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Autore: Taila    08/05/2009    4 recensioni
La sua figura sembra marchiata a fuoco dentro la mia mente, non mi abbandona mai, è una presenza costante al bordo della mia anima. Mi osserva, ride di me, mi tormenta. Chiudo la palpebre ed il suo fantasma opalescente si delinea nel buio, avanzando languido e sensuale, estasiandomi. Tendo una mano nel buio, nel disperato tentativo di poterlo finalmente toccare, di farlo mio, di spegnere il mio tormento nella morbida dolcezza delle sue labbra. Come ogni volta riesco solo ad agguantare il nulla. Scompare ed il suo sorriso brucia come acido dentro di me.
[Senza Traccia - Martin x Danny]
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note e ringraziamenti a fine pagina ^O^

Capitolo 4: Alla fine.

Il vento soffiava gelido sul molo, spazzando dal cielo le nubi che lo soffocavano, nessun gabbiano volava riempiendo l’aria delle sue strida. La superficie acquatica di un liquido color mercurio della baia si increspava in decine di piccole onde, sciabordando malinconicamente contro i moli.
Seduto sulla spalliera di una panchina, i piedi poggiati sul sedile ligneo, gli avambracci poggiati sulle ginocchia ed un bicchiere di caffè in mano, Danny osservava una nave allontanarsi all’orizzonte.
Una strana agitazione gli riempiva il petto, schiacciandolo e soffocandolo. Elena sarebbe arrivata a momenti ed una sottile corrente lo elettrizzava sottopelle. Come avrebbe potuto spiegarle cosa gli era accaduto in quei pochi mesi, cosa era cambiato dentro di lui? Come avrebbe potuto guardarla negli occhi e dirle che tra loro era finita, che non c’era mai stato davvero niente? Come avrebbe potuto parlarle di quel sentimento che si portava dentro da chissà quando ed aveva sempre così ostinatamente cercato di ignorare? C’era un modo per descriverle ciò che rappresentavano l’uno per l’altro?
Un sospiro tremulo gli vibrò tra le labbra, mentre quella strana sensazione che lo riempiva diventava sempre più angosciante ed opprimente. Tutto quello che desiderava in quel momento era che finisse presto.
Elena comparve nel suo campo visivo e si fermò davanti la panchina, fronteggiandolo.
- Dalla tua faccia non deve essere piacevole quello che devi dirmi.- uno strano sorriso le piegò le labbra.
Mentre raccoglieva le idee Danny la osservò: voleva davvero rinunciare ad una donna simile per un uomo? Voleva davvero compiere un simile salto nel buio? Era davvero così forte il sentimento che provava per Martin da fargli compiere simili drastiche scelte? Un crampo gli contorse lo stomaco al solo pensiero di quegli occhi chiari appena ombreggiati da ciocche castane.
Elena era bellissima, eppure ora lo lasciava completamente indifferente. Ancora non riusciva a credere al cambiamento così repentino cui lo avevano indotto i suoi sentimenti. Non era rimasto niente dell’intensa attrazione, della passione che aveva provato per lei. Come se quella bufera di neve avesse spazzato via tutto quello che era, tutto quello che desiderava, tutto quello in cui credeva. Come un cielo limpido e terso, privo di ogni nube, in cui poter disegnare nuovi voli.
Quello che provava per Martin era così complicato, nuovo, intenso…
… gli faceva quasi paura!
- Hai un’altra vero?- gli chiese a bruciapelo lei.
Danny sussultò come se lo avessero frustato: come aveva fatto a capire? Un lampo divertito sfrecciò nelle iridi di Elena, come se gli avesse letto nel pensiero.
- Sono settimane che non mi chiami più per chiedermi come vanno le cose, quanto ancora dovrai aspettare. – sorrise saputa – Me lo aspettavo, forse ti ho chiesto troppo. Anche se non ho mai smesso di credere che mi avresti aspettato per tutto il tempo necessario. Fammi indovinare: è una storiella iniziata per ingannare l’attesa che, mi dirai, è diventata una cosa seria, vero?!- .
