Questa è la mia
prima ff… spero vi piaccia!!!
Sono ore ormai che
nuoto osservando ogni piccolo dettaglio presente intorno a me. Oggi è una
giornata triste nei profondi abissi, i coralli hanno un colore spento come a
non voler offender con il loro rosso vivo il senso di malinconia generale, le
ostriche costudiscono gelose le loro
perle e le piccole stelle marine sembrano voler nascondersi negli angoli bui
delle rocce. Non si vedono delfini giocare, cavallucci marini che si rincorrono
felici e la miriade di pesci colorati che danzano nelle acque profonde... tutto
ciò che mi circonda oggi è lo specchio della mia anima: vuota e triste.
Avanzo poco più avanti fin quando non oltrepasso uno scoglio e qui mi blocco osservando a bocca aperta ciò che si trova davanti a me: il popolo del mare, il mio popolo, è venuto a salutarmi. Sirene, Tritoni e tutti i rappresentanti degli abitanti degli abissi, uno per ogni specie, li osservo e una piccola lacrima fuoriesce andando a rigar lieve la mia guancia... l'asciugo dubito, non posso farmi vedere così dinanzi a tutti loro, devo dimostrar di esser forte per far si che siano fieri di me, della loro Regina.
Il mio nome è Isabella, Sovrana dei Sette Mari, figlia del Dio Poseidone dal quale ha avuto l'incarico di regnare nei profondi abissi dal momento in cui egli creò gli oceani, quindi dall'inizio dei tempi, infatti non sapevo neanche più quale fosse la mia età precisa. Il mio corpo è quello di una sirena di diciotto anni, metà umana e metà pesce, ma quello che mi distingue dalle mie simili è la mia coda dorata, il diadema di corallo che adorna il mio capo e il tridente che impugno sempre nella mia mano destra. Per quanto riguarda la mia metà parte umana posso anche esser considerata graziosa, i miei lunghi capelli castani formano sinuose onde mentre nuoto nell'acqua salata, la mia carnagione d'avorio sembra levigata da secoli di carezze d'acqua, invece i miei occhi sono particolari, non posso dir di che colore sono, perchè essi sono proprio del colore del mare nell'ultimo momento in cui lo osservo dalla terra ferma, infatti possono essere azzuri nei giorni calmi e sereni oppure grigi quando è in tempesta. Capita spesso, infatti, che risalgo in superficie, mi adagio su uno scoglio e osservo le migliaia di onde che vanno ad infrangersi sulla dura roccia sotto di me, a volte gentili a volte impervie, quando sono di ottimo umore mi abbandono al canto, la mia voce dona tranquillità e felicità agli abitanti del mare ma può esser letale per gli esseri umani, infatti rimangono completamente ipnotizzati da essa e con un lieve canto posso far loro ciò che voglio. Per questo ogni volta, prima di iniziar il mio canto, mi accerto che non ci siano navi nelle vicinanze, e non mi soffermo mai più di un'ora in superficie e quando ritorno negli abissi il colore dei miei occhi è sempre diverso.
"Ci
mancherete Maestà"
pronuncia un giovane tritone con un lieve inchino seguito poi dalla riverenza
di tutti gli altri, destandomi dai miei pensieri con un colpo di coda mi
avvicino a loro e con voce dolce ma ferma mi pronuncio, "Tornerò presto
da Voi, ma ho un dovere da compiere sulla terra ferma e purtroppo non posso
tirarmi indietro... è giunto il momento che la profezia si avveri".
Alzano tutti lo
sguardo verso di me, posso leggere nei loro sguardi vari sentimenti
contrastanti ma mai come quelli che sono in lotta all'interno di me stessa.
Non voglio aggiunger altro, ulteriori parole sarebbero per me causa di
ulteriore sofferenza quindi mi volto di scatto e inizio a nuotare il più veloce
possibile lontano da loro, dal mio regno, dalla mia casa.
