Punti di contatto
Elena è riuscita, in qualche modo, a sopravvivere senza troppi danni alla cena per Bonnie ed Enzo. Senza troppi danni almeno all’esterno, perché il tocco proibito di Damon rubato tra i fornelli e le risate collettive è ancora lì che le brucia la pelle e disturba il suo sonno. E infatti non ha chiuso occhio, girandosi mille volte nel letto fino a rischiare di svegliare Aaron, profondamente addormentato anche grazie alle massicce quantità di vino che ha ingurgitato a tavola. Alla fine, vinta dall’agitazione si è alzata intorno alle sei e si è messa in cucina a preparare il caffè portandosi dietro il suo telefono sul quale non vi è alcuna notifica; ed è stato allora, mentre si mordicchiava un’unghia perfettamente curata rovinandosi la costosa manicure, che in un lampo di pazzia ha aperto la conversazione su whatsapp con Damon provando a scrivere inutilmente qualcosa che andasse dal “sei un cretino, inopportuno” al “vediamoci ti prego”. Ed è rimasta lì nella sua indecisione fin quando, intorno alle sei e un quarto, non è apparso online e lei si è sentita scoperta, chiudendo di scatto il telefono nemmeno l’occhio di Sauron l’avesse vista viaggiare con l’Anello verso il monte Fato, pronto a scagliarle contro i Nazgul.
Ma la sua curiosità è stata più forte della sua buona coscienza ormai persa chissà dove sotto le lenzuola del letto di Damon. E sempre lì torna la sua mente. Sempre a lui.
Sospira a fondo e sblocca il telefono aprendo la app, ma nel momento esatto in cui lo fa le arriva una notifica e si affretta a mettere il silenzioso, ansiata al fatto che un misero trillo possa svegliare Aaron.
E’ Damon.
“Che fai sveglia a quest’ora?”
Dannazione. Anche lui la stava “spiando”.
Digita la sua risposta.
“Potrei farti la stessa
domanda…e comunque sono una persona mattutina”
Lo vede esitare ed ogni istante di attesa che passa è un respiro perso per lui.
“…non mi sembravi mattutina,
comunque non riesco a dormire..”
Elena bypassa l’evidente riferimento alle notti d’amore trascorse insieme e si getta da adulta sulla seconda parte del messaggio.
“Brutta nottata?”
Continua a fissare imperterrita e angosciata lo schermo del telefono nell’attesa che lui digiti qualcosa, ma il bip della macchina del caffè la risveglia e prontamente la spegne timorosa –ancora una volta – di svegliare la sua famiglia. Prende una tazza e la riempie continuando con la coda dell’occhio a sperare di vedere il display illuminarsi. Ma niente.
Forse è stata una domanda stupida da fargli, visto che praticamente non dovrebbero parlarsi e la sua nottataccia potrebbe essere causata proprio da lei.
Finalmente il telefono si illumina ed Elena, come una qualunque ragazzina coetanea di suo figlio, si affretta a vedere la sua risposta.
“Sta improvvisamente
migliorando….”
Elena non può sapere che Damon ha digitato circa cinque riposte differenti a quella sua domanda che può sembrare tanto casuale quanto carica di significato, vista l’attuale situazione tra loro due e dopo aver passato al vaglio le risposte istintive tipo: “Si e per colpa tua in aggiunta/si e tu sai perché” o “non lo so Elena, averti toccata ieri sera mi ha tenuto sveglio…non ho fatto altro che pensare a baciarti” che avrebbero solo aggravato la situazione si è limitato a cogliere la parte positiva del passo, quel punto di contatto, cercato in una solitaria mattina di fine Novembre.
E come Elena non sa dei suoi tormenti, Damon non potrà scorgere quel minuscolo, ma significativo, abbozzo di sorriso che leggermente le solca le guance rubandole un battito di troppo per lui. Un battito che le ricorda che dovrà trovare il coraggio di andare fino infondo a questo strano bene che prova per lui, che dovrà prendere posizione con tutta la paura, i dubbi, il terrore che la paralizza ogni volta che si trova a pensarlo.
“Così…la festa di Nadia sarà a
casa di Caroline”
“E’ stato facile, soprattutto
quando le ho promesso di tenere i ragazzi per consentire a lei e Stefan di
andare fuori per una serata romantica e festeggiare il loro anniversario di
nozze”
Stefan e Caroline si sono sposati il 6 Dicembre, infatti Damon non poté essere presente al matrimonio di suo fratello perché due giorni prima, il 4 dicembre quando lui avrebbe dovuto prendere l’aereo per New York da solo perché Kathrine al nono mese non poteva volare, a lei si ruppero le acque e il 5 pomeriggio nacque Nadia. Ed Elena non aveva chiesto nulla, all’epoca, circa l’assenza di Damon, non aveva più fatto il suo nome e Care aveva sbraitato qualcosa del tipo “ha avuto un imprevisto” in preda al panico perché tutto non stava procedendo secondo i suoi piani e al suo futuro marito mancava il testimone, sostituito poi in corsa da Aaron.
Ironia del destino, l’uomo aveva preso il posto di Damon in molti aspetti delle loro vite.