Quello che lo colpì maggiormente era che non c’era nessuna traccia di risentimento o rabbia o sarcasmo nella voce di Elena, solo un’infinita stanchezza.
- Non è come credi. – sospirò alla fine – E’ un sentimento che è sempre stato dentro di me, da anni, in attesa di venire scoperto. È un sentimento troppo grande per poter essere spiegato a parole, che soffoca e fa male. Non ho mai provato nulla di simile! Mi chiedo come ho potuto essere così sciocco da non rendermene conto prima.- .
Elena distolse lo sguardo da lui, puntandolo su una coppia che stava passeggiando li accanto mano nella mano, come se stesse riflettendo.
- Dimmi chi è, me lo devi!- .
Danny scosse lentamente la testa.
- Non posso, mi dispiace.- e prese un sorso di caffè.
- Allora è una collega. Bravo, non hai perso il vizio, vedo!- esclamò socchiudendo gli occhi.
Le dita di lui serrarono la presa sul bicchiere, colpito da quelle parole.
- Mi ama ed ha bisogno di me nonostante tutto, non è fantastico?- .
Elena notò che Danny non aveva rivolto nemmeno a lei un simile sorriso dolce ed innamorato. Sospirò: non c’era davvero più niente da fare.
- Ti auguro di aver fatto la scelta giusta e di essere felice, Danny!- gli disse con un dignità eccezionale.
Lo stava lasciando andare, stava rinunciando all’uomo che amava. Avrebbe potuto legarlo a sé con tutte le promesse che le aveva fatto tra le lenzuola del suo letto, usando sua figlia e quanto si fosse affezionata a lui, ma era troppo orgogliosa per poter accettare simili compromessi.
- Possiamo essere ancora amici?- chiese Danny.
- Come lo possono essere due che sono stati a letto insieme! – annuì lei, scoccandogli un lungo sguardo malinconico – Ci vediamo in ufficio!- e gli diede le spalle.
Mordendosi le labbra, Danny osservo la schiena della donna allontanarsi fino a perdersi nella piccola folla sulla strada. Non avrebbe avuto rimpianti. Non sarebbe tornato indietro. Quello era tutto ciò che voleva.
Ora però avrebbe dovuto affrontare la parte più difficile: parlare con Martin e convincerlo della serietà delle sue intenzioni.
Il suo cellulare squillò: Jack voleva avvertirlo che sapevano dove si nascondesse il loro ricercato.

Danny osservò Martin rimettersi in piedi a fatica, salvo anche quella volta. Il mondo attorno a lui vorticava, i colori gli sembrava traslucidi e si mescolavano in tanti rivoli che gli ferivano la vista, i suoni giungevano ovattati e lontani alle sue orecchie, soffocati dal ruggito del sangue.
Come se stesse osservando la scena di un film, vide i paramedici allontanarsi dall’amico dopo averlo visitato e Jack battergli amichevolmente una pacca sulla spalla.
La paura gli bruciava ancora come acido nelle vene. Il cuore martellava cupo dentro il suo petto ed il cervello sembrava una massa di ghiaccio. Aveva avuto paura di perderlo definitivamente questa volta, che gli scivolasse via dalle mani prima ancora che potesse averlo. Solo un miracolo lo aveva salvato.
Lo scoppio dello sparo gli rimbombava ancora nelle orecchie, davanti ai suoi occhi vedeva ancora quella sottile linea rossa segnare la tempia di Martin ed il sottile rigagnolo di sangue scorrere fino alla mascella.
Pochi millimetri lo avevano salvato. Pochi, maledetti millimetri e di Martin non sarebbe rimasto niente.
- Tu!- ringhiò Danny avvicinandosi all’amico quando rimasero soli.
Martin sollevò lo sguardo sorpreso sull’amico, incrociando il suo volto teso e gli occhi di un nero cupo e gelido, non riuscendo a comprendere il motivo di tanta furia.
