AkaTsuki
Fan fiction by Fin Fish
Ciao!
Ed eccomi
qui, come sempre, pronta con un nuovo capitolo.
E’ un
capitolo transitorio, non succede nulla di particolare, ma serve solo per
spiegare le ultime cose.
Bene, direi che ho detto tutto quanto =).
Vi lascio alla lettura.
Un
grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin.
22° Capitolo: Verso
Nord.
Myoga aveva
spiegato con cura tutte le informazioni che aveva trovato su Naraku, senza
omettere nulla nemmeno la cosa più insignificante.
-Quindi,
secondo le tue informazioni, Naraku si troverebbe a nord nella zona del monte
Hakurei, esatto?-, riassunse Sango, cercando di incamerare tutte le
informazioni fornite dalla piccola pulce.
L’ora della
vendetta si avvicinava.
Il suo corpo fremeva dall’impazienza, mentre ripensava con rabbia alla fine dei
suoi compagni e di suo fratello.
-Esatto-,
concluse Myoga, intento a preparare i bagagli.
Miroku era
immerso nei suoi pensieri.
Kagome si accorse di quello strano atteggiamento, molto diverso dal suo
abituale modo di fare.
Se aveva qualcosa da dire, molte volte, ne parlava apertamente anche con loro.
-Tutto a posto Miroku?-, domandò Kagome, cercando di carpire qualche dettaglio
dal monaco, seduto poco distante da loro.
-Sì, stavo
soltanto pensando-, rispose. –Il monte Hakurei, a quanto ho sentito dire, è una
zona sacra. Come può una creatura maligna come Naraku metterci piede, a rigore
di logica non potrebbe nemmeno avvicinarcisi-, osservò Miroku.
Le sue parole fecero riflettere tutti i membri del gruppo.
Kagome aveva
sentito quelle storie, ma pensava che fosse soltanto una vecchia superstizione
o credenza di qualche sciocco.
Non c’era
nessuno che potesse realmente espiare le colpe degli altri, non poteva esistere
dunque un territorio dall’aura veramente pura e priva di ogni macchia.
-Forse è
soltanto una diceria-, proseguì Kagome, mentre osservava il piccolo demone scuotere
leggermente la testa.
-Io non credo. Ad ogni modo…-, esordì, fermandosi per sistemare meglio i suoi
pochi bagagli prima di scappare come sempre. –Inuyasha-sama, vorrei parlarvi in
privato di una faccenda-.
Inuyasha osservò i suoi compagni, soffermandosi più del dovuto su Kagome.
Non gli piaceva avere dei segreti con loro, soprattutto in quel momento.
Kagome gli fece un rapido cenno del capo, indicando l’esterno della capanna.
Inuyasha la osservò preoccupato, ma decise che era meglio ascoltare cosa voleva
dirgli Myoga.
Kagome ultimò
i suoi preparativi, esattamente come fecero i suoi compagni.
Nessuno parlava, quasi avessero timore di rompere quel silenzio innaturale che
si era venuto a creare.
-Kagome-chan…-.
La voce calda e rassicurante di Sango ruppe il silenzio, mentre Kagome si
voltava lenta nella sua direzione.
-Quello che
ha detto Bankotsu l’altro giorno, riguardo te….-.
Kagome sorrise mesta, comprendendo finalmente dove l’amica volesse andare a
parare.
-Vuoi sapere se ho ucciso veramente tutte quelle persone?-, chiese,
interrompendo l’amica e togliendole questo peso.
Sango annuì
debolmente con il capo.
La situazione non le piaceva, ma aveva bisogno di sapere la verità.
Si era sempre fidata di lei, ma sapere quello che era accaduto in passato era una
cosa fondamentale.
-Sì, l’ho
fatto-, ammise, chinando leggermente il capo per non incrociare lo sguardo con
quello della sterminatrice.
-Mi piacerebbe dire che non ero in me, ma non è così-, continuò, ammettendo
finalmente i suoi peccati a voce alta. –Ero sempre io, consapevole di quello
che le mie azioni compivano. Ho ucciso tutti quelli che si trovavano sulla mia
strada, non risparmiando nemmeno le donne e i bambini. La mia è macchiata fin
nel profondo, ma non per questo ho voluto cedere alle tenebre; dominio di
Naraku-.
