Titolo: Non v'è peggior burla che la vera
Personaggi: Aries Shion, Libra Dohko
Contesto: XVIII secolo
Prompt: Armadio a muro
Sentimento
Dominante:
Rassegnazione
«Allora quale metto? La maglia verde o la camicia panna?»
Dohko rise quasi esasperato per quell’ennesima richiesta la
stessa ripetuta fino alla nausea che il giovane Ariete dorato, nonché suo
migliore amico, gli aveva nuovamente posto.
E come gli aveva detto fin dal principio, cioè da quando aveva visto che il commilitone
aveva estratto dall’armadio una camicia color panna, gli rispose con aria
bonaria
«Vuoi attentare alla vita delle ancelle mettendo sempre
delle camice? La maglia verde andrà benissimo e poi ti sta meglio.»
Shion ci pensò su, constatando che stirare a luglio era una
vera tortura, soprattutto le camice erano assai difficili da non rovinare in
alcuna maniera. Così, un po’ per compassione e un po’ perché si fidava del
giudizio del suo migliore amico, il tibetano optò per la maglia tradizionale di
un bel verde scuro, che faceva un ottimo contrasto con la sua pelle chiara.
«Hai ragione; ti ringrazio.
Potresti sistemare la camicia nell’armadio?»
«Ricevuto!»
Il cinese si avvicinò al letto e prese la camicia che vi era
adagiata sopra, avviandosi verso l’anta aperta del mobile. Rimase meravigliato
da quanto fosse ordinato: le camice erano disposte per ordine cromatico e messe
in scala di lunghezza, per non parlare del ripiano dei pantaloni, suddivisi in
base al tessuto… nulla a che vedere con il suo armadio, in cui tutto era
buttato alla meno peggio.
Arrossì leggermente notando quella differenza abissale, per
poi riscuotersi ed osservare il punto in cui la camicia che reggeva andava
posizionata. Alzò il collo ed individuò il punto di distacco maggiore tra i capi,
chiaro segno che Shion gli aveva spostati per non scipare il tessuto.
Bene, allungò la mano destra per poter appendere la stoffa
quando si accorse di un dettaglio
significativo. Il braccio gli si bloccò a metà strada, mentre
un’espressione imbarazzata ed alquanto incredula gli si disegnò sul volto color
caramello… non poteva essere vero.
Intanto il lemuriano si era sistemato a dovere, riuscendo a
togliere la sua matassa di capelli da dentro la maglia, facendoli ricadere
sulla schiena e sulle spalle larghe, quando una risata rassegnata gli fece
tornare in mente la presenza del compagno nella sua stanza.
«Che succede?»
Chiese con apprensione, voltandosi alla volta di quella
voce. Vide la faccia di Dohko divenuta di un colore rosso pastello, mentre il
petto massiccio si muoveva convulsamente nel tentativo di trattenersi dall’esplodere
in una fragorosa risata. Guardò la barra di alluminio con appese le camice del
commilitone, per poi tornare a puntare i suoi occhi di giada in quelli ametista
del compagno e dire con tono misto tra il rassegnato e il divertito
«…non ci arrivo…»
…
Entrambi i Gold scoppiarono in una risata divertita dopo
quell’affermazione. Effettivamente, ora che Shion ci faceva caso, sarebbero
serviti due Bilancia, uno in spalla all’altro per poter arrivare alla barra.
Angolo
dell’Autrice:
Dico
solamente che è stato alquanto umiliante; non sarò un gigante ma sono 172 cm…
non sufficienti a farmi raggiungere la barra! E dire che non mi è mai capitato,
perché solitamente utilizzo il bastone per mettere e togliere le cose mentre
mio papà, buon’anima, fa tutto senza doverlo usare. Ci sono rimasta, davvero…
mi pareva che l’armadio fosse diventato più alto di colpo.
Ok, spero di
avervi fatti ridere, perché anche noi due (io e mio papà) abbiamo riso per un
po’.
A presto^^
P.S.:
l’armadio di mio papà è davvero messo come descritto…solo che è mamma a
metterci le mani XD