trova ad incontrare le pozze azzurre un po’ meno adirate con lei che le sorridono dolcemente; e Damon vorrebbe dirle che soffre molto più per altro che per il cazzotto di suo fratello, ma ha paura di rompere quel fragile equilibrio di vetro che, seppure leggermente incrinato, sembra resistere nel tempo tra loro.

 

-Dipende da quante smorfie faccio-

 

Elena non riesce a trattenere un piccolo sorriso, dato anche dal fatto che lui si trovi a parlare a denti stretti perché il troppo movimento della mascella gli provoca fitte continue.

 

-Allora potresti parlare meno…non sarebbe male, sai?-

-Ah-ah-

-Beh pensaci un attimo…sarebbe un’occasione per stare in silenzio, avere profondi momenti di riflessione con te stesso…-

-Ti preferivo stile “guerra fredda”-

 

Lei contrae lo sguardo ed incrocia le braccia, ha la capacità di indisporla in meno di un secondo; ma lo capisce che vuole solo stemperare la tensione per quanto sia possibile tra loro che ciò avvenga.

 

-Vuoi litigare?-

-No, è che sei bella quando ti arrabbi-

 

Elena arrossisce appena mentre osserva i mari azzurri staccarsi dai suoi ed iniziare a camminare per raggiungere la caffetteria in una zona meno trafficata da gente a loro conosciuta. E di nuovo, si è sciolta per lui, per quel suo modo serafico e quasi inconsapevole che la rimette subito in crisi con una semplice osservazione che racchiude tutto di loro due. Perché Damon ha sempre amato il suo temperamento quieto, ma al tempo stesso passionale e istintivo che solo lui era in grado di far emergere.

 

****

Dicembre 1995

 

-Tutti gli anni la stessa storia-

 

Caroline sbuffa sonora e si lascia andare a peso morto sul divano di casa Gilbert, avvolta nel suo ampio maglione di lana color petrolio con delle piccole e graziose renne ricamate.

Fa una piccola smorfia quando le viene allungata sotto al naso una liquirizia rossa dal suo vicino di divano – Stefan- intento ad osservarla tra il divertito e lo sconsolato. Stanno parlando di come passare il Capodanno e puntualmente la bionda dissente da qualunque loro proposta.

 

-Non facciamo mai niente di interessante!-

-Abbiamo 15 anni…cosa potremmo mai fare di diverso?-

-Capisco che tu adesso sia in questa fase da eremita perché non hai un ragazzo, ma nemmeno io ce l’ho, ho scaricato Tyler definitivamente…-

 

La bionda incrocia le braccia sotto al seno, suscitando per un attimo la risatina di Stefan e di Elena che poggia un piatto di biscotti sul tavolino davanti al divano, facendosi poi spazio accanto ai due amici con la tv in sottofondo che trasmette programmi natalizi.

 

-Ma non per questo ho intenzione di fare la reclusa, sia bene inteso-

-E cosa proporresti?-

 

La biondina allarga le braccia sconsolata.

 

-Non lo so, altrimenti non sarei stata qui a fare questo discorso, vi pare? Siamo qui per parlarne-

 

Elena rotea gli occhi e poi si stacca dalla spalliera del divano per guardare entrambi i suo amici.

 

-D’accordo…allora parliamone-

 

Caroline si mette seduta dritta ed inizia ad esporre le sue idee sulla possibilità di fare una festa di capodanno a casa Salvatore; di solito non le organizzano loro vanno sempre a quella di qualcuno, ma quell’anno voleva fare qualcosa di diverso.

Peccato che Stefan non sia stato d’accordo visto che sua madre aveva organizzato già un evento a casa loro con degli amici, così la bionda sconsolata è ripiombata nella desolazione fin quando il ragazzo non ha proposto di passare la serata in centro invece che reclusi in una casa. Aveva già proposto la cosa a Matt e Kai i quali erano concordi.

 

-Mi sembra una idea grandiosa, così finalmente Elena può concedere una possibilità al povero Matt!-

-Ti ho già detto che non mi interessa-

-Oh si certo…se la smettessi di sbavare dietro a Damon-

 

Elena avvampa in volto e tira una leggera botta all’amica, sgranando gli occhi in segno di ammonimento. Caroline è convinta che Elena si sia presa una cotta per il maggiore dei Salvatore e la mora sta facendo di tutto per depistarla, fallendo ogni volta; tuttavia non ha assolutamente il sospetto che Damon possa solo lontanamente essere interessato a lei. Stefan di contro si tappa le orecchie, niente affatto interessato ad immaginarsi la sua migliore amica con suo fratello.