- Tu! – continuò Danny e in un paio di falcate gli fu di fronte – Tu! Razza di incosciente! Stavi per morire, te ne rendi conto?!- gli urlò alzando sempre più la voce ad ogni parola.
Martin non fece in tempo ad aprire le labbra per ribattere, che Danny lo afferrò per il bavero della giacca e se lo tirò contro, cercando con furia la bocca dell’altro con la propria. Per una manciata di secondi la sorpresa lo lasciò immobile, incapace di pensare o fare qualsiasi cosa. Ma la lingua dell’altro che scorreva languida sul proprio labbro inferiore, ruppe ogni sua remore. Non gli importava di capire cosa stesse accadendo, se era reale oppure una fantasia partorita dal suo desiderio troppo a lungo frustrato. Danny lo stava baciando, di cos’altro avrebbe dovuto importargli? Si lasciò andare. Lasciò che i sentimenti che provava per lui prendessero il sopravvento, tramutando quel bacio in un atto in cui amore e passione si fondevano in una miscela lacerante, così simile alla rabbia, che lasciava storditi.
Se quello era veramente baciare, allora Danny non l’aveva mai fatto! Non aveva mai provato un simile straniamento, la sensazione di essere diventato un ammasso impalpabile di gas incandescenti. Non aveva mai provato la sensazione di sentire il resto del mondo evaporare, di avvertire tutto il suo corpo teso a percepire l’altro. Non aveva mai sentito i suoi sensi fremere e sfrigolare in quel modo, il cervello liquefarsi in quel modo, le mani bruciare dal desiderio di toccare il corpo dell’altro.
Non si era mai sentito così vicino a perdere se stesso.
Martin sentendo i polmoni in fiamme si allontanò da quelle labbra, ma Danny lo seguì con un movimento del capo per strappare un altro contatto.
Dio, come si poteva amare in quel modo così totale e sconvolgente, che coinvolgeva mente, corpo ed anima? Come si poteva sopravvivere a quel crogiolo di emozione che stava esplodendo dentro di loro, dilaniandoli, al solo contatto delle loro labbra? Come si poteva resistere a quel sentimento che era divampato dentro di loro come un incendio, che, stanco di attendere, ora pretendeva dall’altro tutto il proprio essere? Come avevano potuto confondere l’amore con quei labili sentimenti che avevano provato fino a quel momento? Come avevano potuto credere di poter continuare a vivere senza l’altro accanto a sé?
Danny poggiò le mani ai lati del volto di Martin e pose la propria fronte su quella dell’altro. Per lunghi istanti rimasero semplicemente così, a guardarsi sorpresi negli occhi, tanto vicini da respirare il fiato dell’altro.
- Perché?- chiese alla fine Martin.
Non sapeva perché Danny aveva agito in quel modo, gli sembrava inverosimile anche solo pensare che ricambiasse i suoi sentimenti. Era troppo bello per essere vero.
- Indovina?- lo prese in giro Danny mentre un sorriso sghembo gli piegava le labbra.
Il grigio torbido delle iridi di Martin rispecchiava l’immenso stato di confusione in cui si trovava. Il sorriso di Danny si addolcì mentre avvicinava maggiormente i loro volti, per un altro bacio in cui cercò di trasmettergli tutto quanto provava per lui.
Martin non riusciva a credere che stesse accadendo davvero, c’era un qualcosa dentro di lui che gli impediva di farlo: aveva desiderato così tanto di poter arrivare a quel momento, che ora gli sembrava impossibile. Anche se lo desiderava, non poteva lasciarsi andare, doveva sapere, capire. Se Danny non fosse stato sicuro di sé, se un giorno si fosse svegliato rendendosi conto che quello che voleva non era lui, se avesse capito che era Elena che amava davvero…
… di lui sarebbe rimasto solo un ammasso di schegge sanguinanti.
Quel sentimento era troppo importante per lui, così tanto importante che di lui non sarebbe rimasto nulla se si fosse risolto in un nulla di fatto.