“Giusto…quindi suppongo che
andranno via due giorni”
“Si Stefan è riuscito a
convincerla, anche se lei era tutta: sei pazzo a lasciare i ragazzi a Damon…”
“Mi sembri affidabile ormai…”
“Oh ti ringrazio…”
“Comunque sei stato
astuto…insomma è strano che ti lasci a supervisionare 30 liceali e due bambini
in casa sua, e pensare che a me non ha mai voluto nemmeno prestare il servito
di porcellana di vostra madre per paura che lo rompessi”
“Quel servito è inguardabile”
“Ma che stai dicendo….”
“Quindi immagino che Caroline
non te lo abbia detto….”
“Detto cosa…”
“Tu fai parte dell’accordo…”
Elena strabuzza gli occhi confusa e si affretta a digitare la sua domanda.
“??Quale accordo? Che vorrebbe
dire?”
“Care mi consente di fare la
festa a Nadia a casa sua solo con la tua presenza”
Silenzio. Ma sono impazziti tutti ultimamente?
“Damon….”
“Elena…”
“Stai scherzando spero!”
“Non scherzo mai sulle feste per
mia figlia…”
“Ma”
“E poi ci sarà anche Alec…quindi
sei parte in causa”
“Secondo questa tua logica
stringente dovrebbero esserci circa 30 mamme!”
“Uh, interessante…”
La donna reprime l’impulso di uccidere sia lui che Caroline, la quale evidentemente ha battuto la testa, ma conoscendola sicuramente farà parte del suo macchinoso piano per obbligarla a fare i conti con la sua situazione con Damon. Grandioso. Ovviamente essendo la prima settimana di Dicembre Aaron sarà via all’università per gli esami di fine semestre e non lo vedrà per diversi giorni, il che significa mente sgombra per poter devolvere la sua attenzione su Damon – e che sia solo questo, Elena- si rimprovera. Ma già presènte il desiderio represso per lui bussare alla sua porta anche se la sua ultima affermazione l’ha infastidita alquanto.
“Beh allora dovesti sentire
qualche altra mamma…”
“Non sei nella posizione di fare
la gelosa”
“Io non sono gelosa…e tu sei
fuori luogo!”
Sì adesso vorrebbe davvero ucciderlo.
Attende la sua risposta, ma dei rumori dal corridoio la mettono in allarme e blocca il telefono terrorizzata e si dirige ad aprire il frigo in cerca delle uova per fare i pancake.
-Mamma-
James fa capolino dalla porta della cucina in pigiama, intento a stropicciarsi un occhio e la osserva frastornato dal sonno. Elena lo raggiunge.
-Ehi amore, che succede?-
-Volevo dell’acqua-
James sbadiglia e si trascina fino alla credenza per prendere un bicchiere e versarsi dell’acqua.
-La cena di zia Care mi ha messo un sacco di sete!-
La donna sorride mentre lo guarda aggirarsi tipo fantasmino e quando ha bevuto ben due bicchieri fa un cenno a sua madre e torna in camera. E’ domenica mattina e lei spera che nessun altro abbia intenzione di alzarsi così presto in quella casa.
Il vibrare del cellulare cattura nuovamente la sua attenzione.
“Visto che sei sveglia, potresti
venire a fare colazione con me….”
Quando Elena legge quelle parole vorrebbe urlare, prima di tutto perché lui sa benissimo di avanzare richieste inopportune, non sono liberi di fare come vogliono, specialmente quando le famiglie sono a casa.
Seconda cosa perché lo detesta quando la tenta a questi livelli. Si morde un labbro pensierosa.
“Nadia dormirà minimo fino alle
11 considerando che ieri sera lei ed Alec si sono attardati in chiacchiere a
telefono….”
Che vuole fare, estorcerle un sì che lei sa benissimo di NON dover dire????
Deve dirgli di no.
“Dimmi il posto”
Bene, come non detto, ottima coordinazione mano-cervello Elena. Si ammonisce mentalmente e poi rimette le uova in frigo. Comprerà delle paste dolci per tutti, così quando rientrerà per farsi perdonare e saziare i propri sensi di colpa, coccolerà la sua famiglia.
****
Se c’è una cosa di cui Damon ha sempre sentito la mancanza in quei lunghi anni di assenza dalla sua amata New York è il cielo autunnale di un azzurro intenso e limpido tipico delle prime ore del mattino, quando il sole è già sorto, ma l’aria si porta ancora dietro il gelo della notte. Tutto questo non lo ha più potuto avere nella calda ed assolata Los Angeles, come quel pungente freddo di un inverno alle porte intenzionato a farsi sentire un po’ prima del tempo.
Respira l’aria che ghiaccia i polmoni e sveglia i sensi intorpiditi dal calduccio del suo appartamento, mentre si stringe un po’ nel suo cappotto scuro e si bea dell’effetto anestetizzante del gelo sul volto ancora dolorante e pesto. Per un attimo è tentato di toccarselo e cerca il proprio riflesso in una vetrina, giusto per accertarsi che la sua faccia sia ancora tumefatta e gli scappa una piccola smorfia di dolore nel momento in cui involontariamente contrae la mascella.
Non può fingere di non essere agitato, ha buttato lì un po’ a caso quell’invito solo per poterla vedere, per cercare un contatto, un laccio invisibile che gli confermi che lei è ancora lì, legata indissolubilmente a lui. Perché Damon ha sempre covato inconsciamente questa flebile speranza di tornare da lei e quei mesi hanno riacceso una fiamma faticosamente affievolita dal tempo e la distanza.