 

-Puoi smetterla con questa storia?-

-Solo se tu dai una possibilità a Matty occhi blu-

-Per quale motivo dovrei farlo-

-Perché è un bel ragazzo e ti adora e tu sei single non vedo perché non dovresti provare-

-In effetti Care ha ragione, Matt muore per te Elena…cosa ti costa prenderci una cioccolata calda insieme?-

-O almeno parlarci un po’ se passiamo il Capodanno insieme-

-Anche perché se non è Matt…sarà Kai a provarci con te-

 

Il ragazzo fa spallucce sotto lo sguardo sconcertato delle due.

 

-Ehi, perché i tuoi amici non ci provano mai con me??-

-Non pensavo ti interessassero…-

-Infatti, ma è una questione di principio-

 

Stefan cruccia lo sguardo perplesso.

 

-Perché hanno paura di te-

 

Elena cerca di arginare la rissa che sta per esplodere provando a riportare la loro attenzione sulla questione ultimo dell’anno e facendo osservare loro che l’ostacolo alla loro fantastica idea è determinato dai loro genitori che non gli daranno mai il permesso di andare da soli in pieno centro la sera più caotica dell’anno.

 

-Non ci lasceranno mai andare-

-Secondo me…non importa dirglielo-

 

Le due guardano Stefan con fare stupito.

 

-Ehi che ne hai fatto del nostro amico/bravo ragazzo?-

-Chi devi rimorchiare?-

-Quanto siete esagerate-

-Per fare una mossa del genere vuol dire che i tuoi amichetti porteranno una ragazza che ti interessa…-

-Oppure è quella morettina che frequenta la scuola in centro?-

 

Iniziano a punzecchiarlo fin quando non gli estorcono la verità al riguardo. Fatto sta che Elena pensa subito ad avvertire Damon, con il quale non ha ancora parlato di cosa fare a Capodanno. Perché è vero che si vedono di nascosto da quando quella sera di Halloween lui finalmente l’aveva baciata, che non sono ancora “niente” e forse non lo saranno mai, che le cose si sono fatte strane e Caroline inizia a insospettirsi, ma Elena sa solo che vuole stare con lui. E così dopo il pomeriggio con gli amici fissa di vedersi con lui che si presenta a casa sua dato che i suoi genitori quella sera erano a una cena fuori città e sarebbero rientrati l’indomani, mentre Jeremy era chiuso in camera coi suoi amici a parlare di fumetti.

 

-Ciao ragazzina…-

 

Elena lo tira per il bavero della giacca, fuori si muore di freddo e lui se ne sta li nel suo giubbotto di pelle con la sua faccia solita un po’ sfrontata. Come lo trascina in casa, Damon non le da nemmeno la possibilità di fare i convenevoli soliti che si tuffa già sulle sue labbra soffici, baciandola con ardore tanto che Elena, avvolta nel suo maglione di lana, sente improvvisamente caldo.

 

-Fuori si gela-

-Ora va molto meglio-

 

Continua a baciarla conducendola lentamente verso il salotto, a quel punto Elena si svincola dalle sue labbra pericolose, sente che sta perdendo il controllo e non è ancora pronta per quel passo, non se prima non capisce come stiano davvero le cose tra loro.  Così con lui che la stringe e le bacia il collo lo trascina verso il divano su cui si siedono.

 

-Allora, cosa avete deliberato con i due moschettieri?-

-Tuo fratello ha proposto di andare in centro-

 

Damon cruccia lo sguardo perplesso.

 

-Mio fratello????E quale? Ne ho uno più sveglio del minore chiamato Stefan?-

 

Elena ridacchia e poi gli da un piccolo pungo sul petto nel quale si trova rannicchiata.

 

-Scemo….invece è stato proprio lui…probabilmente ha una ragazza alla quale ha dato appuntamento….-

-Uh, sono sempre più sconvolto-

-Smettila-

-E sentiamo, sareste voi tre?-

-E Matt e Kai….-

 

Sente Damon irrigidirsi leggermente, non ne hanno mai parlato se non con qualche sua burla, ma sa che suo fratello sta tentando di appiopparla ad uno dei suoi due amici nerd.