Si era legato troppo a Danny e quella dipendenza avrebbe anche potuto ucciderlo.
Delicatamente si liberò dalla presa di Danny e si allontanò da lui: aveva bisogno di pensare lucidamente e la vicinanza del corpo dell’altro riusciva solo a confonderlo. Chiuse gli occhi e respirò un paio di ampie boccate per schiarirsi la mente.
Danny osservò attentamente i movimenti dell’altro mentre un crampo di paura gli contorceva lo stomaco. Aveva agito di puro istinto, senza pensare, mosso soltanto dal timore di perderlo che aveva provato…
… ma possibile che si fosse sbagliato?
Martin non si era ritratto, ma, anzi, aveva risposto al suo bacio con una passione tale da avergli incendiato il sangue. Perché adesso si allontanava da lui? Fremette quando le iridi di un liquido color mercurio dell’altro agente ritornarono su di lui.
- Dobbiamo parlare!- gli disse Martin in un tono basso che lo fece rabbrividire.
Danny fu solo in grado di annuire e seguirlo fino alla sua auto.

Martin richiuse con un tonfo leggero la porta del suo appartamento dietro le loro spalle. Danny avanzò all’interno di alcuni passi e si guardò intorno curioso: l’abitazione dell’amico era piccola ma perfettamente in ordine, così diversa dal lussuoso appartamento in centro che aveva sempre immaginato. Era la prima volta che entrava li e gli dava una strana sensazione di agitazione, sapeva che tra quelle mura si sarebbe giocato il destino della loro storia.
Il silenzio che li avvolgeva era carico di tensione, di incertezze e di paura. Entrambi erano consci che una sola parola pronunciata al momento sbagliato, che un solo gesto mancato avrebbe potuto compromettere tutto, anche quella loro amicizia. Danny si volse lentamente, cercando di guadagnare tutto il tempo possibile, ed incrociò lo sguardo d’acciaio di Martin, ancora in piedi con le spalle alla porta, come se volesse mantenere comunque una via di fuga da lui.
- Vuoi qualcosa da bere?- gli chiese invitandolo ad accomodarsi sul divano.
Martin sapeva che era solo un modo per rompere la tensione e quel silenzio che stava divenendo sempre più pesante ed insostenibile. Lo sguardo di Danny sostenne il suo per tutto il tempo, cercando di comunicargli tutto quello che non era riuscito a trasmettergli con quel bacio. Il ricordo delle labbra di Danny sulle sue, del suo corpo caldo premuto contro il proprio, delle sue mani che esploravano il suo volto e si intrecciavano ai suoi capelli, gli esplose dentro, deflagrando assordante, e dovette fare violenza su se stesso per controllarsi e rimanere fermo al proprio posto.
- Un caffè grazie!- annuì Danny mentre si sedeva.
Ascoltò distrattamente i rumori che Martin produceva mentre preparava il caffè nella stanza accanto. Aveva letto qualcosa nel suo sguardo, un lampo era saettato nei suoi occhi accendendoli di una luce frenetica, per poi svanire con la stessa rapidità con cui era apparso. Sperava davvero che significasse quello che lui ci aveva letto, che non fosse solo una chimera partorita dalla sua immaginazione.
Osservò in silenzio la stanza arredata in modo essenziale, con solo il divano su cui sedeva ed il televisore al plasma davanti, come unico lusso. Provò ad immaginare la solitudine di quell’uomo sempre sottopressione, costantemente divorato dai propri sentimenti e senza nessuno a cui appoggiarsi. Il suo petto si contrasse ed un calore denso e doloroso scivolò dentro di lui, infiammando ogni cellula. Improvvisamente assaporò quel vuoto gelido che doveva averlo riempito e comprese come si era sentito, cosa lo avesse portato a fare uso di droghe; improvvisamente si sentì in colpa per averlo giudicato ed allontanato. Si chiese allora se avesse potuto fare qualcosa per lui, se quando sarebbero stati insieme avesse potuto cambiare almeno un po’ la sua vita, riempire quel silenzio assordante e mutarlo in serenità.
