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Autore: UnderTheOcean    05/10/2016    4 recensioni
"Buongiorno. Telefono amico. Sono Castiel. Con chi parlo?"
"Dean."
"Ciao Dean, come posso aiutarti?"
"Non puoi. Nessuno può. Sono solo."
"Oh, anch'io sono solo qui nel mio ufficio. Vedi? Abbiamo già qualcosa in comune. Coraggio, raccontami qualcosa su di te."
"Voglio farla finita. Ho deciso che sarà oggi il giorno il cui mi toglierò la vita."
Genere: Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessuna stagione
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In the end
 
 
Il parcheggio era deserto e silenzioso. Il cielo che poco prima aveva scatenato tempesta ora prometteva un pomeriggio soleggiato. Tutto era tranquillo, lo stesso però non si poteva dire di Castiel che cercava di respirare normalmente, ma non ci riusciva. Subito dopo la comparsa di Dean si era accasciato a terra con le spalle contro la portiera della sua auto. O doveva chiamarlo salvataggio?
Era tutto un incubo. Doveva esserlo. I mostri sono cose da film e libri, non realtà della vita di tutti i giorni. Vero? No, non sapeva più cosa era realtà e cosa finzione. Stava forse impazzendo? Probabilmente. Perso nei suoi pensieri sempre più confusi, Castiel si allentò un po’ la cravatta. Era solo una sua impressione o questa era diventata un cappio al collo?
“Non ci credo” sussurrò talmente lieve che non riuscì a capire chi avesse pronunciato quelle parole. Era stato lui? No, non poteva essere la sua voce.
“Anch’io vorrei non crederci” disse Dean mentre osservava da vicino il corpo della ragazza.
A quelle parole Castiel avrebbe quasi voluto ridere, perché erano le stesse che si erano detti la sera prima, ma era ancora troppo sconvolto. Si passò una mano sul collo, ma la ritrasse subito. Aveva le mani gelate, gli succedeva solo quando era nervoso.
“Chi.. Che cos’è quella creatura?” chiese cercando di recuperare un minimo di contegno.
Dean si voltò verso di lui e gli sorrise teneramente.
“Non credo che tu lo voglia sapere veramente, Cas. E poi mi sembri un tantino scosso.” Disse semplicemente continuando ad osservare il corpo a terra. Tirò fuori un piccolo taccuino e prese a scriverci sopra velocemente. Poi lo ritirò all’interno della giacca di pelle.
Lo sguardo di Dean si perse nel vuoto e Castiel cominciò a preoccuparsi. Quante volte il ragazzo aveva assistito a scene di quel genere? Quante persone era riuscito a salvare? Castiel però si chiedeva anche quante persone fossero morte in quel modo, uccise da creature soprannaturali.
"Dean" lo chiamò.
Il ragazzo però non lo guardava, era impegnato a far sparire il corpo della ragaz- della creatura. Lo trascinò fino ad una macchina nera, sicuramente la sua, e aperto il baule ci buttò il mostro dentro. L'auto nera si trovava a pochi metri da dove si trovava Castiel.
"Dean, come sei arrivato a.. Ad essere un cacciatore?" gli uscì poi quando vide il ragazzo tornare verso di lui. Aveva il passo sicuro di chi sa dove sta andando, ma le spalle curve di chi non è sicuro con certezza di quello che sta facendo.  
