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Autore: Meissa    08/05/2009    3 recensioni
“Ho capito!” esordisce Naruto, sotto lo sguardo sorpreso di lei che si è appena rialzata e ancora fatica a stare in piedi per l’emozione. “Hai bisogno di mangiare, ecco perché ti sei sentita male. Sei debole perché non hai mangiato come si deve!” annuncia sorridente e pimpante, fiero di essere arrivato alla conclusione giusta.
[...]“Oh, accidenti! Hinata mi spiace da morire, ma devo andare! L’allenamento… probabilmente quel vecchiaccio nemmeno si è accorto che non sono lì, ma è importante![...]"
[...]“Ehi, Hinata! Ricordati che devo offrirti un ramen!” le urla Naruto, salutandola ancora con la mano.
NaruHina. SPOILER! sino al capitolo 437 SPOILER! [FF partecipante al primo turno del Piramidy Contest, indetto da ShiIta]
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Note Autrice: Questa storia è stata scritta per il Piramidy Contest, di cui ora vi spiego brevemente il funzionamento: * si mette in cattedra e fa uno schema alla lavagna * si tratta di una competizione a torneo, in cui gli scrittori si sfidano a coppie e ottengono dalla sorte un pairing di cui trattare;chi ottiene il punteggio più alto passa il turno. Un po' come la Champions, avete presente? XD * dopo il lancio di pomodori da parte del resto del mondo scende dalla cattedra *
Io NON ho passato il turno, ma mi dico ugualmente fiera di me stessa per il risultato ottenuto, perché il giudizio della giudice mi ha lasciato davvero a bocca aperta. Inoltre è il primo contest a cui abbia mai partecipato, e per me è stato importante buttarmi, ed è anche la prima storia che abbia mai scritto su Naruto, nonostante avessi in mente da un po' di scrivere qualcosa su questo manga.
Faccio i miei sentiti complimenti alle semifinaliste, e a tutte le altre partecipanti e vi invito a leggere le loro storie.
I miei complimenti vanno anche alla nostra giudice, ShiIta, senza la quale non ci sarebbe stato il contest, per l'impegno messo nell'organizzarlo e per l'attenzione che ha prestato a tutte le nostre storie.
Inoltre me la ricorderò per sempre, perché essendo il primo contest cui ho partecipato è difficile me ne dimentichi la ideatrice XD
Per saperne di più sul ocntest e le sue partecipanti vi rimando al topic sul forum ^^ Piramidy Contest]
Ah, un 'ultima cosa. L'unica ragione per cui mi è andata così bene è che la sorte mi è stata propizia, leggasi anche “la coppia mi piace particolarmente”.
In extremis, ringrazio la Dea dell'IC protettrici di tutti e tutte le fanwriter -io sono per la parità di sessi XD- che ultimamente sembra essersi fermata sulla mia testa. Grazie mille, non so come farei altrimenti.

Ho detto tutto, buona lettura!
Nick autore: Meissa

Titolo: The sound of silence

Pairing principale: Naruto/Hinata

Altri pairing/personaggi: nessuno

Genere: Commedia, Drammatico

Fanart: non utilizzata

Rating: Verde

Avvertimenti: One shot, Spoiler! (fino al capitolo 437)

Numero autore: 8

Note dell’autore:
Il titolo è stato scelto per due motivi:
a- è un omaggio alla canzone di Simon e Garfunkel.
b- è un riferimento a Hinata. Perché nonostante Hinata sia sempre timida, riservata e parli poco, Naruto è riuscito a sentirla ugualmente, ben prima che lei gli rivelasse i suoi sentimenti; Naruto è andato oltre le apparenze, ha sentito il suono del silenzio.

La scena è ambientata tra il capitolo 93 e 94, per amore di precisione, a dieci giorni dal torneo Chunin, quindi il ventesimo giorno dagli scontri preliminari e quindi il giorno prima che Naruto riesca a evocare Gamabunta, sempre che i calcoli che ho fatto siano giusti.
Il ramen preferito di Hinata l’ho inventato di sana pianta, quello di Naruto l’ho trovato nel manga, a pagina 60 del primo volume, è scritto nella carta di identità ninja.
Ho immaginato che Neji, nonostante i pessimi rapporti iniziali, si recasse dal capoclan per dovere, in quanto membro del clan Hyuuga, e quindi che si trovasse nella villa di Hinata per questo. Considerando la “splendida” situazione familiare di Hinata e la sua scarsa fiducia in se stessa non mi è sembrato nemmeno troppo strano che trovandosi chiusa in casa a contatto con i membri del clan avesse perso quella sicurezza acquistata durante il torneo, e che avesse bisogno di rassicurazioni.
Hinata mi ha sempre dato l’idea, tra le tante cose, di essere una perfetta donna di casa, ecco perché la passione per la cucina, ma è un mio film, non mi ricordo di averlo visto scritto da nessuna parte.
La scena finale è ambientata nel capitolo 437.

