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Autore: Iridium Senet    06/10/2016    1 recensioni
[Evanescence- Secondo capitolo: I bibliotecari del Mondo]
Cosa si nasconde nel nostro Mondo?
Cosa c'è oltre al velo che separa la dimensione Umana?
Qual'è la Storia che l'uomo non ricorda? Quanto prima di esso è esistita?
Chi ne è stato il protagonista?
Ma poi...
Chi sono i Guardiani? E lo Spirito Supremo?
Cosa si cela ai nostri occhi?
Una biblioteca di vite, il nostro mondo come non lo avete mai visto...
.... Che la Storia Antica abbia inizio!!
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Evanescence'
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Il mondo tra le pagine dei libri

Ci fu un tempo di buio e niente,

dove i ricordi non avevano valore.

Le memorie offuscate o fuggivano dalla mente,

niente gioia, luce o calore.

Ma poi avvenne qualcosa,

una nascita, una nuova vittoria

così che il Tempo decise di cambiare,

con l’anima ed il cuore iniziò a creare.

Così fu il tempo in cui il Nulla divenne Tutto

Il nero divenne il bianco,

il buio fu rischiarato

e la luce prosperò.

Fu il tempo delle prime storie,

dei primi ricordi che ognuno ha in sé.

E fu il tempo della scrittura di memorie,

cosicché nessuno dimentichi il dove, il come e il perché.

Tempi dove la Terra era giovane e bella

e vibrava divertita e gioviale,

rombava la sua nuova presenza

e fu testimone della lotta tra Bene e Male.

Spiriti deboli e potenti, dai mille e più valori,

i primi a nascere nel nostro mondo..

un mondo di varie forme di poteri, odori e colori.

Un mondo protetto da due Immortali,

nati dal tempo e dalla sua Terra,

essi erano i due spiriti primordiali;

volevano la Pace, ma videro la Guerra.

Decisero di non dimenticare,

di dare importanza alle memorie,

quindi assorbirono per donare

quelle grandi, antiche storie.

E fu così che il bianco ridivenne nero,

il tempo della penna che scrive veloce,

di lettere che raccontano solo il vero,

di un mondo che ha iniziato a ruotare.

Furono però poche le storie più importanti,

quella del rosso e potente creatore,

e quelle delle sue sei valorose creature,

Per questo siamo qua oggi,

affinché queste storie vadano a chi spetta,

è ora che queste vecchie memorie

vengano raccontate al mondo che le aspetta.

 

 

 

Conoscere il mondo.

Voi umani credete veramente a questa idiozia?

Siete sul serio sicuri di capire ogni singola goccia di pioggia?  Ogni foglia che fruscia sugli alberi, sospinti dalla brezza? O quel lampo che, imperioso, ha spezzato il cielo con la sua luce?

Siete certi di comprendere cosa sia veramente la vita? La crescita? La morte?

Poveri, ingenui, piccoli umani.

Giovani e inesperte particelle che cercano di dare un significato ad ogni cosa, non volendo guardare nel modo giusto la realtà.

Sono in pochi quelli che riescono a scorgere una parte di quella verità che è celata ai vostri occhi, ma anche questi non sanno, non vedono e non sentono veramente ciò che è realmente il mondo dove camminano, o la vita che percorrono.

Eppure non è così difficile, perché la verità è semplice, è proprio lì, sotto ai vostri occhi.

Apriteli.

Godetevi questo mondo che fiorisce, che cresce, che si evolve continuamente.

Guardate la vita dell’acqua che scorre, del vulcano che erutta e del cielo che ribolle. Godetevi la maestosità del piccolo fiore che nasce, la delicatezza del salice che cresce, la mastodontica forza di un piccolo alberello che sfida la siccità.

Ascoltate.

Ascoltate quel canto che si propaga in ogni dove.

Il canto dell’aurora o della Luna che illumina la notte;

quel suono melodioso del mare e delle sue onde,

la canzone delle piante di una foresta intera,

il canto solitario della grande montagna al nord,

o il motivetto allegro della schiusa delle uova.

Sentite.

Sentite il sapore della rugiada tra i fili d’erba in autunno,

quello succoso dell’aria di primavera,

quello pungente del sole estivo,

o quello aspro della neve invernale, perché sì, anche queste cose hanno un sapore.

Non sapete che ciò che percepite con i vostri sensi è solo una piccola parte di questo mondo…

Perché esiste una parte di esso invisibile ai vostri occhi, inudibile alle vostre orecchie, insapore e inodore a voi uomini.

E intangibile per i vostri sensi.

Un mondo antichissimo.

Quel mondo che regge quello che voi riuscite a vedere.

Quel mondo in cui vive l’essenza di ogni cosa esistente.

L’Iperuranio per Platone,l’ Aperon per Anassimandro, l’Essere di Parmenide e per molti altri di vari nomi e forme… tutto questo per indicare un solo mondo, un mondo che non esiste al di fuori di questo, ma c’è, qui, avanti ai vostri occhi che non vedono.

Il mondo degli Spiriti.

Quel mondo che ha dato il via all’esistenza di questa dimensione.

E noi proveniamo da lì.

 E da lì verremo da voi, perché è il momento di regalare a coloro che sono stati scelti quella conoscenza fondamentale per comprendere la nostra realtà: la Storia Antica.

Se vogliamo, possiamo scorgere in ogni luogo, atomo e fessura, lettere infinite che si scrivono da sole. Lettere di azzurro, arancio, rosso, giallo e tantissime altre sfumature e colori.

Il mondo è un grandissimo libro.

O meglio dire, una grandissima biblioteca di libri.

Scritti da ognuno di noi.

Piante, animali, rocce e fiumi, laghi e montagne, spiriti e uomini.

Tutto è un libro.

