1) Calcio balila e
poliziotti.
Tamao p.o.v.
Sono passati alcuni mesi da quando
sono capitata nel
pullman dei Pierce The Veil.
Adesso parlo un inglese abbastanza buono e posso
comunicare con i ragazzi. Vic è un comprensivo zio saggio
che cerca sempre di
aiutarmi in ogni modo, Mike si comporta da fratello maggiore e mi
tratta molto
gentilmente soprattutto da quando ha scoperto che so fare massaggi e
che posso
sciogliere la sua tensione con i miei sapienti tocchi.
Tony è sempre gentile, anche se è piuttosto
timido e fa
fatica a intavolare una conversazione, Jaime invece è un
espansivo, mi tratta
in modo molto caloroso e mi stringe spesso in abbracci da orso che mi
mettono
di buon umore.
È il mio preferito e adoro le sue fossette e il suo
sorriso, così splendente che potrebbe illuminare il mondo al
posto del sole,
vorrei trovare anche io un ragazzo così o meglio vorrei lui,
ma so che è
impegnato e io non mi metto mai tra un ragazzo e la sua ragazza.
Spero che la mia cotta diminuisca fino a sparire, ma per
ora non succede, così mi limito a spiarlo ogni tanto e
– purtroppo – lui è
anche quello con cui sono più gentile e ho paura che
qualcuno faccia due più
due e rovini il rapporto tra di noi rendendo vani i miei sforzi di
trattarlo
solo come un amico.
Mi sono appena alzata, sono la prima ad alzarmi e quindi
a fare la doccia, entro nel bagno e mi guardo nello specchio. Una
ragazza
asiatica dai capelli biondi mi sorride incerta.
Yukari mi ha tinti i capelli il giorno dopo che sono
arrivata e me li ha tagliati facendomi una frangia. In ogni caso mi
lavo, indosso una maglietta rossa e un paio di jeans e mi dirigo in
cucina.
Sono io quella che cucina la colazione per tutti.
Preparo uova e bacon per Mike, dei cereali per Tony,
pancakes e latte al cacao per Jaime, un caffè forte per
Yukari e dei muffins e
del caffelatte per Vic.
Quando è tutto pronto corro a chiamarli, scuoto
gentilmente Mike che grugnisce come suo solito e si gira
dall’altra parte per
poi saltare fuori dal letto non appena sente il profumo della
colazione, ormai
mi sono abituata a vedere il suo corpo seminudo uscire dalle coperte,
ma ogni
mattina gli urlo di coprirsi.
Poi scuoto Tony che mi sorride leggermente e mormora
“arrivo”, non devo scuotere Vic – che
è già sveglio e mi fa cenno che
arriverà –
poi scuoto vigorosamente il mio raggio di sole che dopo una potente
ultima
russata mi sorride e mugugna “buongiorno”,
l’ultima è Yukari. La scuoto, lei
sgrana gli occhi e sorride.
"Dio, non posso credere che sei tu a fare la colazione a
questi animali adesso.”
Torno in cucina, Mike sta già mangiando in mutande, io mi
preparo il mio the
mentre gli altri prendono posto già vestiti.
“Mike, sei un cazzo di scostumato.
Mettiti qualcosa addosso per rispetto a Tamao.”
Lo sgrida ogni mattina Jaime.
“Zitto, Hime e pensa a quelle bombe chimiche che hai al
posto dei piedi.”
Lui gli dà una pacca che lo fa quasi strozzare e che lo fa
bestemmiare.
“Scusate, ho provato a educarlo, ma temo di avere fallito
come fratello.”
Si scusa Vic.
“No, è lui che è dannatamente
incorreggibile.”
Afferma decisa Yukari.
“Solo io sono grato a Tamao perché ogni mattina ci
prepara la colazione?”
“No, Turtle lo siamo tutti.
Ripetete dopo di me “Grazie, Tamao.””
Questo è Vic.
“Grazie Tamao.”
“Prego. Sono io che vi sono grata per avermi tenuta, anche se
questo vi causa
problemi.”
“Tamao, l’uomo che ti sposerà
sarà fortunato. Fai delle uova con il bacon
divine.”
“Grazie, Mike.
Domani ti vestirai come gli altri.”
“Certo.”
Mi promette ogni mattina per poi dimenticarsene.
Mangiamo tutti insieme chiacchierando tranne Vic che
legge pacificamente il giornale sull’ i-phone.