 

-Cos’è un appuntamento?-

-No che non lo è-

-Beh mi pare proprio di sì, ve li scambiate tu e Caroline o sono entrambi per te?-

-Damon…-

 

Lo ammonisce gentilmente, ma lui sembra parecchio infastidito.

 

-Sto solo domandando Elena-

-Tu non puoi fare il geloso-

-Non sono geloso-

-Ah no? Perché mi pare di sì invece-

-Dico solo che hai molte alternative, fai pure-

 

Lei si scosta, irritata da questo suo atteggiamento.

 

-Non mi interessano, lo sai bene-

-Non devo dirti io cosa fare-

 

Lei si alza di scatto.

 

-Ma perché ti comporti così da stronzo? Ti ho solo detto che verranno, non che voglio andare a letto con loro!-

-Sei libera di fare come ti pare-

-Ah, sono libera allora?-

 

Lo sguardo pericoloso di sfida che gli sta lanciando lascia per un attimo Damon senza parole, no che non lo è, è terribilmente innamorato di lei e non sa come fare a dirglielo, proprio come un ragazzino alle prime armi, ma Elena lo spiazza, lo disarma, lo rende di una vulnerabilità che gli fa paura. Per la prima volta Damon ha una fottutissima paura di perdere qualcuno, di essere respinto; lui che le conquistava tutte senza troppi pensieri si ritrova inchiodato a terra da due occhi da bambi di questa ragazzina che lo ha sconvolto totalmente.

Si muove appena, alzandosi dal divano.

 

-Non spetta a me dirti cosa puoi o non puoi fare, sei grande abbastanza-

-Ma perché fai così? Io avrei voluto invitarti, chiederti se volevi venire con noi…-

-E cosa dovrei farci con 5 ragazzini Elena?-

 

Il tono sprezzante, adesso, l’ha ferita veramente. E si è già pentito di quel che ha detto, lo vede che ci è rimasta di merda, con il volto tirato e gli occhi liquidi che sfuggono dai suoi; lei si stringe appena nel maglione e si sposta una ciocca di capelli.

 

-Bene…ho capito-

-No, aspetta io…-

-Adesso per favore…vattene-

 

Gli occhi azzurri si allargano colpevoli e stringe una mano a pugno trattenendo la rabbia verso se stesso.

 

-Come vuoi-

 

Senza colpo ferire la supera svelto arrivando alla porta sulla quale esita un istante, rotto dentro dalla respiro tremante di lei che prelude un pianto del quale sente già bruciare sulla pelle le lacrime da lui causate e dalla sua stupida gelosia. Quando la porta si chiude la ragazza sussulta lasciando che una lacrima le solchi il volto; si sente così stupida, così irrimediabilmente innamorata di un idiota che la tratta a pesci in faccia ogni volta che gli pare e lei non riesce a fare a meno di lui comunque. Sospira a fondo fin quando il campanello della porta la risveglia; si asciuga svelta con una mano le lacrime e va ad aprire.

 

Damon è lì, con lo sguardo sconvolto e pieno di una luce indescrivibile, ed il cuore di Elena galoppa forte nel petto.

 

-Elena io non voglio che tu vada con uno di quei due scemi, io non voglio che tu vada proprio con nessuno che non sia io…-

-Damon-

-Sono un egoista, un idiota che è innamorato e ha una dannatissima paura ad ammetterlo-

 

Lei resta immobile con la testa che gira, confusa da tutto. Non è sicura di aver capito cosa le abbia detto o forse è solo uno scherzo di pessimo gusto, ma le sue gambe tremano così tanto che potrebbe cadere se non fosse per quel passo che riesce a fare senza nessun reale controllo sul suo corpo. Stacca la mano dalla porta e si getta sulle labbra di Damon senza dargli la possibilità di dire nulla e lo bacia come forse non ha mai fatto prima di quel momento.

Damon prende il suo volto tra le mani, illuminato dalle lacrime e da un sorriso incontrollato.

 

-Quindi, mi perdoni?-

-Dipende da quale Damon me lo chiede…-

-L’idiota del tuo ragazzo-

 

Adesso le iridi scure si allargano sensibilmente e un piccolo sorriso di stupore le solca il volto. Poi cerca di assumere un tono duro e irato.