Una serie infinita di racconti.

Tramandati alle generazioni future, affinché sappiano e capiscano, che siano le idee o le esperienze di qualunque cosa.

La Storia Antica non è la storia dei soli uomini, ma la storia che parte dalla nascita del mondo… e che finirà con la sua distruzione.

Trascritta dai suoi due Immortali, che fanno da bibliotecari a questa immensa libreria che è il pianeta Terra. Ne scrivono la Storia e la tramandano a chi deve conoscerne le sue parti.

Sono i due collegamenti tra mondo umano e quello degli Spiriti, perché sono stati i primi a nascere sulla Terra e, come la Storia Antica, gli ultimi che scompariranno con il pianeta.

E ora hanno scelto.

Hanno scelto coloro a cui affidare le memorie più preziose. Le memorie di un’antica Guerra e della nascita dei Guardiani, i racconti dei sette draghi di un grande capitolo della Storia.

Perché loro sanno e vedono ogni cosa.

Perché sono i loro angeli custodi da quando sono nati.

Perché è tempo di donare ciò che hanno da dare.

E’ tempo di conoscere.

E’ tempo di essere.

 

*******

 

Apparve in un lampo rosso.

Guardò a terra, facendo un passo per saggiare il terreno, increspando leggermente quel fluido cristallino che non lasciava affondare, il liquido che formava il suolo di quella Dimensione.

Alzò lo sguardo, socchiudendo gli occhi, beandosi come sempre del paesaggio di quel particolare mondo.

Milioni, anzi miliardi di drappi scintillanti, dalla consistenza quasi eterea, volteggiavano formando una cappa sulla sua testa, lasciando intravedere a piccoli sprazzi un cielo talmente azzurro da far male agli occhi. Essi brillavano a quella luce diffusa, che non proveniva da nessuna parte, eppure era ovunque, dando al luogo quella sensazione di mistero e magia da togliere il fiato.

E tanti, tantissimi libri, un numero quasi infinito dalle più disparate forme e dimensioni, posti su di colonne vorticose di nuvole e vapore, volteggiando tra scaffali fatti di nubi dai colori più improbabili, ma allo stesso armonici, tanto da avere l’impressione di vivere dentro ad un immenso arcobaleno.

Respirò l’aria pura di quel mondo incontaminato, ascoltando il canto dell’antico sapere di quella Dimensione, incominciando a camminare, formando, ad ogni passo, tante increspature lucenti. Ripiegò le enormi ali rosse sulla schiena, agevolandogli il passaggio tra le colonne di nuvole e libri, cercando con gli occhi ciò che lo aveva spinto a entrare nel mondo dove ora era.

O meglio, chi.

Girò intorno ad una colonna di grosse nubi temporalesche, percorsa a intervalli incostanti da grossi lampi, che, però, non danneggiavano i volumi lì posti.
Sfiorò con lo sguardo i libri che galleggiavano tra le nuvole, incominciando ad incuriosirsi nel vedere quei tomi tanto antichi e scritti in lingue ormai estinte.

 Un rumore di pagine sfogliate, però, lo fece distogliere da quei pensieri.

 Alzò gli occhi, scorgendo una figura nera seduta comodamente tra quelle nubi. Reggeva in una mano un grosso volume di colore argento, mentre, con l’altra, scriveva tra le sue pagine con una grande piuma bianca. La figura alzò lo sguardo dorato, salutando il nuovo arrivato con un cenno del capo.

Chiuse il libro, poggiandolo su di una superficie lì vicino, e spiegò le membranose ali nere scendendo lentamente, arrivando alla stessa altezza del Drago rosso.

“E’ ora” affermò l’Immortale nero, non dando la possibilità allo Spirito di dire nulla. Il Drago Cremisi annuì “Spiegate ad un povero drago come fanno questi a sapere sempre tutto…” pensò, squadrando il moro avanti a lui.

L’Immortale fece un sorrisino, intuendo cosa passasse per la mente al suo interlocutore, facendolo sbuffare esasperato.

Il drago si guardò attorno, cercando di scorgere la persona che stava cercando, non vedendola da nessuna parte.

“Se La cerchi sappi che non la troverai qui. E’ nel mondo umano, a fare il solito…” Lo informò l’Immortale con una scrollata d’ali, ritornando nella sua postazione e riprendendo in mano il libro e la penna per scrivere.

Il Drago Cremisi lo fissò per qualche minuto, non capendo come comportarsi con lui, per poi perdere interesse e incominciare a curiosare in giro, per sconfiggere la noia dell’attesa.

Si rimpicciolì per poter muoversi più agilmente e prese con una zampa un libro dai colori scuri, incominciando a sfogliarlo.

“Prova ad acciaccarlo solo un pochino e ti uso come segnalibro!” Lo minacciò, dall’alto della sua postazione, il moro, puntandogli contro la piuma e socchiudendo con un ringhio gli occhi dorati e incominciando, così, una discussione interminabile.

 

*******

 

Volava tra le case, silenziosa come l’aria.

Sbatté leggermente le sue bianchissime ali, facendole scintillare d’argento alla luce della luna, che pian piano stava tramontando.

Poggiò i piedi sopra il tetto del faro, rimanendo in equilibrio, mantenendo spalancate le bianche appendici piumate, facendole gonfiare come vele al vento leggero.

Guardò verso est, in attesa, chiudendo gli occhi e ascoltando il silenzio umano.

E l’ultima sinfonia delle Stelle e della Luna.

Aspettando.

Il canto della notte incominciò a scemare, mentre una nuova musica stava iniziando a nascere.

Riaprì gli occhi, sorridendo leggermente.

Un primo filamento dorato apparve all’orizzonte e, volteggiando, trapassò una piuma dell’ala sinistra, facendola illuminare d’oro.