“Vic, fai il vecchio.”
“Sono il più vecchio, anche se sembro il
più giovane.”
Finito di fare colazione io lavo le stoviglie mentre
sento Yukari che sbraita per stabilire i turni della doccia.
Dopo un’ora torna la calma.
Tony si siede sul divano a guardare una replica mattutina
delle tartarughe ninja, Vic si ritira a suonare la chitarra nel suo
bunk e
Jaime e Yukari iniziano una partita a FIFA. Mike si mette a suonare con
la sua
batteria portatile e io leggo per un’oretta dei libri che
Yukari ha scelto per
me, dice che sono per abituarmi gradualmente a parlare un inglese
sempre più
fluido.
Esattamente un’ora dopo Mike mi si avvicina con
un’espressione da cucciolo.
"Mi faresti un massaggino alle spalle, per favore?
Non sono vecchio come Vic, ma ho anche io la mia età e
dopo devo fare pratica con la batteria.”
Jaime e Yukari se la ridono, ma io lo accontento e gli
massaggio le spalle fino a che i muscoli non si rilassano e non tornano
in uno
stato normale. Lui si rimette la maglietta e mi ringrazia con un
sorriso
abbagliante.
“Grazie, Tamao. Non so cosa farei senza di te.”
“Quello che facevi prima, ti lamentavi come un
artritico.”
“Yukari, ma perché mi maltratti sempre?”
“Perché sfrutti la povera Tamao.
Oggi tocca a te fare il bucato, non imbucarti a
telefonare ad Alysha.”
“Sicura? Non è il turno di Jaime?”
Lei mette in pausa il gioco e gli sventola sotto il naso il calendario
con
segnati i giorni di bucato, pulizia e altre faccende domestiche.
“Ok, vado vado.”
Si dirige verso il divano e i bunk e comincia a raccogliere i vestiti.
“Tony, oggi è il tuo turno di passare
l’aspirapolvere.
Adesso vado a chiamare Vic, tocca a lui pulire il bagno.
Jaime, mi spiace. Non posso finire la partita, devo
pulire la cucina.”
Va nei bunk e poi si dirige in cucina con piglio energico.
“Ci tratta in modo severo, ma ci vuole bene. Ci serve un
mano energica, l’altra merchgirl finiva per far ridurre il
pullman a un porcile
perché non sapeva imporsi.
Ti va di imparare a giocare a FIFA, Tamao?”
“Cos’è?”
“Un videogioco sul calcio.”
Io mi gratto il mento, il nome mi ha risvegliato un ricordo.
“Lo str… Cioè Shinji-niichan, ci
giocava spesso.”
“Puoi chiamarlo stronzo, non ci offendiamo.”
“Non è educato.”
“Cosa vuol dire nii-chan?”
“Fratellino, Jaime-kun.”
“E –kun?”
“È un o-ono- onor…”
“Onorifico.”
Annuisco.
“Sì, per maschi che consideri amici. In Giappone
siamo
molto formali, solo quando si conosce molto molto bene una persona ci
si può
permettere di togliere l’onorifico.”
“Perché lo chiami stronzo?”
“Oh, è una questione privata.”
“Perché non ci racconti la tua storia? Yukari ci
ha detto
veramente poco, solo che avevi bisogno di aiuto.”
Io mi mordo il labbro inferiore.
“Non è perché non mi fido di voi, ma
perché potrebbe
essere pericoloso. Ecco, perché Yukari ha insistito
perché cambiassi look, ma ho
il sospetto che presto dovrò affrontare il mio passato.
È un presentimento e spesso i miei presentimenti sono
giusti, sono stata miko in un tempio per un po’.”
“Miko?”
“Sono delle aiutanti nei tempi shintoisti, come sailor
mars.”
Lui capisce al volo e mi sorride.
“Dai, ti insegno a giocare a FIFA.”
“E sia.”
Gli sorrido e mi siedo accanto a lui, iniziando subito a
imprecare perché di calcio e di videogiochi ci capisco poco
o niente.
All’una Yukari esce
dalla cucina sorridendo.
Controlla che Mike abbia fatto il bucato a dovere,
annuisce a Tony per fargli capire che va bene come ha pulito la zona
relax e
poi va da Vic.
“Gente, ho preparato il pranzo.”
“Cosa hai preparato?”