Si trova a sobbalzare leggermente sorpreso quando se la vede di spalle, nel riflesso della vetrina, stretta nel suo piumino blu con sopra una mantellina di cachemire color tortora che le mette in risalto i capelli scuri.
-Controlli lo stato della tua ferita di guerra?-
Si volta cautamente trattenendo un sorriso che gli costerebbe l’ennesima fitta.
-Ne vado fiero-
Adesso che l’ha di fronte, gli occhi scuri agitati sfuggono al suo contatto e vagano distratti sul suo mento leso.
-Ti ha conciato per le feste-
-Tra un po’ è Natale…no?-
Elena fa una smorfia piegando leggermente la testa di lato e si avvicina senza pensarci per guardare meglio la ferita, e già la sua indole vendicativa sta lasciando campo alla preoccupazione naturale per lui e la sua salute. Non ha per niente un bell’aspetto.
-Te la stai disinfettando? Perché non hai una benda?-
-Ehi, ehi calma dottoressa….è Stefan che mi ha detto di tenerla così e sì, la disinfetto….ho già Nadia che mi assilla per curarmi-
-Pensi che ti rimarrà il segno?-
-No…non è profonda….-
-E…ti fa male?-
Adesso si trova ad incontrare le pozze azzurre un po’ meno adirate con lei che le sorridono dolcemente; e Damon vorrebbe dirle che soffre molto più per altro che per il cazzotto di suo fratello, ma ha paura di rompere quel fragile equilibrio di vetro che, seppure leggermente incrinato, sembra resistere nel tempo tra loro.
-Dipende da quante smorfie faccio-
Elena non riesce a trattenere un piccolo sorriso, dato anche dal fatto che lui si trovi a parlare a denti stretti perché il troppo movimento della mascella gli provoca fitte continue.
-Allora potresti parlare meno…non sarebbe male, sai?-
-Ah-ah-
-Beh pensaci un attimo…sarebbe un’occasione per stare in silenzio, avere profondi momenti di riflessione con te stesso…-
-Ti preferivo stile “guerra fredda”-
Lei contrae lo sguardo ed incrocia le braccia, ha la capacità di indisporla in meno di un secondo; ma lo capisce che vuole solo stemperare la tensione per quanto sia possibile tra loro che ciò avvenga.
-Vuoi litigare?-
-No, è che sei bella quando ti arrabbi-
Elena arrossisce appena mentre osserva i mari azzurri staccarsi dai suoi ed iniziare a camminare per raggiungere la caffetteria in una zona meno trafficata da gente a loro conosciuta. E di nuovo, si è sciolta per lui, per quel suo modo serafico e quasi inconsapevole che la rimette subito in crisi con una semplice osservazione che racchiude tutto di loro due. Perché Damon ha sempre amato il suo temperamento quieto, ma al tempo stesso passionale e istintivo che solo lui era in grado di far emergere.
****
Dicembre 1995
-Tutti gli anni la stessa
storia-
Caroline sbuffa sonora e si
lascia andare a peso morto sul divano di casa Gilbert, avvolta nel suo ampio
maglione di lana color petrolio con delle piccole e graziose renne ricamate.
Fa una piccola smorfia quando le
viene allungata sotto al naso una liquirizia rossa dal suo vicino di divano –
Stefan- intento ad osservarla tra il divertito e lo sconsolato. Stanno parlando
di come passare il Capodanno e puntualmente la bionda dissente da qualunque
loro proposta.
-Non facciamo mai niente di
interessante!-
-Abbiamo 15 anni…cosa potremmo
mai fare di diverso?-
-Capisco che tu adesso sia in
questa fase da eremita perché non hai un ragazzo, ma nemmeno io ce l’ho, ho
scaricato Tyler definitivamente…-
La bionda incrocia le braccia
sotto al seno, suscitando per un attimo la risatina di Stefan e di Elena che
poggia un piatto di biscotti sul tavolino davanti al divano, facendosi poi
spazio accanto ai due amici con la tv in sottofondo che trasmette programmi
natalizi.
-Ma non per questo ho intenzione
di fare la reclusa, sia bene inteso-
-E cosa proporresti?-
La biondina allarga le braccia
sconsolata.
-Non lo so, altrimenti non sarei
stata qui a fare questo discorso, vi pare? Siamo qui per parlarne-
Elena rotea gli occhi e poi si
stacca dalla spalliera del divano per guardare entrambi i suo amici.
-D’accordo…allora parliamone-
Caroline si mette seduta dritta
ed inizia ad esporre le sue idee sulla possibilità di fare una festa di
capodanno a casa Salvatore; di solito non le organizzano loro vanno sempre a
quella di qualcuno, ma quell’anno voleva fare qualcosa di diverso.
Peccato che Stefan non sia stato
d’accordo visto che sua madre aveva organizzato già un evento a casa loro con
degli amici, così la bionda sconsolata è ripiombata nella desolazione fin
quando il ragazzo non ha proposto di passare la serata in centro invece che
reclusi in una casa. Aveva già proposto la cosa a Matt e Kai
i quali erano concordi.