Un altro filo di luce aranciato colpì un’altra piuma dell’ala destra, colorandola d’arancione.

Lo spirito bianco portò una mano verso il terzo filamento giallo che l’aveva raggiunta, vedendolo attorcigliarsi intorno al polso con delicatezza. Socchiuse gli occhi, scorgendo delle minuscole lettere e microscopici simboli, che andavano a formare quei particolari fili d’energia luminosa.

Soffiò, facendoli sperdere nell’aria, divertendosi a vederli ricompattarsi nel filamento, che colpì la prima piuma che incontrò,e ridacchiò divertita nello scorgere le scintille formatesi per la troppa forza nell’infrangersi.

Rialzò lo sguardo ad est, aprendo le braccia al mare di luce che si stava formando. La musica del Sole nascente le arrivò forte e vivace alle orecchie, mentre un lieve venticello fresco invernale  le scompigliò i lunghi e ricci capelli argentati.

Un grosso manto di luminosi colori caldi si avvicinava sempre di più, mentre quei finissimi fili di luce che lo componevano volteggiavano verso di lei, infrangendosi tutti sulle sue ali.

L’Aurora.

Il suo calore l’avvolse e le sue piume divennero tutte dello stesso colore dell’alba, vibrando per l’energia che avevano assorbito.

Aspettò che l’ultimo di quei fili di luce si infrangesse nell’ultima piuma rimasta bianca, per poi riabbassare le braccia e ripiegare le ali.

Un grande calore si espanse dalla sua schiena irradiandosi  in tutte le sue cellule. I segni neri che le ricoprivano il corpo come fiamme si illuminarono, colorandosi dei colori caldi dell’aurora.

Per ultimi risplendettero i due segni simmetrici sugli zigomi, brillando d’oro e arancio, e i suoi occhi incominciarono a bruciare come due soli incandescenti, sostituendo il blu che li caratterizzava. Solo alla fine riaprì le ali, e due lunghi drappi, formati dai milioni di fili d’energia intrecciati, si dispiegarono intorno all’Immortale bianco, volteggiando come se la gravità non esistesse.

Con ancora gli occhi che scintillavano, scandagliò ogni centimetro del tessuto. Lo sfiorò leggermente con la punta delle dita, facendo così brillare il drappo, e incominciando a leggere le memorie del Sole che le aveva regalato in quell’alba spettacolare.

Racconti azzurri del cielo limpido delle isole del Sud o quelli bianchi del cielo carico di neve dell’Antartide; vi erano le chiacchiere variopinte degli uccelli migratori e qualche riga nera di insulti del cielo inquinato nelle città maggiori. Alzò un sopracciglio nel leggere, in rosso scarlatto, la memoria di un Drago Cremisi che litigava con qualcuno, scoppiando a ridere nel leggere in giallo scherzoso chi fosse il suo rivale, scuotendo la testa sconsolata “Santa pazienza aiutami tu…” Pensò, sapendo ormai che non sarebbero mai cambiati.

Sentì un flusso d’energia familiare avvolgere la sua mente. Chiuse gli occhi, facendo scivolare quella coscienza nella propria, creando un legame di mente e anima.

Aprì un occhio, alzando un sopracciglio infastidita, sentendo, come un eco, la stessa coscienza litigare con qualcuno.

“E’ arrivato, a quanto sento…” Disse, socchiudendo gli occhi per l’urlo troppo forte che le rimbombò in tutta la scatola cranica.

“Ora mi spieghi perché, ogni santissima volta, voi due dovete fare i bambini capricciosi quando state tre secondi insieme da soli..” Chiese, tenendosi la testa con una mano, sentendo che il cervello sarebbe scoppiato da un momento all’altro.

“E’ lui che inizia!” Esclamò l’Immortale nero nella sua testa.

L’albina fece un grosso respiro “Che marmocchi…” pensò, lasciando passare quella frase nel legame, facendolo ascoltare al suo compagno. Questo ringhiò in risposta.

Si massaggiò le tempie per calmare il dolore, stroncando di netto il legame telepatico, assaporando la calma del mattino.

Un relax che troppo spesso non poteva permettersi, purtroppo.

Rialzò lo sguardo ai due grandi drappi che vorticavano ancora intorno al suo corpo. Sfiorandoli, li fece ondeggiare, incominciando ad arrotolarli sulle braccia.

Li lisciò con una mano, guardandoli con affetto, per riportare nuovamente lo sguardo al Sole che ormai era quasi del tutto sorto.

La Raccolta era stata conclusa.

 

*******

 

Come gli uomini raccolgono le piantagioni della Terra, i due Immortali raccolgono le memorie di ogni cosa che esiste in questo mondo. Questo è ciò che viene chiamata Raccolta

 

 Recitò a voce alta il Drago Cremisi, tenendo sulle zampe anteriori uno dei libri più antichi della Dimensione-biblioteca.

Il moro, a queste parole, alzò lo sguardo dal suo lavoro, sgranando gli occhi “TU! MOLLALO SUBITO!” Gli ringhiò contro, alzandosi in volo e lanciando, con precisione millimetrica, la penna, centrando perfettamente il muso del drago.

“AHIO! MA SEI IMPAZZITO?” Si lamentò questo, portandosi una zampa a staccarsi l’ “arma” incastrata tra le scaglie

“Tu metti giù quel libro!” Soffiò indignato l’Immortale.

“E se non lo facessi?” Lo stuzzicò lo Spirito rosso.

“Allora vuoi la guerra?” Constatò il moro, scrocchiandosi le nocche, sogghignando diabolicamente.

“Che guerra sia!” Acconsentì il Drago Cremisi, chiudendo il tomo con un tonfo, lasciandolo galleggiare in aria, come se fosse senza peso.

