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Autore: loveless_fairy    02/04/2005    3 recensioni
Come fare a partecipare ai campionati nazionali se la pagella è piena di insufficienze? Semplice: partecipare ad un concorso artistico! E così le nostre matricole si ritrovano a combattere... contro pennelli, rullini e note musicali. Questa sarà anche l'occasione per scoprire qualche segreto.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pov Hanamichi. 

Non posso crederci! Che colpa ne ho io se i professori mi odiano? Appena entro in classe, la prima cosa che guardano sono i miei capelli rossi. Sono prevenuti! Ecco! Per questo non riesco ad avere tutte le sufficienze necessarie per restare in squadra! Non c’è altra spiegazione! Non è vero che passo il tempo a bighellonare con Yohei e gli altri! Non è neanche vero che, invece di studiare, guardo sempre i video su Mtv! E va bene! Magari qualcosa di vero c’è, ma ad un genio come me un’ora basta per fare tutti i compiti della giornata! Tanto il resto lo copio di Yoshiano, il secchione della classe! E quindi perché queste insufficienze? Per colpa dei prof. rischio di uscire dalla squadra! Però il preside, siccome sa che quest’anno vinceremo sicuramente il campionato nazionale, ha pensato di darci una seconda possibilità. Ma è proprio questo che non va! Ora ditemi voi se uno come me (l’ho già detto che sono un genio?) deve piegarsi ai voleri di quel grassone del preside! Io sono un basketman! Non una mammoletta! Non è da me fare una cosa del genere!
<< La vuoi piantare Hanamichi? E’ da quando abbiamo iniziato gli allenamenti che non fai che borbottare! Smettila! >>
Ecco! Sono un incompreso! Il Gori non riesce a capire le mie sofferenze!
<< Ma cosa ci sarà poi di così difficile nel creare qualcosa? In fondo si parla di arte! >>
Appunto!
<< Appunto Gori! Io sono il genio del basket, non posso essere pure il genio della pittura! >>
<< Ma chi ha parlato di pittura! Stiamo parlando di arte e l’arte non ha confini! Devi solo creare qualcosa di tuo, di artistico! >> continua il Gori incurante del mio dolore: << O sei fuori dalla squadra e dai campionati! >>
<< Cos’è? Il grande genio del basket non è all’altezza del compito? >> mi sbeffeggia Mitsui.
<< Baciapiselli stai zitto! Io sono un Genio e un genio non ha limiti! >>
<< Quindi, Genio, ora gioca e stai zitto! >>
Pure lui! Maledetto! L’algida kitsune fa pure lo spiritoso, ma ora mi sente!
<< Oi volpe! Tu che fai tanto lo spiritoso, non sai che anche tu dovrai creare qualcosa di artistico? Immagino già cosa farai: ti presenterai solo con una palla da basket! >>
<< Errore scimmia! Si da il caso che io sia bravissimo in educazione artistica! E’ l’unica materia, insieme all’inglese, che m’interessi! Per me sarà un giochetto da ragazzi passare l’esame! >>
Maledetto! Sempre a lui tutte le fortune! Ma perché non potevamo semplicemente studiare, magari con Harukina cara che dava lezioni private, e dare poi gli esami? Ma perché questo deve essere il dannatissimo anno dedicato all’arte? Se trovo chi ha avuto quest’idea… SBONK!
<< Ite Gori! Mi hai fatto male! >>
<< Mettiti subito a giocare, Sakuragi o dalla squadra ti butto fuori io, a calci! >>
Uff! Non c’è proprio nulla da fare! Il Genio dovrà affrontare nuovamente una terribile prova! Come dite? Che c’è di così terribile? Il fatto è che io… come dire… ehm… sono negato in fatto di arte! Non ditelo alla kitsune vi prego! Quando andavo all’asilo, mia madre evitava sempre di appendere i miei disegni sul frigo (usanza americana vista in tv), perché erano così brutti da spaventare le vicine che venivano a farle visita! Una volta la nonna, che poverina non ci vede bene, ha visto a terra un mio disegno, scivolato dalla presa della calamitina, ed è rimasta un’ora sul tavolo a tremare, pensando che fosse uno scarafaggio! Non sapete quanto tempo abbiamo dovuto impiegare per farla scendere dal tavolo, ci si era attaccata con le unghie! Ma che ci posso fare se non disegno bene? La mia ascesa artistica è stata una lunga discesa ripida e adesso sono così traumatizzato da non riuscire a prendere una matita in mano! Povero me che farò?