Dopo qualche ora
arrivo vicino alla piccola spiaggia della riserva di LaPush dove ad attendermi
trovo i miei anziani consiglieri, Renee e Charlie, trasformati da me in umani
qualche giorno prima e mandati sulla terra per poter organizzare il necessario
per la mia permanenza. Lentamente esco dall'acqua, mentre avanzo la coda di
pesce svanisce lasciando il posto alle gambe, l'acqua del mare che accarezza il
mio corpo va a formare un vestito blu e ai piedi delle scarpe basse dello
stesso colore dell'abito. Il mio tridente si trasforma in un ciondolo a forma
di conchiglia che accuratamente lego intorno al collo in modo da tenerlo sempre
con me. I miei primi passi sulla sabbia vellutata sono un po’ incerti, perdo
facilmente l'equilibrio e mi ritrovo più volte a terra, "Non sono
proprio abituata a muovermi con queste" pronuncio indicando le sottili
gambe che mi ritrovo. Immediatamente Charlie e Renee si avvicinano per aiutarmi
ad alzarmi e a prender equilibrio, li ringrazio con il miglior sorriso che mi
posso permettere dato il mio umore nero, loro di risposta si inchinano per
salutarmi "Ben arrivata Maestà".
Mi guardo intorno
sperando che non ci sia nessuno, che nessuno li abbia visti e sentiti e quando
ne ho la certezza li richiamo "Vi ho già avvisato che qui non sono la
vostra Maestà, per gli umani io sono vostra figlia quindi niente riverenze e
comportatevi come persone normali" cerco di non alzar troppo il tono
della voce per non incuter loro timore "Spero che abbiate organizzato
tutto al meglio, vero?" a questa domanda Renee si avvicina e mi dice "Non
preoccupatevi Mae.." non finisce la frase che la cambia subito dopo
che un mio sguardo la fulmina in pieno "Non preoccuparti Isabella"
pronuncia un pò imbarazzata "abbiamo preso una bellissima casetta in
una città qui vicino, Forks, e ti abbiamo iscritta alla scuola locale, per
tutti siamo la famiglia Swan" annuisco con un sorriso "Perfetto,
allora andiamo". Mi volto verso il mio amato mare un'ultima volta, lo
osservo mentre inquieto e tempestoso si abbatte sulla spiaggia come a volermi
afferrare e riportare indietro, mi volto e non serve uno specchio per saper di
che colore sono i miei occhi: sicuramente grigio scuro.
Mi fanno strada verso una macchina parcheggiata sul ciglio della strada che costeggia la spiaggia, Charlie si appresta ad aprirmi la porta posteriore ma prontamente lo fermo "Ti ci dovrai abituare" gli sussurro quindi apro lo parta e entro in macchina. Renee si siede al posto davanti a me e Charlie si mette alla guida, mette in moto e si avvia verso la nostra nuova casa. In macchina scende un rigoroso silenzio, penso che vogliano lasciarmi in po’ con me stessa e i miei pensieri e per questo li ringrazio. Osservo la vegetazione scorrere e non posso non notare che questo posto è immerso completamente nel verde, tutto è verde, troppo verde, inizio a sentir già una forte nostalgia dei miei abissi blu e del suo variopinto popolo, alzo gli occhi al cielo ed una coltre di nubi minacciosa sembra voler soffocare tutto quel verde, in un certo senso mi sento soffocare anche io.
Un mio sospiro
sembra spezzare il silenzio nel veicolo e come se mi avesse letto nel pensiero
Renee inizia a spiegarmi il posto "Qui è sempre così" pronuncia
tristemente mentre osserva fuori dal suo finestrino "Siamo nel posto
più piovoso di tutta l'America, è perennemente coperto di nuvole e all'anno si
contano rare giornate di sole" mentre l'ascolto in me inizia a nascere
un certo astio verso questi luoghi. "Perchè proprio qui?"
domando ai miei accompagnatori, era una domanda che volevo porgli dalla prima
volta che mi dissero che avrei dovuto iniziar qui la mia ricerca. Prima di
rispondere si osservano poi è Charlie a prender parola "è stato vostro
padre a dirmelo" a quelle parole rimango totalmente a bocca aperta,
osservo Charlie in silenzio per qualche minuto dopodichè risponde alla mia muta
domanda "il Dio Poseidone mi è apparso in sogno e mi ha indicato
proprio questa città... Forks... ma non ha aggiunto il motivo" era
scosso mentre parlava, potevo ben capire non era da tutti esser contattati da
un Dio. "Mio Padre..." dico scuotendo la testa per poi
sorridere "Non mi aspettavo di ricevere il suo aiuto"
affermo. Infatti, ripensandoci, mi aveva dato libero arbitrio in tutto e non
era mai intervenuto sulle mie decisioni o in qualsiasi situazioni io mi
trovassi, chissà come mai questa volta è stato così diverso, forse perchè
sapeva meglio di me che trovar quel che cerco su tutta la terra era come trovar
una piccola sardina in tutto il mare.