 

*******

 

l’Immortale bianco aveva spiccato il volo, raggiungendo l’aria inquinata del Satellite, rammaricandosi del fatto che, ancora, non era stata completamente bonificata, anche dopo la costruita del ponte.

Guardò divertita qualche spirito duellare, soprattutto ridendo dei modi impacciati dei giovani inesperti, salutando con una mano quelli che la scorgevano volare rasoterra.

Gli umani non potevano vederla, non nella sua forma spirituale, quindi non si preoccupò, e proseguì indisturbata. Schivò qualche casa, passando qualche volta anche tra le finestre, e arrivò al punto più alto di quella parte della città.

Appoggiò un piede ad uno dei grossi tubi che circondavano la fabbrica, prendendo lo slancio.

Con l’aiuto di un colpo d’ala, schizzò verso l’alto, bucando le nuvole di fumo che si stavano diradando ormai in quel cielo, puntando verso un punto preciso nel firmamento.

Sopra di sé si aprì una crepa dimensionale, allargandosi quel tanto che bastava per farla passare.

Varcandola, questa si chiuse subito, e arrivò il silenzio.

Fluttuava in un mare di acqua e luce, respirando normalmente. Guardò le bolle salire in superficie, districandosi tra i lunghi fili argento che aveva per capelli.

Aprì le ali, allungandole per tutta la loro lunghezza, per poi utilizzarle come pinne per muoversi velocemente.

Ascoltò le correnti, volando nell’acqua e nella luce, sentendole scivolare sulla pelle. Quando vide i primi colori capì che la superficie era vicina, e , come a confermaglielo, una musica dolce e forte allo stesso tempo spezzò il silenzio.  Roteando schizzò fuori dall’acqua, ritrovandosi nella Storia Antica, nella sua dimensione.

Respirò l’aria incontaminata di quel mondo.

Casa.

Poggiò i piedi sulla superficie dell’acqua, camminandoci come fosse solida, richiudendo le ali dietro la schiena. Portò le mani al cielo, alzando la sfera di memorie che aveva con sé e le lanciò leggermente verso l’alto, vedendo i drappi riaprirsi e unirsi all’intera cupola di ricordi che volteggiavano nel firmamento.

Sospirando, cercò con lo sguardo i due litiganti, ritrovandoli a guardarsi in cagnesco vicino alla grande nuvola temporalesca.

Si schiaffò una mano sulla fronte, chiedendo ad ogni dio esistente cosa aveva fatto di male per meritarsi quei due idioti come compari.

Quasi pianse nell’accorgersi del povero libro conteso dai due spiriti e ne ebbe pietà.  Senza che se ne accorgessero, l’albina prese tra le mani il volume, rimettendolo nel suo posto, accarezzando il dorso, per poi tornare a concentrarsi sui due che avevano cominciato a darsele di santa ragione.

“Di bene in meglio…” Borbottò, incominciando a spazientirsi.

Portò le mani dietro la schiena, recuperando le sue due fide katane, compagne di antiche e nuove battaglie, portandole avanti al viso. Vedendo che la sua presenza non era stata ancora minimamente calcolata, abbatté di piatto (Poiché era ancora magnanima e non voleva uccidere nessuno…ancora) le sue armi sulle teste bacate dei due Spiriti, ponendo fine a quella stupida litigata.

“Ora spiegatemi!” Disse furiosa, incrociando le braccia al petto, guardandoli con sguardo assassino.

L’Immortale nero e il Drago Cremisi borbottarono qualche imprecazione, entrambi con un doloroso bernoccolo in testa.

“Diavolo… potevi andarci più leggera però! Fa male!” Protestò il moro, guardandola con gli occhi socchiusi, massaggiandosi il punto doloroso.

“E tu dovresti essere il più saggio di noi due, idiota?” Ringhiò lo Spirito bianco, dandogli un altro pugno sullo stesso punto, facendogli un male cane.

Spostò lo sguardo arrabbiato all’ospite, alzando un sopracciglio in un interrogativo, facendogli vedere la mano in minaccia. Il drago, in tutta risposta, indicò il moro “Ha iniziato lui!”

“Chi ha iniziato cosa??” L’Immortale nero lo guardò ad occhi spalancati “Hai fatto tutto tu!” Urlò, ricominciando a litigare.

L’albina li guardò con la bocca aperta, shoccata, iniziando quasi a piangere dalla disperazione “Madre Terra, Dio  Tempo, chiunque mi stia scoltando… datemi la pazienza… ne ho bisogno…” E guardandoli azzuffarsi come polli precisò “…molto bisogno”.

Una vena incominciò a pulsare sulla sua fronte, quasi scoppiando dalla rabbia che le stava nascendo dentro. Si scrocchiò le dita e i suoi occhi incominciarono ad illuminarsi di luce propria “Ok… state per morire…” E con un urlo di frustrazione, liberò una grande quantità di energia, che travolse con furia l’Immortale nero e il drago, facendoli quasi affogare nelle acque della Dimensione.

“Credo che questa volta siamo morti sul serio, amico” Sussurrò il moro allo Spirito rosso, sull’orlo dello svenimento.

Il drago annuì, più morto che vivo.

 

 

Quando la rabbia dell’albina scemò, i due poterono ritornare  a vivere, liberando un grossissimo sospiro di sollievo.

“Sappilo.. prima o poi ti sigillerò con gli Immortali Terrestri.. tanto non si capisce la differenza tra te e loro, pure il nome di che cosa sei è QUASI lo stesso..” guardò malamente l’Immortale nero, cercando di tranquillizzarsi “..mentre a te… quando imparerai a non toccare nulla senza un consenso scritto? Lo sai come è fatto questo essere qua!” Rimproverò il Drago Cremisi, per la centesima volta.