“Burritos per tutti. Tamao, ti senti pronta per provare la
cucina messicana?”
“Sì, certo. Non voglio che modifichiate le vostre
abitudini per me.”
“Sei una brava ragazza.”
Raggiungiamo tutti il cucinino un po’stretto e iniziamo a
mangiare, questi
burritos sono un po’ piccanti, ma non sono male, la salsa
wasabi è molto più
piccante.
“Cosa te ne pare, Tamao?”
Mi chiede Jaime, io arrossisco leggermente.
“Sono buoni, Yukari sei un’ottima cuoca.”
“Sono passabile, ma loro ci hanno fatto
l’abitudine.”
“Confermo.”
Esclama maligno Mike.
“Quelli di mia madre sono migliori.”
“La prossima volta la portiamo in tour con noi, che ne
dici?”
Lui ammutolisce.
“No, meglio di no.
Direbbe che sono disordinato e poi non credo approverebbe
quanto bevo e l’erba.”
“Allora accontentati dei miei burritos.”
Lui ride e annuisce.
“Yukari, sei un generale in gonnella, ma ti vogliamo
bene.”
Dopo i burritos mangiamo un po’ di frutta
e poi una torta al cioccolato preconfezionata, poi la mia
amica lava i
piatti.
Siamo tutti e cinque nella zona relax e ci guardiamo
negli occhi.
“Che si fa?”
“Vediamo un fim.”
Dice Vic, Mike e Tony fanno per aprire bocca, ma il
leader li precede.
“Che non sia Star Wars o Harry Potter. Anzi, Tamao! Che
ne dici di proporre tu qualcosa?”
Io divento rossa fino alla radice dei capelli.
“Io non saprei, forse è meglio che decidano
Tony-kun o
Mike-kun.”
“No, quelli hanno monopolizzato il lettore dvd ed
è necessaria una pausa.”
“Io, ecco, vorrei vedere “Il mio vicino
Totoro”, se ce l’avete.”
Vic controlla i dvd e scuote la testa.
“No, non c’è. Ma non preoccupati, adesso
lo scarichiamo e
lo mettiamo su una chiavetta, così intanto anche Yukari
avrà finito.”
Vic si mette a lavorare sul suo pc e una mezzoretta dopo arriva con una
chiavetta, nel frattempo anche la mia amica è uscita dalla
cucina.
“Allora, che si vede?”
“Tamao ha proposto “Il mio vicino
Totoro”, così l’ho appena
scaricato.”
“Figo, finalmente qualcosa di diverso e poi è
bellissimo, così poetico.”
Ci sediamo tutti, Vic infila la chiave nel televisore e poi traffica un
po’
fino a farlo partire, quando inizia la canzoncina che apre il film
inizio a
cantarla senza pensarci.
Gli altri mi guardano un po’ stupiti, ma poi sorridono e
si lasciano catturare dal film, dall’avventura delle due
sorelle Satsuki e Mei,
dall’apparizione di Totoro e dal gattobus.
Sono tutti presi bene e mi congratulo per avere scelto
loro un film che donasse due ore di completo distacco dal mondo e spero
di
benessere.
“Hai ragione, Yukari. È davvero bellissimo.
Tamao, hai fatto davvero una buona scelta, penso che lo
vedremo spesso.”
“Sono felice che vi sia piaciuto. Pensavo che
l’avreste trovato troppo da
bambini.”
Tony scuote la testa con gli occhi che luccicano.
“È come dice Yukari, è
poetico.”
“Oh, grazie.”
Finito il film Vic richiama la truppa, dicendo che ha
avuto un’idea per una nuova canzone e vuole svilupparla con
loro. Yukari mi fa
cenno di seguirla in cucina, come ogni giorno iniziamo le nostre
lezioni di
inglese, ma oggi nota che sono distratta.
Smette di controllare i miei esercizi e mi guarda negli
occhi
“Chi ti piace?”
“Che?”
“Chi ti piace dei ragazzi?
Sei distratta come quando a una ragazza piace un
ragazzo.”
“Sono tutti fidanzati.”
“Questo non impedisce a nessuno di prendersi una cotta per
qualcuno.”
Io la guardo un po’ meglio.
“Anche a te piace qualcuno di loro, allora.”
“Sì.”
La risposta così semplice e spontanea mi lascia sorpresa.
“Chi?”