Si fermò un istante, sollevando il volto per osservare le espressioni dei suoi
compagni.
Erano turbati, soprattutto Miroku il quale non si aspettava una simile
rivelazione da lei.
-Vostra
scelta è seguirmi o no, fate ciò che ritenete più giusto-.
Sango e
Miroku si guardarono negli occhi per un lungo istante, poi sorrisero e si
volsero verso l’amica.
-Kagome-sama, quello che è accaduto è senz’altro deplorevole-, esordì Miroku,
lasciando che la speranza di Kagome cominciasse lentamente a frantumarsi.
-Però Kagome-chan, noi sappiamo come sei adesso ed è la cosa più importante.
Sappiamo che non uccideresti nessuno, sappiamo che daresti volentieri la tua
vita per le persone a cui tieni e questo ci basta-.
Un sorriso
dolce e rassicurante si formò sul volto di Sango, risollevando in un istante il
morale della giovane miko.
Gli occhi cominciarono a bruciare, ma decise che non era il caso di pensarci
troppo.
Si avvicinò
ai due ragazzi, avvolgendoli come meglio poteva con le sue esili braccia.
Alcune lacrime cominciarono a solcare il suo volto,mentre affondava sempre di
più il volto nei loro incavi delle spalle.
-Grazie-.
Era un sussurro appena percettibile, ma Sango e Miroku riuscirono a percepire
le sue parole e ne furono felici.
Le cose
stavano cambiando, ma forse era ancora troppo presto per dire che sarebbe
andato tutto bene.
Almeno, per il momento, non avevano più molti segreti da nascondere tra di
loro.
**
-Allora, di
cosa volevi parlarmi?-, domandò Inuyasha, una volta allontanatosi dalla capanna
quanto bastava.
-Inuyasha-sama,
mi è stato riferito da Kagome che siete stato soggiogato dal vostro sangue
demoniaco. Le sue parole corrispondevano a verità?-, domandò con voce
preoccupata.
Inuyasha annuì mesto con il capo, mentre nella sua mente si affacciavano i
ricordi di quel giorno fatale.
Se chiudeva
gli occhi poteva ancora vederla stesa a terra, coperta di sangue e dilaniata
dai suoi stessi artigli.
Myoga
incrocia le piccole braccia al petto, chiudendo gli occhi e un espressione
indecifrabile dipinta sul viso.
-Quindi è
andata veramente in questo modo-.
Il tono della sua voce lasciava intuire all’hanyou che sperava in una versione
diversa, sperava che Kagome non dicesse veramente sul serio.
-Cosa
intendi?-, chiese Inuyasha, cercando di apparire più tranquillo di quanto non
fosse in realtà.
Myoga sospirò sonoramente, mentre posava i grandi occhi sull’hanyou.
-Inuyasha-sama, io credo che Naraku abbia sfruttato un vostro desiderio
inconscio per costringervi ad uccidere Kagome-, disse la piccola pulce,
sconvolgendo con poche parole le certezze dell’hanyou.
Quindi, tutto quello che era accaduto, era solamente il frutto di un piano di
Naraku?
Una rabbia senza pari invase il suo animo, mentre desiderava ardentemente di
poter avere un avversario davanti al suo sguardo.
-Naraku ha
potuto realizzare questo piano perché voi, Inuyasha-sama, desideravate nel
profondo diventare un vero youkai-, spiegò la piccola pulce, accusando con lo
sguardo l’hanyou davanti a se.
Sentiva il suo animo andare lentamente a pezzi.
Era vero.
Prima di conoscere Kagome, prima di essere accettato per quello che è, aveva
desiderato più volte di poter diventare un vero youkai come il fratello.
Un sogno impossibile, fino a quando non aveva sentito parlare della sfera degli
Shikon.
Era un oggetto in grado di realizzare i desideri, qualunque fosse la loro
natura.
Non ci pensò
molto e si recò al tempio dove si trovava.
Ma non trovò la sfera, ma una ragazza immersa nell’acqua intenta a fare un
bagno.