Abbiamo appena finito gli allenamenti. Il Megane mi si avvicina sorridendo:
<< Hanamichi l’arte è il nostro modo di rappresentare ciò che vediamo e che ci colpisce di più. E’ il nostro modo di catturare l’amore. Non deve essere per forza un quadro o una scultura… quelle sono forme artistiche antiche… hai mai sentito parlare di fotografie d’autore dichiarate dei veri e propri capolavori, delle opere d’arte? >>
Fotografie… ma certo! Mia madre è una fotografa naturalista, mi ha insegnato tutto sulle fotografie, la luce, lo sfondo, le inquadrature…. Posso sempre presentare una fotografia! Ma certo! Tutti si dovranno piegare al mio immenso genio!
Guardo di sbieco Rukawa che si sta vestendo… trema volpe! Il genio entra in azione! Anche tu dovrai finalmente ammettere che sono un Tensai!
Ringrazio velocemente il megane ed esco di corsa dagli spogliatoi e… ci rientro in fretta! Non mi ero ricordato di indossare solo l’asciugamano! Per fortuna che non c’erano quelle pazze delle mie ammiratrici! Come dite? Che significa che non è possibile che abbia delle ammiratrici? E invece ce le ho! Non sono tante (e pazze lasciatemelo dire) come quelle del volpino, ma fanno la loro figura! Per fortuna che non mi lanciano quei ridicoli slogan, però sono piuttosto sfegatate! Si sono persino tinte i capelli di rosso! Che idea! Eh sì! Il Tensai non poteva che avere fan geniali!

Corro come un pazzo verso casa e aprendo la porta per poco non la scardino! Trovo mia madre fuori dal laboratorio, ha in mano le ultime foto e controlla nei particolari ogni inquadratura!
<< Hana-kun tesoro! Come mai così presto a casa? >>
La faccio sedere e le fagocito addosso così tante parole che alla fine non ci capisce nulla!
<< Mamma mia figliolo! Sei un vulcano anche quando parli! Ora calmati e rispiegati! >>
E’ inutile! Sono un incompreso! Neanche la madre del genio riesce a capirmi al volo e quando le espongo la mia idea, maturata durante il tragitto per casa, mi rivolge uno sguardo torvo e mi liquida con un “scordatelo!” deciso e definitivo. Ma perché? Era un’idea degna del tensai! Quale idea? Allora era un semplicissimo patto: io promettevo di mettere in ordine la mia stanza e lei mi passava una delle sue foto! Geniale no? Ma forse avrei dovuto mettere ben altro in palio, che so… il giardino il sabato pomeriggio, la macchina la domenica…. Forse è meglio che non abbia accettato.
Vedo la mamma alzarsi dal divano, incurante del mio sguardo supplichevole. Sento chiudersi la porta del suo studio e dopo poco la sento riaprirsi e vedo mia madre con una macchina fotografica in mano, di quelle professionali con tanto di zoom o quello che è.
<< Questa è per te, il massimo dell’aiuto che posso darti. Le regole le conosci, buon lavoro! >> e se ne va canticchiando!
Ma ditemi voi se questo è mondo! Niente suggerimenti, niente dritte… niente di niente! Dovrò cavarmela tutta da solo! E ora che fotografo?
Passo buona parte della serata sul divano, abbracciato al cuscino a arrovellarmi il cervello sui possibili soggetti. Vediamo… bambini? Fanno sempre colpo, potrebbe essere un’idea, ma fuggono quando arrivo io, ho il potere di terrorizzare persino i bambini del vicinato!
Animali! E’ il secondo soggetto preferito da tutti! Vediamo… potrei fotografare dei cuccioli, già ma dove li trovo? Ora che ci penso la gatta della vicina ha avuto due gattini… uno rosso che non fa altro che cercare di uscire dalla cuccia e uno nero che dorme sempre… come Rukawa, insomma! Eh? E perché adesso questo pensiero su Rukawa? In effetti ce lo vedo amico dei gatti, così belli, indipendenti, aristocratici, affascinanti… come Ruk… ehm… di che stavo parlando? Ah sì! Dei gatti! Meglio lasciar perdere! Potrei scattare una foto a Takamiya quando andiamo al fast food… meglio di no… il soggetto non deve essere d’orrore…. E allora che cosa? Finalmente mia madre sembra avere pietà di me, perché si risiede vicino e mi sorride.
<< Vuoi farmi qualche domanda? >>
<< Come sai cosa fotografare? >>
<< Infatti non lo so. Vedi io giro sempre con la macchina fotografica, quando vedo qualcosa che mi colpisce allora cerco di catturarla, per averla sempre con me e poterla sempre ammirare. Ogni foto è un ricordo, un’emozione particolare… >>
<< Dici che dovrei andare in giro con una macchina fotografica e farmi guidare dall’istinto? >>
Lei annuisce e mi scompiglia i capelli con una mano e io sono orgoglioso di avere una mamma tensai!
Vado a letto molto presto stasera, perché domani, che non c’è scuola andrò in giro sin dal mattino a fare foto. Speriamo di trovare qualcosa d’interessante.