The sound of silence




Una fiumana di gente si riversa nelle strade principali del villaggio, complice la bella giornata: il cielo è azzurro e limpido e i raggi del sole rendono più vivaci i colori, la città sembra più allegra, le persone, evidentemente ispirate dalla giornata stessa, sono spensierate e ciarliere.
Hinata Hyuuga, mentre cerca di farsi strada tra la folla, sa che il motivo per cui ci sono così tanti avventori in città è il torneo Chunin che si terrà tra pochi giorni, solo dieci ormai. Konoha è sovraffollata, sono venuti da tutte le terre per assistere agli incontri e hanno iniziato ad arrivare solo da una settimana; secondo suo padre la maggior parte deve ancora giungere.
Hinata, mentre avanza lentamente, ringrazia di essere potuta uscire da casa, è infatti rimasta chiusa per tre settimane, dopo la sua eliminazione dal torneo ad opera di Neji. Hinata al pensiero del cugino sente un brivido lungo la schiena: da allora l’ha visto solo una volta, di sfuggita. Neji non si è certo ammazzato per farle visita e lei non moriva dalla voglia di incontrarlo; si sono visti per caso quando stava uscendo dalla propria stanza per recarsi in cucina, lui era in giardino. Notandolo si è nascosta immediatamente dietro la porta, nonostante fosse casa sua, ma è bastato: i loro sguardi si sono incrociati e lei ha sentito una spiacevole sensazione, il respiro mozzarsi, lo stomaco chiudersi e l’impellente bisogno di vomitare. Neji, con il suo sguardo altero e severo, la sua espressione rigida, la fa sentire a disagio, come se le leggesse dentro, violando la sua intimità, e le fa provare un senso d’inferiorità senza pari. Ha sempre avuto questa sensazione, Hinata, ma mai come dopo il torneo ha cercato di evitare il consanguineo, e considerato che l’ha quasi uccisa, non riesce proprio a farsene una colpa.
È felice di essere in giro per il villaggio, nonostante il vociare alto e le grida e gli schiamazzi, anzi le fanno piacere: interrompono il flusso dei suoi pensieri, che si è misteriosamente ricollegato a Neji –forse perché l'incontro del cugino è uno dei più attesi al torneo?-, e sono meglio del silenzio assoluto e della calma e della tranquillità che regnano nella parte di villa dove è stata relegata, bisognosa di quiete e riposo. Le fa bene essere a contatto con altri esseri umani, sentirli e sentirsi viva, essere di nuovo parte integrante del villaggio, anche se solo per poco. La sua uscita ha infatti un che di straordinario, nemmeno lei sa di preciso come sia riuscita a convincere le persone incaricate di controllarla e accudirla a farla uscire per un paio d’ore; non crede sia per la scusa dell’aria fresca, che può benissimo respirare nel cortile interno, in realtà pensa di aver fatto loro un po’ pena. I soli a recarle visita sono stati Shino, Kiba e Kurenai-sensei e una volta Asuma, insieme alla collega; la prima volta che la sensei è venuta a trovarla, Hinata ha avuto il timore di farle pena, proprio come ad altri del clan. Nonostante durante l’incontro si fosse sentita sicura di sé, orgogliosa del proprio comportamento, è bastato stare a contatto con i membri del clan per perdere quel poco di sicurezza che aveva acquisito in quell’occasione. Hinata si è sentita sollevata e fiera di sé mentre ascoltava con attenzione le parole della sensei, ricorda bene il piacevole stupore e lo sbigottimento e…