“Vic. Lo trovo un ragazzo molto maturo e misurato,
comprensivo e fisicamente
molto bello.”
“Ma ha una ragazza!”
“Questo non mi impedisce di amarlo. Tu chi ami?”
“Jaime. Il suo sorriso potrebbe illuminare il mondo al
posto del sole.”
Dico con tono sognante.
“È sempre così positivo, fa sempre
tornare il sorriso
sulle labbra a tutti.”
“Effettivamente è un bravo ragazzo.”
“Non mi rimproveri?”
“So che non faresti nulla, ormai ho imparato a conoscerti.
Forza, riprendiamo con l’inglese.”
Finiamo la lezione, poi Yukari mi lascia un libro da leggere, lei
invece
accende il pc e si mette a cazzeggiare in internet. Dalla sala relax
arriva
un’alternanza di voci calme a voci litigiose.
“È normale?”
“Sì, non son mai d’accordo sulle
canzoni, a volte sono davvero dei parti perché
qualcuno si impunta su una certa cosa e qualcuno su un’altra,
ma poi trovano
un’intesa.”
Io continuo a leggere, fino a che Yukari chiude il portatile e si
dirige in
cucina, io la seguo.
“Vuoi che faccia io da mangiare al tuo posto?”
“No, tocca a me.
Beh, oggi faremo qualcosa di giapponese, yakisoba
preconfezionati. Spero di non uccidere il tuo palato.”
Io rido.
“No, li faceva spesso anche mia madre.”
“Ottimo.”
Lei prende sei scatole in plastica e mette una pentola di acqua a
bollire, apre
le confezioni e toglie la bustina della salsa di soia.
Quando l’acqua bolle versa un po’ di acqua in
ognuno dei
contenitori, io apparecchio la tavola e
poi aspetto.
Tre minuti dopo toglie l’acqua in eccesso e mette la
salsa di soia e chiama gli altri.
“Ragazzi, è pronto!”
Urla e le liti si sedano in un secondo, i quattro musicisti raggiungono
la
cucina e si mettono a tavola, Yukari serve loro un piatto di yakisoba.
“Buon appetito!”
Esclamiamo tutti insieme e poi iniziamo a mangiare, sono
precotti, ma non sono male.
Mi piacciono.
Spariscono velocemente nelle bocche dei ragazzi, mangiano
verdure e formaggi e poi un piccolo dolce. Yukari vorrebbe lavare i
piatti, ma
io insisto per farlo io. Mentre faccio scorrere la spugna su piatti e
padelle
sogno di me e Jaime e su come sarebbe bello stare insieme alla luce del
sole, a
come sarebbe bello se lui fosse un ragazzo libero.
Quando ho finito trovo i ragazzi intorno a un calcio
balilla.
“E questo da dove spunta?”
Chiedo curiosa.
“Ne abbiamo uno pieghevole, a volte ci giochiamo. Abbiamo
fatto le squadre, i fratelli Fuentes con Yukari e i non Fuentes con te.
Ti va?”
“Sì.”
“Sai giocare?”
Io annuisco e mi metto al posto in cui posso manovrare il portiere, la
partita
comincia e non è facile. Yukari è
un’attaccante e decisa per di più, Tony e
Jaime hanno il loro bel da fare con lei, un paio di volte riesce a
sfondare le
difese e a provare a tirare in porta. Io però sono un buon
portiere e le paro
tutte e tue.
Mi sa che finirà per essere un derby al femminile.
Jaime e Tony attaccano, ma Vic è un osso duro come portiere
e non li lascia
passare, Yukari non molla e alla fine riesce a farmi un goal.
“Yeah! I Fuentes spaccano!”
La loro gioia dura poco perché Tony e Jaime riescono a
infilare una doppietta spettacolare.
“Ah! Nemmeno il resto della band!”
La battaglia diventa sempre più serrata, Mike e Yukari
non lasciano tregua, ma noi reggiamo.
“Forza, ragazzi! Ganbatte!”
Urlo io.
Tony e Jaime stanno sudando, ma alla fine riescono a fare
di nuovo goal. Si vince quando si arriva a sette e dobbiamo tenere duro
ancora
per un po’.
Mike riesce a fregarmi, ma Tony ne infila ancora un
altro.
Quattro.
Il calcio balilla balla e le imprecazioni si sprecano,
volano allegramente per tutto il campo.
“Tony! Baka ne! Marca meglio Yukari-chan! Stava per fare
goal!”