Mi sveglio con il traumatico rumore della sveglia che sembra impazzita. Ma che ore sono? Ah sì! Le quattro. Chiudo gli occhi, ma perché l’ho puntata così presto? Ma certo! La foto! Devo stracciare quella kitsune arrogante!
“Si da il caso che io sia bravissimo in educazione artistica! E’ l’unica materia, insieme all’inglese, che m’interessi! Per me sarà un giochetto da ragazzi passare l’esame!” mi sembra di sentirlo ancora! Quella stupida volpe con quella stupidissima e bellissima faccia inespressiva! Come? Bellissima faccia… meglio che mi alzi.
Scendo in cucina a fare colazione, la mamma deve ancora essere a letto… l’occhio mi cade sulla porta bianca del suo studio… magari è aperto e magari potrei entrarci… non per prendere in prestito una foto… così per farmi un’idea…
Idea inutile visto che mia madre ha avuto la prontezza di chiudere a chiave la porta! Tsé! Come se volessi fare chissà che!
Bevo velocemente il mio latte ed esco. La macchina fotografica e l’occorrente sono in una borsa preparata dalla mamma ieri sera. Fuori si sta proprio bene! E’ davvero piacevole…
Ok Hanamichi! Fatti coraggio e inizia la tua perlustrazione, anche se… avrei proprio voluto dormire oggi!

Non riesco a trovare nulla d’interessante! Mamma mi ha detto che bisogna farsi guidare dall’istinto e che ogni suo soggetto l’aveva immortalato perché gli infondeva un sentimento prepotente. Era stato come se il soggetto ritratto l’avesse richiamata a gran voce.
Con me per ora non è successo, ma in fondo sono solo le sei del mattino. Meglio fare una pausa. Sono nel campetto dove mi ritrovo solitamente per fare dei tiri e rimpiango di non aver portato la palla, almeno avrei potuto allenarmi!
Sento il rumore inconfondibile della palla che rimbalza sul terreno duro del campetto. Qualcuno sta giocando a basket. Mi nascondo dietro una siepe per vedere chi è e noto la mia nemesi: Rukawa! Ah! Ah! Si sta allenando in segreto per sconfiggere il genio del basket! Ed ecco che vengo folgorato da un’idea degna di un Tensai: lo fotografo! Perché? Semplice: stupido com’è (è o non è una baka kitsune?) farà di sicuro qualcosa di vergognoso e io lo fotograferò! E poi farò vedere la foto ad Harukina cara e lei…

-Haruko: oh! Hanamichi! Quello è proprio uno stupido. Rukawa non mi piace più! Hai visto cos’ha fatto in questa foto? Oh! Hanamichi! Tu sì che sei un genio! Mi piaci tanto!....-

Ma sì! Andrà proprio così e io potrò sempre accompagnarla a scuola e mangiare il bento che mi avrà preparato con tanto amore.