In quel momento si sentì finalmente pronto a confrontarsi con Martin ed ad usare ogni arma per convincerlo. Non avrebbe permesso a se stesso di lasciarlo ancora in quel limbo.
Si alzò dal divano e si diresse in cucina, fermo sulla soglia vide l’amico armeggiare tra i fornelli dandogli le spalle. Aveva tolto la giacca ed ora era solo in maniche di camicia. Fece scorrere uno sguardo sempre più scuro sulla sua schiena ampia e perfettamente delineata, sui fianchi stretti che si piegavano fino a disegnare la curva morbida del suo fondoschiena sodo, le gambe lunghe e snelle fasciate dalla stoffa del pantalone. Un crampo di desiderio gli contorse le viscere: era li, davanti a lui, reale e dannatamente sexy, non la figura irreale che aveva tormentato le sue notti.
Martin si volse e sobbalzò sorpreso quando vide Danny dietro di sé, poggiato silenziosamente contro lo stipite della porta, intento ad osservarlo con le iride colme di un nero inusuale, più denso e scuro, incandescente.
- Mi hai messo paura!- protestò debolmente, cercando di allontanare il proprio sguardo da quello dell’altro.
- Avevi detto che dovevamo parlare.- provò Danny parlando lentamente, con calma e sicurezza.
Una scossa attraversò Martin totalmente impreparato. Era vero, era stato lui a chiedere dei chiarimenti per quel bacio, ma ancora non era riuscito a fare mente locale, a scacciare tutto il caos di dubbi in cui era stato buttato. Non era ancora pronto ed essere stato preso così di sorpresa lo aveva gettato nel panico.
- Già…- sospirò tremulo distogliendo lo sguardo da lui, dedicandosi a faccende inesistenti solo per tenersi occupato.
- Dimmi cosa vuoi sapere.- disse Danny incrociando le braccia al petto.
Vide Martin tremare come se fosse stato attraversato da una scarica elettrica mentre restava con la tazza appena presa da un pensile sollevata a mezz’aria. Rimase a lungo in quella posizione, cercando di raccogliere le idee ed un po’ del suo coraggio, che sembrava essere improvvisamente evaporato.
Alla fine sospirò e poggiò la tazza sul ripiano, accanto ai fornelli, producendo un lieve tintinnio.
- Cosa significava quel bacio?- chiese alla fine guardandolo con i suoi occhi grigi.
- Indovina?! – esclamò sarcastico – Secondo te cosa significa?- .
Un lampo di rabbia sfrecciò negli occhi di Martin.
- Danny per favore: sto cercando di capire il perché del tuo gesto!- ringhiò tra i denti.
Con una lentezza snervante Danny si staccò dalla porta ed avanzò nella cucina fino a trovarsi a pochi passi da lui, fronteggiandolo e sostenendo quell’innaturale grigio che sembrava volerlo congelare.
- Non c’è niente da capire: è lampante il perché! Secondo te vado in giro a baciare tutti i miei colleghi?- gli ritorse la domanda contro.
Martin rimase a fissarlo in silenzio, con i denti serrati uno contro l’altro e la mani stretta a pungo. Danny stava giocando con lui, voleva fargli perdere il controllo per costringerlo a scoprirsi per primo.
- Con i colleghi non lo so, ma con le colleghe ti sei dato abbastanza da fare!- gli sputò contro allusivo e caustico, alzando appena la voce, calcando bene il femminile, riversando al suo interno tutta la rabbia e la gelosia che aveva provato a causa sua.
Per Danny fu come venire frustato: non gli piacevano le recriminazioni e le insinuazioni, soprattutto quando erano fatte ai suoi danni. Lo sapeva che era una semplice provocazione ma ugualmente non riuscì a controllarsi.
- Perché, tu invece cosa avresti fatto, il santarellino? Non mi sembra che tu sia rimasto con le mani in mano!- ribatté nello stesso tono avvelenato.