Era bella, ma non sembrava una miko e quindi pensò di spaventarla un pochino
per farsi dire la verità.
Ogni cosa
però andò contro le sue previsioni, cambiando improvvisamente le sorti di
quella giornata tanto strana.
In quel modo aveva incontrato Kagome.
Chinò il capo, lasciando che la frangia argentea oscurasse completamente il suo
volto.
-Spero vi
rendiate conto della situazione. Tessaiga è stata forgiata per proteggere anche
voi, ma se non riuscite a proteggere nemmeno la persona che tiene di più alla
vostra vita sarà meglio che venga distrutta-.
Nonostante le
parole pronunciate da Myoga, Inuyasha rimase immobile.
Sollevò il capo e, nel giro di pochi secondi, cambiò totalmente espressione.
Senza pensarci troppo, schiacciò la piccola pulce tra le mani e la fissò con
uno sguardo truce.
-Risposta sbagliata-, rispose , facendo scrocchiare in modo sinistro l’altra
mano.
La piccola pulce cominciò a sudare freddo, mentre cercava un modo per
accomodare la faccenda.
-Io devo
proteggerla-, mormorò, mostrando alla vecchia pulce un’espressione a dir poco
furente.
Tuttavia, per la prima volta, non ne ebbe affatto paura.
Qualcosa nello sguardo di Inuyasha, convinse la piccola pulce che non gli
sarebbe accaduto nulla di male.
-Ho fatto una cosa sbagliata, ma non permetterò che accada di nuovo. Anche a
costo di ferire me stesso, anche a costo di allontanarla per sempre, io non
lascerò che Kagome corra di nuovo un pericolo simile-.
Davanti alla fermezza dell’hanyou, persino Myoga si ritrovò senza parole.
Erano passati moltissimi anni, eppure non credeva che sarebbe arrivato il
giorno in cui potesse scoprire cos’era l’amore.
Il padrone lo sapeva, per questo aveva lasciato sola Izayoi, la madre di
Inuyasha, in un mondo ostile; soltanto per proteggerla.
-Bene, se così è…-.
Saltò dalla mano dell’hanyou, allontanandosi il più rapidamente possibile.
–Buona fortuna Inuyasha-sama-, disse, una volta che si fosse trovato a distanza
di sicurezza.
L’hanyou era
rimasto basito dalla codardia della piccola pulce, ma non poteva pretendere di
più e lo sapeva.
Avevano tutte le informazioni necessarie, ora era il momento di riprendere il
viaggio.
Il suo sguardo cadde su Tessaiga, legata all’obi del suo kariginu.
“Forse non
sarò all’altezza di mio padre, ma non lascerò mai più che Kagome soffra ancora
in balia del destino”, pensò tra se, mentre si dirigeva verso la capanna.
**
Kagome era
poggiata alla parete esterna, lo sguardo perso nella vastità del cielo senza
nuvole.
Erano passati parecchi minuti, troppi, da quando Inuyasha si era allontanato
assieme a Myoga.
Una vaga idea di quello che dovevano dirsi l’aveva, ma non sopportava questa
sensazione di mistero.
Miroku e Sango erano intenti a bisticciare tra di loro, come al solito.
Questa volta, pare che Miroku avesse allungato un po’ troppo le mani sul corpo
della sterminatrice e lei, per tutta risposta, aveva stampato sulla guancia del
monaco una bella cinquina.
La miko sospirò, sfiorando con le dita l’arco tre le sue mani.
Sarebbe stata in grado di proteggere tutti con esso?
Questa domanda rimbombava nella sua mente, occupata soprattutto da pensieri
cupi.
Non aveva
dimenticato quello che era accaduto per causa sua, ma sapeva che ora era il
momento per andare avanti.
In quel
momento, dal folto della foresta, emerse Inuyasha.
L’espressione del suo volto era indecifrabile, ma sembrava che soffrisse per
qualcosa a lei non molto chiaro.
-Inuyasha-,
lo chiamò, catturando la sua attenzione.
Nel momento in cui i suoi occhi dorati si posarono su di lei ebbe un tuffo al
cuore.