I due non osarono fiatare, un po’ perché si erano calmati, un po’ per la paura di dover riprovare sulla loro pelle l’energia distruttiva di un Immortale bianco LIEVEMENTE alterato.

Lo Spirito femminile addolcì lo sguardo, provando pietà per loro, e, ammettendolo con rammarico, corrotta dalle loro facce da cani bastonati che le fecero tanta tenerezza.

“Toglietevi quest’aria da povere vittime innocenti, oggi vi è andata grassa che sono corruttibile, ma la prossima volta… è meglio che non ci sia una prossima volta” Li ammonì, per poi raggiungerli a terra, sedendosi a gambe incrociate.

“Tornando a cose serie..” iniziò il moro “.. il nostro amico qua è venuto per dire che è arrivato il momento..”

Il drago in conferma annuì, ormai rassegnato dal fatto che non li avrebbe mai presi alla sprovvista.

L’albina sorrise, guardando i lucenti drappi volteggiare nel cielo “Quelle memorie sono troppo preziose per lasciarle segrete. Sai, però, che non sarà di certo facile per te  e per i tuoi figli rivivere quel passato..”  Lo informò.

“Lo so, ma deve essere fatto...” Le disse in risposta.

“.. e molto doloroso” Continuò l’albina.

“… il mondo deve conoscere quelle memorie…” Rispose ancora il drago.

“..e non si potrà più tornare indietro, lo sai vero?” Chiese infine l’Immortale bianco, sorridendo interiormente.

“Devono conoscere se stessi” Disse con determinazione lo Spirito rosso.

Il moro cercò di trattenere il sorrisino che gli stava nascendo tra le labbra, lanciando uno sguardo significativo alla partner “E’ cocciuto, non riuscirai a  fargli cambiare idea, neanche provandoci” le disse mentalmente.

La ragazza fece spallucce “Non voglio fargli cambiare idea, sto solo saggiando la sua determinazione. E’ una cosa che deve essere fatta, ma solo lui può decidere se sono pronti a ricevere tutto questo

Il drago li guardò confuso, non capendo perché tutto ad un tratto fosse sceso quel silenzio, ma vedendo gli sguardi divertiti dei due Immortali che si fissavano negli occhi, comprese.

“Ok ok! Non voglio sapere nulla delle tante cose compromettenti che vi state dicendo.. ma grazie tante per la grande considerazione che mi date, eh! Gentili…” Si lamentò lo Spirito.

I due scoppiarono a ridere, contagiando anche lui.

Tutto sarebbe incominciato quel giorno stesso.

Era deciso.

E così sarebbe stato fatto.

 

Distesa sull’acqua, la bianca fissava, senza realmente vedere, la volta ribollente di memorie.

Il Drago Cremisi era partito, scomparendo nel solito lampo rosso, verso la Dimensione terrestre.

Osservò un drappo di un leggero color porpora dai bordi neri volteggiare con grazia e velocità tra i ricordi, seguito da uno bianco e azzurro che, ogni tanto, lo frenava nel suo veloce avanzare, come a intimargli di non rimanere da solo.

L’albina sorrise mestamente, riconoscendo i proprietari dei due tessuti di memoria, sapendo già quanto sarebbe stato difficile per loro ricordare il passato.

“Io non sarei così preoccupato, se fossi in te. Sai come sono, li conosci meglio di loro stessi. Sono forti, sapranno superare anche questo”

La ragazza spostò lo sguardo verso il suo compagno Immortale, seguendo con lo sguardo i suoi movimenti, vedendolo avvicinarsi a lei, e stendersi alla sua sinistra.

Divertito, guardò due tessuti, uno rosso e l’altro nero, stuzzicarsi a vicenda, allontanarsi e avvicinarsi in continuazione, ma che rimanevano comunque vicini a quello bianco, quasi che esso fosse il loro capo.

La ragazza sospirò: aveva ragione, assolutamente. Ma si sentiva in colpa lo stesso.

Qualcosa incominciò a punzecchiarle il fianco sinistro, ma si impose di rimanere impassibile. Avrebbe smesso, non era assolutamente il momento.

Ma continuava.

Cercò di concentrare l’attenzione su altre cose, pur di non dargliela vinta. Ma osservare un drappo verde acqua strattonarne uno più tranquillo e più chiaro, non aiutava di certo il suo autocontrollo.

Era ora di uccidere qualcuno.

“FALLA FINITA IDIOTA!!!” Urlò in faccia al moro, perdendo la pazienza, alzando il busto e facendo, finalmente, finire quella tortura.

In tutta risposta il ragazzo le punto lo stesso indice, che l’aveva punzecchiata, sulla fronte, per nulla spaventato questa volta.

“Ora va molto meglio. Sai.. non sei per niente carina in fase depressiva, oltre che più acida del solito” E le fece un sorrisone da schiaffi, portandola a sbuffare come una locomotiva e alzare un pugno in minaccia “Allora oggi vuoi botte!”

Il moro alzò le sopracciglia, prendendola in giro e dandole una spinta con la mano su una spalla, facendola quasi ricadere a terra.

“Tu non pensarci troppo, anzi.. sii felice di rivederli, sono o non sono i tuoi protetti?” La rassicurò, addolcendo lo sguardo e scompigliandole i capelli, ridacchiando poi per lo sguardo stizzito dell’albina, che borbottò “Non sono una bambina, non trattarmi come tale!”

“Ma sei più piccola di me! In tutti i sensi!” Le rinfacciò l’Immortale nero, sapendo quanto a lei desse fastidio questa piccola costatazione.

Ricevé un altro pugno in testa ben assestato, il terzo in poco tempo, cadendo ridendo sull’acqua.