Quell’inutile discussione stava allontanandoli dal vero motivo per cui erano li. Per alcuni versi erano simili a livello caratteriale: quando qualcosa non andava per il verso giusto o non piaceva loro, perdevano il controllo ed esplodevano in discussioni come quella, ferendosi con cieca violenza senza nemmeno rendersene conto.
- Io… non è la stessa cosa!- provò a difendersi Martin.
Lui era stato con Samantha per dimenticarlo, per soffocare quella gioia che lo riempiva ogni volta che Danny lo guardava e la delusione che ne scaturiva quando si rendeva conto di quanto fosse impossibile il proprio sentimento, per convincersi che era lei quella che amava, che andava tutto bene, che presto sarebbe tornato tutto al proprio posto.
- Ma davvero?! È questo quello che pensi di me Martin? – ed un ghigno sardonico gli schiuse le labbra – Allora non hai capito proprio niente di me! Elena non è stata solo un passatempo per me, era importante, ci credevo nella nostra storia, pensavo che sarebbe durata, che la nostra era una storia che valeva! – si fermò colpito dal dolore che aveva deformati i tratti dell’amico e riempito i suoi occhi ora di un grigio cupo come un cielo in tempesta – Ma mi sbagliavo. Nella mia vita c’era qualcuno di molto più importante per me. Qualcuno che era sempre rimasto nell’ombra ad osservarmi, trattandomi da amico anche quando il dolore minacciava di sopraffarlo. Una persona fantastica che ha rischiato più volte la vita per me senza chiedermi nulla in cambio.- .
Martin abbassò la testa sconfitto: non aveva detto niente di nuovo, quelle parole andavano benissimo anche per descrivere un semplice amico. Anche quella volta aveva afferrato la figura inconsistente di una chimera. Gli diede le spalle per non fargli vedere la delusione che impregnava i suoi occhi.
- Ritorna da Elena, fai ancora in tempo!- mormorò sperando che la sua voce risultasse ferma.
Danny non si sarebbe mai aspettato una risposta simile. Perché? Perché non riusciva a capire? Perché non voleva capire? Gli sembrava di cercare di sfondare un muro di cemento armato a mani nude. Si amavano a vicenda, ne era consapevole, eppure sembrava che non riuscissero a trovare la strada per trovarsi. Quando lo aveva seguito fino a casa sua non aveva creduto che sarebbe stata così difficile. Cos’altro avrebbe dovuto fare per convincerlo? Spostò nuovamente la propria attenzione su di lui, trovandolo chino in avanti, appoggiato al pesantemente al ripiano della cucina, come schiacciato da tutto quello che stava provando. Solo lui poteva fare qualcosa per sbloccare quella situazione e liberare entrambi da tutto quel dolore.
Compreso questo lasciò fare al suo istinto.
Si portò silenziosamente dietro di lui e lo afferrò per una spalla facendolo voltare verso di sé, rimanendo sconvolto dall’espressione dilaniata di quegli occhi di un grigio liquido e malato.
- Non sto giocando con te Martin, sto facendo dannatamente sul serio, perché non lo vuoi capire?- gli disse calmo, scandendo bene le lettere di ogni parole, perché ne comprendesse appieno il significato.
- Ed allora dimmelo, maledizione! Dimmelo!- gli urlò contro l’altro, artigliandogli la camicia sul petto e strattonandola.
Solo in quel momento Danny si rese pienamente conto dell’immensa fragilità di quell’uomo aggrappato a lui che lottava per non soccombere. Comprese che Martin aveva bisogno di certezze, che non poteva nascondersi ancora dietro un dito nella speranza che fosse l’altro a scoprirsi per primo, spaventato da quel sentimento che provava per lui. Avrebbe solo continuato a ferirlo comportandosi in quel modo. Martin aveva sofferto per lui e quell’amore così a lungo che ogni sua certezza era stata minata, semplicemente non poteva credere che lui lo volesse davvero ascoltando quelle frasi facilmente fraintendibili. Vedere il profondo tormento di Martin paradossalmente aveva scacciato tutti i suoi dubbi, lasciando solo la ferrea sicurezza sui suoi sentimenti e su quello che voleva dall’altro. Rilassò i muscoli del collo e delle spalle, e sollevò le mani circondargli il volto e sollevarlo verso il suo. Lo sentì tremare appena per quel contatto e trattenere inconsciamente il fiato, in attesa della sua risposta.
