Was your work of art so heavy that it would not let you live?
Non avrà avuto
altra scelta. Cazzate. C'è sempre un'altra via, una strada che
in quel momento non era stato capace di vedere preso com'era dalla
propria disperazione. Qualcosa che lo aveva preso alle spalle
d'improvviso... O che s'era insinuato poco a poco in lui senza che
nessuno se ne accorgesse. Opzione che tutti avevano escluso
immediatamente, per poi ritrattare in privato e chiedersi se davvero
lo conoscessero così bene come dicevano.
Lucas, il
ragazzino smunto e dal salutare colorito cadaverico che a prima vista
sembrava lo stereotipo dello sfigato dei film americani. Il primo
della classe, adorato dai professori ed insultato dai compagni.
Occhialuto e vestito sempre con abiti smessi del fratello, che erano
stati alla moda almeno cinque anni prima... Capace di far amicizia
anche con i sassi, però.
Ben disposto ad aiutare
chi era in difficoltà scolastiche e non solo. Sfiorava quasi
l'ingenuità, talmente si prodigava per gli altri. Anche se
poi, era il primo a riconoscere che lo faceva per il suo tornaconto.
Insomma, si sarebbe sentito in colpa a starsene con le mani in mano.
Essere d'aiuto a qualcuno, invece, lo faceva sentire bene. Tutto
qui.
Lucas, l'uomo in giacca e cravatta dallo sguardo di ghiaccio
che poi si scioglieva al primo ciglio umido, perfino in
televisione.
Lui che godeva di buona salute ed aveva un buon
lavoro d'ufficio. Sì, l'amore ancora non aveva 'bussato alla
sua porta', come si suol dire, ma non pareva farne un dramma. In
fondo le persone che gli volevano bene, tra amici e parenti, erano
molte. Davvero, non era una mancanza tale da spingerlo ad un tale
gesto. Ciò nonostante, ora era lì. Chiuso nel legno
liscio e levigato, dove più nessuno lo avrebbe sentito cantare
o l'avrebbe visto tenere quella chitarra chiusa in una presa
amorevole e carezzarla con una delicatezza reverenziale.
La
musica era una passione che l'aveva sempre accompagnato, ma a cui si
era dedicato solo dalla tarda adolescenza. Inizialmente, gli amici lo
avevano preso in giro credendo che cercasse di sopperire al suo
aspetto alquanto ordinario con il fascino che inevitabilmente sembra
acquisire agli occhi delle ragazze il salire sul palco e suonare.
Sarà stato anche per quello, magari, ma avevano dovuto
ammettere che se la cavava piuttosto bene. Le sue canzoni erano...
Piacevoli. Di quelle che stai a sentire senza pensarci troppo, che ti
fanno da sottofondo mentre bevi al pub. Non avrebbe mai fatto ballare
o scatenare folle urlanti sotto il palco ma non gli era neanche
capitato di ricevere fischi ed intimidazioni a tornarsene a casa o
andarsene allo stesso paese da cui provenivano le sue canzoni di
merda. Una volta, addirittura, gli era capitato di sentire qualcuno
canticchiare un suo pezzo prima del concerto. Aveva raccontato loro
questo eccezionale evento tante di quelle volte che ormai erano a
conoscenza di ogni più piccolo particolare. Non solo il chi,
il quando, il dove e come ma avrebbero perfino saputo dire – a
chi glielo avesse chiesto – che quel tipo indossava una slavata
maglietta dei Franz Ferdinand, dei jeans stracciati sulle ginocchia e
delle “favolose All Stars nere con i lacci viola”.
Di
stupidaggini, Lucas, era sempre stato bravo a parlare. Fin da
bambino, quando imbettava chiunque potesse con l'ultima puntata di un
cartone animato, piuttosto che con la sua collezione di figurine o le
mirabili costruzioni con il Lego. Che in casa ci fosse una sorta di
guerra fredda tra i genitori, era qualcosa di cui si erano accorti
andandolo a trovare. Lui non ne aveva mai fatto alcun cenno.
Insomma! Bisognava mettersi lì con le tenaglie, in un bel
numero, per tirargli fuori qualcosa di veramente personale. Potevano
quindi essere scusati per non aver sentito un campanello d'allarme
nelle loro teste, sempre che ci sia stato, no?
Perché le
notti insonni, i fogli accartocciati sul pavimento o rigati con tanta
violenza da strapparsi erano la normalità per un artista,
giusto?
Sì. Poi lui era mica uno di quelli che si smontava
dicendo “Fa schifo” di ogni sua canzone. Sarebbe ipocrita
dire che non inseguiva il successo, perché se avesse voluto
tenere la propria arte per sé allora non sarebbe mai andato a
suonare nei locali... Ma non ne faceva una malattia. Suonare e
comporre erano hobby, la sua vita era altro. Davvero.
Per questo
ora lo stavano seppellendo. Perché andava tutto a meraviglia.
Così bene che è stato preso da un raptus di pessimismo
fulminante ed ha deciso di farla finita prima che incominciasse
un'inevitabile caduta verso l'infelicità. Tipo i leader delle
band che mollano all'apice della loro carriera. Una logica
inoppugnabile che faceva stare tutti molto meglio. Oppure aveva
capito che quella situazione era il massimo a cui aspirare e non gli
bastava. Ingordo.
Bramava ricchezza e belle donne. Il talento, la
genialità. Be', a conti fatti gli sarebbe anche bastata la
perseveranza. La determinazione. La capacità di tirare fuori
le palle quando serve e non buttarsi in un fiume nel momento in cui
le cose non girano come avrebbe voluto. Troppo comodo. Un insulto a
chi vorrebbe ancora avere decenni, invece di pochi mesi o giorni,
davanti a se. Un tale egoista meritava che si dessero pena
nell'interrogarsi se avessero delle colpe pure loro?
No. Perciò,
uno ad uno, si allontanarono senza guardare indietro. Le loro lacrime
erano sprecate per un individuo del genere. Eppure non accennavano a
voler smettere di scendere. Proprio per quell'individuo così
abbietto e disgustoso. Quello che fino a pochi giorni prima avrebbero
dichiarato essere come un fratello per molti di loro e che ora
avevano condannato senza appello come unico colpevole del proprio
omicidio. Semplicemente perché era più facile ragionare
in questi termini. Darsi una giustificazione per continuare a vivere
come se niente fosse. Per credere che sia stato tanto macabro e
crudele da aver architettato un grande scherzo alle vostre spalle.
Che sarebbe riapparso nella loro piccola città in grande
stile, scegliendola come tappa di un tour mondiale, nel giro di
qualche anno. Gli avrebbero dimostrato a suon di pugni quanto avevano
apprezzato la sua brillante trovata. L'avrebbero riabbracciato e lo
sarebbero stati ad ascoltare pendendo dalle sue labbra, sul serio
questa volta. Gli avrebbero poi chiesto delle sue canzoni, si
sarebbero dati da fare per diffonderle ovunque. Si sarebbero
improvvisati produttori, direttori artistici, addetti al marketing o
alla promozione. Si asciugarono gli occhi,
consolandosi con quei vani propositi.
Quando sarebbe ritornato... Non l'avrebbero più lasciato ripartire.