 

-Chi ha detto che sei il mio ragazzo?-

 

Anche lui sorride allungandosi per baciarla ancora.

 

-Oh Elena…sei così bella quando ti arrabbi-

 

E così tra un bacio e l’altro hanno definito il loro rapporto ed Elena potrà finalmente dire a Caroline che non è intenzionata a dare alcuna possibilità a nessuno, perché lei è felicemente innamorata del suo ragazzo.

 

 

***

 

Il continuo vibrare del cellulare induce Nadia ad abbandonare il sonno profondo in cui era crollata e a far sguisciare un braccio da fuori le coperte rabbrividendo appena per l’insolita aria fredda che aleggia nella sua stanza. La camera è gettata nella penombra, ma la luce del mattino inoltrato tenta di farsi spazio tra le fessure delle persiane nel tentativo di svegliarla definitivamente; così la ragazza, dopo vari sospiri, afferra il telefono tornando tuttavia a rannicchiarsi sotto alle coperte, illuminando le lenzuola con la luce del display.

 

Ci sono circa 68 messaggi nella chat con Claire e Kayla, per lo più di robe inutili come gossip o commenti sulle ultime scemenze scritte da qualcuno che lei non conosce su Facebook, fin quando non risale alle risposte delle ragazze al suo messaggio scritto prima di andare a dormire “ho l’ok di zia Care” che ha scatenato nelle due – Claire in primis- una frenesia da festa di compleanno.

Risponde velocemente a tutti i quesiti che riesce a recuperare tra i mille messaggi e dopo si dedica alla conversazione al sapore di miele con Alec che le ha mandato un messaggino di buongiorno. Sono stati fino a tardi a scriversi, nonostante avessero passato la serata insieme a cena; ma si sa che a quest’età diventa vitale come respirare lo stare a cercarsi in modo quasi morboso. E teme, Nadia, che si verranno presto a noia a fare così, ma per adesso non ci pensa troppo e commenta con lui il fidanzato di Bonnie e la follia organizzativa di Claire di cui è terrorizzata. Quando blocca il telefono e si alza dal letto, areando la stanza fredda non prima di essersi avvolta nella vestaglia con i gatti, tocca il termosifone constatando quanto sia gelido. Ci saranno 15 gradi in camera sua.

 

Così esce in corridoio in cerca di suo padre che, a quanto pare, è uscito. Si lascia andare sul divano e fissa il soffitto perplessa, suo padre non è tipo da uscire la domenica mattina piuttosto di solito aspetta come un avvoltoio che lei si alzi per proporle pranzi insieme o altre robe che abbiano come scopo un momento padre-figlia, dunque dove cavolo sarà andato? Ripensa casualmente alla sera precedente e per un istante, si trova a riflettere che non ha osservato molto lui ed Elena, anzi non li ha visti interagire praticamente mai ed il tutto è strano, visti i mesi appena trascorsi.

O forse ha ragione Alec sul fatto che – da quando ha parlato con suo padre- sia diventata più paranoica di prima, o magari più attenta.

Il rumore delle chiavi nella porta la risveglia e si porge appena dal divano per osservare suo padre varcare la soglia di casa.

 

-Ciao papà-

-Ehi tesoro-

-Dov’eri?-

 

Damon posa le chiavi sul mobiletto vicino all’ingresso e riflette su una risposta che si era già preparato. Odia mentire a sua figlia, ma non vuole nemmeno turbarla inutilmente.

 

-Ero uscito a fare colazione, poi sono passato da tuo zio che doveva pulirmi la ferita perché mi è partito un punto, ma tutto a posto…ti ho preso un dolcino-

 

La ragazzina si alza e lo raggiunge avvolta nella coperta scrutandolo attentamente con sguardo preoccupato.

 

-Come hai fatto a farti partire un punto????-

-Eh succede, è una parte che sollecito parlando-

-Allora dovresti parlare meno papà…lo dico per te-

 

Damon sorride, ripensando a chi – quella mattina – gli ha sollevato quella stessa obiezione.

 

-Ah volevo dirti….non ti pare che faccia stranamente freddo in casa?-

-Dici?-

-In camera mia si gela-

 

Si dirige al termostato e nota che la temperatura non è calata.