Danny avvicinò i loro volti, accarezzando quello dell’altro con il proprio, compiacendosi della morbida consistenza della sua pelle e di quell’odore forte di dopobarba che ricordava così bene perché gli aveva riempito i polmoni nonostante fosse incosciente in quel rifugio improvvisato.
- Ti amo Martin.- sussurrò sulle sue labbra, fissandolo dritto negli occhi fermo e deciso, per dimostrargli che non mentiva, che stava dicendo la verità.
Pronunciò solo quelle tre, semplici parole ma che racchiudevano dentro di loro tutto il suo amore per lui, più preziose e convincenti di un’immensa dichiarazione d’amore. Vide le pupille di Martin dilatarsi e le labbra schiudersi per la sorpresa di quella dichiarazione così diretta, così desiderata, così intensa. Come se fosse stato sopraffatto, chinò la testa poggiando la fronte contro la spalla di Danny ed un lieve, stanco sorriso gli scivolò sulle labbra.
Finalmente. L’aveva raggiunto, finalmente.
Danny gli passò le braccia attorno alle spalle ed alla schiena stringendo a sé quel corpo tremante, lasciandogli tutto il tempo per assimilare quella confessione. Sentiva il suo respiro irregolare e caldo colpire la sua pelle dopo aver attraversato la stoffa leggera della sua camicia. Quando fu sicuro che si fosse calmato, Danny gli mise una mano sotto il mento e gli sollevò il volto, cercandogli subito le labbra con le proprie.
Un bacio calmo e lento, pregno di sentimenti e dolcezza, che valeva per tutte le parole che ancora non si erano detti, così diverso da quello nervoso che si erano dati nel capannone poco prima.
- Capito adesso?- chiese Danny poggiandosi con la fronte contro la sua, stringendogli forte il volto tra le mani.
Martin lentamente schiuse le palpebre, svelando un paio di iridi di un azzurro limpido e terso, pulito e brillante come un cielo dopo un temporale. Un colore che non aveva mai visto prima e che fece battere più forte il cuore di Danny.
- Ti amo!- annuì prima di sporgersi un po’ in avanti per un altro bacio.
Danny sorrise felice contro le sue labbra: tutto quello che desiderava, tutto il suo mondo era tra le sue braccia. Finalmente, dopo tanto tempo, si sentiva completo, in pace con se stesso ed il mondo intero. Sentiva di aver trovato il suo posto nel mondo. Era una di quelle poche, fortunate persone che potevano dire di aver trovato la metà esatta della propria anima.

- Eri geloso di Emily?- chiese incredulo Martin sollevando la testa per guardarlo in volto.
Straiati sul divano, l’uno tra le braccia dell’altro, Danny stava raccontandogli come avesse scoperto di amarlo e come aveva trascorso gli ultimi mesi. Martin non aveva mai assaporato una tale calma prima d’allora. Tra quelle braccia forti sembrava che tutto potesse andare bene.
- Beh, stavate sempre insieme e sembravate due novelli sposi – disse con una smorfia disgustata distogliendo lo sguardo – Tu non avresti pensato alla stessa cosa?- .
Quella spiegazione chiariva lo strano comportamento ostile che aveva tenuto nei confronti di sua cugina. Ridacchiando ritornò a poggiare la testa sulla spalla dell’altro, godendosi quanto poteva quel momento. Era incredibile trovarsi li in quel modo, avere Danny finalmente tutto per sé! Solo quella mattina non avrebbe scommesso nulla su quel finale.
