Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: rekichan    05/10/2016    2 recensioni
Dapprima aveva riso quando sua sorella Bianca, nel momento in cui aveva annunciato di voler abbandonare l’umida Venezia per andare a studiare giornalismo a Roma, aveva enunciato la suddetta frase. Quando l’aveva ripetuta mentre suo padre, con tono funereo, aveva deciso che sì, sarebbe potuto andare a studiare nella capitale a patto che trovasse degli inquilini con cui dividere l’affitto, aveva cominciato a tentennare.
Nel momento in cui aveva incontrato i due ragazzi che avevano risposto all'annuncio e Bianca si era avvicinata al suo orecchio come un fantasma per sussurrargli un divertito e malefico: “se qualcosa può andar male, lo farà”, era decisamente rabbrividito, ma aveva deciso di non lasciarsi sconvolgere.
A distanza di un anno, Nico aveva avuto modo di provare che quella massima descriveva in modo fin troppo preciso la sua vita universitaria e, soprattutto, quella casalinga.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Leo Valdez, Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Volete sapere l’ironia, la vera ironia, in tutto questo?

Sono un Nico che ha sposato un Percy e che ha come amante un Valdez”

-          L’autore

 

La Legge di Murphy

o

Come sopravvivere a una convivenza con un americano fissato col mare e un messicano dipendente dai burritos

 

Capitolo I

Se qualcosa può andar male, lo farà

 

La legge di Murphy… una certezza che caratterizzava da sempre la vita di Nico di Angelo. Per chi non ne fosse a conoscenza, la legge sopracitata, che svettava scritta a caratteri cubitali sopra il letto del ragazzo, enunciava: “Se qualcosa può andar male, lo farà”.

Non che la vita andasse sempre storta a Nico, ma di sicuro gli riservava sorprese sgradite ad intervalli regolari. In quel caso, il pensiero di quanto fossero veritiere quelle parole continuava a ronzargli in testa, in maniera ossessivo-compulsiva, di fronte all’ennesimo comportamento inquietante dei propri coinquilini.

Lui non era di certo un tipo solare e affabile, anzi, provava un certo gusto a girare per le strade di Roma con la sua aria inquietante, le occhiaie fino ai piedi e la sua migliore espressione da: “Se ti avvicini ti stacco la testa, la impalo e la sacrifico al Tevere per vedere se diventa il pesce con tre occhi della famiglia Simpson”, motivo per cui gli era capitato di rado di trovarsi a che fare con persone considerate normali dalla maggior parte della popolazione, ma che riuscivano a provocargli dei brividi freddi lungo la schiena.

Insomma, da un fanatico di horror, thriller, morte e uccisioni, il cui sogno primario era occuparsi di cronaca nera in modo da poter essere in prima fila durante gli omicidi, ci si aspettava che non avesse timore di niente. Eppure Nico di Angelo era letteralmente terrorizzato, non dagli zombie, dai serial killer o da Winnie the Pooh, ma dai suoi coinquilini.

Ritornando al principio: se qualcosa può andar male, lo farà. Dapprima aveva riso quando sua sorella Bianca, nel momento in cui aveva annunciato di voler abbandonare l’umida Venezia per andare a studiare giornalismo a Roma, aveva enunciato la suddetta frase. Quando l’aveva ripetuta mentre suo padre, con tono funereo, aveva deciso che sì, sarebbe potuto andare a studiare nella capitale a patto che trovasse degli inquilini con cui dividere l’affitto, aveva cominciato a tentennare.

Nel momento in cui aveva incontrato i due ragazzi che avevano risposto all’annuncio e Bianca si era avvicinata al suo orecchio come un fantasma per sussurrargli un divertito e malefico: “se qualcosa può andar male, lo farà”, era decisamente rabbrividito, ma aveva deciso di non lasciarsi sconvolgere.

A distanza di un anno, Nico aveva avuto modo di provare che quella massima descriveva in modo fin troppo preciso la sua vita universitaria e, soprattutto, quella casalinga.

Così, quando Percy Jackson, americano in Erasmus un po’ troppo prolungato per i gusti di Nico, entrò nella sua stanza, di Angelo si ritrovò immediatamente a pensare a quell’affermazione.

«Nico, posso chiederti una cosa?», aveva esordito Jackson, con un sorriso un po’ titubante. Nico gli aveva lanciato un’occhiata seccata, distogliendo lo sguardo dal libro di testo su cui stava sudando da un mese. Aveva due esami da sostenere e non era esattamente propenso alla conversazione, ma visto che era stato lui a chiedere a Percy di fargli un caffè - «All’italiana, Jackson. Non provare a rifilarmi quella brodaglia colorata che voi americani spacciate per espresso» - dovette ingoiare il sarcastico “no” che gli stava affiorando alla gola e annuire.

Purtroppo per lui, Jackson sembrò aver interpretato quel suo gesto come la disponibilità a rispondere a qualche domanda aperta, al di fuori di “sì” e “no”, perché la questione che gli rivolse era eccessivamente complessa e richiedeva più di una sillaba come risposta.

«Dov’è la caffettiera? Quella da quattro…», specificò Percy, mimando la grandezza della caffettiera con le mani. Nico guardò il coinquilino perplesso. Sapeva per certo che la caffettiera da due tazze era inutilizzabile – ormai il caffè si bruciava ancor prima di salire –, ma da quando avevano una caffettiera da quattro?