Si sentiva trascinata dentro un abisso dal quale non si sarebbe liberata con
facilità, ma forse era qualcosa che nemmeno lei voleva fino in fondo.
Miroku e
Sango li osservarono per un lungo istante.
Sapevano che qualcosa li bloccava, ma sapevano che non potevano lasciarli
veramente da soli.
La curiosità era troppo forte, e come diceva sempre Miroku: “nelle storie come
questa, gli sviluppi parziali sono i migliori”.
Il ragionamento filava, peccato che si facevano sempre scoprire nei momenti
meno opportuni.
-Andiamo-,
esclamò Kagome, osservando tutti i membri di quello strano gruppo.
Inuyasha e gli altri annuirono.
Si misero in marcia.
Obbiettivo: il monte Hakurei, il territorio sacro della regione del nord.
**
Kagura
osservava distante il gruppo dirigersi verso nord.
Gli ordini di Naraku erano stati chiari: ostacolare il più possibile la loro
marcia verso il nord.
Tuttavia, Kagura non era intenzionata a confrontarsi ancora con Inuyasha.
Voleva vivere ancora un po’.
Però, sapeva che non poteva nemmeno disubbidire a Naraku.
Il suo cuore era ancora in mano a quello youkai.
Non aveva possibilità di scelta, tuttavia voleva restare a guardare per
scoprire chi, tra Sesshomaru e Inuyasha, avrebbe potuto liberarla da quella
prigione.
Afferrò una delle piume che formavano il fermaglio dei capelli, portandola
davanti a se.
Era il momento di seguire la situazione dall’alto.
**
Kikyo aveva
ripreso la sua strada, procedendo con il suo passo calmo e tranquillo.
Appena il rituale era stato terminato non aveva ragione per restare,
soprattutto non poteva restare accanto a Kagome se voleva continuare a vivere
in questo mondo.
Il loro legame diventava più forte accanto, ma quando sfruttavano i poteri di
esso la sua vita si accorciava oltre misura.
Dopotutto era
morta.
Gli Shinidamachou fluttuavano accanto a lei, tenendo compagnia alla sua anima
tormentata dal rimpianto della vita.
Non l’avrebbe mai ammesso davanti ad altri, ma la presenza di Inuyasha le
mancava oltre ogni dire.
Ma sapeva che
non era accanto a lei il suo posto, l’aveva capito dalla prima volta che lo
incontrò.
Era la prima persona che le parlava apertamente, senza preoccuparsi di
mostrarle il rispetto dovuto come miko.
La faceva sentire una normale donna, per quanto le condizioni attuale lo
consentissero.
Un sorriso ironico si formò agli angoli della sua bocca.
Era buffo il destino.
Uno dei pochi uomini, che con molta probabilità sarebbe stata in grado di
amare, era anche l’unico che non avrebbe mai potuto avere.
Il modo in cui Inuyasha aveva sorretto Kagome, il modo in cui la osservava
rendeva chiaro i suoi sentimenti.
Faceva male, ma sapeva che non poteva fare un torto alla sorella e poi non
avrebbe mai retto il confronto con lei.
Invidiava la libertà di Kagome, soprattutto invidiava il suo essere donna.
Ogni volta che tornava a casa dopo un furto, ogni volta che affrontava degli
youkai che volevano attaccarla, Kagome non perdeva la sua dignità come essere
umano.
In quanto miko, lei, non aveva questo lusso.
La sua anima doveva essere sempre rivolta agli altri, pronta a salvare e
perdonare le loro sofferenze.
Non avrebbe mai potuto essere come la sorella, per quanto fosse il suo
desiderio più grande.
S’inoltrò nel
profondo della foresta, seguendo un sentiero che conduceva ad un piccolo
villaggio.
**
La giornata
scivolò via più in fretta di quanto immaginassero.
Il monte Hakurei, secondo le indicazioni prese in un villaggio vicino, distava
ancora parecchie settimane da loro.
Miroku e
Sango conducevano il gruppo, seguiti da Kagome e poco più distante da Inuyasha.
Con la coda dell’occhio, Kagome continuava ad osservarlo cercando di capire la
causa di quel suo comportamento.