“Prima o poi faccio un Immortalicidio… “ Ringhiò lo Spirito bianco, sentendolo quasi morire dalle risate “Strozzati, vecchiaccio… te lo auguro con tutto il cuore!”

“Acida!”

“Troglodita”

“Manesca”

“Ma stai zitto… “ Si alzò in piedi di scatto, cercando di sovrastarlo con la sua piccola mole, con poco risultato, portando il viso ad un palmo dal suo “Sei un rompiscatole senza speranza!”

“Tieni” Come se nulla fosse, portò una mano, che teneva una grossa chiave dorata, tra i due visi. La ragazza sbatté gli occhi confusa dal cambio repentino di argomento, per poi spalancare gli occhi, facendoli luccicare di felicità.

“Giusto! Mi ero dimenticata!” L’afferrò con impeto, quasi staccando la mano dal polso del moro, che se la sfregò, maledicendo i suoi modi bruschi.

“Non borbottare! E alza il tuo fondoschiena, che il lavoro è tanto e il tempo poco!” Disse quasi saltellando, schizzandolo per dispetto. Il ragazzo si sentì sollevato non sentendo più quell’aria cupa provenire dalla ragazza e, senza accorgersene, sorrise.

La cosa non sfuggì, però, alla diretta interessata “Cos’è quella faccia da babbeo?” Chiese, mettendo la chiave in una cordicella e legandosela al collo.

“E’ divertente vedere come ti entusiasmi per piccole cose…”

La ragazza arrossì un poco “Non mi esalto! Sono solo felice di poter loro parlare faccia a faccia, nel loro mondo.. dopotutto li ho visti crescere…”

“Li ABBIAMO visti crescere” Precisò il ragazzo, alzandosi in piedi, e spalancando le ali.

Fu la volta della ragazza di guardarlo sorridendo “Il grande Immortale nero diventa sentimentale? Cade il mondo!”

“Io sono più sentimentale di quello che credi!” Protestò, guardandola librarsi nell’aria sempre di più.

La ragazza gli diede qualche colpetto sulla testa, quasi fosse un cagnolino, prendendolo in giro “Questa mi è nuova! Ma sei un bravo cucciolotto, mi stupisci sempre”

“Non sono un cane, ma un lupo, tigre nana malefica!” La spinse via, facendola volare qualche metro più lontano.

“Un lupo suscettibile però!” gli urlò, ridendo, facendolo ringhiare scherzosamente.

E mentre si avviavano a preparare il loro viaggio nel mondo umano, il cristallino liquido della Storia Antica rifletté la loro vera essenza, per un secondo, come a voler ricordare loro chi erano veramente, come a voler svelare la verità celata agli occhi.

L’acqua della verità, che svelava le anime.

Una grossa tigre dal bianchissimo manto, percorso da fiamme nere, e dai grandi e determinati occhi indaco era il riflesso dell’Immortale dalle ali lucenti, l’anima di uno Spirito che nel suo io era indomito e pericoloso, come curioso e gentile.

Al suo fianco camminava un enorme lupo dal brillante pelo nero e dai fiammeggianti occhi d’oro puro, misteriosi, saggi e potenti, antichi eppure ancora vivaci; l’anima dell’Immortale dalle grandi ali oscure, dal carattere riflessivo eppure indomabile, solitario certo, ma dal cuore grande.

Entrambi sorrisero alla loro vera essenza, per poi spiccare il volo, aprendo un varco verso il mondo umano e portando con loro la conoscenza di cui, sapevano, avrebbero avuto bisogno.

 

Era mattina quando due ragazzi aprirono quella porta.

Si guardarono attorno, prendendo familiarità con il posto, per poi posare alcune scatole che avevano in mano.

Scatole piene fino all’orlo di libri.

Mentre il ragazzo riuscì per continuare il lavoro, la giovane rimase al centro della stanza più grande, toccando, quasi con timore, una grossa forma di legno su cui era inciso il nome del luogo che per un po’ di tempo sarebbe stato il loro rifugio, la loro casa.

Era una bella sensazione sentire con il tatto la materia che la circondava, poter vedere con gli occhi da semplice essere umano.

Sentì un tonfo.

Girandosi vide che uno dei libri era caduto dal proprio contenitore, aprendosi.

Si chinò, per raccoglierlo, ma si fermò.

Una piccola filastrocca era stata impressa nella carta ruvida e un po’ ingiallita dal tempo.

Una filastrocca che in poche parole introduceva quella nuova avventura. (*)

Chiuse il libro, raggiungendo il ragazzo fuori, con ancora il sorriso sulla faccia.

“Che cos’è quell’espressione?” Chiese lui.

“Nulla, è solo il momento di iniziare” Le disse enigmatica, posando il libro sopra ad uno scatolone che lui teneva in mano. Nel vederlo, anche il ragazzo capì, per poi scuotere la testa “Due Spiriti nel mondo umano che vivono da umani.. non si è mai visto!” Pensò, seguendo la ragazza dentro l’edificio, spalancando la porta di legno con un piede, guardando di sfuggita la grande chiave d’oro inserita nella serratura.

Yusei, Aki, Jack, Crow, Rua, Ruka… sta per iniziare qualcosa di nuovo..” Pensò entrando.

La ragazza lo guardò, annuendo “.. un’avventura che si terrà tra le antiche e forti memorie impresse nella carta…”

Dall’altra parte della città, il Drago Cremisi alzò al cielo lo sguardo, ruggendo al vento che portava con sé il cambiamento “Draghi e figli! Preparate il cuore, è il momento di ricominciare a volare!”

E socchiuse gli occhi, guardando le due parti sovrapposte di questo mondo.

Tocca a voi, ora. Aprite le dighe della Verità e donate al mondo la conoscenza” Pensò, mettendosi comodo per guardare.