Naruto Uzumaki, occhi azzurri spalancati sul mondo, capelli biondi scompigliati, espressione estasiata e immancabile tuta arancione, cammina fiero e a testa alta per le strade affollate del villaggio ninja. È incredibile che ci sia così tanta gente, e dire che sino a una settimana fa, nonostante le giornate fossero ugualmente splendide, c’era sì e no la metà delle persone. A suo avviso oggi è la giornata più bella di tutte: il sole splende nel cielo azzurro terso, con alcune nuvole bianche, simili a panna montata, una brezza leggera muove appena le foglie degli alberi e la calura non è soffocante. I volti di pietra degli Hokage appaiono più decisi e spigolosi, grazie al distacco netto tra luce ombra e il Genin non può fare a meno di fermarsi e fissarli incantato, non vede l’ora che ci sia anche il suo volto scolpito su quella parete. Rinvigorito da questo pensiero, avanza baldanzoso e allegro tra la folla, ridendo tra sé per la gioia e più determinato che mai a evocare quel dannatissimo rospo -ormai son quasi tre settimane che ci prova- e a dimostrare che lui non ha proprio nulla da invidiare a Sasuke, o quello Hyuuga, o Gaara, gliela farà vedere!
E mentre compie questa profonda riflessione, che lo porta a ridere da solo, non può non fermarsi nel mezzo della strada, a bocca aperta: Hinata Hyuuga, membro della casata principale del clan Hyuuga, caschetto nero, occhi bianchi e pelle nivea, indiscutibilmente lei, lo sta guardando e sta camminando verso di lui, facendosi strada, con gentilezza, tra la folla. Non sta tremando, non è arrossita, non ha distolto lo sguardo, iniziando a fissare per terra, non ha iniziato a scappare guardando in tutte le direzioni possibili tranne la sua e non si è fermata, impacciatissima, arrossendo sino alla punta dei capelli e aspettando che lui la raggiunga per poi balbettare per il resto di una possibile conversazione. Hinata Hyuuga è in giro per Konoha e si sta dirigendo verso di lui con tranquillità. Non l’ha mai vista così e per questo quando arriva a un metro da lui, la saluta con manifesta allegria, vagamente stupito da questo atteggiamento.

“Ehi, Hinata!”

Hinata si ferma di botto al sentire la voce di Naruto, lo guarda come se non lo avesse mai visto prima, schiude le labbra in una ‘o’, come se la parola si fosse fermata in gola, spalanca gli occhi perlacei e arrossisce di botto, inizia a torturarsi le mani e sente le gambe molli, ha la sensazione e il timore che non la reggeranno più e cadrà a terra, facendo una figura da stupida. Se solo si fosse accorta prima che Naruto era a pochi metri da lei, si sarebbe preparata un attimo, non se lo aspettava proprio, e ora ha fatto una pessima figura, ma proprio non era pronta, trovarselo davanti così, è ovvio che sia andata nel pallone, lei non è certo come Sakura Haruno, la compagna di team del ragazzo, non è così espansiva e certo non si prende certe confidenze, e se non fosse stata così immersa nei suoi pensieri, l’avrebbe visto e avrebbe evitato questa scena, chissà ora a che starà pensando Naruto.

Naruto, da parte sua, alza appena un sopracciglio, perplesso: è vero che Hinata non è nuova a queste reazioni, però un attimo fa stava benone, si è avvicinata senza problemi, quindi deve sentirsi male per fermarsi in modo così repentino e con quella faccia sconvolta, non c’è altra spiegazione, magari non si è ripresa completamente dallo scontro con Neji; così fa la sola cosa che gli viene in mente e che è l’ultima che avrebbe mai dovuto fare.

Hinata, nel pieno dei suoi deliri, non si rende conto di quello che sta facendo Naruto fin quando non sente la mano di lui poggiarsi sulla sua fronte; in quel preciso momento le immagini di ciò che è appena successo, e che lei crede di non aver visto, le appaiono davanti a rallentatore: Naruto, i capelli biondi scompigliati dal vento, il viso sempre così solare illuminato da un sorriso, muove un passo, poi un altro, verso di lei. Allunga un braccio e la sua mano è vicinissima a lei, la vede perfettamente, sente il battito cardiaco accelerare e il respiro farsi affannoso, e quando quella mano si posa sulla sua fronte sente il cuore fermarsi e non riesce più a respirare. Non riesce a formulare alcun tipo di pensiero, ha la testa completamente vuota; avvertendo il contatto tra sé e Naruto cerca di indietreggiare, d’istinto, agitatissima, ma le gambe sono molli, non la reggono come dovrebbero, e inciampa sui propri piedi, cadendo all’indietro.