Lui annuisce e Jaime riesce a superare di nuovo le difese della squadra
avversaria.
Cinque.
Poi tocca a me cedere alla furia della mia amica.
Mancano solo due goal e la frangia sudata inizia a darmi
fastidio.
“Ganbatte, ganbatte!”
Urlo ai miei compagni di squadra.
Con un miracolo dei Kami Jaime e Tony riescono a sfondare
le difese avversarie e ci abbracciamo per festeggiare. Il mio cuore
inizia a
battere forte quando Jaime mi stringe a sé, ho paura che lo
sente e capisca i
miei sentimenti.
Non deve succedere, non oserei mai farmi avanti e rompere
un fidanzamento che dura da anni, sono troppo grata a loro per fargli
questo.
Yukari, sudatissima anche lei, mi stringe la mano.
“Brava, Tamao.
Sei un portiere davvero terribile e l’incarnazione della
perseveranza giapponese.”
“A proposito di giapponese.”
Mi chiede Jaime.
“Cosa significano baka e ganbatte?”
Yukari ride, io arrossisco.
“Baka, vuol dire “stupido” e ganbatte
“forza, non
mollare.”
“Povero, Tone.”
“Mi devo scusare con lui.”
Intanto che aspetto il mio turno per la doccia – visto che la
squadra dei
Fuentes ha perso gli abbiamo lasciato usare la doccia per primi e Vic
è subito
entrato, urlando che era il maggiore – mi avvicino a Tony.
“Tony-kun, volevo scusarmi con te.”
“Come mai?”
“Ti ho chiamato baka, significa
“stupido.””
Lui ride.
“Non c’è problema, Tamao. Non devi
essere sempre così
composta, se ogni tanto perdi il controllo non succede
niente.”
Lentamente arriva il mio turno, quando esco sono tutti a
letto tranne Mike che sta facendo zapping alla tv.
“Sei un bravo portiere, nessuno aveva mai battuto
Vic.”
“Ti ringrazio.”
“Ti va di fumare una sigarette con me?”
Io sorriso.
“Mi piacerebbe.”
Estraggo una sigaretta dal pacchetto e mi metto la giacca, fuori fa
freddo e la temperatura nella stanza si raffredderà quando
apriremo la finetra del pullman..
Ci accendiamo una sigaretta e guardiamo per un attimo il
cielo.
“Sei felice qui con noi?”
“Sì, siete come la famiglia che non ho mai avuto.
E voi? Siete felici di avermi con voi?”
“Scherzi? Siamo felicissimi, ci vizi sempre con la colazione,
mi fai i massaggi
e cerchi sempre di tirarci su di morale.”
“Yokatta, ne!”
“Cosa significa?
"Meno male, ne sono felice.”
Lui sorride.
“Ti piace Hime-Time?”
“Sì, ma non voglio che lui lo sappia. È
fidanzato.”
“Sei una brava ragazza, lui ti adora, comunque.
Ti vuole molto bene.”
“Noto che mi abbraccia spesso.”
“Vuol dire che gli vai a genio.”
“Davvero?”
“Certo, gli abbracci da orso li dà solo a chi
vuole bene, come noi della band o
i suoi amici.
Ti vuole molto bene, sei così minuta che fai venire
voglia di essere protetta, non sei come Yukari.
Yukari è una tigre.”
“Lo so e le sono grata.”
“Anche noi. Peccato che Jaime sia fidanzato, sareste stati
una bella coppia.”
“Mike-kun, non esagerare.”
“Dico sul serio.
Perché non mi prende mai nessuno sul serio?”
Io sorrido.
“Io ti credo.”
Continuiamo a parlare per un po’, poi finalmente andiamo
a letto anche noi.
La mattina dopo mi sveglio, come di consueto, prima degli
altri, faccio la doccia e vado in cucina. Sto per accendere il gas per
cucinare
le uova la bacon di Mike quando qualcuno bussa con vigore alla porta
del bus adesso fermo per una pausa.
Incuriosita vado ad aprire e mi trovo davanti a due
uomini vestiti di scuro.
“Chi siete?”
Chiedo leggermente spaventata.
“Ufficio immigrazione. È lei Tamao
Ishida?”
“Sì, sono io.”
Rispondo con voce tremante.
Il mio cuore è finito in fondo ai piedi, ho paura.
Cosa devo fare?