 

-Strano, vado a controllare il termosifone…tu vestiti che usciamo-

-Con questo freddo?-

-Beh avvolta così di che hai paura-

 

Nadia fa una smorfia e poi lo supera dirigendosi in bagno; più tardi Damon realizza che il termosifone di Nadia necessita di un piccolo intervento, chiamerà domani Matt che ha una ditta che gestisce grossi impianti e si farà mandare qualcuno.

 

 

***

E: “Ci siamo visti…a colazione”

C: “O cielo”

B: “Dai non cominciamo…raccontaci”

E: “Premetto che non era programmato, è stato un caso…ma dovevamo parlare”

C: “Immaginiamo “

E: “All’inizio…beh c’è stato il solito imbarazzo, io gli ho ribadito che questa situazione tra noi non fa che generarmi ulteriore confusione, che non mi aiuta e io devo capire che sta succedendo con Aaron”

B:”Se davvero gli hai detto queste cose sei stata brava!”

C: “Macchè brava…era il minimo!!!!”

C: “Comunque, lui che ha detto?”

E. “Grazie Care…. Per quel “era il minimo”

B: “Ragazze arriviamo al punto”

C: “Non posso dirti quello che non penso, sei grande non ci sono più scuse che tengano”

B “RAGAZZEEEEE”

E: “Non ho detto questo, ho solo fatto presente l’unica cosa che so adesso e cioè una benemerita mazza”

C: “Non cominciamo con questa storia…”

E:”Quale storia”

B.”VI PREGOOOO”

C. “Va bene…va bene, allora lui che ha detto”

E: “Lui….è stato Damon…a tratti gelido, ma ha capito”

C:”Se va beh….ma chi ci crede”

B: “Non condivido il tono insofferente ma concordo con Care…”

B: “sappiamo che non è il tipo che lascia perdere perché glielo dici te”

C: “E poi intendiamoci…avrei voluto vedere la convinzione con cui glielo hai detto”

E: “E’ bello questo scambio di opinioni, utile soprattutto”

B: “Ti diciamo quello che pensiamo”

C: “Ti stiamo esprimendo il nostro parere..”

C: “Esatto grazie Bon….”

B. “Che altro è successo”

E. “Cioè?”

C: “Come vi siete salutati”

E: “Che domanda sarebbe!”

B e C “ONNOOOOO”

B: “Che avete combinato”

C:“Elenaaa????”
E: “Ma si può sapere che cosa vi agitate??? Ma che vi prende?”

C: “Stai facendo la gnorri….avete combinato qualcosa, non ce la racconti ti conosciamo, sei troppo telegrafica”

E:”Stiamo scrivendo, cosa altro dovrei essere?”

B.” Ti prego è domenica per tutti, diccelo e basta!”

 

Elena si morde un labbro, dannazione ma da cosa lo avranno capito?

Hanno mangiato, lui le ha rubato un pezzo di cornetto ai frutti di bosco e lei gli ha bevuto il cappuccino di soia, hanno parlato della festa di Nadia, dei ragazzi, del tempo e poi….poi Elena quel discorso glielo ha fatto davvero, e lui sembrava anche capire, peccato che mentre erano a quel tavolino in un angolo riparato, in una zona dove nessuno li conosceva e lei si concentrava in discorsi seri, lui continuasse a fissarla intensamente, facendo casualmente scivolare una mano verso la sua, sfiorandole le dita, toccandole le ginocchia con le sue, mandandola in crisi ad ogni sorriso o sussulto. E quando sono usciti con la tensione a scaldare la pelle e accelerare i battiti si erano ritrovati a passeggiare per il quartiere fino ad un piccolo parco frequentato solo da qualche corridore della mattina, o anziani intenti a portare a spasso il cane finché Damon non era stato Damon e aveva fatto una leggera smorfia a causa del dolore della botta e lei si era avvicinata per guardarlo meglio, arrivando con una delicatezza quasi commovente a baciare la sua ferita, respirando improvvisamente in modo irregolare contro la pelle fredda di lui.

 

E gli occhi si erano trovati, il cuore impazzito, la carne liquefatta al punto che Elena non ricorda esattamente come le sue labbra siano finite contro le sue cercandolo irrequieta. Aveva sorpreso lui e anche se stessa, ma non ne poteva più in quel momento e così si era lasciata andare. E Damon aveva smesso di preoccuparsi della botta, stordito da lei al punto da aver approfondito il bacio impegnando troppo la sua mascella sofferente finché non gli era partito un punto, costringendoli a staccarsi e a provvedere quanto prima a portarlo da Stefan.