Naruto la guarda, più confuso e perplesso di prima. Non capisce che le prenda. Si gratta pensoso una guancia rivolgendo lo sguardo verso l’alto, per poi prenderle una mano e tirarla su, quasi di peso. Hinata lo guarda, sorpresa, con un rossore diffuso in viso che non accenna ad andarsene, specie ora che Naruto la sta tenendo per mano.

“Ho capito!” esordisce Naruto, sotto lo sguardo sorpreso di lei che si è appena rialzata e ancora fatica a stare in piedi per l’emozione. “Hai bisogno di mangiare, ecco perché ti sei sentita male. Sei debole perché non hai mangiato come si deve!” annuncia sorridente e pimpante, fiero di essere arrivato alla conclusione giusta.

Hinata lo guarda perplessa, in realtà lei ha fatto colazione ed è stata a riposo, e si può parlare di tutto tranne che di mancanza di cibo, certo che non può dirglielo, non quando ha un’espressione così… solare. Tenta di dire qualcosa ma, prima che possa anche solo pensare di formulare la frase, Naruto riprende la parola.

“Andiamo, ora ti offro un bel ramen all’Ichiraku Ramen, così ti rimetti in forze, non puoi certo svenire di nuovo in mezzo alla strada!” prosegue Naruto serio.

“Un ramen?!” riesce a dire Hinata sorpresa.

“Sì, certo un ramen,” risponde lui, non capendo la ragione di quel tono. Poi è colto da una folgorazione. “Non ti piace il ramen?!” urla lasciandole la mano e indicandola come se fosse una povera pazza.

Hinata rimane un attimo immobile, non sapendo bene come reagire, poi scuote la testa in segno di diniego. “N-no, assolutamente, m-mi piace il ramen,” balbetta a voce bassa. “M-molto, davvero,” aggiunge, notando l’espressione sospettosa di Naruto.

Il ragazzo assume una posa combattiva e, mani sui fianchi, si protende verso di lei; poi domanda, stizzito. “Sei proprio sicura?”

Hinata annuisce senza esitazione, con sguardo timoroso.

“Molto bene!” si pronuncia Naruto tornando alla solita espressione gioiosa e distesa. “Anche perché se così non fosse, dovrei insegnarti ad amarlo, il ramen è il cibo più buono del mondo, non si può vivere senza!” afferma sicuro. Esita un attimo, riacquistando un’espressione dubbiosa che poco gli si addice. “Se ti piace il ramen… perché non mi sembravi per nulla entusiasta della mia proposta?”

“Eh? N-no, non è che non mi piaccia, è che sono le dieci e mezza del mattino e-”

“E allora? Ti assicuro che il ramen fa sempre bene, si può mangiare a tutte le ore!” la interrompe pieno di entusiasmo. “Su, andiamo, devi mangiare qualcosa altrimenti starai di nuovo male e non me lo perdonerei mai”.

Un ramen. Alle dieci e mezzo di mattina. Hinata non se la sente di rifiutare non dopo le sue ultime parole, sa che non significano niente di niente ma non può non rimanerne folgorata, si sente improvvisamente leggera, come se camminasse tra le nuvole, ed è una sensazione meravigliosa. Naruto aspetta che lei gli sia di fianco prima di iniziare a camminare verso l’Ichiraku. In realtà ha come l’impressione di aver dimenticato qualcosa d’importante… di molto importante; peccato non gli venga proprio in mente cosa. Scrolla le spalle, molto poco interessato, gli verrà in mente, prima o poi.

“Allora Hinata… dimmi un po’, quale tipo di ramen preferisci?” domanda, spensierato. “Hai un ramen preferito, vero?” aggiunge dubbioso.

Hinata è colta di sorpresa, e alza il viso, fisso sulla strada, guardandolo imbarazzata e ripensando alla sua domanda, ché a momenti non se la ricorda, presa com’è a essere imbarazzata. “S-sì… certo che ho un ramen preferito. È quello al pollo,” risponde a bassa voce.

