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Autore: miss Gold_394    04/10/2016    2 recensioni
La pazzia è la luce. La pazzia è un luogo sicuro. La pazzia è l'eterna pace dalle ingiustizie del mondo.
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nel corso della mia travagliata, seppur breve, esistenza sono stato appellato con innumerevoli nomi, menzioni d'onore. 
La mia storia è conosciuta da chiunque, passa di  bocca in bocca, leggera favella, pesante menzogna. 
Scrutato da sguardi curiosi, maligni, avidi e bisognosi. 
Pensano di conoscermi, si vantano di questo, ma sbagliano. 
Nessuno può conoscermi, non mi conosco neppure io. 
Per anni ho creduto di essere qualcuno ma solo ora riconosco il mio errore. 
D'altronde la mia vita è una tela di intrighi e bugie in cui sono caduto.  
Manovrato, usato, oggetto in mano di uomini potenti e ossessione di molti. 
Eppure ero solo un bambino, uno come tanti. 
Un bambino che è diventato leggenda. Una leggenda che è una condanna. 
Molti invidiano la mia fama ma non vedono la spada di Damocle posta in bilico sul mio capo, pronta a mozzarlo senza remore. 
Ho affrontato sfide ed ho vinto. Ma quale è stato il prezzo? 
Ma poi, posso dire di essere davvero un  vincitore? Mi pongo questa domanda perché mi sento un povero perdente. 
Mi chiamano Il Prescelto, il Bambino Sopravvissuto, il Salvatore... ma c'è qualcuno che si ricorda il mio vero nome? 
Qualcuno si è mai domandato se questi titoli me li merito davvero? 
Ovviamente no. Non li merito e non li voglio. 
Non sono un Prescelto, il Fato non esiste, sono solo stato il frutto di una serie di sfortunati eventi. 
Non sono il Salvatore perché non ho salvato nessuno. 
Decine di maghi e babbani sono periti sotto la mia fulgida bandiera e per una battaglia che non sarebbe dovuta nemmeno iniziare.  
Sono diventato il Padrone della Morte, ma in realtà, per colpa di un destino beffardo e meschino, sono morto come  la signora dalla argentea falce. 
E' così che mi sento, questa non è vita. Non dovrei essere qui. 
Signore della Morte:  Cosa me ne faccio della bacchetta più potente  di tutte? Ho già avuto la prova di come il potere renda schiavi gli uomini. 
Cosa me ne faccio di una pietra che alla fine si dimostra un ciottolo senza un vero valore? Il passato non dovrebbe mai essere rievocato.
Cosa può servirmi un mantello dell'invisibilità? Sono stanco di nascondermi, di fuggire da tutti e da me stesso in particolare. 
Ho perso tutto. Sconfitto dalla vita ancor prima di iniziarla a vivere. 
Nessuno mi capisce. Nessuno può sentirmi da questo baratro profondo e senza uscita. 
Gli altri continuano a vivere la loro esistenza come se nulla fosse, perché non posso anch'io? Perché non vi riesco?
Cadenze di momenti, attimi e memorie che scorrono come un fiume in piena. Solo per me tutto sembra essersi fermato.
Le lancette del tempo si sono arrestate e non si muovono più. 
Harry Potter per te l'orologio si è rotto. E non si può aggiustare. No, no. 
Tic e tac
tic e tac 
Mi dispiace non udirai   più questo battito lamentoso. Nelle gabbie toraciche gli ingranaggi sono immobili, ad accumulare polvere.  
Che poi, a ben pensarci, ma puoi ancora dire di chiamarti Harry Potter? Ne sei proprio sicuro? 
Forse il tempo non è poi chissà quale grande problema in confonto alla perdita di identità. 
Chi è Harry Potter, qualcuno lo sa? 
Dimmi, tu che stai  al di là, che mi osservi spettatore silenzioso di una sciagura infausta, conosci questo Harry Potter? 
Io una volta conoscevo un ragazzo che si chiamava in questo modo, ma è passato parecchio tempo.
Era un ragazzino smilzo, dai capelli indomabili  e dai brillanti occhi verdi. 
Con tanto coraggio e allegria, sempre con un sorriso ad illuminargli  il volto. 
Che amava una giovane donna bella come il sole, dai capelli come viva fiamma. Oh, sì l'amava molto. 
Adesso cosa ne è rimasto di questo ragazzo? Oh, non si sa. 
Si sa solo che ora è diventato un uomo,  i capelli però non  sono più scuri ma grigi, sembrano tante ragnatele attaccate al cranio. 