 

C:”Non me la sento di commentare!!!!!Ecco cosa diavolo aveva combinato”

B:”……”

E: “Ok ragazze so già quello che state pensando e lo capisco”

C. “Credimi Elena, è bene che tu NON SAPPIA quello che sto pensando!!!!! E tutto il discorso che gli hai fatto????”

B: “Almeno a questo giro non ci ha detto cose tipo: chissà perché è successo”

E. “GRAZIE, sempre molto comprensive”

C: “Se non potete stare buoni due secondi come faccio ad affidarvi l’intera serata per la festa di Nadia????”

E: “Beh intanto potevi consultarmi prima di fare promesse del genere”

B. “Adesso di che parlate”

C: “Mi era sembrata un’occasione per farvi stare insieme in un luogo affollato, alla presenza di persone capaci di tenervi a distanza di sicurezza e poter parlare, ma evidentemente non è sufficiente!”

B: “Niente lo è mai stato….non ricordo una volta…ah sì quando lui è partito”

E. “Avete finito? So che ho fatto una cazzata, ma volevo farla! ok?”

 

Elena sbuffa irritata e blocca il telefono tornando con lo sguardo ai fornelli, rischiando quasi di far bruciare il sugo troppo presa dalla loro conversazione. In sottofondo sente le voci dei maschi di casa, intenti a guardare una partita; meglio così, avere Aaron che girella intorno a lei indagando sulle sue conversazioni sarebbe ingestibile. Ovviamente dovrà cancellare quella conversazione dal gruppo.

Il silenzio che segue la insospettisce un po’, fin quando non legge Caroline sta scrivendo che potrebbe essere sostituito con sta imprecando.

 

C: “Questo è un progresso”

B:”Anche bello grosso”

C:”Faccio subito lo screen di questo messaggio”

B:” Brava anche io”

E: “Ma di che state parlando, adesso cosa vi prende”

C: “Oh niente Elena, siamo genuinamente stupite”

B:”Già, insomma è un passo, non si sa in che direzione ma lo è”

E. “Potreste spiegarmi??”

C: “MMM”

B: “Care spiego io”

C: “Ok”

B: “Hai appena ammesso di aver voluto baciare Damon….insomma da parte tua è una ammissione notevole, fino ad ora eri tutta intenta a negare qualunque cosa e addirittura ad imputare i tuoi gesti a chissà quale disturbo della personalità, il fatto che coscientemente riconosci di volerlo è un passo”

E: “Quindi….non siete arrabbiate?”

C:” Quoto Bonnie e ti rispondo…”

B: “Certo che no!”

C: “Non lo siamo, non è quello il punto lo sai, tu speri che noi ci arrabbiamo così da poterti sentire in colpa e in questo modo essere più la Elena martire, invece che l’Elena umana, non ci interessa farti le parti ..”

B:”Ci interessi tu e quello che provi…e ti dirò una roba che tipo mi sono appena guadagnata un appartamento all’inferno”

C: “Esatto noi saremo sempre dalla tua parte”

B: “Se pensi che per chiarirti le idee hai bisogno di stare più con Damon…allora fallo, non esiste un manuale di istruzioni…”

C:”SOprattuto per casi come il vostro…non è una semplice scappatella, lo sappiamo bene”

E: ”Non voglio una relazione clandestina, non voglio un amante”

B: “Non è quello che ti stiamo dicendo di fare, ma Damon manca dalla tua vita da troppo tempo e in questi mesi a piccoli tratti gli hai concesso degli spazi…”

C: “Forse è giunto il momento di conoscerlo davvero, questo Damon. Anche con lo sforzo – magari – di non saltarvi addosso, ma scoprirvi un rapporto”

B. “Concordo con Care…per amare bisogna conoscere…”

C. “Ricordi quando ero in quel periodo di crisi con Stefan? Che non sembrava esserci più calore, o interesse…e tu mi hai chiesto: ma tu quando con la coda dell’occhio guardi al futuro, è lui che vedi? Fatti questa domanda su Aaron…pensando alla Elena di adesso, non di quella di 20 anni fa. I rapporti non ripartono per un nostro sforzo o una nostra strategia, ma per la pazienza di lasciare che il tempo e l’affetto riaggiustino le cose”

E. “Ok, adesso voglio piangere….sono tutte cose vere…”

B:”Piangi se vuoi piangere, che problema c’è? Basta che tu sia grande! Nel senso di donna, non  hai più 15 anni…quindi sii consapevole di questo

E: “Grazie ragazze….vi voglio bene”

B:” E di che…ci devi un pranzo!”