“Ah, davvero?” dice Naruto interessato, dopotutto il ramen è la sua specialità. “Io invece preferisco quello al miso… è il più buono in assoluto!” la informa, passandosi una mano tra i capelli e ridendo divertito. “In realtà però non potrei fare a meno di nessun tipo di ramen, sai, è talmente buono… morirei per proteggere il ramen!” esclama esaltato alzando il pugno chiuso in segno di vittoria.

Hinata lo fissa vagamente stralunata, sa che gli piace il ramen, ma non credeva in modo quasi ossessivo, eppure le appare giusto ugualmente, coerente con se stesso in ogni momento, e non può impedirsi di ammirare incondizionatamente la sua spontaneità.

“E quale marca di ramen istantaneo preferisci, eh?” prosegue lui, lieto di aver trovato l’argomento di conversazione ideale.

“I-in realtà i-io…” tentenna lei.

“Tu?” la incoraggia Naruto, curioso.

“Nonhomaimangiatodelramenistantaneo” butta fuori lei tutto di un fiato.

“Eh?” domanda Naruto perplesso.

“Non ho mai mangiato del ramen istantaneo,” sfiata lei, sottovoce, tanto che Naruto, che le cammina di fianco, quasi non la sente nella confusione. Poi, dopo un attimo, capisce ciò che ha detto Hinata.

“Cosa?!” urla lui, frenando bruscamente la loro passeggiata. Lei incassa la testa nelle spalle e chiude gli occhi, rimproverandosi di averlo detto. Ora, conoscendolo, è capace di offendersi a morte e non farle nemmeno spiegare. “Come è possibile che tu abbia mangiato del ramen e non del ramen istantaneo, eh? Non ti ho mai visto da Ichiraku se non in compagnia di Kiba e Shino, qualche volta,” la accusa lui, a tutto volume, puntando il dito.

“I-io… di solito lo cucino io,” sussurra lei imbarazzata. “Mi piace cucinare,” aggiunge rapida e quasi vergognosa.

Naruto abbandona la sua aria oltraggiata e sembra quasi illuminarsi dalla felicità. “Tu sai cucinare? Sai cucinare il ramen?”

Lei annuisce, azzardandosi a guardarlo per capire se sia ancora arrabbiato, ma sembra che si sia calmato: cambia umore con la velocità di un lampo.

“Anche il ramen al miso?” domanda lui estasiato.

“S-sì… immagino non sia eccezionale ma è c-commestibile. N-nessuno si è m-mai lamentato,” risponde, vagamente imbarazzata.

“Ma è fantastico! Questa volta te lo offro io, ma la prossima volta devi assolutamente farmi assaggiare il tuo! Con i miei consigli diventerà fantastico e farai felicissimo il tuo futuro marito, sarai una cuoca perfetta!” continua a sproloquiare Naruto allegramente.
Il cuore di Hinata perde un battito, mentre Naruto continua a camminare beato, inconsapevole dell’effetto delle proprie parole sulla ragazza.

E mentre sono quasi arrivati da Ichiraku, Naruto con aria beata e serena –dovuta al pensiero del ramen, probabilmente- e Hinata con le guance ancora leggermente arrossate, incontrano Ebisu-sensei: e proprio lì, a dieci metri dal suo amatissimo ramen, e a dieci metri dal primo appuntamento -se così si può chiamare- che Hinata abbia mai avuto, e per giunta con il ragazzo dei suoi sogni, Naruto ricorda cosa ha dimenticato poco fa.

“L’allenamento con il vecchio pervertito!” urla senza ritegno.

Hinata lo guarda interrogativa mentre lui è tutto intento a quello che lei definisce delirare.

“Oh, accidenti! Hinata mi spiace da morire, ma devo andare! L’allenamento… probabilmente quel vecchiaccio nemmeno si è accorto che non sono lì, ma è importante! Facciamo così! Ordina un ramen, devi rimetterti in forze e dì a Ichiraku che passo io, è importante che tu mangi!” ordina Naruto, tra i suoi deliri.

“Oh… v-va bene. N-non c’è problema, credo andrò a casa e mangerò lì, mi staranno aspettando,” mormora lei, cercando di mascherare la delusione.

“Sicura?” chiede, mortificato.

“C-certo. Mi raccomando… i-impegnati negli allenamenti!” lo incoraggia la ragazza, con timida determinazione.

“Contaci!” risponde lui, con un sorriso contagioso e la mano destra chiusa a pugno, con il pollice alzato, nella posa da bravo ragazzo. “Ci vediamo Hinata!” la saluta, iniziando a correre via.