-Mi sembra una idea grandiosa,
così finalmente Elena può concedere una possibilità al povero Matt!-
-Ti ho già detto che non mi
interessa-
-Oh si certo…se la smettessi di
sbavare dietro a Damon-
Elena avvampa in volto e tira
una leggera botta all’amica, sgranando gli occhi in segno di ammonimento. Caroline
è convinta che Elena si sia presa una cotta per il maggiore dei Salvatore e la
mora sta facendo di tutto per depistarla, fallendo ogni volta; tuttavia non ha
assolutamente il sospetto che Damon possa solo lontanamente essere interessato
a lei. Stefan di contro si tappa le orecchie, niente affatto interessato ad
immaginarsi la sua migliore amica con suo fratello.
-Puoi smetterla con questa
storia?-
-Solo se tu dai una possibilità
a Matty occhi blu-
-Per quale motivo dovrei farlo-
-Perché è un bel ragazzo e ti
adora e tu sei single non vedo perché non dovresti provare-
-In effetti Care ha ragione,
Matt muore per te Elena…cosa ti costa prenderci una cioccolata calda insieme?-
-O almeno parlarci un po’ se
passiamo il Capodanno insieme-
-Anche perché se non è Matt…sarà
Kai a provarci con te-
Il ragazzo fa spallucce sotto lo
sguardo sconcertato delle due.
-Ehi, perché i tuoi amici non ci
provano mai con me??-
-Non pensavo ti interessassero…-
-Infatti, ma è una questione di
principio-
Stefan cruccia lo sguardo
perplesso.
-Perché hanno paura di te-
Elena cerca di arginare la rissa
che sta per esplodere provando a riportare la loro attenzione sulla questione
ultimo dell’anno e facendo osservare loro che l’ostacolo alla loro fantastica
idea è determinato dai loro genitori che non gli daranno mai il permesso di
andare da soli in pieno centro la sera più caotica dell’anno.
-Non ci lasceranno mai andare-
-Secondo me…non importa
dirglielo-
Le due guardano Stefan con fare
stupito.
-Ehi che ne hai fatto del nostro
amico/bravo ragazzo?-
-Chi devi rimorchiare?-
-Quanto siete esagerate-
-Per fare una mossa del genere
vuol dire che i tuoi amichetti porteranno una ragazza che ti interessa…-
-Oppure è quella morettina che
frequenta la scuola in centro?-
Iniziano a punzecchiarlo fin
quando non gli estorcono la verità al riguardo. Fatto sta che Elena pensa
subito ad avvertire Damon, con il quale non ha ancora parlato di cosa fare a
Capodanno. Perché è vero che si vedono di nascosto da quando quella sera di
Halloween lui finalmente l’aveva baciata, che non sono ancora “niente” e forse
non lo saranno mai, che le cose si sono fatte strane e Caroline inizia a
insospettirsi, ma Elena sa solo che vuole stare con lui. E così dopo il
pomeriggio con gli amici fissa di vedersi con lui che si presenta a casa sua
dato che i suoi genitori quella sera erano a una cena fuori città e sarebbero
rientrati l’indomani, mentre Jeremy era chiuso in camera coi suoi amici a
parlare di fumetti.
-Ciao ragazzina…-
Elena lo tira per il bavero
della giacca, fuori si muore di freddo e lui se ne sta li nel suo giubbotto di
pelle con la sua faccia solita un po’ sfrontata. Come lo trascina in casa,
Damon non le da nemmeno la possibilità di fare i convenevoli soliti che si
tuffa già sulle sue labbra soffici, baciandola con ardore tanto che Elena,
avvolta nel suo maglione di lana, sente improvvisamente caldo.
-Fuori si gela-
-Ora va molto meglio-
Continua a baciarla conducendola
lentamente verso il salotto, a quel punto Elena si svincola dalle sue labbra
pericolose, sente che sta perdendo il controllo e non è ancora pronta per quel
passo, non se prima non capisce come stiano davvero le cose tra loro. Così con lui che la stringe e le bacia il
collo lo trascina verso il divano su cui si siedono.
-Allora, cosa avete deliberato
con i due moschettieri?-
-Tuo fratello ha proposto di
andare in centro-
Damon cruccia lo sguardo
perplesso.
-Mio fratello????E quale? Ne ho
uno più sveglio del minore chiamato Stefan?-
Elena ridacchia e poi gli da un
piccolo pungo sul petto nel quale si trova rannicchiata.
-Scemo….invece è stato proprio
lui…probabilmente ha una ragazza alla quale ha dato appuntamento….-
-Uh, sono sempre più sconvolto-
-Smettila-
-E sentiamo, sareste voi tre?-
-E Matt e Kai….-
Sente Damon irrigidirsi
leggermente, non ne hanno mai parlato se non con qualche sua burla, ma sa che
suo fratello sta tentando di appiopparla ad uno dei suoi due amici nerd.
-Cos’è un appuntamento?-
-No che non lo è-
-Beh mi pare proprio di sì, ve
li scambiate tu e Caroline o sono entrambi per te?-
-Damon…-
Lo ammonisce gentilmente, ma lui
sembra parecchio infastidito.