- E cosa ti ha fatto cambiare idea sul suo conto?- chiese poi ricordando come quel pomeriggio li avesse trovati a chiacchierare tranquillamente sulla balconata.
- In sintesi mi ha detto che stavi male per colpa dell’uomo di cui ti sei innamorato ed ha fatto il suo nome!- .
- Cosa?!- saltò Martin risollevando la testa verso di lui.
- “Comincio a detestarlo questo Danny Taylor!”. Sue testuali parole! – sorrise maliziosamente – Incredibile che mi abbia confessato una cosa simile senza sapere chi fossi!- .
Martin rimase immobile a fissarlo per qualche istante, prima di scoppiare in una fragorosa risata. Incredibile! Non avrebbe mai creduto che Emily potesse arrivare a tanto per lui! Era stata assolutamente fantastica!
- Ehi! Che hai da ridere in quel modo?- domandò Danny indignato.
Non aveva mai visto il posato e serio Martin in quello stato, era la prima volta che lo vedeva ridere così tanto e così liberamente. Ed era bello, nonostante ridesse di lui. Martin inspirò profondamente cercando di calmarsi, mentre osservava tra le lacrime il volto fintamente risentito del compagno. Appena fu certo di aver riacquistato almeno un po’ di controllo parlò.
- Emily sa benissimo chi tu sia. Ho dovuto mostrarle una foto della nostra squadra perché insisteva per vederti. Voleva vedere il volto della persona che mi ha letteralmente fatto perdere la testa!- e lo fissò con uno sguardo allusivo.
Danny impiegò un paio di minuti per assimilare e comprendere quelle parole.
- Mi ha preso in giro!- esclamò poi irritato.
- Già!- ghignò divertito Martin.
Si puntellò con le mani sulle spalle di Danny per poi scendere con le labbra su quelle dell’altro, cercando di calmarlo con un bacio. Danny gli andò subito incontro, improvvisamente dimentico di tutto quello che non fossero quelle labbra, mentre le sue mani risalirono la schiena del compagno fino al collo per avvicinarlo maggiormente a sé.
Martin era diventato il centro esatto del suo mondo eppure quella scoperta non lo spaventava, anzi gli dava una sicurezza ed una decisione ancora maggiori rispetto a prima, perché adesso conosceva appieno la portata di quel sentimento, quanto fosse prezioso per lui e niente al mondo sarebbe riuscito a strapparglielo.

E così siamo arrivati alla fine di questa fic… ammetto che sono un po’ triste ç_ç Comunque spero che vi sia piaciuto quest’ultimo capitolo ^^ Ricordando i pesanti alterchi che hanno avuto, soprattutto quando Danny ha intuito la dipendenza di Martin, ho immaginato che il loro confronto non poteva svolgersi in modo pacifico, non poteva svolgersi semplicemente con un ‘Ti amo!’ ed un bacio appassionato. Quanto sono complicati questi ragazzuoli… Un ringraziamento particolare va ad Isult che ha seguito questa fic passo dopo passo sostenendone la coppia. Questo capitolo è dedicato completamente a te. E si, ci voleva qualcuno che desse una scossa a Danny visto che continuava a restare rintanato in attesa che fosse l’altro a dichiararsi -.-’’ se fosse stato per lui starebbero ancora li a guardarsi da lontano ed a rodersi per la gelosia! Comunque in questo capitolo prende finalmente in mano la situazione anche se, come hai visto, ha ancora bisogno di una spintarella… Comunque si, ho già quasi finito una nuova Danny/Martin. Anche a me però piacerebbe leggere qualcosa su di loro *^* (<-Tai ti fa gli occhioni dolci) che ne dici? No! I menage a tre no! O||O Che orrore! Mi viene l’orticaria al solo pensiero! Ma come si può mettere Jack in coppia con uno di loro due?? Brrrr… Ringrazio anche tutti coloro che hanno anche solo letto questa fic: un grazie immenso! (inchino).
Alla prossima fic gente \^O^/

  
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