Hinata rimane ferma facendo un saluto con la mano e sorridendo; e mentre l’entusiasmo appena mostrato va scemando per far posto a una vaga malinconia, perché ha perso l’occasione di passare del tempo con lui, Naruto fa qualcosa che le riempie il cuore di gioia e si sente quasi male dalla felicità.

“Ehi, Hinata! Ricordati che devo offrirti un ramen!” le urla Naruto, salutandola ancora con la mano.

Resta imbambolata, con le lacrime agli occhi, quasi, perché è talmente inaspettato e talmente… non sa bene nemmeno lei, è solo certa che la felicità che prova è tale da essere palpabile, concreta, sente un dolce tepore avvolgerla e se fosse per lei rimarrebbe per sempre in quella sorta di dimensione ultraterrena, perché è perfetta.

“Hinata”.

Hinata sobbalza e si gira, riconoscendo istantaneamente il suo compagno di team e provando un leggero senso di straniamento per essere stata sottratta così rapidamente da quel mondo accogliente e caldo.

“Shino-kun,” saluta, sorridendo rilassata, beata.
Shino la osserva, lei non può saperlo, nascosto com’è dal colletto alto e dagli occhiali da sole, ma è sorpreso da quella sua aria così felice, sognante anzi, e cerca di immaginarne la ragione.
“Come mai sei fuori di casa? Non ti sei ancora ristabilita del tutto,” proferisce, pacato.
“A-avevo bisogno di un po’ d’aria, per questo,” risponde Hinata abbassando lo sguardo.

“Non saresti dovuta uscire. Ora ti riaccompagno a casa, è lì che dovresti stare, a farti curare,” il tono di Shino non è alto, nemmeno arrabbiato, ma è imperioso e Hinata sa che si preoccupa per lei, ed è grata di questo, ma proprio non può impedirsi di pensare, mentre percorre la strada di casa con il compagno di team, che uscire quella mattina sia la scelta migliore che abbia mai fatto.


***




Naruto è incapace di muoversi, sia perché immobilizzato contro il terreno, sia perché paralizzato dalla paura, vede Hinata cadere a terra, inerte, colpita da Pain, le sue parole gli rimbombano nella mente, Naruto… tu mi hai cambiato, il tuo sorriso mi ha salvato la vita…*, fa fatica a seguire il discorso che l’altro sta facendo, …ed è per questo che se io adesso posso fare qualcosa per proteggerti, neppure la morte mi spaventa*, sa solo che è immobile, non si muove, ... perché io… ti amo…*, dannazione, non si muove!, e l’immagine di Hinata che sorride, timida, gentile, esplode davanti ai suoi occhi, sostituita subito dopo da quella di lei, ora riversa a terra, e sente una furia cieca invaderlo e il chackra di kyuubi fluire nel sistema circolatorio, rapido e prorompente, e fuoriuscire dal suo corpo con la forza di un’esplosione.

Hinata, aspetta. Devo ancora offrirti quel ramen!



*- È la fine del discorso di Hinata nel capitolo 437, prima di combattere Pain. La traduzione è stata fatta ad opera del gruppo Komixjam.

Note Autrice:Dunque eccola qui, siete arrivati fino alla fine. Di solito sono piuttosto scettica e vado in paranoia al momento della pubblicazione, convinta di aver scrito un'idiozia, ma questa fase l'ho già attraversata quando l'ho inviata a ShiIta, quindi ora mi sento decisamente più tranquilla, avendo già avuto un'opinione XD
Ci terrei a ringraziare chi ha commentato, aggiunto ai preferiti/seguite, Fine serata, per la calorosa accoglienza in questo Fandom. Ci tengo a specificare che ora sarà difficile vi liberiate di me, preparatevi dunque. Credo risponderò adeguatamente quando il mio neurone avrà ripreso a funzionare.
Nel frattempo mi limito a ringraziare Dark_Akira, Sakusan, dubhe93, Hika_chan, kry333 per le recensioni, i sette (le sette?) che l'hanno aggiunta nei Preferiti e le due che l'hanno inserita nelle Seguite.
Per oggi è tutto, credo. Spero per voi, più che altro.
Se volete farmi sapere cosa ne pensate, mi farebbe molto piacere ^^
   
 
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