-Sto solo domandando Elena-
-Tu non puoi fare il geloso-
-Non sono geloso-
-Ah no? Perché mi pare di sì
invece-
-Dico solo che hai molte alternative,
fai pure-
Lei si scosta, irritata da
questo suo atteggiamento.
-Non mi interessano, lo sai
bene-
-Non devo dirti io cosa fare-
Lei si alza di scatto.
-Ma perché ti comporti così da
stronzo? Ti ho solo detto che verranno, non che voglio andare a letto con
loro!-
-Sei libera di fare come ti
pare-
-Ah, sono libera allora?-
Lo sguardo pericoloso di sfida
che gli sta lanciando lascia per un attimo Damon senza parole, no che non lo è,
è terribilmente innamorato di lei e non sa come fare a dirglielo, proprio come
un ragazzino alle prime armi, ma Elena lo spiazza, lo disarma, lo rende di una
vulnerabilità che gli fa paura. Per la prima volta Damon ha una fottutissima
paura di perdere qualcuno, di essere respinto; lui che le conquistava tutte
senza troppi pensieri si ritrova inchiodato a terra da due occhi da bambi di
questa ragazzina che lo ha sconvolto totalmente.
Si muove appena, alzandosi dal
divano.
-Non spetta a me dirti cosa puoi
o non puoi fare, sei grande abbastanza-
-Ma perché fai così? Io avrei
voluto invitarti, chiederti se volevi venire con noi…-
-E cosa dovrei farci con 5
ragazzini Elena?-
Il tono sprezzante, adesso, l’ha
ferita veramente. E si è già pentito di quel che ha detto, lo vede che ci è
rimasta di merda, con il volto tirato e gli occhi liquidi che sfuggono dai
suoi; lei si stringe appena nel maglione e si sposta una ciocca di capelli.
-Bene…ho capito-
-No, aspetta io…-
-Adesso per favore…vattene-
Gli occhi azzurri si allargano
colpevoli e stringe una mano a pugno trattenendo la rabbia verso se stesso.
-Come vuoi-
Senza colpo ferire la supera
svelto arrivando alla porta sulla quale esita un istante, rotto dentro dalla respiro
tremante di lei che prelude un pianto del quale sente già bruciare sulla pelle
le lacrime da lui causate e dalla sua stupida gelosia. Quando la porta si
chiude la ragazza sussulta lasciando che una lacrima le solchi il volto; si
sente così stupida, così irrimediabilmente innamorata di un idiota che la
tratta a pesci in faccia ogni volta che gli pare e lei non riesce a fare a meno
di lui comunque. Sospira a fondo fin quando il campanello della porta la
risveglia; si asciuga svelta con una mano le lacrime e va ad aprire.
Damon è lì, con lo sguardo
sconvolto e pieno di una luce indescrivibile, ed il cuore di Elena galoppa
forte nel petto.
-Elena io non voglio che tu vada
con uno di quei due scemi, io non voglio che tu vada proprio con nessuno che
non sia io…-
-Damon-
-Sono un egoista, un idiota che
è innamorato e ha una dannatissima paura ad ammetterlo-
Lei resta immobile con la testa
che gira, confusa da tutto. Non è sicura di aver capito cosa le abbia detto o
forse è solo uno scherzo di pessimo gusto, ma le sue gambe tremano così tanto
che potrebbe cadere se non fosse per quel passo che riesce a fare senza nessun
reale controllo sul suo corpo. Stacca la mano dalla porta e si getta sulle
labbra di Damon senza dargli la possibilità di dire nulla e lo bacia come forse
non ha mai fatto prima di quel momento.
Damon prende il suo volto tra le
mani, illuminato dalle lacrime e da un sorriso incontrollato.
-Quindi, mi perdoni?-
-Dipende da quale Damon me lo
chiede…-
-L’idiota del tuo ragazzo-
Adesso le iridi scure si
allargano sensibilmente e un piccolo sorriso di stupore le solca il volto. Poi
cerca di assumere un tono duro e irato.
-Chi ha detto che sei il mio
ragazzo?-
Anche lui sorride allungandosi
per baciarla ancora.
-Oh Elena…sei così bella quando
ti arrabbi-
E così tra un bacio e l’altro
hanno definito il loro rapporto ed Elena potrà finalmente dire a Caroline che
non è intenzionata a dare alcuna possibilità a nessuno, perché lei è
felicemente innamorata del suo ragazzo.
***
Il continuo vibrare del cellulare induce Nadia ad abbandonare il sonno profondo in cui era crollata e a far sguisciare un braccio da fuori le coperte rabbrividendo appena per l’insolita aria fredda che aleggia nella sua stanza. La camera è gettata nella penombra, ma la luce del mattino inoltrato tenta di farsi spazio tra le fessure delle persiane nel tentativo di svegliarla definitivamente; così la ragazza, dopo vari sospiri, afferra il telefono tornando tuttavia a rannicchiarsi sotto alle coperte, illuminando le lenzuola con la luce del display.
Ci sono circa 68 messaggi nella chat con Claire e Kayla, per lo più di robe inutili come gossip o commenti sulle ultime scemenze scritte da qualcuno che lei non conosce su Facebook, fin quando non risale alle risposte delle ragazze al suo messaggio scritto prima di andare a dormire “ho l’ok di zia Care” che ha scatenato nelle due – Claire in primis- una frenesia da festa di compleanno.