 

******

 

Un grande drago bianco fu il primo a sentire quel ruggito.

Aprì gli occhi, sbattendoli per eliminare le ultime tracce di sonno, e li puntò verso il cielo azzurro del mattino.

A quanto pare sono arrivati..” Si disse, volgendo lo sguardo al suo protetto

Conoscerai le mie origini, la mia storia, e incomincerai a comprendere la tua forza..sarà una prova dura, Yusei. Sarai abbastanza forte?

Il ragazzo, ancora sveglio avanti al computer, si guardò intorno, avendo sentito un suono, come un sussurro che proveniva da qualche parte in quella stanza. Due occhi azzurri si strinsero, cercando di scorgere qualcuno nel buio.

Ma niente.

Portò lo sguardo ad una carta posta vicino alla tastiera, accigliandosi leggermente.

Non ricordava di avercela messa lui lì.

La prese in mano, quasi accarezzando l’immagine del drago bianco raffigurato.

“Sta per accadere qualcosa, vero, Polvere di Stelle?” Sussurrò.

La testa del drago marchiata sul suo braccio si illuminò impercettibilmente, senza che il predestinato se ne accorgesse.

E, esattamente dietro il ragazzo, lo stesso drago raffigurato nella carta sorrise.

 

******

 

Un drago dalle grandi ali rosso scuro, fatte di petali, si svegliò di scatto, allungando il lungo collo di scaglie nere verso il soffitto. Sbuffò nell’ascoltare quel ruggito, comprendendo cosa questo potesse significare, per poi riappoggiare il muso sul materasso del letto della sua protetta, un po’ scocciata nell’essere stata svegliata così bruscamente. Coprì con le ali la ragazza, vedendola tremare leggermente dal freddo, portando lo sguardo alle mani di lei.

Stringevano una carta con impressa la figura di un drago.

Un drago fatto di petali.

Ti starò vicina, Aki, anche in questa battaglia… la scoperta della verità della Rosa Nera” Promise alla rossa, tornando a dormire.

Nel sonno, la ragazza strinse ancora di più la carta, mentre il simbolo della zampa del drago brillò per un istante.

 

*******

 

Un drago dalle scaglie rosse e nere sogghignò, alzando gli occhi alla finestra.

Quello era un segnale che aspettava da tempo.

Scoppiò a ridere, incrociandole zampe anteriori, divertito nel vedere la posizione scomposta con cui dormiva l’autoproclamatosi Re.

Come ti considererai, Jack, quando conoscerai la verità su di me e su di te?”  Pensò, sogghignando, il drago dalle sembianze di demone, portando lo sguardo alla sua carta, posta sul comodino.

Arcidemone Drago Rosso.. un nome più lungo di così non potevano affibbiarmelo..” Pensò con ironia, portando le zampe dietro la testa e tornando a russare allegramente insieme al suo protetto.

Nessuno dei due vide il segno delle ali illuminarsi sul braccio del biondo.

 

********

 

Era sveglio quando sentì quel ruggito.

E la ristata un po’ inquietante del drago della stanza accanto.

Dopo aver lanciato un’occhiataccia alla parete che fortunatamente divideva le due camere, portò lo sguardo alle sue ali bianche e nere.

Già.. le storie..” Pensò, abbassando gli occhi “Cosa penserai di me quando saprai come ero prima di essere questo?” Chiese, spostando lo sguardo al suo protetto, svegliato in quel momento dal potente russare dell’amico dall’altra parte del muro.

“Io ti soffocherò nel sonno uno di questi giorni, Jack!” Borbottò arrabbiato il ragazzo, spettinandosi ancora di più i suoi capelli arancioni. Si alzò dal letto, pronto a uccidere il suo vicino, ma qualcosa cadde a terra e lo bloccò.

“E questa?” Chiese, chinandosi a raccogliere la carta “Cosa ci facevi nella mia tasca, Drago Ali Nere?”

Ovviamente, non gli rispose nessuno.

Guardò l’ora, e dovette reprimere l’impulso di tornare nuovamente a letto.

Erano le 5 della mattina.

Ma aveva un lavoro da sbrigare, purtroppo.

Rimise in tasca la carta, non accorgendosi del fatto che la coda impressa sul suo braccio si era illuminato per un istante.

Il drago dalle sembianze di un rapace, scosse la testa divertito.

Forse.. sarà una buona cosa conoscere se stessi, Crow” Pensò, seguendolo.

Ma sarebbe meglio frenare i tuoi impulsi omicidi, ragazzo mio..” Pensò, nel vederlo spalancare con un calcio la porta della camera del biondo, urlando parole… irripetibili.

…dovremmo lavorarci molto sulla tua pazienza..” Sogghignò, non pensando minimamente che, di pazienza, ce ne aveva poca anche lui.

 

*******

 

Quando il ruggito arrivò alle sue orecchie, spalancò gli occhi, preso alla sprovvista.

Si alzò da terra, dove aveva dormito fino a quell’istante, e uscì nel balcone, per accertarsi che non avesse sentito male.

Sorrise.

Finalmente…” Si disse, capendo che le sue orecchie funzionavano benissimo. Rientrò, quasi saltellando dalla gioia, non facendosi frenare neanche da tutto quel ferro che lo circondava. Si guardò gli utensili che coprivano le sue vere armi, sorridendo come un ebete da dietro l’armatura “La mia storia sarà rivelata.. forse riuscirà a comprendere chi sia veramente..e le sue potenzialità!”  Si disse, portando lo sguardo al bambino dai capelli turchese che dormiva profondamente nel letto.

