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Autore: rainbowpastels    06/10/2016    1 recensioni
"Devi osare un po' nella vita Scarl!" Mi sprona Lia.
E per una volta le do ragione. Lei parte per prima, scavalca la paratia esultando con i ragazzi dall'altra parte.
"Forza ce la puoi fare!" Mi incoraggiano dall'altra parte.
Faccio un respiro e corro, corro verso quel muro precario e in qualche modo so già che la mia vita cambierà.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Scarlett sto per uscire, sei sicura di non voler venire?" Chiese Lia bussando alla porta.
"No, vai pure. Devo studiare" mentii.
Era passata poco più di una settimana da, beh, sapete anche voi cosa, ero stata brava a nascondermi da tutto e tutti. Uscivo dalla mia stanza solo per andare a lezione, recuperare un po' di cibo e andare in bagno.
Chiaramente avevo raccontato tutto a Lia, anche se a dire il vero la cosa era stata inevitabile, appena rientrata le ero praticamente scoppiata a piangere in faccia.
Avevo attentamente evitato di rispondere alle mille chiamate e messaggi da parte di Ash, Michael e altri due numeri che immaginai appartenessero a Calum e Luke.
Dicevano tutti più o meno la stessa cosa, lascia che ti spieghi il suo punto di vista, dovresti perdonarlo, stai a sentire quello che ha da dire e bla, bla, bla.
Una persona normale avrebbe ascoltato di buon grado, ma visti i miei problemi di fiducia verso il prossimo mi risultava veramente molto difficile.
Ricevetti l'ennesimo messaggio di scuse che prontamente cancellai, il silenzio assordante in cui era piombata la nostra stanza venne interrotto da un costante e fastidioso bussare alla porta.
Lia era uscita da più o meno due minuti, conoscendola avrà dimenticato qualcosa tipo le chiavi o il cellulare.
Abbandonai il mio nido di coperte e andai ad aprire borbottando qualche 'arrivo' lievemente scocciato.
Non era Lia. A meno che Lia non si fosse schiarita i capelli e non fosse diventata di genere maschile.
Avevo davanti una versione di Michael che non avevo mai visto, era disperato, i suoi occhi erano gonfi e contornati da pesanti occhiaie. "Scarlett..." sussurrò sollevato.
Non gli diedi il tempo di aggiungere altro che richiusi la porta assicurandola con il piccolo chiavistello. Sapeva benissimo dove tenevo le chiavi di scorta e avrebbe potuto tranquillamente usarle.
"No, no, no, no! Ti prego!" Sbattè i pugni contro la porta "Scarlett, dannazione, ascoltami... Ti prego, ascoltami" la sua voce era poco più di un sussurro.
Poi lo sentii, sentii un singhiozzo, poi un secondo ed un terzo. Nella mia mente si formò l'immagine del ragazzo dai capelli colorati rannicchiato contro la mia porta mentre piange come un bambino.
Accesi la TV alzando il volume il più possibile, non volevo sentire nulla di ciò che stava accadendo al di fuori della mia stanza, non sapevo nemmeno io se e quanto avrei resistito dall'andare fuori a consolarlo.
Rimasi a fissare passivamente un qualche programma televisivo per quelle che sembrano delle ore, venni riportata alla realtà delle urla provenienti dal corridoio.
Qualcuno stava litigando così forte da svegliare quasi sicuramente le poche persone rimaste al dormitorio.
Riconobbi entrambe le voci, erano Ashton e Michael. O meglio Ashton che stava cercando di far ragionare Michael "Amico devi lasciarla da sola per un po'. Quando vorrà ascoltarti lo farà, così peggiori solo le cose! Quindi adesso fai un bel respiro e calmati!"
"Calmarmi?! Come faccio a calmarmi Ashton?! È probabilmente la prima volta che mi importa realmente di qualcuno. È la prima fottutissima volta che mi sento al posto giusto nel dannatissimo momento giusto. Ma ovviamente sono un coglione. Sono un coglione lunatico, ecco cosa sono." Come potevo dargli torto?! "Credevo sarebbe stato meglio allontanarla ma non è così. È così da egoisti rivolere indietro ciò che ho perso?! Ho bisogno di lei. Ne ho bisogno, è come l'aria per me."
"Allora fai in modo che ti ascolti!" Gli urlò Ashton "Sono stanco di sentirti lamentare per qualsiasi cosa! Hai visto che in questo modo non ti ascolta, bene! Cercane un altro! Se non va nemmeno quello allora trovane un altro ancora! Fai ciò che ti viene meglio!"
Senza volerlo mi ritrovai ad origliare attaccata alla porta.
"Io..."
"No Michael, io niente. Ti ci sei cacciato tu in questo casino. Sono più che sicuro che ti farai venire in mente qualcosa, quindi metti in moto quel fottuto cervello e trova una soluzione."
Tornai a sedermi sul vecchio divano, non avevo mai sentito Ashton così arrabbiato, non avevo mai sentito Michael così disperato.
Nel corridoio scese di nuovo il silenzio, probabilmente Ash se ne era andato lasciando Michael lì da solo, o forse se ne erano andati entrambi, di certo io non controllai.