Arriviamo davanti
ad una casetta bianca a due piani e Charlie parcheggia lungo il vialetto
davanti l'ingresso, scendo dall'auto e osservo bene la casa "Che carina.."
affermo per poi seguire i due dirigersi all'interno. Salgo i tre gradini del
portico e varco l'ingresso, l'interno della casa è molto semplice e arredato
con buon gusto, sicuramente dovevo ciò a Renee. Vi è un piccolo salotto con due
divani i pelle ed un tavolino basso in vetro, vicino al muro c'è un televisore
al plasma e un lettore dvd e accanto una libreria con diversi tomi che di certo
non avrei trascurato, mi piaceva molto la letteratura degli umani, li
consideravo una razza con una fantasia unica al mondo. Nell'altra stanza vi è
la cucina, i mobili sono di un giallo molto tenue e al centro di essa vi è un
tavolo in legno con quattro sedie, "Ti mostro la tua stanza"
mi dice Renee salendo le scale accanto al salotto, la seguo e ad una ad una
indica le tre porte presenti al piano superiore "Quella è la nostra
stanza" dice indicando la porta alla fine del corridoio "Questo
è il bagno" indica la porta alle nostre spalle " ma ne avrai
poco bisogno dato che ce n'è anche uno nella tua stanza" dice mentre
apre l'ultima porta. Entro all'interno e rimango meravigliata di cosa mi si
presenta davanti, la mia stanza è dipinta tutta di blu e al muro sono appese in
ordine preciso diverse conchiglie di varie grandezza, il mio letto e coperto da
un piumone con la fantasia delle onde del mare e vicino vi è un piccolo
comodino con una lampada. Dall'altra parte vi è una scrivania con sopra un
computer portatile e accanto una libreria con svariati libri. Renee mi osserva
mentre mi perdo nei nomi di tante avventure, amori, paure dicendomi "Ero
a conoscenza del piacere che provi nella lettura, quindi ho cercato di
procurarti una buona selezione di libri". Non posso non notare il suo
tono di riverenza anche quando mi da del tu ma decido di non farci troppo caso,
in fondo ha bisogno anche lei di tempo per abituarsi alla situazione, e
sorridendo dico "Ti ringrazio tantissimo, tutto questo mi fa sentire
veramente a casa" pronuncio indicando con un gesto della mano l'intera
stanza. Apro infine la porta che da al mio bagno personale e noto stupita che
anche questo è interamente blu e richiama la fantasia dell'oceano, un'intera
specchiera ricopre il muro vicino al lavandino e su di esso ci sono dei faretti a far luce. "Era ciò che
desideravo... ora ti lascio sola, ricorda che domani c'è scuola" dice
chiudendosi la porta dietro a se.
Già la scuola, fino ad ora non avevo mai pensato ma ora che me l'aveva ricordato inizia a nascere in me un po’ di timore. Mi sdraio sul letto e la mia mente inizia a viaggiare, chissà cosa mi aspettava, come sarei stata accolta tra gli umani e come io avrei interagito con loro. Lo studio in se per se non mi intimoriva, avevo già studiato abbastanza per ciò che riguardava la terra, la sua storia, i suoi numeri, la musica, le varie lingue... ebbene avevo avuto secoli per imparare... secoli... millenni... mi soffermo a pensare per poi scuotere la testa e riportare la mente a ciò che mi aspetta l'indomani. Pian piano mi addormento e mi perdo nei sogni che mi portano alle mie amate acque salate.
Fine primo
capitolo, mi scuso anticipatamente per eventuali errori e mi auguro di poter
leggere tante vostre recensioni!!!
A presto, Elrilin!