-Haruko: Hana caro, ho preparato il bento solo per te. Mi sono svegliata molto presto sai?-

Ma certo! Non può che andare così! Harukina cara! Presto quella stupida volpe non si metterà più in mezzo!

Bene! L’operazione “la volpe nel sacco” ha inizio! Trema Rukawa! Ora che ci penso potrei appendere dei manifesti in tutta la scuola… meglio di no o quelle sgallettate delle sue fan mi fanno la pelliccia!
Prendo la macchina fotografica e sistemo l’obiettivo. Aspetto che si rimetta in posizione e, quando ricomincia a giocare, inizio a scattare le foto. Non ne voglio molte, una, due, tre al massimo.
Lui scatta in avanti, smarca avversari invisibili, fa una finta e tira. Niente male per una schiappa. Poi riprende la palla al volo… naturalmente non è all’altezza del Tensai… si riavvicina a centro campo… si mette in posizione di difesa e, dopo aver palleggiato un paio di volte sul posto, riparte facendo un magnifico tiro da tre punti. Tsè! Quando imparerò a farli pure io sarò più bravo di questa mezza calzetta. Si avvicina alla panca dove ha appoggiato la sacca ed esce una bottiglia con l’acqua. Meglio fotografare tutto, magari ci si strozza con quell’acqua. Eh eh! Torna a fare qualche palleggio sul posto e poi si dirige con velocità verso il canestro e… salta. La luce del sole lo illumina, mettendo in risalto la figura slanciata che si appresta a fare uno slam dunk. Io non vorrei, ma non posso fare a meno di fotografarlo. Sembra un folletto, uno spirito burlone che scende dai cieli fino alla terra, poi plana lentamente e… e io non posso fare a meno di perdermi in quella visione, nascosto al mondo, a lui, da una misera siepe mal curata.

Quando se ne va sono le sette. Ripongo la mia macchina fotografica nella borsa e torno a casa. Non ho voglia di fare altre foto.
Vedo mia madre, fuori dallo studio, sorridermi contenta e chiedermi come è andata. Le mugugno qualcosa, poi lei prende la macchina fotografica ed esclama:
<< Caspita Hana! Hai finito un rullino da 36! >>
Cosa? Io avrei… cioè… io non posso averlo fatto! Ho scattato un intero rullino a quel… quel…. Cosa sta facendo mia madre?
<< Sviluppo io le foto, tu non sei ancora… >> ma non le faccio finire la frase che le strappo la macchina dalle mani e mi chiudo nello studio.
Accendo la piccola luce rossa, preparo l’ingranditore e i vari acidi per la stampa, il fissaggio e il lavaggio e mi concentro sulle foto. Passo il primo foglio, la futura foto, nell’ingranditore poi più volte nel liquido per la stampa, dopo lo passo in quello per il fissaggio e per il lavaggio e infine lo appendo. Dopo 4 ore, posso finalmente ammirare le mie foto. Mi ritrovo circondato da decine di volpi che m’ignorano e vivono nel loro mondo fatto di basket. C’è una volpe che si asciuga il sudore, una che palleggia concentrata, una che fa un tiro in sospensione, una che scarta un avversario… in sequenza vedo le immagini a rallentatore di una partita e m’immagino lì, a fermare Rukawa, a dribblare Rukawa ad impedirgli di tirare a canestro e… mi ritrovo geloso, geloso di una palla che riceve più attenzioni di me, uno stupido do’hao che non ha abbastanza talento da coinvolgerlo, da stupirlo. E infine quella foto, la più bella a mio avviso. Un angelo nero, dalle ali invisibili, che vola nel cielo, con in mano una palla…. E’ il mio capolavoro….
E ora come la mettiamo con Rukawa?

  
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