Castiel si rialzò e si avvicinò a Dean che ancora non gli dava retta. Allora posò una mano sul suo braccio e lo strattonò indietro.
"Cas, si può sapere che diavolo vuoi? Esserci conosciuti non fa di noi due amici." sbottò il ragazzo liberandosi dalla presa.
"Ah, quindi è così che reagisci quando qualcuno ti vuole aiutare. Ti chiudi in te stesso e lasci tutti gli altri fuori?"  
Dean sgranò gli occhi sorpreso.
"Che stai dicendo? Sono tutte stronzate."
"No, e tu lo sai. Ho notato che cerchi sempre di piazzare tutto dietro una facciata da duro, una maschera molto convincente Dean, mi complimento con te, ma le maschere non sono destinate a durare in eterno." sussurrò Castiel avvicinandosi nuovamente al ragazzo che però fece un passo indietro. Era sulla difensiva.
Questo fece male a Castiel perché lesse negli occhi dell’altro una paura cieca. Una paura ingiustificata. Aveva.. Aveva paura che gli altri capissero quanto fosse fragile dietro quella maschera che si portava dietro con ostinazione.
"Ieri sera, quando mi hai chiamato, cercavi in tutti i modi di cambiare argomento. E anche oggi.." Castiel si interruppe, chiuse gli occhi solo per un attimo e poi li riaprì.
"Devi scusarmi, Dean. Ma è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere. Io volevo con tutto il mio cuore aiutarti, diamine se lo volevo, anzi lo voglio ancora e devi perdonarmi se non ti ho creduto riguardo a.. Ai mostri, ma capirai le mie ragioni."
Dean annuì impercettibilmente.
"Quindi ora cosa facciamo?" chiese Castiel.
"Chi? Tu ed io?" esclamò Dean lasciandosi andare ad una risata. "Niente, Cas. Tu ed io non facciamo proprio un bel niente. Tu tornerai nella tua comoda casetta e io.. Non sono affari tuoi quello che farò io." disse con sguardo malinconico guardando lontano, verso il bosco che si stagliava di fronte a loro.
Castiel battè il piede per terra, era nervoso e non sapeva cosa fare.
"Invece non andrà così." disse infine mettendo su uno dei suoi sorrisi migliori.
Dean si voltò a guardarlo, sul viso un'espressione tra il confuso e l'annoiato.
"E come andrà Cas?"
"Tu.." inziò Castiel avvicinandosi e battendo il suo dito sul petto di Dean. "Tu sei un eroe. Non puoi mollare così. Io non posso capire quanto tutto questo sia difficile per te, ma se c'è una cosa che ho capito è che tu sei una persona forte, non quella disperata che mi ha telefonato ieri sera in cerca di aiuto. Perché tu non hai bisogno di nessun aiuto, tu vuoi semplicemente non rimanere solo. È questo che ti fa paura, Dean.”
“E queste belle parole come dovrebbero migliorare la situazione?”
Castiel non rispose, si avvicinò nuovamente al ragazzo e tirò fuori un fazzoletto di carta con cui era intenzionato a pulire il volto di Dean dalle gocce di sangue.
“Wow, Cas. Tu non sai cos’è lo spazio personale, vero?” disse Dean cercando di allontanarsi nuovamente, ma questa volta Castiel si impose e lo trattenne per un braccio.
Anche se Dean protestava e borbottava, Castiel si impegnò nel suo compito. Con il fazzoletto fece scomparire dal volto del ragazzo quelle gocce di sangue che gli macchiavano la faccia. E da quella distanza riuscì anche ad apprezzare gli occhi sfuggenti di Dean che guardavano ovunque tranne lui. Sicuramente non era abituato a persone che si prendessero cura di lui. Castiel sorrise.