Michael aveva sbagliato a dire quelle cose, questo era poco ma sicuro. La cosa non riuscivo a capire era il motivo del suo cambio repentino. Cosa lo aveva spinto ad allontanarmi così di punto in bianco?
Era lunatico, questo lo sapevamo già, ma come lo era lui lo ero anche io. Anzi, probabilmente io lo ero anche più di lui. Ma non avevo mai messo in dubbio il fatto che in qualche modo fossi legata a lui in una maniera così dannatamente profonda da non riuscire ad odiarlo, non ci riuscivo e basta.
E nonostante fosse passata una settimana e poco più, mi mancava. Mi mancava da morire, mi rendevo perfettamente conto del fatto che undici giorni sono, di fatto, una briciola minuscola di tutto il tempo della mia vita, ma non riuscivo ad accettare appieno il fatto che mi avesse respinto da un giorno all'altro.
Due timidi colpi alla porta risvegliarono il mio stato di trance, la mia attenzione venne catturata da un foglio piegato alla bell'e meglio fatto passare da sotto l'entrata e da dei passi che si sentivano sempre più in lontananza.
Raccolsi titubante quel pezzo di carta, sopra di esso c'erano otto lettere, Scarlett, il mio nome.
Mi rigirai tra le mani quel foglio sgualcito indecisa sul da farsi. Era stata scritta da Michael, di questo ne ero più che sicura, avevo riconosciuto la sua scrittura un po' goffa.
Una parte di me voleva leggere quello che aveva scritto, speravo in una spiegazione, o in delle scuse. Ma l'altra parte di me, quella orgogliosa da fare schifo, voleva ridurre il tutto in coriandoli.
Sbuffai e spiegai quella lettera improvvisata anche se non ero del tutto pronta a ciò che avrei letto.

"Scarlett,
Sinceramente non so se aprirai mai questo foglio, ma ormai non so più cosa fare e questa è l'unica idea che mi è venuta in mente.
Quindi ti prego, leggi fino alla fine e non farne una pallina di carta.
Ti chiedo scusa per quella che ormai è la milionesima volta, sono stato un coglione ma sono determinato a farmi perdonare.
So che siamo come due giocattoli rotti e problematici, so che non hai tanto da darmi, so che sei la persona più asociale e strana sulla faccia di questa terra (da che pulpito eh?!) ma me lo faccio bastare perché non riesco a fare a meno di averti con me.

–I'll take what you got, got, got
I know it's not a lot, lot, lot
Cause I just need another hit
You're the thing that I can't quit.–

E so di aver fatto la più grande stronzata sulla faccia della terra ad aver detto quelle cose, ma sappi che l'ho fatto con l'intenzione di proteggerti.
Ho letto cose in giro, la gente stava cominciando a parlare di me e di te. Ti hanno seguita quel giorno mentre sei venuta in studio, i paparazzi mi hanno fotografato mentre venivo da te anche oggi e probabilmente saranno ancora là fuori ad aspettare uno scoop da sbattere in prima pagina.
Avrei dovuto parlarne con te prima di fare quella marcata del cazzo. Avrei dovuto parlartene per farti decidere cosa fare, probabilmente tu avresti trovato una soluzione migliore e ora non sarei qua fuori a tentare di farmi perdonare.
Faccio schifo quanto te in queste cose, non è vero?
Ma sono troppo egoista per rinunciare a te, ho bisogno di averti sempre attorno a me come l'aria che respiro. È la prima volta che sento di essere al mio posto e non voglio cederlo per nulla al mondo.

–I want to breathe you in like a vapor
I want to be the one you remember
I want to feel your love like the weather
All over me, all over me.–

Voglio essere la persona che è costantemente nei tuoi pensieri, così da non scordarti mai di me.
Voglio sentirti blaterare delle cose più inutili e stupide di questo pianeta, ma voglio sentire anche tutte le cose belle e gentili che hai da dire su tutte le persone che ti stanno intorno, me compreso.
E voglio sentire le cose di cui parli solo con me ancora e ancora, finché non ti stancherai di dirmele.
Voglio ricordarle, imprimerle nella mente, custodirle come se fossero il più grande segreto esistente.

–Savour your words, I won't ever waste them
Look in your eyes and know just what you meant.–

Quindi, ti prego... So che sei arrabbiata con me, anzi, arrabbiata è piuttosto riduttivo; sei incazzata nera ed è giusto così, lo sarei anche io probabilmente.
Ma non riesco a stare senza di te, non ci riesco e basta.
Ti chiedo solo di darmi un'altra possibilità, ti chiedo di provare a perdonarmi perché ho davvero bisogno di averti con me.
Pensaci Scarlett, per favore.
Michael."

Mi resi conto solo alla fine che stavo piangendo.
Non sapevo come sentirmi, non sapevo se essergli grata per aver ritardato il momento in cui tutto il mondo veniva a sapere della mia esistenza, o se essere furiosa con lui per non avermene parlato.
Mi accasciai sul divano e rilessi da capo più e più volte le sue parole impresse su quella carta ormai stropicciata appisolandomi sempre di più sapendo già in cuor mio di averlo perdonato.

 

//SPAZIO AUTRICE
Heyoooo!
Capitolo nuovo a voi!
Scriverlo è stato più o meno un parto, non perché non avessi ispirazione (no ok, un po' anche per quello) ma per il fatto che l'università è ricominciata e ho un sacco di roba da studiare.
Ad ogni modo, ditemi cosa ne pensate, mi fa piacere avere un vostro parere!

Lasciate un commento! 💕

Alla prossima ✌🏼️
XX

  
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