Rua.. voglio proprio vedere come ti comporterai questa volta..” Quasi gli sussurrò nell’orecchio, divertito e preoccupato al tempo stesso. Era l’unico che ancora non aveva un vero legame con il suo protetto, e aveva paura che qualcosa andasse storto.

Lo vide girarsi nel sonno, portando una mano sotto il cuscino, dove, il drago sapeva, vi era la sua carta.

“Vai, Drago Utensile.. sconfiggili tutti..” Mormorò, sicuramente sognando.

Il drago dietro l’armatura sospirò “Non vedo l’ora che al posto di questo drago di ferro, griderai il mio nome, ragazzo..

Portò nuovamente lo sguardo al cielo “E’ una speranza vana sentire nuovamente Drago Fonte della Vita?

Qualcosa brillò sotto la pelle del bambino, ma nessuno se ne accorse.

 

*********

 

La bambina si svegliò, sentendo qualcosa che si muoveva nell’aria. Aprendo gli occhi, vide il suo drago guardare fuori dalla finestra, sentendo provenire da lei tanti sentimenti contrastanti.

Gioia, Sollievo, Amarezza.

Paura.

“Che succede, Antico drago Fatato?” Chiese, stropicciandosi gli occhi.

Al drago fremettero lievemente le ali, presa alla sprovvista, non essendosi accorta minimamente che la sua protetta si era svegliata.

La guardò con la coda degli occhi, sospirando “Sta per avvenire qualcosa che aspettavo da molto.. moltissimo tempo..” Le rispose, non volendole rivelare altro.

La ragazzina scese dal letto, affiancandola “Mi devo preoccupare? Dobbiamo combattere?” Chiese, incominciando a spaventarsi.

Il drago scosse la testa, facendola sospirare di sollievo.

“Allora cosa?” Cercò di indagare.

Al che il drago si girò completamente, guardandola negli occhi “Ruka.. la verità è un qualcosa che ora non spetta a me rivelare..” Le disse, enigmatica, per poi sorriderle “Ma sappi che, qualunque cosa succederà, sarà qualcosa di giusto, che tutti noi volevamo.. e temevamo al tempo stesso. Quando sarà il tuo momento.. capirai” Poi la spinse con il muso nuovamente verso il letto, incitandola a dormire, dato che era troppo presto ancora.

Quando si riaddormentò, il drago guardò la sua carta posta sul comodino. 

Il momento è arrivato prima di quanto pensassi…” Si disse, apprensiva.

Ma non poté non sorridere quando l’artiglio impresso sul braccio della sua protetta brillò per qualche secondo.

 

 

Fu in quella mattina d’inverno, dove il vento freddo aveva incominciato a soffiare, che tutto incominciò.

Ma non sarebbe stata una battaglia ciò che spettava a quei sei ragazzi, ma qualcosa di molto più potente.

Perché quello che sarebbe avvenuto, nella sua semplicità, avrebbe fatto riscoprire le origini di un’intera parte della Storia.

Nessuna battaglia, nessun nemico da affrontare.

Nessun mondo da salvare.

Solo un semplice passaggio di conoscenze impresse con l’inchiostro nella carta ruvida.

Racconti di Storie ormai dimenticate.

Memorie di coloro che ancora vivono, combattono e salvaguardano il mondo.

Ricordi di cuori palpitanti, di sette draghi potenti.

Del Grande Padre: il Drago Cremisi.

Dello Spirito che venne dai cieli, che divenne Drago Polvere di Stelle.

Del demone che volle la luce, che fu Arcidemone Drago Rosso.

Della rosa che nacque nella morte, e con essa nacque Drago Rosa Nera.

Della farfalla che protesse la libertà, la potenza di Antico Drago Fatato.

Della scintilla che creò la vita, che sia dunque Drago Fonte di Vita.

Del giovane vento che volle credere, nato come Drago Ali Nere.

 

Benvenuti tra le memorie evanescenti degli Spiriti.

E’ giusto che anche voi conosciate la verità…

Le dighe della Conoscenza sono pronte ad essere aperte…

…e così sia!

 

 

 

(*)

Due sono i mondi opposti,

essi ne formano un intero.

Sono uguali, eppure opposti,

creati dal legame bianco e nero.

Uno è materiale,

di Tempo e Spazio limitato,

mondo bello ma mortale

dal secondo e supportato.

Ed è proprio questo il più grande,

quello di Spiriti e potere,

contiene ciò che della vita è importante,

il luogo dove tutto può accadere.

Ed è proprio dagli spiriti potenti,

dove noi ci addentreremo,

vorremo comprendere i loro intenti

e le Vere Storie conosceremo.

Noi siamo i due Immortali,

siamo antichi più del mondo.

Deteniamo poteri colossali

E vi guideremo nel profondo.

Uscirete dal buio dirupo

E apriremo le giuste dighe;

noi siamo Yama, il nero lupo

e la giovane Antarr, la bianca tigre.




La rinascita dell'autrice



La Terra trema, mentre ogni cosa è in fiamme.
Sguardi sgomenti guardano la scena, senza sapere cosa stia accadendo.
Con un ruggito forte, dalle ceneri e i lapilli, un'enorme figura rinasce dalle ceneri.
Essa è maestosa...grande... dalle immense ali...
essa è (SBAM)...
...
Antarr: ...e Iridium è tornata a scrivere -.-
...
Vi sono mancata???????!!!
AUGURISSSSIMI AKIIIIIIIII_CHANNNNNNN!!!!!
Questo è il primo regalino che ti faccio per il compleanno!!!!
Anche se con l'inizio dell'Università mi ritroverò un po' inguagliata, cerchero di essere fedele almeno a questa storia ahahaha
Capitolo unico, solo perchè introduce una raccolta... spero che almeno l'inizio di essa possa vedere la luce del sole ahahaha








Ir_S


  
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