“Ecco fatto, ora sei di nuovo bello come il sole.” Esclamò a lavoro finito. Dean sbuffò una risata e solo allora Castiel si rese conto di quello che aveva appena detto, arrossì come un adolescente alla prima cotta. Gabriel gli faceva notare sempre quella sua incapacità di applicare un filtro cervello-bocca che lo portava molte volte, troppe, a fare figuracce.
Si schiarì la gola e questa volta fu lui a fare un passo indietro.
“Quindi..” sussurrò Dean guardandolo dritto negli occhi.
E Castiel dimenticò anche il suo nome. Si chiedeva come sarebbe stato incontrare Dean in una situazione normale, magari ad una festa, e conoscerlo veramente. Poterci uscire insieme, fare anche le cose più stupide insieme. Ok, adesso stava divagando. Si tolse la cravatta che aveva allentato poco prima e la infilò nella tasca del suo trench.
“Quindi.. Questo è il mio numero e l’indirizzo del luogo in cui lavoro.” Disse tirando fuori il suo bigliettino da visita con tutte le informazioni. “Non fare quella faccia sconvolta, Dean. Puoi scrivermi tutte le volte che vuoi, chiamami quando vuoi, ma promettimi che non farai sciocchezze. So che è un eufemismo da dire, quello che sei costretto ad affrontare ogni giorno solo tu puoi sapere quanto sia difficile, ma questo non significa che togl-quello che volevi fare fosse la soluzione. Potremmo.. collaborare.”
Dean si rigirò tra le mani il bigliettino da visita.
“In che senso collaborare?”
“Tu dai la caccia ai mostri, giusto?” sottolineò Castiel.
“Giusto, ma non ho ancora capito dove vuoi arrivare.”
“Voglio farlo anch’io.” Concluse.
Dean prima sgranò gli occhi, poi si lasciò andare ad una risata. Una risata davvero lunga che quasi offese Castiel.
“Assolutamente no. Sei fuori di testa? Io cerco di uscire da questa vita e tu cosa fai, vuoi entrarci?” quasi le urlò quelle parole.
“Due è meglio che uno. Tu non saresti più solo e io finalmente riuscirei davvero ad aiutare le persone.” Certo, quello che faceva ogni giorno con la sua azienda era di aiuto alle persone, ma Castiel sentiva spesso una vocina nella testa che gli sussurrava che non era abbastanza.
“Tu non sai quello che dici, Cas. E poi chi ti dice che io voglia un compagno di avventure? Sto bene così, grazie tante.”
Questa volta fu il turno di Castiel nel perdersi in una larga risata.
“Trovi tutto questo divertente?”
“No, tu sei divertente. Continui a nasconderti, ma sono intenzionato a scoprire com’è il vero Dean.”
Dean chiuse gli occhi per un momento, quando li riaprì aveva uno sguardo duro e determinato.
“Io non ho bisogno della pietà di nessuno. Continuerò a fare quello che ho sempre fatto, da solo. Non voglio pesi da portarmi dietro.” Disse il ragazzo guardando per l’ultima volta Castiel. Poi girò i tacchi e si allontanò, dirigendosi verso la sua auto.
Castiel urlò più volte il suo nome, ma il ragazzo non si voltò indietro. Entrato in macchina, mise in moto e uscì velocemente dal parcheggio.
Per la prima volta Castiel sentiva veramente di aver fallito.
 