Gli occhi  non sono più brillanti ma vuoti, spenti. Se dovessi paragonarle a qualcosa, le paragonerei  a delle biglie. Sì, quelle con cui i bambini giocano. Vecchie biglie scheggiate, il cui colore del vetro è reso opaco dalla sporcizia e dal troppo utilizzo. Di certo nessun bimbo giocherebbe con delle biglie così brutte. 
Ma  qualcosa  di questo fanciullo dev'essere rimasto no? Che fine ha fatto la ragazza che tanto amava? 
Oh, lei non c'è più, lui l'ha lasciata andare spezzandole il cuore, d'altronde è abituato a far soffrire gli altri. 
E perché l'ha lasciata andare, ti chiederai spettatore? Semplice, ha scoperto che in  realtà non l'amava. 
Il suo cuore raggrinzito non è mai stato suo. Apparteneva a qualcun altro. A un uomo che odiava, o almeno pensava di odiare. 
A volte si sa, l'odio nasconde sentimenti più profondi. 
E così Harry Potter è svanito, lasciando il posto a un altro Harry Potter, un omonimo, un emerito sconosciuto che ha scelto la via dell'Inferno piuttosto che quella del Paradiso. 
Che lascia le luci della ribalta per scegliere l'oscurità. 
Che ha preferito abbandonare il palcoscenico. 
Il protagonista ha fatto   calare il sipario. L'opera è finita, lo spettacolo è terminato, potete andare. 
Ma ti chiederai, questo Harry Potter è speciale almeno un poco come l'era l'altro? 
No, lui è perfettamente normale. Non ha niente di particolare. 
Sembra un vecchio, non parla, non sorride. Mamma mia quant'è noioso! 
Non è per nulla interessante, che delusione! 
Ma almeno sa fare qualcosa? Possiede doti magiche, ha compiuto imprese spettacolari? 
Se per imprese spettacolari intendi affogare il proprio dolore nell'alcool e nelle lacrime, allora ne ha compiute ben donde. 
Uffa! Ma cosa fa tutto il giorno? 
Nulla, sta immobile a ripensare agli errori della sua vita e al suo amore che non tornerà mai più da lui. 
Che cosa patetica! E poi chi mai amerebbe un fallito come lui. Ma dimmi, chi è che ama? 
Un uomo altrettanto patetico come lui, e che per di più, senti questa, amava sua madre. 
Aahahah che ridere! Adesso sì che la cosa si fa interessante. E costui chi era? 
Un certo Severus Piton, un uomo orribile e brutto, dall'enorme naso ricurvo e dai capelli unti. 
Deriso da tutti. 
Facevano bene. 
Allontanato da tutti. 
Meglio ancora! Chi vorrebbe  attorno uno sgorbio come lui? 
Harry Potter
Chi si assomiglia si piglia! 
Harry Potter amava e ama Severus Piton, solo che se n'è accorto troppo tardi. La morte l'ha preso e portato via.  
Adesso capisci che non serve nulla essere padroni della Morte, tanto vince sempre lei. 
L'ho  capito ora.  
L'atto finale si svolgerà  nella Stamberga Strillante  che sarà la scenografia perfetta.  
Tutto è iniziato da qui, e tutto finirà qui. 
Tutto è esattamente come l'ho lasciato: i mobili rotti e consunti, incrostati dalla polvere non si sono mossi. 
C'è anche il letto dalle molle arrugginite su cui ti ho schiantato Severus, per salvare Sirius. Tanto non è servito a nulla comunque. Altra morte che mi porto sulla coscienza. 
Anche la pozza    di sangue rappresso  è sempre lì. Impronta indelebile, sulle assi del pavimento di legno che scricchiola ad ogni mio passo. E' un suo modo per darmi il benvenuto. E per applaudirmi, sa riconoscere un'opera teatrale di valore quanto ne vede una. 
Ringrazio con un inchino e mi porto al centro della stanza e della macchia.  
Sembra solo ieri che ti ho visto morire, invece sono passati anni. 
Ah, mi sono dimenticato di dirti che questo spettacolo è dedicato a te, Severus.  In tuo onore, Principe. 
Spero tu riesca a vedermi, da ovunque ti trovi. Sarebbe un peccato d'altronde, ci ho messo molto a preparare tutto. 
Volevo che fosse perfetto, e lo sarà. ￿Mi raccomando, poi lasciami un parere, ci tengo alla tua opinione.     
Or dunque allora! Che s'inizi!




 
  
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