Risponde velocemente a tutti i quesiti che riesce a recuperare tra i mille messaggi e dopo si dedica alla conversazione al sapore di miele con Alec che le ha mandato un messaggino di buongiorno. Sono stati fino a tardi a scriversi, nonostante avessero passato la serata insieme a cena; ma si sa che a quest’età diventa vitale come respirare lo stare a cercarsi in modo quasi morboso. E teme, Nadia, che si verranno presto a noia a fare così, ma per adesso non ci pensa troppo e commenta con lui il fidanzato di Bonnie e la follia organizzativa di Claire di cui è terrorizzata. Quando blocca il telefono e si alza dal letto, areando la stanza fredda non prima di essersi avvolta nella vestaglia con i gatti, tocca il termosifone constatando quanto sia gelido. Ci saranno 15 gradi in camera sua.
Così esce in corridoio in cerca di suo padre che, a quanto pare, è uscito. Si lascia andare sul divano e fissa il soffitto perplessa, suo padre non è tipo da uscire la domenica mattina piuttosto di solito aspetta come un avvoltoio che lei si alzi per proporle pranzi insieme o altre robe che abbiano come scopo un momento padre-figlia, dunque dove cavolo sarà andato? Ripensa casualmente alla sera precedente e per un istante, si trova a riflettere che non ha osservato molto lui ed Elena, anzi non li ha visti interagire praticamente mai ed il tutto è strano, visti i mesi appena trascorsi.
O forse ha ragione Alec sul fatto che – da quando ha parlato con suo padre- sia diventata più paranoica di prima, o magari più attenta.
Il rumore delle chiavi nella porta la risveglia e si porge appena dal divano per osservare suo padre varcare la soglia di casa.
-Ciao papà-
-Ehi tesoro-
-Dov’eri?-
Damon posa le chiavi sul mobiletto vicino all’ingresso e riflette su una risposta che si era già preparato. Odia mentire a sua figlia, ma non vuole nemmeno turbarla inutilmente.
-Ero uscito a fare colazione, poi sono passato da tuo zio che doveva pulirmi la ferita perché mi è partito un punto, ma tutto a posto…ti ho preso un dolcino-
La ragazzina si alza e lo raggiunge avvolta nella coperta scrutandolo attentamente con sguardo preoccupato.
-Come hai fatto a farti partire un punto????-
-Eh succede, è una parte che sollecito parlando-
-Allora dovresti parlare meno papà…lo dico per te-
Damon sorride, ripensando a chi – quella mattina – gli ha sollevato quella stessa obiezione.
-Ah volevo dirti….non ti pare che faccia stranamente freddo in casa?-
-Dici?-
-In camera mia si gela-
Si dirige al termostato e nota che la temperatura non è calata.
-Strano, vado a controllare il termosifone…tu vestiti che usciamo-
-Con questo freddo?-
-Beh avvolta così di che hai paura-
Nadia fa una smorfia e poi lo supera dirigendosi in bagno; più tardi Damon realizza che il termosifone di Nadia necessita di un piccolo intervento, chiamerà domani Matt che ha una ditta che gestisce grossi impianti e si farà mandare qualcuno.
***
E: “Ci siamo visti…a colazione”
C: “O cielo”
B: “Dai non
cominciamo…raccontaci”
E: “Premetto che non era
programmato, è stato un caso…ma dovevamo parlare”
C: “Immaginiamo “
E: “All’inizio…beh c’è stato il
solito imbarazzo, io gli ho ribadito che questa situazione tra noi non fa che
generarmi ulteriore confusione, che non mi aiuta e io devo capire che sta
succedendo con Aaron”
B:”Se davvero gli hai detto
queste cose sei stata brava!”
C: “Macchè
brava…era il minimo!!!!”
C: “Comunque, lui che ha detto?”
E. “Grazie Care…. Per quel “era
il minimo”
B: “Ragazze arriviamo al punto”
C: “Non posso dirti quello che
non penso, sei grande non ci sono più scuse che tengano”
B “RAGAZZEEEEE”
E: “Non ho detto questo, ho solo
fatto presente l’unica cosa che so adesso e cioè una benemerita mazza”
C: “Non cominciamo con questa
storia…”
E:”Quale storia”
B.”VI PREGOOOO”
C. “Va bene…va bene, allora lui
che ha detto”
E: “Lui….è stato Damon…a tratti
gelido, ma ha capito”
C:”Se va beh….ma chi ci crede”
B: “Non condivido il tono insofferente
ma concordo con Care…”
B: “sappiamo che non è il tipo
che lascia perdere perché glielo dici te”
C: “E poi intendiamoci…avrei
voluto vedere la convinzione con cui glielo hai detto”
E: “E’ bello questo scambio di
opinioni, utile soprattutto”
B: “Ti diciamo quello che
pensiamo”
C: “Ti stiamo esprimendo il
nostro parere..”
C: “Esatto grazie Bon….”
B. “Che altro è successo”
E. “Cioè?”
C: “Come vi siete salutati”
E: “Che domanda sarebbe!”
B e C “ONNOOOOO”
B: “Che avete combinato”
C:“Elenaaa????”
E: “Ma si può sapere che cosa vi agitate??? Ma che vi prende?”
