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Autore: Gem    04/10/2016    1 recensioni
Promptember è una sfida creativa simile a NaNoWriMo, ma l'obiettivo è scrivere una storia per ogni giorno di novembre basata su un "prompt". Ogni capitolo conterrà dunque una storia diversa e nella maggior parte dei casi slegata dalle altre, ma saranno tutte su Saint Seiya e in particolare su Milo e Camus (sia singolarmente, sia come coppia).
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Uccelli
Rating: verde.
Tipologia: one-shot.
Genere: generale, commedia.
Pairing: Milo/Camus
Personaggi Camus, Milo.
Avvertimenti: POV di Milo, slash (?), AU.
Parole: 816
Note dell’autore: i pappagallini di Milo sono le vere star di promptember.
Prompt:
 
“i started a bird watching club at school and you are the only one who showed up at the first meeting so now i love you” au by @caprxgers
 
 
Il foglio che teneva tra le mani aveva come titolo “Club scolastico: amanti del birdwatching” e, in alto a destra, vicino all’indicazione “fondatore” v’era segnato il nome “Milo Stamatos”.
La lista dei partecipanti era ancora vuota. L’aula – in effetti – era deserta.
Avrebbe dovuto apporre il proprio nome alla lista, se solo il fondatore del club non fosse stato proprio lui.
Milo sospirò, appoggiando la schiena alla sedia e iniziando a dondolarsi. Guardò l’orologio, sperando che fosse solo una questione di tempo, ma erano le tre e un quarto del pomeriggio e la totale assenza di persone era un segnale di avvertimento.
Non era giusto, però. Milo corrugò la fronte e allontanò il foglio da sé. Davvero nessuno era interessato agli uccelli? A passare pomeriggi all’aria aperta cercando di vedere specie rare? Non riusciva a capire cosa avessero in più club di giardinaggio, calcio o manga rispetto a un club di birdwatching. Mah, tutti pollici verdi, evidentemente.
«Scusa, è qui il club di birdwatching?»
Milo sobbalzò così vistosamente che perse l’equilibrio e fece sbattere le gambe della sedia con violenza contro il pavimento. Si girò verso la porta.
«Sì?»
Davanti a lui, un ragazzo con i capelli rossi e l’espressione un po’ stupita reggeva dei libri in mano e una tracolla sulla spalla.
«Mi dispiace, sono arrivato in ritardo.» continuò. «Sono andati via tutti?»
Milo si prese del tempo prima di rispondere. Non poteva quasi credere che qualcuno fosse arrivato davvero… per il suo club! Arse di gratitudine.
«Veramente sei il primo. Grazie.» ammise, accennando un sorriso, poi si alzò. «Mi chiamo Milo Stamatos e sono del 3°A.»
«Camus Soufiane.» si presentò l’altro. «3°D.»
Ma certo che so che sei del 3°D, in quella classe ci sono gli unici due ragazzi con i capelli rossi di tutto il liceo, e tu sei quello più car-
Milo ricacciò nei meandri della sua mente quei pensieri inappropriati e gli strinse la mano.
«Credo che non verrà più nessuno…» sospirò ancora. Sentendosi in dovere di informarlo, proseguì: «Forse è meglio se… gli uccelli sono i tuoi animali preferiti?»
Si morse la lingua. Ok, ok. Solo qualche domanda prima di accettare il fallimento del suo club.
«Mi piacciono di più i gatti…» rispose Camus, appoggiando i libri su un banco. «Però vorrei saperne di più. Sugli uccelli intendo. Esistono migliaia di specie, ma mi sono reso conto di conoscerne a malapena qualche decina.»
Milo sorrise. Da una parte avrebbe preferito gente esperta con cui organizzare escursioni nel suo club, ma dall’altra si sentì estremamente onorato di introdurre qualcuno nel mondo dell’ornitofilia, proprio come un maestro. E poi Camus gli sembrava un tipo abbastanza serio e volenteroso.
«Quindi non ne hai?» chiese.
«No. E tu?»
«Sì! Ho due calopsitte.» sorrise. «Una cannella e una albina. Entrambe femmine, Dana e Melinda.»
Guardò Camus negli occhi in attesa di una risposta, una reazione. Tuttavia, ricevette solo un’altra occhiata molto confusa, quasi imbarazzata. Milo realizzò subito il problema: probabilmente il ragazzo non aveva nemmeno capito di cosa stesse parlando.
«Sono pappagalli di piccola taglia… Nymphicus Hollandicus.» spiegò ancora. «Quelle col ciuffo sulla testa, e la colorazione sulle guance come se stessero arrossendo.»
Milo si rese conto che quella spiegazione si addiceva anche a Camus, le cui guance lentigginose stavano lentamente acquistando colore. Trasalì, sentendosi quasi in colpa, e cercò di rimediare prima di poter diventare a sua volta una calopsitta.
«Quali sono i tuoi uccelli preferiti?» domandò allora, sorridendo per mettere l’altro a proprio agio.
Camus finalmente rilassò l’espressione e abbozzò a sua volta un primo sorriso.
«I pinguini saltarocce.» rispose. «Sono molto particolari.»
Milo trattenne il respiro.
Con tutta la forza di cui era capace, con tutta la determinazione che aveva in corpo.
Conoscendo la specie, non poté non notare subito un dettaglio che gli ricordava Camus. I pinguini saltarocce avevano delle caratteristiche piume gialle proprio sopra gli occhi, che sembravano sopracciglia e che conferivano loro un’aria perennemente arrabbiata e minacciosa.
Le sopracciglia di Camus, effettivamente, benché non bionde avevano una forma particolare che lo facevano sembrare vagamente stizzito.
Per non scoppiare a ridere – non farlo sentire a disagio più di quanto non sia già! – cercò di fare una battuta su qualcos’altro.
«Oh, beh.» sorrise, improvvisando. «Non sarà facile… avvistare pinguini, da queste parti. A meno che non andiamo allo zoo.»
«Andiamoci, allora.»
«Ora?»
Camus alzò le spalle, e anche le sopracciglia. Milo cercò di non guardarle – non poteva.
«Ci sto.» rispose. «Possiamo parlare e conoscerci meglio anche fuori da scuola. Non penso… che verranno altre persone.»
Camus raccolse i propri libri e li infilò nella tracolla, abbozzando un altro discreto sorriso.
Milo tirò le somme: beh, il club non era stato un totale fallimento, visto che s’era presentato proprio il ragazzo carino del 3°D. La prima riunione stava per concludersi, ma… in un certo senso, non aveva anche rimediato una specie di appuntamento?
Si rese conto, in quel momento, d’esser diventato una calopsitta.
 
 
Note finali: Camus probabilmente pensa “io sto qua per un altro tipo di uccelli”

 
  
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