 
Quando tornò a casa era già pomeriggio inoltrato. Aveva girovagato a lungo con la macchina, voleva non pensare. Voleva dimenticare la creatura che aveva visto, ma era impossibile. Voleva dimenticare gli occhi malinconici di Dean, ma era impensabile.
Trovò nella segreteria telefonica due messaggi registrati. Quando schiacciò il pulsante di avvio fu avvolto dalla voce squillante di Charlie.

“Cassie, tutto bene? Oggi quando non ti ho visto a lavoro mi sono preoccupata. Sai da quando ti conosco non ti ho mai visto perdere un giorno di lavoro. Spero che sia tutto ok. Ci vediamo presto. Ciao!”

Tutto ok un accidenti. Niente sarebbe più stato ok, pensò Castiel mentre passava al secondo messaggio.

“Hey, fratellino! Sono Balth, mi trovo dalle tue parti e pensavo che potremmo andarci a fare un giro. Chiamami se ti va, non starò qui a lungo.”

Fare un giro.. L’unica cosa che Castiel voleva fare era sprofondare sotto il piumone del suo letto e non uscirne per un bel po’ di tempo. E fu quello che fece.
 
 


Qualche tempo dopo…

“Telefono amico. Sono Castiel. Con chi parlo?”
“Ciao.. Cas.”
A quella voce Castiel perse un battito. Si accomodò meglio nella poltrona e prima di parlare prese un profondo respiro.
“Dean? Sono passati cinque mesi! Stai bene, hai bisogno di qualcosa?” Ok, il profondo respiro non era servito a nulla se ora si comportava da isterico.
“Tranquillo, Cas. Sto bene e poi.. Cinque mesi? Wow, stai tenendo il conto? Allora ti manco.”
“Dean, per favore. Evitiamo battutine, non sono dell’umore.”
“È successo qualcosa?” chiese Dean.
Castiel non rispose, c’era voluto così tanto per superarlo e ora era di nuovo punto da capo.
“Cas?”
“No, Dean. Non è successo niente. Posso.. posso sapere il perché di questa telefonata?” chiese battendo nervosamente le dita sulla scrivania. Puntualmente aveva le mani gelate.
“Avevi detto che potevo chiamarti, giusto?”
“Certo.”
“Beh, volevo solo dirti che.. ho abbandonato la caccia. Ho capito che era tutta quella merda che mi stava trascinando giù.”
“Oh” esalò solamente Castiel. “E adesso cosa fai, se posso chiedertelo.”
“Il meccanico. Ho trovato un posto in un’officina e.. mi trovo abbastanza bene. Certo, è difficile cogliere i segni del soprannaturale nelle notizie di cronaca e non poter intervenire, ma so che ci sono in giro altri cacciatori, anche più bravi di me. E poi sono di nuovo in contatto con mio fratello. Dovevi sentire la sua voce quando l’ho chiamato, ma va beh.. questo è il racconto per un altro giorno. In realtà ti ho chiamato per porgerti le mie scuse.”
Castiel inclinò la testa come era solito fare quando non capiva qualcosa.
“Scuse?”
“Sì, mi rendo conto di essere stato un vero stronzo in quel parcheggio. Tu cercavi in tutti i modi di aiutarmi e io cocciuto come sono ti ho voltato le spalle e me ne sono andato. Mi dispiace, Cas.”
“Non hai nulla di cui scusarti. Io ho fatto semplicemente quello che mi sentivo di fare, Dean.”
“Grazie. E ancora una cosa.. Dici che devo bussare per entrare nel tuo ufficio o entro e basta?” disse con la voce che tratteneva una risata.
Castiel mollò la cornetta del telefono e a passi veloci si diresse verso la porta. Con la mano che quasi tremava l’aprì per ritrovarsi un Dean tutto sorridente di fronte a lui.
“Io.. Io non capisco.” Sussurrò Castiel con sguardo perso.
“Avevi detto che potevo chiamarti o venire in ufficio, io ho deciso di fare entrambi.” Disse avvicinandosi e abbracciandolo velocemente.
“Ciao, Cas.”
“C-Ciao, Dean.”
Due bambini stupidi, ecco cosa sembravano.
“Sono qui per un motivo preciso in realtà.” Disse il ragazzo, ora con le guance lievemente arrossate.
“Quale?” Castiel davvero non riusciva a capacitarsi di avere Dean davanti a lui.
“E non potevo farlo al telefono perché volevo vedere la tua faccia..” continuò Dean senza rispondere alla domanda. “Posso invitarti fuori a cena?” sussurrò infine.
Castiel sentì un calore che dal collo si espandeva lungo tutta la sua faccia. Ok, stava sicuramente sognando. Non poteva essere altrimenti.
Dean gli mise una mano sulla spalla e sorrise.
“Ecco, era proprio di questo che stavo parlando. Come ti ho detto la prima volta che ci siamo visti, sei troppo tenero Cas.”
“Sì” rantolò Castiel con la voce a mala pena udibile.
“Cosa?”
“Sì, mi va di uscire con te.” Disse con sicurezza.
Dean si illuminò tutto, neanche avesse ricevuto la notizia più bella di tutta la sua vita. E Castiel fece altrettanto. Da un occhio esterno a guardarli si rimaneva quasi abbagliati. Erano due casi disperati, ma insieme erano la cosa più bella che si fosse mai vista.
 
THE END


 
 
NOTE:
Ed eccoci giunti anche alla fine di questa avventura. Il finale è volutamente lasciato aperto in modo che ognuno di voi possa immaginarsi a suo piacimento come andrà avanti la storia di questi due adorabili teneroni. In fondo sin dall’inizio io volevo raccontare solo il modo in cui venivano a conoscersi and.. detto questo..
Ringrazio tutti coloro che hanno letto, recensito, aggiunto ai preferiti, alle seguite e alle ricordate. Fa davvero piacere quando il tuo lavoro viene apprezzato! Sto lavorando ad altre storie, ovviamente Destiel, perché di questi due non ci si annoia mai, quindi forse ci risentiremo molto presto.
Arigatou! :-*

UnderTheOcean 


 
   
 
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