C: “Stai facendo la
gnorri….avete combinato qualcosa, non ce la racconti ti conosciamo, sei troppo
telegrafica”
E:”Stiamo scrivendo, cosa altro
dovrei essere?”
B.” Ti prego è domenica per
tutti, diccelo e basta!”
Elena si morde un labbro, dannazione ma da cosa lo avranno capito?
Hanno mangiato, lui le ha rubato un pezzo di cornetto ai frutti di bosco e lei gli ha bevuto il cappuccino di soia, hanno parlato della festa di Nadia, dei ragazzi, del tempo e poi….poi Elena quel discorso glielo ha fatto davvero, e lui sembrava anche capire, peccato che mentre erano a quel tavolino in un angolo riparato, in una zona dove nessuno li conosceva e lei si concentrava in discorsi seri, lui continuasse a fissarla intensamente, facendo casualmente scivolare una mano verso la sua, sfiorandole le dita, toccandole le ginocchia con le sue, mandandola in crisi ad ogni sorriso o sussulto. E quando sono usciti con la tensione a scaldare la pelle e accelerare i battiti si erano ritrovati a passeggiare per il quartiere fino ad un piccolo parco frequentato solo da qualche corridore della mattina, o anziani intenti a portare a spasso il cane finché Damon non era stato Damon e aveva fatto una leggera smorfia a causa del dolore della botta e lei si era avvicinata per guardarlo meglio, arrivando con una delicatezza quasi commovente a baciare la sua ferita, respirando improvvisamente in modo irregolare contro la pelle fredda di lui.
E gli occhi si erano trovati, il cuore impazzito, la carne liquefatta al punto che Elena non ricorda esattamente come le sue labbra siano finite contro le sue cercandolo irrequieta. Aveva sorpreso lui e anche se stessa, ma non ne poteva più in quel momento e così si era lasciata andare. E Damon aveva smesso di preoccuparsi della botta, stordito da lei al punto da aver approfondito il bacio impegnando troppo la sua mascella sofferente finché non gli era partito un punto, costringendoli a staccarsi e a provvedere quanto prima a portarlo da Stefan.
C:”Non me la sento di
commentare!!!!!Ecco cosa diavolo aveva combinato”
B:”……”
E: “Ok ragazze so già quello che
state pensando e lo capisco”
C. “Credimi Elena, è bene che tu
NON SAPPIA quello che sto pensando!!!!! E tutto il discorso che gli hai
fatto????”
B: “Almeno a questo giro non ci
ha detto cose tipo: chissà perché è successo”
E. “GRAZIE, sempre molto
comprensive”
C: “Se non potete stare buoni
due secondi come faccio ad affidarvi l’intera serata per la festa di Nadia????”
E: “Beh intanto potevi
consultarmi prima di fare promesse del genere”
B. “Adesso di che parlate”
C: “Mi era sembrata un’occasione
per farvi stare insieme in un luogo affollato, alla presenza di persone capaci
di tenervi a distanza di sicurezza e poter parlare, ma evidentemente non è
sufficiente!”
B: “Niente lo è mai stato….non
ricordo una volta…ah sì quando lui è partito”
E. “Avete finito? So che ho
fatto una cazzata, ma volevo farla! ok?”
Elena sbuffa irritata e blocca il telefono tornando con lo sguardo ai fornelli, rischiando quasi di far bruciare il sugo troppo presa dalla loro conversazione. In sottofondo sente le voci dei maschi di casa, intenti a guardare una partita; meglio così, avere Aaron che girella intorno a lei indagando sulle sue conversazioni sarebbe ingestibile. Ovviamente dovrà cancellare quella conversazione dal gruppo.
Il silenzio che segue la insospettisce un po’, fin quando non legge Caroline sta scrivendo che potrebbe
essere sostituito con sta imprecando.
C: “Questo è un progresso”
B:”Anche bello grosso”
C:”Faccio subito lo screen di
questo messaggio”
B:” Brava anche io”
E: “Ma di che state parlando,
adesso cosa vi prende”
C: “Oh niente Elena, siamo
genuinamente stupite”
B:”Già, insomma è un passo, non
si sa in che direzione ma lo è”
E. “Potreste spiegarmi??”
C: “MMM”
B: “Care spiego io”
C: “Ok”
B: “Hai appena ammesso di aver
voluto baciare Damon….insomma da parte tua è una ammissione notevole, fino ad
ora eri tutta intenta a negare qualunque cosa e addirittura ad imputare i tuoi
gesti a chissà quale disturbo della personalità, il fatto che coscientemente
riconosci di volerlo è un passo”
E: “Quindi….non siete
arrabbiate?”
C:” Quoto Bonnie e ti rispondo…”
B: “Certo che no!”
C: “Non lo siamo, non è quello
il punto lo sai, tu speri che noi ci arrabbiamo così da poterti sentire in
colpa e in questo modo essere più la Elena martire, invece che l’Elena umana,
non ci interessa farti le parti ..”