E:”Garantito….e Care conta su di me per la festa di Nadia”

C: “Perché, pensavi di avere scelta?”

 

Sia Elena che Bonnie inviano mille faccine che ridono a crepa pelle perché Caroline è unica nel suo genere, e lei è fortunata ad avere due amiche così autorevoli nella sua vita che non le fanno sconti di nessun tipo senza mai avere un grammo di giudizio nei suoi confronti. Sospira e torna a dedicarsi al pranzo della Domenica, iniziando inconsciamente a riflettere su quanto loro due le hanno detto.

 

 

***

 

Quel lunedì mattina Damon resta a casa in attesa di un idraulico di Matt che arrivi per sistemargli il termosifone, dovrebbe passare intorno alle 11, orario infelice che gli spezza la mattinata così ne approfitta per passare in farmacia e comprare quell’antibiotico che gli ha prescritto Stefan, visto che la ferita si è un po’ infettata. Arriva in farmacia e, mentre è fila in attesa del suo turno, sente il telefono vibrare nelle tasche dei pantaloni; così lo sfila e trova un  inaspettato messaggio di Elena.

 

“Ciao, dove sei?”

“Ciao a te….in farmacia”

“Perché? Stai male?”

“Mi ha fatto un po’ infezione la ferita”

“Mi dispiace….”

“A meno no…”

 

Esita a rispondergli, sa bene come giocare d’effetto le sue carte. Ma chissà perché gli ha scritto.

 

“Comunque, allora niente..”

“? Avevi bisogno di qualcosa?”

“No no è solo che….beh ho un appuntamento di lavoro in zona casa tua e… mi sei venuto in mente…”

“Adesso?”

“Beh…sì..”

“No intendo, adesso hai l’appuntamento?”

“No più tardi, ora sono a sbrigare una cosa in tribunale e poi invece di andare in ufficio vado diretta all’appuntamento”

“Quindi sei occupata tutto il tempo…”

“In realtà qui in tribunale ho quasi finito…ma non mi merita andare in studio visto che sono in zona, altrimenti devo attraversare tutto il centro…”

“Allora potremmo…prendere un caffè…”

 

Quel online di Elena che dura per un tempo che a lui pare infinito, lo sta letteralmente corrodendo per l’ansia; così mette il telefono in tasca e si accinge ad arrivare al banco per chiedere il suo farmaco, nell’attesa di un cenno di lei.

Infondo Elena, ma lui non può saperlo, mirava alla possibilità di vederlo, forse per provare a dar credito a quanto le hanno suggerito le sue amiche.

 

“Potremmo….”

“Ti va bene da me tra una mezz’ora?”

“Si potrebbe fare anche fuori…”

“Si, ma deve venirmi l’idraulico a casa e casomai arrivasse prima dell’orario stabilito”

“Perfetto, nessun problema”

 

Oh sì che è un problema, Elena lo sa bene. Vuole evitare i luoghi troppo privati, ma alla fine Damon ha una mascella tumefatta quindi quello basterà a porre delle distanze tra loro.

Spera.

 

 

 

Sarò brutalmente sbrigativa, questo periodo è impossibile. Scusatemi davvero, ho l’esame di stato per avvocato e sono indietro all’inverosimile e tipo 3000 pagine (contate) da studiare….quindi abbiate ancora pazienza…è stato un anno assurdo questo, tra questioni personali, lavoro, rimettersi a studiare. Difatti, ciao alla mia vita sociale…si spera di chiuder presto e riavere un attimo di respiro. Ma nei buchi qualcosa ogni tanto riesco a scrivere (e quante storie che vedo e che vorrei leggere ma davvero non ho tempo nemmeno per dormire!!!).

 

Vi voglio bene, siete grandi, tutte!!!

Baci pieni di scuse

Eli

   
 
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