«Non sta in cucina?», Nico si premunì di sottolineare l’ovvio. D’altronde, in quale altro luogo poteva stare una caffettiera? Anche se, conoscendo il terzo inquilino, le possibilità che fosse stata smontata in un vano tentativo di riparare la caldaia con il filtro del caffè non erano da scartare.

«No! – ribatté Percy – Ho guardato ovunque, ma quella da quattro non c’è!»

«L’avrà portata via la mia matrigna…», constatò Nico, caustico, riportando gli occhi scuri sul libro. Con quell’affermazione, per lui la questione era già chiusa. Persefone aveva l’abitudine di prendere e portare via oggetti, lasciando in cambio sughi, carne e qualsiasi altro cibo le fosse saltato in mente di cucinare con i prodotti biologici provenienti dalla fattoria della sua genitrice, Demetra. Nico ricordava spiacevolmente il giorno in cui avevano riempito la credenza di cereali di ogni tipo e… beh, nessuno di loro tre mangiava così tanto i cereali.

«Non viene da circa sei mesi, Nico. E l’ho usata per farti il caffè ieri», si premunì di sottolineare Percy. Nico sbuffò sonoramente, in modo da esprimere tutta la sua indignazione. Stava per ribattere che non gliene fregava un cazzo di dove fosse la caffettiera, che poteva cercarla anche senza di lui, visto che erano settimane che entrava in cucina solo per prendersi l’acqua e che viveva incollato al libro di testo, e di usare anche la caffettiera da dodici, se necessario, purché lui potesse avere la sua dose giornaliera di caffeina, quando la voce di Leo Valdez giunse fin troppo sonora dal salotto.

«Cos’è sparito stavolta?»

Ecco l’altra dannazione di Nico. Come se non bastasse il prototipo del surfista moro e sexy ad infestargli la vita, il suo secondo coinquilino era una sottospecie di elfo messicano, con seri problemi di dipendenza da fiamme ossidriche e burritos.

«La caffettiera!», spiegò Percy. Nico si limitò ad emettere un grugnito di disappunto.

«La caffettiera? – Leo Valdez si affacciò alla porta della camera di Nico; un ghigno furbo si stese sul suo viso e cominciò a correre per casa – La caffettiera è sparita!», urlò, in modo che tutto il condominio potesse sentire il disperato annuncio.

«Sì… - confermò Nico con un sospiro – Percy Jackson e il mistero della caffettiera scomparsa. Roba da scriverci un libro…»

Il sarcasmo non sembrò toccare Percy, pronto a ritornare in sala e mettersi a cercare la caffettiera. A Nico giunsero affermazioni sconnesse, come: «Secondo me è nel frigo», «Ma chi metterebbe una caffettiera nel frigo?», «Beh, una volta c’era un uovo di polisterolo viola, può anche esserci una caffettiera…»

Cercò di concentrarsi di nuovo nello studio. I problemi dei giornalisti durante l’epoca fascista gli sembrarono improvvisamente più interessanti, anche senza l’ausilio di caffeina, se potevano aiutarlo ad isolarsi dal caos primordiale che si era generato nel suo salotto.

Se qualcosa può andar male, lo farà… ricordò a se stesso. Infatti lui non aveva avuto il suo caffè, era in ritardo sulla tabella di marcia e quei due continuavano a fare caciara. Brontolò fra sé un paio di volte e stava per imprecare in tutte le lingue conosciute – e anche un paio sconosciute – quando la porta della sua stanza si aprì di nuovo, ma si ammutolì quando Percy gli porse la tazzina di caffè fumante.

«Ecco qua – il ragazzo sorrise, aspettando che Nico prendesse il suo caffè – Ho ritrovato la caffettiera… era… Beh, era sul lavandino. Non l’avevo vista…»

Nico annuì e ringraziò Percy con un cenno del capo. Quando il ragazzo uscì dalla stanza, si concesse un mezzo sorriso, pensando che, forse, la Legge di Murphy non era sempre così veritiera…

«Nico! – la voce di Leo risuonò dal corridoio – Abbiamo un problema! Si è rotta di nuovo la caldaia!»

…ma i suoi corollari sì.

 

 

N/A: io non avrei davvero il tempo di scrivere questa roba. Per un cazzo proprio, ma se non la scrivevo non sarei riuscito a concentrarmi sullo studio, quindi… Ecco qua.

Tutto ciò nasce un anno fa, quando io, mia moglie e la sua migliore amica decidemmo di portare il cosplay di Nico di Angelo, Percy Jackson e Leo Valdez. Da quel momento in poi, in casa si creò una serie di coincidenze, conversazioni e deliri di vario genere fatti in piccole role dal vivo, che generarono la prima bozza di questa cosa, fino ad oggi limitata alla mia testa.

Ovviamente, molte cose sono state modificate per renderle più attinenti caratterialmente ai personaggi e al loro modo di fare, ma i fatti qui narrati sono realmente accaduti, con un po’ di acidità in meno e qualche risata in più.

Quindi, senza pretese alcune, ecco una raccolta di one-shot concatenate tra loro, su evidenti problemi di un povero studente universitario che si trova a che fare con due inquilini caciaroni.

Ps: le citazioni di inizio capitolo sono le stronzate uscite durante la preparazione dei cosplay.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: rekichan