B:”Ci interessi tu e quello che
provi…e ti dirò una roba che tipo mi sono appena guadagnata un appartamento
all’inferno”
C: “Esatto noi saremo sempre
dalla tua parte”
B: “Se pensi che per chiarirti
le idee hai bisogno di stare più con Damon…allora fallo, non esiste un manuale
di istruzioni…”
C:”SOprattuto per casi come il
vostro…non è una semplice scappatella, lo sappiamo bene”
E: ”Non voglio una relazione
clandestina, non voglio un amante”
B: “Non è quello che ti stiamo
dicendo di fare, ma Damon manca dalla tua vita da troppo tempo e in questi mesi
a piccoli tratti gli hai concesso degli spazi…”
C: “Forse è giunto il momento di
conoscerlo davvero, questo Damon. Anche con lo sforzo – magari – di non
saltarvi addosso, ma scoprirvi un rapporto”
B. “Concordo con Care…per amare
bisogna conoscere…”
C. “Ricordi quando ero in quel
periodo di crisi con Stefan? Che non sembrava esserci più calore, o interesse…e
tu mi hai chiesto: ma tu quando con la coda dell’occhio guardi al futuro, è lui
che vedi? Fatti questa domanda su Aaron…pensando alla Elena di adesso, non di
quella di 20 anni fa. I rapporti non ripartono per un nostro sforzo o una
nostra strategia, ma per la pazienza di lasciare che il tempo e l’affetto riaggiustino
le cose”
E. “Ok, adesso voglio
piangere….sono tutte cose vere…”
B:”Piangi se vuoi piangere, che
problema c’è? Basta che tu sia grande! Nel senso di donna, non hai più 15 anni…quindi sii consapevole di
questo
E: “Grazie ragazze….vi voglio
bene”
B:” E di che…ci devi un pranzo!”
E:”Garantito….e Care conta su di
me per la festa di Nadia”
C: “Perché, pensavi di avere
scelta?”
Sia Elena che Bonnie inviano mille faccine che ridono a crepa pelle perché Caroline è unica nel suo genere, e lei è fortunata ad avere due amiche così autorevoli nella sua vita che non le fanno sconti di nessun tipo senza mai avere un grammo di giudizio nei suoi confronti. Sospira e torna a dedicarsi al pranzo della Domenica, iniziando inconsciamente a riflettere su quanto loro due le hanno detto.
***
Quel lunedì mattina Damon resta a casa in attesa di un idraulico di Matt che arrivi per sistemargli il termosifone, dovrebbe passare intorno alle 11, orario infelice che gli spezza la mattinata così ne approfitta per passare in farmacia e comprare quell’antibiotico che gli ha prescritto Stefan, visto che la ferita si è un po’ infettata. Arriva in farmacia e, mentre è fila in attesa del suo turno, sente il telefono vibrare nelle tasche dei pantaloni; così lo sfila e trova un inaspettato messaggio di Elena.
“Ciao, dove sei?”
“Ciao a te….in farmacia”
“Perché? Stai male?”
“Mi ha fatto un po’ infezione la
ferita”
“Mi dispiace….”
“A meno no…”
Esita a rispondergli, sa bene come giocare d’effetto le sue carte. Ma chissà perché gli ha scritto.
“Comunque, allora niente..”
“? Avevi bisogno di qualcosa?”
“No no è solo che….beh ho un
appuntamento di lavoro in zona casa tua e… mi sei venuto in mente…”
“Adesso?”
“Beh…sì..”
“No intendo, adesso hai
l’appuntamento?”
“No più tardi, ora sono a
sbrigare una cosa in tribunale e poi invece di andare in ufficio vado diretta
all’appuntamento”
“Quindi sei occupata tutto il
tempo…”
“In realtà qui in tribunale ho
quasi finito…ma non mi merita andare in studio visto che sono in zona,
altrimenti devo attraversare tutto il centro…”
“Allora potremmo…prendere un
caffè…”
Quel online di Elena che dura per un tempo che a lui pare infinito, lo sta letteralmente corrodendo per l’ansia; così mette il telefono in tasca e si accinge ad arrivare al banco per chiedere il suo farmaco, nell’attesa di un cenno di lei.
Infondo Elena, ma lui non può saperlo, mirava alla possibilità di vederlo, forse per provare a dar credito a quanto le hanno suggerito le sue amiche.
“Potremmo….”
“Ti va bene da me tra una
mezz’ora?”
“Si potrebbe fare anche fuori…”
“Si, ma deve venirmi l’idraulico
a casa e casomai arrivasse prima dell’orario stabilito”
“Perfetto, nessun problema”
Oh sì che è un problema, Elena lo sa bene. Vuole evitare i luoghi troppo privati, ma alla fine Damon ha una mascella tumefatta quindi quello basterà a porre delle distanze tra loro.
Spera.
Sarò brutalmente sbrigativa, questo periodo è impossibile. Scusatemi davvero, ho l’esame di stato per avvocato e sono indietro all’inverosimile e tipo 3000 pagine (contate) da studiare….quindi abbiate ancora pazienza…è stato un anno assurdo questo, tra questioni personali, lavoro, rimettersi a studiare. Difatti, ciao alla mia vita sociale…si spera di chiuder presto e riavere un attimo di respiro. Ma nei buchi qualcosa ogni tanto riesco a scrivere (e quante storie che vedo e che vorrei leggere ma davvero non ho tempo nemmeno per dormire!!!).
Vi voglio bene, siete grandi, tutte!!!
Baci pieni di scuse
Eli