Rallentò il passo, riuscendo finalmente ad affiancarlo.
Era felice che fosse tornato, ma probabilmente si era trovato meglio in
compagnia di Kikyo.
Quella situazione ancora la disturbava, dopotutto Inuyasha non aveva risposto
alla sua domanda.
-Inuyasha-, lo chiamò, riuscendo ad avere la sua attenzione almeno per qualche
istante.
Le orecchie
sul suo capo si mossero rapide, segno che stava ascoltando ogni sua parola.
-Si può sapere cosa ti succede?-, chiese la miko, fermando l’avanzata
dell’hanyou.
Il monaco e la sterminatrice si erano portati avanti di loro iniziativa,
lasciando ai due ragazzi un po’ di spazio.
Inuyasha osservò rapito quei due occhi nocciola, perdendosi nel calore che
riuscivano ad emanare.
Kagome riusciva sempre a scaldare il suo cuore, forse non se ne rendeva conto
neanche lei.
In un movimento rapido, afferrò un suo braccio portandola contro di lui.
Kagome sentì il suo respiro mozzarsi dovuto alla velocità del movimento, ma
invece si sentì morire quando avvertì le mani di Inuyasha serrarsi intorno alla
sua schiena.
-Non so come dimostrarti quanto la tua presenza sia importante per me-, le
sussurrò all’orecchio, lasciando la ragazza senza parole.
Sentiva il suo cuore battere ad un ritmo troppo intenso, quasi volesse uscire dal suo petto.
Portò le mani
sul petto dell’hanyou, esercitando una lieve pressione per allontanarsi.
Temeva che potesse sentirlo, aveva il terrore di quelle strane emozioni che
prendevano lentamente piede contro la sua razionalità.
-Inuyasha, non dimenticare mai questo-, disse, puntando lo sguardo nel suo per
dimostrargli la sincerità delle sue parole. –Io starò bene soltanto finché tu
sarai al mio fianco. E’ l’unica cosa che ti chiedo-.
Inuyasha annuì, sfiorando la mano la sua guancia.
La ragazza strinse dolcemente la mano che la sfiorava, trasmettendo un dolce
calore all’hanyou che la osservava rapito.
-Non lasciarmi ancora-, disse a bassa voce, quasi per timore che qualcuno
potesse udire le sue parole.
Sorprendendo sempre di più l’hanyou, Kagome si protese in avanti sfiorando la
sua guancia con le sue labbra.
Era stato un gesto semplice, ma per Inuyasha aveva significato moltissimo.
**
Naraku,
attraverso lo specchio di Kanna, uno dei suoi più fedeli youkai, aveva avuto
modo di osservare tutta la scena.
Sorrise
compiaciuto.
Il suo piano stava procedendo nel migliore dei modi, e presto tutti i suoi
ospiti sarebbero arrivati a lui.
Tra le sue mani brillava una piccola sfera.
La luce oscura che emanava era un balsamo per lo youkai, ma soprattutto era
fonte di orgoglio.
-Presto, molto presto saranno tutti qui-, mormorò rivolto alla sfera.
Una luce folle brillava nei suoi occhi, mentre pensava alla prossima mossa da
attuare.
E anche questo
capitolo è andato *ouf*.
Sono stravolta, sono un paio di giorni che mi costringono a girovagare per le
strade di Milano <.<.
Ma lasciamo
stare e passiamo all’angolo dei grazie:
Kaggy95: Visto? Ho rimediato all’interruzione del nostro
carissimo monaco (precisiamo xD se no si offende ndFin). Per quei capitoli, l’idea
non è male =).
Magari li
inserisco alla fine della storia come extra =).
Achaori:Bè, dopotutto non potevo farle mostrare chissà
quale sentimento per Kagome. Dopotutto, anche se ora sa la verità, tra di loro
esistono talmente tante incomprensioni che non si può risolvere tutto così
semplicemente =). Bè, Miroku dopotutto non poteva cambiare xD figurati se non
si faceva beccare xD.
Bene, direi che per questo capitolo ho detto tutto =).
Un grandissimo kiss a tutti dalla piccola Fin.